Capitolo XXXVI
Ore 23.00 – Barstow
<< ... Sono quasi passate due ore... >> disse Michael, innervosito, seduto sul divano, gli occhi puntati su Dimitri.
Irina lasciò ciondolare la testa di lato, abbandonata sul divano morbido, troppo stanca per riuscire a tenere gli occhi aperti. Le palpebre le si erano chiuse, nonostante cercasse in tutti i modi di combattere il sonno... Erano più di ventiquattro ore che non dormiva, e sentiva il fisico ormai al limite.
<< Chiamerà quando lo riterrà opportuno >> disse Dimitri, il tono di voce perfettamente controllato, seduto poco lontano da lei. Hanck e Thile erano in giro per casa, forse a dare una controllata. Josh stava in piedi vicino alla porta.
<< Secondo me dobbiamo andarcene >> disse Michael, << E' meglio darsela a gambe finché ne abbiamo il tempo... >>.
Irina ignorò le sue parole, e si lasciò scappare un gemito. La costola le faceva male, e sentiva la testa pulsare dolorosamente. Non le interessava minimamente di quello che stavano dicendo.
<< No >> ribatté il russo, << Non ci muoviamo finché non sappiamo cosa succede >>.
<< Allora se si fa prendere William, ci facciamo prendere tutti? >> ringhiò Michael, << Eh? Bella roba... >>.
Irina riaprì un momento gli occhi, per cogliere l'atmosfera tesissima che aleggiava. Era chiaro che Dimitri voleva seguire alla regola le disposizioni di William, ma gli altri sembravano pensarla diversamente, soprattutto l'ex agente dell'F.B.I.
<< ... Forse dovremmo prepararci >> propose Josh, titubante. << Se arriva e dobbiamo scappare... >>.
<< Starà solo cercando un posto per il cadavere di Went... >> ribatté Hanck, entrando nella stanza in quel momento e facendosi scappare un ghigno.
Irina spalancò gli occhi e lo guardò. Dimitri le rivolse un'occhiata, poi si voltò di scatto e uscì dal soggiorno, il telefono cellulare in mano.
<< Allora gli telefono io >> disse solo.
Ritornò un paio di minuti dopo, l'espressione indecifrabile.
<< Rimaniamo qui >> scandì a chiare lettere.
Hanck e Michael si guardarono. << Cosa ha detto? >> chiese l'ex agente dell'F.B.I.
<< Went è morto >> rispose Dimitri, << William sta tornando qui >>.
Ore 23.15 – Autostrada
"Avanti, avanti, sto arrivando...".
Xander guardò l'orologio, sentendo la speranza svanire ogni istante che passava. Sfrecciava lungo l'autostrada, la Ferrari al massimo e la strada sgombra, eppure era convito che il tempo si era deciso a scorrere troppo in fretta. L'ora stava scadendo, e lui non era ancora arrivato.
Era disperato. Se fosse arrivato a Barstow e avesse trovato Irina morta, non sapeva cosa avrebbe fatto... Non poteva vivere senza di lei, ora che l'aveva trovata... Non poteva sopportare di averla persa prima ancora di averla avuta per un po' di tempo per lui...
Gettò uno sguardo al navigatore, i chilometri che lo separavano dallo meta che diminuivano costantemente. Doveva farcela, doveva farlcelaassolutamente, altrimenti sarebbe impazzito.
Sentiva il suo cuore battere troppo veloce, la paura che piano piano gli attanagliava le viscere. Era a metà dell'opera, non poteva fallire proprio ora... Nonpoteva andare tutto così male...
Guardò lo strada sgombra davanti a lui, e strinse il volante.
"Arrivo... Arrivo, Irina".
Ore 23.15 – Barstow
Irina spalancò gli occhi, fissando Dimitri, pietrificata. Le parole che aveva pronunciato arrivarono troppo velocemente al suo cervello, troppo rapide e dolorose. In un secondo, tutto crollò come un castello di carte, il suo cuore saltò un battito e qualcosa di insopportabile si insinuò nel suo petto.
<< No... >> sussurrò, << No... Non può... Non... >>.
Lacrime calde e salate iniziarono a colarle lungo le guance, mentre sentiva quella che era vera e propria disperazione impossessarsi di lei. Xander non poteva essere morto... William non poteva averlo ucciso... Non era possibile... Aveva pregato che non accadesse...
Un gemito disperato le sfuggì dalle labbra, e in un attimo si ritrovò a piangere senza freni, le mani sul volto, cercando di dimenticare quello che era appena successo... Quell'incubo che diventava realtà.
Xander era morto... Xander era morto per salvare lei... Per colpa sua.
<< No! >> gridò, inginocchiandosi a terra, gli occhio chiusi e le mani strette a pugno sul pavimento, << No! Xander... >>.
Era dolore, quello che sentiva, dolore che partiva dal cuore e arrivava a tutto il corpo, un dolore insopportabile che si faceva sempre più forte a ogni singhiozzo, a ogni lacrima che stillava dai suoi occhi. Sprofondò in qualcosa di oscuro, nero, un pozzo senza fondo da cui non poteva più risalire, non ora che la luce che vedeva sopra di lei si era spenta... Non ora che se n'era andato.
Lanciò un grido disperato, fregandosene che qualcuno potesse vederla o sentirla, fregandosene di quella costola incrinata che doleva ogni volta che singhiozzava. Non poteva aver perso anche lui... Sarebbe impazzita, non avrebbe retto anche a quello...
<< Che cazzo le prende? >> chiese Michael, avvicinandosi di un passo.
Irina lo ignorò e rimase in ginocchio sul pavimento, mordendosi le labbra nel tentativo di non gridare. Voleva farlo, voleva lasciar uscire tutto quello che aveva dentro, ma sapeva che sarebbe stato inutile... Questa volta non avrebbe retto, non avrebbe resistito a quel dolore lancinante... Xander, colui che le aveva fatto ritrovare il suo cuore perduto, era morto... Non c'era più...
Era stata una stupida, un'idiota... Lo aveva messo in pericolo, gli aveva permesso di mettersi contro lo Scorpione... William l'aveva ucciso perché lei era stata così folle da tradirlo...
<< Possiamo andarcene, allora >> disse Michael, forse rivolto a Dimitri, << Challagher ci verrà incontro all'aereoporto, no? >>.
<< Gli aereoporti sono bloccati >> ringhiò il russo, << Non possiamo prendere nessun aereo... >>.
<< Allora iniziamo ad andarcene >> ribatté Michael, << Challagher ci seguirà, tanto ha la sua auto... Prima ce la svignamo, meglio è. Ora che ha fatto fuoriWent, tutta l'F.B.I. ci starà addosso... >>.
<< No, non ci muoviamo di qui >> rispose Dimitri, gelido.
Irina non si accorse dell'atmosfera di sospetto che calò in quel momento: rimase a piangere sul pavimento, presa solo dal suo dolore. E da qualcosa che era follia, forse.
Non poteva accettare tutto quello senza fare niente... Non poteva accettare la morte di Xander piangendo e basta... Doveva fare qualcosa...
Adocchiò la pistola che Hanck portava alla cintura, poco distante da lei. Stava guardando verso Dimitri, e non badava a lei.
Non poteva lasciarsi ammazzare così facilmente... Non poteva permettere che la uccidessero senza che lei facesse nulla... Qualcuno doveva pagare per la morte di Xander...
Qualcosa scattò nella sua testa, e una scarica di energia le si propagò nelle membra. Più rapida di quando pensasse di essere capace, afferrò la pistola dalla cintura di Hanck e la puntò verso Dimitri.
Fu un attimo. Il tempo di mettere il dito sul grilletto, che Michael l'aveva afferrata per il braccio e l'aveva sbattuta per terra, togliendole di mano l'arma, le braccia intrappolate dietro la schiena.
<< Che cazzo fai, puttana?! >> gridò, puntandole la pistola alla tempia, il metallo freddo che premeva contro la sua pelle.
Irina fece per rispondere, ma Dimitri si intromise.
<< Lasciala stare >> disse stancamente.
<< Cosa? >> disse Michael, << Ma non hai visto? Voleva spararci... Avevi detto che non era pericolosa! Questa ci vuole fare secchi a tutti, altro che ragazzina! Ammazziamola e andiamocene, prima che l'F.B.I. arrivi qui >>.
Dimitri si avvicinò e gli fece cenno di spostarsi. << Non ce ne andiamo >> disse, << Aspettiamo che William ritorni >>.
Michael ridusse gli occhi a due fessure, ma la lasciò andare e abbassò la pistola. Senza guardarla la lanciò a Hanck. << Sta più attento a dove la tieni >> disse, poi tornò a sedersi sul divano, le braccia incrociate.
Irina si tirò in piedi, ma Dimitri la afferrò prima e la costrinse a sedersi di nuovo nell'angolo, senza degnarla di uno sguardo. Solo allora riprese a piangere, senza curarsi di niente, se non si di quel vuoto che sentiva nel cuore, di quel vuoto profondo che nessun'altro poteva colmare...
Ore 23.45 – Barstow
Xander inchiodò la Ferrari davanti a quelle che erano quattro volanti della polizia federale, ferme di fronte a una villetta anonima e dalle luci accese. Nel buio colse le finestre illuminate del primo piano. Riuscì a scorgere McDonall che parlava con un paio di agenti, e Jess, in piedi vicino al Vicepresidente.
<< Xander! >> gridò, correndogli incontro, << Cosa è successo? >>.
Xander lo superò per raggiungere McDonall. << Challagher ha avuto un'incidente, è rimasto sull'autostrada... Si sono mossi? >>.
<< No >> rispose Jess, << Sono ancora in casa, ma non sappiamo se si sono accorti di essere circondati... Abbiamo tenuto i lampeggianti spenti proprio per fargli credere che sia tutto tranquillo... >>.
Strano che non fossero fuggiti, quando si erano resi conto che Challagher non chiamava... Era la cosa più logica da fare, visto che l'F.B.I. li aveva trovati... Xander rimase perplesso da quel comportamento, ma ringraziò che non se ne fossero andati: Irina era ancora con loro.
<< Agente Went >> disse McDonall, l'espressione tirata, << Cosa vuole fare? >>.
Era una domanda retorica, perché in realtà doveva essere il Vicepresidente a decidere come agire. Forse voleva lasciargli un po' più di autonomia, come aveva fatto fino a quel momento...
<< Entro in quella casa >> rispose secco Xander, << Ho perso troppo tempo. Avevano l'ordine di ucciderla, se Challagher non fosse tornato... >>.
La voce gli morì in gola. Sapeva che il tempo era scaduto, ma sperava ancora che gli amici di Challagher non si fossero ancora mossi. In fondo, non erano sicuri che lo Scorpione avesse perso, o che fosse stato arrestato...
McDonall lo guardò, accertandosi delle sue condizioni.
<< E' sicuro? >> chiese, << E' molto provato... Possiamo lasciar fare ai nostri agenti... >>.
Xander scosse il capo. Era stanco, ma poteva ancora farcela. Non gli rimaneva che entrare in quella casa e portare fuori Irina, anche se aveva paura di quello che poteva trovarsi davanti... Doveva farlo lui.
<< No, entro io >> disse solo.
Guardò la dozzina di agenti della polizia federale schierati vicino alle auto, tutti gli occhi puntati su di lui. McDonall gli aveva lasciato carta bianca, e avrebbe approfittato ancora di quella situazione.
Fissò la villetta per qualche secondo, studiando ogni particolare. Era una normalissima casa, il cancello di metallo che circondava un giardino poco curato, le luci del secondo piano tutte spente. Gli ci volle un secondo per studiare un piano.
<< Voglio otto di voi >> disse, rivolto agli agenti, << Scavalchiamo il cancello ed entriamo, ma fate andare avanti me. Non si devono accorgere che siamo dentro, quindi occhio a ciò che fate e seguite i miei ordini. Voglio trovarli e costringerli a consegnare la ragazza, chiaro? Non sparate finché non ricevete il mio ordine >>.
Gli agenti si guardarono tra loro per qualche istante, poi attesero un cenno di McDonall. << Fate ciò che dite. Mi prendo io la responsabilità >> disse il Vicepresidente.
<< Jess >> continuò Xander, << Rimani qui fuori. Augurami buona fortuna >>.
<< Ok... >> disse l'informatico, lo sguardo preoccupato, << Buona fortuna... Ma se...>>.
<< Se non torno, entrate dentro e ammazzateli tutti >>.
Xander si diresse verso una delle volanti e attese che gli venisse data un'altra pistola. Controllò che fosse carica, poi guardò la villetta, le finistreilluminate solo al piano di sotto, avvolta dal silenzio.
"Sto arrivando, piccola. Vengo a prenderti".
<< Saranno qui, da un momento all'altro >> disse Michael, << Dobbiamo andarcene... Se William ha vinto non ha più senso rimanere >>.
Irina alzò lo sguardo sull'ex agente dell'F.B.I., la vista appannata. Le parole le arrivavano distanti, soffocate, troppo basse per ridestarla dal suo dolore. Sapeva solo che nella stanza c'erano solo lei, Dimitri e l'ex agente... Gli altri erano spariti, o forse stavano solo di guardia alle porte...
<< Mi sembrava di essere stato chiaro >> ribatté Dimitri, impassibile.
Michael, in piedi vicino alla finestra, scostò leggermente la tenda per guardare fuori. La richiuse immediatamente e imprecò.
<< Secondo me sono già qui >> disse, << E' tutto troppo tranquillo... >>.
Irina si lasciò scivolare ancora di più lungo la parete, senza più lacrime. Aveva dato tutto, e ora versava in quella sorta di apatico dolore, senza chiedersinè pensare più nulla. Se volevano ucciderla, che lo facessero pure, tanto non le interessava più di niente. Voleva solo smettere di soffrire in quel modo assurdo, di pensare che era rimasta completamente da sola...
<< Non ci muoviamo, è chiaro? >> ringhiò Dimitri, la mano sulla pistola e lo sguardo di ghiaccio su Michael.
<< Vuoi farti arrestare? >> ribatté l'ex agente, furioso. << Non voglio finire dietro le sbarre per colpa vostra... L'F.B.I. piomberà qui e non avremo possibilità di fuga. Ammazziamo la ragazza e andiamocene >>
Dimitri arricciò il labbro, come se volesse ringhiare. << Per il momento rimane viva >> disse, << E metti giù quella pistola. Immediatamente >>.
Michael aveva estratto l'arma e guardava Dimitri, l'espressione decisa.
<< Allora io me ne vado. Subito >> disse.
<< Allora fallo >> ribatté il russo, << La porta è là... Vattene e cerca di fuggire abbastanza in fretta prima che qualcuno di noi ti venga dietro e ti ammazzi >>.
Sul volto di Michael si dipinse un sorrisetto. << Ma io mi porto dietro la ragazza >>.
Xander fece un cenno verso gli otto agenti che stavano vicino a lui, poi si voltò verso la villetta, il cancello di metallo che sbarrava loro la strada.
<< Quando saremo dentro, voglio che chiunque di voi abbia la possibilità di portare fuori la ragazza lo faccia immediatamente >> disse, << Niente errori da parte di nessuno di voi, altrimenti rischiamo di mandare tutto a rotoli. Non mi interessa che uccidiate gli altri, voglio solo fuori di qui quella ragazza al più presto possibile >>.
Senza aspettare un cenno di assenso, ruppe con il calcio della pistola il lucchetto che chiudeva il cancello ed entrò, seguito dagli agenti.
Nel giardino trascurato era tutto tranquillo, ma le luci non giocavano a suo favore. I lampioncini erano stati accesi per evitare che ci fossero punti oscuri, e per individuare chiunque si fosse intrufolato dentro. Percorse a passo rapido il perimetro della cancellata, facendo cenno agli altri di seguirlo in silenzio.
Nella penombra individuò l'entrata secondaria, chiusa. Si avvicinò e provò a girare la maniglia, ma come si aspettava era chiusa dall'interno. Guardò verso la vetrata che dava sulla cucina, vuota, sperando che nessuno entrasse.
<< Qualcuno può aprirla senza fare troppo rumore? >> sussurrò agli agenti con lui. Uno di loro si fece avanti e iniziò a trafficare con la serratura. Nel giro di qualche secondo la porta si aprì con un leggerissimo cigolio.
Entrò ritrovandosi in un corridoio ben illuminato. Sentiva le voci di qualcuno che parlava animatamente in qualche stanza lì vicino...
Un secondo dopo, vide a pochi metri da lui, di spalle, quello che doveva essere Josh, una pistola in mano. Prima che si accorgesse della loro presenza,Xander scattò verso di lui e lo tramortì con un colpo solo, la mano davanti alla bocca per impedirgli di fare rumore. Adagiò il corpo di Josh a terra e poi fece cenno agli agenti di seguirlo.
Non sapeva quanta gente ci fosse in quella casa, ma decise di fare più attenzione. Dovevano essere di guardia per evitare di essere presi completamente di sorpresa. Questa volta gli era andata bene, ma non poteva rischiare di farsi scoprire.
<< Tre di voi esplorino la casa >> ordinò, << Gli altri con me >>.
Tre agenti annuirono e sparirono in direzioni diverse, mentre Xander proseguì verso il soggiorno. Poi sentì qualcuno parlare dall'altra parte della porta chiusa, forse del soggiorno.
<< Metti giù quella pistola >>.
<< Metti giù quella pistola >> ordinò Dimitri, afferando la sua e fissando Michael, gli occhi di ghiaccio.
<< Allora lasciami prendere la ragazza >> ribatté Michael, facendo un cenno verso Irina. << Se non la volete ammazzare, allora la userò come ostaggio... Me ne voglio andare di qui, immediatamente >>.
Irina guardò l'ex agente spostarsi lentamente di lato, tenendo Dimitri sotto tiro. La raggiunse e la tirò su di peso, per poi cingerle il collo con un braccio e puntandole la pistola alla tempia. Irina sentì la testa girare di nuovo, e non si rese nemmeno conto di quello che stava succedendo.
<< Non fare cazzate >> ringhiò Dimitri, alzandosi in piedi, << Se te ne vuoi andare fallo, ma la ragazza rimane qui... Se te la porti dietro, William ti verrà a cercare e ti ammazzerà... >>.
Irina chiuse gli occhi. Non voleva rivederlo... Non voleva rivedere William, non sarebbe riuscita a sopportare di averlo davanti... Che la uccidessero, tanto vivere o morire a quel punto era la stessa cosa...
<< Invece tu ora mi lasci passare e mi dai le chiavi della tua auto >> ribatté Michael, stringendo il collo a Irina, quasi fino a soffocarla, << Mi nasconderò da qualche parte, e non credo che nemmeno voi riuscirete a trovarmi... Avevo già progettato tutto: sapevo che Challagher voleva farmi fuori >>.
Irina rivolse lo sguardo verso Dimitri, la vista appannata. Non si teneva nemmeno più in piedi, perché le gambe non la reggevano... Cercò di allentare la presa di Michael, ma senza nessun risultato. Il russo puntò la pistola verso di loro, gli occhi di ghiaccio.
<< In effetti, avevamo in progetto di ucciderti >> disse, << E non credo che cambierò idea... Metti giù quella pistola, perché non ho paura di spararti >>.
I due si fissarono, le armi puntate uno contro l'altro, i volti tirati. Irina annaspò in cerca di aria, la stretta di Michael che si faceva sempre più forte per via della tensione che provava... Ancora qualche secondo, e sarebbe sprofondata nel buio...
<< Allora faccio fuori prima lei, d'accordo? >> chiese Michael, stringendo ancora di più il collo di Irina, << Mi pare che tu non la voglia morta, vero? Lasciami uscire immediatamente da questa stanza, oppure le spezzo il collo >>.
<< Lasciami uscire immediatamente da questa stanza, oppure le spezzo il collo >>.
Xander sentì forte e chiara la voce di Michael, oltre la porta del soggiorno, e si rese conto in un attimo che c'era qualcosa che non andava... Irina era viva, ma poteva esserlo ancora per poco...
Afferrò la pistola, fece cenno agli agenti di attendere e si appoggiò con le spalle alla parete, in ascolto. Doveva aspettare il momento opportuno per entrare in quella stanza...
Il rumore di uno sparo ruppe il silenzio del corridoio, insieme a un grido strozzato e a un tonfo.
Qualcosa scattò nella testa di Xander, e senza pensarci due volte spalancò la porta. L'unica cosa che riuscì a vedere fu Irina, sorretta da Micheal, al centro della stanza, gli occhi aperti, lo sguardo perso, ma viva... Poi, un altro sparo, e qualcosa di gelido e bruciante lo raggiunse alla spalla sinistra, costringendolo a tornare dietro il muro.
<< Cazzo... >>.
Si portò la mano alla spalla, sentendo il sangue caldo colare sotto le dita. La ferita bruciava, ma non era troppo profonda: il proiettile lo aveva solo colpito di striscio, per fortuna.
<< Non fare mosse azzardate, Went >> lo minacciò Fowler, da dentro la stanza, << Lo so che sei li dietro... Non dovevi essere morto? >>.
Xander rimase immobile, appoggiato alla parete, la pistola in mano e pronta a sparare. Morto? Perché doveva essere morto?
<< Calma >> disse, cercando di sbirciare oltre lo stipite della porta, << Lasciala andare e andrà tutto bene >>.
<< Vaffanculo Went, non ci penso nemmeno >> ribatté Fowler, << Fammi uscire di qui o le pianto una pallottola nel cervello >>.
<< Non ce n'è bisogno >> disse Xander, deciso a trattare, << Lascia Irina e poi te ne puoi andare... >>.
<< Esci fuori di lì, intanto >> disse Fowler, << Fatti vedere e butta la pistola a terra... >>.
Vide gli altri agenti, pronti a intervenire, gettargli un'occhiata. Lui fece cenno di non muoversi, perché doveva risolvere quella situazione da solo.
<< D'accordo >> disse.
Lentamente si mostrò, le mani in alto e la pistola puntata contro il soffitto.
La prima cosa che fece fu guardare Irina. La ragazza aveva gli occhi spalancati, puntati su di lui, come se vedesse un fantasma. Aveva il viso bianco e annaspava quasi, il collo stretto dal braccio di Fowler.
