Paura e perdita
Capitolo LIX
*Harry's Pov *
Diciamo che iniziavo a vedere un po' di miglioramenti. Mio padre, ad esempio, mi aveva chiamato la sera dello stesso giorno in cui gli avevo fatto visita, per annunciarmi che l'incontro con il suo avvocato era stato fissato. Ero subito andato da Johannah, per dirle ogni cosa e lei non aveva perso tempo a rintracciare il nostro avvocato e a dirgli come stavano le cose. L'amavo, sia per quello che per ogni gesto che faceva. Quella donna era una forza, una forza importante nella mia vita.
Io e Billy avevamo uno strano rapporto. Dopo la chiamata con il nostro avvocato, uscii in giardino per prendere qualche respiro d'aria e lo intravidi seduto a terra, sull'erba fresca, mentre piangeva. Senza pensarci due volte mi ero avvicinato a lui che, rannicchiato, sperava non mi accorgessi delle sue spalle che tremavano sia per il freddo che per i singhiozzi. Gli avevo chiesto cosa fosse successo e lui senza giri di parole aveva iniziato a parlare. Non gli piaceva stare da suo padre, era burbero e lo ignorava per tutto il tempo. Senza volerlo fui gettato nel mio passato e avrei voluto che mio padre mi ignorasse invece di picchiarmi o farmi altro a cui non volevo pensare. Così gli dissi di provare a parlare con sua madre, Camille, e di utilizzare parole equilibrate invece delle solite urla che facevano venire solo un gran mal di testa. Scosse il capo, amareggiato, dicendomi che quella donna era più fredda del ghiaccio e che nessuno avrebbe mai potuto farle cambiare idea quando si metteva una cosa in testa. Allora, furioso perchè ero pure stanco, mi alzai da terra e andai verso la mia stanza. Camille stava leggendo uno dei solito libri, mentre appuntava distrattamente qualcosa sulla sua agenda. Le strappai il libro dalle mani, ignorando lo sguardo infuocato che mi aveva rivolto e iniziai a parlare a raffica, come se avessi bevuto dell'alcol e avessi avuto la lingue sciolta ma ingarbugliata per la fretta di dire tutto, senza dimenticare nulla.
Flashback.
- Non so a cosa tu stia pensando o a cosa pensi quando urli addosso a tuo figlio, ma non puoi continuare a evitare qualcosa che va affrontato. Billy è in giardino al momento, sta piangendo perchè non vuole tornare a casa, dal padre e tu invece di urlargli contro, dovresti ascoltarlo e prendere con lui decisioni importanti. Non so in che famiglia sei cresciuta, Camille, ma sai in quale sono cresciuto io. Essere ignorati da un genitore può fare male, davvero molto male e Billy sta affrontando tutto questo da solo, senza avere una figura materna a compensare il vuoto che porta dentro. E io lo so... so cosa diamine vuol dire trascinarsi per anni un dolore che andrebbe buttato eppure non ne ho mai avuto la forza perchè sono sempre stato da solo. Ma adesso che sono circondato da persone che mi amano, ho capito che sono più forte, che nulla è impossibile e che posso lasciarmi alle spalle un passato che non ha fatto altro se non cibarsi della mia vita, della mia salute. Potrai pure tenere al tuo lavoro di fare l'agente segreto in quei vestiti scomodi e rigidi come la tua personalità, ma non puoi rinunciare al tuo vero lavoro di mamma perchè hai paura di parlare con tuo figlio di ciò che sta succedendo. Quel ragazzo ha solo sedici anni e nessuna stabile persona su cui aggrapparsi. Se ti vuole parlare, ascoltalo. Se vuole sfogarsi, fallo piangere sulla tua spalla invece di urlargli contro e farlo restare al gelo. Non puoi ignorare il fatto che non vuole tornare dal padre, un motivo deve esserci e sta a te scoprirlo, perchè sei la donna che lo ha messo in vita e che dovrebbe amarlo più di qualsiasi altra cosa. Non sai quanto pagherei per riavere mia madre indietro, per vederla mentre si agita contro gli altri pur di difendermi, per vederla in azione, con le maniche dei vestiti innalzati mentre impasta una pizza che aveva deciso di farmi per cena. Vorrei mille dei suoi ricordi, e me ne rimangono pochi, nemmeno cento. Tu, però, sei ancora in tempo per recuperare ciò che hai perso. Non fare uno sbaglio che facciamo tutti... non renderti conto di amare una persona solo dopo averla persa. Aggrappati a lui e non lasciarlo andare. Lui ha bisogno di te e tu di lui. Getta quell'abito che ti rende fredda dentro e abbandona il lavoro pur di stare un po' con lui. Ne varrebbe la pena... - affermai, rigettando dentro quelle lacrime che volevano fuggire via.
