Io vivo per te
Hayato tornò presto.
Venne a cercarmi in giardino.
Sakura se ne era andata e io avevo avuto il tempo di riprendermi dai miei pensieri.
Ero felice di vederlo.
Mi era mancato tanto.
Aveva il volto rilassato.
Forse aveva avuto una bella notizia.
Forse non rischiavamo più l'estinzione.
Ero impaziente di sapere.
Mi salutò con un abbraccio.
Prese il mio viso tra le mani.
«L'ho fatto!»
Fatto cosa? Non capivo.
Lo guardavo in attesa di un seguito.
«Questa mattina mi sono dimesso» mi disse, come se si fosse tolto un peso.
«Ti sei dimesso... da...»
«A partire da domani non sarò più il Saggio della Guerra!»
«Cosa? No! Non è possibile, è tutta la tua vita... tu non puoi...» dissi disperata.
Avevo un nodo in gola.
«Tu non puoi...» sussurrai.
«Un tempo ti avrei risposto di sì, la carica di Saggio della Guerra è la mia vita. Tutta la mia vita. Ma ora la mia vita sei tu. Ho perso fin troppo tempo. Voglio recuperarlo e andare avanti. Insieme.
Non voglio avere rimpianti, non con te.»
Mi abbracciò.
Hai scelto me
Perché non sono felice?
Un dubbio si insinuò nella mia mente.
Temevo che questa decisione fosse la conseguenza della conversazione avuta con me il giorno prima.
Era colpa mia se Hayato aveva rinunciato al suo incarico.
Se fossi stata più forte, se non mi fossi messa a piagnucolare come un femminuccia, non si sarebbe mai dimesso.
Avevo avuto l'ennesima conferma di quanto fossi sciocca e inutile.
Mio padre si sbagliava anche su questo.
Non sarei stata io a soffrire stando accanto a lui.
Hayato avrebbe sofferto stando con me.
Aveva rinunciato a tutto quello in cui aveva creduto, a causa mia.
Non potevo sopportarlo.
Cominciai a piangere.
Hayato mi strinse a sé.
«Perché piangi?» mi sussurrò all'orecchio.
Non riuscivo a parlare.
«Perché l'hai fatto?» chiesi tra le lacrime.
«Non posso permetterti di fare questo errore, forse sei ancora in tempo per ritirare le dimissioni. Andiamo vengo con te!»
Lo presi per mano, volevo portarlo al Palazzo.
L'avrei trascinato se necessario.
Ma non si mosse.
«Andiamo... » sussurrai.
Lo supplicavo con lo sguardo.
Hayato mi guardava, i suoi occhi erano sereni.
Era in pace con se stesso per la decisione presa.
Io non riuscivo a farmene una ragione.
«Ti prego» sussurrai stremata tra le lacrime.
Fu lui a trascinarmi a sé.
Mi abbracciò.
Continuai a piangere.
Non volevo accettare la sua scelta.
Era sbagliata.
Io ero la causa di tutto.
«Non è stata una scelta avventata. Volevo farlo da tanto tempo» mi sussurrò.
«Non lo fare. Ti supplico. Era la tua vita.»
«Era la mia vita. Ma non più.»
«Ti pentirai e mi odierai, so che mi odierai. Non potrei sopportarlo.»
«Noa, sono io che non riesco più a starti lontano. Sono io a non voler perdermi neanche un minuto della nostra vita insieme. Tutti gli anni passati a guardarti soffrire per causa mia, senza poterti dire che anche io stavo soffrendo per te. Ti assicuro che questa è la prima volta in tutta la mia vita che faccio qualcosa per me. Qualcosa che è giusto per me, e non per gli altri.»
«Ti annoierai con me, sono una sciocca. Persino le orchidee della mia stanza si stanno suicidando perché non vogliono stare con me» dissi gesticolando tra le lacrime come un'isterica.
Hayato prese le mie mani.
Le baciò teneramente.
«Delle orchidee non ti devi preoccupare, Sakura ti insegnerà un paio di trucchi per farle ritrovare la voglia di vivere.»
Annuii.
Mi asciugava le lacrime per l'ennesima volta.
Tirai su col naso.
«E per quanto mi riguarda, non potrei mai annoiarmi con te.»
«Forse perché ogni giorno ne combino una delle mie?» chiesi.
«Perché dal momento che ho posato lo sguardo su di te, sei diventata una parte di me» sussurrò.
«Perché da quel momento io vivo per te.»
❤️
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