Il labirinto di Spine - Capitolo 8
A tutti i mali ci sono due rimedi: il tempo e il silenzio.
(Alexandre Dumas)
Il mio compleanno. Lo detesto. La casa é piena di ragazzi e ragazze della mia scuola e di persone che si sono imbucate col passaparola o forse con l'intento di assistere ad un concerto gratis dei dj più famosi e pagati in America: i "The Chainsmokers", ingaggiati da Regina per la modica cifra di 10.000.000 $, con lo scopo di rendere la mia festa sensazionale e farmi diventare popolare.
Ammetto che mio padre e Regina non hanno badato a spese. Open bar, 4 catering internazionali, hula e danza col fuoco in spiaggia, Bodiguard, Valet Parking con consegna auto al domicilio degli ubriachi, servizio Limousine per chi non può guidare e fuochi d'artificio a mezzanotte. Non oso pensare cosa faranno alla mia laurea o al mio matrimonio. Per la serie buttiamo via un centinaio di milioni per farmi felice. Il fatto è che io non sono felice e non ho chiesto niente di tutto questo. Mi basterebbero mia sorella, Max, Alec, Raven e una pizza.
Vago per la villa tra un brindisi e l'altro con chiunque mi fermi. Sono stupito che non si sia ancora sfasciato niente. Insomma... ci saranno 250 persone brille in giro per la proprietà ma l'unica che voglio non la trovo. Salgo anche al piano superiore per controllare che sia tutto a posto nei bagni. Le camere da letto le ho chiuse a chiave. Non mi va che qualcuno si masturbi o faccia sesso sulle mie lenzuola o nella cameretta di Max o nel letto dei miei genitori. Solo il pensiero mi disgusta. Cammino per il corridoio e noto una fila infinita di ragazze che aspettano di entrare in uno dei tre bagni degli ospiti. Il servizio di pulizie è serio, veloce e competente. Non c'è mai niente fuori posto, tutto viene subito ripulito e sterilizzato anche in caso di vomito. Sto per scendere quando noto la lucina fioca uscire dalla fessura della porta di Lara.
Faccio per aprire quando una tipa che non conosco si butta su di me facendoci cadere all'interno della stanza.
"Il mio regalo per te sono io." starnazza ubriaca. "Scopami."
"E questa troietta chi è?" chiede acida e gelosa.
Raven è
coricata con un completino sexy sul letto di Lara. Cosa ci fa qui e perchè è mezza nuda?
"Non lo so. Un aiutino per favore?"
"Smamma o ti ammazzo. Jace è mio."
Dopo averla sbattuta fuori chiude a chiave e si corica strusciandosi in modo sexy sul copriletto sganciando il reggiseno. Dovrei essere felice ma invece vederla sul letto di mia sorella mi fa davvero tanto male. Ora le coperte si impregneranno del suo meraviglioso profumo cancellando per sempre quello di mia sorella. La stanza l'avevo chiusa a chiave per evitare tutto questo. Sono sicuro.
"Cosa diavolo ci fai qui? Nessuno può entrare in questa stanza o toccare qualcosa!" sputo acido e turbato.
"Ti ho rubato la chiave! Ero curiosa di scoprire qualcosa su tua sorella. Siamo ad un punto morto da troppo. Ma non ho trovato niente."
"Non puoi stare qui. Puoi andare ovunque nella casa ma non qui. Ti prego."
"Ti comporti come un pazzo Ragazzo Solitario. Ce la metti proprio tutta per non guarire dalla tua condizione. Trasformiamo questa camera della tortura emotiva in una camera del piacere e dell'amore." Si avvicina ancheggiando e flirtando con me. La sua lingua si intreccia con la mia mentre le sue mani scivolano sul mio corpo.
"Non qui Raven." la respingo. "Non qui! Andiamo in camera mia."
"Sei veramente uno stupido se non mi vuoi."
"Certo che ti voglio. Solo non qui."
