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Gli angeli senza ali esistono

Capitolo XXXI

*HARRY'S POV*


Quando riaprii gli occhi c'era qualcosa che non andava. Avevo un mal di testa poco sopportabile e vedevo pure sfocato. Solo che non mi trovavo nella mia stanza e nemmeno in un ospedale. Eppure quel letto non mi era tanto sconosciuto. Ricordavo le corde che pendevano sulla spalliera. Ricordavo la poltrona vicino alla finestra dalla quale ero scappato. Quella casa non mi era tanto sconosciuta, perchè quella era la casa di Rick e John. Ma che ci facevo lì? Io mi trovavo a casa mia, ero svenuto oppure mi era venuto un attacco di panico, ma non mi avevano preso. Non che io ricordassi. All'improvviso la porta della stanza venne spalancata e sobbalzai sul letto, per quanto mi fosse possibile. Ero bloccato. Non c'era nessuna corda a tenermi fermo, eppure non riuscivo a muovermi. Era come se fossi congelato. Rick e John fecero il loro ingresso in camera e iniziarono a ridere rumorosamente, trovando la situazione piuttosto divertente. Ma la mia espressione diceva una sola cosa: Terrore..

- Sei rimasto solo? - ridacchiò Rick. Come faceva a sapere che nessuno più mi rivolgeva la parola come una volta? Tranne Liam e Niall ovviamente, ma le persone a cui tenevo di più mi avevano depositato dentro una bara. 

- N-non sono solo - balbettai, mentre loro si avvicinavano sempre di più a me. 

- Tu sarai sempre solo. Nessuno mai ti vorrà bene. Sei come una spina nel fianco. E sai cosa succede alle spine? Vengono eliminate - mormorò John, assumendo un tono spaventoso. Si avvicinò di scatto a me e proprio quando stava per sfiorarmi, la scena scomparì.

Mi alzai di scatto dal letto e respirai faticosamente, come se avessi appena avuto un attacco d'asma. La reazione fu praticamente come quando resti in acqua per troppo tempo e appena esci prendi una lunga boccata di ossigeno. Ero scattato subito a sedere e Liam che era alla mia destra e stava dormendo sulla poltroncina si alzò e venne verso di me.

- Ehi Harry, va tutto bene, va tutto bene, è stato solo un incubo. Solo un incubo. - cercava di tranquillizzarmi, ma non riuscivo a non pensare a tutto ciò che quei maniaci mi aveva detto. Forse ero veramente solo o per lo meno mi avrebbero abbandonato tutti prima o poi. Ma non volevo ricadere nel tunnel oscuro dal quale ero recentemente uscito. 

- N-non va t-tutto bene... i-io.. n-non... r-respiro.. - iniziai ad ansimare violentemente. Sentivo il petto bruciare, l'aria non entrava per niente nè dalla bocca nè dal naso. Sentivo qualcosa di opprimente sullo stomaco. Era un dolore insopportabile. Volevo ossigeno, non chiedevo molto.

- Cazzo... Harry ti prego respira! AIUTO! LOUIS PORTA UN INALATORE. HARRY STA MORENDO TRA LE MIE BRACCIA! - e tra un respiro faticoso e un altro, sorridevo. Perchè le lacrime di Liam testimoniavano che ero ancora qualcosa per qualcuno. Si scontravano con il mio viso. Il mio respiro non era più violento. Le immagini che mi circondavano si stavano spegnendo, proprio come la mia anima. Gli occhi si volevano chiudere. Odiavano la luce, odiavano la vita. Odiavano vedere.

- Harry ti prego non farlo! Non lasciare che la tua anima si spenga per favore! Harry ti prego! Harry... H-harry.. - non sentivo più nulla, solo un costante "bip" nelle mie orecchie. Arrivava dritto al cuore, lo faceva vibrare e poi si espandeva nei muscoli, che non reagivano agli impulsi. Era strano vedere come il proprio corpo si stava spegnendo. Era strano essere fuori dal proprio corpo. Non seppi spiegarmelo nemmeno io, ma vivevo la scena vedendo il mio corpo sdraiato su un letto e Liam che continuava a scuotermi e bagnarmi con le sue lacrime. Ero scioccato. In poche parole la mia anima era uscita dal mio corpo. Non reagivo più. Avevo chiuso gli occhi, il cuore era fermo, non aveva più forza di battere. Liam chiamò l'ambulanza. Louis entrò frettolosamente nella stanza e cercò di farmi respirare dall'inalatore. Ma niente... non volevo saperne di svegliarmi. Si stava così bene senza il peso del mondo a sopprimermi.

- Non puoi lasciarmi! Mi avevi detto che non lo avresti fatto! Harry t-ti prego... - pianse sul mio petto. Non l'avevo mai visto così debole. Mi avvicinai a lui, gli misi una mano sulla spalla, ma trapassai il suo corpo. Non poteva vedermi, non poteva sentirmi e non poteva farsi toccare da me per l'ultima volta.

- H-harry... c'è una cosa c-che n-non t-ti ho mai detto... T-ti amo... - sussurrò versando altre lacrime. Non potevo lasciarlo... non avrei dovuto. Non potevo. Non potevo. Non potevo. Volevo tornare nel mio corpo. Niall entrò nella stanza, seguito da uno Zayn zoppicante e da una troupe medica. 

- Povero ragazzo... è così giovane - sussurrò una donna sulla quarantina di anni, dopo avermi visitato.

IO NON SONO MORTO. VI VEDO. VI SENTO. NON SONO MORTO.

Urlavo, ma nessuno mi sentiva.

- Scrivi sul blocchetto. Deceduto alle ore 04:50 a.m. -

- NO! NO! NO! Lui non è morto. No... vi prego no! DIO TI PREGO, PRENDITI ME, MA LASCIA VIVERE LUI! - Louis urlò contro il cielo. Non avrei mai pensato che potesse dire una cosa del genere. Mi si spezzò il cuore. Avrebbe dato la sua vita per me. 

Zayn crollò contro il pavimento, appoggiando le spalle alla parete. Anche lui era distrutto. Lui piangeva. E non lo faceva mai. Niall si dovette sorreggere allo stipite della porta per non crollare come Zayn. Liam... beh Liam era rimasto immobile. Sussurrava ai medici di far battere il mio cuore, ma loro dicevano che non c'era speranza. Io ero morto secondo loro, ma mi restava un'ultima cosa. Solo una cosa poteva salvarmi.

DIO... UNA VOLTA TI HO CHIESTO DI UCCIDERMI... PENSAVO DAVVERO CHE FOSSE LA SCELTA MIGLIORE... TI HO DETTO DI TOGLIERMI LA VITA, PERCHE' NESSUNO CI TENEVA A ME. MA ADESSO LI VEDO, DIO. ADESSO VEDO LE LORO LACRIME E SENTO IL LORO PIANTO. NON AVREI MAI PENSATO DI DIRLO O PENSARLO. MA RISPARMIA LA MIA VITA DIO. FALLO PER LORO. FALLO PER CHISSA' QUANTE ANIME CHE NE SOFFRIRANNO LE CONSEGUENZE. PREFERISCO SOFFRIRE, FARMI DEL MALE E VIVERE NEL DOLORE. RINUNCIO ALLA MIA FELICITA', MA SE PROPRIO DEVO MORIRE, FA CHE LORO NE ABBIANO UNA. FA CHE I LORO CUORI SI RASSERENINO AL PENSIERO DI NON AVERMI PIU' TRA I PIEDI. FA CHE LE LORO ANIME VIVANO NEL SILENZIO DELL'INNOCENZA E NELLA BONTA' E DOLCEZZA DELLA VITA. FA CHE CIO' CHE IL MIO CUORE HA PATITO, NON VENGA PATITO ANCHE DA LORO. HO PROVATO TANTE VOLTE A TOGLIERMI LA VITA, ANCHE SENZA RENDERMENE CONTO... MA NON L'HO MAI VISTA DA QUESTA PARTE. E' COME STARE DIETRO LE QUINTE DI UN FILM. VEDI SCENE CHE SONO OSCURATE AGLI OCCHI DEI PROTAGONISTI. ALLORA TI PREGO DIO, ANCHE SE NON LO FACCIO SPESSO, MA FAI VIVERE LORO, UNA VITA SENZA SOFFERENZA. FA CHE I LORO CUORI NON DEBBANO SOPPORTARE IL PESO DI UNA MORTE. DELLA MIA MORTE. FAI DIMENTICARE LORO DELLA MIA ESISTENZA. NON SARO' HARRY, NON SARO' ARIA, VITA O ANIMA. MA PERMETTIMI DI PROTEGGERLI, PERMETTIMI DI RENDERLI FELICI, DI POTERLI TOCCARE E SUSSURRARE DI STARE CALMI. SOLO QUESTO, POI POTRO' MORIRE, PORTANDO CON ME LA LORO TRISTREZZA.

Non so cosa successe di preciso, ma spalancai gli occhi che credevo aperti e mi ritrovai delle mani sul corpo. Respiravo a fatica, ma respiravo. Non vedevo più un corpo sul lettino, non vedevo più la scena da dietro le quinte. Ero tornato ad essere il protagonista.

- Oh mio Dio... non ci posso credere - sussurrò uno dei medici. Mi guardavano spaventati, come se fossi un mostro. 

- H-harry... - biascicò Louis, smettendo di toccare il mio torace. Era lui che batteva i pugni sul mio petto? Era lui che aveva risvegliato il mio cuore? 

GRAZIE DIO. PROMETTO DI ESSERE PIU' FORTE. PROMETTO DI NON FARMI DEL MALE. PROMETTO CHE LI RENDERO' FELICI.

- Datemi la maschera dell'ossigeno. Dobbiamo portarlo in ospedale. Questo ragazzo ha un cuore forte. - disse la dottoressa, portandomi dentro l'autoambulanza. 

Forse mi addormentai, forse caddi sfinito in un sogno, ma quando mi risvegliai ero nella stanza dell'ospedale e non ero solo. Non come credevo almeno.

Louis mi teneva la mano e dormiva con la testa appoggiata al mio petto. Niall e Liam erano seduti su una piccola brandina e dormivano tranquilli. Johannah era alla mia sinistra e dormiva appoggiata allo schienale della poltrona. Zayn era ai piedi del letto. Due piccole testoline erano vicine al fratello. Daisy e Phoebe. Lottie, Fizzy e Georgia erano su un lettino accanto al mio. Sentivo un tubo fastidioso nel naso, forse serviva per respirare. Un pizzico tremendo era all'interno del braccio. Odiavo le flebo, ma amavo tornare a vedere la vita con gli occhi colmi di speranza. Amavo il colore bianco. Era purezza, era libertà. Io non ero il vecchio Harry... ero il nuovo Harry. Avevo visto la morte strapparmi la vita e poi era finito tutto nelle mie mani. Non ero debole, perchè i deboli non avrebbero vissuto a lungo. In quel momento ero forte e non ero solo. Sentii la porta aprirsi e poi ecco che entrarono. Kaila e Sean. 

- Oddio Harry... - sussurrò la nonna.

Si risvegliarono tutti e sbocciarono come fanno i fiori a primavera. Alzarono lentamente il capo, rivelando gli occhi rossi e gonfi. Avevano pianto per me. Nessuno si alzò dal suo posto. Restarono solo fermi a guardarmi.

- Ci sono angeli senza ali. Angeli destinati a volare e a non fermarsi. Poi ci sono altri angeli, quelli che devono vegliare su ogni uomo. E poi ci sono gli angeli che non indossano le ali perchè sono troppo grandi. Altri non le indossano perchè non hanno bisogno di averle. Ma ci sono angeli, che non sanno nemmeno di essere tali. Ci sono angeli il cui cuore smette di battere, per riprendere battiti più forti e più sicuri. Ci sono angeli che non si fermano davanti a nulla. La cosa sicura è che nessun angelo è solo. E tu avrai sempre noi, piccolo angelo - sussurrò Sean. Un'altra della sue perle di saggezza che aveva fatto piangere tutti in quella stanza. Mi scappò un sorriso dalle labbra, poi cercai di dire qualcosa.

- Ci s-sono angeli, Sean, che vivono sulla terra come una famiglia unita. Q-questi angeli sono una famiglia e sempre lo saranno - Sean acconsentì col capo, dandomi ragione.

- Ci sono angeli, Harry, che volano senza ali - dichiarò Kaila.

- Ci sono angeli che amano senza bisogno di ricevere amore - sentenziò Zayn, guardandomi dolcemente. Non c'era più odio nella sue pupille marroni.

- Ci sono angeli che si ameranno sempre, anche senza saperlo - continuò Louis.

- Lo sappiamo tutti che gli angeli sono forti. Perchè gli angeli sono come un'altra roccia su cui aggrapparsi - ammise Niall, facendomi sorridere. 

- Gli angeli nascono neonati e diventano uomini solo per moltiplicare le loro forze. Sei un angelo adulto, adesso. E sfreccerai voli che non immagini nemmeno di compiere. Sei un angelo dal cuore dolce e forte. Sei un angelo sulla terra. Il tuo posto è qui. Con noi. - concluse Johannah.

- Ho smesso di volare troppo in alto. E' arrivato il momento di toccare con i piedi per terra - ridacchiai. La famiglia fu unita da un unico abbraccio. Per amare qualcuno non bisogna avere lo stesso sangue che scorre nelle vene. A volte bastano parole, a volta bastano gesti, a volte basta solo la presenza. Ci sono sorrisi che valgono più dello stesso DNA. 

- Ecco qui il nostro eroe con la famiglia al completo. - disse una voce sconosciuta. Era il medico che mi aveva assistito sull'ambulanza.

