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Il Labirinto di Spine - Capitolo 9

Non so dove vanno le persone quando scompaiono, ma so dove restano.
(da "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint Exupéry)

Lenta. Inesorabile. Spaventosa. Il suo richiamo freddo e insistente mi perseguita. Si era sentita così anche lei mentre precipitava nel vuoto e l'oscurità la risucchiava per sempre? Mentre la morte la strappava alla vita e ai suoi affetti? Io mi sento esattamente così mentre sono coricato sulle gelide e umide piastrelle della piscina e il mio corpo perde calore vitale sopraffatto dai brividi al tocco del suo alito mortale. Lo sento viscido e oleoso il sangue scivolare dalla testa lungo il collo. Il gusto ferroso si propaga in bocca e in gola facendomi schifo. Mi chiedo come possano nutrirsi di sangue le zanzare. È disgustoso. Certo. Perchè questo è il pensiero che avrebbe chiunque in punto di morte. In fondo perchè non pensare agli odiosi insetti vampiri mentre stai trapassando? È più semplice che fare il punto della situazione sulla tua patetica vita e che ti porta inesorabilmente a rimuginare sui fallimenti, sulle scelte, sugli errori, su chi sei e su chi invece volevi essere perdendoti il posto in prima fila sulla tua dipartita.
Ciò nonostante non posso fermare questa macedonia di pensieri sconnessi che mi invadono la testa.

Pare che MacDougal abbia teorizzato che dopo la morte il corpo pesi 21 grammi in meno e che tale peso sia proprio quello dell'anima umana. Ma chi, come me, l'anima non ce l'ha quanto pesa al momento della sua morte? Uguale?

Mi rendo conto che gli stupidi pensieri si insinuano sempre più prepotentemente nella mia mente e che forse dovrei trovare un pensiero più profondo prima di morire. La testa mi fa maledettamente troppo male. Probabilmente è  il vero motivo della mia confusione.

La sua voce a volte sembra un sussurro o un eco lontano, mentre altre volte appare come un grido disperato.

"Rimani con me Jace. Non ti addormentare." 

Gli occhi sono piccoli piccoli. È difficile tenerli aperti considerando che non vedo niente comunque. Questo è un vero peccato perchè questa notte Raven è stupenda. Indossa un abito di pailettes dorato cortissimo che mette in risalto le sue lunghe e snelle gambe, con le spalline fini e lo scollo che sembra piegato apposta sul suo seno nudo, visto che non ha rimesso il reggiseno dopo il nostro stupido diverbio, e che lo mette in risalto in modo casto ma estremamente sexy. La morte mi ha incappucciato condannandomi alle spettrali ombre e alle tenebre perenni negandomi l'unico spiraglio di luce e di Paradiso terreno che mi ancora ancora qui: la mia ragazza.
Ormai mi sono rassegnato ad averla nella mia vita come compagna di viaggio. Ho provato ad allontanarla da me. Ma non sono riuscito a fare a meno di lei. Sono debole ed egoista o forse solo perso per lei al punto che privarmi di Raven sarebbe come strapparmi i polmoni.
Lo so che avrei dovuto fare in modo che si cercasse qualcuno degno di lei e non un caso umano che fa pena pure a se stesso, qualcuno che la possa rendere felice, che la faccia sorridere, che la ami senza riserve, che la metta sempre al centro del suo mondo. Quel ragazzo non posso essere io. Il mio cuore ha deciso di privarsi dell'amore e si è chiuso per sempre al dolore e al lutto. Io non posso renderla felice se sono il primo a non esserlo. Non dopo Lara. Non se nel mio petto batte un organo morto circondato da spine. Non importa se ho scoperto la verità perchè non mi sento meglio. Ora è anche più difficile accettare che Lara se n'è andata per sempre e anche solo provare a vivere nel mondo reale. Sono troppo sbagliato per una normale e spensierata storia d'amore adolescenziale ma è l'unica cosa che desidero in questo momento. Se per capirlo mi serviva una mazza sulla testa, avrei dovuto farmi massacrare prima.
Al tocco della sua mano sulla mia guancia il cuore sembra impazzire.
Non pensavo nemmeno che si sarebbe mai rianimato finchè, su quel ponte, le sue labbra non mi hanno fatto provare quello che non ho mai provato in tutta la mia esistenza: amore da innamoramento. Un bacio dolce che si è preso tutto di me. Un bacio che mi ha fatto sentire il tintinnio nelle orecchie, i brividi nella schiena, un volo di rondini nello stomaco e un boato feroce al posto del cuore.  Un bacio che mi ha fatto scordare il mio nome, le mie origini, la mia appartenenza e il mio dolore. Un bacio che lava via ogni ferita. Come posso rinunciare a lei? Ma onestamente nessuna sana di mente potrebbe stare con un caso umano come me. Ho tutti i miei problemi io stesso a stare con me eppure lei mi cerca e nella notte mi stringe forte per portarmi via dai miei demoni. Bastano le sue morbie labbra sulle mie, il profumo della sua pelle accanto alla mia, il suono del suo cuore rilassato che accelera quando ci guardiano, a farla sentire mia per un attimo di eterna e infinita perfezione. Raven mi è entrata dentro come un cancro. E' una malattia dalla quale non voglio guarire. Non ambisco ad averla come una proprietà perchè la libertà delle onde non la puoi semplicemente rinchiudere in un barattolo, solo ho bisogno di lei come l'oceano ha bisogno delle lacrime del cielo.

