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Il Labirinto di Spine 2 - Capitolo 14

Se puoi cambiare idea,
puoi cambiare vita.
(William James)

La febbre mi ha reso terribilmente insopportabile. Probabilmente più del solito. Lo leggo negli occhi dei miei colleghi in videoconferenza, mentre lavoro da casa, invece di riposarmi, come mi ha detto il dottore. Non conto più le volte che hanno sbuffato o alzato gli occhi al cielo. Sono un fascio di nervi per un'insieme di cose: in primis i miei fallimenti personali a cui si aggiunge l'immobilità forzata per questa cavolo di tonsillite, poi l'università ed infine ho ottenuto l'ammissione all'Accademia delle Belle Arti di Parigi. Già. È sempre stato il mio sogno! Ma come faccio a stare dietro tutto? Sono troppo distratto! Raven si sposa e mio figlio mi odia. C'è qualcosa di più importante di questo? Io credo di no. Eppure torturarmi non risolve le cose. Se solo non fossi così imperfetto ed orgoglioso forse si aggiusterebbe tutto ma ho smesso di strisciare sempre da lei. Con mio figlio non mi arrenderò ovviamente, ma Raven devo lasciarla andare. Ne sono consapevole però non ci riesco, dannazione! Sbraito contro Todd, il nuovo tirocinante, per una sciocchezza e lui mi guarda perplesso. In effetti arrabbiarsi in questo modo per il Font sbagliato sugli inviti della festa aziendale è eccessivo perfino per me. Ma con tutti quelli che esistono doveva proprio scegliere lo stesso usato nelle Partecipazioni di Raven? Sto sbroccando!
Non bisognerebbe mischiare i problemi privati col lavoro, lo so. Ma che cosa ci posso fare se tutta la mia vita in questo momento va in merda? Se fossi un'automa non avrei alcun problema e forse sarei più accondiscendente con gli altri, ma sono soltanto io: il Ragazzo Solitario che rimane sempre intrappolato nel suo Labirinto di Spine.
"Sono desolato. Io..."
"No. Non è colpa tua. Ho esagerato. Mi... mi dispiace Todd." quanto è difficile chiedere scusa. "Sono... esploso per niente. È che..." farfuglio inconcludente.
Mi sorprende con un sorriso.
"Va tutto bene Boss. Ora seleziono tutto e metto il Font che desideri. Riguardati ok?"
"Grazie."
Termino la chiamata e barcollando mi dirigo in cucina per bere.
"Smettila di rompere a tutti e fatti una dormita. Ti direi di farti una scopata, perchè Dio solo sa quanto ne hai bisogno, ma considerando l'aspetto da lenzuolo appena uscito dalla centrifuga che ti ritovi, direi che è meglio la prima opzione."
Stringo il bicchiere nella mano che trema cercando di bere.
La mia goffaggine non passa inosservata. Subito Alec porta la mano alla mia fronte preoccupato.
"Scotti e hai le guance arrossate dalla febbre. Dico sul serio dovresti riposare."
"Dovrei seriamente chiedere ad Emily di uscire con me."
Mi guarda accigliato.
"Sei grave! Farnetichi idiozie. Lei manco ti piace in quel senso."
"Dico sul serio. Non sei tu che hai detto che devo dimenticare "La Stronza"?" appoggio la testa al tavolo.
"L'ho detto e per quanto voglia bene a..."
"Puoi dire il suo nome. È un nome bellissimo e così sexy da pronunciare."
"Santo Cielo!"
"La amo sai?"
"Certo che lo so!"
"Perchè non mi vuole? Sono così male? A letto penso di essere bravo. Sono sempre attento ai suoi bisogni, mi ritengo affidabile, onesto e premuroso. La cosa più importante è che i miei sentimenti per lei sono sinceri e puri, la metto sempre al centro del mio mondo, ma non è abbastanza."
"Basta autocommiserarsi. Non hai niente che non va. L'unica che ci rimette é mia sorella."
"Non credo perchè quello che sta male sono sempre e solo io. Lei è la mia vita e io non vivo più da oltre 5 anni."
"Smettila di torturarti! Pensa a te per una volta. Non posso sempre raccogliere i cocci che si lascia dietro mia sorella." mi canzona irato Alec passandomi un The caldo e le medicine.
"Almeno non devo vederla sposare con un altro. Questa influenza è provvidenziale. Non voglio guarire."
"L'ho notato che fai di tutto per rimanere malato, ma Jace devi stare meglio, andare al matrimonio, divertirti e sbatterle in faccia cosa si è persa e che tu sei forte e puoi essere felice senza di lei."