<< Bravo, agente >> disse Michael con un sorrisetto, << Appoggia la pistola a terra, ora >>.
Xander si abbassò lentamente, senza distogliere gli occhi da Irina, cercando di farle capire che era lì per portarla a casa, sana e salva. Solo allora, con la coda dell'occhio, vide qualcuno a terra, appoggiato con la schiena contro la parete. Era Dimitri, e si teneva la gamba, il pavimento inondato di sangue, una smorfia di dolore sul volto.
<< Siete circondati. Non puoi andare da nessuna parte >> disse Xander, cercando di rimanere tranquillo, rialzandosi lentamente, << Se non opporrai resistenza potresti risparmiarti qualche anno di carcere... >>.
Michael spalancò gli occhi. << Non sto scherzando, Went >> sibilò, << L'ammazzo, se non la pianti di parlare... Voglio andarmene di qui, e non sarete voi a fermarmi... >>.
Xander guardò l'espressione sofferente di Irina, gli occhi ora chiusi. Era allo stremo, forse non era più nemmeno cosciente... Doveva chiudere in fretta...
<< Allora lascia Irina >> disse, << Lasciala e ti faremo uscire senza toccarti... Sono disarmato e ferito, non vedi? Non posso farti niente >>.
Era una bugia. Non era disarmato: dietro la schiena, appesa alla cintura, aveva l'altra pistola. E ci avrebbe messo un attimo a prenderla...
<< Non prendermi per il culo, Went >> ribatté Fowler, << So che non mi lascerai andare... La tua ragazza mi serve: con lei come ostaggio, non ti azzarderai a fare mosse pericolose... >>.
Aveva ragione, ma non aveva messo in conto che Xander questa volta era venuto per portare a casa Irina, e non era disposto a perderla di vista un'altra volta...
Fece un passo avanti, lentamente, tenendo ancora le mani alzate. Gettò una rapida occhiata a Dimitri, ancora per terra e cosciente, e disse: << Non fare lo stupido... >>.
<< Cazzo, Fowler, lasciala andare! >> interevve Dimitri, << Non puoi andare da nessuna parte, e lo sai. Siamo circondati, idiota >>.
Il tono di voce del russo risultò stranissimo, quasi esasperato, come se attendesse con ansia, esattamente come Xander, di porre fine a quella vicenda... Lo guardò, senza capire perché si comportasse in quel modo...
Fowler però sembrò non apprezzare. Strinse ancora di più Irina e indietreggiò, verso la cucina.
<< Sta zitto, russo >> ringhiò, << Ringrazia che ti ho beccato solo di striscio... Non ho intenzione di farmi sbattere in prigione... >>.
Fece qualche altro passo indietro, raggiungendo la porta a vetri della cucina. Trascinava Irina, ormai completamente abbandonata tra le sue braccia, il respiro sempre più flebile.
<< Te lo dico per l'ultima volta >> disse Xander, sentendo la ferita pulsare sulla spalla, << Lasciala andare e non ti faremo niente... >>.
Qualcosa nello sguardo di Fowler gli fece capire che ormai l'ex agente stava perdendo il controllo di sé. Aveva ancora qualche minuto prima che facesse qualcosa di avventato...
<< L'ammazzo! >> gridò Michael, il tono quasi isterico, << Lasciami andare o l'ammazzo! >>.
<< Getta la pistola e lascia la ragazza, è l'ultimo avvertimento che posso darti >> disse Xander.
La mano di Folwer, la pistola puntata alla gola di Irina, tremò. I suoi occhi indugiarono sull'uscita, il respiro corto di chi si sente in trappola. Stavolta era pronto a ucciderla.
Xander abbassò lentamente una mano. Aveva fatto tutto quello che era previsto, aveva trattato... Non era disposto ad attendere ancora...
Fu talmente rapido che Fowler non capì nemmeno cosa accadde. Estrasse la pistola e prese la mira...
Il proiettile prese in pieno Fowler e cadde all'indietro trascinando Irina con lui, schiantandosi contro la porta finestra e mandando in mille pezzi il vetro. La sua mano però si mosse, premendo il grilletto...
Il colpo non andò a segno. Il bossolo si conficcò nello stipite della porta, mentre Xander si spostò di lato imprecando. Con un tonfo, il corpo di Fowler si schiantò sul pavimento, e la pistola volò via dalla sua mano senza vita, finendo sotto il tavolo...
Un secondo dopo, Xander lo raggiunse. Scostò bruscamente il corpo di Fowler da Irina, perché gli era caduto addosso, e la tirò rapidamente di lato. Non si accorse nemmeno che la spalla continuava a sanguinare copiosamente.
Quando sentì la pelle morbida di Irina sotto le dita, la tensione che aveva accumulato in quei due giorni si sciolse. Era viva... L'aveva ritrovata...
Stesa a terra, malconcia, esausta, Irina era ancora lì, non l'aveva persa... Aveva i polsi lacerati, lividi sul collo, il viso bianchissimo, ma era viva...
Le prese il mento con delicatezza e girò il volto verso di lui, ignorando completamente tutto il resto. Era lì solo per lei, non gli interessava altro se non sentire la sua voce...
<< Svegliati >> sussurrò, << Svegliati, piccola... >>.
Irina rimase perfettamente immobile, gli occhi chiusi, il respiro regolare ma flebile. Un grosso maglione nero, non suo, avvolgeva la sua figura minuta e aggraziata. Le mise una mano dietro la schiena e la alzò leggermente, avvicinando il volto al suo. Sentì il fiato di Irina solleticargli il mento.
<< Irina, avanti, è tutto finito, svegliati... >>.
Le passò una mano sulla fronte, e la ragazza sembrò riscuotersi leggermente. Gemette, poi aprì gli occhi, e non sembrò riconoscerlo.
<< Ciao piccola >> la salutò Xander, con un sorriso.
Irina sbattè le palpebre, poi lo mise a fuoco. Gli strinse un braccio con una mano, come per testare se fosse qualcosa di reale, poi gridò: << Xander! Sei vivo...>>.
Un attimo dopo, lo abbracciò così forte da togliergli il fiato e scoppiò a piangere. Xander le cinse la schiena, sentendo la spalla bruciare, e strusciò il mento contro i suoi capelli.
<< Tranquilla >> mormorò, << Tranquilla, è finita. Sono qui, sono venuto a prenderti... >>.
Irina continuò a piangere, sussultando come in preda a una sorta di attacco di panico. Le rimase aggrappata addosso, stringendo con le manine la sua maglia, il viso affondato nella spalla ancora buona.
<< Ehi, ehi, non ti lascio >> le disse, continuando a sorridere, << Non me ne vado, ora che ti ho trovato... >>.
Irina non diede nemmeno segno di aver sentito le sue parole. Singhiozzava disperata, e non accennava a volersi staccare da lui.
Forse era talmente stanca e spaventata da non rendersi nemmeno conto che era tutto finito. Persino lui prestava pochissima attenzione agli agenti che si muovevano intorno a loro, occupandosi del cadavere di Michael e di Dimitri.
<< Ti porto via, ok? >> sussurrò, cercando di alzarsi e contemporaneamente tenerla in braccio.
La spalla ferita gli mandò un grido, ma per fortuna resse. Con Irina ancora aggrappata al collo, si diresse lentamente verso la porta finestra dal vetro spaccato, sentendo le scheggie rompersi sotto i suoi piedi. Non badò a nessuno, nemmeno al folto gruppo di poliziotti che entrò nella villetta e iniziò a mettere sotto sequestro l'area. Sembrava tutto rallentato e sfocato, come in uno strano sogno.
A pochi metri dalla Ferrari, vide due ambulanze parcheggiate, i lampeggianti blu accesi nella notte. Andò verso di loro, proprio mentre Jess correva verso di lui.
<< Xander! State bene? >> domandò.
<< Abbastanza >> rispose lui, << Forse è solo esausta... >>.
Jess fece per chiedere qualcos'altro, ma Xander lo zittì prima che potesse parlare. << Le domande dopo, Jess >> disse, << Se McDonall mi cerca, sono nell'ambulanza, ok? >>.
Gli infermieri lo videro avvicinarsi, con Irina in braccio, e aprirono la porta del veicolo, preparando la barella. Xander sentì la spalla dolere, ma la ignorò e adagiò la ragazza sul lettino, senza riuscire a staccarsela di dosso. Continuava a piangere ininterrottamente.
Lanciò un'occhiata a uno degli inferimieri, un uomo sui circa quarant'anni, e lui aprì una borsa del pronto soccorso.
<< Deve essere sotto schock >> spiegò, tirando fuori una siringa, << Conviene darle un calmante... >>.
Xander continuò a tenere abbracciata Irina, mentre l'infermiere le scopriva il braccio e le iniettava un liquido trasparente nella vena, senza che lei nemmeno se ne accorgesse. Poco dopo lo lasciò andare, afflosciandosi su se stessa. La adagiò sulla barella, tenendola per una mano.
Irina smise di piangere, e il suo respiro si fece regolare. Guardò confusa il soffitto dell'ambulanza, poi puntò gli occhi da cerbiatta su di lui. Sembrava stranamente stordita, ma era cosciente, ora. Le sorrise.
<< Non te ne andare... >> mormorò lei, << Non andare via, per favore... >>.
Xander si avvicinò, accarezzandole una guancia arrossata. << Non me ne vado più, piccola. E' una promessa >>.
Irina sorrise, gli occhi che le si chiudevano. Xander le strinse la manina, mentre l'infermiere le girava intorno e le tastava il petto. La vide distorcere il volto in una smorfia, quando la toccò poco sotto il seno.
<< Credo abbia una costola incrinata >> disse, << La portiamo in ospedale per accertamenti... >>.
Xander annuì, poi sentì qualcosa di freddo che gli veniva poggiato sulla spalla, procurandogli un po' di sollievo. L'altro infermiere gli aveva appena messo sulla ferita una garza imbevuta di qualcosa che doveva essere disinfettante.
<< Ci vorranno dei punti, per quella >> disse, << Tenga stretta la benda, così smette di sanguinare >>.
Xander annuì, poi vide stagliarsi sulla soglia dell'ambulanza McDonall, l'espressione seria sul volto tirato.
<< Ottimo lavoro, agente >> disse, << Ha infranto tutte le regole del nostro Dipartimento, ma è stato molto bravo... Ha anche messo in discussione la mia autorità, ma ho ritenuto opportuno lasciarla fare... >>.
C'era una nota divertita, nel tono del Vicepresidente. Xander la colse subito, e sorrise. Sapeva di aver fatto cose per cui normalmente sarebbe stato punito, ma almeno aveva arrestato Challagher e tutti i suoi amici.
<< Però Fowler è morto... >> mormorò.
<< Lo so >> disse McDonall, << Ma credo abbia fatto il possibile per evitare di ucciderlo... Credo che alla fine sia il meno... >>.
Xander guardò gli infermieri dell'altra ambulanza uscire di corsa con la barella, in direzione della villetta. Forse stavano andato a prendere Dimitri.
Spostò lo sguardo su Irina, e scoprì che si era addormentata. Continuava però a stringergli la mano, il respiro leggero.
<< Penso che avremo tempo per parlarne, comunque >> disse McDonall, facendo un cenno verso la ragazza, << E' meglio che andiate entrambi a farvi dare un'occhiata... >>.
Xander guardò Irina che dormiva tranquilla, l'infermiere che le girava intorno e le metteva una borsa con del ghiccio sul naso. Ora che tutto era finito, sentiva anche lui la stanchezza, e la ferita alla spalla pulsava in modo abbastanza sgradevole. Aveva bisogno di riposare, ma voleva rimanere lucido fino a che non avesse capito veramente come stava Irina... Dopo, avrebbe dormito.
<< Possiamo andare? >> chiese l'infermiere.
Xander annuì. << Andiamo... >>. Guardò McDonall, << Ci sentiamo più tardi, Vicepresidente... >>.
McDonall gli fece cenno con la testa. << Si prenda qualche ora di riposo, al resto pensiamo noi... Buona notte >>.
L'infermiere chiuse le porte dell'ambulanza, e un attimo dopo il veicolo partì, le luci e la sirena accese nella notte, diretto all'ospedale.
Xander appoggiò la testa contro la parete dell'ambulanza, chiudendo gli occhi.
Era finita, era finita per davvero... Pochi mesi prima aveva creduto che portare a termine quella missione non sarebbe stato troppo difficile, ma quando Irina era entrata prepotentemente nelle sue priorità, tutto era cambiato. Il lavoro era passato in secondo piano, e tutto aveva iniziato a gravitare intorno a lei...
Ma alla fine, non era importante tutto quello che era successo. Non era importante che per terribili istanti aveva creduto di averla persa per sempre, non era importante che avesse rischiato la vita, che avevesse arrestato Challagher... L'importante era che aveva ritrovato lei, e che non avrebbe corso più alcun pericolo.
Aprì gli occhi e guardò Irina, le palpebre abbassate e il petto che si muoveva piano al ritmo del suo respiro. Era viva, ed era quello che contava di più.
Sorrise, e si sporse per scostarle una ciocca di capelli dalla fronte. Ora aveva tempo, aveva tempo per imparare tante altre cose da lei, aveva tempo perdirle tutta la verità, aveva tempo per dimostrarle cosa provava... E lei, lei aveva tempo per pensare e decidere.
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