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Capitolo 82

Vengo svegliata da delle carezze delicate. Strano. Nessuno mi sveglia così, mia madre non di sicuro.
Apro gli occhi, a fatica. O. Mio. Dio. No, non è lui. Non può essere lui. Lorenzo?
Oh sì, non è un sogno, ne sono certa. Mi sta sorridendo, continua ad accarezzarmi il viso, e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, un gesto così semplice che mi fa sempre impazzire. È poggiato sul letto, verso il fianco destro, con la mano poggiata sotto la guancia e retto con il braccio sul letto. Il suo corpo è totalmente rivolto verso di me.
«Buongiorno piccola peste.» il suo tono di voce è colmo di dolcezza. Continua a sorridere.
«Buongiorno» Mugugno ancora con la voce impastata dal sonno. Mi do qualche secondo per ammirarlo meglio, in tutta la sua splendida bellezza, di prima mattina, con i capelli spettinati, e a petto nudo. Un momento... a petto nudo?!
Do alla mia mente qualche secondo per elaborare...
Ieri sera. É successo. Tutti i ricordi risovvengono alla mia memoria. Le sue carezze, i suoi baci, e noi due che ci uniamo. I nostri respiri affannati, i nostri corpi intrecciati. Le mie paure, i suoi sorrisi che mi rassicuravano.Tutto in una sola serata. Tutto così meraviglioso...
Tuttavia vengo presa da un momento di incertezza.
«Ieri sera...» cerco di alludere a ciò che voglio domandare, forse perché non sono totalmente sicura tutto ciò sia successo realmente.
Annuisce, soffocando una risata.
Presa da un "impeto di follia", Alzo le lenzuola, o santo cielo! Indosso soltanto gli slip!!! Sono mezza nuda! Che imbarazzo. Le abbasso immediatamente.
Okay, ne ho la certezza. Ieri sera non abbiamo solo dormito.
Credo che Lorenzo mi abbia presa per matta diverse volte in questo istante, ma siccome è stata la mia prima esperienza sono giustificata, o quasi.
Mi porto le mani sulla fronte «Sono mezza nuda! Dov'è il mio reggiseno?» gli domando, mi sto lasciando un po' troppo trasportare dall'imbarazzo.
«Lì.» indica col dito il pavimento vicino alla finestra, sta soffocando un altra risata. È fastidioso quando fa così.
Certo che poteva gettarlo un po' più lontano ieri sera...
«Che hai da ridere? Non ci trovo nulla di divertente. Ora come faccio...» dico imbronciata «Mettiti una mia maglietta. Credo che ormai i nostri abiti di ieri sera siano alquanto sporchi. Sono nell'armadio.» si mette seduto appoggiato alla testiera del letto, lasciando cadere le lenzuola e facendo così scoprire il suo fisico, che ancora una volta mi lascia senza parole, non riesco a togliergli gli occhi di dosso.
Scuoto il capo, per auto-riportarmi al mondo terreno.
«Okay.» mi siedo anche io, sempre tenendomi stretta le lenzuola al petto.
Brava intelligente, e ora? Come fai ad alzarti? Maledizione.
Ieri sera abbiamo passato un momento meraviglioso, ormai non c'è alcun problema a farmi vedere nuda, ma non vorrei fare scena davanti a lui... sembra una barzelletta.
Fortunatamente a terra c'è ancora la mia maglietta, e riesco a prenderla rapidamente, per poi portarmela davanti al petto, cercando di coprirmi il più possibile.
Mi alzo rapidamente e raggiungo l'armadio. Sono sicura stia pensando che io sia una scema, lo sento. Lo apro e prendo la prima t-shirt a maniche corte che trovo, una nera.
La prendo in mano, è decisamente gigante e...
«Una maglietta dei Pink Floyd?» non lo facevo tipo da questo genere di musica, lo vedevo più come uno che ascolta musica classica...