"Ma non è vero niente."
"Allora fingerai. Un passo alla volta. Ok?"
Annuisco poco convinto.
"Ora per favore vai a coricarti. Non voglio raccoglierti da terra come ieri."
"D'accordo. Ho solo più la riunione col CDA e poi mi metto a dormire. Tu vai pure, hai una ragazza, che ti ama, che ti attende. Rendila felice e vivi per lei, non per me. Alec, davvero, non sei obbligato a rimanere."
"Lo so. Ma non ti lascio. Voglio rimanere perchè sei un fratello per me e perché nonostante tutti i tuoi casini, per me ci sei sempre. Charlotte è d'accordo. Non potrei stare con una ragazza egoista che non mi lascia i miei spazi e che non adora come me il mio migliore amico. Lei è la mia anima gemella."
"Allora non fartela scappare."
"No. Me la sposo." mi fa l'occhiolino. "Ora mettiti a letto." Sorrido dopo che mi ha rimboccato le coperte e passato il Portatile.
"Grazie Alec. Ti voglio bene."
"Wow! Devi avere la febbre altissima perchè il Jace che conosco io non mi avrebbe mai dato la soddisfazione di dirmi quanto mi vuole bene."
"Perchè sei egocentrico a dismisura e ti monteresti la testa ma probabilmente è davvero la febbre a parlare per me! Comunque negherò di averlo detto."
"Detto cosa?"
"Che ti voglio bene."
"Per forza! Sono fantastico. E l'hai ridetto." ride compiaciuto.
"Già. Devo iniziare."
"Sei sicuro di volerti infilare in bocca ai lupi di tua spontanea volontà?"
"Esagerato! Io sono il capo."
"Non sembrano rispettarti molto, perciò buona fortuna. Ne avrai bisogno. Quelli aspettano famelici per sbranarti.
"Sei il migliore amico e fratello del mondo Alec."
"Anche tu."
Il mio monologo dura da 20 minuti ormai e la tensione si potrebbe tagliare con una motosega. Ogni tanto la vista diventa ovattata e le forze mi mancano, ma per fortuna resisto senza svenire. Osservo quel branco di burattini, messi lì da mio nonno, confabulare mentre sorseggiano caffè nella sala riunioni della Vanderbilt Direction.
Scuotete le teste quanto volete. La vostra opinione non mi interessa. Io ho già deciso. Una decisione ponderata e di cui ho valutato ogni rischio a lungo termine.
"É imprudente da parte sua Jace. Non ha le giuste competenze in merito perciò la invitiamo a desistere."
"Non è una richiesta la mia. Questa riunione è stata indetta solo per informarvi."
"Anche se ha la maggioranza delle azioni, in base allo Statuto aziendale, per queste decisioni ci vuole l'unanimità del Consiglio d'Amministrazione."
La gola mi dà il tormento. Antibiotici, pastiglie, caramelline. Nulla funziona. Parlare è massacrante. Giorni fa, per la gioia di tutti, sono rimasto completamente afono. Ma oggi, nonostante deglutisca a fatica, le mie corde vocali sono battagliere. Tralascio di parlare della testa, dei brividi costanti, dei dolori muscolari e della spozzatezza che mi inchiodano al letto da 6 giorni, perchè le mie condizioni di salute sono insignificanti. Oggi si fa la storia della Vanderbilt. O almeno spero. Ho avuto molto tempo e notti insonni ultimamente, videochiamate legali ed economiche, che mi hanno portato a prendere la decisione di investire parte del nostro capitale, destinato a sciocchezze come i "Gadget aziendali" regalati ai dipendenti ogni Natale, in Bitcoin. Mi aspettavo più entusiasmo. Ma questi magnati della finanza "vecchio stile" non ne capiscono il potenziale e ci vedono solo i rischi e pensano sia un azzardo. Fa niente. Sarà il tempo a darmi ragione.
"È vero. Ma in base allo stesso Statuto, Paragrafo 109 comma 6 b, se il socio maggioritario detiene almeno l'ottanta percento delle azioni, allora non occorre l'appoggio del Consiglio d'Amministrazione. Perciò informarvi è solo una formalità."
Mi guardano stupiti come se non si aspettassero la mia competenza sullo Statuto ma ahimé per loro, ho fatto i "compiti".
"A noi risulta che possieda il 73% delle azioni."
"Questa settimana ho investito il mio capitale personale acquistando Azioni della Vanderbilt Holding. Ora detengo esattamente l'87% delle quote azionarie pertanto..." mi frego la testa dolorante.
"Ha bisogno di una pausa?"
"Sto benissimo." rispondo acido. "In base alle previsioni dell'andamento attuale, triplicheremo il capitale in appena 3 mesi. Ci saranno sicuramente ribassi significativi ma questo è un investimento che va considerato su lungo termine. Ho giá un ufficio pronto per fare anche trading. Vi ho inviato tutti gli studi approfonditi e i grafici. Inoltre questi sono i profitti ottenuti da una settimana di trading su 100.000 dollari investiti da me privatamente e..." chiudo gli occhi quando le loro facce vorticano attorno a me. Perchè sono così cocciuto e non me ne sto bravo bravo a letto?
"Esamineremo i suoi dati. Ma è un investimento rischioso."
"Dobbiamo svecchiare la nostra immagine. Non saremo l'unica azienda a rimanere ancorata al passato. Altri come la Tesla di Elon Musk e la Apple hanno giá comprato criptovaluta." mi si girano gli occhi. "Inoltre basta con gli inutili Gadget natalizi. Da quest'anno ogni dipendente otterrà un premio esentasse in busta paga."
"Sì ma, ha idea di quanti dipendenti abbiamo?"
"Ne sono consapevole. Cosa se ne fanno di un portachiavi col logo quando possono avere soldi in più da spendere in base alle loro reali esigenze? È provato che i dipendenti soddisfatti sono più produttivi. Con questo, ritengo conclusa la nostra assemblea. Spero di potervi incontrare personalmente alla festa di Natale. Buona serata."
Chiudo la videoconferenza e appoggio il portatile al comodino. Non mi va di mangiare niente e dopo aver fatto i capricci come un bambino, Alec mi obbliga a bere un brodo caldo e col paracetamolo mi assopisco.
Alle 02.00 mi sveglia la suoneria odiosa di Skype.
Quasi sbianco quando vedo che è Vince. Niente panico. A Honolulu sono le 21.00.
"Eih piccolo!"
"Papino... non riesco a dormire." stringe un logoro Peluce e si strofina gli occhi assonnati. "Mi suoni una ninna nanna al piano?"
Sorrido felice di questa sorpresa.
"Purtroppo qui ho solo la pianola ma sono felice di suonare per te. Avanti! Vai nel lettino."
Così comincio a toccare i tasti suonando brani rilassanti, mentre Vince sbadiglia.
"Papino... ti voglio bene." mi sussurra mezzo addormentato e il mio cuore perde un battito.
Lo osservo dormire da un po'. Non ce la faccio a chiudere la chiamata. Così lo sento più vicino. Talmente vicino che sento il suo profumo e il calore del suo corpo accanto al mio, proprio come al funerale del nonno.
Beato dal viso angelico di mio figlio, Morfeo mi accompagna nel mondo dei sogni.

"Vince, tesorino mio, hai dimenticato di nuovo il Portatile acceso, vero?"
Gli rimbocco le coperte e noto che dorme come un angioletto. Beato lui. Quest'ultimo mese per me è stato estremamente stressante. Sono così tesa che non faccio altro che vomitare quel poco che riesco a mangiare.
Mi volto verso il computer per spegnerlo e lo vedo. "Jace?"sussurro sorridendo. Si sono addormentati mentre erano collegati in videochiamata. Dolci furfanti! Osservo il suo viso stupendo.
Non ricordavo nemmeno quanto fosse bello il mio Ragazzo Solitario.
Sospiro mentre mia madre mi circonda la vita.
"I tuoi occhi sorridono solo quando c'è lui, mia cara. Scegli il padre di tuo figlio. Sai anche tu che nessuno al mondo ti renderebbe felice quanto Jace. Non Paul di sicuro. A pelle non mi piace."
Lo so. Sospiro chiudendo con dispiacere la videochiamata. Potrei osservare il mio Ragazzo Solitario dormire per sempre, senza mai stancarmi. Alla mamma Paul non è mai piaciuto, Jace invece lo adora. È per quel suo modo di fare educato che ha, per il suo essere colto e spiritoso, per la sua bellezza genuina e per la sua aura tenebrosa ma da cucciolo ferito e indifeso. Mia madre non dimenticherà mai la cena in cui Jace le ha fatto i complimenti nonostante i suoi gamberi fossero gommosi e insipidi. Una vera schifezza tanto che io li avevo sputati nel tovagliolo e Will li aveva ingeriti come pastiglie con l'acqua. Inspiegabilmente solo ad Alec erano piaciuti. Sorrido al ricordo felice.
"Scegli Jace amore. Ha quel sorriso stupendo!"
