Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Un'altra lettera per noi

Capitolo XLV

* Niall's Pov *


- Buongiorno angelo... - aprii leggermente gli occhi e alcuni raggi di sole si impossessarono delle iridi, accecandomi. Li sbattei un po' prima di notare Charly che mi fissava sorridendo.

- Buongiorno principessa - biascicai, con la voce ancora impastata dal sonno.

- Come hai dormito? - le chiesi, stiracchiandomi e notando tutti i vestiti sparsi per il piano. Dalla vetrate poteva benissimo vedersi il sole alto in cielo e alcune nuvole sparse. Almeno non avrebbe piovuto, forse.

- In un modo paradisiaco - sorrise, baciandomi e alzandosi.

- Dove vai? Potremmo restare qui per tutta la giornata - progettai, immaginando di stare abbracciato a lei per 24 ore.

- Sarebbe stupendo, ma ho troppo bisogno di parlare con James. Devo chiarire con lui. Non posso prenderlo in giro. Inoltre ho fame, sono le dieci, abbiamo di nuovo saltato scuola e io ho bisogno di fare colazione per non impazzire - ridacchiò, infilandosi l'intimo. Restai a fissarla fino a quando non mi chiese di alzarle la zip, poi decisi di vestirmi anche io. Non aveva senso restare là da solo.

- Hai ragione. Oddio, i miei mi faranno un'altra bellissima ramanzina per aver saltato scuola - sbuffai, infilando la maglietta e abbottonando i jeans.

- Non se ti fai trovare a casa e con una presunta febbre alta - 

- Mi piaci vestita da diavoletto - ridacchiai.

- Lo so, lo so. Fai come ti dico. Mettiti subito sotto le coperte, ma prima lavati e lascia i capelli un po' bagnati, così sembreranno umidi per il sudore. Bagna costantemente la fronte con una pezza calda e immergi per pochissimo tempo il termometro in una bevanda calda. Tua madre ti toccherà la fronte calda, poi osserverà il termometro e il sudore sulla tua pelle e vedrai che non ti dirà nulla -

- Sei un genio del male! Vado di corso a casa, prima che siano di ritorno dal lavoro. Avevano il turno serale e alle undici arrivano dentro - ammisi, osservando l'orologio del telefono. Scendemmo le scale, le aggiustai un po' i capelli spettinati e mi affrettai ad accompagnarla vicino casa di James. La salutai con un bacio sulle labbra e poi mi diressi subito a casa mia. Applicai il suo piano e l'ansia salì quando sentii il portone principale aprirsi e chiudersi. Bagnai la fronte per l'ultima volta, poi buttai la pezza sotto il letto e mi immersi nelle lenzuola. Mia madre aprì la porta della mia camera, così mi assicurai di mettere ben in atto il copione.

- M-mamma? - finsi di tremare, socchiudendo gli occhi e sbadigliando. Ero un fottuto attore!

- Come mai sei a casa? Stai male? - mise una mano sulla fronte e l'allontanò subito.

- Ma tu sei caldo! Hai misurato la febbre? - annuii, facendole segno del termometro sul comodino.

- 38, 2°. Se sale un altro po' ti do la bustina. Adesso riposati un po', hai fatto bene a non andare a scuola - sospirò, scuotendo il capo e uscendo dalla stanza. Aspettai di non sentire più i suoi passi e mi tolsi le coperte di dosso. Stavo morendo dal caldo a causa di quella bevanda bollente. Mandai un messaggio ai ragazzi, avvisandoli della mia finta malattia e poi controllai la casella dei messaggi di Charly. Non mi aveva ancora mandato nulla. Che si fosse pentita? Avevo paura che, guardando gli occhi di James, non avesse trovato il coraggio per lasciarlo e che quindi lasciasse me. Ma sospirai, cercai di calmarmi e mi dissi che mi avrebbe chiamato. Lei voleva essere il nostro piccolo segreto e io avevo intenzione di custodirlo dolcemente. Passò un'altra mezzora prima di sobbalzare a causa della suoneria del telefono. Risposi subito dopo un secondo e fui felice di sentire la voce di Charly.

