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2 - Le Caprone fanno: "BUUU!"

«Ma Yuri! Ma come? Ma perché "capra"? Ma che dici? Ma che modi!» Nency, travisando ciò che a lei sembrava un insulto gratuito, sparò a raffica tutte le legittime obiezioni, mentre si rimirava il proprio aspetto, non mancando di assumere pose da diva, ripassandosi i corti capelli ondulati e nerissimi, pettinati a spazzola, dall'intrigante ciuffo alto a fiammella sopra la fronte.

«Ma non capisco! Ma perché?»

«Ma perché non stai zitta!» rimbrottò con lo sguardo atterrito Dafny, tutto rivolto agli occhi rosso sangue e dalle triplici pupille allungate di una grossa capra nera apparsa all'entrata della nicchia, ora alle spalle della svampita sorella di quartiere.

«BUUUUU!» il verso singolare dell'animale fece voltare la deliziosa nuova inquilina della nicchia, e istantaneamente cacciò un grido di spavento buttandosi a peso morto su Yuri, che l'afferrò al volo.

Per il figlio di Apollo, grande fu la delusione quando, portando istintivamente una mano sul collo, non trovò la collana d'oro dell'ilìachtida. Ricordò con preoccupazione di aver restituito al padre quel bastone di corna intrecciate, il quale poi lo aveva posto sospeso sotto la cupola del monumento di Asteria.

«Che guaio!» esclamò sottovoce mentre vide giungere dietro la caprona un'altra mezza dozzina di sorelle dagli occhi insanguinati.

Lentamente Yuri si alzò e offrì le proprie spalle a difesa delle ragazze impaurite. Puntò lo sguardo sul gregge percependone senza grossi sforzi l'intenzione omicida. Del resto, le fauci riccamente provviste di zanne aguzze, grondanti bava melmosa in quantità industriale, al punto da impastare il terreno calpestato dai loro doppi zoccoli, non lasciavano molti dubbi a riguardo. Per ciò era palese che quei ruminanti si cibassero di carne umana, possibilmente fresca. Si stupì che avessero tardato ad apparire durante quei lunghissimi tre giorni.

L'unica via d'uscita dalla nicchia era praticamente ostruita e impraticabile.

Se fosse stato da solo, Yuri era certo che un modo per uscire fuori da quella situazione l'avrebbe trovata, anche senza l'ausilio della sua ex arma, e anche con la certezza di non uscirne propriamente incolume. Ma in quel frangente sentiva di non poter rischiare. Sentì l'obbligo di difendere non più una, ma ben due figlie di Afrodite.

Già! Afrodite! Proprio quello scherzo del blocco dei poteri doveva tirargli? Si domandò irritato. Difatti non ci fu verso di riaccendere la luce del plesso solare, a parte un debole scintillio, che alle capre sortì lo stesso effetto del drappo agitato dal torero nell'arena.

«Yuri, fa qualcosa!» gorgogliò Dafny tremante come una foglia.

Inaspettatamente, la reazione di fronte al pericolo avvenne. Non da Yuri, bensì dall'incantevole Nency. Infatti, i ragazzi la videro trafficare brevemente con la sua borsetta laccata di blu ed estrarre un paio di bozzoli di stoffa. Subito dopo, giacché aveva ancora in mano il reggiseno elastico, esortò con stupefacente risolutezza l'aiuto degli altri due.

«"Tesoruccio!» si rivolse al figlio di Apollo. «E tu!» ammiccò con sufficienza a Dafny che le serbò in risposta un genuino sguardo fulminante. «Tirate al massimo questo!» li incitò porgendo frettolosamente l'indumento elastico.

Yuri era perplesso ma obbedì veloce. Più restia era Dafny, ma alla vista dell'ormai sicura carica di capre indemoniate e affamate, abbandonò la propria reticenza e afferrò una spallina del reggiseno. Non negò comunque di sentirsi un tantino ridicola.

Le capre volevano banchettare con le loro carni e i ragazzi stavano facendo sant'Apollo sapeva cosa!

Il tessuto intimo parve essere fatto di autentica gomma super elastica al punto che, una volta teso, offrì la medesima fattezza di una fionda.

Dafny tirò con ambo le mani la spallina del suo versante, con evidente difficoltà. Tutt'altro che difficile fu per Yuri che estese il lembo di sua attinenza quasi senza sforzo.

La deliziosa Nency introdusse nelle coppe del reggiseno i due bozzoli ripieni di polvere urticante e tirò, e tirò ancora. Si sforzò galvanizzata dall'adrenalina fiorita dall'imminente pericolo.

Nonostante la prima capra affamata era ormai prossima alla carica, Nency tirò ancora l'elastico di fortuna inarcando le spalle fino a toccare con decisione la parete interna della nicchia naturale.

Yuri la esortò con poco garbo a lanciare.

Le candide mani di Nency sbiancarono ulteriormente quando, a furia di tirare, giunsero sotto il piccolo nasino aggraziato. Il fascinoso strabismo di Venere avanzò di livello divenendo totalmente strabismo puro, e le pupille rischiarono seriamente di rimanere incrociate permanentemente! Se Nency avesse potuto vedere le venature appena emerse attorno gli occhi in quel momento, avrebbe avuto un'anteprima delle rughe future che l'attendevano.

Infine, con un ghigno sincrono al balzo della fiera cornuta, liberò l'aggancio delle mani e i bozzoli al peperoncino schizzarono come proiettili. Uno finì dritto nelle fauci della prima belva, la quale chinò il capo bloccando l'assalto. Parve curiosa del bocconcino finito sotto i denti e automaticamente iniziò a masticarlo.

Yuri, Dafny e soprattutto Nency, osservarono la bestia nera ruminare per pochi attimi. Il contenuto altamente irritante, non appena finì in uno degli stomaci del caprino infernale, sortì l'effetto. Non proprio come si sarebbe aspettato la seconda figlia di Afrodite, poiché il colosso lanoso iniziò a scalpitare e a strofinare con una zampa la lingua ustionata dalla micidiale spezia.

Il contenuto del secondo bozzolo, che oltrepassò il primo animale, si disperse nel vento, anche se alcune caprone accusarono un rimarchevole fastidio agli occhi, e incuranti della pericolosità dei grossi e pesanti palchi che gravavano sulle loro teste, li agitarono colpendo alla cieca le compagne d'Erebo vicine.

Nel frattempo, la prima belva, dannatamente infuriata, s'avventò con tutto il peso del corpo contro il trio di semidei.

Yuri non vide altra soluzione se non mollare un sonoro pugno alla guancia della feroce fiera, appena questa si fece pericolosamente vicina.

«Almeno qualcosa Afrodite me l'ha lasciata!» esclamò sorridendo e ammirando la testa cornuta che aveva appena letteralmente strappato dal collo.

Dafny era sul punto di svenire a furia di urlare atterrita dalla vista di quella decapitazione. Il sangue fuoriuscito dell'animale, più nero del manto morbido della capra, la investì con la potenza di un geyser.

Di tutt'altra pasta si rivelò esser fatta Nancy, che dopo aver assunto il consueto aspetto aggraziato, e gli occhi tornati vagamente impreziositi dall'accenno di strabismo di Venere, sgambettò elegantemente in contro alla capra dalla testa mozzata. L'espressione accigliata non passò inosservato a Yuri che, sbigottito, la vide avanzare con veemenza.

«Brutta, schifezzaccia puzzolente! Dovevi esplodere!» protestò delusa del risultato dello sforzo appena compiuto.

Il figlio di Apollo era sul punto di spiegarle che i mostri non esplodevano così facilmente, e comunque per riuscirci ci vuole altro che delle caramelle al pepe. Tuttavia, Nency, stizzita, non gli diede modo di fiatare che tirò un sonoro calcio alla carcassa inerme la quale, sorprendentemente, detonò scintillando e stupendo tutti.

La piccola onda d'urto sbalzò Nancy ed ella volò dritta dritta tra le braccia di Yuri, che l'afferrò prontamente al volo... di nuovo.

«Mi dici come hai fatto?»

«E che ne so!»

«Le scarpe! Hanno qualcosa di particolare!»

«Non lo so, me le ha regalate Afrodite! Sembravano troppo strane come regalo!»

«Ho rispetto per gli dèi, ma rimango convinto che avere a che fare con loro non è mai una cosa conveniente! Mi sento un tantino inutile » sorrise forzatamente notando la folla di capre nere scalpitare, anche se sembravano leggermente titubanti dal ripartire alla carica.

Quello era il momento propizio. Yuri prese per un braccio Dafny che tremava così tanto da trasmettergli gli spasmi. Tuttavia, non poté fare a meno di costringerla a muoversi.

Una volta Individuato un punto libero dalle belve fameliche diede il massimo nel forzare lo scintillio del plesso solare.

Afrodite gli aveva sigillato parzialmente le sue capacità. Il perché era un mistero. Si ripromise di pretendere delle spiegazioni plausibili per quella difficoltà inflitta, a suo parere, ingiustamente.

Ottenne un semplice e irritante segnale luminoso che, come il precedente, fu inteso dal gregge assassino come: "sbranateci, siamo gustosissimi!"

«BUUUU! BUUUU! BUUUU!» Gli orripilanti versi distorti e innaturali esprimevano esultanza per il lauto pasto di prossimo consumo. Il vento, soffiando contro, investì con violenza l'interno della nicchia rocciosa, la quale divenne a tutti gli effetti l'incrocio di ogni odore fognario del pianeta.

Ognuno dei ragazzi ebbe un rivoltante conato di vomito istantaneo.

«Così non va!» esclamò disperato Yuri, e senza badare troppo alle conseguenze che aveva intravisto grazie a una fugace premonizione, afferrò con maggior decisione sia il braccio di Dafny che quello di Nency.

«Ragazze! Scusatemi, ma purtroppo vi farò un po' male!»

Le sorelle di quartiere non ebbero modo di ribattere alcuna protesta che già Yuri era balzato a velocità assurda fuori dalla nicchia, trascinandole con sé.

Non gli riuscì nemmeno di volare, ma solo compiere enormi salti slanciati, sfruttando gli appoggi offerti dalle sporgenze di alcuni massi sparsi tra gli alberi murati.

Le grida delle ragazze gli straziarono l'anima, però era il massimo che poté fare. Ruppe a ognuna un braccio, malgrado le avesse portate in salvo in uno spiazzo ben lontano del gregge demoniaco.

Il volto di Dafny era ridotto a una smorfia di dolore indicibile. Il braccio si gonfiò all'istante. Era fratturato poiché piegato in maniera innaturale.

Nency era messa meno peggio, grazie forse alla corporatura più magra, e di conseguenza la sua leggerezza aveva contenuto i danni.

Yuri non perse tempo. Non rassicurò le ragazze, ma afferrò nuovamente il braccio di Dafny e lo sentì indurito dal dolore. Riposizionò l'omero fratturato che riuscì a vedere sorprendendosi. Infatti, scoprì che la sua vista del sole poteva andare ben oltre l'osservazione di obbiettivi lontani. Come una sorta di raggi x vide, immerse in un ambiente nebuloso, le ossa rotte della compagna.

«Dafny!» la chiamò con il volto serioso. «Resisti! Tra un po' passerà!» Non voleva essere una vuota rassicurazione la sua, poiché aveva raggiunto il limite della sopportazione. Per cui concentrò le sue energie sul plesso solare e silenziosamente gli ordinò perentoriamente di brillare.

Piccole e lente scintille sgorgarono dal petto del ragazzo e, quasi danzando, percorsero il braccio, prima di giungere alla mano, per poi tuffarsi nella parte lesa di Dafny.

In circostanze normali Yuri avrebbe potuto guarire quasi tutte le ferite ad una velocità superiore, ma il maledettissimo sigillo di Afrodite gli aveva mortificato enormemente quel suo particolare dono. Comunque sia, il processo di risanamento avvenne ugualmente e anche il gonfiore dell'arto si riassettò. L'orribile livido viola svanì e, quando raggiunse il risultato sperato, Yuri fu sopraffatto dalle urla di Dafny. Il figlio di Apollo avvertì i timpani esplodere.

«Ti fa ancora male?» le chiese accarezzandole la morbida guancia dove rigagnoli di lacrime stavano lavando parte del sangue nero della capra decapitata.

Il contatto tiepido e gentile di Yuri investì lo spirito di Dafny come il sole visto con gli occhi appena aperti al mattino. Cessò di colpo il suo isterismo, ma non pronunciò nemmeno una parola di senso compiuto.

Intanto le capre, che dimostrarono essere stupide, presero a caricare lo sventurato gruppo semidivino.

Il figlio di Apollo non lesinò riguardi anche all'altra ragazza che aveva ferito. La esortò a farsi curare, nonostante la sua frattura al radio scoprì essere una lieve incrinazione.

«Tesoruccio...» ansimò la splendida Nancy. «La prossima volta potresti trovare una soluzione meno drastica?»

«Perdonatemi ragazze, vi prego» implorò lui dopo che, con insperata fortuna, riuscì a metterle a posto.

Le semidee guarite si massaggiarono le parti lese con delicatezza ancora incredule. Yuri digrignò i denti. Il sangue gli ribollì nelle vene dalla rabbia. Non voleva accettare in alcun modo quel che aveva dovuto fare. Si diresse verso il vicino muro a secco che circondava un grosso albero di agrumi e sferrò un calcio violentissimo aprendo così un varco.

«Dafny, Nancy, ora voi entrate qui dentro! Sarete al sicuro, ve lo prometto! Io mi occuperò di quelle dannate mostruosità!»

La corposa Dafny non se lo fece ripetere. Messasi a carponi s'introdusse nell'antro pietroso, ma ci rimase indegnamente bloccata a causa dei suoi chili di troppo. Chili che in quel momento, l'orgogliosa giovane donna iniziava a detestare.

Nancy, che ormai svelò di non andare tanto per le spicciole, le si avvicinò imprecando con il chiaro intento di prenderle a calci il fondoschiena così indecorosamente esposto. Yuri, intuendo all'istante l'infelice atto, afferrò l'aspirante calciatrice per le ascelle sollevandola un attimo prima di compierlo. Le disse con gli occhi e il volto contratto di non farlo. La fugace scomparsa delle fossette ai lati della bocca segnalò alla ragazza che quello era insieme sia ordine che un ammonimento.

Nency intensificò l'affascinante sguardo e sbuffò rassegnata, comprendendo di essere stata quasi sul punto di perdere lucidità.

«E allora? Cosa vuoi che faccia?»

« Visto che hai la volontà di non arrenderti, e tanta energia, è contro quelle che devi concentrarti! » suggerì Yuri indicando il folto gruppo di capre giunte ormai a un passo da loro.

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