- Tu non sai niente e non dovresti impicciarti degli affari degli altri - sibilò.
- So quanto fa male essere da soli e non avere nessuno che ti aiuti. So quanto sia dolorosa la violenza. So quanto bene possa volere a persone che non ho più vicino e so che non è mai troppo tardi. E dato che lo so, voglio farlo sapere agli altri prima che sia troppo tardi anche per loro. Ma te l'ho detto, puoi fare quello che vuoi della tua vita e abbandonare tuo figlio. Ma non piangere pensando di non meritare quelle lacrime, una volta che l'avrai perso, perchè sono sicuro che lui non metterà più piede nella tua vita. Sta rimanendo solo perchè spera di essere ancora ancorato a te, ma quando si accorgerà del contrario, avrà la forza di lasciare tutto e seguire il cuore -
- Perchè continui a darmi consigli quando io sono qui per distruggerti? - mi disse, facendomi bloccare. Era lì per distruggermi, l'aveva ammesso.
- Ho... - inghiottii e cercai di prendere un bel respiro prima di continuare - Ho notato come le persone tendono a indossare facilmente un carattere che non gli è proprio. Louis sembrava misterioso è invece è solo un ragazzo che ha bisogno di essere amato. Zayn ha fatto sempre la parte di quello duro, con un'armatura infallibile e invece è caduto e stava per non rialzarsi più, mostrandosi talmente debole che pensavamo non fosse più Zayn. Mio padre, che mi aveva amato e poi odiato, mi ha saputo dimostrare come ha sempre indossato caratteri che non gli appartenevano. Solo adesso sembra più a suo agio con se stesso e le sue azioni. Ognuno, compreso me, ha saputo mostrarmi un lato diverso da quello che mostravano a tutti, come da copione. E tu Camille, potrai pure rendermi la vita un inferno, gettarmi di nuovo nel passato e fingere di essere fiera di avermi distrutto... ma non potrai fingere ancora per molto di non avere sotto controllo le redini della tua vita. Perchè mentre tu ti impegni così tanto nel lavoro e ne vai fiera, chi ti ama ti sta lasciando da sola. E allora, sarai tu ad essere più distrutta di me. Perchè io so come si vive da soli, tu invece... dovrai abituarti e credimi, non sarà facile cadere dalle stelle e finire nelle stalle -
- E' una minaccia Styles? -
- E' un consiglio Baxton. Rinuncia a quella maschera prima di rimanere davvero da sola. Prendi tra le mani le redini della tua vita e se ancora vorrai, distruggimi. Ho trovato l'amore, l'amicizia, la fiducia, la lealtà, la forza, il coraggio, il vigore... ho trovato molte cose in questa casa e in questa famiglia. E ne ho trovate così tante da poter sopravvivere di nuovo da solo. Non sono più così debole. Anche se piango e mi mostro vulnerabile... sono capace di rialzarmi da terra con le lacrime agli occhi e di continuare a correre. E questa forza, che ho costruito passo dopo passo, non potrai gettarmela via. Distruggimi se davvero questo è il tuo lavoro. Ributtami da mio padre, fammi soffrire ancora. Uccidimi se ti farà sentire meglio, ma io non ho pene da scontare, colpe che mi mangiano l'intestino... stai attenta alle tue scelte, perchè esse non si rivolteranno contro di me... ma contro te stessa - detto questo uscii dalla stanza, rinchiudendomi in bagno per qualche minuto. Mi preparai per la notte e salutando con un bacio Louis e promettendogli che tutto sarebbe andato bene, tornai a letto. Camille non era più nella stanza, ma questo poco importava. Gli avevo detto tutto ciò che covavo dentro e mi sentivo libero. Finalmente libero.
Fine Flashback.
- Harry tutto okay? E' da minuti che fissi quel campanello. Credo sia ora di entrare - mormorò una voce al mio fianco. Ritornai al presente, lasciando quella conversazione al passato e suonai il campanello. Louis mi stringeva la mano e accanto a me, Johannah e il mio avvocato, sembravano farmi da guardia del corpo.
- Harry, sei venuto - disse mio padre, facendosi avanti come per farsi abbracciare. Fui davvero insicuro in quel momento. Non sapevo se abbracciarlo oppure no e lui sembrò accorgersene. Mi sorrise, passandomi una mano tra i capelli. Poi, presentandosi, strinse la mano a Louis -che sembrava scoppiare dalla rabbia - Johannah -che se avesse avuto un coltello da cucina non avrebbe faticato a usarlo- all'avvocato - che serio nel suo mestiere, pensava già a come battere mio padre e vincere questo processo -
-Bene, entrate. Il mio avvocato ha già preparato i fogli per la rinuncia. Non ci resta che discutere su qualche particolare e firmare i fogli. Sei contento? - mi chiese, accompagnandomi nel salotto e facendoci un gesto con la mano che ci implicasse di andare a prendere posto.
L'avvocato di mio padre, Il signor Dicky, e il mio avvocato, il signor Berk, si strinsero la mano in modo professionale, prendendo posto uno di fronte all'altro.
- Data la richiesta del mio cliente, ho proposto un'udienza al giudice. L'ha accettata, fissandola per il 13 Dicembre. Le andrebbe bene? - chiese l'avvocato Dicky.
- Che ve ne pare? Se avete impegni vi consiglio di spostarli o l'udienza potrebbe essere rimandata anche a Gennaio, perchè ci saranno le vacanze natalizie - ci suggerì il nostro avvocato.
- Io direi che va bene per il 13. E' la prossima settimana e almeno dovremmo sopportare ancora per poco la presenza di Camille -
- Oh quella non sarà un problema signora. Con la richiesta del mio Cliente, dove era stato scritto che non serviva più il servizio della Signora Camille, il giudice ha deciso che può ritornare a casa. Servirà soltanto la sua dichiarazione, che avverrà per l'appunto il 13 Dicembre, in cui si verrà a conoscenza di ciò che il signorino Styles ha fatto in questi giorni. Poi sarà il giudice ad approvare o meno la richiesta del mio cliente sulla rinuncia della custodia. Stiamo solo supponendo che questo sia in sì e come andranno le cose in caso l'affido fosse rivolto a lei, signora Tomlinson -
- Bene. Allora, nel caso l'affido mi venisse dato... ci sarebbero richieste da parte di Tom Styles? - chiese Johannah. Il mio avvocato prese il contratto preparato dall'avvocato di mio padre e lesse ogni riga, per filo e per segno.
- Il Signor Styles vuole assicurarsi che suo figlio lo vada a trovare, almeno una volta a settimana e lei non può impedirlo - disse l'avvocato Dicky.
- Non lo impedirò, ma come si metteranno le cose se Harry decidesse di non volerci andare? Non posso mica costringerlo... -
- Oh no. In quel caso sarà Harry a parlarne al padre e lui dovrà accettare le decisioni -
- Ma ti verrò a trovare... lo avevo promesso - aggiunsi subito. Vidi lo sguardo di mio padre illuminarsi per qualche secondo e sorrisi. Glielo avevo promesso e io mantenevo le mie promesse.
- Okay. Harry dormirà a casa mia e io ne avrò la custodia come un figlio, giusto? -
- Certo. Con la differenza che il cognome rimanga quello. Inoltre, a Febbraio Harry compirà 18 anni, raggiungendo la maggiore età. A quel punto, potrebbe pure decidere di vivere da solo, questo credo lo sappia già -
- Si, lo so. Anche mio figlio potrebbe farlo. Non cambiano le cose - aggiunse frettolosamente Johannah, sorridendomi. Sembrava quasi che ci stesse spingendo a vivere insieme e l'idea non mi disgustava.
- Il Signor Styles, vuole però che il figlio completi gli studi -
- Lo voglio pure io - ammise la donna seduta accanto a me. Fummo interrotti dal mio avvocato - Okay, il contratto sembra essere perfetto. Non ci sono contro-indicazione. Le dispiacerebbe se lo portassi nel mio studio e lo leggessi meglio e con calma, prima di farlo firmare? -
- Certo che no, quella è una copia, l'altra ce l'ho io - disse l'avvocato Dicky.
- Allora Camille può già lasciare casa nostra? - chiesi. Quella mattina ero stato a scuola e non ero ancora tornato a casa, speravo tanto di vederla vuota.
- In realtà lo ha già fatto, proprio un'ora fa. Adesso sarà sicuramente a casa sua, con la sua famiglia - sorrisi all'avvocato e annuii.