- Allora? - le chiesi impaziente. Le mani tremavano, quasi come avessi la febbre. Inoltre il cuore viaggiava alla velocità della luce.

- Non ho potuto dirglielo. Mi ha chiesto scusa per la litigata ed è uscito di casa. Proverò a parlargli a pranzo, oppure a cena, ma stai tranquillo tu, okay? Gli parlerò - ammise sconfitta.

- Non ti dimenticherai di quello che è successo stanotte, vero? Non mi lascerai per lui, no? La nostra è una promessa -

- Stai calmo Niall. Non dimenticherò nulla, non posso dimenticarlo. E non ti lascerò. Abbiamo il nostro segreto e deve restarlo per qualche ora, giusto il tempo che chiarisco con James -

- D'accordo, mi fido di te. Adesso che farai? -

- Avevo intenzione di andare all'orfanotrofio, dato che la scuola è saltata. Vuoi venire con me? -

- Dimentichi che ho la febbre, piccola - ridacchiai, passando una mano sulla fronte e constatando che era tornata alla temperatura normale. - Vorrei tanto farti compagnia, ma se esco di casa, salta tutto -

- Si, hai ragione. Pensa e riprenderti, io adesso stacco o mi investiranno se non guardo dove vado - 

- Per carità! Non avresti nemmeno dovuto chiamarmi, sapendo che stai camminando per le strade. E' pericoloso. Stacca la chiamata, non parlare con nessuno e fammi uno squillo quando arrivi, okay? - domandai, come se fossi suo padre.

- Si, signore. Un bacio, a dopo - la salutai, ricambiando un bacio rumoroso, proiettato sul microfono del cellulare. Poi tornai sotto le coperte, ma accesi la TV per non stare completamente da solo. Giravano programmi stupidi e una volta che vidi lo squillo di Charly, decisi di addormentarmi per far passare il tempo.


* Zayn's Pov *

Non appena tornammo da scuola, Liam insistette per farmi andare da mia madre e provare a parlare. Non avevo completamente intenzione di farmi prendere di nuovo a parole da lei.

- Ti ho detto che non mi sembra una buona idea. Al cimitero è stata chiara, mi vuole fuori dalla sua vita e non posso presentarmi a casa sua. Suonare al citofono e dirle: "Ciao mamma, voglio parlarti" non mi sembra un'idea grandiosa - conclusi, posando le cose sul mio letto. Si era fermato a casa "mia" ovvero di Johannah, per il pomeriggio. Diceva che tanto i suoi genitori non si sarebbero accorti della sua assenza e la cosa mi dispiaceva.

- Ascoltami. Lo so che non è una buona idea, ma è l'unica persona che ti resta e sarebbe stupendo fare pace con lei, no? - lo fissai torvo, beccandomi un'occhiataccia in ricambio.

- Fare pace? Liam stai scherzando? Mi ha trattato con i piedi l'altro giorno e adesso pensi che farebbe pace con me? - sbuffai, buttandomi sul letto e posando le braccia sugli occhi.

- Tentar non nuoce. Al massimo... - si bloccò, fissando un'altra cosa.

- Al massimo mi butta fuori di casa o mi scomunica come figlio, facendomi cadere a terra e sputando sul mio orribile corpo, no? -

- Va bene, calmati. Non vuoi andarci? Okay. Volevo solo aiutarti. Ti distrugge non parlarle e ho pensato a quanto potrebbe farti bene fare pace con lei, ma non devi per forza dirle qualcosa... -

- Non voglio rischiare di urlarli contro, Liam... ma tutte le volte che ho avuto un incidente e che l'hanno sicuramente chiamata, in qualità di madre, non si è presentata. Perchè pensi che andando a casa sua, mi possa aprire la porta e offrire un dolcetto? - passai un amano tra i capelli, tirandone le punte. Vidi Liam rabbuiarsi. Forse aveva capito dove volevo arrivare a parare.

- Hai ragione. Mi secca ammetterlo, ma il mio piano faceva acqua da tutti le parti... - borbottò sconfitto, sedendosi accanto a me e sdraiandosi sul piccolo letto. La sua spalla si scontrava con la mia e amavo il calore del suo corpo.

- Vorrei davvero chiarire le cose con lei... ma non posso farlo. Sarebbe come tentare di parlare al diavolo - 

- Tentare di parlare al diavolo... diavolo... cosa intendevi al cimitero con "il punto in cui il diavolo mi ha baciato"? - chiese all'improvviso. Si, era sembrata una scena da film, ma non pensavo la ricordasse.

- Kall mi aveva puntato la pistola sulla tempia... quindi quello era tecnicamente il punto in cui mi aveva toccato... una specie di bacio del diavolo, visto che volevo fare il  poeta e che Kall personificava alla perfezione il diavolo - ridacchiai. Lui mi fissò sconvolto.

- Non era poi così poetico o divertente. Mi hai fatto spaventare con quella frase! - mi diede uno schiaffetto sul braccio, rischiando di cadere dal piccolo letto. Scoppiai a ridere, afferrandolo, girandomi di lato e tenendolo stretto a me. La porta di spalancò di colpo, facendomi sobbalzare. E al contrario di Liam, fui io a ritrovarmi col sedere per terra. Borbottai per il dolore, maledicendo Harry e la sua sfrontatezza.

- Bussare non serve mai, eh? - domandai.

- Voi due state insieme? Da quanto? Perchè? E che stavate facendo? Ho interrotto qualcosa? Louis ha deciso di fare coming out ieri sera, al pub e tutti sanno che stiamo insieme - fece una specie di balletto sul posto, facendo ridacchiare me e Liam. Lo guardai, chiedendogli aiuto per rispondere a quelle domande.

- Siamo felici per il coming out.  E si, stiamo insieme. O per lo meno, io amo lui, lui ama me e questo penso che stabilisce la nostra relazione, no? - Liam mi guardò, facendomi arrossire.

- Si, certo. Solo se tu lo vuoi - mi affrettai a dire. Liam sorrise e disse - Si, certo che lo voglio - 

- Oh che cosa dolce! Devo dirlo a Louis, anche lui sarà felice di questa relazione! Posso dirlo a Louis, vero? Vero? - senza darmi il tempo di ribattere, si precipitò fuori dalla stanza, saltellando e gridando euforico per il coming out di Louis, lasciandomi ancora a terra e dolorante. Liam si sporse dal letto e mi chiese - Quindi sei il mio ragazzo? -

- Vuoi esserlo? -

- Io si... tu vuoi essere il mio? -

- Si, lo voglio -

E so che sembrava una di quelle scene da matrimonio o da film, ma per me quel gesto e quelle frasi erano state davvero importanti. Eravamo fidanzati.

- Però prima che tutto questo venga ufficializzato, voglio che tutti i segreti che abbiamo tra noi vengano fuori. Non so se ci sono, ma in ogni caso è meglio saperli ora che troppo tardi, non pensi? Sfrutterò dieci minuti per pensare a qualcosa che non ti ho mai detto... e tu farai lo stesso? -

- Certo, Lì. Sono d'accordo con te. Abbiamo 10 minuti per pensarci e poi diremo tutto, ma non dobbiamo arrabbiarci o altro... sennò rischiamo di lasciarci ancor prima di essere davvero stati fidanzati - piagnucolai. Non mi veniva nessun segreto in mente, ma volevo essere sicuro della reazione, in caso ce ne fosse stato qualcuno.

- Va bene. Niente rabbia. Dobbiamo cercare di dialogare decentemente - 

- Perfetto, ci sto - mi alzai da terra e ritornai a sdraiarmi accanto a lui, pensando a quale segreto potessi avere con Liam. Sapeva tutto della mia famiglia, del mio passato e anche della mia cotta per Harry. Sapeva il motivo dei miei tagli e del mio dolore. Forse avevo accennato poco su Jonathan... quell'uomo lo avevo estirpato dalla mia vita, non appena la polizia lo aveva portato fuori di casa. Ero felice di non aver poi così tanti segreti con Liam. In fondo, oltre ad essere stato un presunto fidanzato per me, era anche stato il mio migliore amico. Amavo confidarmi con lui e per quanto poco lo facessi, riuscivo a raccontargli quasi tutto, passando così ore e ore davanti a una buona cioccolata calda e un'ottima compagnia. Suonava così strano come fossi stato accecato da un amore sbagliato e di come non mi fossi reso conto che il ragazzo giusto ce l'avevo a pochi centimetri dal naso. Liam si comportava sempre da "papà" del gruppo, sostituendo felicemente una figura che nella mia vita era venuta a mancare.

Poi, allo scadere dei dieci minuti e proprio quanto ero sul punto di dirgli che non avevo segreti con lui, uno mi sfrecciò nella testa, facendomi ritornare a quella sera in palestra, quando Eddie era venuto da me e mi aveva baciato. Mi ero detto di doverlo comunicare a Liam, di voler aspettare il momento in cui si fosse ripreso dalla sua bulimia per farlo, ma avevo cancellato anche quel ricordo e se non glielo avessi detto in quel momento, sarebbe stato qualcosa che mi avrebbe continuamente sbranato l'anima.

- I dieci minuti sono scaduti! Chi inizia? - comunicò Liam, poggiandomi una mano sul braccio e riscuotendomi dai pensieri.

- Io. Inizio io - senza volerlo, avevo appena azionato una bomba e non sapevo se sarebbe esplosa oppure no. Ma per la prima volta il mio cervello aveva fatto bene a farmi parlare. Se avessi lasciato che lui mi raccontasse qualcosa di importante e poi lo avessi ferito con la mia confessione, facendolo pentire di quel gesto, non me lo sarei mai perdonato.

- Ti ascolto - mi sorrise confortante, spostandosi dalla posizione attuale e mettendosi di fronte a me, con le gambe incrociate. Lo imitai, ricordandomi della volta in cui un piatto con i panini ci separava e io gli insegnavo a come riconquistare l'appetito. Ricordai i baci, l'amore che gli avevo dato e quello che lui aveva saputo ricambiare. Mi si riscaldò il cuore, attutendo il gelo invernale e spronandomi a parlare.

- Allora, qualcosa di cui ti ho parlato poco è stato Jonathan. E' un medico, adesso in prigione, che amava usare il mio corpo. Per picchiarmi più che altro. Però sai, con tutto quello che ognuno di noi ha passato, non mi meraviglio più a scoprire queste cose. Voglio dire, tutti stiamo avendo problemi, chi con il presente e chi con il passato. Momenti uno peggiori dell'altro, quindi questo è un piccolo frammento del mio passato -

- All'incirca sapevo di Jonathan, quindi sono fiero che sia stato buttando dietro le sbarre. Magari potrebbe fare compagnia al padre di Harry... Comunque, sono felice che tu mi abbia confidato questa parte del tuo passato. Hai qualche altra cosa da dire?- 

- Si. Okay, vediamo come posso dirtelo... ricordi quella volta in cui mi sono arrabbiato perchè Harry e Louis avevano scoperto che mi ero tagliato? - chiesi, cercando di entrare cautamente nel discorso.

- Aspetta... quando è successo? -

- Lo stesso giorno in cui tu sei caduto dalle scale... cioè quello in cui Sofia ti ha... -

- Si, ricordo quella parte. A scuola ti eri fatto un taglio per proibirmi di vomitare -

- Esatto e quando poi sono tornato a casa, mentre ero in cucina per prepararmi un panino, Harry e Louis sono scesi e mi hanno tolto la bandana che avevo, scoprendo il taglio che avevo fatto a scuola e altri tre che mi si erano aperti durante la notte -

- Durante la notte? Aspetta, allora non è stato lo stesso giorno in cui sono caduto dalle scale, perchè lì non ti si erano aperti tagli. Forse è stato il giorno dopo... -

- Scusa Lì, ma non ricordo esattamente quando è stato. Comunque o quel giorno stesso oppure il giorno dopo, non penso che la cosa cambi molto -

- Hai ragione, continua - presi un respiro profondo e mi aggiustai sul letto, strofinando le mani sulle gambe.

- Bè avevo litigato con loro per questa storia dei tagli. Louis mi aveva detto che non voleva trovarmene altri addosso e dopo aver parlato con lui, avevo bisogno di scaricare tutta la rabbia, così sono andato in palestra. Mentre mi allenavo è arrivato Eddie e io -

- Fermo, fermo, fermo - mi bloccai spaventato. Cos'avevo detto? - Chi è Eddie? - sibilò, facendomi notare una punta di gelosia nella sua voce. Se solo non avessi dovuto raccontargli tutto, l'avrei trovato dolce.

- Lui è il mio segreto -

- Cosa? - urlò, sgranando gli occhi. Mi accorsi solo dopo di aver usato le parole sbagliate.

- No, no aspetta. Mi hai frainteso. Intendo, lui è il segreto che devo raccontarti adesso. Fammi parlare prima di ogni cosa o finisco per entrare in confusione e dire cose sbagliate -

- D'accordo, parla - 

- Allora. Qualche anno fa Eddie mi picchiava. Poi sono riuscito a non farmi picchiare più, ho ripreso in mano la mia forza, sono entrato in quel giro di persone e facevo paura a tutti, anche a Eddie. Però, un mese dopo il mio incidente, avevo beccato Eddie mentre prendeva in giro una ragazza più piccola di me, così ho preso le sue difese e ho dato dei pugni a quel tipo. Mi stavo vendicando, ma lui ha notato i tagli sul mio polso, perchè la bandana mi si era alzata, così mi ha minacciato. Io non dovevo osare mettergli le mani addosso o avrebbe detto a tutti il mio segreto. Ero già sotto tiro da quelli che ancora mi urlavano di essere frocio, quindi cercavo di resistere alla tentazione di picchiarlo. Quella sera, lui era venuto in palestra e pensavo che volesse mettermi le mani addosso, invece mi ha... mi ha... -

- Ti ha? Ti ha fatto male? Ti ha fatto qualcosa? Parla, Zayn! -

- Mi ha baciato! - sbottai, nascondendo il viso fra le mani. Susseguirono minuti di silenzio, prima che trovassi la forza di guardarlo in faccia. Aveva l'espressione persa nel vuoto e lentamente, sentivo la paura farsi spazio nel petto. 

- Noi... c'eravamo baciati parecchie volte, no? - chiese, affievolendo il tono di voce e continuando a evitare il mio sguardo.

- Si, ma io non volevo quel bacio, non sono stato io a baciarlo! - chiarii, sentendomi un idiota. Quel bacio in fondo lo avevo trovato piacevole...

- Quella sera tu mi hai chiamato. Hai fatto battutine pervertite e hai cercato sempre di sviare il discorso in cui cercavo di capire che problema avessi avuto. Si, lo ricordo perchè tu mi avevi detto di essere tornato dalla palestra e io avevo ammesso di aver mangiato senza aver vomitato. Ma tu mi hai preso in giro, no? Hai fatto finta di nulla, hai detto di non essere strano quando invece un ragazzo ti aveva baciato - mormorò. Contro ogni mia aspettativa non mi aveva urlato contro, ma non voleva guardarmi negli occhi e questo faceva molto più male di qualsiasi altra cosa.

- Non lo nego. Non sapevo come dirtelo. Quel bacio mi aveva confuso perchè non mi sarei mai aspettato niente di tutto questo da un ragazzo che mi aveva sempre preso in giro. Volevo aspettare il momento giusto per dirtelo, volevo che ti riprendessi, perchè sennò avrei rischiato di essere un altro problema nella tua vita. Poi ho dimenticato di dirtelo e ci ho pensato solo adesso. Ma se ho scordato quel momento è solo perchè non è stato importante per me. Eddie non conta nulla e non mi ha più cercato da quel giorno -

- Ti è piaciuto? Il bacio intendo... com'è stato? - 

- Mi sono scansato. Mi ha baciato due volte contro ogni mia aspettativa, ma in entrambi i casi mi sono tirato indietro. Non mi è piaciuto, mi ha solo confuso. Ma la prima cosa a cui ho pensato è stata quella di averti fatto involontariamente del male. Se potessi ritornare indietro, gli avrei dato un pugno giusto prima che si fosse avvicinato a me. Ma non potevo aspettarmi un gesto del genere - si voltò, guardandomi negli occhi e facendomi capire quanto fosse triste a causa di quella confessione.

- Ti ha baciato due volte. Potevo capire la prima, ma alla seconda avresti dovuto immaginartelo -

- No perchè l'ha sempre fatto contro il mio volere. L'ho comunque disgustato, sono andato via e ho chiamato te, perchè amo te e odio lui. Ero confuso, ma questo mi era piuttosto chiaro -

- In fondo non stavamo proprio insieme, giusto? - domandò, abbassando di nuovo lo sguardo.

- No, ma io sapevo già di essermi innamorato di te. L'ho scoperto quella volta in cui Harry era finito in ospedale e abbiamo parlato. Ho provato una strana sensazione e ho voluto, anzi, necessitavo starti accanto o non avrei vissuto. Ma le nostre promesse e i nostri baci sono veri, Liam. Eddie è solo un'altra mela marcia del mio passato - 

Sospirò e incrociò meglio le gambe sul letto - Allora. Non voglio litigare, abbiamo detto di dover parlare civilmente e inoltre non stavamo neanche insieme, addirittura ti ha baciato contro il tuo volere, quindi non dovrei arrabbiarmi poi così tanto. Mi hai detto di amarmi e mi sei stato accanto, quindi non hai fatto nessun doppio gioco, ma voglio che tu mi prometta che non succederà più. Insomma, non farti baciare da nessuno che non sia io - mi sorrise, facendomi passare tutta la paura che avevo accumulato in quel poco tempo.

- E' questo che amo di te. Il fatto che riesci a parlare senza urlarmi contro e andare via. Il fatto che trovi del buono in tutti e che riesci a capire quante cose possa fare per te. Te lo prometto Liam... bacerò solo te perchè amo solo ed esclusivamente te - mi feci avanti, accarezzando il suo viso e rubandogli un bacio. Poi fu lui a richiederne altri e non riuscii a dirgli di no. Se lo avessi fatto, il mio cuore avrebbe osato andarsene e abbandonarmi lì. 

- Tu hai segreti da dirmi? - gli chiesi a un soffio dalle sue labbra.

- Per ora voglio baciarti, poi si vede - ridacchiò, buttandosi su di me e facendo incontrare nuovamente le nostre labbra.


* Harry's Pov *

Entrai saltellando nella stanza di Louis. Ero ancora troppo euforico per il coming out. Non mi sarei mai aspettato che tutto questo potesse succedere così velocemente. Vedevo questo gesto come qualcosa di troppo lontano e irraggiungibile, invece senza nemmeno accorgermene erano bastate poche parole per far cambiare tutto.

Mi fermai, non appena trovai Louis sul letto, intento a leggere una lettera. Mi calmai di botto, avvicinandomi e sdraiandomi accanto a lui. Aveva gli occhi sgranati e le mani gli tremavano notevolmente.

- Ehi, che succede? - gli chiesi, passandogli una mano tra i capelli.

- Leggi qui. L'ho trovata sul tuo cuscino, qualche minuto fa - 

Afferrai la lettera e iniziai a leggerla, sentendo il battito del cuore aumentare per ogni riga che leggevo.

Cari Harry e Louis,

vi sono mancato? Ho visto la bella scenetta di ieri sera. Il coming out di Louis mi ha davvero sorpreso! E pensare che vi avevo divisi. C'ero riuscito con la scusa di Harry che scriveva le lettere, ma a quanto pare questo non è servito a molto. Quindi, ritengo che sia inutile continuare questa sceneggiata. Però, se devo essere sincero, è stata esilarante la parte dello schiaffo oppure quella di quanto Louis ha fatto sbattere Harry al muro. Stavo ridendo a crepapelle. Bene, non avendovi divisi in questo modo, proverò gli altri piani che ho facilmente escogitato. Io vi consiglierei di stare attenti, perchè questi piccoli attimi di felicità saranno davvero molto, ma molto brevi. Sono stanco di vedervi sbaciucchiare e ora più che mai non potrei permettervi di farlo in pubblico. Voi dovete soffrire, proprio come ho sofferto io. Inoltre, mi sembra che per dividervi non ci voglia molto. Louis, lasciatelo dire ma sei proprio uno stupido.Credi sempre a tutto e non ti sei saputo fidare del tuo ragazzo, ma hai creduto a me, una lettera anonima. Anche in quella scena ho riso molto. E vedere Harry terrorizzato, mi ha fatto pensare che il piano A era stato portato al termine. Però, ho ancora tanti altri piani prima di arrivare a quello Z e sono sicuro di riuscire a separarvi. Perchè non riflettete un po' sul fatto che non potrete mai avere figli? Perchè non pensate a quanto verrete giudicati dalle persone. Vomiteranno quando direte ai vostri parenti che volete sposarvi, anche se io non ve lo lascerò fare. Vi lasceranno tutti, lentamente.Uno dopo l'altro usciranno dalla vostra vita e a quel punto sarete soli, afflitti e tristi. Louis, tu sarai il primo a cedere. Hai sempre voluto un figlio maschio per poterlo crescere come Dio vuole, ma non potrai averlo. E' intelligente da parte vostra pensare a un'adozione... ma siete sicuri che vi lascerebbero adottare una creatura innocente? Avete un passato così violento e burrascoso che non vi lasceranno in mano nemmeno un fiore. Quindi, iniziate a pensare alla vostra vita da soli, con un matrimonio orrendo alle spalle e nessun erede a cui donare amore. Però potete sempre trovare una soluzione, Potreste lasciarvi. Louis non faticherebbe a trovare una ragazza. Avrebbe il figlio che desidera e lo farebbe credere con amore, gli insegnerebbe a giocare a calcio e lo vedrebbe crescere. Harry... per te caro non riesco proprio a vedere un futuro. Non ti vedo con nessuna e non ti vedo nemmeno con un figlio. Probabilmente morirai prima del previsto. Forse potrebbe essere il mio piano B a volerlo, facendo in modo che Louis non ti avrebbe più fra i piedi. Mi sto dilungando molto con questa lettera e mi sono pure stancato. Devo lasciarvi piccioncini. Vi auguro una breve e apparente felicità, prima della catastrofe.

La lettera mi scivolò dalle mani. Louis fissava il vuoto. Il rumore del mio cuore rimbombava nella stanza. 

- Vuole uccidermi? Nel suo piano B è prevista la mia morta e la tua felicità? - chiesi, non sapendo se avessi mai ricevuto una risposta. Perchè in fondo l'ho sempre saputo che io la felicità non l'avrei mai raggiunta. 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro