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Nuove esperienze

Capitolo XXII

*Harry's Pov *


Mi svegliai solo per potermi aggiustare meglio tra le coperte. Molte si erano attorcigliate alle gambe e aprendo di poco gli occhi notai che avevo scoperto totalmente Zayn. Era a petto nudo, non me n'ero nemmeno accorto quando gli avevo chiesto di dormire con lui. Non che sia un fifone o altro, ma il brutto tempo non mi era mai piaciuto e poi ho avuto l'impressione che qualcuno stesse salendo nella mia stanza e dato il mio passato volevo evitare problemi e l'unica persona che mi avrebbe capito era proprio Zayn. In qualche modo quel ragazzo era seriamente la mia ancora di salvezza, non che mi piacesse vederlo affondare, ma era un appiglio per la mia nave ormai distrutta. Quando c'era lui diventavo irrimediabilmente forte e niente riusciva a sconfortarmi o farmi paura. Per non parlare dei due baci che mi avevano stravolto i pensieri. Uno dato senza il mio consenso, l'altro col pieno della mia ragione. Una parte di me urlava di dargli una possibilità, tanto Louis non sapeva nemmeno della mia cotta per lui, tanto valeva crearmi una nuova vita, partendo da una nuova persona per essere felice. Mi ripetevo sempre che amavo Louis, ma mi illudevo che lui potesse ricambiare. Parlando seriamente era una cosa piuttosto difficile. Lui amava le ragazze e io non ero una di quelle bionde ossigenate con le tette di fuori che gli passavano d'avanti e venivano attratte dalla bellezza di quel ragazzo. Piuttosto ero Harry, il ragazzo omosessuale, con un grande passato alle spalle e una cotta immensa per il ragazzo che non se lo fila nemmeno di striscio. Inutile innalzare ancora tutte le illusioni che mi ero fatto. Era meglio se cambiavo idea, se cambiavo amore e se cambiavo vita il prima possibile. Magari Zayn era quell'angelo venuto dal cielo, quello che mi avrebbe immensamente fatto innamorare di lui e aspettava solo che lo capissi, mentre paziente me lo dimostrava in ogni suo piccolo gesto. Vederlo in questa stanza, vedere i suoi occhi lucidi e la sua gelosia nel non poter fare qualcosa di tanto azzardato come un bacio, mi aveva spezzato il cuore, forse era anche per quel motivo che ero andato tra le sue braccia, sapendo che fosse stata la scelta migliore. Avrei giurato di vederlo su quel letto, col viso stravolto dalle lacrime, ma lui non era me e non si avvicinava neanche minimamente alla mia parte fragile e vulnerabile. Lui era forte o almeno era così che amava farsi vedere dalla gente. Nessuno doveva osare vedere una sua lacrima, era come se avessero visto un ladre nel bel mezzo di una rapina. Lo avrebbero messo alle strette e ricattato a vita pur di mantenere il silenzio. Avrebbe pagato oro in caso fosse successa una cosa del genere. Zayn preferiva farsi vedere scorbutico che dolce, preferiva odiare che amare, eppure mi aveva consegnato il suo cuore, senza nemmeno accorgersene. Lo aveva dato al ragazzo più sensibile ma anche maldestro di questo pianeta, senza curarsi che avrei potuto graffiarlo. Si fidava... ed era proprio la sua fiducia che faceva crescere in me una grande forza, nascosta sotto chissà quale strato della mia, ormai, sottile pelle. 

- Non riesci a dormire? - bofonchiò la voce ancora roca di Zayn. Solo in quel momento mi accorsi di aver osservato incessantemente il suo volto, col mio appoggiato alla mano e tenuto fermo dal gomito che faceva pressione sul cuscino. Mi ero perso nei pensieri e fissavo lui, come se potesse essere la mia più grande ispirazione. Forse lo era... anzi, lo era e basta, senza un forse.

- Si, è solo che ormai non ho sonno e stavo pensando... - annunciai, perdendomi nel suo volto ancora immerso nel sonno e nei suoi occhi chiusi tanto quanto vigili.

