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Accade anche l'inaspettato

Capitolo XIV

Accade anche l'inaspettato


- Zayn, come stai? - chiese Louis, per la terza volta. Johannah aveva provveduto a bagnarli i polsi e la fronte, dicendo che si trattava di un calo di pressione. L'amico di Johannah era un medico, quindi sapeva cosa faceva e Louis gliel'ha lasciato fare, anche se di controvoglia.

- Sto bene...davvero - rispose con un filo di voce. Rabbrividiva ogni volta che Jonathan, l'amico di Johannah, lo toccava. Possibilmente aveva paura dei medici, ospedali o qualcosa simile. 

- Dovresti riposare - insistè Jonathan.

- No, davvero. Sto bene - aggiunse nuovamente Zayn.

- Zayn sei debole, hai bisogno di riposo -

- Allora vado a casa, non voglio rovinarvi il pranzo - si alzò velocemente con le spalle e si fermò di botto, portando le mani alla fronte e cadendo all'indietro, sulle braccia di Louis che lo protessero da una brutta schiantata con il divano.

- Tu non ti muovi da qui. Louis portalo in camera tua. Io fra un po' vi salgo il pranzo e gli fate compagnia lì -

- Fate? - borbottò Zayn, con ancora le mani che schiacciavano le tempie.

- Si. Louis e Harry ti faranno compagnia - chiarì Johannah. 

- Mi basta anche solo Louis -

- Non se ne parla nemmeno. E poi non possiamo lasciare Harry da solo, si annoierebbe - sentenziò. Zayn non osò fiatare e appoggiandosi a Louis e rifiutando il mio aiuto, iniziò a salire per la scala. Ci fu un secondo in cui pensai davvero che arrivasse a terra. Aveva affievolito la presa su Louis e stava per cedere dalle scale, così lo afferrai frettolosamente per il polso e lo tirai su, con Louis che fece la stessa cosa, ma per l'altro braccio.

- E tu saresti arrivato a casa in questo stato? Ma se non ti reggi nemmeno in piedi - concluse Louis, borbottando parole comprensive e ridacchiando a qualche suo pensiero. 

- Grazie - mi sussurrò Zayn, voltandosi per un breve secondo verso di me. Notai i suoi occhi. Neri, spenti, oscuri, eppure tralasciavano emozioni strane, nascoste, invisibili.

- Figurati - borbottai ancora incantato da quello sguardo così spento quanto attraente. Faticosamente io e Louis trascinammo Zayn fino alla stanza indicata da Johannah e lo aiutammo a stendersi sul letto. Successivamente si trasportò fin sotto le coperte. Io mi ero seduto sulla solita poltrona, accanto alla libreria. Louis invece si era seduto sul letto e non smetteva di fissare il volto di Zayn.

- Se mi guardi ancora mi sciupi - ridacchiò quest'ultimo.

- Sto pensando al motivo per il quale sei svenuto, Zayn. Mi preoccupa vederti così e tu sai il motivo - 

Si scambiarono un gioco di sguardi. Un gioco che non avrei mai potuto capire.

- Lo so, ma anche Jonathan ha detto che sono solo un po' debole. Vedrai che ora passa - sussurrò, portando di nuovo le mani sulla fronte.

- Tutto apposto? - intervenni. Zayn mi guardò e scosse lievemente la testa, per poi dire - Si, fa solo un po' male - indicò la tempia destra e riappoggiò la testa al cuscino.

Sentimmo bussare e così ci girammo tutti e tre verso la porta un attimo prima di vedere comparire Jonathan con delle pillole in mano e in un bicchiere d'acqua.

- Ragazzi, Johannah vuole che scendete un attimo - Io e Louis annuimmo e uscimmo dalla stanza, lasciando il "medico" a fare il suo lavoro.

- Che ne pensi di lui? - chiese a Louis, mentre attraversavamo il corridoio.

- Se potessi lo sbatterei fuori di casa - rispose evasivo, scendendo le scale e raggiungendo la cucina.

- Ci hai chiamato? - domandò freddo.

- Louis non fare così. E' un amico, non vogliamo di certo sposarci adesso -

- Adesso? Quindi c'è una probabilità? - chiese furioso verso sua madre. 

