IL VILLAGGIO DIMENTICATO
Stavo ripensando al messaggio che avevo ricevuto quando girai la chiave d'argento nella serratura del mio album e, non avendo una pista da seguire, mi limitai a consultare i vari documenti che si trovavano nello studio. Dopo una buona mezz'ora, ricavai da un vecchio documento, la notizia di due fratelli, che dicevano di aver avuto l'impressione di aver visto i resti di un villaggio, nei pressi di una radura, ma che non avevano fatto in tempo ad avvicinarsi, che esso era sparito nel nulla. La cosa mi incuriosiva e così presi lo stretto indispensabile e mi diressi sul luogo del mistero.
Il taxi mi lasciò proprio nei pressi di un piccolo paesino ai piedi di una montagna. Le persone con cui incrociavo lo sguardo, mi scrutavano con diffidenza, evidentemente non erano abituati ad avere stranieri. Raggiunsi sotto indicazioni di un' anziana signora una casa sul limitar del bosco.
La casa era fatiscente, tuttavia sembrava abitabile e mostrava i segni di presenza al suo interno visto il fumo che fuoriusciva dal camino. Appena arrivai dinnanzi all'ingresso dell' abitazione, bussai con estrema delicatezza, per paura di buttare giù la porta e dopo un po' di tempo, mi aprirono la porta due ragazzi che erano identici, tranne per il fatto che uno di loro aveva un' occhio di colore marrone e uno verde, il che lo rendeva abbastanza strano.
Stavo per spiegare loro il motivo della mia visita, ma loro non mi fecero neanche fiatare che, con un esagerata cordialità, mi fecero entrare. Devo dire che l'interno della casa, a differenza del suo esterno, è molto differente, infatti era tutto normale, nessun pavimento scricchiolante, nessun buco per terra, niente ragnatele, anzi, sembrava una di quelle case montane. Arrivammo in una stanza, probabilmente il salotto vista la presenza di due divani in pelle, un tavolino e di una televisione. Una volta che ci accomodammo, scoprii che i due gemelli erano miei cugini alla lontana e che appartenevano ad un mio zio acquisito. Continuammo a passare il tempo a parlare del più e del meno e gli chiesi di questo "fantomatico" villaggio e del luogo in cui loro l'avevano intravisto. Loro si offrirono di accompagnarmi di persona, non mi parlarono di tutto quello che gli era successo perché, visto che erano passati molti anni, non si ricordavano molto, ma si ricordavano di un certo odore di bruciato. Verso il tardo pomeriggio, i due mi lasciarono nei pressi di una radura, gli salutai dandoli un caloroso abbraccio e gli dissi che sarei tornata da loro una volta terminata la mia ricerca. Dopo un po' di tempo, passato a camminare, notai che il panorama che mi circondava iniziava a mutare e nell' aria c'era lo stesso odore di bruciato che mi descrissero i miei cugini. Silenzio, solo silenzio era quello che udivano le mie orecchie, mentre mi aggiravo tra i resti di un villaggio, il quale sembrava essere stato distrutto, da un presunto incendio, di cui ne ignoravo la causa. Per terra vi erano cumuli di cenere e resti di alcuni edifici. Solo il vento osava disturbare quel sacro silenzio. Un vento carico di ricordi, dolorosi ricordi.
Attraversando le macerie sentii nel mio corpo infiltrarsi un senso di negatività tale, che mi creò disagio e una tristezza mai provata prima. Avvertii una sensazione di malinconia, come se ci fossi già stata, come se i ricordi di questo villaggio mi appartenessero.
All'improvviso notai un edificio che non era stato danneggiato in maniera eccessiva e che si trovava in condizioni instabili. Totalmente accecata da una forte curiosità, decisi di prendere la sconsiderata decisione di entrare e, una volta entrata, notai che l'arredamento era andato completamente distrutto. Nonostante tutto ciò, riuscii a salire le scale che erano rimaste parzialmente intatte e arrivai nei pressi di un lungo corridoio, pieno di stanze, le quali erano tutte carbonizzate.
All'improvviso notai una bambina dai capelli scuri che mi fissava. Indossava una magliettina, che era il doppio di lei, molto sporca di fuliggine. Mi aveva spaventata, ma ero decisa a scoprire la verità sull'incidente che colpi questo villaggio, così mi avvicinai a lei. La bambina, mi portò all'interno di una stanza. Al suo interno vi era una culla e un comodino (l' unico più o meno intatto). La bambina mi indicava a guardare un comodino e mentre aprivo i vari cassetti, ne aprii uno dove c'era una foto che ritraeva una donna, un uomo e una bambina. Girai la foto e c'era scritto "La nostra piccola "Alisa".
<Sei tu la bambina nella foto vero?, sei tu Alisa?> chiesi alla bambina. Lei non rispose, si limitò a sorridermi, uno di quei sorrisi che ti scaldano il cuore. Mi fece cenno di continuarla a seguire e mi portò in un'altra camera, forse quella dei suoi genitori, visto la presenza di un letto (anche se ormai ne rimaneva ben poco). Poi mi indicò un angolo della stanza, dove notai le sagome di due persone che erano rannicchiate vicine. Mi avvicinai e la mia mente fu pervasa da alcune immagini...
Sentivo delle urla, fa caldo, molto caldo, ho paura, le fiamme erano dappertutto e non ci sono vie di fuga. Vedo la stessa donna e lo stesso uomo che avevo visto nella foto. La donna era incinta, stavano correndo per evitare le fiamme, che divoravano tutto voracemente. I due arrivarono nella stanza dove mi trovavo prima di questa "visione". Ormai le fiamme li avevano quasi circondati e la donna nascose in un armadio un carillon e, con le lacrime agli occhi, richiuse il mobile. Ormai rassegnati, si misero nell'angolino e morirono divorati dalle fiamme. Morirono insieme, abbracciati tra loro. Al termine della visione, mi ritrovai con le lacrime che mi sgorgavano dagli occhi, mentre la bambina, ora, mi stava indicando i resti dello stesso armadio, che avevo già visto. Appena mi avvicinai, iniziai a cercare quell'unico oggetto che quella donna nascondeva con premura, e dopo averlo trovato, lo porsi alla bambina, la quale, una volta preso, ne tirò fuori una chiave rossa brillante e me la porse. Mi disse che quella era la chiave dei ricordi e che una volta presa, avrei scoperto la verità.
Appena presi la chiave, l'intero villaggio scomparve in una nuvola di fumo e la voce della bambina mi disse che ci saremmo rincontrate.
Ebbi un'altra visione. Vidi un uomo che minacciava i genitori della bambina e gli ordinava di dargli il carillon, ma loro si rifiutarono. Allora, iniziò a pronunciare delle parole incomprensibili e spuntarono delle fiamme, che iniziarono a divorare tutto. La visione si interruppe, con lui che, con modi istrici si mise a ridere soddisfatto. Inoltre pronunciò altre parole incomprensibili, e il villaggio scomparve. I pochi superstiti non ricordavano nulla, e se ne andarono come se nulla fosse accaduto. Appena mi ripresi, mi avviai alla " casa" dei miei cugini. Una volta conclusa la giornata, arrivai a casa e dopo essermi chiusa nella mia stanza, presi l'album ed inserii la seconda chiave. Stavolta il libro mi mostrava un altro messaggio. La scritta emanava una forte luce e il messaggio, diceva:
"Il viaggio prosegue,ora dovrai dirigerti al tempio dell' uomo dalla saggezza assoluta".
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