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Il Labirinto di Spine - Capitolo 10

Basta poco affinché la superficialità della vita diventi essenza...

(Anna D'Urso)

"La prima volta che ti ho visto, non avrei mai immaginato che saresti diventato così importante e assolutamente necessario per la mia felicità. Non avrei mai pensato che la mia vita fosse migliore solamente con la tua presenza, una cosa semplice ma anche così bella, intensa e preziosa. Ma adesso sei qui, disteso accanto a me, ma non ci sei davvero. Mi manchi. Mi mancano le tue labbra. Mi mancano i tuoi occhi tristi e malinconici. Mi manca il tuo tormento e la tua passione. Mi manca il profumo della tua pelle nuda sulla mia. Mi manca quando ti guardo e tu improvvisamente abbassi lo sguardo arrossendo, perchè tu mi stavi già guardando. Amo il modo che hai di amarmi. Svegliati Ragazzo Solitario. Ti prego. Mi sono comportata male. Scusa. Ho ancora così tante cose da dirti, abbiamo ancora così tante cose da fare insieme come surfare, mangiare un gelato perchè non so nemmeno qual'è il tuo gusto preferito e dobbiamo assolutamente ridere perchè io voglio vedere finalmente la felicità stampata sul tuo viso ogni giorno della nostra vita. Sono egoista, lo so, ma devi assolutamente tornare da me. Segui la mia voce in direzione del sole. Non quella di Lara verso la notte."

Non fraintendere il mio temporaneo silenzio. Dentro di me sto urlando, sto combattendo per tornare da te Raven. Sono un leone in un corpo di gazzella ferita ma contrariamente alle aspettative sono vivo. E finché sarò in vita non mi arrenderò. Voglio che tu sia sempre felice e se la tua felicità sono io, come tu, ormai stai diventando la mia, allora stai sicura che tornerò da te in un modo o nell'altro. O morirò provandoci. Mai avrei immaginato che nella mia disperata ricerca della verità, nel mio tentativo goffo di scappare dal mio labirinto, alla fine mi sarei innamorato. Amarti è l'unica cosa bella della mia vita. Rinunciarvi è dura. Fa troppo male pensare al dopo se tu non ne fai parte. Preferisco vivere una vita di dolore dove ci sei tu che una vita ultraterrena tra le tenebre e il nulla cosmico.

Le sue labbra si appoggiano delicate, quasi timide e discrete, sulle mie.

"Ci vediamo dopo Ragazzo Solitario. Porto il tuo adorabile fratellino Max a mangiare il gelato."

Il cuore scandisce dei battiti impazziti che risuonano intensi e profondi nella macchina della terapia intensiva. Poi... il silenzio. Ho sempre amato il mio doloroso, profondo e straziante silenzio che racchiudeva tutto il mio tormento esistenziale. Ma ora lo trovo spettrale. Preferisco ascoltare la sua voce piuttosto che smarrirmi nel vuoto e non fare mai ritorno.
Mi vergogno ad ammettere che forse sto cominciando a stare meglio con me stesso e a tollerare meglio la mia condizione di tristezza disarmante che mi annienta quotidianamente, perchè adesso non sono più solo e non devo più affrontare i miei demoni e le mie paure più recondite in solitudine. Tuttavia sono consapevole di essere ancora un tale casino e che la strada per uscire dal mio labirinto è ancora troppo lunga e tortuosa. Da solo non ce la posso fare. Ho bisogno del tuo amore e della tua forza per trovare l'uscita. Non voglio più camminare a tentoni inciampando e precipitando in un buco senza fine ed uscita. Per la prima volta voglio camminare a testa alta in mezzo al mondo senza sentirmi un perfetto estraneo o sbagliato e voglio farlo solo tenendo la tua mano nella mia.