- A cosa pensavi? - e ora che avrei dovuto dirgli? Che pensavo a noi? Alla nostra possibile relazione? Purtroppo non era nel mio carattere.

- Pensavo... a come ti ho strappato di dosso tutte le coperte senza essermene nemmeno accorto - sputai fuori, riuscendo ad attirare maggiormente l'attenzione di Zayn. Aprì gli occhi, cercò di abituarsi alla luce, mentre ridacchiava nel vedere le coperte del letto ormai sottosopra, tranne quelle attorcigliate al mio corpo.

- Diciamo che non sei un tipo tanto tranquillo quando dormi - annunciò, alzando il cuscino allo schienale e poggiandocisi con la schiena. Passò le dita sugli occhi e fece un piccolo sbadiglio, mi sembrava un dolce Koala. Fu inevitabile sorridere e cercai di imitarlo, sollevando il mio cuscino, ma una coperta attorcigliata fin troppo bene mi fece perdere l'equilibrio e stavo per cadere dal letto. Ma Zayn fu veloce, nonostante stesse ancora dormendo riuscì ad afferrarmi il braccio con la sua mano e a tirarmi su. Fu in quel preciso momento che mi accorsi di avere accanto a me un angelo. Quei pochi raggi di sole che filtravano dalla finestra avevano illuminato il suo viso ancora stanco. Gli occhi erano spalancati per la sorpresa e la velocità di quel gesto, mentre le labbra erano asciutte ma socchiuse. Le sopracciglia si erano incurvate in una posizione di confusione e i muscoli del braccio destro, quello con cui mi aveva afferrato, erano tesi, mettendo in risalto alcuni tatuaggi che non avevo mai notato prima. Erano pochi, ma erano meravigliosi su quel corpo. 

- Grazie, posso solo confermare la tua teoria, mi sono trascinato tutte le coperte - ridacchiai, aggiustandomi e accorgendomi di avere ancora la sua mano attorno al mio braccio. Fissai prima lui, poi la sua mano, poi di nuovo lui e per finire le sue labbra. Sentivo nella testa una sottile voce che mi urlava di baciarlo. Non l'ascoltai e scossi impercettibilmente il capo, appoggiando la schiena al cuscino e aspettando che fosse lui a staccare la mano. Mi sembrava troppo scortese per farlo, oppure desideravo ancora il suo tocco sulla mia pelle. In quel momento mi accorsi di sembrare un pervertito del cazzo e così cercai di pensare solo a cosa belle. Football... divertimenti... si, proprio tutto quello in cui ero negato. Quindi i pensieri non erano belli e mi ritrovai a perdere quel piccolo sorriso che mi si era formato sul viso. 

- Adesso a cosa pensi? E non credo più alla storia delle coperte e del fatto che dormi come un pazzo - borbottò Zayn. Era strano come quel ragazzo era riuscito a capirmi in così poco tempo, constatando che nemmeno io ci riuscivo.

- Penso solo al fatto che non mi sono mai realmente divertito -

- Divertito in che senso? - si mise di fianco, forse per osservarmi meglio. 

- Nel senso che non sono mai andato a una festa, non ho mai bevuto, non ho mai fumato... insomma non sembro nemmeno un ragazzo di diciassette anni. Non dico che mi voglio rovinare la vita, ma voglio almeno poter dire di aver provato nuove esperienze. - il mio sorriso morì di nuovo, mentre pensavo alla cruda realtà di quelle parole.

- Aspetta un attimo... - disse, prendendo a smanettare col cellulare. Restai in silenzio per qualche minuto, osservando i suoi lineamenti che passavano da duri a rilassati e viceversa.

- Se continui a fissarmi i punti sono due: o mi sciolgo o mi ustiono - sbottò, facendomi arrossire e ridacchiando sicuramente per aver abbassato subito lo sguardo.

- Sto scherzando - mi tolse un peso dal petto con quelle parole, poi continuò a dire - Stasera ti porto a una festa a casa di un mio amico. Proverai la tua prima sigaretta, il tuo primo bicchiere di alcol e ti divertirai. Non accetto un no. Ti voglio pronto per le dieci, parlo io con Johannah - all'inizio quella cosa mi aveva spaventato, in poco tempo avrei detto addio alla mia monotona vita e sarei entrato nel vero giro degli adolescenti, alla fine la trovai una cosa divertente e capendo quando fosse inutile controbattere per delle insensate paure, mi ritrovai a sorridergli e ad abbracciarlo, contento di quanto avesse potuto fare in pochi minuti col suo cellulare.

- Scusa, devo prendere una cosa - non capii nemmeno il motivo del quale di fosse scusato che lo trovai su di me, intento a prendere un oggetto dal cassetto del comodino. Nonostante indossassi una maglietta mi fu inevitabile sentire la sua pelle scoperta a contatto con me. Un brivido mi percorse la schiena e sperai che facesse davvero veloce prima che tutto si potesse complicare. 

- Ah, eccola qui - tirò fuori una sveglia per vedere che ora fossero. 

Una sveglia? Serio? Sei davvero così... così.... insomma tutto questo per una sveglia?, pensai.

- Perchè hai preso la sveglia? - 

- Per vedere l'ora... dovremmo andare a pranzare -

- Il tuo telefono non segna l'orario? Sai, solitamente tutti ormai hanno un orologio impostato nelle applicazioni - ridacchiai, scoprendo che aveva fatto tutto quel movimento solo per mettermi in soggezione.

- Mi piacciono le sveglie! - sbottò ridendo pure lui. C'era riuscito. Era riuscito a strapparmi un'altra risata. Era riuscito a farmi sorridere. Era riuscito a farmi capire quanto potesse essere facile ridere piuttosto che soffrire. Iniziavo a pensare sempre di più che avrei dovuto dargli un'opportunità... se mi fosse piaciuto bene, sennò avrei capito che lo volevo accanto solo come amico.

- Zayn sei sveglio?... Oh Harry... come mai anche tu qui? - sobbalzammo sul letto e ci girammo verso la porta, trovando un Louis piuttosto imbarazzato. 

- Stanotte non riuscivo a prendere sonno e alla fine mi sono addormentato qui - dissi con un tono piuttosto basso. Era strano come dopo una sbronza avesse potuto rivolgermi nuovamente parola.

- Capito... posso parlarti un attimo? - mi chiese, avanzando di qualche passo. Pensando che volesse perdonarmi per quel gesto mi ritrovai ad annuire come un stupido davanti a una caramella e diedi un'occhiata a Zayn che ricambiò infondendomi forza.

- Comunque è pronto il pranzo - disse Louis, per poi chiudere la porta alle mie spalle.

Come avevo presupposto, iniziò a chiedermi mille volta scusa e io non riuscii a non perdonarlo.


* Zayn's Pov *

Okay, dovetti ammettere che la stupidata della sveglia potevo pure evitarmela, ma era un modo piuttosto chiaro per fargli capire quanto volessi stare accanto a lui. O direi meglio, stretto a lui.

Non appena uscirono dalla stanza mi ritrovai con l'orecchio incollato alla porta. Più per gelosia che per curiosità. Di sera lo avrei portato alla festa e avrei realizzato il suo desiderio di essere un normale adolescente. Mi piaceva vederlo felice e avrebbe dovuto continuare ad esserlo.

- Mi dispiace davvero tanto Harry, ero accecato dalla gelosia e sparavo cavolate - disse Louis.

- Tranquillo, sai che non potrei mai farti una cosa del genere, sei perdonato e adesso scendiamo in cucina che sto morendo di fame -

- Ma non ti cambi? -

- Cavolo... me l'ero scordato... bene ci vediamo sotto fra 10 minuti - detto questo non sentii più parlare, quindi andai in bagno, mi cambiai e scesi in cucina. Approfittai della stanza vuota per parlare con Johannah.