"Resisti. I paramedici stanno per arrivare. Solo rimani sveglio. Guardami per tutto il tempo come solo tu mi sai guardare. Scruta nella mia anima. Leggimi come un libro aperto. Inondami di grigia maliconia e fa che la nebbia d'autunno dei tuoi occhi mi provochi i brividi perchè solo il tuo sguardo mi fa tremare."

Non importa quanto stia lottando per rimanere con te Raven, quanto provi a cercare la tua voce tra le tenebre per dirti "Ti amo", lei, mi trova sempre. Per quanto mi sforzi a combattere e provi a rimanere nascosto per non farmi trovare, so per certo di non poterla ingannare a lungo. La morte è l'unica certezza umana, solo che pensavo di avere ancora tutta la vita a disposizione. Non rimpiango niente. Ho avuto anche fin troppo con cui fare i conti in 17 anni di vita: felicità, dolore, lutto, rabbia, depressione e infine anche se per poco l'amore. Ma di sicuro non pensavo di morire così: con la testa spaccata. La cosa positiva è che ho ingurgitato talmente tanto alcol che sono sicuro di non provare realmente tutto il dolore che la mazza da golf mi ha inferto come invece dovrei. 

Forse è più positivo l'aver scoperto la verità su Lara  rispetto al valutare l'intensità del mio dolore. Posso morire soddisfatto? No perchè ancora non ho capito perchè mia sorella si é suicidata. Probabilmente è l'unica domanda che non troverà mai una risposta. Lei è morta. Io la sto raggiungendo.
I peggiori incubi del papà si stanno materializzando perchè presto sarà costretto a riconoscere anche me su un triste tavolo d'acciaio in obitorio.
Il respiro si fa sempre più lento. Ho sonno e freddo. Sento che mi sto lasciando andare. Ma non ce la faccio più a combattere. Gli occhi si chiudono. Stanchi.
"Ti amo" sussurra. Il calore delle sue labbra sulle mie fredde mi fa aumentare il battito. Il petto fa male. Il sangue sembra scrociare a cascata dalla testa ferita. Mai come in questo momento tragico e romantico da Romeo e Giulietta vorrei vivere. Le sue labbra saranno l'ultimo contatto fisico con lei. Ne assaporerò il calore, il sapore, la morbidezza fino al momento in cui il cuore smetterà di impazzire per lei e semplicemente si fermerà.
Il mio ultimo pensiero mi tortura. Possibile che non abbia un pensiero che mi accompagni verso la luce? Ma poi mi rendo conto che non mi serve. Sto morendo attraverso le sue labbra. Respirerà l'ultimo respiro che esalerò e io vivrò per sempre dentro di lei. Non vedo un modo migliore per andarsene.
"Ti amo" grida feroce dentro di me senza che però abbandoni le mie corde vocali. Rimarrà intrappolato per sempre tra le mie spine e lei non saprà mai quanto era importante per me.
Avrei voluto avere più tempo. Viverti.
Amarti ogni giorno.
Magari ci saremmo trovati mano nella mano ad invecchiare insieme.
Addio amore.
Il mio corpo si arrende trascinandomi via da te. Per sempre.

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