"Si riprenderà nostro figlio dottore?" chiede in lacrime Regina.
"Francamente signora è un miracolo che sia vivo."
"Se si risveglia giuro che lo metto in punizione fino alla laurea." brontola teso mio padre.
"Signor Vanderbilt mi è stato chiaro da subito che suo figlio è stato aggredito e ripetutamente colpito alla testa con un oggetto contundente. Non può essere un'incidente. La ferita non coincide con quella che avrebbe causato una caduta accidentale su un trampolino. La polizia ha confermato che la piscina è stata usata come messa in scena per sviare le indagini e che Jace è stato colpito altrove e poi buttato in acqua. E' ancora presto per capire se c'era l'intento di farlo annegare mentre era privo di sensi o se l'aggressore l'ha buttato pensando di averlo già ucciso."
"Santo Cielo! Chi può aver aggredito il mio Jace in casa nostra? La casa dovrebbe rappresentare il luogo degli affetti e dove sentirsi amati, protetti e al sicuro. Non riesco ad immaginare come si sia sentito impaurito e tradito da quei muri, il nostro Jace." le lacrime scendono ininterrottamente sulle guance portando via il fard che Regina usa per nascondere le lentiggini.
"La polizia sta indagando signora Vanderbilt. Spero che potranno darvi le risposte che meritate. Nel frattempo aspettiamo qualsiasi reazione cerebrale di Jace dopo il delicato intervento che ha subito alla testa e che dovrebbe aver sistemato anche la vista compromessa. Proprio qui fuori la detective incaricata nelle indagini vorrebbe parlarvi. Posso farla entrare?"
"Naturalmente, grazie Dottoressa." dice mio padre passando premurosamente il suo fazzoletto di seta a sua moglie. Le sue piccole attenzioni fanno di lui un bravo marito. Vorrei che avesse avuto queste attenzioni anche per me e Lara dopo che è morta la mamma. Ma quella perdita l'ha cambiato per sempre come la perdita di Lara ha cambiato irrimediabilmente il sottoscritto. Prima eravamo uomini diversi. Ma dobbiamo convivere con il peso del dolore e delle nostre scelte. Anche se fa male. Anche se abbiamo sbagliato. Lui almeno si sta impegnando ad essere un uomo e un padre migliore. Il nostro rapporto lo stiamo faticosamente ricucendo o forse lo stiamo scoprendo giorno per giorno. 
"Ho paura Eric."
"Anche io. Ma la polizia scoprirà cos'è successo a nostro figlio e Jace vedrai che si riprenderà. E' un ragazzo forte. Lo sai vero tesoro?"
"Jace tutto è tranne forte. Dietro quella scorza si nasconde un ragazzino ferito e triste. Un fantastico ragazzino con un cratere al posto del cuore. Tu sei via spesso amore e non sai davvero quanto soffre."
"Lo so invece. Ne ho parlato con lui. Ma mi sembrava che lentamente le cose migliorassero. Mi ha forse mentito?"
"Non credo. Un po' meglio effettivamente va. A parte questa aggressione. La presenza di Alec e soprattutto di Raven nella sua vita gli fanno sicuramene bene. Ma è ossessionato da Lara. Ho visto, sistemando la sua camera, un sacco di appunti sulla morte di sua sorella. Non so cosa cerca ma questa ricerca non può che fargli più male. Io però non sono sua madre. Per quanto ci provi a farmi amare come tale lui non mi accetterà mai in quel ruolo visto che una madre ce l'ha avuta e non sono io."
"Tesoro, sai che comunque Jace ti vuole bene."
"Sì certo."
"Il fatto che tu lo ami come tuo figlio mi fa innamorare ancora di più di te. Sei una donna meravigliosa Regina. Hai visto qualche appunto interessante sulla morte di Lara? Devo sapere come proteggere nostro figlio."
"Ha scoperto che Lara non ha avuto un semplice incidente. Crede che si sia suicidata."
Il silenzio si fa pesante. Potrei perforarlo con un punteruolo.
"Pensi che sappia del bambino?" sussurra il papà.
"Non so. Ma non ha importanza. Lara non può essersi suicidata per questo motivo. Quando hai una vita nel grembo tutto il resto passa in secondo piano e ti interessa solo di tuo figlio. E' una cosa che solo una madre può capire."
"Però a me non l'aveva voluto dire."
"Era spaventata della tua reazione. Ma te l'avrebbe detto dopo averne parlato con Jace."
"Perciò forse Jace lo sapeva."
"Non credo. Forse Lara ha cambiato idea. La sera che è morta i ragazzi avevano litigato pesantemente."
"Perchè?"
"Per una sciocchezza inizialmente. Jace voleva mangiare cinese e Lara voleva ordinare una pizza così ho deciso di ordinare due cose diverse per farli entrambi felici. Mentre ero al telefono li sentivo sbraitare. Poi la porta si è chiusa sbattendo dopo un "Ti odio" acido e pieno di odio. Jace la fissava con gli occhi vuoti. Da allora i suoi occhi sono rimasti così. Come se giù da quel ponte fosse morto anche una parte di nostro figlio."
"Signori Vanderbilt posso? Sono l'agente Talia Hobart e sono a capo dell'indagine sull'accaduto. La casa è  attualmente sotto sequestro per indagine."
"Non è eccessivo? Nostro figlio fortunatamente è vivo."
"È un'indagine per tentato omicidio. Chi ha prima fracassato la testa di Jace e poi l'ha buttato in piscina per farlo annegare, aveva l'intento di uccidere."
"Cosa?"
"Non sappiamo il movente. Vagliamo tutte le ipotesi da Jace che può aver sorpreso un ladro, alla vendetta di un nemico di vostro figlio oppure a qualcuno che può avere risentimento per tutta la famiglia. In questo caso siete tutti potenziali bersagli da ritenere in pericolo."
"È assurdo. Jace è un bravo ragazzo. Escludo categoricamente che abbia dei nemici. Visto il suo carattere chiuso e introverso, Jace non ha molti amici a parte forse Alec e Raven Walker."
"Li interrogheremo sicuramente, tuttavia ci risulta che alla festa ci fossero almeno 200 persone. Ci sarà quasi impossibile risalire a tutti per interrogarli e ricomporre come un puzzle la serata di vostro figlio e ricostruirne i fatti per scoprire il motivo dietro all'aggressione."
"Cosa? Ma come può essere possibile? Mio figlio conosce sì e no i 30 ragazzi della sua classe e dell'altra sezione che ha invitato. Con fratelli, sorelle e fidanzati si andava su 90 persone in totale."
"Ci dev'essere stato un passaparola."
"Abbiamo una telecamera all'ingresso. Per entrare in casa o in giardino occorre passare per forza da lì. Potete esaminare i video. Abbiamo un backup che dura un mese."
"Eccellente."
"Abbiamo insistito noi per questa festa Eric. Jace non voleva nemmeno festeggiare."
"Perchè se posso? Potrebbe essere utile nell'indagine."
"Abbiamo perso da poco nostra figlia Lara e Jace non si è mai ripreso. Abbiamo pensato che diventando un po' più popolare avrebbe fatto amicizia e avrebbe pian piano superato la morte della sorella. Non avremmo dovuto forzarlo. È solo colpa nostra. Non eravamo nemmeno qui quando è accaduto. Che razza di genitori siamo?"
"Non si colpevolizzi signora. Non è colpa vostra. Siete dei bravi genitori. Avete un posto dove stare fino alla fine delle indagini? Se no vi assegneremo, con la scorta a vostra protezione, anche una casa sicura."
"Il nonno di Jace, padre della mia defunta prima moglie, ha una casa qui vicino. Penso che ce la presterà senza problemi."
"Bene."
"Jaaaaceeee dove sei?"
"È arrivato il nostro Max. Lui è il fratellino di Jace. Visto che aveva superato il concorso scolastico di Spelling lo abbiamo premiato con una gita a Disneyworld ad Orlando."
"Dev'essere molto bravo."
"Si è esercitato molto. Jace l'ha aiutato tantissimo. Quando ha vinto era così fiero di lui che gli brillavano gli occhi."
"Raven perchè Jace non mi risponde da una settimana?"
"Ssshhh. Fai piano! Jace dorme. Ha battuto forte la testa cadendo e ora deve riposare per ristabilirsi. Devi avere ancora un po' di pazienza. Ok?"
"Ok. Ma quando torna a casa?"
"Presto! Buon giorno Regina. Buon giorno Eric."
"Ciao Raven. Grazie che ti sei presa cura di Max."
"È stato un vero piacere."
"Raven possiamo fare due chiacchiere in centrale con tuo fratello più tardi?"
"Certo. Lei è?"
"Sono l'agente Hobart. Indago sull'incidente di Jace."
"Lei è la fidanzata di Jace e non ha fatto niente. Non la puoi arrestare!"
"Certo. Ma è il mio lavoro parlare con tutti ragazzi presenti alla festa. Non ti preoccupare Max. Non intendo arrestarla."
"Ok. Perchè senza di lei Jace sarà di nuovo triste e io non voglio. Finalmente sta sorridendo ogni tanto e non voglio più vederlo ridotto come prima. Cerca di nasconderlo ma io lo so che sta male da quando Lara è volata in cielo come le farfalle."
"E tu come lo sai Piccoletto?" chiede il papà.
"Un fratello certe cose le sa e basta. Anche io sono tanto triste e Lara mi manca, ma devo essere forte, per Jace."
"Tesoro mio da quando sei maturato così tanto?" piange Regina.
"Mamma non piangere anche tu. Lara era importante per tutti noi però perchè per Jace lo era di più?"
"Prima che entrassimo in famiglia anche noi Jace e Lara si sostenevano a vicenda. Lara era la migliore amica di Jace e ora senza di lei si sente perso."
"Ma ha noi. Perchè non gli bastiamo?"

Voglio urlare quello che sento dentro ma il mio corpo non reagisce. Le mie labbra sono immobili. Le corde vocali tremano vibrando come corde di violino afone. Il mio fratellino nemmeno si immagina di quante volte una persona può morire dentro, di com'è soffocante, irruento e letale il pensiero di una vita senza di te, Lara. Improvvisamente mi manca il respiro. Il cuore accelera e poi semplicemente pare smetta di battere. Mentre le tenebre si trasformano in un cielo stellato, mi rendo conto che ci siamo persi. Tu hai perso fiducia nelle persone. Hai perso fiducia in me. Mi credevi diverso ma ti ho delusa, proprio come tutti gli altri, al punto che il tuo male ti ha portata a fare il gesto più sconsiderato. Ora cosa ti aspetti che faccia? Che vada avanti comunque? Che perdoni me stesso? Non posso. Hai pensato che non valeva la pena vivere quando ti sei buttata giù da quel maledetto ponte con l'auto e mi hai punito nel modo più doloroso e subdolo. Mi hai condannato per sempre al labirinto di Spine e anche se ora so la verità e potrei provare ad uscirne, ci sono un sacco di implicazioni morali che nemmeno tu hai saputo affrontare. Lottare? Lasciarmi andare per sempre come hai fatto tu? Semplicemente mi perdo in una lacrima e non ci penso più. 
Chi ha detto che piangere è un segno di debolezza? Le mie lacrime sono di rabbia, di dolore, di delusione, di colpa, di peccato e di rassegnazione. Per voi, che mi guardate come un caso umano, possono significare tutto o forse niente, ma sono esattamente quello di cui ho bisogno in questo momento. Mi hai distrutto.

Vorrei che potessi guardarmi negli occhi adesso. Dimmi Lara ne valeva la pena?

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