- Allora caro, è arrivato il momento di assicurarci che quello che è accaduto oggi non accada più, chiaro? Dovrai sempre tenere con te degli inalatori e prenderli quando il fiato si fa grosso e affannato. Non dovrai mai arrivare a perdere i sensi. Oggi ce l'hai fatta, ma tu era scientificamente morto. Il tuo cuore aveva cessato di battere. - chiarì, stupendo chiunque fosse in quella stanza.

- Sta dicendo che è un miracolo? - domandò Johannah.

- Ci sono cose a cui la scienza non può dare risposte. Possiamo chiamarlo "miracolo", possiamo chiamarlo "fortuna", ma sarebbe lo stesso qualcosa fuori dal comune. Dobbiamo fare in modo che non accada più. - tutti annuirono, ovviamente anche io ero d'accordo. Avevo pregato Dio, forse mi aveva ascoltato. Mi aveva fatto capire che per renderli felici, ci sarebbe dovuta essere la mia presenza.

- Quando potrò tornare a casa? - chiesi.

- Possibilmente domani. Se sarai abbastanza forte. Adesso devo chiedervi di uscire. E' già tanto che vi abbia fatto rimanere tutti qui, ma potreste entrare solo uno alla volta. Quindi mettetevi d'accordo, subito. Prima che arrivi il mio capo - si dileguò con un sorrisetto complice sul viso. Le ragazze uscirono subito dopo avermi dato un bacio sulla guancia. Odiavo ammetterlo, ma ero ancora debole. Sean, Kaila, Johannah, Niall, Liam, Zayn.. uscirono tutti quanti tranne Louis. 

- Ti amo anche io - sbottai immediatamente, in modo da non avere ripensamenti.

- Come scusa? - chiese scioccato.

- Ho sentito quando hai detto di amarmi... e ti amo anche io... - chiarì imbarazzato. 

- Mi hai fatto preoccupare molto. Ho sentito il mondo cadermi addosso e non farò più l'errore di lasciarti. Al diavolo la prima promessa. Ora ne faremo un'altra. Staremo insieme. Devo stare con te per essere felice! Non posso starti lontano. Quindi lascia che curi il tuo cuore, ma non possiamo dirlo a nessuno per ora. Ho bisogno di un po' di tempo per fare coming out. Ho bisogno di pensare alle parole, al momento adatto e.. -

- Louis respira. Avrai tutto il tempo che vorrai. Ho solo bisogno di te. Non mi importa in che modo, ma ho bisogno di te -

Si alzò dalla poltroncina e venne verso di me, unendo le sue labbra alle mie. Non mi avrebbe lasciato, non facilmente almeno.

GRAZIE DIO. HO APPENA TROVATO LA FELICITA' CHE CERCAVO DA TEMPO.


*ZAYN'S POV*

Uscii dalla stanza a testa bassa. Mi sentivo in colpa per quello che era successo ad Harry. Non avrei dovuto dirgli quelle cose o fare il duro indifferente. Ma il mio cuore aveva strani modi di agire. Non appena lo vidi su quel lettino e sentii che era deceduto, persi il cuore. Scappò via dal mio petto e mi lasciò cadere al suolo. Non avevo mai pensato alla morte di Harry, non era una cosa che sarebbe dovuta succedere. E poi lui era un guerriero e avrebbe affrontato qualsiasi cosa. Le battaglie che affrontava gli davano la forza per andare avanti, anche se lui pensava che servivano solo per distruggerlo. Tenendo la stampella e zoppicando fino alla terrazza, ne approfittai per prendere qualche boccata d'aria. Erano le dieci di mattina, ormai. Di andare a scuola non se ne parlava proprio. Iniziai a torturare la mente di domande e proprio mentre mi sedevo su una panchina, una domanda mi rimbombò nel cervello.

" Sei pronto a lasciare che Harry spicchi un volo senza di te?" la risposta non tardò ad arrivare.

"Lui ha bisogno di essere felice. Io non voglio essere la sua infelicità"  avrei trovato una soluzione. Magari avrei fatto finta di nulla, superando tutti gli ostacoli a testa alta, proprio come avevo sempre fatto.

- Se continui a torturarti la mente di domande, finirai per uccidere quei quattro neuroni che ti sono rimasti - ridacchiò Liam, sedendosi accanto a me.

- Sei ancora preoccupato? - gli chiesi. Lui annuì leggermente.

