8 - Una nuova passeggera
Atalanta, incuriosita dal semidio che tutto sembrava meno che un inetto, abbandonò le ostilità.
Yuri dal canto suo aveva capito sin da subito che l'ancella di Artemide non era una vera minaccia, malgrado il piglio ostile. Comprese che era spaesata, come se si fosse ritrovata a vivere in un tempo che non le apparteneva.
«Va bene. Vedo che non sei un tipo da sottovalutare» esordì dopo una breve pausa. «Anche se non sei armato, te la cavi. Ma come mai non porti nessuna arma con te?»
Il figlio di Apollo abbassò la guardia. Non ritenne necessario un duello senza senso, non dopo quei tre, lunghi giorni passati lontano da Asteria.
«Non ho mai amato le armi» rispose con una semplicità tale da disarmare Atalanta.
«No, non sei come lei. Non hai nulla in comune, mi sono sbagliata» emise con una smorfia.
«Come chi? Con chi mi stai paragonando?» ribatté curioso l'altro.
«È una lunga storia. Non voglio importunarti oltre. Era una mia amica. Era un asso con le spade, ne portava sempre due con sé, anche se erano diverse e di differente fattura. Poi, con l'arco, non di rado riusciva a mettermi in difficoltà. Era come me un'ancella della dea della caccia, la più formidabile» spiegò scuotendo il capo abbozzando un sorriso.
«Bene! Le nostre strade si dividono qui, non ci rivedremo più» concluse già pronta a schizzare via correndo chissà dove a velocità impossibile, al che udendo un canto proveniente dal lago, si frenò.
Tutti i presenti si voltarono verso lo specchio d'acqua dove, pochi istanti dopo emerse elegante e quasi diafana, un'allegra Nancy! Sembrava rinata dopo il bagno di fango termale.
Avanzò danzando ritmicamente, cantando qualcosa tipo: "really don't care". Ammiccava leggiadra ad ogni passo accarezzandosi il diadema di perle iridescenti che si ritrovava in testa. Era un asso a far rimanere la gente a bocca aperta, e anche in quel frangente non smentì questo talento.
Indossava il medesimo straccio color corallo screziato, ma adattato manualmente a bikini. Solo lei sapeva come aveva potuto compiere quell'ennesimo miracolo sartoriale.
Oltrepassò Atalanta, con disinvoltura, sicura di sé. L'antica ancella la divorò con gli occhi.
«Ma che schianto!» esordì inseguendo la ragazza dai capelli corti, ed ella le sorrise indugiando in un languido occhiolino.
«Sei bellissima!» esclamò la guerriera ammirando le generose grazie della figlia di Afrodite.
«Lo so» ammise candidamente studiando il volto di lei coronato da una zazzera di nodi assortiti.
«Vorrei essere bella come te» sospirò l'altra.
«Buona fortuna allora!» rispose sorridendo, e Atalanta scoppiò a ridere per la battuta incassata.
Dafny si diede una manata in faccia. «Ma che diavolo fa?» sussurrò scuotendo la testa esasperata.
«Ma è normale, tutta questa sconcezza in un luogo pubblico?» chiese scandalizzata Laura che ordinò con un gesto alle arance fluttuanti di fare da scudo alla scena.
«Non ce la faccio più!» borbottò l'hawaiana.
«Non stai bene? Vuoi del succo d'arancia?»
«Tu e le tue arance, sei proprio fissata!»
«Yuuuuriiii! Tesoruccio, non te lo fai il bagnetto?» cinguettò poi Nancy, ormai del tutto rilassata dalla personale cura di bellezza.
«Lascia stare quel bamboccio dolcezza, vieni con me, ti porterò in capo al mondo!» emise Atalanta afferrandole le mani.
Sconcertata, l'affascinante figlia di Afrodite inarcò le sopracciglia sorridendo. Offrì il suo sguardo guarnito dal sofisticato strabismo di Venere e Atalanta lo catturò all'istante, totalmente rapita. Accennando a un sorriso greve, come se si fosse ricordata di qualcosa di urgente da fare, abbandonò il proposito di flirtare con l'incantevole giovane ragazza.
«Un giorno, io e te ci rivedremo» promise accennando già a dileguarsi come annunciato. Yuri, in un ultimo tentativo di estrapolare ulteriori particolari, le chiese chi lei fosse in realtà.
Atalanta sbuffò tristemente.
«Io, come tanti altri sparsi per il mondo, non sono altro che un inutile vento del passato» dichiarò prima di svanire di corsa alla vista degli astanti.
Yuri riflettè velocemente sul titolo del quale l'antica ragazza si era fregiata, e in un battibaleno gli tornò alla mente un verso della profezia: "inutili venti del passato senza guida... nessuna piaga sarà sanata".
Non riuscì a ottenere altri particolari dalla bizzarra giovane donna, poiché già era sparita lasciando, in suo breve ricordo, un poderoso spostamento d'aria.
Infastidita dal vento, Dafny compì i pochi passi che la separavano da Yuri. «Hai idea di cosa ci faceva qui quella là?» domandò, conscia dei suoi poteri ultra visivi.
«Era alla ricerca di qualcosa, proprio come te, e per giunta, forse, nemmeno lei sapeva cosa di preciso» rivelò Yuri, forte dell'innata capacità di super empatia. Tuttavia, avendo avuto modo di comprendere l'indole sensibile di Dafny, la esonerò dal sapere che la nuova profezia apocalittica aveva già mosso i primi ingranaggi. Per questa faccenda valutò alta la necessità di parlarne con Justice.
«E non dirmi che la lasci andare via senza sapere null'altro? Sei sicuro?» rimarcò Dafny avendo percepito l'inquietudine malcelata del ragazzo.
«Tranquilla! Io, quella là, la riacciuffo quando voglio!» esclamò mostrando con orgoglio la collanina rubata ad Atalanta. «Con questo oggetto mi basterà concentrarmi un po' e la vedrò ovunque si trovi!» affermò ghignando.
«Hai rubato!» s'inserì Laura. «Per Zeus! Ma che razza di persona sei?»
«Lui è nipote di Ermes, dio dei ladri, per tanto è un istinto normale» le spiegò Dafny sottolineando la propria non condivisione di quella "normalità".
Yuri ignorò la scandalizzata Laura, troppo assorto da quel vecchio filo di cuoio legato al quale c'era un pendente fatto di un materiale che non conosceva. Se lo infilò nell'unica tasca non ancora bucata.
«Allora? Cerchiamo quello che ha ordinato Afrodite?» esortò dirottando l'attenzione generale ad altre faccende.
«È tutto già risolto. Ho trovato l'oggetto misterioso mentre eri svenuto» lo informò Dafny sventolando il prezioso tesoro. «È uno specchio, ma credo che non riflette bene le immagini!» asserì delusa. Infatti, incuriosita del cimelio si specchiò e il suo volto apparve talmente diverso da non riconoscersi.
Nancy, attratta dal superbo prezioso, si divincolò fulminea da Yuri e chiese a Dafny di mostrarglielo.
«Perché dici che non riflette bene? Io mi vedo addirittura più bella del solito, anche se la cosa è piuttosto difficile!» squittì compiaciuta. In Dafny crebbe improvvisamente il desiderio di buttare la sorella nel lago con tutto lo specchio.
«Sembra divertente!» esplose Yuri. «Dai, fammi provare Nancy! Io ancora non sono abituato a vedermi riflesso!»
Nancy accondiscese con piacere e glielo pose. Non appena Yuri orientò la superficie riflettente su di sé, un getto di luce intensissima sgorgò come un'esplosione, cogliendo tutti di sorpresa. In quell'attimo perfino la luce del sole estivo s'eclissò brevemente, lasciando intravedere addirittura la volta del cielo stellato.
Yuri, di riflesso, distolse immediatamente lo specchio e osservò allarmato I volti perplessi delle amiche.
Nessuna osò commentare.
«Credo sia meglio che quest'affare rimanga protetto, e che nessun altro ci si rifletta!» propose il figlio di Apollo.
Le ragazze bisbigliarono confusamente l'assenso unanime.
«Dovremmo infilarlo nella borsetta di Nancy» suggerì Yuri.
«Meglio di no, e poi è Dafny che ha l'incarico di riportare lo specchietto a casa» affermò Nancy.
«E come ne veniamo a capo adesso?» sbuffò Dafny.
«Ci vorrebbe un po' di stoffa, e qui proprio non ce n'è a disposizione» realizzò la bella in bikini. Poi, con un cipiglio sinistro, puntò l'ampia veste nera di Laura, che tutto il tempo se ne era stata in silenzio ad ascoltare e osservare.
Sia Dafny che Yuri voltarono lo sguardo verso lo stesso punto fissato da Nancy.
«Ragazzi, perché mi state fissando?» ruppe il silenzio Laura chinando il capo pudicamente e intrecciando le dita delle mani tese sotto il ventre. L'ampia veste nera svolazzò al vento, quasi avvertisse gli occhi addosso.
«Ho un'idea!» rivelò raggiante la più risoluta delle figlie di Afrodite. «Tu! Stai ferma che ora restituisco
il tuo outfit al terzo millennio!» Estrasse dalla borsetta un paio di forbici da sarta affilatissime e con abilità le provò a vuoto godendo dell'attrito prodotto dallo sfregar di lame.
Laura rabbrividì. «Ma che vuoi fare?» si allarmò.
Nancy non le permise di fiatare oltre che già le fu addosso, e Yuri rise divertito.
Le forbici separarono il lembo anteriore della gonna, scoprendo qualcosa di singolare.
«Ma sul serio? Che ci trovi a indossare una specie di sipario funebre?» commentò mentre la rivoltava stesa a terra come un sacco di patate. «E questi? Che diamine porti addosso?» domandò osservando la bianca stoffa che le fasciava le gambe fino alle caviglie. Gli orli erano rifiniti con una infinità di merletti.
«Scostumata donna di malaffare! Questi sono i miei mutandoni!» rivelò adirata e con il volto paonazzo dalla vergogna. «Non osare...»
«I tuoi muta-cosa?» ribatté la sarta improvvisata. «Ma tu vai in giro con uno scafandro da palombaro!» asserì tra una sforbiciata e l'altra. «Sembri una suora campagnola!»
A nulla valsero le proteste della povera Laura. Alla fine Nancy, discorrendo con Dafny, confezionò una sacchetta con il tessuto della ex super gonna ora mutilata. Insieme riposero lo specchio.
Laura si ritrovò con le gambe scoperte e con una ultra minigonna, talmente plissettata che l'orlo rimase rigido e orizzontale come un disco di vinile.
«Oh! Ma che sconcezza è mai questa!» esclamò oltragiata. «Come faccio ad andare in giro praticamente nuda!», ma le sue rimostranze si persero nel vento.
«Da dove hai preso quella thiara?» si incuriosì Dafny notando solo in quel momento il sontuoso accessorio.
«Ah! Se te lo raccontassi non mi crederesti!»
«E ti pare che non possa credere in qualcosa di assurdo oggi?»
«E va bene. Come vuoi. Me l'hanno regalata delle alghe che ho trovato nel lago. Dapprima non capivo, poi, ho notato che erano come vive e scrivevano addirittura delle cose!» enfatizzò Nancy in attesa di una reazione di incredulità da parte della sorella, ma non fu accontentata.
«Sai cosa avevano scritto?»
«Sconcezze immagino!» rispose Dafny ricordando la sua esperienza.
«Nient'affatto! Mi hanno ricoperta di complimenti e schizzi di profumi deliziosissimi!»
