Hayato mi guardava.

Sapevo che non approvava.

Ma dovevo farlo.

«Andrà tutto bene» lo rassicurai.

Annuì e fece alcuni passi indietro.

«Noa...»

«Sono qui»

Mi chinai.

Presi le sue mani.

«Noa, figlia adorata, sei qui?»

«Sono qui, padre... »

«Ti devo parlare...»

«Non sforzatevi, siete debole. Abbiamo tempo ... »

«No, non c'è tempo figlia mia... devi ascoltarmi»

Attesi in silenzio.

Il tempo sembrava interminabile

«Tu sai cosa mi sta...?»

«Sì»

«Allora saprai anche che ho poco tempo...»

Rimase in silenzio per alcuni minuti.

«E devo dirti figlia mia... ho un peso che mi porto dietro da molto tempo... troppo tempo ormai... ha rovinato la mia esistenza e mi ha portato ad allontanarmi da te.»

«No padre non è colpa vostra. Io ho sbagliato e vi chiedo perdono per questo. Padre, il mio comportamento verso di voi è stato inqualificabile e io...»

«No, ti sbagli... non è come pensi tu... sei la solita testarda... ma ora devi... devi ascoltarmi senza interrompermi. Ci sono delle cose che non ti ho mai detto. Avrei dovuto, ma per me era troppo doloroso e mi accorgo solo ora di aver sbagliato.»

Prese un'altra pausa.

«Quando tua madre e io ci incontrammo per la prima volta eravamo appena due ragazzini. Fu alla Fiera delle Stoffe che si svolgeva in Città una volta all'anno. Io ero con mio padre. Era un commerciante conosciuto in tutto il continente per la bellezza delle sue preziose stoffe...

Ad un tratto si avvicinò una giovane donna che teneva per mano una bambina. Dai modi cordiali con cui mio padre l'accolse capii che si trattava di una affezionata cliente.

Ricordo che lei cercava una stoffa in particolare e mio padre cominciò a mostrarle le stoffe più belle.

Mentre loro erano indaffarati, io mi avvicinai alla bambina. Le chiesi il suo nome, ma lei era talmente timida che senza rispondere si nascose dietro sua madre.

Allora tagliai un pezzo di seta rossa e gliela regalai. Non se ne separò più. Da quel giorno, ogni anno in occasione della Fiera ci incontravamo. Sua madre passava per acquistare delle stoffe, noi approfittavamo di quel poco tempo che avevamo a disposizione per conoscerci.

Finché un giorno le chiesi di sposarmi...» la voce gli si spezzò dall'emozione.

Rimase in silenzio.

«Noa, tu eri la luce dei nostri occhi. Avevamo tanti progetti per te, come penso tutti i genitori per i propri figli. Ma... il destino aveva in serbo qualcosa di diverso per te...»

Si interruppe. Con la mente ripercorreva quei momenti felici per l'ultima volta.

«Quel giorno, tu e tua madre dovevate restare in casa... ma poco prima di partire decisi di portarvi con me. Era una bella giornata, saremmo andati in città, finito di sbrigare le commissioni saremmo rimasti lì il resto del tempo. Al tramonto avremmo fatto ritorno a casa.

Ma il destino volle che proprio quel giorno i cittadini si sollevassero contro il governo. Cominciarono ad appiccare il fuoco ovunque...

Quando scoppiò l'incendio nel magazzino dove eravate tu e tua madre io non ero con voi. Ero in strada... il grossista voleva festeggiare l'accordo raggiunto. Quando vedemmo le fiamme lui entrò subito, sua moglie era rimasta con voi... ma io rimasi pietrificato... incapace di reagire.

Fu in quel momento che Hayato mi riportò alla realtà. Sì rese conto del mio stato catatonico. Mi chiese se ci fosse qualcuno all'interno io risposi "mia moglie e mia figlia". Senza aggiungere altro mi ordinò di non muovermi... e un attimo dopo era sparito tra le fiamme...»

Ho bisogno di te
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