«Un professore di Italiano non può ascoltare musica rock?» scherza, mi guarda negli occhi.
«Sì, certo. Ma...» e adesso, okay lasciamo stare «Vabbè nulla.» taglio corto.
Mentre osservo la maglietta, cade la mia di maglietta, che copriva il mio seno. Oh no!
Il mio sguardo si posa immediatamente su Lorenzo. Lo vedo arrossire, completamente. Oh. È incredibile. È incredibile, meraviglioso, strano, come noi due possiamo essere così diversi dagli altri. È incredibile come lui stesso si imbarazza leggermente ancora a vedermi seminuda, dopo aver fatto l'amore, con l'innocenza di un bambino. È incredibile come lui ogni giorno non smetta di corteggiarmi, di conquistarmi, sebbene noi due stiamo insieme da un bel po'. E come io non smetta di desiderarlo, amarlo. E sono così contenta di non aver avuto ragione un tempo, che in realtà l'uomo per me esiste ancora in mezzo a questo insieme di fotocopie. Quello che si imbarazza, che si emoziona, che mi rispetta, quello in grado di essere sempre dolce, in grado di corteggiarti, di portarti un mazzo di rose sotto casa, di ascoltarti, di fare quei piccoli gesti che mi fanno impazzire. Di essere semplicemente lui. Perché io non voglio altro che lui.
Il rapido contatto con i suoi occhi mi dà una scossa improvvisa. Mi sento leggermente in imbarazzo ad essere guardata in questo modo, in questo momento. Forse perché non sono mai stata abituata ad essere guardata così bramosamente, sento il suo desiderio ardere fin qui, e ammetto che non mi dispiace. Non mi copro più, perché farlo? Eppure il suo sguardo che mi scruta in maniera aliena, non fa altro che mettermi un po' in soggezione...
«Potresti evitare di guardarmi in quel modo? Mi fai sentire un alieno...» abbasso lo sguardo.
«Oh. Sì, scusa.» biascica. Scuote leggermente la testa e io in quella frazione di secondo mi infilo velocemente la maglietta. Mi arriva a metà coscia.
«Fatto.» dico. Raccogliendo da terra la mia maglietta, caduta poco prima.
«Devo ammettere che sta meglio a te.»
«Adulatore.» sorrido.
«No, dico solo la verità. Ovvero che sei meravigliosa. E che ieri ho passato la notte migliore della mia vita.» dopo aver detto questa frase si alza dal letto. È solo in boxer.
Vuole farmi svenire? Probabilmente. È così affascinante.
Si avvicina a me, e rimaniamo abbracciati, per un po'.

***
Sono stesa sul divano, siamo stesi sul divano. Le sue braccia mi cingono a se, sono avvinghiata a lui. Mi accarezza i capelli, io affondo letteralmente tra le sue braccia. Inspiro il suo buonissimo profumo. Ha ancora la camicia aperta, in realtà è da tutta stamattina che c'è l'ha aperta. Non posso fare a meno di desiderare il contatto con la sua pelle, non riesco a togliergli occhi di dosso.
Mi rannicchio sempre di più tra le sue braccia e lui mi accoglie dolcemente. Poggio la testa sul suo petto, il battito del suo cuore rompe il silenzio. Ad un tratto inizio a pensare a tutto quello che è capitato prima, di questo. Da quando l'ho visto per la prima volta, a ieri sera, a ora. Non mi sarei mai immaginata di poter, un giorno, potermi rannicchiare tra le sue braccia, coperta solo da una maglietta che mi arriva a metà coscia e un paio di slip, mentre le sue mani calde percorrono il mio corpo.
Così decido di percorrere con le dita ogni centimetro del suo petto, tracciandone delle linee immaginarie, e poi sfiorarlo, mentre lui inizia a stringermi a se. Ed a prendere quella mia mano nella sua, quasi conducendola lui stesso a percorrere quel percorso immaginario che mi ero creata nella mente poco prima. Questa scena continua per qualche minuto.
