Il disastro
La vita normale non tardò a ricominciare, una volta finita la missione. La vita normale. Non era più normale in realtà: ora avevo Taga. Ma non sapevo che non sarebbe durato. Il terzo anno avevamo ottenuto entrambi promozioni. Taga era maresciallo e io tenente. Ci eravamo trovati un appartamento in una zona della città vicina all'Accademia, per essere sempre reperibili.
PARLA TAGANE: 7 dicembre 2057
Ho scoperto da poco che Veronika aveva un diario e ho pensato che sarebbe stato carino informare i lettori di questo, Veronika lo faceva leggere a tutti, di come terminò la nostra relanzione. Penserete sia stato uno dei soliti incidenti del mestiere che accadono fra ragazzi e ragazze, ma non fu così. Volete sapere cosa successe? È una storia complessa e dolorosa. Tuttavia sono certo che cari lettori, se siete arrivati fin a qui, continuerete. Fatelo almeno per onorare la sua memoria!..... Avevamo comprato, come dice lei, un appartamento vicino all'Accademia e lì trascorrevamo il tempo quando non eravamo impegnati. Eravamo molto innamorati. Passavamo insieme tutte le notti. Ma ogni volta che faceva la faccia da gatta morta mi impauriva. Non avevo il coraggio necessario per possederla. Dopo quello che aveva sofferto la volevo proteggere. La dovevo proteggere. Ogni volta che allungava le mani, che intrecciava i corpi, io la blandivo crudelmente. Così però non le facevo male. Così la proteggevo. Così pensavo. Mi sbagliavo. A nulla valsero gli arabeschi psicadelici che le disegnavo sul collo, sul ventre, sulla schiena e sulle spalle. Si squagliava e passavamo la notte così, in questo modo crudelmente romantico. State tranquilli. Non vi annoierò con i dettagli e mi limiterò a spiegarmi i fatti. Era una fredda mattina d'inverno. L'aria gelida mi pizzicava il viso. Ero uscito per fare una commissione per Veronika; volevo regalarle un'anello. Era il nostro terzo anniversario di fidanzamento. Lei dormiva ancora semi-nuda quando io mi svegliai, mi vestii e piano uscito di casa, incominciai a correre. Arrivato da Steve, il gioielliere, scelsi un semplice anello che lei mi aveva indicato. Poi la tragica telefonata. Era Veronika. Romori, suoni forti e violenti e frase spezzate. -Vieni...- Fortunatamente avevo già pagato. Uscii dal negozio di corsa. Estrassi la pistola, la portavo sempre con me. In breve tempo percorsi Time street. Una fottuta jeep nera mi superò. Ma non solo. Partì una scarica di colpi. La gamba sinistra fu lacerata. E la jeep si allontanava.
-Capitano Diggs?-
-Si?- la voce del mio superiore suonava strana al cellulare.
-Hanno rapito il Sergente Hackermann.-
Finisce qui il primo libro della possibile trilogia intitolata "Il Killer". Il secondo libro è in ideazione. Se qualcuno di voi, gentili lettori, volesse aiutarmi, l'aiuto sarebbe ben accetto.
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