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Capitolo 4-Scuse:

Il mattino dopo, finalmente uscì il sole e i fratelli si misero in giardino a giocare a baseball.

Tranne la più piccola, che ferita se ne stava sotto un albero a leggere.

Emily aveva la mazza pronta, ma era ancora pensierosa riguardo il professore, tantè che quando Peter le lanciò la palla, nemmeno ci fece caso.

-Emily! Sei con noi?- esclamò Peter.

La ragazza scosse la testa.- Si, scusami.-

Emily si preparò a battere, ma quando colpì la palla, essa volò fino a rompere una finestra.

Tutti andarono subito a vedere cosa fosse successo: Emily aveva rotto una finestra e fatto cadere alcuni oggetti antichi.

-Perfetto, siamo fritti.- commentò Peter.

Improvvisamente, ecco che sentirono le urla e i passi della Macready: dovevano subito nascondersi o probabilmente li avrebbero cacciati via.

I tacchi della professoressa risuonarono per tutto il castello, mentre i fratelli Pevensie entrarono nellunica stanza aperta: quella dove cera larmadio.

Senza pensarci due volte, Peter laprì e fece entrare dentro tutti i fratelli, lasciandosi chiudere la porticina alle spalle.

Si ritrovarono luno appiccicato allaltro insieme alle pellicce.

-Non so come tu faccia a dire che questo posto sia enorme, a malapena respiro.- borbottò Peter ad Emily.

Emily sbuffò.- Ma davvero?-

Ormai erano lì ed Emily aveva finalmente loccasione di dimostrare che aveva sempre avuto ragione.

Spinse Peter oltre le pellicce.- Ehi, ehi, ma che fai?!-

Il maggiore dei fratelli inciampò nei piedi di Susan ed entrambi caddero su unalta distesa di neve.

Quando si alzarono e si guardarono intorno, non poterono crederci.

-Ma è impossibile.- commentò Susan.

Peter posò lo sguardo su Emily che a suo volta lo guardava con sopracciglia aggrottate e mani conserte.

-Credo che delle scuse non siano abbastanza.- commentò, rosso in viso per limbarazzo.

-No, infatti.- intervenne Lucy, lanciandogli poi una palla di neve.- Ma questo è meglio!-

Emily lasciò andare la rabbia e prese a fare palle di neve con i fratelli.

-Dovresti chiedere scusa a Lucy.- continuò Peter a Edmund.

-Neanche tu ci credevi.- ribatté laltro.

-Chiedile scusa!- esclamò Peter.

-Va bene, mi scuso.-

-Non ti preoccupare, i bambini al giorno doggi non la smettono con le fantasie.- commentò la più piccola, prendendo in giro il fratello.

-Dovremmo tornare indietro adesso.- intervenne Susan.

-Perché non esploriamo un po'?- domandò Ed.

-Io credo che aspetti a Emily e Lucy decidere.- rispose Peter.

Le due ragazze con un solo sguardo fra loro capirono cosa era giusto fare.

-Noi vorremmo portarvi dal signor Tumnus.- disse Emily.

-Ma non possiamo camminare nella neve con questi vestiti..-

Peter prese le pellicce da dentro larmadio.- Possiamo usare queste, credo che al professore non dispiaccia: dopotutto non le facciamo nemmeno uscire dal guardaroba.-

***

Così, una volta indossate le pellicce pesanti, Lucy ed Emily condussero gli altri fratelli alla casa del signor Tumnus.

Ma quando giunsero alla montagna, notarono che la porta era stata buttata giù.

Allinterno era stato tutto distrutto.

-Chi può aver fatto una cosa del genere?- si chiese Lucy.

Peter notò che ad una colonna vi era attaccato una pergamena con un testo scritto sopra.- Il fauno Tumnus è accusato di alto tradimento verso Jadis, regina di Narnia. Per tanto è stato arrestato per aver accolto il nemico e fraternizzato con gli umani. Lunga vita alla regina.- lesse.

-Allora dovremmo tornare indietro subito.- intervenne Susan.

-Ma che si fa col signor Tumnus?- continuò la più piccola.

-Se è stato arrestato solo per aver parlato con un umano, non credo ci sia molto da fare.-

-Non capisci.- aggiunse Emily.- Siamo noi le umane: Jedis deve aver scoperto che ci ha aiutate.-

Proprio in quellistante, si sentì qualcosa muoversi nella neve fuori.

I cinque si ritrovarono a pochi passi da un castoro grassottello.

Peter si avvicinò chiamandolo come un cagnolino e gli porse la mano per farsi annusare.

-Non voglio annusarla se è questo che ti aspetti.- disse il castoro.

Tutti sobbalzarono non appena lo sentirono parlare.

-Oh, scusa.- balbettò Peter.

-Lucy Pevensie?-

La piccolina si avvicinò allanimale ed esso gli diede un fazzoletto di seta che Lucy riconobbe subito. -E il fazzolettino che ho regalato al signor...-

-Tumnus, sì.- terminò egli. -Me lo ha dato prima che lo arrestassero.-

-Sta bene?-

-E meglio parlare in un posto più sicuro.- continuò il castoro, guardandosi intorno.

-Parla degli alberi.- aggiunse Emily, ricordandosi di quello che le aveva detto il fauno.

I fratelli Pevensie rimasero luno vicino allaltro mentre si faceva sera e seguivano il castoro.

Al tramonto giunsero ad una diga costruita in cerchio che al suo centro aveva una casetta dalla quale usciva fumo.

-Oh per bacco! La vecchia ha messo su il bollitore. Prenderemo una bella tazza di tè caldo.- esclamò lanimale.

A quel punto uscì una castorina in carne anche lei, sbraitando.- Castoro sei tu?! Se scopo che sei andato in giro ancora con Tasso te la vedrai con me!- disse ella, prima di accorgersi dei ragazzi.- Oh, ma questi non sono tassi..- mormorò tra se e se, sorpresa. -Non ci posso credere! Entrate, entrate! Stavo giusto cucinando la cena!-

I Pevensie si accomodarono ad un tavolino poco più basso di loro, dove gli venne servito un piatto di pesciolini e patatine fritte.

-Non cè niente da fare per i signor Tumnus?- domandò Peter.

-Lo avranno portato al castello della strega e pochi ne sono usciti.- rispose il castoro.- Ma non dovete preoccuparvi, Aslan sta tornado ormai.-

-Chi è Aslan?- chiese Edmund.

Il castoro scoppiò a ridere come quella fosse una domanda sciocca, ma poi dalle loro facce capì che non sapevano proprio chi fosse.- Davvero non lo sapete?-

-Beh, non è che siamo qui da molto.- commentò il maggiore.

-E solo il sovrano di tutta la foresta. Lautorità massima. Il vero re di Narnia.-

-Lui è stato lontano per tanto tempo.- continuò la castora.

-Ma è ricomparso! E vi sta aspettando alla tavola di pietra!-

-E aspetta noi?- chiese Lucy.

-Che mi tocca sentire! Non sanno nemmeno dellantica profezia!-

-Bene, quindi signor Castoro!-

-Quindi: Aslan che ritorna, Tumnus arrestato, tutto succede a causa vostra!- esclamò laltro.

-Incolpa noi?- domandò Susan.

-No, non vi incolpa, vi sta ringraziando.-

-Cè una profezia.- aggiunse il castoro. – Quando di Adamo il discendente, sul trono di Ker Paravel siederà vincente, il tempo del male finirà allistante.-

-Tanto tempo fa è stato predetto che 2 figli di Adamo e 2 figlie di Eva sarebbero arrivati a Narnia e portato la pace.- aggiunse lei.- Con, ehm, qualche aiuto.- continuò, riferendosi ad Emily.

Per lei non era nuova ad essere messa in disparte.- Non preoccupatevi, sono abituata.-

-Non credo si riferisca a noi.- commentò Peter.- Noi non siamo eroi, nostra madre ci ha mandato via proprio per allontanarci dalla guerra.-

-Ma cosa si fa con il signor Tumnus?- domandò Lucy.

-Noi non possiamo aiutarlo, dobbiamo tornare indietro.-

Peter si guardò intorno per cercare Edmund per andarsene, ma non lo trovò e la porta era spalancata.

-Ma io lo uccido.- esclamò il maggiore.

-Forse non ce ne sarà bisogno.- intervenne il castoro. -Edmund è già stato a Narnia prima dora?-

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