Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

9 - Inversione... non di marcia

Le ali d'oro di Ganimede fendevano eleganti l'aria, mentre lo sguardo di Etienne J. Morel, attento a perlustrare dal cielo Asteria alla ricerca di Axel, si adombrò riflettendo sulla questione dell'affidamento dello strumento di Leto.

Non aveva mai messo in discussione le decisioni del consiglio dei Sileni, ma la mole di disastri provocati da Axel pose la pietra del primo dubbio. Erano troppi gli errori commessi dal nuovo depositario del meccanismo ancestrale. Poteva essergliene perdonato solo uno, il primo: l'aver sostituito le bocche degli asteriani con becchi d'uccelli. Ma la coda di puzzola e le mani al posto dei piedi no. Era troppo. Etienne non si soffermò sul come un oggetto, per quanto super divino fosse, potesse essere in grado di stravolgere l'ordine naturale delle cose.

Piuttosto, concluse che se era una tradizione quella di affidare la cura dell'oggetto più potente dell'universo ad un figlio di Efesto, era giunta l'ora di interromperla, pensò volando.

   Tre venti attesi conversero nel punto occupato da Etienne e assunsero forma umana.

«Ah! Siete già a rapporto: Grecale, Maestrale e Bora?» chiese liberandosi dei suoi pensieri.

«Siamo i figli dei venti, a noi non serve molto tempo per perlustrare l'isola!» asserì Maestrale.

«Axel lo vedremo sbucare in piazza, ha preso la via dei magazzini Iride!» informò Grecale.

«Per quanto riguarda il nuovo, Dafny Rosenbown e Nancy Ledesma, quest'ultima svanita nel nulla, non abbiamo nessun riferimento sulla loro posizione» precisò Bora.

Etienne passò in rassegna i volti dei figli dei venti, mentre gli fluttuavano intorno man mano che aggiungevano nuovi particolari alla missione di ricerca. Quando riprese la parola Bora, la osservò con più attenzione.

«Una mia amica della zona Afrodite mi ha raccontato che Dafny Rosenbown ha ricevuto un incarico da parte della loro dea, ma non ha saputo dirmi altro» riferì la semidea dai capelli rasta castani chiari.

«Il nuovo…»

«E piantala Maestrale! Lui ha un nome è Yu...» Etienne troncò il diverbio sul nascere:

«VIA DI QUA RAGAZZI!» ordinò prontamente ubbidito.
Il figlio di Zeus avvertì in un lampo l'arrivo di un'energia molto familiare. Era la stessa che aveva generato la stella di luce in cima alla cupola del Patio Sole Luna durante la lotta contro Fetonte.
Difatti, un raggio luminoso del diametro di quasi tre metri centrò giustappunto la coordinata aerea occupata dal gruppo volante.

«…ri!», il governatore del vento Grecale, avvezzo a portare a termine ogni compito, completò il nome di Yuri sussurrandolo e vedendolo di sfuggita.

La piazza Agorà non era molto affollata, c'erano solo gli isolani che lavoravano negli esercizi affacciati al piazzale.

Yuri, prima di utilizzare il suo fototrasporto, aveva individuato mentalmente proprio Axel e dinanzi a lui apparve nella luce assieme alle ragazze a suo seguito.

Il figlio di Efesto, nel momento in cui fu investito dalla colonna luminosa, mosse la chiave infilata nello strumento di Leto che portava ancora appresso e avvenne qualcosa.

Le sagome dei ragazzi ritornati acquisirono forma fisica umana e Yuri intravide il biondo tedesco. Non fece nemmeno in tempo ad accennare un saluto. Aveva solo alzato una mano amichevolmente e in un attimo gli saltarono gli unici due bottoni della camicia ex gialla. Avvertì crescere un peso all'altezza del petto così velocemente da fargli perdere l'equilibrio. Gli fu impossibile non cadere  addosso ad Axel il quale cadde sbattendo il sedere così forte da obbligarlo a urlare e insieme alla sua voce si unirono quelle di tutti i presenti nell'Isola.
Un trambusto che non risparmiò nessuno.

  Dopo un certo periodo di tempo, quando il silenzio gelò l'atmosfera, anche Justice, accompagnata ad altri ragazzi, raggiunse il punto di ritorno del gruppo di Yuri.

«Ma che cavolo è stato?» domandò una voce delicata e musicale, mai udita da Yuri. «E che diamine è successo alla mia voce?» biascicò ancora a terra addosso ad Axel. Si rese conto che quella era la sua voce.

«Maledizione! Spostati, mi stai soffocando!» farfugliò il figlio di Efesto con la faccia schiacciata da un doppio peso caldo, morbido e strabordante. Non aveva mai visto così da vicino qualcosa di simile. Quando una cascata di riccioli biondi gli investì il viso ammise di non aver mai riscontrato una chioma così vaporosa. E quando la persona che gli era caduta addosso si sollevò con una fatica indescrivibile, non poteva immaginare chi mai fosse.

