Il giorno seguente, mi svegliai prima del solito.

Ero ansiosa di rivedere Hayato, dovevo capire molte cose.

Mi preparai in fretta.

Mentre mi apprestavo a uscire per il consueto allenamento, mio padre si avvicinò e mi afferrò per un braccio.

«Noa, ho bisogno di parlarti» lo sguardo serio.

«Cosa c'è Padre?»

«Devi smettere di allenarti!»

«Perché?»

«Non voglio e basta!»

Prese una pausa poi continuò

«Devi pensare a te, alla tua vita. Devi finirla con questa fissazione della Spada. Questa vita non è adatta a una ragazza. Non ti porterà a nulla. Voglio che incontri un bravo ragazzo, che ti sposi e...»

«Ma Padre...» sentivo già gli occhi riempirsi di lacrime.

«Ti prego di non fraintendermi. Considero Hayato come un fratello, affiderei a lui le nostre vite se fosse necessario...»

«Continuo a non capire» dissi.

«Mi sono accorto di come lo guardi...».

«Padre...» sentivo il rossore del mio viso.

«Ti conosco, sei mia figlia, la luce dei miei occhi! In principio era ammirazione, ma ora, diventando adulta, nel tuo sguardo c'è qualcos'altro.»

«Ti sbagli...»

«Temo che pur di stargli vicino finirai col soffrire!»

«No, lui non...»

Mio padre mi interruppe di nuovo.

«Lui non ti guarda come lo guardi tu. Non potrà mai renderti felice, non potrà mai...»

«Perché no?» non capivo, non capivo perché mio padre mi dicesse quelle cose.

Ero convinta che il problema fosse superato.

«Perché ai Saggi della Guerra non è consentito provare dei sentimenti.»

Cosa?

«No, non è vero!» non è vero.

So come mi guarda.

I suoi occhi non sono privi di sentimento.

«Ascoltami, so quello che dico! Hanno fatto un voto. Il voto di dedicarsi interamente alla causa e i sentimenti sono vietati perché rendono vulnerabili! È pericoloso mettere al primo posto i sentimenti! Chi gli sta accanto prima o poi finirà per soffrire!»

«Ma qui non ci sono guerre, a cosa servono questi stupidi voti...».

«È il volere degli Antichi Padri! Così è scritto!»

Per la prima volta guardai mio padre come fosse un nemico.

Volevo mettere fine a questa assurda conversazione.

«È tardi, mi sta aspettando per...»

«Non ci sarà!» disse mio padre.

«Cosa?»

«Hayato non ci sarà.»

«No! Non ti credo» dissi con un fil di voce.

«Se ne è andato!»

Il suono di quelle parole mi trafisse il cuore come la più affilata delle spade.

Se ne è andato.

Se ne è andato.

Se ne è andato.

Continuavo a ripetermi meccanicamente quelle parole, senza capirne il senso.

Non può essere vero.

Non può.

Mi rifiutavo di capire il senso di quelle parole mentre prendevo la via verso il lago.

Se non gli era permesso innamorarsi, sarei diventata anche io un Saggio della Guerra.

Avrei fatto qualsiasi cosa pur di stargli accanto.

Avrei fatto, o come si dice, il voto se necessario.

Solo la morte ci avrebbe diviso.

Arrivai sulla sponda del Lago Blu.

Ma tu non ci sei

❤️