Fraintendimenti.
Capitolo XIX
* Harry's Pov *
- Non è niente di grave, se gli date questi farmaci si riprenderà presto. Il sangue è dovuto ai pugni che ha incassato. E' normale che ci sia stata un'infiammazione allo stomaco. - concluse il medico. Zayn era stato trascinato fin sopra il letto della mia stanza ed era rimasto lì, addormentandosi mentre il medico lo visitava. All'inizio si era agitato un po' sapendo che si doveva fare visitare, poi si è rassegnato e si è fatto tranquillizzare.
Avevamo scoperto vecchi lividi allo stomaco, non causati dall'incidente e quelli nuovi a contrastare la sua pelle immacolata.
Uno più violaceo era all'altezza delle costole e fortunatamente non erano nè inclinate nè altro.
- Adesso è normale che si trova a tossire un po' di sangue, purchè non sia eccessivo, cosa che non credo possibile a questo caso, oppure rigurgitare ciò che mangia, ma con le pillole che vi ho prescritto dovrebbe guarire in pochi giorni - annunciò il medico, stringendo cordialmente la mano di Johannah e uscendo da casa.
- Non pensavo stesse così male, si mostra sempre in forma e in salute - borbottò Johannah, ancora un po' scioccata da ciò che era successo negli ultimi minuti.
- Non gli piace farsi vedere debole... è sempre stato così - aggiunse Louis.
- Beh non credo sia una cosa positiva... poteva anche stare peggio e se nessuno se ne fosse accorto avrebbe passato guai seri - concluse Eleanor. Aveva detto una cosa sensata, per la prima volta in vita sua, probabilmente.
Annuii assente e posai lo sguardo al mio salvagente. Ora era un po' sgonfio e non sarebbe riuscito a tenermi a galla, ma stavo imparando a nuotare e avrei presto raggiunto la riva.
- Bene, lasciamolo riposare... vieni con noi Harry? - sussurrò Louis. Io annuii e uscii dalla stanza, chiudendomi la porta alle spalle e assicurandomi che Zayn stesse bene, nonostante lo abbia visto pochi secondi prima.
- Ti va una cioccolata calda, tesoro? - chiese Johannah a Eleanor.
- Si, grazie mille signora -
- Figurati e chiamami Johannah. Tu Harry? Louis? -
Io dissi di no, mentre Louis la accettò volentieri, facendo sedere Eleanor sulle sue gambe. Certo perchè ovviamente il resto del divano sarebbe servito solo all'aria. Era inutile occupare altro spazio, dovevamo stringerci come aria compressa senza nemmeno un motivo valido. Per il freddo? Non ce n'era. Per conforto? Nemmeno. Per spavalderia e vanità? Sicuramente!
Ma non me ne feci un grande problema. Li osservavo senza il bisogno di chiudermi in bagno e sopprimere le mie lacrime col dolore. Tutto grazie a Zayn.
Come se niente fosse iniziai a pensare a quel ragazzo. Aveva ammesso che provava qualcosa per me e l'aveva dimostrato in ogni suo gesto. Io non volevo altro che amicizia e tutto per quegli stupidi sentimenti che provavo verso Louis. La verità era che in Zayn trovavo qualcosa di confortante. Con lui mi sentivo bene, ridevo, ero felice, eppure sapevo che sarei stato del tutto completo solo con Louis. Ma che avrei dovuto fare? Non ero il tipo che per dimenticare un ragazzo ne usava un altro. Non mi sarebbe sembrato giusto per lo sfortunato prescelto e poi non volevo nè illudere Zayn nè farlo soffrire.
Se il tempo me l'avesse concesso e mi fossi innamorato di lui allora gli avrei dato un'opportunità, ma fino a quel momento volevo renderlo felice senza essere la causa del suo nuovo dolore.