   Yuri, disorientato, si mise carponi. Chinò lo sguardo sul proprio petto. «Oh sant'Olimpo!»

«Oh santo Yuri!» esclamò Axel fissando per bene nelle retine la figura cadutagli addosso che si stava trattenendo con le braccia un carico mammario mai visto in natura.

«Ma! Accidenti che male!» piagnucolò imbronciato trattenendo a stento ciò che non aveva mai immaginato di possedere. «Che cosa è successo, e che sono ste cose!» domandò indicando con insistenza le sporgenze penzolanti.

«Sul serio vuoi che te lo spieghi?»
Una voce cavernosa e baritonale invitò Yuri a voltarsi. Non la riconobbe, come anche non riuscì a capire chi fosse stato a parlare.

L'espressione incavolata, le braccia conserte e virilmente pelose della figura al centro di un gruppo appena assiepato, lo disorientò.

Eppure quei capelli lunghi, però raspi e disordinatamente cascanti fino ai fianchi gli suggerivano qualcosa. Tuttavia, la barba nera lunga fino alla cintola e le gambe divaricate abolirono la sua supposizione.

Troppo infastidito dal peso sulle spalle fece una smorfia. «Caspita! Sembro Justice! Ma come fa lei a camminare con un ingombro simile?»
Uno scappellotto richiamò l'attenzione del biondo.
«Hei! Tu! Perché mi hai colpito? Chi sei?»

«JUSTICE!» gli ruggì contro scostandosi la barba, poi si rivolse al ragazzo alle sue spalle. «E tu Axel! La vuoi finire di giocare con lo strumento di Leto? Lo vedi che caspitarola hai combinato stavolta? Hai invertito il sesso di tutti!»

Nonostante la palese spiegazione, un fitto reticolato di sguardi, più o meno ricambiati dai presenti, diede l'opportunità a tutti di raccapezzarsi sulla nuova situazione.

«Chiedo scusa, non volevo…» farfugliò Axel confuso.

«L'effetto non ha colpito tutti però!» asserì Yuri rivolgendosi alla figura che riconobbe essere Ike. Infatti, il suo corpo era rimasto muscoloso e massiccio come al solito, tranne il giro vita più stretto e i fianchi larghi.

«Guarda che anche a me ha cominciato a circolare troppa aria tra le gambe!» lo informò irritato.

«Ma solo a me fanno male ste…» Yuri non terminò di dire che una sberla s'abbatté sul suo volto rivoltandolo. «Perchè? Adesso chi è?!» chiese massaggiandosi la guancia.

«VERGOGNA, SVERGOGNATA!» tuonò lo spirito delle buone maniere Aidos apparendo dinanzi al figlio di Apollo. Al che lui non ebbe il tempo di ribattere che ricevette un altro man rovescio.

«E basta!» implorò trattenendosi il doppio carico gravante sul petto. Aidos interpretò il gesto come un atto di disobbedienza alle regole delle buone maniere. Per ciò, prima di svanire nel nulla, scatenò su di lui la punizione spirituale. Ogni qualvolta Yuri assumeva atteggiamenti scostumati, giù sonori ceffoni invisibili d'ammonimento.

La misura adottata da Aidos era conosciuta e temuta, tuttavia, Justice e gli altri notarono che era solo Yuri ad essere stato punito, ma nessuno oppose obiezioni…

«E tu chi sei?» domandò Axel al nuovo elemento  arrivato assieme a Yuri, cercando di dirottare l'attenzione generale verso altre questioni.

   L'inattesa rivoluzione sessuale aveva messo in ombra la ragazza più imbarazzata del pianeta. Infatti, Laura, totalmente purpurea in viso, sentì i polsi ormai prossimi al distacco a furia di sventolarsi le mani.

Non riusciva a emettere una sola sillaba. Sembrava in deficit d'aria per quanto era sconvolta.

«Spero tu non sia un maschio! Altrimenti… beh… scusa» biascicò il tedesco scrutando la figura accanto. Era alta, grossa e con un cespuglio di capelli neri e disordinati che cercava di nascondere la mole corporea abnorme. «E tu? Sei nuovo anche tu?» chiese curioso.

La vergogna provata da Dafny, diventata maschio, indusse Laura a prendere coraggio.
«Io sono Laura Montefuerte, e quest'isola è un postribolo a cielo aperto! Che schifo!» tuonò perdendo respiro di colpo. «E puzza pure! Che cos'è questo odore?»