- Buongiorno Zayn... come stai oggi? -

- Molto bene. La pancia fa meno male e non ho avuto la necessità di prendere gli antidolorifici. Volevo dirti che questa sera porto Harry ad una festa. Mi ha detto che voleva svagarsi e non mi sembrava il caso di contraddirlo, per te va bene? -

- Certo, quel ragazzo ha proprio bisogno di un po' di divertimento. Ti chiedo solo di stare attento e di non fare cose spericolate - disse come una mamma protettiva. Annuii in tempo prima che tutti quanti scendessero dalle stanze e si posizionassero al loro posto. Aiutai Johannah a portare l'insalata e i piatti di pasta a tavola, poi presi posto di fronte a Harry.

Mangiammo piuttosto in silenzio e in poco tempo si fece addirittura pomeriggio. Ero stato costretto da Harry a invitare Louis, non gli sembrava corretto lasciarlo a casa, quindi dovetti accettare pur di farlo felice. 

Verso sera, subito dopo cena, mi ritrovai seduto sul divano ad aspettare che quei due scendessero. Erano ormai le dieci e di loro non c'era nemmeno una traccia.

- Scusa, ma Harry continua a dire che è vestito da barbone - ridacchiò Louis, scendendo le scale. Mi girai verso di loro e per poco non mi uscì la bava dalla bocca. 

Era semplice ma sembrava aver indossato la maschera della bellezza. I lineamenti del viso era perfetti, i capelli e quei ricci non erano un ammasso scombinato ma una massa uniforme. Gli occhi erano più luccicanti del solito. Le gambe erano fasciate da un pantalone grigio chiaro. Ai piedi aveva le immancabili supra bianche e una maglietta dello stesso colore. Indossai il mio giubbotto nero, aspettando che gli altri facessero lo stesso.

- Secondo me così stai alla perfezione. Non sei nè troppo elegante, nè troppo sportivo. Hai indovinato il look per una festa - dissi, ricevendo in cambio un bellissimo sorriso da parte di "occhi verdi". 

- Bene, adesso possiamo andare. Siamo da Billy vero? - domandò Louis. Dissi di si e presi il posto del guidatore, arrivando in poco tempo al luogo prestabilito.

- E se dovessi combinare guai? - chiese Harry, apparendo davvero agitato.

- Andrà tutto benissimo. Ci siamo io e Louis con te - aggiunsi.

- Io devo un attimo andare con una ragazza, sparisco per un po' ma poi mi farò vivo - borbottò velocemente Louis, correndo verso una bionda e facendomi capire che se la sarebbe portata a letto.

Fissai Harry per assicurarmi che stesse bene... fortunatamente non aveva perso il sorriso.

- Vieni, iniziavo da un bicchiere di Vodka - ammisi, capendo quanti pensieri lo stessero uccidendo.

Entrammo in casa e mi avvicinai alla cucina. Afferrai due bicchieri di Vodka secca e poi raggiunsi Harry. Lo lasciai bere mentre salutavo il proprietario della casa e della festa.

- Allora, che te ne pare? - domandai al ragazzo dagli occhi verdi.

- Fa proprio schifo... però dopo un po' inizia a piacere - 

- Bene, la prossima cosa che proverai è proprio la sigaretta - dissi, iniziando a bere il mio bicchiere di Vodka. La gola bruciò piacevolmente.

- Vado un attimo sopra e ti raggiungo - pensai che dovesse andare in bagno e lo lasciai andare, ma notando che dopo dieci minuti non era ancora arrivato decisi di andare a cercarlo.

- Harry, che succede? - arrivai a domandare, vedendolo sbucare fuori dal corridoio. Eravamo solo io e lui, quindi potevamo benissimo parlare, ma non era quella la sua intenzione. Si fiondò sulle mie labbra e aggiunse anche la lingua, scioccandomi per il gesto, ma non mi ritrassi indietro.

- Voglio provare a stare con te - sussurrò sulle mie labbra, prima di unirle in un altro bacio.

Avevo solo paura di come potesse andare il resto della serata...

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