Rivelazioni
A quelle parole sentii Zel irrigidirsi sotto di me e lentamente mi scosto' da sé.
《Cosa.. Cosa hai detto?》fece con voce incredula.
Lo sapevo..
Sapevo che sarebbe rimasto disgustato da me..
Mi sedetti sul letto, con la schiena appoggiata alla testiera. La ferita, infertami da Garth, continuava a farmi male, ma relegai il dolore in un cassetto del mio cervello. Nulla era paragonabile all'angoscia che stavo provando nel raccontare a Zel la mia infanzia.
《Io..》mi asciugai le ultime lacrime, rabbiosamente.《Quando ho visto quello che le aveva fatto non sono riuscita a trattenermi.. Ho sentito i poteri agitarsi in me e..》percepivo lo sguardo attento di Zel su di me《Non riuscivo a fermarmi.. Ho distrutto il laboratorio e mio padre...》la voce mi mancò e non riuscii più a continuare.
《Rins..》iniziò lui, esitante, accarezzandomi una guancia. Mi voltai verso di lui. Tutto il disprezzo ed il disgusto che credevo di trovare non c'erano. I suoi occhi trasudavano comprensione e dolcezza.《Non vorrei angosciarti, ma.. Non credo che tuo padre sia morto..》
Lo fissai qualche secondo prima di capire le reali implicazioni della sua affermazione.
《C-Come..?》balbettai. Per anni mi ero torturata col pensiero di aver distrutto la mia famiglia. Per anni avevo convissuto con la mia colpa, disprezzandomi.
E ora..
《Hai detto che avevi 10 anni quando successe mentre io..》si bloccò cercando le parole adatte per continuare《Il mio.. cambiamento.. è avvenuto solamente 3 anni fa..》
Rimase in silenzio mentre io cercavo di digerire l'enorme notizia che mi stava dando.
Non solo mio padre era vivo, ma stava anche continuando i suoi disumani esperimenti.
《Io.. Io..》farfugliai senza sapere che dire. Ero scioccata.《Devo trovarlo..》mi uscì spontaneo. Dovevo fermarlo. E stavolta per davvero.
Sentii il letto abbassarsi mentre Zel si alzava. Un fruscìo di vestiti mi fece capire che si stava rivestendo.
《Dove vai?》gli chiesi, temendo la risposta.
Stava scappando da me?
Lui mi sorrise dolce e si avvicinò. 《Scendo a preparare qualcosa da mangiate.. Tu sei ancora debole..》mi disse, tranquillizzandomi, per poi uscire dalla stanza.
Rimasta sola non potevo fare altro che pensare.
Zel non era scappato come credevo facesse, anzi mi aveva salvato la vita. Di nuovo.
Però..
Per quanto felice fossi, quello che mi aveva raccontato non mi piaceva per niente.
Se mio padre era vivo..
E se continuava i suoi "esperimenti", come li chiamava lui..
Andava fermato..
Quello che faceva era contro natura, disumano, immorale..
Mi riscossi dalle mie tristi elucubrazioni mentali e decisi di andare da Zel.
Mi mancava..
Non avevo mai sviluppato un attaccamento simile per nessuno, ma con lui accanto..
Il mondo era più bello, migliore..
E poi dovevamo ancora trovare il Grande Libro degli Incantesimi.
Lentamente mi misi seduta sul letto, con le gambe a penzoloni. Trassi un respiro profondo, appoggiai i piedi nudi a terra e mi alzai. La testa mi girava ed avevo una leggera nausea, ma riuscii a trascinarmi fino alla porta. L'aprii e mi ritrovai in corridoio. Stavo per raggiungere le scale, barcollando paurosamente, quando sentii una bestemmia soffocata.
La vista mi si oscurò per qualche secondo e mi sentii sollevare da terra. Sbattei ripetutamente le palpebre, cercando di capire cos'era successo, e trovai due occhi viola che mi scrutavano pieni di preoccupazione e irritazione.
《Ehila'..》lo salutai con un filo di voce. Forse alzarsi dal letto non era stata una grande idea.
《Razza d'incosciente!》esclamò furioso Zel《Per fortuna, stavo risalendo altrimenti a quest'ora avresti già qualche osso rotto!》S' incammino' verso la mia stanza con me in braccio. Emanava un'aura di furia repressa.
《Scusami..》sussurrai, contrita. Ero veramente dispiaciuta, ma era colpa sua. Ci stava mettendo troppo.
Lui fece un sospirone prima di adagiarmi nuovamente sul letto.
《Devi riposarti.. Non essere testarda..》disse, scostandomi diverse ciocche di capelli dalla fronte sudata.
《Lo so, ma..》Ero frustrata.
《Cosa posso fare per farti ragionare?》chiese, senza aspettarsi una vera risposta.《Vado a prenderti lo stufato che ti ho preparato e che tu mangerai.. Poi..》mi rivolse un'occhiata piena di biasimo prima di uscire《Ti riposerai..》
Tempo pochi secondi e fu di ritorno con una scodella fumante e dell'acqua. Su sua insistenza, m'imbocco' e sarei una bugiarda a sostenere che non mi fece piacere. Erano queste piccole premure che mi facevano illudere che lui tenesse a me. Ma Zel non aveva affrontato l'argomento né mi aveva promesso alcunché.
Dopo la cena, mi venne sonno. Le ferite inferte dai demoni erano lunghe da far rimarginare; potevano dolere fino a settimane.
Zel scivolo' sotto le coperte, accanto a me, stringendomi fra le braccia, facendomi poggiare la testa sul suo petto. Io mi accocolai a lui, soddisfatta.
L'ultima cosa che percepii prima di scivolare nel sonno furono le sue labbra sulla fronte e la sua dolce voce che mormorava《Ovunque tu voglia andare, ti seguirò..》
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