Nessuna prova
Capitolo XLVII
( MI SCUSO PER IL RITARDO, SPERO CHE POTETE RECENSIRE E CHE CONTINUATE A SEGUIRE QUESTA STORIA, VI VOGLIO BENE, NOEMI)
*Harry's Pov*
Dopo una settimana, avevamo finalmente ricevuto delle novità da parte dell'agente Kelis. Diciamo che avevo passato quella settimana a stretto controllo dalla famiglia Tomlinson. Louis era sempre con me e quando era sotto la doccia, mi obbligava a stare in compagnia di Zayn o di Johannah. Perfino le piccole Daisy e Phoebe avevano intuito che non potevo restare da solo e quindi mi trascinavano da una stanza all'altra e mi obbligavano a giocare con loro. Avevano davvero una fervida immaginazione. Quelle macchine delle barbie cadevano dalla sedia, facendo un volo di mezzo metro e subito loro portavano il personaggio all'ospedale fatto di piccole coperte. Nessun bacio tra fidanzati, anzi non c'era nessuna coppia di fidanzati. Io ero una specie di Stilist e non so se lo ero solo a causa della somiglianza tra il mio cognome e il lavoro di queste persone, fatto sta che dovevo occuparmi dell'abbigliamento di ogni bambola. Fortunatamente per me, la scelte era limitata in tanti abitini, tutti dello stesso colore, quindi non era difficile abbinare scarpe e vestito. Poi, dopo due ore passate a giocare, arrivava Louis in mio soccorso, staccandomi ogni gioco dalle mani e trascinandomi in chissà quale stanza. O per vedere un film, o per fare l'amore, o per farmi abbuffare di cibo solo perché lui aveva fame. "Fammi compagnia" protestava piagnucolando. Niall era ritornato in vita, dopo la sua finta malattia, solo che lo vedevo costantemente giù di morale. Era attaccato al cellulare, fissava incessantemente lo schermo, come se potesse illuminarsi e dirgli "Ora hai un motivo valido per guardarmi". Ma quello continuava a rimanere scuro, così lo accendeva, faceva finta di osservare l'orario e rispegneva lo schermo sbuffando. Più volte ho cercato di farmi dire che problema avesse, ma lui rispondeva atono e cambiava discorso. Qualcosa mi portava a pensare che ci fossero stati problemi con quella ragazza che a lui piaceva tanto. Charly.
E così, dopo una settimana, mi ritrovavo nell'ufficio dell'agente, affiancato da Louis e Johannah. Zayn ci aspettava in macchina, diceva che avrebbe causato solo confusione entrando insieme a noi.
- Ci dia buone novità, la prego - borbottò Johannah, attirando la mia attenzione. Presi a mordicchiare il labbro inferiore, sentendo l'ansia crescere tanto da farmi indurire i muscoli.
- Vorrei davvero darvi buone notizie, ma purtroppo non ce ne sono signora Tomlinson. Non abbiamo rilevato nessuna impronta. Gli indiziati che mi avevate detto voi, sono stati tenuti a stretta sorveglianza e non hanno ricevuto visite che potrebbero farci venire qualche dubbio. Questo mi porta a un vicolo cieco. Non saprei come fare... sono successi avvenimenti particolari durante questa settimana? –
Abbassai il viso, sconfortato dalla notizia dell'agente. - No, non è successo nulla, ma questo non significa nulla. Potrebbe succedere proprio mentre involontariamente abbassiamo le difese - disse Louis. Johannah tacque, non proferendo parola. Avrei voluto dirle quanto mi fosse dispiaciuto non poterla aiutare, avrei davvero voluto avere una bacchetta magica per risolvere ogni cosa.