Difatti, in mezzo alla folla man mano sempre crescente attorno al pandemonio creato da Axel, si fece strada una coppia che litigava animatamente. L'individuo alla sinistra era alto, molto alto, e dalla lunga treccia di capelli neri tutti capirono che era Astrid in versione maschile. Ciò che sembrava essere una ragazza al suo fianco sinistro era di sicuro Valentine Brown, seppur poco credibile nella sua versione femminile.

«Axel! Hai superato ogni limite!» ringhiò furiosa Astrid appena raggiunse il gruppo principale. Un sonoro rumore molesto la obbligò a trattenersi la pancia e un odore piuttosto forte appesantì l'aria.

«Astrid! Hai ancora l'effetto puzzola dell'altro giorno!»

«Valentine non fiatare! Per voi maschi è uno status simbol scorreggiare continuamente!»

«Vorrei tanto sapere chi frequenti!» obiettò una ragazza bionda platino. Nessuno sguardo ad ella rivolto era privo di meraviglia. Solo il nitrito del pegaso al suo fianco diede adito alla sua identità.

«Santo Zeus! Ma tu sei Etienne!» esclamò ridendo Greta Sanders Coleman giunta a cavallo di Salgemma, il suo destriero fatto d'acqua di mare. «Ma cos'è successo? Mi trovavo in fondo all'oceano e improvvisamente ho sentito delle grida pazzesche!»

«Se ancora non l'hai capito, Axel ha di nuovo giocato con il meccanismo di Anticitera. L'effetto di oggi è un generale invertimento degli attributi!» la informò Justice.

«Justice! Dov'è Justice?» chiese sforzandosi in vano di rimanere seria.

«Ti ho appena risposto!» esclamò spazientita la figlia di Atena scostandosi la lunga barba che le scendeva fino all'ombelico. Greta non ce la fece più. Rise come una indemoniata.

«Ma, dimmi un po', come ci si sente a… beh… a… essere maschi Justice?» domandò ancora dopo aver sfogato l'ilarità.

«In effetti, se proprio vuoi saperlo, non riesco a capire come facciano i maschi a camminare con questo ingombro tra le cosce!» commentò Justice.

«La situazione sta diventando parecchio strana! Suggerisco di trovare subito lo strumento e poi di non affidarlo mai più ad Axel!» ordinò Etienne ricevendo sguardi più ammirati del solito.
Difatti, Etienne versione uno punto zero era l'apoteosi della bellezza maschile. Il modello due punto zero era la massima espressione di equilibrio tra proporzioni e fascino... femminile…

«Non tutti i mali vengono per nuocere!» esordì un ragazzo dai capelli corti, forse il più attraente tra i presenti. Riuscì a catturare l'attenzione come fosse un leader.
«Vedete, basta un po' di spirito di adattamento!» proseguì a spiegare lanciando alla cieca le scarpe a spillo di bronzo che aveva ai piedi.
«Ad esempio, sono curiosa di farla in piedi come i maschi!»

«Baaa! È Nancy! Solo lei ragiona così!» riconobbe Valentine agitando le braccia per scacciare le turbolenze gassose di Astrid.

Il tonfo di un ceffone ruppe il silenzio generato dall'uscita di scena di Nancy che ignorò il capo quartiere di Ares in gonnella.

Gli sguardi si orientarono verso Yuri che cercava di domare il carico sul petto. Greta gli si avvicinò a bocca spalancata. «Yuri?»

«Chi sennò?» ribatté lui alzando gli occhi al cielo ormai quasi crepuscolare, presagendo una burla imminente dalla figlia di Poseidone.

«Per tutte le montagne sottomarine! Sembri una vacca da latte!» esplose di nuovo a ridere fino a perdere il respiro.

«E tu perché non hai subito il cambiamento?» le domandò incrociando le braccia per cercare di scendere a patti con il peso non desiderato.

«Probabilmente l'effetto dello strumento non è riuscito a raggiungere Greta perché lei si trovava lontano dall'Isola» suppose Justice.

«Può essere. Ma come mai neanche Laura ha subito la mutazione?» ribatté Yuri indicandola.

Justice la osservò. Il vestito nero, reso extra corto da Nancy, era indecente. Le mani intrecciate a coprire il grembo facevano trasparire una evidente timidezza.
«È probabile che, essendo un nuovo elemento, indeciso se rimanere o no sull'Isola, l'effetto dello strumento l'abbia risparmiata»

Laura passò in rassegna i volti dei presenti. L'espressione corrucciata di chi di colpo si ritrova in un posto nuovo generò una gara di ospitalità tra i presenti.

Una delle regole base di Asteria era giustappunto mettere a proprio agio ogni nuovo potenziale ospite della comunità.

La nuova giovane emise un sussurro impercettibile. Nemmeno Ike con il suo talento di super comunicazione riuscì a decifrarlo. Poi Laura fece una cosa che colse tutti di sorpresa. Si inginocchiò lentamente. Posò i palmi delle mani a terra e la baciò.

