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Quanto ho desiderato un tuo bacio

«Hayato.»

Quella voce ci strappò con violenza dal nostro mondo.

Riportandoci dolorosamente alla realtà.

«Noa» sospirò.

«Mi dispiace...»

«Non pensare a me. Aoi ha bisogno di te, non ti disturberebbe se non fosse importante» sussurrai.

«Anche tu hai bisogno di me.»

«Non pensare a me.»

Non potevamo staccarci da quello sguardo.

Annuì.

A malincuore sistemò il mio abito e allacciò la mia cintura.

Mi abbracciò.

«Fai attenzione» dissi.

Sospirò.

Si staccò da me.

Lentamente.

Accarezzò il mio viso.

Avrei voluto chiedergli di non fare l'eroe.

Sarebbe stato inutile.

Lo conoscevo bene.

Se c'era da rischiare, non avrebbe mai permesso che altri andassero al posto suo.

Lo guardavo mentre lentamente raccoglieva la sua casacca.

«Hayato...»

Non poteva finire così.

Avevo gli occhi pieni di lacrime.

«Aspetta» sussurrai.

Lo abbracciai di nuovo.

All'improvviso.

Lasciò cadere la casacca.

Ricambiò il mio abbraccio.

Voglio sentire ancora il profumo della tua pelle

Prima che si vestisse.

Prima che uscisse di casa.

Prima di ogni altra cosa.

Trattenevo a stento le lacrime.

Non volevo che andasse via con l'immagine di me straziata dal dolore.

Mi prese tra le braccia e mi posò dolcemente sul futon.

Si sdraiò accanto a me.

«Devi andare.»

«Sì, ma non subito» rispose.

Accarezzai il suo viso.

Alcune lacrime sfuggirono al mio controllo.

Hayato teneramente le asciugò.

Accarezzai i suoi capelli ancora bagnati.

«Mi piacerebbe pettinarli.»

Pentendomi subito dopo di averlo detto.

«Puoi farlo se vuoi.»

«Non è importante» risposi malinconica.

«Per te lo è. E io non vado da nessuna parte.»

L'ultima cosa che volevo era che trascurasse i suoi impegni per assecondare una richiesta infantile come la mia.

Hayato mi guardava, i suoi occhi mi imploravano di farlo.

«Fallo.»

Sorrisi.

Mi alzai e corsi a prendere il suo pettine.

Hayato era seduto sul futon, gambe incrociate e le mani poggiate sulle ginocchia.

Mi inginocchiai dietro di lui.

«Abbiamo tutto il tempo che vogliamo» disse.

Non era vero, lo sapevamo bene entrambi.

Ma non volevo pensarci.

Posai il pettine.

Con le mani raccolsi i capelli e dolcemente li portai dietro la schiena.

Presi il pettine e cominciai a passarlo tra i capelli.

La nostra realtà non era più la passeggiata nel parco, mano nella mano, ammirando la cascata o l'infinità di orchidee che crescevano rigogliose sugli alberi.

La triste realtà era che Hayato poteva uscire di casa e non farvi più ritorno.

Le lacrime iniziarono a cadere, una dietro l'altra, senza che io fossi in grado di fermarle.

Era passato poco tempo da quando Hayato mi aveva rivelato i suoi sentimenti, e c'era ancora una infinità di cose che avrei voluto fare con lui...

Non era giusto.

Gli uomini che rimasero fedeli ad Hayato, dopo aver lasciato la carica di Saggio, avevano stretto un patto.

Avevano giurato di proteggerci a costo della loro stessa vita.

Sorvegliavano la casa, proteggendoci da quelle orrende creature per le quali noi eravamo solo cibo.

Ma per quanto tempo ancora avremmo potuto vivere così.

Se mio padre non avesse interferito facendo leva sul senso dell'onore e della lealtà di Hayato, avremmo avuto più tempo per noi.

Come ha potuto farci questo.

Non riuscirò mai a perdonarlo.

Piangevo in silenzio.

Non potevo fare altro che approfittare del poco tempo che avevamo per noi.

Lo avremmo trascorso così, facendo tutto ciò che ci avrebbe unito sempre di più.

I tuoi capelli sono così lisci che il pettine scorre... da solo...
così neri... e meravigliosamente lunghi...
scendono lungo le spalle...

Posai il pettine.

Presi i suoi capelli e lentamente li spostai sulla spalla destra lasciandoli cadere sul suo petto.

Accarezzai la spalla, scendendo giù lungo il braccio fino a sfiorare la sua mano.

Hayato prese la mia mano, la baciò dolcemente e la strinse sul suo cuore.

Baciai il suo collo.

Posai il mio viso sulla spalla, mentre con la mano accarezzavo la sua pelle liscia disegnando ghirigori lungo la schiena

Restammo così per un po'.

In silenzio.

Ascoltando le sensazioni che i nostri corpi, uniti in un semplice abbraccio, riuscivano a trasmetterci.

Non mi abituerò mai alla tua presenza accanto a me
al tuo viso, ai tuoi occhi, ai tuoi capelli
a tutto il tuo essere
Ogni volta che sfioro la tua pelle
provo emozioni uniche

Oh Hayato, sei l'amore della vita
Non sono solo parole
Sei davvero l'amore della mia vita
L'unico che io abbia mai amato
L'unico che amerò fino alla fine dei miei giorni
Ma devi andare
Non posso trattenerti oltre
Tutto il resto dovrà aspettare

Lacrime di disperazione per il tempo che forse non avremmo mai avuto, cominciarono nuovamente a rigare le mie guance.

Alcune lacrime scivolarono bagnando la sua schiena.

Hayato si girò verso di me.

Mi afferrò e, facendomi girare su me stessa, mi adagiò dolcemente sul futon.

Il braccio poggiato sul futon a sostenere il suo peso.

I nostri occhi si cercarono.

Adoravo quella luce.

In silenzio asciugava le mie lacrime.

I suoi lunghi capelli sfioravano morbidi il mio viso.

Accarezzai una ciocca.

Ma non mi bastava più.

Accarezzai la sua guancia, scivolando lungo il collo fino a raggiungere la spalla.

La mia mano sfiorò la pelle liscia del suo petto.

Mi fermai ad ascoltare il suo meraviglioso cuore

Batteva forte, pieno di vita.

Desidero le tue labbra
So che leggi nel mio cuore
nella mia mente
Fallo anche adesso

Con l'indice scrissi il mio nome sul suo cuore.

Hayato cominciò ad avvicinarsi a me.

Accompagnai questo gesto tornando su con la mano

Affondai le dita tra i capelli, fin dietro la nuca.

Con le dita continuai a disegnare ghirigori.

Hayato si avvicinò sempre più.

Chiusi gli occhi

«Noa» sussurrò al mio orecchio.

«Sì» sussurrai accarezzandogli la nuca.

Sentivo il calore del suo viso sulla mia guancia.

Cominciai a sfiorare la sua pelle.

Accarezzandola con i ghirigori più dolci.

Le spalle.

La schiena.

Avrei disegnato ghirigori per l'eternità se fosse stato necessario.

Le sue braccia, i suoi muscoli, cominciarono a rilassarsi.

Ti abbandoni sul mio petto
Il tuo respiro sulla mia pelle
Mi lascio trasportare dalla tua energia
In attesa

Dolcemente le tue labbra sfiorarono la mia pelle
Senza timore
Mi abbandono ai tuoi teneri baci

Hayato si allontanò dolcemente sfiorando con le labbra la mia guancia.

Accarezzò il mio viso girandolo verso di sé.

In cerca dei miei occhi.

I nostri occhi si incontrarono.

Ancora.

Sfiorai il suo viso con le dita.

Seguendo la linea dello zigomo

Lentamente.

Continuando verso la tempia.

Affondai le dita tra i capelli, accarezzandoli dolcemente.

Chiusi gli occhi.

Hayato avvicinò il suo viso.

Mi lascio guidare da te
Le tue labbra sfiorano le mie
Aspetti
Senti crescere il desiderio dentro di te
Aspetti
Vuoi assaporare ogni singolo istante
Aspetti
Finché non puoi più resistere
Aspetti
Finché non ti sembra di impazzire
Solo allora le tue labbra si posano sulle mie
Unendosi in un bacio eterno
Eterno come gli anni in cui ti ho amato in silenzio
Dolcemente
Teneramente
Quanto ho desiderato le tue labbra.

Ci baciammo e ci accarezzammo persi nelle nostre emozioni.

Aoi stava ancora aspettando.

Hayato si rivestì, prese la spada e il pugnale.

Venne da me per un ultimo bacio.

Ancora un ultimo bacio.

E un altro ancora.

Finché non esercitò un atto di violenza su se stesso e uscì.

Rimasta sola, mi sdraiai sul suo futon.

Abbracciai il suo cuscino.

Sentivo il suo profumo.

Il mondo stava andando a rotoli, e io ero felice.

Tra la lacrime

mi addormentai.

«Aoi»

«L'abbiamo trovato, Signore»

«Aspetta, non qui. Usciamo» disse Hayato.

❤️

Peggio di una tesi di laurea 😵😵😵😵😵😵😵

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