- Lo so ragazzi, ma non posso fare nulla. Cercate di capirmi. Non ho prove e non è successo nulla. Il massimo che posso farvi è darvi il mio numero privato. Qualsiasi cosa accada, chiamatemi e interverrò subito. Più di questo non posso fare - Johannah uscì fuori dal suo silenzio e afferrò il biglietto col numero dell'agente, ringraziandolo per tutto ciò che aveva cercato di fare per noi. Uscimmo dalla centrale, uno più silenzioso dell'altro, ma in fondo l'agente non aveva colpe. Nessuna traccia di prove, stava anche a significare che era come se non esistesse nessun caso e questo implicava la dissolvenza della situazione.
- Allora? Hanno trovato prove? Sanno chi è stato e come potremmo prenderlo? - domandò Zayn, sbucando fuori dall'auto e venendoci incontro. Johannah entrò in macchina, silenziosa. Louis la affiancò. Io sospirai, guardando il viso corrucciato di Zayn.
- Non hanno trovato nulla Zayn e questo significa che non ci sarà nessun caso. Quel che accadrà, accadrà. Vieni, entriamo in auto, non l'hanno presa molto bene - con due cenni del capo, indicai Johannah e suo figlio che in silenzio aspettavano il nostro arrivo. Io e Zayn ci andammo a sedere sui sedili posteriori e più volte cercammo di incrementare un discorso, ma venivamo comunque ignorati e quindi alla fine ci arrendemmo. Arrivati a casa, ci vollero pochi secondi affinché ognuno scomparisse in camere diverse e io e Zayn restassimo a guardarci sulla soglia della porta.
- Chiamo Liam e Niall. Mangeremo una pizza, così cercheremo di tirare su il morale a Louis, che ne dici? –
- Mi sembra un'ottima idea, io vado in camera a vedere se vuole parlare - Zayn mi lasciò una pacca sulla spalla, prendendo il telefono e iniziando a chiamare probabilmente Liam. In compenso, salii nella camera di Louis e vi trovai quest'ultimo, sdraiato sul letto, intento a dare le spalle alla porta.
- Lou... - borbottai, rimanendo fermo. All'impatto pensai che stesse fingendo di dormire, solo per non parlare con qualcuno, ma subito dopo si girò verso di me, facendo segno di sdraiarmi accanto a lui.
- Mi dispiace. Se potessi fare qualcosa ti giuro che la farei e ti prometto che troveremo una soluzione. Scoveremo chi è stato e ti proteggerò a costo della mia vita stessa –
- Stai dicendo troppe stupidaggini, sta zitto - adagiai un dito sulle sue labbra, passandone il contorno - Non giurare, non promettere nulla, tanto meno non sulla tua vita. Faremo tutti il possibile, non promettere. Non sappiamo come potrebbe andare a finire e non voglio che arrivi al punto di promettermi una cosa che forse non potrai mantenere. Siamo solo noi per ora, Lou. Nessuno mi farà male - cercai di tranquillizzarlo, passando una mano tra i suoi capelli. Mi avvicinai al suo viso, iniziando a sfiorare e baciare le sue labbra.
- Cosa sarei senza te? - domandò, togliendomi la maglietta e baciandomi il petto.
- Non lo so. Ma potremmo essere tutto quello che vogliamo - mi lasciai andare ai suoi tocchi e alle sue carezze, cedendomi nuovamente a lui, col l'anima e con il corpo.
* Zayn's Pov *
- Liam? Ci sei? Non sento un cavolo! - ridacchiai, sentivo Liam che urlava qualcosa di incomprensibile mentre probabilmente saltellava dato che sentivo i suoi passi sul pavimento.
- Liam? Puoi gentilmente considerarmi? - domandai, sbuffando e gettandomi sul letto.
- Zayn! Zayn! Zayn! Zayn! - iniziò a chiamarmi ripetutamente, facendomi scoppiare a ridere.
- Malik! Malik! Malik! Malik! Ora che abbiamo detto il mio nome possiamo parlare seriamente? - rise anche lui, mentre prendeva respiri profondi.
- Non puoi capire cosa ho scoperto! Sono felicissimo! Quando posso venire da te? Devo raccontartelo per forza –
- Ti avevo chiamato proprio perché tu e Niall dovete venire qui. L'agente non ha scoperto prove, quindi Louis è giù di morale e noi dobbiamo farlo ridere - annunciai, passando una mano tra i capelli.
- Bene, tra due minuti sono lì - e mentre staccava la chiamata continuavo a sentire la sua risata e i suoi urletti nella testa, come un rimbombo. Come un urlo che saliva per un'altissima scalinata e io mi trovavo proprio in cima a gustarmelo tutto. Perché Liam era l'unica parte pura che custodivo nel mio cuore, sporco e marchiato dalle cicatrici di battaglia.
Chiamai anche Niall, annunciandogli quasi le stesse cose che avevo detto a Liam. Bastarono pochi minuti prima che sentissi il campanello suonare. Andai ad aprire e un Liam saltellante riempì la mia visuale. Aveva le guance rosse, il respiro rotto, ma continuava a saltare. Mi superò, esibendomi una danza caraibica al centro del salotto. Scuoteva i fianchi e muoveva le braccia in aria. Poi girava su se stesse, mentre io lo fissavo con le braccia incrociate al petto e un sorrisetto beffardo sul viso.
- Non sai quanto possa eccitarmi questo tuo balletto - dissi, deridendolo. Si bloccò e mi guardò con gli occhi spalancati. Poi riprese a muovere il bacino.
- Liam non sto scherzando - il ragazzo in questione ridacchiò e si bloccò, poggiando le mani sulle ginocchia. - Okay, prima riprendo fiato e poi parlo - chiusi il portone e ci sedemmo sul divano del salotto. Aspettai che il fiato di Liam ritornasse normale, mentre gli strappavo qualche soffice bacio.
- Dic... Ma sono gemiti questi? - Liam si bloccò, sgranando i suoi dolci occhietti. Risi, non me n'ero accorto. - Diciamo che Louis si sta facendo consolare piuttosto bene - affermai ridendo. Liam accompagnò la mia risata, con un dolce rossore sulle guance. Perché quando parlavo di lui usavo sempre l'aggettivo "dolce"? Potevo decidere di usare "droga" o "dipendenza" o "amore". In fondo il suo amore era una dipendenza, una droga che mi iniettava costantemente nelle vene. E non ero mai stato così sdolcinato come lo ero con lui.
- Okay, voglio ignorarli. Devo ignorarli. Hai dei tappi? –
- Poi come farei a sentire la tua voce? Dai parla, così coprirai i gemiti –
- Smettila di dirlo, è così imbarazzante –
- Gemiti. Gemiti. Gemiti. –
- Zayn! –
- Liam! –
- Ti amo –
- Anche io-
Sorrisi, andava sempre a finire così. - Dai dimmi perché eri così tanto felice prima al telefono –
- Allora, ricordi che mi avevi consigliato di pagare un investigatore privato? –
- Certo che sì - mi appoggiai meglio allo schienale, aspettando la buona notizia.
- Bene, ne ho trovato uno bravo. In una settimana ha scoperto che i miei veri genitori sono in vita e che abitano a Bradford che dista meno di un'ora di strada da qui. Non sa ancora dirmi molto, ma l'importante è che sono vivi, no? –
- Certo Liam, questa è davvero una notizia stupenda! Ma... Bradford? –
- Si, cosa c'è che non va? – si accigliò e avrei tanto voluto dirgli che non c'era niente che non andava, ma purtroppo non era così.
- Mia madre vive lì... è lì che è successo tutto il casino durante la mia adolescenza. La gang... la morte di mia sorella... io vivevo lì –
- P-potremmo anche non andarci... non fa nulla... se per te non va bene, anche per me non ci sono problemi... i-io, c-credo che... -
- Liam non ho detto questo. E' ovvio che ti accompagnerò. Dobbiamo solo trovare una scusa per andare lì- L'investigatore ha saputo dirti altro? –
- Davvero? Grazie. Grazie. Grazie. Grazie – mi abbracciò e mi baciò. – Comunque non molto. Prima vivevano in California, ma qualche anno fa hanno deciso di trasferirsi nuovamente qui, così ho pensato che potrei passare da loro. Certo, dobbiamo prima trovare una scusa perfetta e fare in modo che non sappiano subito chi sono - si alzò dal divano, iniziando a girovagare per la stanza e a fare progetti.
