Imboscata
5 giorni.
Questo fu il tempo che impiegammo per raggiungere le pendici delle Montagne del Nord.
Eravamo partiti il giorno dopo la mia "visione" ed avevamo fatto tappa a Kalen per comprare provviste e cavalcature.
Dal castello non avevo preso nulla; ormai quella vita faceva parte del mio passato, era un capitolo chiuso.
Ora il presente -e speravo anche il mio futuro- era Zel.
Quando finalmente avremmo avuto un po' di pace, lontano da demoni e scontri, gli avrei detto quello che custodivo gelosamente nel cuore.
Il nostro viaggio procedette con tranquillità, perfino troppa. Sembrava quasi che qualcuno volesse che io e Zel arrivassimo indenni fino alla grotta della mia visione. Ogni tanto controllavo la Mappa, un'antica pergamena, in pelle di drago, che indicava l'esatta ubicazione del Libro; era una cosa strana perché reagiva solo al mio tocco. Quando la toccava Zel, il punto, dove in teoria si trovava la grotta misteriosa, non brillava mentre quando la sfioravo io, a quelle coordinate corrispondeva una piccola lucetta pulsante.
Non capivamo come mai, ma la cosa non ci preoccupava granché, anche perché, nonostante tutte le nostre ipotesi, non eravamo approdati ad una risposta soddisfacente.
Durante il tragitto, fui perseguitata da una strana sensazione, un lieve disagio, come se mi sentissi osservata. Ne parlai con Zel ed anche lui confermò i miei sospetti: qualcuno ci teneva sotto controllo, spiando i nostri movimenti.
Per quanto ci sforzavamo di beccare lo "spione" non ci riuscimmo; non c'era niente di sospetto, rimaneva solo quella sensazione. Quella sensazione di essere osservati costantemente da occhi invisibili.
Dopo 5 giorni di allerta costante, finalmente arrivammo alle Montagne. Erano maestose ed immensamente ripide, in alcuni tratti nemmeno percorribili; chilometri e chilometri di nuda roccia che avremmo dovuto scalare perché la grotta era quasi in cima alla Montagna centrale.
Scaricammo le provviste dalla groppa dei nostri cavalli per poi lasciarli liberi; non ci sarebbero serviti sulle Montagne. Da lì in poi dovevamo procedere a piedi e l'idea mi rendeva un poco nervosa. Saremmo stati allo scoperto, su un terreno sconosciuto, e potevamo contare solo su noi stessi. In più avevo il presentimento che alla grotta non ci aspettasse solo il Libro, ma qualcos'altro, qualcosa di ben più brutto.
Scollai le spalle, cercando di liberarmi delle mie paure e delle mie angosce. Diedi un'occhiata a Zel, che annuì. Era pronto.
Con gli zaini in spalla ed i soli alti nel cielo, iniziammo la nostra scalata.
Sulle Montagne, il terreno era accidentato, c'era poca vegetazione a causa del clima più rigido rispetto a quello a cui ero abituata. Ero ben coperta, ma nonostante i vestiti pesanti, ogni tanto, quando le folate di vento freddo arrivavano, pronte a rispedirci indietro, rabbrividivo.
Zel, invece, sembrava a suo agio, vestiva leggero come al solito; forse il suo essere Chimera in qualche modo lo aiutava.
Accadde quella sera.
Avevamo camminato per tutto il pomeriggio, ma al tramonto decidemmo di accamparci per la notte. Io mi occupai del fuoco mentre Zel preparò qualcosa da mettere sotto i denti. Cucinare non era fra i miei talenti, era decisamente più bravo lui.
Fu a metà cena che lo sentii.
Era come un sibilo. Un leggero e quasi impercettibile rumore che però faceva accapponare la pelle.
Zel si guardò attorno, scandagliando le rocce che ci circondavano, ma non vide nulla.
Avevamo deciso di accamparci con la parete rocciosa alle spalle per non subire agguati notturni, ma davanti a noi si estendeva una bella porzione di terreno disseminato di massi, ideali per nascondersi.
Ci sedemmo uno accanto all'altra, con la schiena appoggiata alla parete, il fuoco scoppiettava gioiosamente di fronte a noi, creando strane ombre sulle rocce.
Zel mise una mano sulla mia spalla, avvicinandomi a sé per tenermi al caldo.
《Grazie..》sussurrai, accocolandomi al suo fianco. Stavo così comoda ed il calore del suo corpo mi stava cullando, cercando di farmi sprofondare nel sonno. Non volevo dormire, non quest'atmosfera, come se dovesse capire qualcosa da un momento all'altro.
Zel mi coprì col suo mantello, mi diede un bacio in fronte e mi rassicuro', dicendomi di riposare. Lui avrebbe fatto il primo turno di guardia.
Non me lo feci ripetere e chiusi gli occhi, sicura che lui mi avrebbe protetta.
Sembravano passati pochi minuti quando sentii una mano scuotermi. Mi svegliai di colpo.
《Ma che..》iniziai, prima che Zel mi tappasse la bocca. Lo guardai e lui mi fece cenno di tacere. Annuii, lui lasciò la presa su di me ed indicò un masso alla nostra destra.
Scrutai le tenebre e vidi un paio di occhietti rossi puntati su di noi.
Le nuvole finalmente liberarono la luna dal loro abbraccio così da permetterci di vedere il nostro avversario. O meglio i nostri avversari.
Sì, perché, lentamente, dalle rocce sbucarono varie figure, di piccola statura, che puntavano i loro fiammeggianti occhi su di noi.
Eravamo circondati dai goblin!
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