... prima della tempesta
Ci vollero solo un paio di giorni per arrivare a Kalen. Goccia di Miele, il cavallo..
Sì.. Avevo dato un nome sdolcinato alla nostra cavalcatura..
Allora?!
Comunque..
Mantenne una buona andatura e, grazie alla tappa a Torn, un'ospitale cittadina prima di Kalen, arrivammo riposati e ben rifocillati alle soglie della mia città natale.
Persino da lì riuscivo a scorgere le linee decise del castello di mio padre. Un senso di oppressione iniziò a farsi strada in me.
Appena smontammo da cavallo, avvertii uno strano calore al petto. Mi frugai sotto i vestiti e tirai fuori il Medaglione, tenendolo per la catenina. Gli occhi di rubino erano incandescenti.
《Ma che diavolo..?》Non capivo che stava succedendo.
Non appena toccai il monile quello strano fenomeno cessò.
Zel si avvicinò a me e prese delicatamente il rubino che ci aveva condotti fin qui e lo mise controluce.
《Strabiliante..》mormorò ammirato, per poi passarmi la pietra rossa《Guarda tu stessa.》
Fissai accigliata il rubino e dopo feci come mi aveva detto.
Grazie alla luce dei tre soli, vidi ciò che aveva stupito Zel. Non comparvero più la sagoma della nuvola e la forma stilizzata di Kalen; ora si distingueva un castello oscuro e delle forme che non capivo, sembravano stelle cadenti.
Mi girai verso Zel e gli chiesi che cosa significasse questo secondo lui e mi diede la risposta che più temevo.
《Mi sembra chiaro.. Dobbiamo recarci al castello..》rispose un po' titubante. Aveva capito che non avevo nessuna voglia di tornare lì, fra i ricordi.
Non sapeva perché, ma aveva percepito il mio disagio.
《Lo immaginavo..》mormorai, scrutando tormentata il castello in lontananza.
Alla fine avrei dovuto affrontare i miei demoni.
Sapevo già che il mio cuore sarebbe finito in mille pezzi.
Entrammo a Kalen e fummo sommersi dall'entusiasmo della folla. Era un giorno di festa ed erano tutti in strada per festeggiare. Avevano adornato ogni angolo della cittadina con festoni colorati, rendendola più accogliente di quanto mi ricordassi.
Io e Zel riuscimmo a trovare una stanza solo nella terza locanda che visitammo; erano tutte al completo a causa della festa cittadina.
Lasciammo Goccia di Miele alla stalla della locanda, alle cure di un giovanotto dall'aria simpatica, e andammo a cenare, rimandando la visita al castello per il giorno dopo.
Prima di andare a dormire dovevamo affrontare la "questione letto". Avevamo dovuto prendere una camera sola perché non avevamo avuto altre possibilità quindi c'era un enorme letto matrimoniale.
《Prendi tu il letto》decise Zel, prima che potesse dire qualcosa.
《E tu?》domandai. Non volevo farlo dormire sul pavimento..
Lui scrollo' le spalle con noncuranza.
Tsk! Uomini!
Alzai gli occhi al cielo prima di fare la mia proposta.
《Il letto è grande.. Io prendo il lato dalla finestra e tu l'altro.. Ok?》dissi con più convinzione di quella che realmente provavo.
Lui mi studiò per un interminabile istante prima di annuire.
Prima di fare qualsiasi cosa, soffiai sulla candela, spegnendola; la luce della luna, che filtrava dalla finestra era più che sufficiente.
Mi spogliai, rimanendo in biancheria, e gettai i vestiti sulla sedia ai piedi del letto; poi mi rifugiai sotto le coperte.
Il tutto durò pochi secondi.
Mi ero già pentita della mia proposta.
Zel si tolse solo la cintura con la spada e la maglia, rimanendo così in pantaloni e poi seguì il mio esempio.
Credevo di non riuscire a dormire per la sua vicinanza, ma invece appena la testa toccò il cuscino sprofondai in un sonno ristoratore.
L'indomani fui svegliata da uno strano, ma confortante rumore.
Aveva cadenza regolare e mi faceva sentire bene.
Aprii lentamente gli occhi e, con grande imbarazzo, realizzai dove fossi.
Non so come, ma durante la notte mi ero girata ed ora mi trovavo sdraiata sul petto nudo -e muscoloso- di Zel, la testa appoggiata sul cuore e le sue braccia mi stringevano la vita, in una presa possessiva.
Mi alzai piano, appoggiando le mani sul suo petto, ma mi bloccai.
Era così bello mentre dormiva, il suo viso era completamente rilassato, privo della solita espressione guardinga era decisamente affascinante.
Mentre lo rimiravo, lui si svegliò e due fantastici occhi viola, screziati d'indaco, mi diedero il buongiorno.
《Scusa.. Non volevo svegliati..》dissi dispiaciuta mentre le sue mani si staccavano dalla mia vita.
《Il miglior risveglio di sempre》commentò lui, carezzandomi il viso ed avvicinando il suo.
Il bacio che seguì fu così dolce e leggero da spezzarmi il cuore.
Con un veloce movimento ribalto' le nostre posizioni ed in un istante mi trovai sotto di lui.
Zel si reggeva sugli avambracci per non pesarmi mentre mi guardava come se fossi una gemma rara.
Probabilmente era stato in quel momento che mi innamorai di lui.
Per quello sguardo.
《Sei così bella.. Adoro i tuoi capelli.. Risplendono come
fuoco..》sussurro' prima di chinarsi e baciarmi nuovamente. Affondai le mani nei setosi capelli blu e lo strinsi a me, ricambiando il bacio con tutta me stessa, sapendo che probabilmente sarebbe stato l'ultimo.
Quando, con molta riluttanza, mi lasciò libera di alzarmi, mi comportai da codarda.
Non lo guardai né commentai quel "risveglio" e fuggii in bagno per una veloce doccia.
Vedevo e sentivo che a Zel non piaceva il mio comportamento, ma non sapevo che fare.
Avrei dovuto dirgli tutto?
Mi avrebbe odiato di meno se gli avessi raccontato tutto prima di andare al castello?
Non lo saprò mai, visto che feci la scelta più vigliacca.
Poco dopo colazione ci recammo alla collina di Kalen, dove sorgeva il maniero di mio padre, e, col cuore in gola e la sofferenza nel cuore, aprimmo il pesante portone in legno ed entrammo.
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