- Amore. Ehi fermati un attimo. Non facciamoci prendere dal panico o dalla gioia. Aspettiamo altre notizie prima di fare progetti, okay? - il mio ragazzo annuì col capo, ritornando a sedersi accanto a me. - I tuoi genitori adottivi non sanno niente, vero? –
- Certo che no. Ho pagato l'investigatore con alcuni soldi che avevo messo da parte –
- Eh bravo il mio piccolo genietto. Vedrai che riuscirai a trovare il momento giusto per dirglielo, intanto ci assicuriamo che siano gente onesta e apposto –
- Mh mh – annuì, unendo di nuovo le nostre labbra. Approfondì il bacio e passò le sue mani sul mio petto. – Zayn... -
- Si? – gemetti mentre le sue labbra si posavano sul mio collo.
- Voglio fare l'amore con te – sussurrò, facendomi spalancare gli occhi. Era pronto? Lo avrebbe davvero fatto?
- Non così. Organizzerò tutto per bene, okay? –
- Non metterci troppo – ridacchiai, capovolgendo la situazione e baciandogli il punto compreso tra il lobo dell'orecchio e il collo. Lo sentii gemere piano, come se avesse paura di farsi sentire, probabilmente dai ragazzi che stavano nella stanza adiacente. Inspirai il suo profumo e chiusi gli occhi, immaginando quanto sarebbe stato bello averlo tra le braccia, nudo e implorante. Sentii l'eccitazione pompare nelle vene e a quel punto capii che era meglio fermarsi.
- Forse è meglio che chiedo a Niall che fine abbia fatto – biascicai, continuando a strappargli qualche bacio.
- Si, forse è meglio di si –
Mi alzai da lui e dal letto, dirigendomi verso il cellulare che avevo lasciato sul comodino. Vidi che avevo ricevuto un messaggio da Niall con scritto: Aprimi. Il problema era che il messaggio lo avevo ricevuto da circa cinque minuti.
- Cazzo – biascicai, ottenendo l'attenzione di Liam.
- Che succede? –
- Niall. Mi ha mandato un messaggio e da cinque minuti è fuori –
Liam ridacchiò – Suonare il campanello no? –
- Non so perché non l'ha suonato, ma dobbiamo scendere, subito! – facendomi trasportare dalla risatina di Liam, scendemmo al piano di sotto, trovando Louis e Harry avvinghiati sul divano. Avevano ancora i visi accaldati e stravolti e non riuscii a non pensare ai loro gemiti. Scossi il capo, avvicinandomi al portone principale e trovando un Niall seduto sugli scalini della porta, con le spalle ricurve e tremanti. Lo afferrai di fretta, intimandolo a entrare perché fuori si gelava e lui era a maniche corte.
- Ma sei pazzo? Fuori si gela! Harry potresti prendere una coperta? –
Harry mi disse di si, salendo le scale, mentre io analizzavo il viso chino di Niall. Ultimamente era parecchio strano e giù di morale. Gli alzai il viso, trovando delle lacrime che gli annebbiavano e arrossivano gli occhi.
- Niall... che succede? – gli domandai, trascinandolo fino al salotto e facendolo sedere sul divano, accanto a Louis.
- Charly non mi risponde da una settimana – mormorò, abbassando di nuovo lo sguardo. Liam mi affiancò e si avvicinò a Niall. – Sai il motivo? –
Niall annuì, ma continuò a restare in silenzio. Harry, nel frattempo, scese con una coperta pesante e l'appoggiò sulle spalle di Niall, che ancora tremava visibilmente.
