C2: il sentiero (4/7)
Le mie giornate, tutt'oggi, sono piene di impegni che ritengo inutili ma che, purtroppo, sono necessari per assicurarmi un futuro ed uno stipendio che mi permetta di arrivare a fine mese. Solitamente, le mie giornate lavorative scorrono allo stesso modo, facendomi fare le stesse identiche cose, con leggere variazione di tanto in tanto.
In una delle mie giornate monotone, però, ho incontrato un paio di occhi chiari che mi hanno sconvolto. Due enormi gemme verdi, grossi pozzi d'acqua marina, pronti a risucchiarmi in un vortice di emozioni a me sconosciuto. Quegli occhi dalle meravigliose iridi verdognole, mescolate a spruzzi di celeste e piccoli chicchi di pesco. A completare il tour della meraviglia sono le sue pupille, acquose e chiare rispetto al solito colorito. Quei laghetti mi hanno rapito e con loro... anche il loro possessore.
Le ciocche di capelli castani, che gli ricadevano dolcemente sul viso, gli donavano un'aria infantile e gentile. Per la prima volta in vita mia ho incontrato qualcuno capace di sbalordirmi con il semplice essere.
Chi sei, moccioso? Quale Dio ti ha mandato su questo pianeta?
Quale meraviglia del mondo vuoi essere?
"Il nuovo libro di Levi è davvero bello! Ha incontrato una persona speciale, che credo sia un ragazzo... la o finale me lo fa intuire. Che occhio attento che ho! Chissà chi è questa persona! Anche se..."
Eren stava correndo per casa tenendo stretto fra le dita il nuovo libro del suo autore preferito. Ackermann aveva pubblicato un testo intitolato "Il Sentiero", dove aveva parlato del suo lavoro e del percorso formativo che aveva avuto. In queste pagine ha però descritto in modo impeccabile una persona che doveva essere molto speciale ma che, ahi ahi, al nostro Eren recava molta gelosia.
Levi lo aveva tormentato in sogno, nella vita reale e perfino nei suoi percorsi didattici! Sembrava essere ovunque anche se non lo aveva mai visto prima di quel giorno.
"Perchè mi tormenti, Ackermann?"
Una sola domanda gli frullava per la testa, una domanda alla quale non sapeva se avrebbe avuto risposta ma ciò che sapeva per certo era che non avrebbe smesso di leggere i capolavori di Levi.
Il mio percorso, all'interno dell'Accademia "Kyojin&Wall" mi ha aiutato ad ottenere, in primo luogo, un impiego al Burger King. Il locale non mi è mai piaciuto, troppi germi e troppi alimenti poco salutari che mi fanno sentire male, ma era l'unico lavoro che potevo fare prima di arrivare quí. Scrivere non è per nulla semplice, non è qualcosa di fattibile a livello popolare, altrimenti tutti ne farebbero uno. Scrivere un bel libro è una vera sfida contro tutti, contro se stessi principalmente.
Una cosa che ho appreso, con l'avanzata degli anni e con la crescita della mia carriera e della mia popolarità, è forse quella di non arrendersi mai. O quasi.
A volte le cose si realizzano in un batter di ciglia, proprio come dicono le fiabe.
Dobbiamo solo saper aspettare... ed io ho aspettato il mio pacchetto...
"un pacchetto".
Il mio impiego da scrittore, seduto dieteo una grande cattedra in legno scuro, è iniziato quando ho conosciuto Petra, una ragazza dai capelli rossicci e gli occhi di un colore ambrato. Ai tempi era sposata con Oruo, un mio caro amico che ha sempre provato ad imitarmi caratterialmente, risultando spesso ridicolo per molti ma unico e sensibile per me. Egli sapeva della mia lunga e triste storia, di come la mia vita era cambiata. Da ragazzo di strada, con soli due amici, a scrittore e appassionato delle arti.
Ahimè, Petra ed Oruo mi hanno abbandonato anni fa e non per loro scelta. Un enorme incidente stradale ha portato via le loro anime dai corpi, abbandonati ad un cumulo di macerie e resti di un automobile bruciata.
Non è tanto difficile comprendere il perchè, a mio parere, tutte le persone a me care rischiano ogni giorno la pelle. Sembra ch'io sia un'attira sventure di prima categoria!
La prima volta che mi sono seduto su di una comodissima sedia di pelle nera, prendendo fra le mani una penna, è stata il giorno in cui Petra aveva scoperto di essere incinta.
Il bambino, o bambina, non è mai nato. La rossa era al quinto mese quando è accaduto l'incidente.
"Levi, mi intriga sempre di più... È come se fosse una libreria, migliaia scaffali pieni di libri! Ed io ho voglia di leggere tutti i libri che compongono Ackermann"
Ma non credo sia importante, non ora, non qui. Mentre scrivo mi tormentano le immagini di quel volto, liscio e giovane, troppo bello per non essere notato.
Vorrei avere solo un attimo, un attimo giusto per rinchiudere tutta la sua bellezza in un unico luogo.
Moccioso, ti sto pensando.
E mentre leggeva quelle parole, Eren si sentiva sempre più strano. In cuor suo sapeva che la sua era pura gelosia ma ciò che non poteva sapere era che, Levi, stesse descrivendo proprio lui! Eppure, gli sarebbe bastata una piccola indagine più profonda per capirlo. Avrebbe dovuto capire che si trattasse di lui dal colore degli occhi, dal luogo, dalle ciocche dei capelli... da molti particolari che aveva dato per scontato ma che a Levi non erano sfuggiti.
Aveva la risposta sotto gli occhi, a portata di foglio... ma non ci aveva riflettuto abbastanza per trovarla.
——-SPAZIO AUTRICE——-
Innanzitutto vi ringrazio perchè state leggendo questa fanfiction!
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, cerco sempre di dare il meglio di me.
Ci vediamo al prossimo capitolo! Non dimenticatevi di lasciare una stellina ed un commento per farmi capire che vi è piaciuto e che volete ch'io continui a scrivere questa storia~
Un bacione da
Levi_Ackermann_25
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