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7

Mi sedetti in mezzo al corridoio, in lacrime.

Senza rendermene conto mi passai una mano sulla pelata, per poi guardarmi le dita e accorgermi che il colore degli Uniposca vi era rimasto attaccato, il che mi fece piangere ancora di più.

Sentii la porta spalancarsi alle mie spalle e vidi Giovanni uscire dalla classe. Il mio volto fu illuminato da un sorriso di pura gioia: che carino, era venuto a consolarmi.

"Chetteridi, zoccola? Devo andare a fare una cappatina al cesso. La nonna Antonietta mi ha fatto i fagioli per colazione." Affermò schiettamente, scorreggiando sonoramente per tutta la strada fino ai bagni.

Rimasi ferita per quei suoi modi scurrili, ma non ebbi il tempo di rimanere corruciata a lungo: la terra iniziò a vibrare, e l'allarme anti-terremoto prese a suonare all'impazzata.

Subito gli studenti si riversarono per i corridoi, correndo agitati in ogni direzione. Mi unii alla massa di studenti che uscivano alla rinfusa, e tirai un sospiro di sollievo quando incrociai destina al punto di raccolta.

Tutta la scuola era stata evacuata, ma ad un certo punto mi paralizzai. I miei pensieri corsero a Giovanni; lui era ancora in da cesso.

"Oddiooo! Qualcuno trovi Giovanni!" strillai, strappandomi quel poco che restava dei miei capelli.

"Scialla sorè." sentii una voce annunciare candidamente alle mie spalle. Mi voltai e vidi Giovanni fare il segno della pace. Puzzava un po' di merda.

"Comunque statemi a sentire tutti, minchioni e scimuniti." urlò attirando le attenzioni di tutta la scuola, mettendosi al centro dello spiazzo. "È tutto sotto controllo, quale terremoto e terremoto. Ho solo partorito una cagata atomica di 13 kg. Ho anche fatto una foto per mandarla al Guinness World Record." disse, mostrando il suo cellulare a chi si trovava accanto a lui. Liam il dislessico sospirò con ammirazione, estasiato.

"Uau! Che stronso ennnorme! piu di queli di naial!" esclamò.

Giovanni gli assestò una cinquina in pieno viso, facendolo cadere dritto disteso a terra, privo di sensi.

"Scusate, ma 'sto babbuino mi aveva proprio cacato 'er cazzo."

Un applauso accorato di sincera ammirazione si levò da ogni angolo del cortile. Qualche professore, commosso, tirò su col naso. Addirittura, vidi quella troiotottottola di Estate lanciargli il reggiseno. Giovanni si scansò schifato. Forse la fica non rientrava tra le sue priorità? Mi pianse il cuore a pensare di non avere chances con lui. Speranza senza speranze.

"Cari studenti, siccome le flatulenze hanno reso inagibile i corridoi, per oggi le lezioni sono sospese." Annunciò il preside rubandogli la scena. "Potete andare a casa."

Io e Destina iniziammo a incamminarci verso l'uscita, quando sentii qualcuno picchiettarmi sulla spalla. Mi voltai e vidi quel deficiente di Giustino sorridermi. Nonostante ce l'avessi con lui, era proprio bello.

"Ehy, Destina, posso rubartela un secondo?" chiese alla mia amica.

"No." Ribattè lei, sfidandolo.

"Ma era una domanda retorica, kittesencula a te, ornitorinca." la offese Giustino, prendendomi da parte.

"Volevo solo chiederti scusa per prima ... non volevo offenderti, è che davvero ti trovo scopabile." Disse ammiccando e io mi sentii sciogliere.

"Capito. Dai, ti perdono." Dissi.

"Ottimo. Ti va se pranziamo assieme?" Propose sorridendo. Come potevo rifiutare?

"Certo." Accettai.

"Bella pe' te. Salta in sella sul mio monopattino." Mi incoraggiò. Cercai di aggrapparmi al suo addome muscoloso mentre pattinava per la città, ma era davvero difficile mantenere l'equilibrio. Infatti, dopo non molto, caddi distesa all'indietro.

Giustino se ne accorse subito e si fermò accanto a me sul marciapiede. "Oddio, Speranza! Tappost?" Chiese apprensivo.

"Sisi sto un bocciuolo amo. ma il tuo monopattino?" Chiesi preoccupata. Chissà quanto gli era costato.

"Non importa. Ho anche un triciclo a casa , tutto ok. Sicura di star bene?" Si premurò.

In quel momento qualcosa balenò nella mia crania pelata. Finsi di morire così Giustino si accostò alle mie labbra per farmi la respirazione bocca a bocca.

Cavolo, le sue labbra erano così morbide che senza pensarci troppo mi rianimai e gli ficcai la lingua in gola, facendolo soffocare. Adesso era lui quello moribondo. Diventò rosso paonazzo, poi arancione, giallo, verde, blu e viola. #HappyPride

"Oh minchia Giustino! Cosa ti ho fatto?" singhiozzai. Dovevo stare calma. Cosa potevo fare con un cadavere? Mi guardai attorno disperata e vidi un cassonetto della Caritas, così lo buttai dentro, sollevandolo con tutte le sue forze.

Stavo per allontanarmi in lacrime, quando sentii una voce provenire dal cassonetto.

"BRUTTA SCIMUNITA DEMMERDA, SO' VIVO! TIRAME FUORI DE QUI, CHE T'ARRIVA 'NA MAZZETTATA SOTTO I DENTI, STUPIDA BIBBI!" urlò a pieni polmoni.

"Omeodeo Giustino! Sei vivo! Grazie gesù!" Esclamai dando un bacio alla catenina di Sant'Antonio che portavo al collo, e questo ricambiò il bacio.

Aiutai Giustino a riemergere, era completamente coperto dalla monnezza ma era figo uguale.

"Scusami Giustino. Pensavo fossi schiattato." mi scusai. "Puoi venire a casa mia a farti una doccia se ti va."

"Va bene." Accettò.

Una volta arrivati a casa mia, gli indicai la strada per il bagno.

"Non vieni con me? Per risparmiare acqua." Sogghignò facendomi un occhiolino. Uno tsunami si sprigionò dalle mie mutande, e fui costretta a nuotare per tutto il salotto fino a raggiungere Giustino che si teneva a galla a malapena.

"Scusami Giustì, ho problemi con la mia eccitazione." Mormorai affranta. "Comunque non credo di potere, perché sai ... ieri io e Enrico ..."

"See, quel piskello mi ha già raccontato tutto." Mi interruppe. "Ma chettefrega no? Your pussy your choice."

"Non è così semplice giu ... io ero ubriaca marcia di Sprite ... non voglio fare la zoccola. Sono andata a confessarmi stamattina, e ho fatto un voto di castità fino alla prossima settimana." Confessai.

"Ma io conosco il prete." Affermò.
Luisa era un' ermafrodita che nel tempo libero si divertiva a fare la pretessa, e mi aveva confessato di nutrire un debole per Giustino da quando a 9 anni gli aveva confessato di aver disegnato un pene con la crema solare sulla faccia di Don Rino in gita con l'oratorio, però poi l'abbronzatura era rimasta e quindi Don Rino aveva cambiato mestiere. Aveva perso 45kg grazie a KiloKal, fatto la ceretta ai baffi e alle ascelle e ora lavorava come spogliarellista.

"Vabbè ma comunque Giu io non me la sento di fare sesso con te subito per quanto tu mi piaccia. Devo ancora riflettere su me stessa." Spiegai con un debole sorriso.

"Oke dai. Tanto prima o poi succederà vedrai." Mi fece un occhiolino, nuotando fino in bagno.

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