- Era morto tra le mie braccia. Credo che adesso non mi staccherò più da lui. Ho paura che possa succedergli ancora - ammise fissando davanti a se. Non mi ero mai accorto di come anche Liam potesse essere fragile. Non mi ero mai soffermato sulla sua presenza. I miei occhi stravedevano solo per Harry. E poi Liam non aveva mai mostrato accenni omosessuali, quindi era meglio eliminare certi pensieri. A volta il pessimismo aiuta ad accettare meglio le sconfitte. 

Mi limitai ad annuire col capo. Poi cambiai argomento - Niall ha ancora la febbre? - 

- Un po'. I medici si stanno occupando di lui. Ha adocchiato una ragazza piuttosto carina - ridacchiò. Era sempre il solito. Riusciva a smorzare le situazione imbarazzanti, sempre. Quando il clima si irrigidiva, bastava una sua frase sul cibo per renderlo di nuovo mite e accogliente.

- Zayn... se hai bisogno di qualcosa sai che puoi sempre contare su di me, vero? Non devi sentirti in imbarazzo o altro. Non voglio essere assente. - 

- Lo so Liam. Grazie - gli sorrisi e aspettai un suo abbraccio che non tardò ad arrivare. Sentii uno strano brivido percorrermi tutta la schiena. Non lo sentivo da quando... da quando... da quando mi ero innamorato di Harry. Non poteva essere... non con Liam...


*NIALL'S POV*

Stavo riposando tranquillamente in una camera d'ospedale. I medici mi avevano detto che a causa dello sbalzo di temperatura la febbre era un po' aumentata, ma hanno tenuto tutto sotto controllo dandomi dei farmaci. Ero rimasto scioccato dalla scena che avevo vissuto. Potrei giurare di aver visto il cadavere di Harry prendere vita. Era una cosa assurda e sicuramente nessuno mi avrebbe creduto. La porta della stanza si spalancò all'improvviso e una bambina con i capelli marrone scuro fece interruzione nella mia quiete. Rideva e correva, come se fosse inseguita da qualcuno.

- Katy torna indietro! Non posso rincorrerti ovunque! Dove ti sei cacciata? Se ti prendo ti faccio il solletico, stai attenta! - una dolce voce si impossessò dei miei timpani. 

Una ragazza dai capelli biondi e lunghi e dagli occhioni azzurri entrò nella camera. Arrossì non appena mi vide.. beh io non feci da meno.

- Scusa, ma questa piccola topolina scappa sempre e mi succede spesso di entrare nelle camere della gente. E' imbarazzante - ridacchiò, alleggerendo la situazione.

- Tranquilla, non ti preoccupare. Vuoi un indizio? - le chiesi, ottenendo subito una risposta affermativa.

- Bene... secondo te dove possono stare i topolini? - aggiunsi. Lei rise per poi dirigersi verso un armadietto vuoto che era dentro la stanza. Aprì piano le ante e la bambina di prima cercò di scappare dalla sua presa, ma ormai era un topolino in trappola. L'angioletto biondo le fece il solletico e Katy non smise di ridere nemmeno per un secondo.

- Ora devi chiedere scusa a... - non completò la frase, sconoscendo il mio nome.

- Niall. Sono Niall - lei mi guardò sorridendo e mentre Katy mi chiedeva scusa e io rispondevo che non c'erano problemi, si avvicinò al lettino e mi porse la sua mano.

- Io sono Charly - non appena strinsi quella mano piccola e morbida pensai di essere in paradiso. Poi la vidi uscire dalla porta e un sorriso mi comparì sul volto.

"Ehi cuore, frena i battiti o qui ci rimango secco" pensai.

DIO VOLEVO INCONTRARE UNA RAGAZZA... QUESTO ANGELO SENZA ALI E' FUORI DAL COMUNE.

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ALLORA BELLA GENTE, CHE MI RACCONTATE? INIZIO COL DIRE CHE HO PIANTO MENTRE SCRIVEVO IL PUNTO DI VISTA DI HARRY. LA SUA FAMIGLIA E' DOLCISSIMA. HA TROVATO LA FELICITA'.

POTRETE PURE ODIARMI, MA QUESTO CAPITOLO SERVIVA PER DARE UNA SVOLTA A TUTTI GLI EVENTI.

VI RENDETE CONTO DI QUANTE PERSONE SI SONO INNAMORATE? AHAHAH 

QUESTA NON E' UNA STORIA SOVRANNATURALE O ALTRO AHAHAH L'EVENTO CHE E' SUCCESSO AD HARRY E' STATO DAVVERO VISSUTO DA UNA DONNA. HO LETTO LA STORIA SU INTERNET. NON SO SE E' UNA BUGIA, MA IO CREDO NEGLI ANGELI E IN QUESTI EVENTI.

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