- E io e Louis potremmo...? - non continuai la frase, per paura di dire la cosa sbagliata.
- Che rimanga tra noi, signorino. Sono l'avvocato di suo padre, dovrei fare il possibile per rispedirti dal mio cliente, ma sotto sua richiesta, farò il possibile per rendere felice te. Non accennare nulla sulla tua relazione con Louis. Che sia finita o meno, non dire nulla. Potrebbe essere a tuo svantaggio. Sei ancora minorenne. Raggiunta la maggiore età e ormai direi che manca poco, potrai pure urlare a tutti le tue relazioni, va bene? -
- Okay... l'importante è che non lo sappia il giudice. Deve restare... -
- Segreto, esatto. Deve restare segreto almeno fino all'udienza del 13 Dicembre, dalla quale dipende tutto -
- Lo farò - strinsi la mano di Louis, confortandolo. Lo abbiamo già tenuto nascosto una volta agli occhi di tutti, non sarebbe stato difficile fingere in una sala di un tribunale solo davanti al giudice.
- E se il giudice ci facesse giurare di dire solo la verità e noi dicessimo di non avere una relazione, ma poi se ne accorgerebbe dalle dichiarazioni di Camille? - borbottò Louis. Ecco a quello non ci avevo pensato.
Entrambi gli avvocati sospirarono, poi si guardarono e prese parola il mio avvocato - Non sappiamo cosa ha scritto Camille, nè potremmo saperlo. Infatti ci aspettiamo anche cattive dichiarazioni. Se doveste giurare e vi verrebbe fatta la domanda... dite la verità. Noi avvocati provvederemo a difendervi e con la rinuncia fatta da tuo padre abbiamo più potere. E' una decisione consenziente, presa da entrambi, non credo che questo possa andare a nostro sfavore. Ma non dobbiamo cantare vittoria, non prima di sapere l'opinione di Camille... quella potrebbe cambiare tutto. Se dicesse che le cose sono andate male nella tua permanenza a casa Tomlinson, il giudice rifiuterebbe la richiesta di tuo padre, rispedendoti in casa Styles -
- Dobbiamo solo sperare che vada tutto bene - aggiunse Johannah. Fummo d'accordo con lei e dopo qualche altro leggero accordo, potemmo ritornare a casa. Era stranamente vuota. Le ragazze di sicuro erano dai nonni e di Camille e suo figlio non c'era nemmeno l'ombra. Abbracciai Louis e lo baciai. Nemmeno Zayn e Liam sembravano essere a casa.
- Vado a fare la spesa, ci vediamo più tardi, okay? - ci annunciò Johannah, lasciandoci un bacio a testa. Scomparve dalla stanza e Louis mi rivolse un sorrisetto complice.
- Sai siamo soli... in una casa... con una camera in cui stare... - iniziò, facendo il buffone mentre mi trascinava su per le scale.
- E' inutile che ci giri attorno, ti ho già capito - ridacchiai, iniziando a baciarlo. Lasciai che fosse lui a guidarmi, pur avendo un po' paura che mi lasciasse cadere dalle scale dato che l'unica volta che mi aveva bendato mi aveva fatto ritornare a casa pieno di lividi. Risi al solo pensiero.
Mi sentii appoggiare al letto, quello della sua stanza e in poco tempo finimmo avvinghiati, uno al cuore dell'altro. Uno all'amore dell'altro. Perchè così come lui si nutriva del mio amore, io mi nutrivo del suo.
E quel giorno, tra le lenzuola stropicciate e il silenzio della casa riempito dai nostri ansimi, io e Louis ci appartenemmo ancora. Facendo l'amore. Appropriandoci dei sapori della nostra pelle. Gustai l'ebrezza di avere la mia vita ancora sotto controllo. Staccai i pensieri, concentrandomi solo sul ragazzo che mi dava piacere e mi rendeva felice. L'ansia, la paura, il dolore... era tutto scemato in piacere. E avrei fatto altre cinque, dieci, cento, mille volte l'amore con lui. Perchè sentirmi pieno e vivo, non era una cosa da niente ma era una cosa da molto. Era una cosa da noi. Da Harry e Louis. Da Larry. Dall'essere noi stessi.
* Niall's Pov*
Erano parecchi giorni che non dormivo decentemente e avevo pure perso l'appetito. Quel giorno, ad esempio, dopo essere ritornato da scuola, speravo di chiudermi nella mia stanza a pensare a Charly e invece i miei piano furono interrotti da una lettera poggiata sul tavolo della cucina.
