UPOV.
I due continuarono a guardasi, allontanandosi lentamente. Eren tornò a passo lento dove era prima, accanto a Mikasa, senza degnarla di un solo sguardo. Il corvino lo fissava con aria tremolante, come ferito dalla sua scelta, ma comprensivo.

<Eren, andiamo>
Fu Mikasa ad interrompere del tutto quel contatto tra loro, riprendendo la mano di Eren e spintonandolo verso di lei, intimandogli di voltarsi a guardarla. Il castano lo fece, anche se riluttante, incastonando le sue meravigliose pozze negli occhi della sua amica, nervosa come non mai. Le si leggeva in faccia che non stava bene, che provava un senso di rabbia indicibile, anche se il castano non capiva il perchè.
Solo in quel momento, mentre riprendeva a camminare con la corvina, notò quanto fossero simili i due. Levi e Mikasa si somigliavano decisamente troppo per non avere nessun grado di parentela. Se non fosse stato per le occhiatacce che la sua migliore amica stava mandando a chiunque e a qualsiasi cosa, probabilmente Eren avrebbe provato a chiederle informazioni su di lei e sul maggiore, ma ora come ora era meglio starsene in silenzio.
Percorsero l'intero viale in silenzio, senza degnarsi di uno sguardo, neanche di un respiro. Mikasa era davvero tesa, così nervosa che di tanto in tanto gli stringeva la mano con troppa forza. Quando arrivarono sotto casa di Eren e lei lasciò la sua mano... beh, Eren costatò che doveva metterci del ghiaccio.
La sua mente però era ancora diretta ad un unico pensiero: Levi Ackermann.

~

Se Eren stava pensando Levi, quest'ultimo stava facendo altrettanto: pensava al moccioso.
Si chiedeva se Eren avesse letto l'ultimo suo libro, quello in cui parlava di lui. Si chiedeva se avesse capito che egli era il soggetto delle sue descrizioni, delle sue profonde fosse novizie.
E tra i suoi mille pensieri, l'uomo, decise di rintanarsi nella sua abitazione. Fece giusto in tempo ad arrivare al portone della sua villetta che venne colto da un terribile temporale. La pioggia picchiava sull'asfalto e sui vetri delle finestre, creando un frastuono fastidioso, come il chiasso che avevano i nostri due protagonisti in testa.
Levi si sedette sulla poltrona, volgendo lo sguardo al cielo tempestoso fuori da casa sua e pensando a cosa stesse facendo il castano.
Parlando di Eren...

Il ragazzo si era addormentato sul divano nel suo salotto, coperto da un lenzuolo candido, posizionato sul suo corpo dalla sua migliore amica, Mikasa. La corvina voleva scavare più a fondo, scoprire come mai suo zio ed il suo amato si conoscevano, perché si guardavano in quel modo. Voleva bene a suo zio e provava per lui immenso rispetto, tuttavia non poteva permettergli di portarle via il suo "amore".
Per approfondire il tutto, la corvina, scattò una foto di Eren dormiente sul divano, coperto dal lenzuolo ma con un particolare nuovo: gli aveva tolto la maglia. Spogliare Eren durante il sonno era semplicissimo, il castano aveva il sonno davvero pesante, si chiedeva se una granata l'avrebbe potuto far alzare. Riguardò la foto, pensando e aggiungendo alcuni dettagli. Volle scattare quindi una seconda foto, dove Eren aveva in aggiunta i capelli scompigliati-ovviamente glieli aveva scompigliati lei- e molto rossore sul viso. Questa seconda foto le parve perfetta e si decise ad inviarla a suo zio, scrivendogli: <Conosci Eren?>

Levi ricevette la foto, cosa che lo destabilizzò. Non che fosse geloso, forse solo un po', solo che non sapeva come mai la nipote gli avesse inviato una foto del moccioso in quelle condizioni. Non si era mai interessato della vita sessuale di Mikasa, non voleva interessarsi adesso, soprattutto se in mezzo vi era anche Eren.
Qualcosa dentro Levi si smosse, qualcosa che avrebbe portato ad un allontanamento e...
ad un punto e a capo.

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CIAO RAGAZZUOLI!
Ebbene, sono tornata, come promesso. So che il capitolo è un po' corto ma è solo di passaggio. Ci vediamo nel prossimo capitulinooooo, bye!
Commentate e lasciate una stellina per farmi sapere che siete ancora attivi e che volete ch'io pubblichi un altro capitolo~