Alzo leggermente il capo, e sento il suo respiro. Fermo la sua mano, e la poggio, intrecciata alla mia, sul suo cuore. Con il naso sfioro il suo mento, coperto dalla folta barba, e poi arrivo alle labbra, che sfioro soltanto. Sento che non è molto contento della mia scelta di aver evitato di baciarlo. Continua a fissarmi.
«Non guardarmi così, mi fai impazzire.» sussurro, avvicinandomi al suo viso.
Lui sorride.
«Mi sono perso nei tuoi occhi.» lo dice come se fosse ipnotizzato da qualcosa. Quasi istintivamente mi metto a cavalcioni su di lui. Sembra sorpreso dalla mia mossa improvvisa. La mia maglietta si alza, lasciando intravedere fin sopra le cosce, ma non ci faccio caso.
Gli passo due dita sotto il mento, sentendo la sua barba sotto le mie dita, e lo avvicino a me.
Gli fisso intensamente le labbra, ma non ho intenzione di baciarlo, preferisco stuzzicarlo un po'. I suoi occhi seguono ogni mio movimento, desiderosi, forse di qualcosa.
Inizio a sfiorare con le labbra il suo mento, le sue guance. E poi gli bacio la fronte, gli scompiglio i capelli.
Lui, improvvisamente alza il busto, e torna alla mia altezza. Intreccio le mie gambe sulla sua vita, e lui mi stringe sempre di più a se. Ora siamo alla pari, non mi trovo più nella posizione dominante.
Con un dito gli sfioro le labbra, e lui continua a seguire i miei movimenti con gli occhi. È come se lo stessi esplorando, in questo momento.
Così lui inizia a baciarmi le guance, e poi affonda il viso nel mio collo, lasciando dei piccoli baci umidi, e mi vengono i brividi. Mi sorreggo agganciando le mie mani sul suo collo.
Ad un tratto però sento come un bacio differente. La sua bocca rimane per un po' di secondi in quello squarcio di pelle. Sento una strana sensazione, come se la mia pelle fosse leggermente risucchiata dalle sue labbra. E io mi perdo nei meandri delle sensazioni che sento... ma.... Oh no! Mi stacco subito.
«Qualcosa che non va?» strizza l'occhio divertito. Lo odio quando fa così. Però mi fa ancora più impazzire. Mi mordo rapidamente il labbro, e immediatamente assumo un'espressione corrucciata. Forse ci siamo lasciati un po' troppo trasportare, forse più io...
Non può avermi fatto un succhiotto! No, no, no! Spero non sia rimasto il segno, oddio oddio, come farò?
«Ti uccido.» mi stacco immediatamente dal suo abbraccio e mi fiondo in bagno. Lo sento sghignazzare. Non appena torno gliela faccio pagare.
Maledizione. Non è tanto grosso, per fortuna mi sono staccata quasi subito, ma è evidente! E adesso come lo copro?
«Sei più bella così.» lo sento entrare dalla porta, e posizionarsi dietro di me.
«Vedi di andare a quel paese... ora come lo copro?!»
«Così impari a farmi penare come hai fatto prima.» ridacchia.
«Questo lo vedremo, non l'hai vinta te mio caro.» continuo a toccarmi il collo.
«Andrà via tra qualche giorno.» e ora come torno a casa? Che imbarazzo, che imbarazzo!
«È il prezzo dell'amore...»
«Ma stai zitto...» rido, avvicinandomi a lui, e tirandogli una piccola pacca sul petto.
Ride insieme a me. Tutto sommato adoro vivere questi momenti, vederlo ridere insieme a me, e va bene, pazienza per questo piccolo inconveniente, lo coprirò con qualcosa...
Improvvisamente mi tira a se, e inclina leggermente il capo, lo prendo tra i capelli e lo bacio con foga.
«Oggi ho vinto io.» sussurra tra un bacio e l'altro.
«Ti amo.»

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