Lago.
Adrian era seduto al suo tavolo preferito nel suo "luogo di pace", davanti a sé il suo immancabile quaderno e la sua inseparabile penna portafortuna.
Era una di quelle giornate no, quelle in cui una malinconia immotivata si impadroniva del suo cuore, una di quelle giornate in cui rimpiangeva l'apatia.
Aveva sempre associato quest'ultimo sentimento, se così si può definire l'assenza stessa dei sentimenti, al grigio chiaro, quasi bianco, come la nebbia.
«L'apatia -diceva- è come un velo impalpabile, che avvolge ed ovatta tutto; annebbia le sensazioni sino ad addormentarle.».
In quel momento la desiderava, la rivoleva indietro con tutto se stesso... si sentiva di un bianco candido, lucente e no, non era una sensazione positiva!
Il bianco è la totalità dei colori dello spettro elottromagnetico... li contiene tutti e nonostante ciò è acromatico...
Quale definizione migliore?
Sentiva crescere in sé un'empatia ed una sensibilità smisurate, per ogni singola cosa attorno a lui.
Si sentiva permeato ed invaso da ogni sentimento.
Soverchiato.
Si sentiva prevaricato e soffocato da tutto questo e dalla malinconia che ne derivava...
Aveva deciso, per questo motivo, di recarsi in quel luogo che sapeva sempre farlo rifiorire come i sakura a primavera e che, in quel momento, era colorato delle mille sfumature del suo amato autunno.
Quei colori vivi, brillanti, caldi ed accesi che di solito lo avvolgevano e lo cullavano verso una momentanea serenità, magari accompagnati dalla melodia del suo più grande amore: la pioggia.
Non stava funzionando... quel bianco accecante annientava tutto e lasciava solo malinconia!
In quel momento avrebbe voluto essere il nero, per assorbire e far scomparire tutti quei colori, o almeno avere dalla sua parte la nebbia dell'apatia che li smorzasse un po', ma sembrava tutto inutile.
***
L'arancione, l'arancione delle foglie si stava mescolando a quello del tramonto... quanto tempo era passato?
Da quanto stava lì, seduto, a scrivere pensieri confusi che l'inchiostro tramutava in poesia?
Quell'odore, l'odore inconfondibile di serenità e pioggia portato dal vento, lo aveva riportato alla realtà.
Eppure, non una nuvola in cielo.
Allora... come? Perché?
Una mano grande, calda e protettiva si posò dolcemente sulla sua spalla.
«Ancora pensieroso, Amore?».
Una voce calda, avvolgente, lenitiva... una voce che sapeva di casa.
Adrian girò lentamente il volto, incontrando il colore più bello che avesse mai visto... quelle iridi verdi che, ormai da anni, erano il suo posto sicuro.
I colori ripresero a filtrare a poco a poco dal bianco accecante che lo aveva avvolto, scaldando il suo cuore di serenità.
Un sorriso dolcissimo increspò le sue labbra... per quanto l'oscurità più totale, o il bianco più intenso e puro, potessero provare ad inghiottire il suo cuore, aveva la certezza che un raggio di verde l'avrebbe riportato alla realtà, perché Sean era lì, al suo fianco.
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