- Harry puoi portare questi piatti a Zayn? Io e Louis dobbiamo parlare un po' - annuii e afferrando i piatti salii di sopra. Mi fermai dietro alla porta perchè sentivo degli urli soffocati. Non erano di certo le bambine dato che erano tutte e cinque in salotto. Aprii leggermente la porta e quasi mi cadde il piatto di mano vedendo Zayn fuori dal letto, con una mano a circondarli il collo e il corpo compresso tra il muro e Jonathan. Si conoscevano? Fu il mio primo pensiero, poi spalancai la porta e posando il piatto a terra scrollai quel tizio da Zayn, il quale si accovacciò a terra e prese a tossire violentemente.

- Tu non devi dire niente a nessuno di questo, chiaro? - canzonò, prendendomi per le spalle e sbattendomi al muro accanto alla porta. 

- Perchè non dovrei? - cercai di restare forte. Solo perchè Zayn sperava nella mia forza, quella che credevo di non aver.

- Perchè se vuoi vivere, ti conviene proprio stare zitto, capito? - mi sbattè un'ultima volta al muro prima di uscire dalla stanza. Mi precipitai da Zayn che non aveva ancora smesso di tossire.

- Cosa ti ha fatto? - chiesi, afferrandolo per le braccia e tirandolo su. Notai dei graffi particolari sui polsi e corrucciai un po' la fronte.

- Niente, tranquillo. E grazie, ancora - tossì altre due volte prima di bere un sorso d'acqua. 

Mi sedetti accanto a lui e gli feci una domanda che lo sconvolse e pure molto.

- Zayn eri un'autolesionista? -

- Cosa? - trattenne l'acqua che aveva in gola e si soffocò, respirando convulsivamente.

- Mi hai capito bene. Ti ho chiesto se eri o sei autolesionista - riaffermai serio.

- No -

- Zayn non mentirmi. Le cicatrici sui tuoi polsi parlano chiaro -

- Perchè dovrei raccontarti le mie cose? - sbottò, abbassandosi le maniche della maglietta, convincendomi per quello che avevo detto.

- Sai, a volte nessuno meglio di uno sconosciuto può capirti. Ti prego fidati di me, non starò a giudicarti -

- Perchè lo fai? Perchè lo fai se io ti tratto sempre di merda? -

- Per il semplice fatto che io non sono come te... e ora non cambiare domanda -

- Si, lo ero... fino a quattro anni fa - sussurrò talmente pianto che dovetti avvicinarmi al suo viso per sentirlo meglio.

Senza che facessi altre domande continuò il discorso - Mio... mio padre è morto... e io stavo male per questo. Lui era la mia ancora di salvezza e mi aveva abbandonato. Ho iniziato a farmi del male e a darmi la colpa di tutto. Ma questo Louis non deve saperlo chiaro e non deve sapere nemmeno di Jonathan - affermò sicuro.

- Cosa? Dobbiamo dirlo a Johannah, non può stare con un tipo come lui -

- Non adesso, Harry. Se lo dici a qualcuno se la prende con me. Ti prego - abbassò lo sguardo e torturò la benda che aveva al braccio.

- Aspetterò un po', ma non voglio che succeda qualcosa a qualcuno - mi alzai dal letto e presi il piatto che avevo lasciato a terra, un attimo prima che Louis entrasse furioso in camera. Mi aveva quasi sbattuto la porta in faccia.

- Che ci facevi dietro la porta? - mi domandò, andandosi a sedere sul letto. Porsi il piatto a Zayn e per non destare sospetti finsi di stare cercando una moneta che mi era caduta. Bella bugia... già... pessima!

- Capito -

- Che ti succede? - chiese Zayn, iniziando a mangiare della pastina. Louis aveva portato i nostri piatti di pasta alla carbonara, tipica Italiana e dal gusto invidiabile.

- Mia madre mi ha detto di provare attrazione verso quel coso. Non mi piace e non staranno insieme -

- Cosa vorrai fare? - domandai io, sperando di avere così anche la soluzione al problema con Zayn.

- Separarlo. Ovvio. Ma tu che hai fatto al collo, sembra che qualcuno ti abbia strozzato - ridacchiò, riferendosi a Zayn. Io e quest'ultimo ci lanciammo un'occhiata e scoppiammo in una risata isterica.