«Saluto il suolo che vorrei fosse casa mia», una lacrima invisibile penetrò la terra.

«Sei un'asteriana a tutti gli effetti!» esclamò Greta colpita dal suo gesto. «Non ci resta che individuare la tua casa e registrarti al centro di prima accoglienza» aggiunse pregando di non incrociare lo sguardo con Yuri alle prese col suo fardello. Ma un irrefrenabile increspamento della bocca la tradì di nuovo.

«Io vorrei sapere se qui, in questa isola, c'è mia sorella» confessò con lo sguardo basso.
Un brusio cacciò via l'ennesimo attimo di silenzio. Primo tra tutti Yuri accorse dinanzi a Laura.

«Hai una sorella? Perché non me lo hai detto prima?»

«Perchè non sta bene dare alle stampe tutti i fatti personali!» rispose a tono.

«Quello che voleva dire Yuri è che lui è in grado di trovare chiunque» spiegò colei che sotto gli occhi del figlio di Apollo era Tyler versione popputa, uno dei fratelli arcieri. «Ma, tranquilla, non c'è bisogno di fare tutto in fretta, avrai l'aiuto di tutti. Poi, anch'io ho la facoltà di vedere lontano, quindi per adesso sistemati per bene e ambientati un po', d'accordo?»

La cordialità del fratello di Yuri generò un senso di fiducia in Laura la quale annuì senza però eccedere in scenate melodrammatiche.

«Bene! Ora io, Greta, Yuri, Justice, Ike, Valentine e Astrid andremo alla ricerca dello strumento di Anticitera!» ordinò Etienne. «Verrà anche Axel! Gli altri presenti individuino la casa della nostra nuova amica. Trattatela con riguardo! Poi, quando avremo messo a posto questa baraonda, ci scuseremo con lei come si deve e, soprattutto, l'accoglieremo come si deve!» concluse.

In fondo al quartiere misto, affianco alla capanna di legno e terracotta di Muna Kanui, sorse dal nulla un dammuso, la casa  che Laura riconobbe come propia.

La singolarità della nuova sopraggiunta non passò inosservata dalla capo quartiere del settore. Non poté comunque non riconoscerla quale sorella quando la vide far comparire una dozzina di arance parlanti fluttuanti intorno a lei.

Dafny, accompagnandola, fece gli onori di casa e la presentò all'amica. Certo, l'imbarazzante aspetto maschile di Muna creò un certo disagio, ma Laura apprezzò la sua compostezza e l'aura pacifica che regnava attorno al perimetro esterno del centro abitato.

«Mi fa piacere avere un'altra sorella semidivina» emise Muna. «E sono affascinata dalla composizione della tua casa»

«È un dammuso, una struttura povera tipica di un'isola a sud dell'Italia» la informò cordialmente l'altra.

«Interessante! Non appena finirà l'incubo di oggi, farò di tutto per aiutarti a trovare il tuo agio tra noi»

«Sei gentile, sono sicura che andremo d'accordo, mi sei simpatica Muna» sorrise porgendole la mano.

Muna non attese altro che stabilire un contatto fisico per sincerarsi della natura semidivina della ragazza. Agganciò la mano e un sentore di legno bruciato le pervase l'olfatto. Vide mentalmente la luce violacea emanata da due fiaccole, i simboli di Ecate, sua madre. "É davvero una mia sorella!" ammise osservando la timida figura dinanzi.

    A notte fonda dello stesso giorno, Laura uscì dalla sua casa. Vide la capanna di Muna illuminata dall'interno da una tenue luce di una fiaccola ma non diede importanza. Evocò un'arancia sul palmo della mano.

«Zagara, fai come ti ho detto!»

Il frutto occhiuto annuì e roteò come una trottola sprigionando un vortice di globi fatui che si propagarono per tutta Asteria.

Un infinito sciame di bolle traslucide si disperse disordinatamente. Ogniuna di esse raggiunse ogni singolo abitante, dormiente o meno e penetrò invisibile ciascun petto.

Nessuno fu escluso. Nemmeno Yuri che, ancora sotto forma femminile, dormiva nel suo letto beatamente con tutti gli arti spalancati. Al che, la piccola bolla a lui destinata si tuffò sul suo busto nudo esposto senza difese.

Il plesso solare del figlio di Apollo si illuminò involontariamente e la sfera fatua svanì prima ancora di sfiorarlo. Yuri fece una smorfia ma non perse il sonno. Si girò di fianco e sognò.

Zagara, l'arancia antropomorfa, adagiata sul palmo di Laura, si illuminò della stessa luce emanata da Yuri.

La ragazza ghignò.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro