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Questo non dovevi farlo

Capitolo XLI

* Harry's Pov *


- Ti va di dirmi cosa è successo? - chiese dolcemente Johannah, dopo mezz'ora di silenzio. Mi aveva portato una tazza di cioccolata calda e le ero riconoscente per quello. La mia gola era totalmente in fiamme e odiai Louis per non avermi creduto. Io gli raccontavo di essere seguito e lui si fidava di una lettera scritta da quel presunto stalker. In altri casi sarei scoppiato a ridere, ma in quel momento non ero dell'umore adatto.

- Tesoro... forse se ti apri riuscirai a superare meglio tutto questo... non credi? - riprovò Johannah. Bevvi un sorso di cioccolata e sentii la gola bruciare molto di più. Forse non era stata una buona idea.

- I-io... - tossii altre tre volte. La voce non voleva saperne di uscire dalle corde vocali. L'avevo persa. Avevo urlato talmente tanto da perdere anche la voce.

- Sei senza voce? - aggiunse Johannah, premurandosi di passarmi una mano sulla fronte.

- Credo che ti sei beccato anche l'influenza... vado a prendere un'aspirina e una pillola per la gola. Chiamerò il dottore per esserne sicura... tu resta a letto, sotto le coperte e continua a bere la cioccolata calda -

"Ma brucia" avrei voluto dirle... si, ma con quale voce?

- Mi è venuta un'idea... aspettami qui che salgo con tutto l'occorrente -

La vidi sparire dalla stanza e non avendo altra scelta, entrai fin dentro le coperte, facendomi schiacciare dal caldo confortante. Avevo la testa che scoppiava, seguito da qualche giramento lieve. Ero intontito. Urlare mi aveva stordito sia dentro che fuori. Il mio corpo era stato pervaso da un ciclone di emozione, tutte negative.

La tosse non voleva proprio cessare, anzi, aumentava e diventava sempre più secca.

Restai per un tempo indefinito a bearmi di quel calore. La cioccolata aveva infiammato di più le corde vocali e avrei voluto bere dell'acqua gelata per far andare via il fastidio e il bruciore. Ma sapevo che avrei solo peggiorato le cose. Louis non era rientrato in camera, non aveva insistito più dopo che lo avevo mandato a fanculo. Probabilmente era riuscito a trovare la strada e non si era perso. Mi sarei preoccupato di mettere appositi cartelli per le informazioni. 

- Devi prendere quest'aspirina tesoro. Appena avrai finito, dovrai lasciare che questa caramella si sciolga in bocca, è alla mente e ti farà bene. Il dottore ha detto che devi stare a riposo e non devi sforzare la voce, quindi ti ho portato un blocchetto dove potrai scrivere tutto quello che vorrai. Puoi anche sfogarti e strappare il foglio, così nessuno lo leggerà e tu potrai segretamente sfogarti - annunciò Johannah, interrompendo il silenzio che si era creato e porgendomi un bicchiere con la presunta aspirina ormai sciolta e una caramella verde acqua. Presi entrambe le cose, poi afferrai il blocchetto e scrissi "Grazie" accompagnato da un cuore, per quella fantastica donna.

- Vuoi provare a dormire un po'? Ti chiamerò per cena - annuii col capo, in segno di risposta.

- Perfetto, io porto le piccole al parco giochi, Kaila e Sean ci aspettano lì. Lottie fra un po' ha un appuntamento ed è emozionatissima, quindi ti consiglio di starle alla larga o inizia a straparlare. Zayn è ancora in camera sua, non uscirà questa sera, così se hai bisogno di qualcosa, mentre io sono fuori, puoi chiede- emh... scrivere a lui. Louis non è ancora uscito dalla sua stanza, ma credo che non possa importarti e assicurati di fargli entrare in testa questa lezione. Fizzy e Georgia stanno uscendo con delle amiche e torneranno dopo cena. Per qualunque cosa, sai che non sei solo e se non te la senti, posso restare a casa. Daisy e Phoebe capiranno -

Scossi violentemente il capo, scrivendo velocemente sul blocchetto.

"No. Non voglio. Starò bene. Salutami Sean e Kaila. A dopo". Johannah mi fece un sorriso rassicurante e lasciò la stanza, non prima di avermi dato un caloroso bacio sulla fronte e avermi annunciato che sicuramente mi ero beccato un po' di influenza.

Incurante delle sue parole, mi alzai dal letto e afferrai il blocchetto e la penna. Non riuscivo a stare altro tempo sotto quelle coperte, i pensieri mi avrebbero ucciso.

Entrai nella camera di Lottie e la vidi alle prese con la scelta dei vestiti. Cercai di non farmi notare, ma la mia tosse non la pensava esattamente come me.

- Ehi Harry, tutto apposto? - chiese, abbandonando un paio di jeans e venendo verso di me.

"Tutto apposto. Mi hanno lasciato questo blocchetto per parlare", scrissi, porgendole successivamente il foglio scritto. 

- Sei senza voce? - annuii e la seguii di fronte al suo armadio, pieno di vestiti colorati.

- Sei un ragazzo... anche se hai diversi gusti, sai cosa ti piacerebbe addosso a una ragazza... potresti aiutarmi? - chiese timidamente e a confermarlo ci pensò il rossore che le si formò sulle guance. 15 anni. L'età tenera per prendere seriamente ogni piccola cosa.

Rovistai tra la catasta di vestiti nell'armadio, quando la sua voce mi interruppe.

- Dovresti metterti una felpa. Si gela... e poi potresti coprire quei graffi, sai? - Mi voltai sgranando gli occhi. Avevo dimenticato di metterne una prima di lasciare la stanza.

- Tieni... è di Louis. L'ha lasciata qui qualche sera fa. Non penso gli dispiaccia - seppur di controvoglia, indossai quella felpa blu scuro. Il freddo iniziava a sentirsi dentro le ossa e mi faceva rizzare i peli sulle braccia, ma quella felpa aveva momentaneamente attutito il gelo che c'era fuori e dentro il mio corpo.

Notai un vestitino bianco, ricoperto da un tema floreale e colorato. Glielo porsi... ero sicuro che con la sua carnagione le potesse stare a pennello. E infatti, una volta indossato, capii la vera bellezza di quella ragazza. Semplice, pura ma spettacolare. Il cinturino salmone, la circondava la vita snella e la rendeva più slanciata di quanto già fosse. I capelli, dello stesso colore di quelli di Louis, ricadevano morbidi su una spalla, ondeggiando fantasticamente. Abbinò un paio di scarpe col tacco -non molto alto- bianche e sfilò avanti e dietro per la stanza, con l'aria soddisfatta.

"Fuori si gela, dovresti indossare una giacchetta".

- Hai ragione... che ne dici di questa bianca? Così si abbina... - 

"E' perfetta"

Indossò la giacca e mi salutò con un bacio sulla guancia. Poi, scese di corsa le scale, attenta a non inciampare e aprii la porta a un ragazzino poco più grande di lei, dai capelli neri e gli occhi castano scuro. La lasciai in preda alla sua prima cotta e salii nuovamente le scale, pensando che forse avrei potuto chiarire qualcosa con Zayn. Tanto, non avevo di meglio da fare. 

Bussai due volte, poi la figura di Zayn apparve al posto della porta in legno scuro.

- Che succede? Ti senti bene? - chiese premuroso. Non mi odiava... bene. Alzai gli occhi al cielo e ripresi quel blocchetto. Ci avrei messo un'eternità a scrivere tutto ciò che avevo da dire.

- Vieni, entra - mi disse, capendo che non era questione di un minuto. Mi sedetti sul letto e feci scorrere la penna su un foglio pulito. Dopo dieci minuti, avevo la mano tremolante e affaticata, ma ero fiero di quello che avevo scritto. 

" Mi dispiace averti rovinato la vita. Mi dispiace se ti hanno preso di mira con gli insulti e mi dispiace averti fatto passare ciò che ho passato io. Di certo non era mia intenzione e se potessi toglierti tutto questo dolore, sai che me lo prenderei al posto tuo. Quindi, scusami per tutto... non voglio che continui a farti seppellire da questo e la storia dei tagli mi ha sconvolto di nuovo. Sai che ci sono per te Zayn, e puoi pure insultarmi o prendermi a pugni, ma speravo che dopo il mio incidente, tutto fosse tornato come prima... poi sei diventato freddo e misterioso e se.. se davvero posso fare qualcosa per te, ti prego di non ignorarmi più... sai che non lo faccio perchè provo pena per te... ti voglio bene e spero che tra noi non ci siano problemi. Sono disposto a seppellire tutto, a costo che tu lo faccia con me"

Notai Zayn leggere ogni riga con attenzione. Poi sospirò e prese a parlare.

- Non avevo cominciato a tagliarmi a causa tua. Non so nemmeno perchè l'ho detto... forse era rabbia repressa... ho iniziato per altri motivi Harry, quindi non scusarti e non prenderti altre colpe. Pensa a stare bene. Io ne sto già uscendo... io... credo di provare qualcosa per Liam e sei il primo che lo viene a sapere quindi spero che da questo tu capisca che ho seppellito qualsiasi cosa andava seppellita. Ti voglio bene anche io - sorrise e lo abbracciai, poi ripresi a scrivere.

" E' grazie a Liam che ti stai riprendendo da tutto questo? Anche io ho seppellito ogni cosa e devo ammettere che non mi aspettavo nulla tra te e Liam" tossii, maledetta tosse, e porsi il blocchetto a Zayn.

- Non me lo aspettavo nemmeno io e si, è tutto grazie a Liam - seguii la sua risata, astenendomi a una silenziosa, poi ripresi a tossire e non passò inosservato agli occhi di Zayn.

-Hai perso la voce? - annuii.

- Ti sei beccato pure l'influenza vero? Hai gli occhi lucidi... le guance rosse e scommetto che sei pure caldo - ridacchiò e posò una mano sulla mia fronte.

- Si... sei un po' caldo. Sai che dovresti essere a letto vero? -

"Non dirlo a Johannah. Lei pensa che stia dormendo adesso e non ci riesco con tutti i pensieri che mi passano per la testa" 

- Vuoi parlarne? - lo guardai torvo. Subito dopo capì e rise - Pessima battuta. Facciamo che quando avrai di nuovo la voce, potrai raccontarmi tutto - annuii, alzando gli occhi al cielo.

- E smettila di alzare gli occhi al cielo. Lo fai sempre - rifeci quel gesto, facendolo ridere. Portai una mano davanti alla bocca e tossii altre volte, poi mi alzai, deciso ad andare a letto.

"Voglio provare a dormire. Domani devo andare per forza a scuola, mi aspetta una verifica importante" 

- Buon riposo - mi accompagnò fino alla sua porta e poi mi diressi verso la mia stanza. Nel corridoio mi scontrai con Louis. Mi guardava furioso... che altro c'era?

- Andiamo nella tua stanza. Devo parlare con te - lo seguii riluttante, non avevo altra scelta dato che mi trascinava furioso, prendendosela con il mio povero polso. Ultimamente mi spaventavano i suoi gesti bruschi... era sempre stato dolce con me.

Aprì la porta della mia camera, ficcandomici dentro e chiudendola alle spalle. Sobbalzai... si, mi faceva paura. I suoi occhi erano stracolmi di una rabbia che non avevo mai visto.

- Ti ho creduto... ti ho chiesto scusa... ma adesso dovresti smetterla! -

Presi un foglio nuovo, cercando di scrivergli qualcosa, ma lo afferrò e lo lanciò al muro. Sussultai dallo spavento.

-Smettila di fare fottuti disegnini e ascoltami - mi prese per le spalle, facendomi scontrare con il muro. I graffi alla spalla presero a bruciare ed ero sicuro che ai polsi si sarebbero formati dei lividi, dato che successivamente li prese nella sua forte presa. Tossii e mi lasciai sfuggire un gemito di dolore. Nulla... era accecato dalla rabbia, non accennava a lasciarmi.

- L-l-ou-is... - tossii ancora. Non dovevo sforzare la voce, ma non mi lasciava nemmeno scrivere. Ero bloccato contro il muro.

- Cosa? Louis cosa? Ti ho creduto Harry, ma l'ultima lettera che mi hai scritto è troppo personale e non penso proprio che sia stato uno stalker a scriverla! E' impossibile! - mi urlò, a pochi centimetri dal viso. Sentii una scossa di paura scorrermi nelle vene. Girai il capo, ma subito lasciò la presa a una dei miei polsi per afferrarmi il mento e costringerlo a guardarlo. 

"B-basta papà... "

"Ti p-prego smettila"

Un flashback si insediò nella mia mente, facendomi rabbrividire. Il freddo alle ossa era tornato e mi sentivo nudo davanti al ragazzo che amavo. Ma Louis non vedeva nulla.

- Come cazzo hai potuto mettere in gioco anche quella volta in cui ho pianto e ti ho raccontato di mio padre? Come cazzo hai potuto scrivere tutto in una fottuta lettera e lasciarla sotto al cuscino del mio letto! E non dirmi che non c'entri nulla in tutto questo, perchè nessuno stalker avrebbe potuto saperlo! - urlò, sbattendomi nuovamente al muro. Avevo la schiena a pezzi...

"Piangevo e non riuscivo a muovermi... mio padre mi aveva nuovamente sbattuto al muro "

"Smettila papà"

" Non chiamarmi in questo modo. Meriti solo di morire"

Un altro flashback stavolta piombò dritto al cuore, facendomi piegare in due per il dolore. Gli occhi in poco tempo si riempirono di lacrime amare che presero a scorrermi sul viso. Ma Louis non vedeva... non vedeva ancora nulla.

- Vuoi almeno avere la decenza di rispondermi? - mi scosse nuovamente e decisi di forzare di più la voce, dovevo dirgli che non ero stato io.

- N-on... i-io...n-on s-sono - niente... ripresi a tossire. Non ci riuscivo.

- Louis? Sei qui dentro? Che cazzo sta succedendo? - urlò Zayn, sbattendo i pugni nella porta.

- Sto parlando con Harry, Zayn. Non intrometterti -

- Come puoi parlare con lui se è senza voce? Non può rispondere! Idiota... esci subito da questa stanza! - Louis mi guardò, addolcendo subito il suo sguardo. Mi lasciò di scatto le mani e fece dei passi indietro. Si... in quel momento mi vedeva. Vedeva tutto. Il dolore sul mio viso. Il rosso attorno ai polsi... la paura che batteva nel petto. La schiena doleva da impazzire, fui costretto a scivolare attaccato alla parete. Allungai il braccio fino al blocchetto e scrissi.

" Idiota. Se solo avessi lasciato che usassi questo fottuto blocchetto invece di lanciarlo al muro, avresti capito che non potevo parlare. Esci da questa stanza, fallo prima che possa commettere una probabile stronzata" lanciai il blocchetto ai suoi piedi e cercai di tirarmi su, ma ero troppo indolenzito. Tra l'influenza e il mal di schiena, ero messo malissimo. Massaggiai i polsi, bruciavano.

- Lousi mi hai sentito? Apri questa porta o la butto giù! -Zayn non smetteva di sbattere i pugni, così decidi di farmi avanti, ma Louis si mise davanti a me. Mi porse una mano, ma pensando che mi stesse dando uno schiaffo, mi ritrassi indietro.

Non so cosa capì lui, dato che lo schiaffo poco dopo toccò la mia guancia, umida per le troppe lacrime. Perchè Louis si stava comportando in quel modo? Perchè continuava a farmi male?

Dei singhiozzi più alti si impossessarono di me, facendo scattare l'ira in Zayn. Mi rannicchiai al muro, tossendo e odiando nuovamente la mia vita.

- Harry spostati dalla porta. Se Louis non mi apre la butto giù! - ma quella volta Louis allungò una mano e fece scattare la serratura. Zayn entrò furioso, guardandomi scioccato e gridando contro Louis.

- Ma si può sapere che cazzo ti passa per la testa? - a quel punto, lo sguardo del signorino Tomlinson passò dall'arrabbiato al mortificato. Si guardò la mano, come se fosse intrinseca del mio sangue e gli occhi diventarono lucidi. 

Scossi il capo. No, quella non potevo perdonargliela proprio. Portai una mano alla guancia, sentendola ancora bruciare e con l'aiuto di Zayn, mi tirai sù e raggiunsi il mio letto. Volevo sparire sotto le lenzuola. 

- Harry... - sussurrò Louis, ma fu subito spinto fuori da Zayn. Lo ringraziai con lo sguardo. Non volevo sentire quanto gli dispiacesse se poi non faceva altro che farmi altro male. 

- Vuoi che ti porti un bicchiere d'acqua? - chiese Zayn, cercando di sovrastare la sua voce ai miei singhiozzi e alla mia tosse. Scossi il capo. Non volevo nulla in quel momento. O forse volevo solo che Louis ritornasse in sè. Aveva perso completamente le staffe.

- Questa volta ha esagerato... fammi vedere i polsi... credo che spunteranno dei lividi... - li tirò fuori dalle coperte e li esaminò, mentre cercavo di controllare il fiato. Fui costretto a usare l'inalatore o Zayn si sarebbe portato la testa. 

- Ti ha dato uno schiaffo? - chiese, alludendo alla guancia rossa. Annuii, asciugando gli occhi e tossendo. Maledetta tosse e maledetta voce che mancava.

- Credo ti sia pure salita un po' la febbre... sei più rosso e più caldo... - constatò, alzandosi per prendere il termometro. Lo bloccai, non volevo che uscisse dalla mia stanza.

-N-non a-ndare - aggiunsi, tra un colpo di tosse e un altro. Sembrava che mi avessero riempito la gola di benzina e che ci avessero buttato dentro un fiammifero. Bruciava tutto... e arrivava al cuore. Faceva male e i ricordi di mio padre non cessavano. Passavano furenti davanti ai miei occhi, togliendomi ogni minima forza per smettere di singhiozzare. Zayn mi ascoltò, mandò un messaggio a qualcuno e si sedette accanto a me, passandomi la mano tra i capelli e calmandomi. Restammo così per un po' di tempo. Si sentivano solo imprecazioni da parte di Louis, ma chiudevo gli occhi e provavo a non ascoltarlo. Sentivo ancora le sue mani sui miei polsi e il dolore provocato dal suo schiaffo. Era uscito dalla linea di confine, mi aveva investito con la sua rabbia e mi aveva ferito più di quanto potesse aver fatto mio padre.

Quando suonò il campanello, sperai con tutto il cuore che Johannah non fosse rientrata o non avrei saputo spiegare i lividi. Poi, fortunatamente, mi calmai una volta che Zayn e Liam entrarono di nuovo nella mia stanza.

- Harry... stai un po' meglio? - gli fui grato per non avermi chiesto cosa fosse successo e annuendo feci segno a Zayn di passarmi il blocchetto. 

"Grazie di tutto" scrissi, con la mano tremolante. Zayn mi sorrise e mi disse che non c'era bisogno di ringraziarlo, poi provai ad addormentarmi, cessando i singhiozzi e ignorando i continui colpi di tosse.


* Zayn's Pov *

- Ma cosa gli è successo? Dio... mi sembra più che stremato - mi chiese Liam, non appena uscimmo dalla stanza di Harry.

- Ha litigato pesantemente con Louis. Si è pure preso uno schiaffo e non ne so il motivo... -

- Ma cosa cazzo è fumato? - domandò alterato. Risi... mi piaceva un Liam fuori dalle regole.

- Voglio parlare con Louis... mi accompagni? - 

- Certo. Andiamo a fargli il culo - ridacchiai al suo tono da finto duro ed entrai nella stanza di Louis. Non si meritava nemmeno che bussassi.

Lo trovai a terra, scosso dai singhiozzi e chiaramente pentito della stronzata che aveva fatto, ma non riuscivo ad abbracciarlo e confortarlo... era andato fuori dai limiti.

- Louis... - alzò il capo verso di me e continuò a piangere.