A volte credo che si sia innamorata del suo sorriso prima di me. Ma è impossibile perchè il sorriso che concede solo a me è unico, prezioso e stupendo.
"Ma Jace è davvero tutto bello. Se avessi la tua età l'avrei già sposato. Raven... Tutto bene? Sei pallida."
Annuisco ma poco dopo sono costretta a scappare in bagno. La nausea che provo a causa della cena mi fa venire i conati. Mi svuoto della pizza Hawaii che mi ha disgustata e mi siedo sul water dopo essermi ripulita.
"Vuoi continuare a far finta che non sia giá successo?"
"Sto bene mamma! Ti ho detto che l'ananas aveva un gusto strano."
"In verità era perfetto e fresco. Sei tu che lo senti diverso. Ho avuto tre figli e so per certo che non è un'indigestione. Sei incinta Raven."
"Cosa?" sgrano gli occhi.
Sono sempre stata attenta con Paul... Anche quando mi ha... L'unica volta che sono stata superficiale è stato... al funerale! Dannato Ragazzo Solitario! Dannata me che non gli resisto!
"Anche se sei incinta di suo figlio, puoi non sposarlo."
"Se sono incinta davvero, il bambino non è di Paul, mamma."
"Oh! Questo non me l'aspettavo da te, tesoro. Ma di chi è allora?"
Faccio una smorfia guardando Vince.
"Di Jace."
"Amore, questo è un segno del destino."
Vorrei che lo fosse ma nonostante lo ami con tutto il cuore, non possiamo stare insieme. Le lacrime solcano le mie gote.

"Dove sei stata Puttana? Lo so che non eri a Washington."
"Certo che ero da mia cugina. Smettila con queste scenate inutili."
"Eri da lui, non è vero?"
"No."
Il suo schiaffo arriva violento sul mio viso.
"Non mentirmi, cazzo!"
"Non ti sto mentendo."
"Allora cosa ci faceva Vince con suo padre?" mi sbatte un articolo del New York Times in faccia dove c'è la foto di mio figlio con Jace.
"Posso spiegarti..." farfuglio.
"Stai zitta! Ora ti insegno le buone maniere. Devi capire chi comanda!"
Tutto quello che mi ha fatto quella notte non lo dimenticherò mai. Ha risparmiato dalle sue percosse più brutali solo il mio viso. Nascondo ancora i lividi sul mio corpo indossando sempre pantaloni e maglie con le maniche lunghe. Lo credevo un brav'uomo ma dentro di lui si nasconde un mostro.
"Se lo racconti a qualcuno te ne pentirai."
"Non ho paura di te." singhiozzo insanguinata e dolorante con gli abiti strappati, dopo che mi ha anche "violentata", seduta in un angolo della camera da letto.
"Non vedo l'ora che il tuo Jace venga al nostro matrimonio." ghigna malefico. "Conosco così tanta feccia in prigione che assoldare qualcuno per ucciderlo sarà come bere un bicchiere d'acqua."
"No. Ti prego."
"Allora mi sposerai e per i tre giorni in cui sarà qui sfoggerai il tuo sorriso più felice e gli sbatterai in faccia che ami solo ME. Chiaro?"
Annuisco e lui si altera.
"Chiaro?" urla.
"Cristallino."
"Poi gli farai firmare questi fogli."
Li osservo e mi sento morire.
"Cosa? No!"
"Invece sì. Gli concederai l'affidamento esclusivo di Vince. Non voglio quel bastardello in casa mia."
"No! Mai. É mio figlio!"
Mi prende per il collo e mi stringe facendomi quasi perdere i sensi.
"Hai perso ogni diritto di pretesa e di opinione, brutta cagna. Mi hai capito? Tu te ne starai al tuo posto. Muta e accondiscendente. Questo tradimento te lo perdono ma ti punirò ogni notte dal matrimonio fino a quando non sarai incinta di MIO figlio. Ora baciami e dimmi che mi ami più di lui."
"Io non ti amo e non ti amerò mai come amo Jace. Puoi picchiarmi e minacciarmi ma sappiamo entrambi che è la verità. Gli lascerò l'affidamento esclusivo di Vince, con la morte nel cuore, solo per proteggerlo da te. Sei un mostro e mi fai schifo."

Tremo e mia madre mi scuote.
"Piccola mia, stai bene?"
"Sono solo stanca. Penso che andrò a riposare."
"Nelle tue condizioni devi riposare molto."
Sbuffo alzando gli occhi al cielo sfiorando l'addome piatto.
Non ci voleva. Ma già lo amo, intensamente come amo Vince, perchè so che è di Jace.

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