Lacrime di gioia
Corsi da lui.
Lo abbracciai.
Con tutta la forza che avevo.
Sapevo di non doverlo fare, per tanti motivi.
Ma in quel momento non me ne veniva in mente nessuno.
Volevo solo abbracciarlo e stringerlo con tutta la forza che avevo.
Nascosi il viso tra le pieghe della sua casacca.
Tornarono le lacrime.
Lacrime di gioia.
Mi stringi a te
Sotto i ciliegi in fiore
Un abbraccio voluto...
Tra le tue braccia mi sento viva
Ora sono a casa
Non l'avrei più lasciato, neanche un momento.
Era sempre stato presente nella mia vita.
Ma non sapevo nulla della sua vita.
Se non le parole che aveva detto mio padre:
"... so quello che dico! Hanno fatto un voto. Il voto di dedicarsi interamente alla causa e i sentimenti sono vietati perché rendono vulnerabili! È pericoloso mettere al primo posto i sentimenti! Chi gli sta accanto prima o poi finirà per soffrire".
Hayato non potrebbe mai farmi soffrire.
Di questo ero più che certa.
Non era possibile.
Mio padre si sbagliava.
Ignoravo il motivo di questo suo cambiamento nei confronti di Hayato.
Ma il mio cuore diceva che era ingiusto con lui.
Scossi la testa per scacciare questi pensieri.
Un giorno, forse, gli avrei fatto delle domande.
Un giorno.
Ma non ora.
Non c'era spazio per i pensieri tristi.
Volevo vivere ogni istante del tempo che avevamo a disposizione.
Restammo così finché il mio pianto si calmò.
Finché non fu certo che i miei battiti erano tornati regolari.
Il sole stava tramontando dietro i rami dei ciliegi.
Intorno a noi il silenzio rotto dal cinguettio degli uccelli che si ritiravano nei loro nidi per la notte.
«Dobbiamo andare» sussurrò.
«Sì.»
Tirai su col naso.
Mi asciugò le lacrime.
A malincuore mi staccai da lui, andai verso la mia spada.
La raccolsi avvolgendola con amore nella sua stoffa rossa, e la fermai con il suo laccetto.
Tornai da lui.
«Ti piace?» mi chiese.
«Io...»
Non riuscii a dire nulla.
Faticavo a trattenere le lacrime.
Mi voltai dall'altra parte.
Ricominciai a piangere.
«Vieni qui» sussurrò.
«No» risposi. La voce spezzata dal pianto.
«Noa...»
Mi girò verso di sé e mi abbracciò nuovamente.
I suoi abbracci avevano su di me un effetto catartico devastante.
Cominciai a singhiozzare nuovamente.
Hayato mi strinse ancora più forte a sé.
«Penserai che sono una bambina sciocca... che non sa fare altro che piangere, piangere... e piangere, e inzupparti i vestiti con le mie lacrime» gli dissi tra i singhiozzi.
«Va tutto bene» sussurrò.
«Prometti che non mi lascerai più!»
«Te lo prometto, vieni, sediamoci.»
«Sul nostro Tronco?» chiesi tirando su col naso.
«Sul nostro Tronco Magico.»
A quelle parole lo guardai con una tenerezza indescrivibile.
«Lo chiami così da sempre» disse.
«Non pensavo l'avessi notato.»
«Certo che l'ho notato.» rispose stringendo le labbra.
Ci sedemmo sul nostro tronco.
Feci un respiro profondo.
Buttai fuori tutto il dolore che avevo accumulato.
Sei seduto accanto a me
come un anno fa
sotto i ciliegi in fiore
Ma i tuoi occhi erano colmi di tristezza
Non capivo
Ora so che volevi lasciarmi un ricordo
Un dolce ricordo di te
Il tuo modo di dirmi che
dovevi andare
ma il tuo cuore sarebbe rimasto
con me
Ora nei tuoi occhi rivedo quella luce
come quel giorno al lago ghiacciato
Quella luce che mi ha tenuta un vita
I tuoi meravigliosi occhi neri
come la notte senza stelle
mi guardano in un modo che...
«Perché sorridi?»
La sua voce mi riportò alla realtà.
«Tu sei qui, accanto a me. Non mi sembra vero.»
Lui strinse le labbra.
«Se ora ti abbraccio, tu, prometti di non piangere?» sussurrò.
Annuii.
Mi strinse a sé, con una tale tenerezza che...
Ricominciai a piangere.
Hayato mi strinse più forte.
Ascolto i battiti regolari del tuo cuore
Ascolto i battiti tormentati del mio cuore
Ascolto un unico battito
Restammo così, abbracciati ancora a lungo.
Il giorno stava svanendo.
Intorno a noi c'era il silenzio.
Gli uccellini dormivano beati nei loro nidi.
Sospirai.
«È ora di andare, tra poco farà buio.»
Risposi semplicemente con un sorriso.
Con lui era semplice.
Le parole erano superflue.
Hayato sapeva.
Sempre.
E la cosa mi dava sicurezza.
Avevamo molto da recuperare.
Senza dire una parola, mi prese per mano e ci incamminammo.
Verso casa.
❤️
Acquerello di Lara Del Pizzo Villani
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