- Ti giuro non so come m-mi è successo. Ricevo continue lettere, firmate col nome di Harry. Ho pensato che fosse lui, prima di venire qui, ma mi aveva detto che non era così... ora ne ho ricevuta un'altra sotto al mio letto e mi sembra impossibile che non sia lui... ci sono cose che sappiamo solo entrambi e non riesco a capire perchè stia facendo tutto questo - si asciugò gli occhi e ci fece cenno di raggiungerlo. Ci sedemmo a terra e Liam parlò al posto mio - Non penso che Harry trovi piacere a fare qualcosa del genere -

- Anche io l'ho pensato... ma nessuno e ripeto nessuno può sapere addirittura i dialoghi che abbiamo avuto i primi giorni in cui ha messo piede in questa casa! Oggi ero furioso... nella seconda lettera che ho ricevuto ha insultato pesantemente mio padre e sapete quanto lo ami... -

- E' per questo che ti sei arrabbiato in quel modo con lui? - chiesi, capendo una parte delle sue azioni. Ma non poteva alzargli mano.

- Si... ho visto tutto con la rabbia e non sono arrivato a capire che gli stavo facendo male... mi sono accorto solo dopo di avergli dato uno schiaffo, ma era ovvio che non volevo... -

- Secondo me non è stato Harry... non avrebbe motivo di insultare te o tuo padre. Lotta ancora per tenerti con se... non ti ha lasciato e si è preso uno schiaffo senza reagire... -

- Anche io l'ho pensato... ma in queste lettere ci sono discorsi fatti da noi... per filo e per segno... è impossibile che qualcuno ci abbia spiato per tutto questo tempo... è impossibile che abbiano spiato anche dei discorsi che nemmeno mia madre, che abita in questa casa, abbia potuto sentire... - 

- Non... perdertela con Harry. Sono sicuro che ci sia una spiegazione... posso vedere le lettere? - Louis annuì, si alzò e mi diede due fogli. 

- Sono scritti al computer... questa è una prova a favore di Harry... inoltre non avrebbe senso... non penso proprio che sia stato lui... forse qualcuno spia i vostri movimenti da tempo... chissà se avete microfoni nelle vostre stanze... non puoi incolpare il ragazzo che ami - cercai di farlo ragionare.

- Forse hai ragione... ma cosa devo fare con Harry, adesso? - 

- Proverai a parlare con lui... lentamente... e dovrai cercare di riconquistare la sua fiducia. E' distrutto Louis... non lo era nemmeno quando veniva violentato... - constatai. Liam, che era stato zitto, prese parola - Dovremmo cercare una buona scusa per Johannah. I lividi inizieranno a vedersi -

- Sono un fottuto idiota... - borbottò Louis, nascondendo il volto tra le mani. Non ebbi il tempo di abbracciarlo, che il campanello ruppe la nostra attenzione.

- Johannah - sussurrammo io e Liam, alzandoci di fretta e andando ad aprire. 

- Ragazzi... Ciao Liam, ti fermi con noi a cena? Ho comprato alcune cose al McDonald's - 

- Si, resta anche lui - parlai al posto suo, avevo bisogno della sua presenza.

- Resto anche io - borbottò ridendo. Daisy e Phoebe entrarono in casa, accompagnati da Sean e Kaila.

- Ciao ragazzi - ci salutarono, togliendosi i cappotti e trasportando le buste in cucine.

- Vado a chiamare Harry - provammo più volte a fermare Johannah, ma dopo l'ennesimo sguardo gelido, dovemmo cedere.

- LOUIS!- sentii urlare. Bene... Johannah aveva visto i lividi.

- CHI E' STATO, HARRY? - il ragazzo scese le scale, Johannah dietro di lui e Louis a pochi metri di distanza.

- N-nessuno - Harry provò a mentire, ma non gli riuscì bene e ciò che venne fuori furono solo colpi di tosse. Gli occhi erano rossi e gonfi.

- Sono stato io - pochi secondi e ci girammo tutti verso di Louis. Le bambine giocavano in salotto, ma Sean e Kaila lo fissarono sconvolti. Johannah fece una mossa verso di lui e gli mollò un ceffone rumoroso. Harry abbassò lo sguardo, sentendosi colpevole. La sua guancia era parecchio arrossata. Louis fissava la madre scioccato.

Johannah iniziò a gridare. E se gridava lei, avrei potuto iniziare a scavare fosse per tutti. Compreso me e Liam.

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