Una dolce tortura
L'alba.
Ero sveglia da molto tempo.
Avevo la sensazione di essere rimasta sveglia tutta la notte.
Avevamo dimenticato di chiudere i pannelli esterni.
La luce del giorno illuminava tutta la stanza.
Guardai fuori.
Si vedeva il lago e gli alberi.
Si sentiva il canto degli uccelli.
Una vista meravigliosa.
E un'aria fin troppo frizzante che entrava indisturbata nella stanza.
I muscoli indolenziti a causa della posizione forzata.
E dal freddo del mattino.
Presto l'aria si sarebbe riscaldata.
Nel frattempo... si gelava.
Con la mano destra tastai intorno a me alla ricerca del piumino.
Avevo freddo e volevo coprirmi.
Non sapevo dove fosse finito.
La mano sinistra era impegnata ad accarezzare il capelli, lunghi e morbidi, dell'amore della mia vita.
Hayato aveva dormito tutta la notte con le braccia strette intorno alla mia vita e il viso sul mio cuore.
Desideravo che dormisse ancora un po'.
Lo avrei lasciato dormire tutto il tempo necessario.
«Sei sveglia?» mi chiese.
«Sì, ma torna a dormire. È presto» sussurrai.
Rimase in quella posizione ancora un po', accarezzandomi dolcemente il fianco destro.
Poi si sollevò e mi diede un bacio sulla fronte.
«Scusami, mi sono addormento» disse.
«È bello guardarti dormire...»
Mi abbracciò, ma non potei trattenere un gridolino di dolore.
Hayato si preoccupò.
«Non è nulla. Una notte intera sulla schiena e questi sono i risultati.»
«Direi di sì, ma niente che un buon massaggio non riesca a guarire» mi rassicurò.
«Perché non mi hai svegliato. Ti ho costretta a dormire in quella posizione scomoda.»
«Dormivi così bene» risposi accarezzandogli il viso.
«Ma tu sei riuscita a dormire un po'?»
Sorrisi.
«Oh, Noa» sussurrò.
Mi abbracciò.
«Sei congelata. Ho dimenticato di chiudere i pannelli.»
«Sì, non trovo il piumino. Dove sarà finito?» chiesi.
«Eccolo!»
Tirò su il piumino.
«Il piumino, che bello.»
Strinse le labbra.
I tuoi occhi mi accarezzano
«Va meglio?» chiese.
«Ho ancora freddo» dissi sorridendo.
«E i brividi?»
«Sì, anche i brividi»
«Vado a chiudere i pannelli.»
«No, non ti muovere. Resta con me, il piumino sarà sufficiente.»
Mi coprì per bene col piumino fin sopra il naso.
Ma io mi strinsi a lui.
Avevo bisogno di tutto il calore che il suo corpo poteva offrirmi.
Il telo era stranamente rimasto al suo posto lasciando scoperte solo le spalle.
Forse perché avevo trascorso tutta la notte nella stessa posizione.
Peccato.
Quel pensiero mi fece immediatamente arrossire.
Cercai di nascondere il viso.
Ma non sapevo dove.
Perché non riuscivo a controllare le mie emozioni?
Hayato era accanto a me.
Io ero tra le sue braccia.
Avrebbe letto nella mia mente come sempre.
«Va meglio?» sussurrò.
«Sì» risposi guardandolo negli occhi.
Quando mi guardava in quel modo mi perdevo completamente nei suoi occhi.
Ma quando si accendeva quella luce...
Accarezzò i miei capelli.
Lo sguardo si spostò sul fiocco del telo
La mano scende giù
disegna dei ghirigori sul mio collo
Scende lentamente più giù
sfiora il laccetto che ferma il telo
Trattengo il respiro
Giochi con il laccetto
Vorresti slacciarlo
Trattengo il respiro
Tiri un capo del laccetto
Vedo il laccetto diventare più lungo
Vedo il fiocco diventare più piccolo
Non mi arrivava più l'ossigeno al cervello.
Cerco i tuoi occhi
«Puoi respirare, se vuoi» sussurrò.
«Io... io.»
Non credo di essere pronta
Hayato si fermò.
Portò la sua mano sul mio viso.
Sfiorò dolcemente la mia guancia.
Passò le dita tra i capelli fin dietro la nuca.
Avvicinò il mio viso al suo cuore.
Mi teneva stretta a sé.
Teneramente.
Mi accarezzava i capelli.
«Prima o poi dovremo alzarci» sussurró.
«Sakura si preoccuperà» dissi utilizzando l'ultima aria rimasta nei polmoni.
«Sakura è ben felice di non vederci in giro per casa» rispose Hayato.
«Non voglio alzarmi. Voglio restare sotto il piumino. Ti va di restare qui, con me? Hai qualcosa da fare oggi?» sussurrai.
«No» rispose.
«Pensi di annoiarti con me?» chiesi.
«Troverò qualcosa da fare.»
Con le dita sfiorò il mio collo.
Continuò lentamente seguendo il profilo della spalla.
Scendendo giù per il braccio.
Prese la mia mano, l'avvicinò alle sue labbra e la baciò.
«Sta diventando... una dolce tortura... per entrambi» sussurrai, tra un brivido e l'altro.
«Lo so» disse mentre mi baciava l'interno del polso e poi più su.
«Lo fai di proposito» sussurrai.
«Sì.»
«Quando finirà?»
«Quando capirò che sei...» sussurrò
I nostri occhi si cercano
«... cresciuta? Che non mi faccio prendere dal panico ogni volta che mi sfiori in modo diverso... quando vedo quella luce nei tuoi occhi?» sussurrai.
«Noa, è meraviglioso potermi svegliare accanto a te. Poter accarezzare il tuo viso, la tua pelle morbida, i tuoi capelli, sentire il profumo della tua pelle, sono emozioni indescrivibili... il resto può aspettare.»
Prese una pausa.
«Verrà il giorno in cui io ti toccherò e tu non smetterai di respirare» sussurrò.
«Me lo prometti?»
«Te lo prometto Noa» rispose guardandomi negli occhi.
Accarezzai il suo viso.
Seguivo i suoi lineamenti perfetti.
Lo adoravo.
L'amore della mia vita
Mi chiedevo se mai un giorno avrei potuto provare emozioni più forti di quelle che provavo ogni volta che Hayato mi sfiorava o mi guardava.
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
❤️
Il disegno è mio, solo a scopo illustrativo non artistico 🙈🙈🙈🙈
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