Mi dispiaceva la sua storia. Il fatto di essere da solo. Di essere picchiato. Di essere fragile dentro e una corazza di ferro fuori. Era così simile a me... mi ricordava quel ragazzino indifeso che veniva picchiato dal padre. Mi ricordava le mie debolezze, eppure non mi ricordava affatto la parte guerriera di me, poichè stava imparando a crescere solo in quel momento. Solo grazie a Zayn. Ero debole e lo sapevo benissimo, nonostante ciò stare con quel ragazzo mi dava forza, una forza che non sapevo nemmeno di avere.
- Ecco a voi le cioccolate - Johannah interruppe i miei pensieri e gliene fui grato poichè mi stava scoppiando la testa.
- Harry come mai tu non la vuoi? Preferisci un tè? O altro? -
- No, grazie Johannah, ma non ho fame adesso. Preferisco mangiare stasera -
- Come vuoi - mi sorrise cordiale e tornò al piano di sopra, dove le sorelline di Louis gridavano per attirare l'attenzione della madre. Poi scese dopo pochi minuti e uscirono in giardino.
- Allora Harry... cosa ti piace fare nel tempo libero? - chiese Eleanor. Mi insospettii il fatto che volesse intraprendere un discorso intelligente, ma risposi senza alcun problema.
- Solitamente ascolto la musica... oppure leggo... non sono quel tipo che va alle feste e torna a casa senza nemmeno capire se è veramente casa sua -
- Dovresti divertirti invece. Dovresti provare un po' di alcol o fumo. Sai, a questa età bisogna provare tutto o finisci per rimpiangerlo in seguito -
- Cosa dovrei provare? Nausea e giramento di testa dopo una sbornia? Oppure tosse e brutta respirazione dopo una canna o delle sigarette? Preferisco essere integro e avere il fiato per parlare piuttosto che essere un vegetale... -
- Ti do pienamente ragione, anche se sono il primo ad aver bevuto e fumato - borbottò Louis sarcastico, strappandomi un sorriso.
- Io continuo a essere del parere che devi fare le tue esperienze -
- Magari senza esagerare - contrattaccò Louis. Sorrisi di nuovo. Erano totalmente diversi, eppure stavano lo stesso insieme. Questo non lo avrei mai capito.
- Andiamo Lou, pensi davvero che non debba ubriacarsi almeno una volta? Tu lo fai spesso, nonostante tutto sei ancora qui e ragioni brillantemente -
- Lui non ha mai bevuto e non starà magnificamente nemmeno se diventasse il miglior ubriaco del mondo. Pensi davvero che debbano essere tutti come me o come te? Che bevono la prima cosa che gli danno o che come te se la fanno con tutti? - sbottò furioso, scioccando subito dopo per quello che aveva detto. Io sgranai gli occhi e finsi di non aver sentito, voltando lo sguardo in giro, per alleggerire un po' la situazione.
- Mi hai dato della puttana, Lou? Louis Tomlinson, mi hai dato della puttana? - urlò furiosa la sua ragazza... quasi "ex", dovrei aggiungere. Al solo pensiero mi venne un sorriso istintivo sulle labbra.
- Ho scoperto che ti sei portato a letto quello stronzo di un Kurt John... che dovrei dire? - si alzarono e iniziarono a urlarsi contro. Restai seduto solo perchè Louis mi costrinse a restare, ma avrei preferito andare da Zayn e fissarlo dormire, anche se quella scena era più divertente del solito.
- Cosa? Ma chi ti ha detto questa cavolata? -
- Amici -
- E tu credi agli amici piuttosto che a me? -
- Avrei voluto credere in te, ma è già successo una volta in passato e adesso mi viene difficile dimenticare. Hai baciato un certo Anthony. Hai quasi scopato con Maicol... -
- Mi avevi promesso che avresti fatto finta di nulla per quella volta! Ero ubriaca e non ragionavo! -
- Che cazzo vuol dire? Questa sera mi ubriaco e mi sbatto tutte le ragazze che voglio! Sarò ubriaco, quindi non mi potrai dire nulla! - urlò Louis, gironzolando nervosamente per la stanza.
- Provaci Louis... provaci e puoi scordarti di me -
- Perchè allora io non dovrei dirti niente? -
- Perchè... perchè io sono una ragazza... tu sei un ragazzo - farfugliò.
- La verità e che tu sei una puttana e io un ragazzo che ancora ti gira intorno... sai cosa? Forse solo ora ti sto davvero dicendo tutto quello che mi passa per la testa e ODIO quando mi dai degli ordini come fossi un cane. Odio quando mi parli sempre dei tuoi vestiti e delle tue borsette. Non m'importa se ti piace il blu e non il giallo. Non m'importa se preferisci il colore fluo a quelli semplici. Mi sono stancato di sentire quale scarpa col tacco sta meglio con i vestiti scuri e quale con quelli chiari. Sono diventato un fottuto stilista a causa tua e non ti ho mai sentito dire qualcosa su di noi. Solo tremendi TI AMO detti per una presa per il culo, perchè se davvero tenessi a me non ti comporteresti da puttana e non andresti in giro a dire alla gente che bisogna sballarsi per essere felici e che bisogna tradire per farsi perdonare -
- Non l'ho detta la cosa del tradire e perdonare - disse Eleanor.
- Cose da pazzi... Io ti faccio un monologo e tu ti soffermi su questo? Sai cosa? Esci da casa mia Eleanor, sono stanco di te e dei tuoi modi fini di fare, mi piace essere quello che sono e non ci riesco con te nei dintorni, quindi buona fortuna con la tua vita, i tuoi modi di fare e gli sfortunati ragazzi che ti verranno dietro solo per portarti a letto. Spero che ti resti ancora un po' di dignità per cambiare. Anche se spero nell'impossibile. Ciao - chiuse il discorso salendo per le scale e sparendo al piano di sopra. Io ero rimasto impalato. E pensare che l'amava.... si, al punto di lasciarla per una stupida discussione. Questo faceva capire quanto forte era il loro amore... esatto, proprio come un filo di capelli. Lunghi ma deboli.
- Secondo te sono una puttana? - confabulò, venendo verso di me e sedendosi a cavalcioni sul mio corpo.
- Ma che fai? Certo che questo non è un comportamento da persona normale - sbottai cercando di alzarmi, ma mi aveva incastrato. Ero talmente debole da non riuscire a sollevare una ragazza? Patetico.
- So che sei gay... ma non provi niente se inizio a toccarti così? - portò una mano sul cavallo sei pantaloni e per quanto potessi essere gay quel gesto mi mandò in tilt. Solo perchè immaginavo le mani di Louis.
- Smettila e togliti da sopra il mio corpo... - biascicai col fiato irregolare.
- A quanto pare ti piace... mi sciocchi Harry. Dovresti essere gay e ti fai eccitare da una ragazza - a quel punto ripresi coscienza e me la tolsi di dosso.
- Tu sei una puttana ma tu un bastardo - urlò Louis dalle scale, prima di salire velocemente verso il piano di sopra. Ma non se n'era andato? Sapevo solo di essere nei casini.
- Esci fuori di qui! - urlai furioso e fui felice di essere stato accontentato.
- Louis! Louis aspetta! - salii le scale e mi piazzai davanti la porta della sua stanza, iniziando a bussare.
- Louis apri! -
- Perchè dovrei? Ti sei fatto toccare dalla mia ragazza! -
- Non puoi venire nel momento sbagliato e fraintendere ogni cosa, quindi fammi entrare e lasciami parlare -
- Cosa mi vuoi dire? -
- Voglio ricordati la mia sessualità Louis... Non avrei avuto motivo di approfittarne -tentai, senza risposta da parte della persona chiusa in stanza.
