... di vita
All'improvviso sentii due mani che mi afferravano con forza e mi tiravano su.
E una voce lontana che mi chiamava.
Cominciai a tossire acqua.
Che ci faceva l'acqua nei miei polmoni?
«Eh? Cosa è successo?» chiesi mentre tossivo ancora.
«Non posso lasciarti un momento da sola, ma che mi combini» mi rimproverò dolcemente Hayato.
Aprii gli occhi, ero distesa sul pavimento.
Davanti a me Hayato e la governante che mi guardavano allarmati.
«Cos'è successo?» chiesi nuovamente.
La donna mi copriva con il telo bianco.
«Ti sei addormentata, stavi scivolando, eri già con la testa sott'acqua!»
«Ero nuda» risposi, mettendo il broncio.
«Non è questo il punto.»
«Mi dispiace» dissi.
Non sapevo se sentirmi più in imbarazzo per essere completamente nuda, o per essere stata una stupida sul punto di annegare in casa.
Di una cosa ero certa, mi sentivo tremendamente in colpa perché Hayato si era preso un bello spavento.
«Mi sono svegliato e tu non c'eri. Fortuna che Sakura era in casa e mi ha detto che eri qui. Se non fossi venuto a cercarti... e se fossi arrivato solo qualche minuto dopo... non voglio nemmeno immaginare...» disse, visibilmente scosso.
Mi resi conto della fortuna che avevo avuto.
«Scusami, nella mia vasca mi addormento sempre... è più piccola... tocco la sponda con i piedi... non c'è pericolo di annegare... ma, questa... è molto più grande... non... tocco...» risposi mentre lo guardavo negli occhi.
Continuavo a dire stupidaggini e lo guardavo dritto negli occhi con l'aria da cucciolo indifeso.
Finché non vidi la ruga sulla fronte rilassarsi.
Strinse le labbra.
«Non hai perso il senso dell'umorismo. Vuol dire che stai bene» disse sollevato.
Hayato guardò la domestica, lei fece un cenno di assenso.
La vidi prendere i miei vestiti,
Guardai Hayato.
«Aspetta, aspetta! Posso camminare... davvero... non ce n'è bisogno... davvero...» avevo intuito le sue intenzioni.
«Non se ne parla. Per oggi basta emozioni e vasche d'acqua. Voglio assicurarmi di persona che arrivi viva alla colazione. Ti porto nella tua stanza, Sakura ti aiuterà a vestirti.»
Mi sollevò dal pavimento come fossi una piuma.
Sakura ci seguiva in silenzio, con gli occhi bassi.
La discrezione fatta persona.
Io mi tenevo stretta a lui con un braccio.
L'altra mano era occupata a tenere chiusi i lembi del telo, per non rimanere nuda durante il tragitto.
Anche se, ripensandoci, mi aveva già vista completamente nuda.
La seconda figuraccia in meno di 24 ore.
Arrossii al pensiero.
Per oggi basta emozioni.
Non smisi di guardarlo neanche un secondo.
Ora che il peggio era passato, mi mordevo le labbra per non ridere.
Mi sentivo in colpa per averlo messo in agitazione ma, il peggio era passato e vedevo solo il lato comico della cosa.
«Volevo solamente farmi bella e indossare quel bel vestito... per te...» sussurrai dolcemente.
Stringeva le labbra.
Io non riuscivo a trattenermi dal ridere.
Hayato allentò la presa.
Di proposito.
Ebbi la sensazione di cadere.
E istintivamente gli strinsi le braccia al collo con tutta la forza che avevo.
Poggiai la testa sulla sua spalla.
E abbandonai il telo al suo destino.
Arrivati nella mia stanza, mi lasciò, avendo cura di non far cadere il telo.
Era davanti a me.
Prese il piccolo telo lasciatogli da Sakura
Mi guardava con i suoi occhi dolci mentre mi asciugava i capelli.
All'improvviso realizzai che avevo rischiato di...
Mi vennero le lacrime agli occhi.
Mi strinse a sé.
«Scusami se sono stato brusco, non era mia intenzione» mi sussurro all'orecchio.
«Non devi scusarti, sono stata una sciocca, mi sono addormentata. Ho rischiato di morire e...»
«Tranquilla. È tutto passato. Non pensarci più.» sussurrò.
«Come primo giorno niente male.» dissi ridendo tra le lacrime.
«È bello sentirti ridere» mi sussurro all'orecchio.
«Non mi capitava da tanto tempo, di ridere così» risposi.
Poi il pensiero tornò all'argomento del giorno.
Eravamo ancora abbracciati.
«Non ho nulla da mettere, tutte le mie cose sono a casa di mio padre...»
«Io ti ho comprato dei vestiti. Sakura ha pensato al resto. Se dovessero servirti altri vestiti, o per qualsiasi altra cosa, Sakura ti accompagnerà in città.»
«Mi hai comprato dei vestiti?» chiesi.
«Sì, sono nell'armadio» rispose Hayato.
«E sono belli?»
«Sì»
«Mi staranno bene?»
«Credo proprio di sì.»
«... sei sicuro?»
«Sì.»
Mi sussurrò qualcosa, ma non riuscii a sentire.
Cominciò ad accarezzarmi dolcemente la schiena.
Di nuovo quel turbinio di sensazioni.
«Io...» dissi con un fil di voce.
Non riuscivo a parlare.
«Cosa c'è?» sussurrò al mio orecchio.
«Io.. non posso abbracciarti...»
«Cosa te lo impedisce?»
«Il... telo, se io ti abbraccio lui cade.»
«E allora lascialo cadere.»
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