Il male di vivere
"Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato."
-Eugenio Montale
Il Male di vivere, Montale lo ha paragonato all'accartocciarsi della foglia, perchè si rinchiude in se stessa, come se fosse incompresa e costretta a questa prigionia infinita, la foglia.
E si dispera, la foglia, perché è tormentata da questo pensiero costante e soffocante.
E soffre, la foglia, come se si trovasse in mezzo al deserto arido.
E soffre, la foglia, come se fosse bruciata dalla siccità del deserto.
E soffre, la foglia, perché il senso di solitudine che le dà il deserto può essere paragonato ad una metropolitana vuota di notte.
E non la si può toccare, la foglia secca, bruciata, incartocciata.
Non la si può toccare perché ella si rompe.
E poi è impossibile tornare indietro.
È un danno irreparabile una foglia secca frantumata.
E poi arriva la disperazione.
La disperazione per aver rotto una foglia così impotente davanti al grande potere del male di vivere.
Il male di vivere è oscuro, non è illuminato dalla luce della vita, il male di vivere.
Lui non se lo può permettere.
Perch'egli è come un mulinello, radicato a terra, non si muove, però riesce a muovere le sue eliche, e loro azionano meccanismi complessi, che una mente priva d'ignoranza può capire.
Perché il male di vivere non lo si capisce, lo si vive.
~Luna.
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