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Silenzio

«Come sta?» chiese Hayato.

«Mi dispiace Signore, ma non porto buone notizie» rispose Aoi.

Hayato sospirò.

«L'hanno trovato che vagava nel bosco in stato confusionale, Signore.»

«Dov'è adesso?» chiese Hayato.

«A casa. Gli altri sono rimasti con lui ma, temiamo che prima dell'alba...»

«Lo so» lo interruppe.

Aoi abbassò lo sguardo in segno di rispetto.

«In un momento di lucidità ha chiesto di vedervi per l'ultima volta. Vorrebbe il vostro perdono. Signore.»

«Capisco.»

Prese una pausa.

«Abbiamo ancora un'ora di luce, forse anche più.
Se ci muoviamo in fretta, dovremmo farcela. Chiedi a Yōsuke di sellare il mio cavallo» disse Hayato.

«Subito Signore.»

Aoi fece un breve inchino e si recò da Yōsuke.

Mi svegliai mentre Hayato si sdraiava accanto a me.

Passò dolcemente le braccia intorno al mio corpo stringendo la mia schiena contro il suo petto.

Spostò lentamente i miei capelli.

Sentivo il suo respiro sul collo.

Le sue labbra sfiorarono la mia pelle.

Un bacio
E mi togli il respiro

Accarezzai le sue braccia.

Un bacio
E tutto si fa confuso

«Noa svegliati, ti devo parlare» sussurrò.

Continuava a baciarmi dolcemente sul collo.

Un bacio
E io non voglio più svegliarmi

«Sei... tornato?» chiesi assonnata.

Voglio ancora i tuoi baci.

«Non sono mai andato via.»

Prese una lunga pausa.

«Noa, devo portarti in un posto» sussurrò al mio orecchio.

«Se continui a baciarmi, non mi alzerò più da qui.»

Allentò la stretta per potermi girare verso di lui.

Stringendo subito dopo le sue braccia attorno a me.

Lo abbracciai stretto, abbandonandomi sul suo petto.

«Prometti che mi sveglierai sempre così?» chiesi, mentre giocherellavo con una ciocca dei suoi capelli.

«Te lo prometto» rispose, mentre mi accarezzava la testa.

In silenzio
Immersi nel nostro mondo
Sei con me
ma sei triste

Sentivo che qualcosa non andava.

Mi sollevai, cercai i suoi occhi.

Erano persi nel vuoto.

Hayato mi lasciò andare.

Mi avvicinai al suo viso.

Lo accarezzai dolcemente.

«Hayato.»

A quel punto mi guardò.

I suoi occhi non avevano più segreti per me.

«Perchè i tuoi occhi sono tristi? È successo qualcosa? Stai bene?» chiesi allarmata.

«Sto bene...»

«Sento che devi dirmi qualcosa...»

Rimasi a guardarlo in attesa di una risposta.

Hayato mi strinse a sé.

Si girò sul fianco destro e il suo viso fu sopra il mio.

I suoi capelli mi solleticavano il viso.

Li allontanai più volte, cercando inutilmente di portarli dietro la sua schiena.

Ricadevano sempre morbidi sul mio viso.

Cercavo i suoi occhi.

Erano così tristi e non capivo perché.

Presi due ciocche ribelli e con le mani le fermai dietro la nuca.

«Forse dovresti legarli, come facevi un tempo e...»

Hayato sfiorò il mio viso.

Avevo ancora i suoi capelli dietro la sua nuca.

Li lasciai andare mentre le mani scivolarono sul collo.

Le dita accarezzavano lentamente la sua pelle.

«Continui a guardarmi. So che devi dirmi qualcosa, ma non trovi il coraggio. E questo mi spaventa, e...» sussurrai.

... e mi baciò.

Mi guardi in silenzio
Lo sguardo è triste.
E io muoio
Mi baci sulle labbra con tutta la tenerezza di cui sei capace
Ti bacio sulle labbra con tutta la dolcezza di cui sono capace
E io muoio

Abbandonò il suo viso sul mio petto.

Accarezzavo i suoi capelli.

In silenzio.

Un silenzio che accresceva la mia angoscia.

Dimmi cosa ti turba tanto
amore mio

Si spostò accanto a me.

«Noa...» disse mentre mi accarezzava il viso.

Era sul punto di dirmi qualcosa che avrei preferito non sapere.

Mi girai dall'altra parte.

Allontanandomi.

Non volevo guardare i suoi occhi mentre mi diceva che tra noi era tutto finito.

Non l'avrei sopportato.

Cominciai a piangere in silenzio.

«Noa...» sussurrò.

Mentre sfiorava la spalla facendomi girare.

«No. Non voglio guardarti mentre mi dici che ti sei stancato di me. Non voglio» risposi tra le lacrime.

Il viso girato dall'altra parte.

«Noa, guardami» sussurrò, mentre cercava i miei occhi.

Mi voltai.

Hayato mi guardava con una dolcezza che mi scioglieva il cuore.

«Non ti sei stancato di me?» sussurrai tirando su col naso.

«No» rispose mentre mi asciugava le lacrime.

«Però, devi dirmi qualcosa di brutto che mi riguarda» chiesi.

Mi perdevo nei suoi occhi, in attesa di una risposta.

I tuoi occhi meravigliosi.

Di nuovo quel velo di tristezza

Mi abbracciò, il mio viso stretto sul suo cuore.

Accarezzava i miei capelli.

Pensavo a cos'altro potesse turbarlo in quel modo.

Ad un tratto un pensiero atroce prese forza.

«No! Non può essere. Sono malata... è questo che non riesci a dirmi?» chiesi tra le lacrime.

❤️

Grazie a tutti voi che continuate a seguirmi in questa follia❤️❤️

Diciamo che la parte veramente folle deve ancora arrivare 😰😰

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