- Ma voi non avevate qualche problema? - chiese Louis scioccato.

- Abbiamo risolto - mi precedette l'amico. Sorriso debolmente e finii il mi piatto di pasta. Pensai a cosa potesse volere quel tizio da Zayn. Sapevo cosa si provava a essere maltrattati e non era una bella cosa.

- Ti lasciamo riposare. Ci vediamo tra un poco - borbottai, uscendo dalla stanza, seguito dal mio fratellastro. Ci schiantammo sul divano del salotto e accendemmo la televisione.

- Posso unirmi a voi? - chiese la piccola Daisy. Annuimmo e la facemmo entrare tra me e Louis.

- Mettila dalle principesse sirene - borbottò, poi. Louis ruotò gli occhi al cielo e io mi lasciai sfuggire una risatina, mentre anche le altre ragazze si mettevano vicino a noi. Avevo Lottie alla mia destra e Georgia e Fizzy invece erano accanto a Louis.

Guardammo quel cartone animato in silenzio, mentre dalla cucina si sentivano le voci calme di Johannah e Jonathan. Dovevo trovare qualcosa da fare con lui, dovevo proteggere Zayn, perchè al posto suo anche io avrei voluto protezione.

- Daisy, piccola, me lo fai un favore? - chiese all'improvviso Louis.

- Si, ma dopo la trasformazione di Lucia - borbottò incantata da quelle principesse. Risi un'altra volta, beccandomi un'occhiataccia di Louis. Lottie appoggiò il viso sulla mia spalla e annoiata continuò a guardare quel cartone animato.

- Non può finire così! - aggiunse Phoebe che era rimasta seduta a terra. In effetti quel finale era stupido... talmente tanto che non lo ricordo più.

- Si. Ora me lo fai un favore? - richiese Louis.

- Si, parla - 

-  A chi di voi fa simpatia quel tipo? - nessuno parlò.

- Perfetto, dobbiamo cacciarlo via - tutti annuirono.

- Daisy vai lì e buttagli dell'aqua sui pantaloni - ridacchiò Louis. La bambina innocentemente fece come gli era stato richiesto dal bambino, mentre sei paia di occhi fissavano la scena dal divano. Scoppiammo tutti in una risatina leggera non appena Jonathan si alzò di scatto e Daisy fece una faccia mortificata. Era una brava attrice. Louis mi circondò le spalle con il braccio e mi sussurrò - Non abbiamo ancora finito - provocandomi una marea di brividi per tutta la schiena.

- Cosa hai in mente? - gli domandai, sentendo la voce tremare.

- Andremo in cucina e mi spingerai leggermente, al resto ci penso io - gli dissi che ero d'accordo e feci come richiesto. Teatralmente Louis si butto sulla tavolata, facendo cadere il bicchiere di vino sulla camicia di Jonathan. Gli chiese scusa, passando per un completo ragazzo innocente e mi prima di essere trascinato fuori dalla cucina fui fulminato da due persone. Johannah e Jonathan.

- E' stato meraviglioso. ora è costretto ad asciugarsi i pantaloni in bagno e andare via - commentò Louis, circondandomi in un abbraccio che mi riscaldò l'anima.

- Scusa Johannah, vado un attimo in bagno - annunciò Jonathan. Louis mi guardò come per dire "te lo avevo detto" e si lanciò sul divano. 

Passarono dieci minuti e quell'uomo non era ancora sceso, così mi venne in mente un lapsus e mi preoccupai per Zayn. 

- Vado un attimo a prendere una cosa in stanza - annunciai arrancando passi fino alla camera di Zayn. Come previsto lo trovai nuovamente al muro, sovrastato dal corpo di Jonathan.

- Non dovresti essere in bagno ad asciugarti i pantaloni? - gli chiesi con sfida.

- Avevo un conto in sospeso con questo ragazzino -

- Non devi sfiorarlo - annuncia avvicinandomi a loro. Fui scaraventato via da una spinta violente.

- Ora noi due faremo i conti -

- Lascialo stare - Borbottai, alzandomi e cercando di raggiungere Zayn.

- Fermo lì o ce ne sono anche per te - mormorò colpendo il ragazzo alla pancia. 

Lo vidi accasciarsi al suolo e allora capii che dovevo fare qualcosa, ma cosa?

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