- E' indirizzata a te - disse semplicemente mia madre, fermandosi un attimo dalle pulizie giornaliere.
Aprii la busta. Quel "Al caro Niall Horan" non mi piacque per nulla. I brividi salirono quando notai una specie di cartolina bianca, decorata da fiori e brillantini argentati. La spiegai e... quasi crollai a terra dal dispiacere e dal dolore.
Siamo lieti di annunciarvi la meravigliosa unione matrimoniale tra i futuri sposi:
Charly Kenney
e
James Patrick Wilsons.
Il matrimonio sarà celebrato nella piccola chiesa di Londra, alle ore 16:00 del giorno
15 Gennaio 2015
Con grande gioia, gli sposi si augurano la vostra completa presenza.
Lo stomaco si rigirò su se stesso circa cinque o sei volte prima che la rabbia mi inondasse i sensi. Buttai a terra la lettera e feci cadere anche una sedia che era accanto al tavolo da cucina.
- NO! NO! NO! NON PUO' FARMI QUESTO - urlai e mia madre si spaventò, avvicinandosi a suo figlio che ormai aveva perso il senno della ragione.
- Amore calmati, che succede? -
- L'ho persa - urlai, portandomi le mani tra i capelli.
- Perso chi? -
- La ragazza che amo mamma, quella a cui ho dato tutto me stesso fregandomene se mi avesse fatto male e invece l'ho persa. Si sposerà a Gennaio! - continuai a urlare, gettandomi a terra. Mia madre, vedendomi in quella situazione, si mise in ginocchio e mi tenne stretto.
- Vedrai che andrà tutto bene - continuava a sussurrarmi e invece no, sapevo che l'avrei persa. L'avrei persa per sempre. Paura di perderla, ecco cosa avevo. Paura e perdita.
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SPAZIO AUTRICE
Lo ammetto, ho aggiornato di più in queste due settimane che da Gennaio ad ora... ma, come avevo detto, mi sarei fatta perdonare ed eccomi qui con un altro capitolo. Non credo manchi molto alla fine, forse tre o quattro capitoli, dato che la storia si sta avvicinando sempre di più alla fine, ma sto davvero prendendo in considerazione l'idea di creare un sequel. Quello che mi frena è la paura di non avere abbastanza idee e di screditare una storia che sta avendo tantissime visite e tantissimi commenti.
Pertanto, fatemi sapere cosa vi aspettereste di un sequel. Vi andrebbe l'idea di Louis e Harry dopo qualche anno? Di farli crescere e di fargli affrontare altri tipi di problemi? Vi prego, le vostre idee saranno essenziali nella mia scelta di fare oppure no un sequel.
In questo capitolo, la parte che amo di più è quella in cui Harry parla con Camille. Si mostra forte e capace di non crollare più e lo amo *-* Sta iniziando ad essere un ragazzo di diciassette anni col mondo in mano. Sta dicendo addio alla debolezza che lo ha tenuto fermo, imprigionato in un mondo pieno di dolore del quale era succube. Sta prendendo un volo, sfrecciando verso la libertà e voi, carissimi lettori, lo state seguendo passo dopo passo. E non potrò mai ringraziarvi abbastanza per questo. Per esserci, per i commenti, per i voti, per le visite. Ogni giorno crescete e io cresco con voi e con questa storia.
Mi rende triste l'idea di terminarla, ecco perchè vorrei portarla avanti con un sequel. 59 capitoli sono difficili da digerire. Mica sono cinque, oppure dieci. Sono un anno di lavoro, no?
Fatemi sapere il vostro parere, è prezioso!
Grazie ancora a tutti voi, per tutto quello che fate.
Grazie alle ragazze che sono nel gruppo whatsapp e mi sostengono, sostenendo anche la storia!
Grazie a chi condivide questi momenti con me.
Domande per voi:
- Di 59 capitoli... qual è quello che vi è piaciuto di più?
- Cosa accadrà in tribunale il 13 Dicembre secondo voi?
- Harry e Louis potranno vivere insieme?
- Preferite Harry a casa del padre o di Johannah?
- Mi amate? Hahahah perchè io vi amo tanto, tanto, tanto e mi sento dolciosa anche oggi *-*
- E Niall? Cosa succederà con Charly e il matrimonio?
Bene, guerrieri, devo andare anche questa volta e sarò felice di leggere i vostri commenti a queste domande. Ci sentiamo presto, un bacione, Noemi<3
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