- Sai che se vuoi parlarne e sfogarti, noi siamo qui – disse Louis, poggiandogli una mano sulla spalla e cercando di confortarlo. Fortunatamente sembrava essersi ripreso... forse Harry era riuscito a calmarlo piuttosto bene.
- Okay allora... la sera in cui Louis ha fatto coming-out al locale, io e Charly abbiamo fatto l'amore. Mi aveva promesso che avrebbe parlato con James, che avrebbe rotto con lui e invece non mi ha chiamato più. Ieri sera l'ho vista in un locale... col suo ragazzo... e non avevano per niente rotto la loro relazione, ma il mio cuore – un timido silenzio iniziò a increspare l'aria. Nessuno di noi sapeva quali parole fossero più adatte in questa situazione. Poi finalmente Harry prese parola.
- Vuol dire che non ti merita Niall. Non devi stare male per lei. Sei un ragazzo in gamba e sono sicurissimo che riuscirai a trovare la ragazza fatta per te. Charly si stancherà del suo appiccicoso James... non sa cosa si perde – io e Liam annuimmo d'accordo, mentre Louis scosse il capo.
- Devi dimenticarla Niall. Solo dimenticandola riuscirai a non soffrire più –
- - Ci sto provando, ma non è per niente facile. Se non fossimo andati a letto, allora avrei avuto più forze per dimenticarla, ma ogni secondo penso alla sua pelle e al suo profumo e non riesco più a dimenticarla. Sembra che proprio quando io decida di farlo, il suo profumo mi circondi e mi asfissi –
- Hai bisogno di tempo. Col tempo necessario riuscirai a dimenticarla –
- Ma cosa pensi che sia? Un libro? Una storia antica e noiosa? Un momento inutile? Non posso dimenticarla! Resterà sempre dentro di me – urlò, alzandosi dal divano e facendo cadere la coperta che aveva addosso. Provai a dibattere, a dirgli di avere speranza, ma il suo colorito e il movimento perso dei suoi occhi mi fecero capire che non stava affatto bene.
- Diamine, Niall – sobbalzai, afferrandolo per le spalle giusto prima che il suo corpo cedesse sotto il suo peso. – Hai preso troppo freddo e sei bollente. Dobbiamo portarti a casa –
- No, portatemi da Charly! Portatemi da Charly – si divincolò debolmente, costringendomi ad allontanare il viso per non ricevere uno schiaffo o una gomitata. Poi dissi a Liam di chiamare sua mamma per venirlo a prendere, ma i genitori erano fuori città, da quasi tre giorni ormai.
- Sei rimasto da solo per tutto questo tempo? – lo presi di peso, portandolo nella mia camera. Quella di Louis mi sembrava la meno adatta considerato quello che avevano fatto sul letto.
- Tornano fra quattro giorni –
- Non volevamo sapere questo, ma se sei rimasto solo – ripetè Louis, sbuffando.
- Voglio andare da Charly – borbottò rigirandosi tra le lenzuola del mio letto.
- Mi sembra ovvio che abbia dormito da solo e che stia delirando. Johannah tra quanto dovrebbe ritornare? –
- Perché è uscita? – chiese Harry. Ridacchiai, guardando Liam – Eravate così concentrati che non ve ne siete nemmeno accorti. Ringraziate Dio per non esservi fatti sentire da lei – i due ragazzi arrossirono, mentre io e il mio ragazzo ridacchiammo, ma solo per poco. Niall con i suoi lamenti attirarono la nostra attenzione.
- Comunque non ho proprio la più pallida idea di quando possa venire –
- Potrei chiamare i miei nonni – annunciò Louis, ma io scossi il capo – Non c'è motivo di scomodare tutta la famiglia. Aspetteremo Johannah e se la febbre non dovesse calare e la situazione inizierebbe a diventare insostenibile, allora li chiameremo. – i ragazzi annuirono in accordo, mentre fissavamo Niall cadere in un sonno che speravo fosse dolce. Dormire gli avrebbe fatto bene, almeno avrebbe smesso di delirare.
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