- Non mi pareva che ti facessi scrupoli a godere -
- Che cavolo dici Louis? Apri questa porta... daiii! -
- Non se ne parla. Torna dalla mia ex e fatti confortare da lei - sbottò irato.
- Non me ne vado da qui finchè non apri! - dissi a tono, sedendomi a terra e portando le gambe al petto. Volevo chiarire ed ero stanco di lasciare scheletri nell'armadio. Non mi sarei fatto abbattere, ormai era un nuovo Harry, uno che non si fermava alle apparenza e sfogava il suo dolore nei tagli, ma uno che combatteva con la speranza, anche se quest'ultima fosse stata assente.
* Zayn's Pov *
Mi svegliai perchè sentii delle urla dal corridoio. Trovai un bigliettino sul comodino con scritto "prendila" e mi accorsi che si trattava di una piccola. Senza indugi la ingoiai con dell'acqua e poi uscii nel corridoio. Il dolore allo stomaco non era forte quanto prima di addormentarmi e per questo ne fui grato al medico che mi aveva visitato.
Data l'esperienza con Jonathan facevo fatica a fidarmi di loro, ma mi fidavo di Harry e della famiglia di Louis.
Perdendomi tra i pensieri mi accorsi di essere in corridoio e notai la figura di Harry seduta davanti la porta di Louis. Aveva un'aria imbronciata e sapevo che c'era qualche problema.
Lo vedevo dai suoi occhi tristi e verdi opaco.
Lo vedevo dal gesto nervoso che facevano le labbra. Il superiore torturava quello inferiore.
Lo vedevo dal movimento frenetico del piede al suolo.
Lo vedevo dal continuo sfregamento delle mani.
Lo vedevo dallo sguardo perso nel vuoto.
Lo vedevo e basta.
Perchè ormai riuscivo anche a vedere il cuore di Harry e sentirne il battito accelerato e nervoso.
Un po' faticosamente mi sedetti accanto a lui e fissai il vuoto.
- Come stai? - mi chiese, prima che potessi fargli qualche domanda.
- Meglio... tu che ci fai qui? -
- Ho litigato con Louis, anzi... lui ha lasciato Eleanor, lei ci ha provato con me e indovina con chi se l'è presa Louis? Con me -
- Ma tu sei gay -
- E' quello che gli ho detto, ma continua a dire che mi sia piaciuto -
- Non è così? - mi guardò scioccato e poi prese a parlare velocemente. Sperai solo che Johannah e le ragazze non sentissero i nostri discorsi, ma degli urletti lontani mi fecero capire che erano in giardino.
- Pensi anche tu che possa aver provato piacere? In realtà pensavo alle mani di un ragazzo e tu sai di chi sto parlando! Eppure nemmeno mi crede - si alzò e lanciandomi una piccola frecciatina al cuore, per le sue parole, prese a camminare velocemente. Feci finta di nulla, stampai un sorriso sul volto e cercai di risolvere il guaio in cui mi ero cacciato.
- Non volevo dire questo... dico solo che forse ti ha visto nel momento sbagliato. Lascia che liberi la sua rabbia e quando vorrà parlarti lo farà lui -
- Nel frattempo che faccio? Lo ignoro? Sono stanco di non affrontare i problemi -
- Vedrai che li affronterai tutti, ma poco a poco - mentre parlai la porta venne spalancata e Louis uscì via furiosamente.
- Louis, aspetta, Louis! - cercò di fermarlo, Harry, ma fu tutto inutile. Lo vide scendere le scale e uscire di casa, poi si buttò a terra, accanto a me e appoggiò la sua testa sulla mia spalla.
Sentii una lacrima arrivare alla mia maglia e così lo abbracciai.
- Ehi stai tranquillo. Ci sono io qui. Ci sono io - mi fissò. Mi ringraziò con lo sguardo. Mi sorrise e poi inaspettatamente lo fece. Unì le sue labbra alle mie.
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