"A lei profumi e lodi, a me insulti e pernacchie tossiche!" pensò oltremodo offesa con quella gramigna idrica.
Ignorando la bella sorella che si pavoneggava con le perle del diadema, decise che era arrivata l'ora di tornare a casa.
«È veramente un'ottima idea!» esclamò Yuri. «Laura, vieni con noi!» esortò allegramente. «Tanto qui non hai più nulla e nessuno che ti trattiene!»
«E tu come fai ad asserirlo con tanta certezza?»
«Dimostrami il contrario e non ti proporrò più di venire a Vera Delo con noi!» propose sicuro di aver ragione.
In effetti, il mutismo nel quale cadde Laura non diede adito ad alcuna contestazione.
«Se in questo momento non vuoi parlarci di te ti comprendiamo. Nessuno ti obbligherà a raccontare la tua storia», si inserì Dafny con la sua ritrovata dolcezza. «Sai, malgrado i numeri da circo che hai visto oggi, sull'isola di Vera Delo troverai gente disponibile e sempre pronta a darti una mano».
Poche, semplici parole, espresse con garbo, fecero sì che Laura accondiscendesse nel seguirli.
«Però, voglio sperare che nel fantomatico luogo dove mi porterete ci sia gente a modo, rispettosa, e che osserva le giuste regole del decoro morale e di rettitudine!» augurò più a sé stessa che agli altri.
«Parli come Aidos, lo spirito delle buone maniere» convenne Dafny.
«Va bene rimanere sulle tue, però potresti almeno dirci qual è il tuo genitore divino?» chiese Nancy curiosa.
«Io dico che sei figlia di Demetra visto che fai volare le arance!» azzardò Yuri e Nancy gli fece eco.
Laura accennò ad un sorriso e scosse la testa.
«No, mi spiace, non sono figlia della dea della terra» rispose arrossendo.
«Infatti! Tu sei figlia di Ecate!» affermò Dafny.
«Come fai a esserne sicura?»
«Semplice, una mia cara amica fa la stessa cosa, però lei fa fluttuare i teschi!» spiegò allegramente.
«TESCHI?!» fecero eco gli altri.
«Ehm... no, no, no, non posso venire, ho... ho un impegno, non so quale ma ce l'ho» Laura fallì il tentativo di declinare l'invito. Dafny e Nancy la presero di peso, e insieme a Yuri si diressero all'Arco dell'Elefante.
Il vento accompagnò il quartetto lungo il sentiero, ma non dava più fastidio. L'unica sosta la richiese Laura per prelevare alcune poche cose dal suo dammuso.
«Ora che siamo arrivati all'arco roccioso, volete dirmi come faremo a metterci in viaggio? Non vedo nessuna imbarcazione? Ci toccherà costruirne una?»
«Non ti preoccupare Laura, ci pensa Yuri!» la rassicurò Nancy.
«E come? Volando come Peter Pan?» domandò ancora la perplessa.
«Faccio anche quello, ma chi è Peter Pan? Un altro semidio?»
Gli sguardi allibiti, tutti orientati verso Yuri, fissarono la sua immagine senza dire nulla.
«Vedrai che piano piano conoscerai le cose basilari che sanno tutti!» esordì Dafny, più serena ora che stava per tornare a casa.
«Su, tesoruccio, non perdiamo tempo!» esortò Nancy, al che Yuri annuì.
"Voglio sapere le cose che sanno tutti!" si promise mentalmente chiedendo alle ragazze di stabilire un contatto. Si concentrò e intravide Axel con in mano lo strumento di Leto.
Le mani si legarono le une alle altre. Laura era di fronte a l figlio di Apollo. Socchiuse impercettibilmente le labbra quando vide la luce sgorgare dal suo plesso solare. Quando il cerchio luminescente si chiuse, ognuno divenne parte della colonna di luce che si estese verticalmente verso il cielo prima di svanire.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro