Il momento è giunto
Distratta da questi ricordi, inavvertitamente ruppi un ramo e persi l'equilibrio.
Rimasi immobile trattenendo il respiro.
Hayato si voltò di scatto sguainando la spada.
Conoscevo la sua spada e sapevo quanto era affilata.
Sapevo di potermi fidare.
Sapevo che si sarebbe fermato in tempo.
«Potevo ucciderti» disse rimettendo la spada nel fodero, dandomi nuovamente le spalle.
Anche se la voce era calma, i tratti del suo viso dicevano il contrario.
«Impossibile» risposi con un fil di voce.
Cercando di soffocare quel misto tra vergogna ed emozione.
Era la prima volta che mi rivolgeva la parola.
«Non dovresti essere qui» disse pronunciando questa frase come un sospiro.
«Lo so» fu l'unica cosa che riuscii a dirgli.
Mio padre mi aveva proibito ogni contatto con Hayato.
Mi sentivo in colpa per l'ultima volta che ci eravamo visti.
Non so cosa mio padre gli abbia detto, ma da allora non ci eravamo più visti.
E io avevo bisogno di sapere se nei suoi occhi c'era ancora quella luce.
Ci fu una lunga pausa.
Io rimasi lì, paralizzata non riuscivo a muovermi.
Volevo sentire la sua voce.
Avevo bisogno di sentire ancora una volta la sua voce.
Avevo bisogno del suo sguardo.
Che mi facesse capire che nulla era cambiato.
«È giunto il momento di imparare» disse.
«Cosa?»
«Devi imparare a difenderti».
«Ma non so usare la spada» mentivo.
«Sono anni che ti nascondi dietro quei cespugli di rose. So che ti alleni con una spada di bambù quando credi di non essere vista».
Le guance in fiamme.
Mi sentivo ridicola.
Non era una spada ma un semplice ramo di bambù.
Pensai abbassando lo sguardo.
Ero stata attenta a non farmi scoprire, ma certo, lui era Hayato, il mio Hayato!
«Mio padre non approverà» dissi sospirando.
«Ora è diverso» rispose.
Diverso, perché ora è diverso?
Rimasi in silenzio. Rimasi in attesa. Tremavo.
Parlami ancora.
Guardami ancora.
Ti prego.
Se mi dirai di andare via
andrò via.
Ho smesso di respirare
In attesa
Ti guardo
fiero come solo tu sai essere.
Hayato si voltò verso di me, fece un cenno di assenso col capo.
I tratti del suo viso erano distesi.
Poi tornò a guardare davanti a sé.
«Te la cavi, ma non basta. Combattere contro un nemico in carne e ossa è ben diverso dal combattere un nemico immaginario. Ti insegnerò io tutto quello che devi sapere... e come seguire qualcuno senza farti scoprire» disse, continuando a darmi le spalle.
Abbassai lo sguardo dalla vergogna.
«Imparare l'Arte della Spada richiede un atto d'amore. È una Via lunga e faticosa. Richiede sacrificio e amore. Fino al raggiungimento della perfezione con la ripetizione dell'esercizio. Te la senti di intraprendere questo percorso?»
So che a questo punto avrei dovuto rispondere qualcosa di intelligente, ma ero sopraffatta.
Le mie corde vocali non emisero alcun suono.
Annuii con il capo.
Pur di stargli vicino lo avrei seguito anche in capo al mondo.
Ma lui non mi vide.
Per la prima volta il suono della sua voce era rivolto a me!
Mi riteneva all'altezza di essere addestrata.
Lentamente, un passo alla volta, mi avvicinai.
Al suo fianco.
In silenzio.
❤️
Con questo capitolo ci riallacciamo al capitolo Hayato, quando lui esce infuriato dalla sede del Governo Centrale e Noa, che era da quelle parti, lo vede uscire e lo segue fino al Lago Blu.
Noa si perde nei suoi ricordi finché un ramo si rompe, riportandola alla realtà. 😰
Spero si capisca😊
Grazie a tutti e spero sia stata una buona lettura ❤️
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro