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Capitolo 17(?) - la caduta di Letizia

Cosa è successo prima: (tralasciando i primi 17 capitoli, dove i due protagonisti si incontrano per la prima volta il primo giorno di scuola durante la prima lezione di DeFilippo, il nuovo professore di italiano della classe di Letizia, e poi l'enorme aiuto che Letizia da a Francesco e Matteo per risolvere una questione con Jacopo) Letizia sta facendo tranquillamente ricreazione sola, poiché la sua migliore amica Clara è a casa ammalata, quando, camminando, Agata, la sua "nemica", la fa inciampare, facendola cadere, e causandole un dolore al ginocchio, nel frattempo arriva DeFilippo in suo soccorso...

«Letizia! Ti sei fatta male?» mi chiede DeFilippo.
Mi tocco il ginocchio. Credo di essermi fatta male, ho preso proprio una bella botta.
«No, no prof non si preoccupi.» rispondo. Non voglio importunarlo oltre, inoltre alcune persone si sono girate a guardarci.
«Oh sì che ti sei fatta male. Continui a toccarti il ginocchio! Ti accompagno in infermeria.» i suoi occhi si immergono nei miei, sembrerebbe preoccupato...
Non faccio tempo a controbattere che lui mi porge la sua mano per aiutare ad alzarmi. Io l'afferro. Sento le sue mani calde stringere le mie, un brivido percorre la mie spina dorsale, il suo tocco è così delicato. Qualcuno direbbe che quest'uomo mi sta causando emozioni contrastanti e assai compromissorie, ma non è così, non provo nulla per DeFilippo, o almeno credo. Accidenti! Smettila di pensare a lui e a queste cose, oh, dove andrò a finire. È solo un professore e io un'alunna.

Non appena sono in piedi sento il ginocchio cedere. Non poteva andare peggio di così, meglio andare a casa, non riesco proprio a camminare normalmente.
Il professore si abbassa alla mia altezza e mi invita a poggiare il mio braccio sulla sua spalla, per aiutarmi a camminare meglio.
Mentre ci dirigiamo verso l'infermeria, le persone si girano a guardarci. Credo di essere arrossita, non ero mia stata così al centro dell'attenzione.
Non appena arriviamo al bancone dei bidelli ci viene in contro Rosa, allarmata.
«Oh Santa Maria Vergine! Cosa è successo?» ci fa poi cenno di andare in infermeria.
«Si è fatta male in ricreazione, credo debba andare a casa.» DeFilippo riferisce tutto a Rosa, mentre io mi siedo nel lettino dell'infermeria.
«Vado a chiamare subito a casa allora. Cognome? Berardi giusto?» chiede.
«Sì» annuisco.
Rosa se ne va, lasciando me e il prof da soli.
«Tu e Agata non andate molto d'accordo.» rompe il silenzio.
«No, non molto, ma credo non l'abbia fatto a posta a farmi cadere...» rispondo. Non credo però che questa volta lo abbia fatto apposta... spero. E poi, sono questioni tra di noi, non vorrei importunarlo con queste cose.

«L'importante è che tu non ti sia fatta nulla di male. Ora vai a casa e riposa. Non ti voglio vedere domani la prima ora a scuola con una gamba dolorante, mi raccomando.» dopo questa frase si mette a ridere, ed io faccio lo stesso.
Devo dire che è decisamente più affascinante mentre ride, ha un'aria più rilassata e naturale.
«Beh, ora meglio che vada al bancone dei bidelli, lì c'è una sedia, starò lì finché mia madre non mi verrà a prendere.» asserisco. Lui mi guarda ma non dice nulla.
Scendo dal lettino, ma nel momento stesso in cui faccio il primo passo sento la gamba cedere, e cado a terra.
«Letizia!» esclama DeFilippo.
«Oh, non é successo nulla prof.» minimizzo. Perché si preoccupa tanto?
«Devi sempre negare l'evidenza?» lo dice con così tanta naturalezza, che sembriamo conoscerci da sempre.  Negare l'evidenza. Forse, la sto negando anche a me stessa adesso, anzi, la nego molto spesso a dir la verità. Sembra che questa frase non corrisponda direttamente al mio dolore, ma... oh, basta farsi film mentali! Come può capire qualcosa che non penso neanche io?

Si china verso di me, i nostri sguardi si incontrano, e rimangono immersi gli uni negli altri per alcuni secondi. È molto vicino a me. Ora riesco a vedere meglio quei meravigliosi occhi color nocciola, noto che hanno delle sfumature verdi. Ha davvero degli occhi stupendi, sono così penetranti, sembra quasi che riescano ad entrarti dentro ed a spogliarti delle tue emozioni. Sono così intensi. Credo di non aver mai visto delle iridi così ipnotizzanti. Ti rapiscono e non ti lasciano più.
Mi poggia la mano sui fianchi per aiutare ad alzarmi, sento una strana sensazione allo stomaco. Poggio istintivamente le braccia sulle sue spalle e mi alzo insieme a lui. Ha un tocco estremamente delicato, e a me sembra di sciogliermi come un panetto di burro sotto il suo tocco.
Come dovrebbe accadere, invece di staccarci, rimaniamo a fissarci. Oh, perché non ti stacchi Letizia? Tutto ciò è deleterio per tutti e due, e se dovessero vedervi così? Eppure Non riesco ad allontanarmi, a staccarmi da quegli occhi. Il modo in cui mi sta guardando, sembro nuda davanti a lui, mi sta spogliando, spogliando di tutte le mie emozioni, i miei sentimenti, è come se quegli occhi avessero perforato dentro, e avessero letto tutto di me. Questa cosa mi spaventa, ma al tempo stesso mi crea delle emozioni contrastanti. È come se stessimo comunicando, senza che le nostre bocche si aprano. Mai, ho sentito una tale connessione con un qualcuno. Voglio staccarmi, ma non posso, o forse è il contrario, ed è come se attraverso i suoi occhi, capissi che è lo stesso per lui.
Ho ancora le braccia appoggiate sulle  sue spalle, e lui le braccia sul mio bacino.
Siamo molto vicini, pericolosamente vicini. Eppure nessuno dei due fa nulla, sembriamo quasi immobilizzati.
Ad un tratto sentiamo la voce di Rosa, ci stacchiamo velocemente. Sento improvvisamente un vuoto, forse incolmabile. Un certo freddo.
Lei entra dalla porta, per fortuna non ci ha visti così.
«Ho chiamato la madre, verrà a momenti.» riferisce.
«Allora...allora io vado in classe, arrivederci.» si congeda, per poi andarsene. Cerca di nascondere l'agitazione. Cosa è appena successo? Non mi do neanche il tempo di pensarci... non devo pensarci! È stato alquanto strano, e non si dovrà più ripetere. È come se tra di noi si fosse annullato tutto, e fossimo entrati in una dimensione accessibile solo a noi. Dove le sfumature verdi dei suoi occhi color nocciola regnano, e mi pervade una sensazione di strano rapimento...
Non ho avuto nemmeno il tempo per ringraziarlo...

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