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Capitolo XXXII

Ore 21.25 – San Francisco, Sede F.B.I.

<< E' partita! >> gridò Xander, gettando il cellulare sulla scrivania, << E' partita! >>.

Si voltò verso Jess, Steve, White e McDonall, pietrificato. Irina aveva iniziato la sua gara, e nessuno poteva più fermarla... Stava andando a farsi ammazzare.

Nel silenzio della stanza, un cellulare squillò troppo violentemente. McDonall lo tirò fuori dalla tasca e rispose. Annuì una paio di volte, poi guardòXander.

<< Hanno ricevuto una chiamata da Los Angeles... >> disse, << Qualcuno gli ha fatto una soffiata su una gara sulla 18° strada... Era una ragazza >>.

"Era lei... E' stata lei a chiamarli... Vuole far arrestare Challagher...".

Xander fissò il vicepresidente senza vederlo. Stava pensando a cosa fare, come trovare una soluzione a quella situazione... Come fare a salvare Irina prima che si facesse ammazzare. E il suo istinto, in quel momento, gli diceva solo una cosa: torna indietro. Torna indietro e fermala.

<< Mi serve una macchina >> disse solo, << La più veloce possibile >>.

Sapeva di non poter mai arrivare in tempo: Los Angels distava centinaia di chilometri, e quando sarebbe arrivato in città la gara ormai sarebbe terminata.Ma poteva cercare un modo per evitare il peggio... Doveva arrestare Challagher, prendere quel maledetto Fowler e trovare Irina.

White e McDonall si guardarono, poi il vicepresidente aprì un cassetto e gli lanciò un mazzo di chiavi... Quelle della Ferrari.

<< Vada >> disse, << Ci preceda... Manderò tutte le unità che ho a disposizione >>.

Xander annuì. << Jess, vieni con me? >> domandò.

L'informatico annuì. << Prendo il portatile, potrebbe servire >> disse.

Xander lo guardò uscire di corsa dall'ufficio e gettò uno sguardo a McDonall. << Dica agli agenti che stanno andando sulla 18° strada di non fare del male alla ragazza... Guida una Fiat Grande Punto. E avverta Cohen... Non so quanto tempo ci impiegherò, ma al mio arrivo voglio trovarla ancora viva >>.

Ore 21.27 – Gold Bunny

La Fiat Grande Punto schizzò in avanti, facendo pattinare le ruote anteriori. Gli pneumatici fischiarono, lasciando strisce nere sull'asfalto e sollevando una nuvola di fumo nero.

Senza strappi e senza esitazioni, Irina cambiò marcia a una velocità inaudita, sentendo il grido lacerante del motore della Lamborghini alla sua sinistra.Fianco a fianco, le due auto superarono la prima curva, lasciandosi alle spalle il piazzale del Gold Bunny stipato di gente.

Irina gettò uno sguardo allo specchietto retrovisore, sentendo che tutta la paura che aveva provato fino a quel momento stava scemando. Ormai aveva cominciato, e non poteva tornare indietro. Non le rimaneva che dare fondo a tutte le sue capacità, e sperare di farcela.

Premette la frizione e scalò di una marcia, William ancora alla sua sinistra. Come aveva previsto, la sua intenzione era quella di giocare, di provocarla... Chissà se aveva anche intenzione di farla vincere.

Alla curva successiva si tenne stretta, nella speranza di costringerlo a rallentare per seguire la sua scia. Lo Scorpione invece le rimase attaccato al fianco, allargando la traiettoria in modo perfetto, senza esitazioni.

Inutile dire che William era sicuramente più forte di lei, ma non era su quello che puntava Irina. Ormai la polizia federale doveva essersi mossa, e non aspettava altro che il loro arrivo per rendere dura la vita allo Scorpione. Finché fossero rimasti solo loro due, poteva fingere di voler vincere.

Schiacciò a fondo l'acceleratore, guardando la lancetta del tachimetro schizzare in alto, superando i 150... La Lamborghini rimase sempre al suo fianco, ma indietreggiò di qualche metro, come sopraffatta. Impossibile, per un'auto di quel calibro.

Irina guardò nello specchietto laterale: William stava parlando al cellulare con qualcuno, e la sua espressione era furiosa.

Prima di avere il tempo di chiedersi cosa fosse successo, Irina venne distratta dal lampeggiare di una luce proprio davanti a loro. Una luce azzurra che brillava nella notte cittadina, insieme al suono incessante di una sirena.

Una volante della polizia federale.

Ore 21.35 – San Francisco

Xander imboccò l'autostrada a tutta velocità, tagliando la strada a un paio di utilitarie che suonarono il clacson per quella brusca manovra. Lasciò la Ferrari percorrere la corsia di destra, per poi gettarsi sulla sinistra e accelerare improvvisamente. Jess al suo fianco si teneva alla porta, il pc portatile in grembo.

<< Cosa vuol dire che sei dovuto scappare? >> chiese Xander, il cellulare nella mano libera.

<< Fowler era lì, e mi ha visto parlare al telefono >> rispose Cohen, il tono agitato, << Ha capito che ero in contatto con te... Deve aver collegato che stavo tenendo d'occhio la situazione per te, ma quando ha iniziato a inseguirmi sono arrivati i federali. Siamo scappati tutti e due, ma in direzioni opposte... >>.

<< Hanno preso qualcuno? >> domandò Xander.

<< Sì, credo abbiano arrestato un paio di membri della Black List >> rispose Cohen, << C'era un sacco di gente, e il casino era troppo perché tutti riuscissero a scappare. Il russo e Fowler però se la sono data a gambe, compresi tutti gli amici di William >>.

Xander cercò di mantenere la calma. << Ok... I federali si occuperanno di loro, finché non arrivo >> disse, << Non farti prendere, ma controlla Irina... Qualsiasi cosa succede, voglio saperla, chiaro? >>.

Gettò il cellulare sul cruscotto e con la coda dell'occhio vide Jess aprire il pc portatile e iniziare a digitare qualcosa sulla tastiera.

<< Cosa fai? >> chiese, mentre il rumore del motore della Ferrari invadeva l'abitacolo.

<< Irina ha ancora il cellulare che le hai dato... >> mormorò Jess, concentrato, << Posso tracciarlo... Sapremo dov'è in ogni momento >>.

Ore 21.38 – 18° Strada

La volante della polizia si parò davanti a loro all'improvviso, bloccandogli la strada. Irina inchiodò di colpo, sentendo che la Lamborghini, pochi metri dietro di lei, faceva altrettanto.

Scattò di lato e cercò di speronare William, intenzionata a fermarlo. La Revènton la scartò e poi riuscì a passare alla sua destra.

Nonostante l'oscurità, Irina riuscì a vedere l'espressione dello Scorpione, non più divertita o quasi rilassata, ma infuriata. Infuriata come non l'aveva mai vista.

La volante si gettò al loro inseguimento, e fu subito raggiunta da altre tre, sbucate dalle vie laterali. Con le sirene accese di misero sulla loro scia, intimando l'alt dagli altoparlanti.

Irina guardò William che stringeva il volante con una sola mano, lo sguardo fissò davanti a sé. Decise di riprovare. Sterzò bruscamente a destra e toccò la Lamborghini, sfiorando lo specchietto esterno con il suo. Lo Scorpione fu costretto a spostarsi e salire con due ruote sul marciapiede.

Altre due volanti sbucarono davanti a loro, e Irina cambiò direzione per evitare di prenderne una in pieno. William, invece, inchiodò e poi speronò il posteriore di dell'altra, facendola finire in testacoda.

Un secondo dopo, Irina svoltava a destra, la Lamborghini dietro di lei, seguita a ruota dai federali.

Come un missile, una Audi A3 grigia si parò davanti ai suoi occhi, costringendola a rallentare. Poi, dall'altra parte della strada, la Ford GT rossa di Dimitri sbucò dal nulla, affiancandosi alla Revènton.

Nel giro di qualche secondo, si ritrovarono circondati da tutte le parti: auto dei federali davanti e dietro di loro, pronte a mettere in atto un posto di blocco mobile.

Irina si portò vicino a William, cercando di capire come fare per intralciargli la strada. Dimitri fece uscire fuori strada una volante, liberando un passaggio per permettere a loro la fuga.

Presa alla sprovvista, Irina si parò davanti allo Scorpione, impedendogli di sfruttare il passaggio che il russo aveva appena aperto. La Lamborghini le toccò il posteriore, come a volerla spingere, ma Irina toccò i freni e rimase dov'era.

William capì all'istante qual'era la sua intenzione, e per tutta risposta accelerò ancora, prendendo in pieno il posteriore della Punto, facendo schizzare la Fiat avanti. Nel frattempo, l'Audi di Hanck era finita al lato della strada, fuori dal cerchio delle volanti.

"Non ti lascio scappare, non questa volta".

Fregandosene di cosa sarebbe accaduto alla Punto, Irina iniziò a zigzagare davanti alla Lamborghini, sempre vedendo davanti a sé la Ford GT. Era pronta a fare qualunque cosa pur di fermare William, di bloccarlo e lasciarlo catturare dalla polizia.

Solo allora notò davanti a loro, distante ma non abbastanza per non essere visto, un posto di blocco formato da fuoristrada della polizia federale. Non c'era di meglio per costringere William a fermarsi.

Controllò che non ci fossero strade laterali in cui lo Scorpione poteva infilarsi, e gli chiuse ogni via di fuga: da una parte lei, dall'altra la polizia. Hanckriuscì a defilarsi a un incrocio, mentre Dimitri rimase davanti a loro.

La Punto strinse la Lamborghini lungo la sinistra, costringendola a proseguire per forza diritto. L'unica via di fuga che lo Scorpione poteva sfruttare era quella che lei gli stava chiudendo: la svolta dell'incrocio segnalato da un semaforo rosso.

All'improvviso, la Ford GT rallentò bruscamente, proprio davanti a lei. Irina frenò di colpo, ma non abbastanza per evitare di toccarla. I fari anteriori andarono in mille pezzi, insieme a quelli posteriori della Ford. Un pezzo di vetro volò sopra il suo parabrezza e poi sul tetto.

Irina scartò di lato, senza capire cosa volesse fare Dimitri. Gli si mise di fianco, ma il russo le andò addosso, lasciando libero William.

La Punto venne spinta di fianco, così forte da sentire la portiera destra accartocciarsi. Il posto di blocco era ormai vicino, non poteva mollare e lasciare allo Scorpione la possibilità di svoltare e fuggire...

Accelerò, ma la Ford fece altrettanto, e la spinse con violenza verso il marciapiede. Il finestrino della Punto si crepò, e lo specchietto volò via in una nuvola di scintille.

Irina fu costretta a girare, sempre spinta dalla GT rossa, e seguita da ruota dalla Lamborghini. Le volanti gli rimasero addosso, cercando di superarli.

Capì subito che la presenza del russo era un problema: senza di lui, forse le sue possibilità di fermare William sarebbero state maggiori. Doveva essere intervenuto quando aveva capito il piano di Irina.

Gettò uno sguardo verso Dimitri, e lo vide parlare al cellulare. Un secondo dopo, la lasciò avanzare, e Irina si ritrovò alla testa del gruppo di auto. Dallo specchietto vide la GT farsi superare anche dalla Lamborghini, che si piazzò dietro a Irina.

Con un colpo di freni, la ragazza cercò di farlo rallentare, ma la Revènton si spostò a destra e le si affiancò, pronta a farla andare in testa coda. Irina si allontanò velocemente, superando l'incrocio e sfiorando il marciapiede.

Un secondo più tardi, un frastuono assordante le arrivò alle orecchie, e guardò nello specchietto. Tre grosse auto, una Aston Martin blu, una Audi A3 grigia, e una Mercedes SL rossa erano sbucate dall'incrocio tagliando la strada alle volanti della polizia. Due si schiantarono l'una contro l'altra, mentre le altre inchiodarono e quelle che seguivano gli finirono addosso, tamponandole. Una, forse speronata dalla Mercedes, si ribaltò e rotolò su se stessa per un centinaio di metri, fermandosi vicino alla vetrina spenta di un negozio.

Irina venne colta dal panico. In un solo attimo, tutte le auto dei federali erano state messe fuori gioco dagli amici di William. Sperò ne arrivassero altre, ma si rese conto che forse ormai era tardi... Lo Scorpione aveva i suoi scagnozzi a dargli una mano...

No, non poteva finire così... Non poteva arrendersi già adesso... Se non poteva farlo arrestare, allora poteva...

Si ritrovò la Lamborghini a destra e la Ford a sinistra; dietro, la Mercedes, l'Audi e la Aston Martin. Lo sguardo che le rivolse lo Scorpione le face capire che volevano fermarla, costringerla a farle chiudere la gara. Avevano capito il piano che aveva in mente, il perché della sua sfida contro Dimitri e poi contro William... Si sarebbero vendicati, in qualche modo.

"Non mi arrendo... Non ancora".

Con una manovra brusca e inaspettata, andò addosso alla Revènton, piegandogli la porta e facendola sbandare. E poi di nuovo... Due, tre volte, cercando di distruggere la macchina, cercando di farla finire fuori strada...

La GT si spostò, forse per lasciare campo libero ed evitare di vedersela venire addosso. Raggiunse le auto che la seguivano e rimase in attesa di un suo nuovo attacco.

Senza dare il tempo a William di capire cosa volesse fare, lo speronò di nuovo, fino a far esplodere in mille pezzi il finestrino della Punto. Le fiancate stridettero l'una contro l'altra, le lamiere che sfregavano emettendo scintille.

Irina guardò William, lo sguardo furente puntato su di lei. Stringeva il volante, pronto a incassare un altro suo colpo.

Forse aveva solo un modo per fermarlo...

Si portò una mano alla cintura, ed estrasse la pistola senza che William se ne accorgesse. Poi alzò il braccio e la puntò dritta dritta verso di lui, continuando la loro folle corsa a tutta velocità, fianco a fianco.

Gli occhi verdi dello Scorpione, gli stessi che all'inizio aveva amato e poi odiato con tutta se stessa, si riempirono di sorpresa, e di quella che era paura. Rimase pietrificato, continuando a stringere il volante in modo convulso, forse troppo stupito per fare qualcosa.

"Addio, William... E' questa la fine che ti meriti".

Alzò il dito per premere il grilletto, decisa a mettere fine a quella storia...

Con una manovra furiosa, William le andò addosso così forte da farle perdere la presa sul volante. La Punto sbandò, le gomme che stridevano sull'asfalto, per poi finire in testacoda...

La pistola le cadde di mano mentre cercava di riprendere il controllo dell'auto. Prima di rendersene conto, era ferma a bordo strada, la fiancata distrutta.

Stordita, scosse la testa per riguadagnare lucidità, la vista annebbiata. Recuperò la pistola sul sedile e spalancò la portiera, pronta ad affrontare William, dovunque fosse.

Qualcuno la afferrò con violenza e la tirò fuori dall'auto, strappandole di mano l'arma. Un ceffone la colpì in pieno volto, tanto forte da farle sanguinare il naso e farle perdere l'equilibrio.

<< Che cazzo volevi fare, puttana?! >> le gridò addosso William, prendendola per il collo e sbattendola contro il cofano della Punto, << Pensavi di ammazzarmi, eh? >>.

Irina non riuscì nemmeno a vedere il secondo schiaffo che arrivava, tanto era stordita. Si rese solo conto si essere sdraiata sul cofano nero della sua auto, macchiato di sangue. Prima di avere il tempo di tirarsi su, lo Scorpione la prese per il top e la costrinse a girarsi, fissandola in faccia, l'espressione furiosa come non l'aveva mai vista.

<< E' la volta buona che ti ammazzo, troia >> le ringhiò in faccia, << Non dovevi nemmeno provarci... Che cosa volevi fare, eh? >>.

Fece un cenno verso Dimitri, che si avvicinò e gli porse un rotolo di nastro adesivo nero. William lo afferrò e le legò le mani così stretto da farle male. Poi la prese malamente per le spalle e la costrinse a guardarlo in faccia.

<< Ti ammazzo, Irina. Questa volta di ammazzo... >> mormorò.

Il cellulare nella sua tasca squillò, e lo Scorpione rispose.

<< Lo so >> disse, continuando a tenerla ferma, << Se Went è sulla strada per Los Angeles non ci faremo trovare... >>.

Irina spalancò gli occhi. Xander stava tornando indietro? Non era possibile... Non...

Si accorse che Dimitri la stava fissando, gli occhi grigi e gelidi puntati su di lei. Forse stava valutando l'ipotesi di prendersi la sua vendetta controXander...

<< Bene, liberati di loro... >> continuò William, << D'accordo, a dopo >>.

Mise il cellulare in tasca poi la spinse verso la Revènton, facendola sedere dal lato passeggero. Poi recuperò ciò che c'era nella Punto: la pistola e il cellulare che le aveva lasciato Xander. Li gettò sul cruscotto, poi disse, rivolto agli altri: << Troviamoci dove abbiamo detto l'altra volta >>. Risalì sulla Lamborghini e guardò Irina, gli occhi piedi di odio. << Hai avuto fegato... Ma hai giocato troppo, con me >>.

Ore 22.30 – Autostrada

La Ferrari sfrecciava a 230 all'ora sulla corsia di sorpasso dell'autostrada, superando a destra e sinistra le auto che le intralciavano la strada.

<< Finiremo ammazzati... >> sussurrò Jess.

Xander lo ignorò. << E' ancora ferma? >> chiese, gettando un rapido sguardo al display del computer.

<< No, si muove... >> rispose Jess, << E' stata ferma solo qualche minuto... >>.

Il cellulare che Xander aveva gettato sul cruscotto squillò, illuminandosi nell'abitacolo buio. L'informatico glielo passò e lui rispose.

<< Sono Cohen >> disse il nero, << C'è un problema: Challagher ha saputo che stai tornando indietro. Sta scappando, e con lui c'è Irina >>.

Xander sentì il cuore accelerare. Aveva immaginato che William venisse a sapere subito del suo ritorno, ma non così in fretta.

<< Allora è ancora viva... >> mormorò, << Cosa è successo? >>.

<< Sono solo riuscito a vedere una parte della scena >> rispose Cohen, << Il russo e un altro paio di auto hanno aiutato Challagher a sbarazzarsi della polizia, poi l'hanno bloccata e l'hanno caricata a forza nella Lamborghini... >>. Il nero tacque, come se non volesse continuare.

<< Vai avanti >> lo incitò Xander.

<< Challagher deve essere fuori di sé... E' stato piuttosto violento >> disse Cohen.

Xander strinse il volante. Irina aveva ostato troppo, questa volta, e lo Scorpione forse per la prima volta non aveva accettato. Se stava scappando con lei, allora o la voleva usare, o gliela voleva far pagare con più calma...

<< Jess, dove sono diretti? >> domandò.

<< A ovest, sembra >> rispose l'informatico, << Viaggiano sull'autostrada... >>.

Xander guardò il navigatore, che segnava la distanza da Los Angeles: mancavano ancora più di quattrocento chilometri... Anche se avesse viaggiato a duecentoventi all'ora senza fermarsi, gli sarebbero servite ancora almeno due ore, per arrivare in città.

<< No, aspetta... >> disse Jess all'improvviso, << Ha cambiato strada... Procede verso nord, ora... Viene verso di noi! >>.

Xander premette l'acceleratore, lanciandosi lungo l'autostrada buia, senza curarsi di rispettare il codice della strada. Se Irina era su quella strada, lui l'avrebbe trovata.

Ore 22.50 – Autostrada

Irina sedeva in silenzio sul sedile del passeggero della Lamborghini, i polsi che pulsavano dolorosamente. La testa le faceva male per il colpo ricevuto, ma il naso almeno non sanguinava più. Ma oltre al dolore fisico, c'era qualcos'altro che rendeva Irina muta e vuota, abbandonata su quel sedile avvolgente.

Aveva miseramente fallito.

Dopo aver speso tempo e denaro per rimettere in sesto la sua auto, riguadagnare il suo posto nella Black List ed avere la possibilità di sfidare lo Scorpione, aveva mandato tutto all'aria. Nonostante tutti i propositi che si era fatta, la determinazione che aveva sfoderato, non era riuscita nel suo intento.

William, di fianco a lei, guidava lungo l'autostrada con una maschera di ghiaccio sul volto, ma la vena che pulsava sul suo collo muscoloso era un chiaro segno della sua rabbia.

<< Cosa credevi di fare, eh? >> chiese lo Scorpione, dopo il lungo silenzio che aveva regnato fino a quel momento.

Irina rimase in silenzio, la testa bassa di chi si sente sconfitto e inizia a sentire la paura.

<< Rispondi! >> ringhiò William, << Credevi di riuscire a farmi arrestare, o pensavi di ammazzarmi? >>.

La ragazza sussultò. << Volevo farti finire in carcere... >> mormorò, lo sguardo incollato sul cruscotto in titanio della Lamborghini.

William si lasciò andare a una smorfia. << Che stronza... >> disse, << Davvero. Mi sarei aspettato di tutto da te, ma non questo... Molto coraggiosa, ma anche estremamente stupida >>.

Irina rimase zitta, osservando la strada scorrere velocissima al suo fianco. Vide brillare le luci della GT di Dimitri dietro di loro, l'unica delle auto a non aver cambiato strada.

Questa volta niente l'avrebbe salvata, né quella fissazione che William aveva per lei né la fortuna. Aveva davvero osato troppo, e lo Scorpione non era uno che perdonava...

L'aveva messo in conto, alla fine. Fin dall'inizio aveva saputo che la morte poteva essere l'unica cosa a cui andava incontro... Forse se lo era anche sentito, altrimenti non avrebbe mai lasciato i soldi a suo padre...

La Lamborghini imboccò l'uscita dell'autostrada, fermandosi in una piazzola vuota e buia, rischiarata solo da alcuni lampioni. Ad attenderli, parcheggiate l'una di fianco all'altra, l'Audi A3 grigia e l'Aston Martin blu: appoggiati alle macchine leggermente rovinate, c'erano Hanck e Josh, le espressioni serie sui volti scocciati.

William fermò l'auto a pochi metri da loro, lasciando il motore acceso. Irina rimase chiusa dentro, senza riuscire ad avvicinare le mani alla maniglia della porta. Lo Scorpione si mise a parlare con i due, a cui poi si aggiunse Dimitri. Il russo gettò uno sguardo verso di lei, prima di tornare a guardare verso la strada alle loro spalle.

Una Mercedes SL rossa avanzava a fari accesi nella notte, la stessa che Irina aveva visto diverse volte e che aveva aiutato lo Scorpione nella fuga. La stessa che doveva appartenere al capo di Xander, la loro talpa...

William sorrise e la raggiunse, aprì la portiera dell'auto e la tirò fuori bruscamente, tenendola per le braccia. La costrinse a girarsi verso la Mercedes, e disse, serafico: << Adesso ti faccio conoscere la nostra spia... Quella che ha fatto scappare il tuo caro Went >>.

Irina puntò lo sguardo verso l'auto rossa, in attesa. Chiunque fosse, lo odiava ancora prima di conoscerlo.

La porta della Mercedes si aprì, e una figura scura uscì dall'abitacolo, una figura che dapprima Irina non riconobbe. Poi, quando si avvicinò, sotto la luce dei lampioni vide avanzare Michael Folwer.

In un secondo, le ultime cose di cui Irina era sicura svanirono. Michael Fowler, lo stesso che aveva sostituito Xander nel suo incarico, era la spia di William. Lo stesso che lei credeva incapace di fregare lo Scorpione, che le aveva promesso di non far sapere niente a Xander di quello che stava facendo...

Se davvero Xander stava tornando indietro, ora che sapeva che la talpa non era altri che uno di loro, uno dell'F.B.I., ogni speranza le sembrava perduta. Forse Fowler non era l'unico, forse William poteva contare su altri... Se Xander stava tornando, veniva solo per rischiare la pelle...

<< Sorpresa? >> le sussurrò William nell'orecchio, riscuotendola.

Irina ringhiò e cercò di liberarsi, ma invano. Michael venne verso di loro, un sorrisetto stampato in faccia, l'espressione divertita di fronte a quella arrabbiata e spaventata di Irina. Le sfiorò una guancia con una mano, quasi volesse accarezzarla.

<< Non te lo aspettavi, vero? >> disse, << Nemmeno Went, credo >>.

Irina gli rivolse un'occhiataccia. << Allora sei tu che ti sei venduto... >> disse.

William la spinse verso la Lamborghini, per togliersela dai piedi. << Dobbiamo andarcene il più in fretta da qui >> disse, << I federali hanno arrestato Whitman e O'Correll, e stanno dando la caccia a tutti gli altri. Se Went sta tornando, si porterà dietro un sacco di sbirri. Dobbiamo sgombrare il campo per un po'... Sapete dove siamo diretti >>.

Qualcosa disse a Irina che William si era preparato... Aveva un piano già pronto per la fuga...

<< Dobbiamo far perdere le nostre tracce >> disse Michael, << Went ci starà dietro, ora che sa che abbiamo la ragazza con noi... Dobbiamo confonderlo >>.

William sorrise. << Ci penso io >>.

Prese il cellulare di Irina e glielo mostrò. << Questo è il regalino che il nostro agente ha lasciato alla sua bambolina >> disse, << E lo starà sicuramente usando per rintracciarci... >>.

Ore 23.10 – Autostrada

Il cellulare, di nuovo appoggiato al cruscotto, suonò. Xander lo prese e si accorse che sul display c'era scritto "Irina".

Con un tuffo al cuore, rispose alla chiamata.

<< Pronto... >>.

<< Buonasera, Went >>.

La voce fredda, divertita e bassa di William Challagher gli giunse alle orecchie, facendogli andare il sangue alla testa. Strinse il volante tanto da far diventare le nocche della mano bianche. Jess si accorse subito che qualcosa non andava.

<< Che cazzo stai facendo, figlio di puttana? >> ringhiò.

<< E tu dove stai andando? >> ribatté lo Scorpione, << Mi stai cercando, per caso? >>.

<< Sì, per farti a pezzi e spaccarti quel brutto muso che ti ritrovi... >> rispose Xander, << Dov'è Irina? >>.

William ridacchiò. << La tua piccola puttana è qui, Went, di fianco a me >> rispose Challagher, << Ed è ancora viva, se è questo che ti interessa. Vorrei solo che tu sappia che non è una buona idea continuare a cercarci... Potrebbe succederle qualcosa di spiacevole, sai? >>.

<< Toccala e ti uccido, Challagher >> lo minacciò Xander, << Se sei tanto coraggioso, allora esci allo scoperto e affrontami. Te la stai prendendo con la persona sbagliata. Sei solo un coniglio >>.

<< Potrei pensare di farlo, Went >> ribatté Challagher, << Ma per il momento preferisco godermi lo spettacolo... Non ci troverai mai. E non mi accusare di essere codardo: chi è quello che è scappato a gambe levate quando è stato scoperto? >>.

La rabbia ribollì in Xander così forte da fargli perdere per un istante il senno. Era colpa sua, se Irina si trovava in quella situazione, se rischiava la vita... Aveva seguito un ordine che il suo istinto gli aveva sempre detto di non ascoltare.

<< Fammi parlare con lei >> ringhiò.

<< No >> rispose Challagher, << Non ti farò parlare con lei. Però mi sta dicendo una cosa: non far vedere più la tua faccia dalle nostre parti, se ci tieni alla pelle >>.

Una voce soffocata, bassa e spaventata arrivò alle orecchie di Xander nonostante il rumore del motore della Ferrari. Era Irina.

<< Sta mentendo, Xander! >> gridò, << Non farti ingannare! Trovalo e... >>.

La voce si interruppe all'improvviso, ma almeno Xander seppe che era veramente viva e stava abbastanza bene da essere in grado di gridare qualcosa. William borbottò contro qualcuno, poi riprese a parlare: << Ok, Went, telefonata finita. Smetti di cercarci o sono guai >>.

La chiamata venne interrotta bruscamente, e Xander gettò il telefono sul cruscotto, infuriato.

<< Dove sono? >> chiese, rivolto all'informatico.

<< Vicino all'autostrada, ma sono a circa quaranta chilometri da Los Angeles >> rispose Jess, << Sono molto lontani da noi... Però sembra che non si muovano... Forse si sono nascosti da qualche parte... >>.

<< Quanti chilometri? >> chiese Xander.

<< Trecentoventicinque >> rispose lapidario Jess.

Xander premette l'acceleratore fino in fondo, lasciando la Ferrari prendere velocità lungo la corsia dritta dell'autostrada. La lancetta del tachimetro schizzò in alto, illuminata di bianco.

Se c'era una cosa di cui era sicuro, era che quella notte non sarebbe mai morto in uno stupido incidente d'auto.

Ore 23.15 – Autostrada

William gettò il cellulare a terra e guardò Irina, gli occhi che mandavano lampi. Il telefono rimbalzò un paio di volte prima di smontarsi in un paio di pezzi in mezzo alla piazzola buia.

<< Rifallo un'altra volta e... >> ringhiò.

<< Cosa fai? Mi ammazzi?! >> gli gridò Irina, << Fallo, allora! Non sto aspettando altro! >>.

Dimitri la tenne per le braccia, per impedirle di saltargli addosso. Anche se non lo avesse fatto, sarebbe stato comunque di poca utilità: aveva ancora le mani legate.

<< Bendatela >> ordinò, rivolto a Michael, << Percorriamo strade diverse per non dare troppo nell'occhio. Ci troviamo là >>.

Qualcuno le calò sul volto una benda scura per coprirle gli occhi, fino a renderla completamente cieca. Venne scaraventata di nuovo in un'auto, che doveva essere sempre la Revènton, e sentì qualcuno sedersi di fianco a lei.

<< Se vuoi che ti uccida, non credo che dovrai aspettare poi molto >> disse William, alla sua sinistra, lapidario. Ingranò la marcia e partì sgommando, senza che Irina riuscisse a vedere niente.

Qualcosa che era terrore si insinuò dentro di lei, come ghiaccio liquido. Aveva paura, forse non solo per lei... Aveva paura per Xander. Temeva che se si fosse fatto vedere a Los Angeles, se avesse continuato a cercare William, lo Scorpione lo avrebbe ammazzato.

Non poteva assumersi anche quella colpa. Era lei ad aver sbagliato, lei ad averlo sfidato, e lei sola doveva pagare. Non Xander, che aveva fatto tanto per tirarla fuori dai guai... Non lui che lei continuava ad amare.

Ore 01.30 – Autostrada

Xander fermò la Ferrari in una piazzola buia, rischiarata solo dalla luce fioca di alcuni lampioni. Era deserta, completamente deserta.

<< Sei sicuro che sia qui? >> domandò rivolto a Jess.

Strizzò gli occhi nell'oscurità, cercando qualche presenza umana. Era stanco, e aveva il collo rigido: guidare a duecentoventi all'ora per tutto quel tempo richiedeva molta concentrazione, soprattutto per schivare le altre auto lungo l'autostrada.

L'informatico controllò sul computer portatile. << Sì, il segnale dice che sono qui... >> rispose. Dal tono si capiva che dubitava anche lui della presenza diChallagher da quelle parti. Non c'erano altre strade, se non quella che conduceva all'autostrada, e nessun posto dove nascondersi.

Xander scese dalla Ferrari, guardandosi intorno. Il segnale del cellulare di Irina proveniva proprio da lì, ma non c'era alcuna traccia di lei.

Continuò a guardare in giro, in cerca almeno di un indizio. Solo dopo un po' vide per terra, a pochi metri da loro, un oggetto nero che riconobbe subito: era il telefono di Irina.

Si avvicinò e lo raccolse. Era stata lì, ed era da lì che Challagher lo aveva chiamato, facendogli sapere che si stava dando alla fuga. Chiamò Jess e glielo fece vedere.

<< Sono passati di qui >> disse l'informatico, << Sapevano che stavamo usando questo telefono per seguire i loro movimenti, allora... >>.

Non era quello che preoccupava Xander. Quel cellulare era l'unico modo che avevano per ritrovarla... Adesso come avrebbero fatto? Avevano un vantaggio di ore, su di loro... Dovunque fossero andati, quella mossa era servita confonderli, a portarli nel posto sbagliato... Challagher era stato furbo: sapeva che aveva usato quel telefono per tenere d'occhio Irina...

Improvvisamente si rese conto di quanto la situazione fosse disperata: l'unico oggetto che lo poteva portare da Irina era quel cellulare che ora aveva in mano...

Era stato stupido: se non se ne fosse mai andato, se avesse seguito l'istinto fin dall'inizio, niente di quello che stava accadendo si sarebbe mai verificato. Se avesse preso Irina di peso, l'avesse caricata sulla macchina e l'avesse trascinata a San Francisco, non ci sarebbe mai andata di mezzo. Forse lui non avrebbe mai catturato Challagher, ma almeno avrebbe salvato lei... Che alla fine era l'unica cosa che gli importava veramente.

Appoggiò le mani sul tetto della Ferrari, cercando di pensare a come ritrovarla. Non si sarebbe arreso finché non avesse avuto lo Scorpione tra le mani e lei al sicuro.

<< Xander... >> iniziò Jess, cogliendo il suo malessere.

<< Devo ritrovarla >> mormorò lui, << Devo ritrovarla o divento pazzo... Sono stato un'idiota... Anche se ci impiegherò mesi, non mi interessa... Riuscirò a capire come rintracciarla... >>.

<< Cosa facciamo? >> chiese Jess, titubante.

<< Torniamo a Los Angeles >> rispose Xander, risalendo in auto.


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