Raccoglie il suo vestitino succinto e mi guarda con odio.
"Non ho bisogno di te per appagare la mia voglia. Se mi fai uscire di qua giuro che vado col primo che incontro." si allontana contrariata.
"Non farmi questo!" urlo e lei mi fa il dito. "Raven... ti prego." La mia voce diventa quasi supplicante ma lei non torna da me.
Mi siedo a terra accanto al letto di mia sorella. Questa camera è il luogo della mia disperazione più profonda. Vedo noi due seduti sul letto a mangiare popcorn guardando Netflix. Vedo il suo sorriso quando legge una fiaba a Max. Vedo lei con le cuffie mentre balla sperando di non essere vista. La testa pulsa. Il cuore perde colpi e fa male. Le sensazioni si mischiano annientandomi. Lara e Raven mi faranno impazzire. Non voglio scegliere di rinunciare ad una delle due. Vorrei che Raven capisse perchè ho reagito così. Dovrei andare da lei e spiegarglielo ma mi sento troppo male per fare qualsiasi cosa. Il magone si propaga in ogni fibra del mio corpo. Ho voglia di urlare. Spaccare tutto. Piangere. Ma non faccio niente. Come sempre. Non sono in grado di uscirne. Forse dovrei ascoltare il papà e andare a parlare con qualcuno ma non mi va di raccontare come mi sento. Non ho voglia di ripercorrere il dolore che mi ha portato qui. Non voglio superare il lutto. Non sarò mai pronto a lasciare il mio labirinto. Forse nemmeno per rincorrere l'amore.
"E' la tua festa di compleanno e tu ti nascondi qui?"
"Non ho voglia di far finta di divertirmi Alec. In più tua sorella mi ha scaricato credo."
"Ok. Allora ce ne staremo qui. In silenzio." si siede accanto a me e porta una sigaretta spenta alla bocca. "Posso?"
"Solo se offri!" dico rubandogli la sigaretta e accendendola.
"Ma da quando fumi?"
"Da questa sera! Sono stufo! Voglio morire!"
"Cosa cazzo dici?" urla spaventato.
"Le sigarette fanno venire i tumori!"
"Probabile ma non necessariamente. Comunque..."
"Dai non dicevo sul serio. Non fare come mio padre che pensa di avere in famiglia un altro figlio pazzo che si vuole togliere la vita!"
"Non lo penso! Ma sul fatto che hai problemi ha ragione!"
"Non ho problemi. Sono solo diverso dagli altri."
"Che cos'è successo tra te e Raven?"
"L'ho respinta perché ho scelto Lara e di non violare questa stanza. Ma chiunque sano di mente avrebbe scelto Raven."
"Le passerà! E come ti dicevo poco fa hai dei seri problemi. Scusa se ribadisco anche che sei masochista a stare con quella pazza e lunatica."
"Io... semplicemente la amo. Forse dovevo solo dirglielo ma non ce la faccio a confessarle cosa provo."
"Allora sei fottuto. Torniamo alla festa?"
"Non mi va di vedere Raven che fa la troietta con un altro."
"A lei ci penso io. Ok? La cosa di cui sono sicuro è che anche lei ti ama e non andrà mai con un altro."
"Tu non hai visto come mi ha guardato."
"È mia sorella. Credo di conoscerla piuttosto bene in effetti. Praticamente siamo cresciuti in simbiosi. Io sono nato a gennaio e lei a fine dicembre dello stesso anno."
"Io pensavo di avere un rapporto speciale come voi con Lara ma più indago e mi addentro nella sua vita e più scopro che non era così."
"Non dire così. Sei un bravo fratello e Lara lo sapeva. Cazzo! Scusa! Mi è caduta la sigaretta sul pavimento."
Scrollo le spalle e mi abbasso per raccoglierla quando noto, attaccata alla rete del materasso, una scatola segreta. La prendo.
"Cos'è?"
"Non ne ho idea!"
Al suo interno trovo il diario segreto di mia sorella. Mi trema la mano mentre lo osservo. Nemmeno sapevo che ne avesse uno o che ci fosse ancora qualcuno che si prende la briga di scriverne uno. La copertina è rigida rosa intenso, quasi fucsia, su cui ha incollato un disegno che le avevo fatto io. Al suo interno ci sono ritagli, disegni, citazioni e pensieri intimi che non ho il diritto di violare.
"Jace, devi leggerlo. Finalmente troverai le risposte e potrai andare avanti con la tua vita."
"No che non devo! E' privato! Ci sono i suoi pensieri più intimi dentro queste pagine. Io non ho diritto di violare la sua Privacy."
"Per la miseria Lara è morta e tu sei ossessionato dalla verità. Forse le risposte a tutte le tue domande sono lì dentro. Meriti di uscire da questa sofferenza. Leggilo. Ti lascio solo. Se e quando vorrai parlarmene sai dove trovarmi. Ok?"
"Non lo farò."
"Se non lo fai tu da solo, domani lo leggeremo insieme. Comunque ora che sappiamo dell'esistenza di un diario segreto non faremo finta di niente."
"Ok."
Alec esce dalla camera di Lara.
Decido di seguirlo senza leggerlo e di tornare alla mia festa di compleanno. Non ce la faccio ad affrontare i suoi pensieri da solo. Ho bisogno di Raven. Lo poso sulla scrivania ma scivola a terra aprendosi su una delle ultime pagine. Per quanto non voglia guardare, raccogliendolo, l'occhio mi cade e quello che vedo mi devasta.
"Ho notato un ritardo e ho fatto il test. Speravo che l'incubo fosse finito con la violenza subita nella sala riunioni dell'ufficio di papà, ma invece ora scopro pure di essere incinta. Come lo dirò a Jace o al papà? Non riesco più a guardarmi nemmeno allo specchio. Mi faccio schifo!"
Le mani tremano e il diario scivola a terra. Le gambe cedono alla gravità. Gli occhi al dolore riempiendosi di acqua d'oceano limpida e salata.
Non era lei quella che doveva sentirsi uno schifo ma il bastardo che l'ha violentata e l'ha messa incinta.
Vado all'ultima pagina scritta. Corrisponde al giorno in cui è morta.
"Non posso vivere così. Ho già perso troppo. Il ragazzo che amo ora mi odia probabilmente per averlo lasciato senza motivo ma come posso guardarlo ancora negli occhi senza piangere? Se gli dicessi dello stupro e del bambino so che vorrebbe starmi vicino e magari crescere questo figlio come la perfetta famiglia che però non siamo. Non ce la faccio. Lui mi ricorda costantemente la violenza subita. Questa sera, tornata dallo Stage, lo dirò a Jace. Lui mi aiuterà sicuramente senza giudicare. Ne sono sicura perchè se così non fosse non riuscirò a guardarlo negli occhi mai più e allora la mia vita potrà anche finire in quel preciso istante perchè mio fratello è l'unica costante importante nella mia vita e senza di lui non voglio vivere. Ma dobbiamo fare le cose per bene. Andare alla polizia non credo serva. E' ricco e ha i mezzi per insabbiare tutto. È la mia parola contro la sua. Chi crederà mai a me? So come funziona il mondo dei ricchi. Rimangono sempre impuniti. Poi c'è il destino di due famiglie in ballo e io non sono sicura di voler rovinare la vita di William e dei suoi fratelli. O l'amicizia decennale del papá. Poi c'è la questione più importante: devo tenere il bambino o devo abortire? Non so. Lo deciderò guardando negli occhi mio fratello. Gli occhi più puri e sinceri che io conosca. Una parte di me però ha paura che si arrabbierà con Regina che ha scoperto il mio segreto prima di lui. Ovviamente però lei crede sia di William e non che nel mio ventre cresca suo fratello. Non sono sicura di essere pronta per un piccolo Walker."
Fratello!? Cosa significa?
Non sono molto lucido. Il fratello di Will è Alec. Ma Alec non conosceva Lara.
Lara... lei... si è uccisa perchè quella sera non ho nemmeno provato ad ascoltarla. Lei è morta per colpa mia. Questo è chiaro. Lo sapevo già ma ora è scritto nero su bianco su questo maledetto diario.
Merito di morirci nel mio labirinto di spine. Ma prima uccido il bastardo che l'ha violentata.
Fratello... fratello... fratello...
Ricordo il giorno in cui Raven mi aveva detto di aver sorpreso suo padre mentre tradiva la madre e dei giochini perversi che faceva.
Il sangue ribolle nelle vene.
E se fosse William Walker senior ad aver stuprato mia sorella?
Prendo il diario e scendo sconvolto ma motivato a scoprire la verità.
Le luci psichedeliche e la musica a palla dei Dj mi danno fastidio. Il dolore si propaga dallo stomaco a tutto il corpo e mi dilania guardando le persone che ridono e ballano felici mentre io ho la consapevolezza di essere il peggior fratello del mondo perché non ci sono stato l'unica volta che mia sorella mi ha chiesto aiuto. Le spine si piantano come pugnali nella mia anima affondando profonde e letali come il filo spinato. Più mi oppongo e più sprofondano lacerando ogni cosa. La verità fa male. Voglio solo dimenticare tutto. Non posso convivere col peso di averla ammazzata. E' colpa mia. Perchè non mi ha raccontato niente? Perchè non si è fidata di me? Ingurgito come una spugna alcol su alcol per affogare me stesso nel dolore. Non so nemmeno il perchè. Non avevo mai bevuto così tanto fino ad oggi. Ma ormai niente ha più importanza. Il bravo ragazzo che ero è morto con lei. Ora sono solo un vuoto involucro perennemente circondato dalle tenebre, arrabbiato e triste. L'esofago brucia ad ogni sorso di schifoso veleno ingurgitato fino allo stomaco.
Di stare a questa maledetta festa che mio padre e Regina mi hanno obbligato a dare per il mio compleanno non ho più voglia. Mi hanno lasciato la casa per tutta la settimana mentre sono a Disneyland con Max ad Orlando. Si sono fidati di me. Ma ora io cosa dovrei fare precisamente? Seguire il rettilineo come Lara verso l'ignota morte per mettere fine alle mie sofferenze trovando finalmente il modo per uscire dal mio labirinto oppure devo scavalcare il muretto del mio vicino e andare a punire il bastardo che ha violentato mia sorella? O forse dovrei semplicemente dimenticare tutto e andarmene per sempre da questo paradiso di dolore perenne dal quale non potrò mai fuggire? Cammino barcollando con la bottiglia di Vodka in mano. In ogni angolo ci sono persone che mi fermano. Non conosco quasi nessuno. Doveva esserci solo la mia classe ma ci dev'essere stato un passa parola visto che mi pare si siano radunati i ragazzi di tutti i licei di Honolulu.
Vedo Raven ridere e civettare con dei ragazzi e mi si spezza il cuore. Cos'altro devo perdere? Probabilmente l'Universo vuole punirmi per qualcosa che ho fatto o non ho fatto con Lara.
Sono troppo ubriaco per ragionare. Dovrei andare a riprendermi la mia ragazza ma le gambe si muovono dalla parte opposta.
Cammino verso la spiaggia.
"Attento" urla una voce dall'altra parte del giardino.
Una palla da Golf arriva veloce e curvata verso di me. Considerando quanto sono brillo non so come ho fatto a fermarla con la mano. Cammino per restituirla e mi trovo davanti il violentatore di mia sorella. Rimango pietrificato.
"Bella festa ma rumorosa. Non si riesce a dormire."
"Mi dispiace signor Walker."
"Perchè dovresti? I tuoi genitori hanno fatto tutto in regola. Anche con i permessi. É che Selena è alle sfilate di moda a New York e io mi annoio. Sai giocare?"
"No."
"Tu sei il ragazzino che ha fatto perdere la testa alla mia Principessa?"
"E lei è lo stronzo che ha violentato e messo incinta mia sorella Lara?"
La mia ubriachezza molesta mi fa parlare senza controllo.
Il Signor Walker spalanca gli occhi.
"Sei ubriaco."
"Sì. Ma la verità è scritta qui. Nera su bianco dalla vittima. Sono convinto che la polizia troverá il diario di mia sorella interessante. Poi basta un test del dna sul feto per stabilirne la paternità e..."
La mazza di metallo colpisce ripetutamente la mia testa.
"Questo lo prendo io. Gli incidenti alle feste capitano continuamente soprattutto quando si é ubriachi."
La testa mi fa male. Non riesco a muovermi o a parlare. Sono a terra dolorante e confuso.
Approfittando dei fuochi d'artificio, mentre tutti i miei ospiti sono distratti, mi appoggia sul trampolino della piscina facendolo macchiare di sangue e poi mi lascia cadere in acqua simulando un incidente. Lascia cadere anche una bottiglia di vodka per dimostrare che ero così ubriaco da aver fatto una sciocchezza.
"Niente di personale. Non doveva morire più nessuno ma tu sai troppo." si allontana nella notte.
L'acqua si tinge velocemente di rosso e mi avvolge mentre precipito sul fondo della piscina. Non riesco a muovermi. Gli occhi si chiudono. Mi sento leggero. Libero dal labirinto. I polmoni si riempiono di acqua mentre il mio corpo galleggia.
"Jaaaaceeeee!" urla tuffandosi per salvarmi. Immagino. E' tutto confuso. Mi sento in balia del vuoto. Le sue mani cingono i miei fianchi. Non mi chiama per nome quasi mai. "Alec aiutami!" dice al fratello che l'aiuta a tirarmi su.
"Merda amico apri gli occhi!"
"Si può sapere che cos'ha questo cretino? Ha deciso di suicidarsi?"
"Non credo Raven. Dev'essere scivolato. Comunque è anche colpa tua se sta così di merda."
"Alec.... Non respira! Non può lasciarmi! Io lo amo!"
Le sue labbra sulle mie come la prima volta. Solo che questa volta sono piene di sangue. Tossisco. Sputo acqua e sangue.
"Se volevi baciarmi dovevi solo chiedere!" ironizzo con un filo di voce.
"Sei un maledetto idiota! Cosa pensavi di fare? Sei quasi annegato."
"La devi smettere di salvarmi ok?" cerco di alzarmi ma tutto gira. Il corpo non risponde. Ho la nausea. La vista è compromessa.
"Vieni. Ti reggo io!" mi tira su Alec. Barcollo.
"Sei ubriaco fradicio!"
"Lo saresti anche tu se avessi scoperto che tua sorella si è suicidata per colpa tua! Ma è la testa... mi fa male." mi sfioro e la mano si riempe di sangue.
"Merda Jace. Non sono un medico ma si vede quasi il cervello. Come hai fatto a farti questo cadendo dal trampolino?"
"Mi ha aggredito e preso le prove..." farnetico.
"Chi? Che prove?" urla Alec.
"Di che cosa parla?" chiede Raven al fratello.
"Non lo so."
"Devo riprendere il diario di Lara..."
"Stai fermo. Hai una commozione cerebrale."
"Chiamo il 911 e i tuoi." dice Raven in panico.
"Mi sento male. Ho tanto freddo."
"Ci credo amico."
"Raven."
"Sì? Sono qui. Non ti lascio."
"Ti a..."
Com'era prevedibile credo di essere svenuto.
Tutto è diventato buio e sordo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro