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Capitolo XXVIII

Ore 8.00 – Autostrada

Irina sfrecciava lungo l'autostrada, direzione Sud, verso i fornitori che Max gli aveva indicato. Il navigatore portatile che aveva trovato nel portaoggetti della BMW le indicava con precisione la strada da percorrere.

Superò a destra un paio di utilitarie, e gettò un'occhiata sul sedile del passeggero. I cinquantamila dollari che aveva con lei erano dentro la valigetta ventiquattro ore, pronti per essere utilizzati. Gli altri cinquanta li aveva Max, diretto invece a Nord, come lei in cerca dei pezzi di ricambio per la Punto.

Anche dopo averci dormito sopra, il suo piano le sembrava perfetto. Sfidare William in una corsa, per poi chiamare la polizia e cercare di bloccarlo lungo la gara per fare in modo che gli sbirri riuscissero a fermarlo... Poco importava se veniva catturata anche lei.

L'unica cosa che all'inizio non aveva pensato era che molto probabilmente prima avrebbe dovuto sfidare Dimitri: la regola imponeva che bisognavabattere tutti i piloti prima di correre contro lo Scorpione.

In passato aveva considerato la cosa come preoccupante, ma al momento le sembrava solo una perdita di tempo. Conosceva Dimitri, il suo stile di guida, il suo modo di trattare gli avversari. Forse era più forte di lei, ma dalla sua aveva una determinazione che prima non aveva mai avuto. Poteva batterlo, se voleva. E questa volta lo voleva veramente.

Inserì la freccia e uscì dall'autostrada, seguendo le indicazioni del navigatore. Si ritrovò davanti a quello che pareva un'enorme sfasciacarrozze, chiuso da una cancellata in ferro arrugginito. Sembrava abbandonato, ma l'uomo grassoccio che stava scaricando pezzi di auto da un furgone doveva essere il titolare. Appena sentì il rumore del motore della BMW si voltò e guardò verso la macchina, leggermente allarmato.

Irina smontò dalla M3 e gli rivolse un'occhiata.

<< Cosa stai cercando? >> gridò l'uomo, ora più tranquillo dopo aver visto che si trattava di una ragazza.

<< Mi servono dei ricambi >> rispose Irina.

<< Da dove arrivi? >> chiese l'uomo, avvicinandosi alla cancellata.

<< Los Angeles >> rispose Irina. << Sono la numero tre della Black List >>.

"O almeno, lo ero fino a qualche ora fa...".

L'uomo aprì rapidamente il cancello e le fece cenno di entrare. Irina risalì sulla BMW e si introdusse all'interno, parcheggiando la macchina in uno spazio libero. Dentro, lo sfasciacarrozze era pieno di carcasse di auto, pezzi sparsi ovunque e pile di pneumatici vecchi.

<< Di preciso, chi saresti? >> domandò l'uomo, strizzando gli occhi per guardarla meglio. Portava un grembiule macchiato e un paio di guanti da lavoro.

<< Mi conoscono con il nome di Fenice >> rispose Irina, tranquilla, << Ne hai mai sentito parlare? >>.

<< Aaah, Fenice >> fece l'uomo, ora rilassato, << Certo. Non ho mai visto il tuo capo, ma lo conoscono tutti anche da queste parti... Chi non lo conosce, d'altronde? Mi ha commissionato parecchi ordini, qualche mese fa... >>.

Irina annuì, poco interessata. << Mi servono dei pezzi per un'auto europea >> spiegò, tirando fuori il foglietto che le aveva dato Max, << Italiana, per la precisione. Una Fiat Grande Punto >>.

L'uomo la guardò per un momento, sbatté le palpebre e poi scoppiò a ridere. << Una Fiat Grande Punto? Con tutte le auto che ci sono in giro, ti sei presa una Fiat? >>.

Irina gli rivolse un'occhiata incendiaria. << Con quell'auto sono diventata la numero tre della Black List. Datti una mossa, non sono qui per farmi deridere la macchina >>.

L'uomo smise di ridere all'istante davanti al tono di ghiaccio di Irina. << D'accordo >> borbottò, e prese la lista che le teneva in mano, << Vediamo cosa possiamo fare >>.

Scorse lentamente l'elenco con occhio critico, poi disse: << Forse qualcosa abbiamo... Però per sicuramente alcuni li dovremo far arrivare dall'estero... >>. Si guardò intorno, poi chiamò: << Jack! Vieni qui! >>.

Un ragazzino magrolino sbucò da dietro una pila di quelli che sembravano paraurti di vecchie auto, l'aria leggermente imbarazzata. Trotterellò vicino a loro, lo sguardo a terra. Irina capì che non osava guardarla, come se avesse paura di farlo.

<< Guarda un po' se trovi questi per la nostra signorina >> disse l'uomo, mostrandogli la lista, << Fai in fretta, che non stiamo qui ad aspettare te >>.

Jack annuì, poi sparì diretto a un grosso casolare dimesso. L'uomo tornò a guardarla, con rinnovato interesse.

<< Come mai tutti quei pezzi? >> domandò, << La BMW M3 non è decisamente migliore, rispetto a una Fiat? >>.

<< La BMW non è mia >> disse Irina, infastidita dalla velata critica alla Punto, << Rivoglio la mia auto, che al momento non è in grado di gareggiare... Ah proposito, quali sono i pezzi che dovrei ordinare? >>.

L'uomo le mostrò ciò che aveva barrato sulla lista. << Questi >> disse, indicandoli, << Non li abbiamo, e difficilmente li troverai da altre parti... Non è un'auto molto comune, da queste parti, quindi dovrai farteli importare dall'Italia >>.

<< Voi potete occuparvene? >> chiese Irina.

L'uomo ridacchiò. << Certo >> disse, << Smerciare parti di ricambio di auto rubate è il nostro mestiere... >>.

<< E quando ci tempo ci vorrà? >> domandò Irina.

<< Almeno due settimane >> rispose l'uomo, stringendosi con noncuranza nelle spalle, << Però potrebbe volerci anche di più >>.

Irina gli rivolse un'occhiata eloquente, poi tirò fuori una mazzetta di banconote da cento dollari. La sventolò sotto il naso dell'uomo e sorrise: << Pago tutto in contanti. Se riesci a farmeli avere entro tre giorni, potrei decidere di lasciarti una congrua mancia per il disturbo >>.

<< Credo... Credo che potrei riuscirci >> balbettò l'uomo, alla vista di tutto quel denaro in una sola volta.

<< Bravo... >> disse Irina, infilandogli la mazzetta della tasca del grembiule con aria soddisfatta, << Lo Scorpione sarà contento di sapere che tratti bene la sua signorina >>.

In quel momento tornò il ragazzino di nome Jack, che trasportava a fatica un grosso scatolone di cartone. Ansimava per lo sforzo, e anche questa volta evitò di guardarla.

<< C'è molto poco >> disse, << Ho preparato un altro pacco, ma... >>.

<< Va bene, va bene >> lo interruppe l'uomo, << Carica tutto sull'auto mentre io le faccio il conto >>.

Irina guardò il ragazzino avviarsi verso la BMW con lo scatolone in mano, ma l'uomo attirò la sua attenzione. Teneva in mano una calcolatrice.

<< Allora... >> borbottò, << Quello sono 100, la griglia fanno 150... Dunque, in tutto sono... >>. Le mostrò la calcolatrice, che indicava una bella cifra a tre zeri.

Irina tirò fuori un'altra mazzetta e gliela porse. L'uomo le sorrise e intascò tutto molto velocemente.

<< E' un piacere fare affari con voi di Los Angeles >> disse.

Irina fece una smorfia. << Immagino... >> disse, e si avviò verso la macchina, << Voglio quei pezzi tra tre giorni... Non uno di più, chiaro? >>.

<< Chiarissimo, signorina >> ribatté l'uomo, e a Irina non sfuggì il leggero tono ironico della sua voce.

Il ragazzino stava ancora cercando di caricare il secondo scatolone nel baule della BMW, ma sembrava essere troppo pesante per lui. Irina lo guardò per qualche istante, mentre lui cercava in tutti modi di evitare di guardare dalla sua parte e al contempo di tirare su quel pacco. Alla fine decise di intervenire, e lo aiutò a caricare i pezzi nella BMW.

<< G-Grazie >> balbettò il ragazzino.

"Non sapevo di essere così spaventosa..." pensò Irina, davanti allo sguardo intimorito di Jack. Doveva essere l'effetto della parola "Scorpione" associata a lei a renderla così temuta.

Richiuse il baule, e con la coda dell'occhio guardò il ragazzino, che stava ammirando la M3 con sguardo sognante. Sorrise e si voltò verso di lui.

<< Tieni >> disse, mettendogli in mano qualche banconota da cento, poi risalì sulla BMW e si avviò verso l'uscita. Dallo specchietto riusciva a vedere l'espressione di pura gioia sulla faccia del ragazzino.

Attese che il cancello venisse nuovamente aperto, poi fece sgommare l'auto e ripartì diretta di nuovo all'autostrada, pronta per un'altra tappa alla ricerca di altri pezzi.

Ore 14.00 – San Francisco, Sede F.B.I.

Niente. Nessuna schifossissima notizia.

Xander fissava accigliato il cellulare poggiato sulla scrivania a cui era legato da ventiquattro ore, e che odiava già. Michael non si era fatto ancora sentire, non gli aveva detto niente riguardo a Irina. Il che doveva essere una buona notizia, perché significava che non era successo niente. Ma il suo istinto gli diceva che quando riguardava Irina, "niente" significava moltissimo.

Prese il telefono e compose il numero. Michael rispose solo dopo quattro squilli.

<< Pronto? >> disse.

<< Sono io >> disse Xander, << Non mi avevi ancora telefonato... Come vanno le cose? >>.

Michael fece una pausa, prima di rispondere. << Bene. Sto raccogliendo un po' di prove per incastrare Challagher... >>.

<< Hai visto Irina? >> lo interruppe Xander.

<< Sì, Challagher me l'ha presentata ieri >> rispose prontamente Michael, << Credo di essere a buon punto, se mi ha fatto conoscere la sua ragazza... >>.

Xander digrignò i denti di fronte a quell'espressione. "Piano con le affermazioni... Irina non è ancora la ragazza di nessuno".

<< Come ti è sembrata? >> domandò.

<< Bé, carina... Oddio, forse è riduttivo... >>.

<< Intendo se stava bene >> disse Xander, esasperato, alzando gli occhi al cielo.

<< Oh, sì, mi è sembrata a posto >> rispose Michael, << Ha scambiato qualche parola riguardo alla Black List con Challagher, poi è andata via... >>.

<< Hai sentito di cosa parlavano? >>.

<< No, si sono allontanati >> rispose Michael, << Non sono riuscito a sentire niente... E poi c'era Dimitri vicino a me >>.

<< Ok, non fa niente. Un'ultima domanda: hai notato strani comportamenti da parte di White? >> chiese Xander.

<< White? >> fece Michael, perplesso, << No, mi è sembrato normale... Perché? >>.

<< Non fa niente. Ci sentiamo più avanti. Fammi sapere se succede qualcosa di strano >> disse Xander, e chiuse la telefonata.

Non era ancora riuscito a trovare qualche prova contro White, e la cosa lo innervosiva abbastanza. Il suo capo doveva essere molto furbo, perché non aveva lasciato indizi da nessuna parte: i tabulati telefonici non dicevano nulla su possibili collegamenti con Challagher. Però poteva aver utilizzato altri telefoni di cui lui non conosceva il numero, come quello che aveva visto dentro la Mercedes rossa... Oppure poteva averlo fatto attraverso Internet, con il computer del suo ufficio: in quel caso, doveva riuscire ad accedere a quello e sbirciare tra le sue mail, e su tutto ciò che lo riguardava... Ma per farlo, aveva bisogno di un informatico.

In quello stesso momento entrò Jess, una tazza di caffè in mano e l'espressione incuriosita.

<< Vuoi? >> domandò, indicando la bevanda.

Xander annuì. McDonall gli aveva detto che doveva evitare di svelare il suo piano a chiunque, ma di Jess sapeva di potersi fidare. Oltretutto, anche lui aveva una persona che voleva rivedere, a Los Angeles.

<< Puoi accedere a un pc degli uffici? >> domandò Xander, diretto.

Jess lo guardò. << Dipende cosa devi fare... >> disse, << Non è il caso che ti cacci di nuovo nei guai... >>.

Xander gli rivolse un'occhiataccia. << Tu rispondimi e basta >> disse.

<< I pc dei superiori sono tutti protetti... Per accedervi dovrei collegare il mio portatile ai loro e decrittare le password. Potrebbe volerci un po', ma credo si possa fare >> spiegò Jess, guardando il soffitto con aria concentrata. << Cos'hai in mente? >> aggiunse alla fine.

Xander valutò attentamente cosa poteva e non poteva dire, ma poi decise che almeno con il suo migliore amico poteva essere sincero.

<< McDonall non mi ha sospeso >> disse, << Voleva solo che tutti credessero fossi realmente fuori dall'F.B.I.... Sospetta anche lui che ci sia una talpa, e mi ha detto di indagare >>.

Jess lo guardò per un momento, poi alzò gli occhi al cielo. << Aaaah, giusto... Tutto regolare >> disse, << Mi sembrava un po' troppo strano che te ne stessi qui tranquillo a fare l'impiegato... Oltretutto Alexander Went non fa mai le cose come tutti, no? Se non c'è il rischio di rimetterci la pelle e se non bisognaessere agenti sotto copertura e pieni di segreti, mica si scomoda... >>.

Xander ridacchiò. << Spiritoso... Comunque me la dai una mano o no? >>.

<< Certo >> disse l'informatico, << Da dove vuoi cominciare? >>.

<< Quanto tempo credi ci voglia per entrare nel pc di White? >> domandò, << Devo saperlo, perché la prima volta che non c'è ne approfittiamo... >>.

<< Non lo so >> rispose Jess, l'aria professionale, << Dipende dal tipo di protezione che utilizza. E se ha qualcosa da nascondere, stai sicuro che sarà una cosa piuttosto lunga >>.

<< Ok, allora nel frattempo escogiterò qualcos'altro... >> disse Xander, << Ah proposito, hai telefonato a Jenny? >>.

L'informatico si rabbuiò. << Sì, certo... >> mormorò, << Solo che... Bé, non è piacevole sapere che sta male >>.

Xander gettò la penna sulla scrivania, sospirando. << Credi che io stia meglio? Irina non mi ha voluto parlare... E posso scommettere che era con Jenny, quando hanno telefonato >> disse.

L'unica cosa che lo avrebbe consolato era sapere cosa pensava di lui Irina. Sapeva che molto probabilmente l'aveva delusa, che forse lo detestava... Ma non si era ritratta da quel bacio che alla fine aveva dovuto darle, pena la pazzia eterna, o almeno non lo aveva fatto subito... E fermarsi era stato piuttosto difficile, visto che si era tenuto per settimane... Però quando le aveva detto "Ti amo" lei non aveva risposto, non aveva detto nulla... Lo aveva lasciato nel dubbio.

Forse se lo meritava. Non si era comportato bene con lei... Lui l'aveva lasciata crogiolare nella confusione per settimane, e ora doveva ripagare nello stesso modo...

"Tanto torno indietro e ti vengo a prendere... Anche se quello che mi sentirò dire sarà un no".

Ore 19.00 – Officina

<< Allora, cosa manca? >> domandò Irina, fissando l'officina cosparsa di pezzi di auto, Max e Antony che fissavano il pavimento analizzando il materiale su cui dovevano lavorare.

<< Nulla... Se non il motore, e i pezzi che arrivano domani >> rispose Max, << Possiamo cominciare, credo >>. Rivolse un'occhiata ad Antony.

<< Si, anche se a me sembra una cosa da pazzi... >> disse dubbioso il messicano, << Sei sicura di quello che vuoi fare? >>.

<< Sì, più che sicura >> rispose solo Irina, << Allora domani vado a ritirare gli ultimi pezzi, e poi ve li porto. Cominciate pure >>.

Si avviò verso l'uscita, ma sentì Max seguirla fuori.

<< Irina, stai bene? >> domandò, preoccupato.

<< Certo >> mentì lei, rivolgendogli un'occhiata perplessa.

<< A me non sembra >> disse Max, << Da quando Xander se n'è andato sei strana... E non mi hai detto come ha reagito William, a parte che ti ha bruciato l'auto... >>.

<< C'è poco da dire >> disse Irina, << Credeva lo avessi aiutato... E mi vuole fuori dalla Black List >>.

<< E' per questo che rivuoi la macchina? >> domandò Max, << Per non uscire dalla Lista? >>.

Dal tono era chiaro che aveva capito che non era così.

<< Sì >> rispose Irina, e si voltò per andarsene.

<< Aspetta... Lo so che stai tramando qualcosa >> disse Max, << Non voglio vederti stare male di nuovo... >>.

<< Tanto sto già male, Max >> sbottò Irina, tornando a guardarlo. << Non posso stare peggio di così. Lo avevi previsto, no? Se ne sarebbe andato, e io sarei rimasta delusa... Previsione perfetta. Lasciami in pace, e non ricordarmi che sto male, ok? >>.

"Stavo per andare a letto con William... E' questo dice tutto".

Risalì sulla BMW e si lasciò l'officina alle spalle. Non voleva continuare a pensare a quella cosa, a quanto si sentisse vuota. A quanto si sentisse sola, senza di lui...

Scacciò il pensiero e si diresse verso il Gold Bunny, dove era sicura di trovare William quella sera. Non si erano più visti da due giorni prima, quando avevano avuto quel contatto fin troppo ravvicinato. E nemmeno nessuna telefonata. Lo Scorpione doveva essersi sentito davvero un'idiota, e la cosa rendeva Irina piuttosto orgogliosa.

Ora non le rimaneva che capire se era veramente fuori dalla Lista oppure poteva sperare di essere ancora considerata la numero tre... Molto probabilmente no. William doveva essere furioso con lei, quindi la considerava fuori...

Parcheggiò l'auto e scese. C'erano poche macchine perché era ancora presto, ma individuò subito quella di William lasciata vicino all'ingresso. Doveva trovare il coraggio di affrontarlo, prima o poi.

Entrò nel locale e chiese a uno dei camerieri dove fosse lo Scorpione. Lui gli indicò il retro, e Irina si avviò, passando vicino al bancone.

Appoggiata con aria annoiata c'era Vera Gonzalez, la numero sette della Lista. Uno dei riccioli scuri le ricadeva sul volto, dandole un'espressione piuttosto selvaggia. Da quel giorno in cui l'aveva sconfitta nuovamente non l'aveva più vista bazzicare da quelle parti.

Le passò davanti con l'intenzione di ignorarla, ma la spagnola non riuscì a resistere e le rivolse la parola.

<< Fenice >> disse, << Non è ancora presto per te? Già qui a quest'ora? >>.

<< Anche per te è presto >> ribatté Irina, trovando il tono della donna meno strafottente del solito, << Cosa fai qui da sola? Non dovresti essere con i tuoi amici? >>.

<< William aveva bisogno di soddisfare i suoi istinti... >> rispose serafica, << E' sempre così instancabile, a letto? >>.

<< Se mi hai fermato per dirmi questo, non è cosa che possa interessarmi >> disse Irina, << Gliel'ho detto io di trovarsi un'altra troia... >>.

<< Ho saputo che ti ha sbattuto fuori dalla Lista >> disse Vera, senza cogliere l'insulto, << Went era uno sbirro... E' la verità? >>.

<< Sì, sono fuori >> rispose Irina, << Ma ancora per poco... William voleva darti il mio posto, per caso? >>.

Vera fece una smorfia. << No... Sembra che tu il tuo terzo posto te lo sia guadagnato >> disse, il tono di voce strano, << Volevo solo sapere se era vero >>.

Irina squadrò la spagnola senza capire dove volesse andare a parare... In più, non l'aveva insultata come faceva di solito.

<< Se non ti dispiace, avrei da fare >> disse, e si defilò.

Trovò William seduto a un tavolo che fumava tranquillamente da solo. Sul tavolo c'erano un paio di bicchieri vuoti, mentre il posacenere era pieno di mozziconi.

<< Cosa fai qui? >> domandò William, senza guardarla.

<< Devo parlarti >> rispose Irina, sedendosi con un po' di apprensione.

<< Parla >>.

<< Devo considerarmi fuori dalla Black List? >> chiese Irina, gettando uno sguardo alla pila di mozziconi di sigarette. William era nervoso.

<< Dimmelo tu >> ribatté lo Scorpione, << Credi di essere ancora la numero tre oppure no? >>.

<< Ho un'auto, adesso >> rispose Irina, << Quindi non sono fuori. A meno che tu non abbia deciso che lo sono >>.

William spense la sigaretta nel posacenere e le lanciò un'occhiata. << Non amo essere preso per il culo >> disse, << E non mi piacciono i doppiogiochisti... Per me sei fuori, e lo rimarrai anche se hai un'altra auto >>.

<< E se rivolessi indietro il mio posto? >> domandò Irina.

<< Devi sfidare di nuovo tutti i membri della Lista >> rispose William, accendendosi l'ennesima sigaretta.

Irina si accorse che era più strano del solito. Il tono con cui le parlava era distaccato e poco interessato, ma era chiaro che doveva essere furioso con lei.Praticamente non la guardava, e continuava a rimanere concentrato o sulla sua sigaretta o sul bicchiere vuoto che aveva davanti. Oltretutto era solo, ed era una cosa inusuale... Di solito Dimitri era sempre nei paraggi...

La conversazione sembrava finita, per lui, eppure non le aveva ancora detto di andarsene, come normalmente avrebbe fatto. Rimasero seduti l'uno di fronte all'altra per qualche minuto, in completo silenzio.

Alla fine William soffiò una boccata di fumo in direzione del soffitto e disse, sempre evitando il suo sguardo: << Come ti sei sentita quando te ne sei andata? Soddisfatta? Te l'eri studiata, oppure ti è venuta sul momento? >>.

Irina lo guardò, e si rese conto che lo Scorpione, forse per la prima volta in tutta la sua vita, era rimasto male per qualcosa. Stranamente, stava quasi ammettendo di essere stato preso in giro, di averla bevuta... E l'artefice di tutto quello era lei, una ragazzina stupida e indifesa. William Challagher, perfetto, con soldi e potere, rispettato e temuto, era stato gabbato da una ragazza di soli vent'anni.

<< Non mi ero studiata proprio niente >> rispose Irina, << Ero venuta solo per dirti che volevo smettere di correre... Il resto è successo per caso >>.

William le rivolse un'altra occhiata, e avvicinò il posacenere. Irina si chiese se sarebbe arrivata fino in fondo, se non avesse sentito il telegiornale... Con un brivido, si disse che sì, quella volta avrebbe avuto il coraggio di farlo.

<< Per caso? Ah... >>. Lo Scorpione spense la sigaretta e la guardò, questa volta a lungo e negli occhi.

"Avanti, incazzati... Arrabbiati, insultami come fai di solito. Mettimi le mani addosso, tanto siamo solo io e te... Perché ti comporti in questo modo?Perché ti limiti a fare il distaccato?" pensò Irina, sempre più confusa.

Sotto lo sguardo di William, le venne la pelle d'oca. Non capiva come mai fosse così strano...

<< Vattene >> disse lui alla fine, con un mezzo sorriso.

Irina si alzò di scatto, e senza ulteriori indugi uscì dal resto e si avviò verso l'uscita.

Bene, se voleva sfidare Dimitri e poi William, doveva di nuovo scalare tutta la Lista... E ci sarebbe voluto tempo, tempo che lei sentiva di non avere. C'era un'unica soluzione per togliersi da quel impiccio...

Sfidare gli ultimi sette tutti insieme, in un'unica gara.

Vera era ancora dove l'aveva lasciata, da sola, a sorseggiare un drink. Le passò davanti, ma la spagnola la fermò di nuovo.

<< Allora? Sei definitivamente fuori? >> domandò.

Irina si voltò a guardarla. << Sì... >> rispose, poi le rivolse un'occhiata divertita, << Contenta di saperlo? >>.

L'espressione di Vera rimase indecifrabile. << Cosa farai? >> chiese.

<< Mi riprenderò il mio posto >> rispose Irina, tirando fuori il cellulare, << Anche se devo sfidarvi di nuovo tutti... Sabato sera, Dalton Beach, alle undici. Vedi di esserci >>.

Si girò e iniziò a cercare il numero di Gregory Horne, il numero dieci della Black List.

<< Aspetta un momento... >> sbottò Vera, << Cosa vuol dire sabato sera a Dalton Beach? >>.

Irina si voltò di nuovo verso di lei. << Te l'ho detto... Vi sfido. Tutti insieme >> disse, e lasciò il locale.

Ore 23.00 – Dalton Beach

Irina fermò la BMW su quella che doveva essere la linea di partenza per la sua gara suicida. Notò quanta gente si fosse radunata vicino alla spiaggia, e con piacere vide diverse auto dei membri della Black List parcheggiate a pochi metri da lei, già pronte alla partenza.

Era chiaro che l'atmosfera era quella delle grandi occasioni, perché la gente sembrava eccitata. Molti fischiarono quando videro la BMW fermarsi nei paraggi, ridacchiando.

Scese dalla M3 e subito le vennero incontro Jim Whitman, Robert O'Correll e Logan Milay, rispettivamente il quarto, il sesto e l'ottavo della Lista, le espressioni scocciate.

<< Cosa significa, Fenice? >> la aggredì Logan Milay, << Perché ci hai fatti venire tutti? Non sei fuori, o sbaglio? >>.

<< Infatti >> rispose Irina, tranquilla, << Rivoglio il mio terzo posto. Vi sfido tutti insieme >>.

I tre rimasero in silenzio, sbalorditi dalla sua pazzia. Nel frattempo si erano avvicinati anche tutti gli altri membri della Lista: Hiro Kawashima, Brett Goldsmith, Gregory Horne e Vera Gonzalez.

<< Non puoi farlo... >> disse Kawashima.

<< Non posso? >> fece Irina, guardandolo con aria di sfida, << Per riavere il mio posto devo battervi tutti, ma non devo per forza farlo separatamente... Vi ho già battuti tutti una volta: se oggi vinco di nuovo, significa che rimango ancora più forte di voi >>.

I membri della Lista si guardarono tra loro, leggermente a disagio. Ricordargli che una ragazza li aveva stracciati non li rendeva molto orgogliosi. Solo Vera rimase tranquilla, in disparte.

<< Sei stata esclusa >> disse Whitman, aggressivo, << Quindi devi seguire le regole come tutti gli altri... >>.

<< Non credevo che ci fossero regole, tra i piloti della Black List >> ribatté Irina, << Per caso avete paura di essere battuti anche tutti insieme? >>.

Rimasero tutti in silenzio, finché Irina non vide con la coda dell'occhio una Revènton grigia fermarsi a pochi metri da loro. William scese, un sorriso sardonico sul viso.

<< Allora è questo che avevi in mente... >> disse, avvicinandosi, << Non mi sarei aspettato niente di meno da te, in effetti >>.

Tutti si voltarono verso di lui, esclusa Irina, che rimase immobile, dandogli le spalle.

<< Fate questa gara >> continuò William, << Voglio proprio vedere se riesce a farvi il culo anche questa volta >>.

Tutti i membri della Lista si guardarono tra loro, poi si avviarono lentamente verso le auto. Gli ordini dello Scorpione non si discutevano mai, nemmeno in quel caso. Vera però rimase immobile, guardando Irina.

<< Io non gareggio >> disse, tranquilla.

<< Perché? >> chiese Irina.

<< Penso che il terzo posto rimanga comunque tuo. Non c'è bisogno di un'altra gara, secondo me >>.

Irina guardò la spagnola, stupita. E non fu l'unica, dato che era risaputo quanto le due si odiassero... William ridacchiò.

<< Sei libera di ritirarti, Gonzalez >> disse, << Cerca di sgomberare il campo in fretta >>.

Il fatto che la chiamasse per cognome lasciò Irina perplessa. Erano andati a letto insieme, a quanto pareva, perché tutta quella freddezza tra loro?

Vera se ne andò e raggiunse la sua auto, appoggiandosi alla fiancata per assistere alla gara. Irina la guardò per qualche momento, sorpresa per quello strano scatto di solidarietà da parte della spagnola.

<< Quindi è quella la tua nuova macchina >> disse William, attirando la sua attenzione. Stava guardando la BMW. << Quella di Went... Dovevo immaginarlo. Bè, almeno non è un catorcio come quella stupida Punto >>.

"La Punto la tengo buona solo per te" pensò Irina.

Salì in auto e attese che tutti i membri della Black List si posizionassero sulla linea di partenza. Alla sua destra, Gregory Horne con la Lotus Europa blu, Brett Goldsmith con la Shelby GT2000 grigia e Logan Milay con la Ford Mustang arancione. Alla sua sinistra, Robert O'Correll con l'Audi A5 rossa, HiroKawashima con l'Honda RX7 grigia e Jim Whitman con la Dodge Viper verde.

Irina accese il motore, strinse il volante e attese che tutti gli altri facessero altrettanto. Teneva d'occhio William, che aveva intenzione di dare il via.

In quel momento vide Max correre verso di lei, arrabbiato e spaventato al tempo stesso. Abbassò il finestrino per sentire cosa aveva da dire.

<< Irina! Che cazzo fai?! >> gridò il meccanico, << Era questo che mi stavi nascondendo? >>.

<< Levati di mezzo, Max >> ribatté Irina, << Lasciami fare questa gara >>.

<< Ma sei uscita fuori di testa? Ti farai ammazzare! >> urlò Max.

Irina sentì i motori delle auto vicino a lei rombare. Da un momento all'altro sarebbero partite.

<< Levati da qui o ti investo! >> gridò Irina, poi premette l'acceleratore.

La BMW schizzò in avanti, lasciando Max stordito in mezzo alla strada. Le altre sei macchine la seguirono a ruota, facendo stridere le gomme.

Irina ingranò la marcia e cercò di portarsi in testa, affiancata da Whitman con la Viper. Lo vide ridacchiare tra sé mentre il muso della Dodge superava quello della BMW. Subito dietro di lui, approfittando della scia, c'era O'Correll con l'Audi. Gli unici a essere rimasti dietro erano Horne e Milay.

Sterzò a destra, cercando di chiudere la strada a Whitman e O'Correll, in attesa della prima curva. Appena vide la svolta, rallentò e si preparò a girare.

Come aveva previsto, si ritrovò la Viper incollata alla fiancata, ma l'A5 rimase indietro. A sinistra aveva Kawashima, dietro la Shelby di Goldsmith.

Controllò rapidamente il tachimetro, che stava superando i 150 km/h... Prossima curva a sinistra...

In trenta secondi doveva capire che strategia usare: la Mustang e la Lotus non erano più un problema, perché le vedeva dallo specchietto retrovisore, troppo distanti dalla mischia per essere di qualche fastidio... E la BMW si equivaleva con la Honda e la Shelby... I due più problematici erano l'Audi e laDodge, che infatti le stavano alle calcagna.

Irina frenò di colpo, decisa ad affrontare la curva seguente il più stretta possibile. Sfiorò il marciapiede a sinistra, e sentì uno dei semafori barcollare, colpito dalla fiancata dell'Audi. Si ritrovò a sinistra la Viper, che ne approfittò per stringerla contro il muro della palazzina lì vicino. Irina rallentò e lo lasciò passare avanti, scorgendo subito dietro Whitman il muso dell'Audi rossa.

Le ci volle un secondo per capire che Whitman e O'Correll si dovevano essere messi d'accordo per non farla arrivare alla fine della gara. Molto probabilmente volevano vendicarsi per la sconfitta subita in passato, ed erano disposti a giocare insieme contro di lei.

"Adesso vi frego io...".

Alla curva seguente lasciò passare anche l'Audi, e guardò O'Correll piazzarsi davanti a lei, i fari rossi accesi nella notte. L'A5 e la Viper si ritrovarono presto fianco a fianco, la BMW a una decina di metri da loro.

Irina gettò un'occhiata allo specchietto retrovisore: la Mustang e la Lotus sembravano aver ingaggiato tra loro un duello che non c'entrava niente con la gara, ed erano comunque troppo distanti per rappresentare un problema. Notò la Shelby e la Honda subito dietro di lei, decise a darle filo da torcere.

Nello stesso istante, si accorse che davanti a lei l'Audi e la Viper continuavano a rimanere fianco, superandosi a vicenda. O non sapevano chi dei due dovesse passare davanti, oppure nessuno dei due voleva rimanere dietro.

Come Irina aveva previsto, nel giro di pochi istanti Whitman e O'Correll ingaggiarono un duello, dimenticandosi completamente di lei. Se si erano uniti per ostacolarla, ma la rivalità li aveva comunque divisi, alla fine.

Tirò il freno a mano e lasciò che la BMW scivolasse a sinistra, l'Honda che cercò di infilarsi nell'angusto spazio che aveva lasciato libero, senza però riuscirci. Tenne d'occhio Kawashima e si preparò al sorpasso.

In quel momento Whitman stava chiudendo la strada a O'Correll, costringendolo a rallentare. Uno degli specchietti dell'Audi volò via, schiantandosi contro il muso della M3.

Irina scartò di lato, sfruttando la scia della Viper. Lo stesso stava facendo Kawashima dietro di lei.

"Ok... Adesso vediamo come far fuori questi tre idioti...".

Se aveva calcolato bene il percorso, le rimanevano ancora circa cinque minuti prima di arrivare in vista del traguardo. Doveva sbarazzarsi del giapponese e superare i due davanti a lei.

L'Audi speronò la Viper, spingendola verso sinistra. Irina cercò di approfittare dello spazio vuoto, ma le due auto ritornarono al centro della carreggiata, continuando ad andarsi addosso. Kawashima molto probabilmente stava aspettando il momento giusto per aspettare il sorpasso, perché continuava a rimanere dietro di lei.

Curva a destra... La seguente a sinistra. Rettilineo e semaforo...

Irina passò l'incrocio a tutta velocità, conscia della luce rossa fissa che brillava nella notte e che significava solo "stop"... Kawashima passò subito dopo di lei, sempre nella sua scia. Dietro di lui, la Mustang e la Lotus...

Come al rallentatore, Irina vide dallo specchietto le due auto attraversare l'incrocio a tutta velocità nello stesso istante in cui una volante della polizia si apprestava a fare lo stesso.

Le tre auto si schiantarono l'una contro l'altra con un boato assordante, lasciando sull'asfalto le strisce degli pneumatici. Dallo specchietto, Irina riuscì a vedere la Mustang capovolgersi su se stessa, presa in pieno dalla polizia. La Lotus finì contro uno dei pali della luce, abbattendolo.

Tornò a guardare davanti a sé solo perché doveva vincere quella gara a tutti i costi, ma comprese quanto fosse grave quell'incidente... Sentì un boato fragoroso e vide una pira di fuoco stagliarsi proprio dove c'era la Mustang capovolta...

Per un attimo l'Audi e la Viper smisero di lottare, forse spaventati quanto lei dall'incidente, senza però lasciarle libero un passaggio.

"Avanti, avanti... Due curve e siamo alla fine, cazzo!".

Accelerò di colpo raggiungendo l'Audi, quasi fino a toccarne il posteriore con il muso. Doveva superarla prima della curva seguente, altrimenti non avrebbe avuto più possibilità di vincere.

"Ok, o la va o la spacca...".

Schiacciò l'acceleratore, si spostò leggermente a sinistra fino a trovarsi esattamente in vista nello spazio, largo circa un metro, tra la Viper e l'Audi... Senza esitazioni, aumentò la velocità e spinse le sue auto fino ad aprirsi un varco.

Sentì la carrozzeria stridere mente strisciava contro quella verde della Dodge e quella rossa della A5, digrignando i denti al pensiero di quello che stava facendo all'unica macchina che per il momento aveva a disposizione... Però riuscì a passare, infilandosi tra Whitman e O'Correll e costringendoli ad allontanarsi da lei.

Quando vide l'ultima curva, accelerò ancora, riuscendola a passare rimanendo in testa. Appena però raddrizzò il volante, sentì la BMW spostarsi violentemente di lato. Fece appena in tempo a vedere la Viper toccarle con il muso il posteriore, poi la M3 andò in testacoda.

L'auto girò su se stessa, urtando l'Audi da una parte e la Dodge dall'altra, mentre l'Honda rimase incastrata in mezzo senza la possibilità di spostarsi.

Irina premette il freno a fondo, sentendo le fiancate della BMW scontrarsi con quelle delle altre tre auto. Tenne stretto il volante finché la macchina non si fermò completamente.

In preda al panico, Irina si ritrovò incollata al sedile, il muso della M3 dalla parte sbagliata e il traguardo ben visibile dal suo specchietto retrovisore... Esattamente al contrario di come si sarebbe dovuta trovare.

Gettò un'occhiata di lato, per scoprire che anche l'Audi, la Viper e la Honda erano messe esattamente come lei, i fari davanti spaccati e le fiancate rigate. La RX7 aveva anche il parabrezza crepato, e Kawashima si stava tenendo la testa con una mano.

Vide che Whitman le rivolse un'occhiata, e si rese conto che stava per ingranare la marcia per tagliare il traguardo prima di lei. O'Correll stava per fare lo stesso.

"Cazzo! Questa non ci voleva!".

Vide Whitman e O'Correll ingranare la prima per rimettersi dritti... Non poteva girare la macchina e sperare di arrivare prima... Ci sarebbe voluto troppo tempo...

Schiacciò la frizione e ingranò la retromarcia, senza chiedersi se fosse la cosa migliore da fare. Premette l'acceleratore fino in fondo, sentendo il motore salire di giri con un ruggito.

Le ruote della BMW pattinarono per un istante, prima di farla schizzare a marcia indietro verso la linea di partenza segnata sul terreno. La lancetta del contagiri schizzò impazzita verso la zona rossa, portando il motore da quattrocento cavalli al limite...

Nello stesso istante in cui Irina tagliò il traguardo, vide la Viper di fianco a lei, ma indietro rispetto alla BMW... Indietro abbastanza da considerarla vincitrice.

Irina si abbandonò sul sedile, e tirò un sospiro di sollievo. Un sorriso le si disegnò sul volto mentre aspettava che il cuore tornasse a battere regolarmente, conscia di essere tornata a essere la numero tre della Black List...

Con la coda dell'occhio vide Whitman scendere dall'auto e sbattere la portiera, senza però avvicinarsi a lei. O'Correll, il viso una maschera di ghiaccio, rimase sull'Audi senza guardarla. Intanto, si godette lo spettacolo della Honda RX7 e Shelby arrivare lentamente, quasi si trattasse di una passeggiata...

<< Stai bene? >> domandò qualcuno, vicino al finestrino.

Irina si voltò, aspettandosi di vedere Max, ma quello che si ritrovò davanti era William. Lo Scorpione teneva una mano appoggiata al tettuccio di vetro, e la guardava quasi volesse trapassarla da parte a parte. I suoi occhi verdi non erano mai stati così imperscrutabili come in quel momento.

La ragazza annuì, confusa. Fece per aprire la porta dell'auto, ma William lo aveva già fatto per lei. Smontò dalla BMW e si guardò intorno.

L'Audi e la Viper, insieme con la Honda e la Shelby, erano ferme a pochi metri da loro, danneggiate ma non abbastanza da non terminare la gara. All'appello mancavano solo la Mustang e la Lotus, che molto probabilmente non sarebbero mai arrivate.

<< Cosa è successo? >> chiese William.

<< Milay e Horne sono stati coinvolti in un incidente con una volante della polizia... >> rispose Irina, << Penso sia una cosa grave >>.

William annuì e fece un cenno a qualcuno, che Irina non riuscì a vedere. Fece per girare la testa, ma si fermò subito: in effetti, il collo le faceva un po' male.

<< Porca puttana Irina, hai quasi fatto fuori mezza Black List >> disse lo Scorpione, anche se il suo tono suonava più come esasperato che arrabbiato, << Dovevi fare tutto questo casino? >>.

La ragazza gli rivolse un'occhiata arrabbiata. << Hai autorizzato tu la gara >> ribatté, << E comunque hanno cercato di farmi fuori... Non sentivo di doverli trattare con i guanti >>.

Irina si scostò e cercò con lo sguardo il suo meccanico: per lei la conversazione era finita. Lo individuò a qualche metro da lei.

<< Tu sei una pazza furiosa! >> gridò Max, andandole incontro, << Fra un po' ti facevi ammazzare! >>.

Irina lo spinse verso il marciapiede, per evitare a tutti di sentire la scenata. Sentì lo sguardo di William sulla nuca, ma lo ignorò.

<< Sono viva, Max. Ho vinto e non mi sono fatta niente >> disse, tranquilla.

<< Non ti sei fatta niente?! E tu pensi che io ti voglia rimettere a posto la Punto? Al massimo ti do una bicicletta! Se vai avanti così ti farai ammazzare sul serio! >>.

Irina guardò verso la gente che stava discutendo dall'altra parte della strada, in modo concitato. William stava in mezzo e parlava al cellulare, mentre Whitman sembrava arrabbiato con qualcuno. Gli altri membri della Lista sembravano spariti.

<< Max, ce ne dobbiamo andare >> disse Irina, << Due di noi sono stati coinvolti in un incidente grave, fra poco qui si riempirà di sbirri... E anche se William è loro amico, non penso che ci lasceranno andare tranquillamente. Torna a casa, e continua a lavorare alla Punto >>.

Max la guardò imbronciato per il fatto che non lo aveva praticamente ascoltato, ma non disse niente e se ne andò. Irina iniziò a camminare verso la folla per capire cosa stava succedendo. William la prese da parte e le rivolse un'occhiata.

<< Milay ci ha rimesso le penne >> disse solo. << Vattene di qui prima che arrivino gli sbirri >>.

<< Horne come sta? >> chiese Irina.

<< Male >> rispose William, << Per favore, va via >>.

Irina rimase di sasso nel sentire lo Scorpione dire "per favore"... Lo guardò stranita per un momento, poi fece un passo indietro, pronta a ritornare verso la macchina. Alla fine però si fermò: aveva un'ultima domanda da fare.

<< Sono di nuovo la numero tre? >> chiese.

William le gettò una strana occhiata, poi rispose: << Sì. E se avessi saputo che avresti fatto tutto questo casino, avrei evitato di sbatterti fuori >>.

Irina si voltò e raggiunse la BMW, stordita. C'era qualcosa nel comportamento di William che non andava... Da quella sera in cui era andata da lui per dirgli di voler smetter di correre qualcosa era cambiato... Lo Scorpione non era più le stesso di prima, con lei.

<< Complimenti, Fenice. Di nuovo la numero tre >>.

Appoggiata alla BMW c'era Vera, lo sguardo divertito puntato su di lei. Irina si ricordò all'improvviso di quello che era successo prima della gara.

<< Vera... Perché non hai voluto correre? >> domandò, aprendo la portiera dell'auto.

<< Te l'ho detto, per me è inutile. So cosa sei in grado di fare, esattamente come lo sa lui >> rispose la spagnola, facendo un cenno con il capo verso William.

Irina assunse un'espressione perplessa. Cosa voleva dire con quello?

<< Sai, pensavo che non avessi niente di speciale... >> continuò Vera, << Mi sei sempre sembrata solo una ragazzina... Forse perché sono una donna... >>.

<< Cosa vuoi dire? >> chiese Irina, senza capire.

Vera fece un altro cenno verso William. << E' venuto a letto con me solo perché doveva sfogare la sua frustrazione con qualcuno... E lo ha fatto perché tu non sei voluta andare con lui. Lo sai quante volte ha fatto il tuo nome? E' ossessionato da te... Delle altre ragazze non gliene frega un cazzo, gli servono solo per farci sesso. Ma con te... Credimi, hai su di lui un potere che nemmeno immagini >>.

Irina rimase paralizzata di fronte alle parole della spagnola, non per il loro significato, ma proprio perché era stata lei a dirle. Si erano sempre odiate, e all'improvviso Vera le diceva che William in realtà voleva solo lei, quando aveva sempre sperato il contrario?

<< Non ho nessun potere su di lui >> disse a bassa voce.

<< Invece sì, solo che non lo vuoi usare >> ribatté Vera, << Se solo volessi, potresti ottenere da lui qualsiasi cosa... Perché non ne approfitti? Perché lo detesti così tanto? Se io fossi al posto tuo... >>.

<< Perché io non voglio niente da lui >> rispose Irina, << Non voglio i suoi soldi, non voglio il suo potere... Non voglio niente di quello che ha. Tu non lo conosci, non sai di cosa è capace... Tu non sai cosa mi ha fatto. Se lo ami, continua ad andarci tu a letto... Il sesso è l'unica cosa che puoi ottenere da uno come lui >>.

Risalì in macchina e mise in moto, senza dare il tempo alla spagnola di poter dire altro. Ripartì diretta a casa, superando rapidamente le auto che le intralciavano la strada.

Non capiva. Perché tutti si stavano comportando in modo strano? Perché non continuavano a fare i bastardi, i criminali, i pazzi assassini, invece di mettersi a fare discorsi strani e mettendo in mezzo lei? Perché all'improvviso tutto sembrava capovolgersi?

Vera era un conto... Forse aveva parlato così solo per confonderla... Ma se davvero quello che aveva detto fosse vero? Possibile che lo Scorpione la amasse veramente, e non la volesse e basta, come aveva sempre creduto?

"No, non è possibile... Abbiamo provato a ricominciare... Mi aveva promesso di cambiare, ma è rimasto lo stesso...".

Parcheggiò la BMW davanti a casa e rimase seduta sul sedile, e si abbandonò a un sospiro.

Ormai era in barca, aveva cominciato con il suo piano, ma si chiese se era davvero la cosa giusta da fare... E se William, dopo la sua "lezione", fosse veramente cambiato? Lei cosa avrebbe fatto?

"Sei ancora innamorata di lui o no, Irina? Questo è il punto... Dicevi di aver fatto un errore, di aver sbagliato a innamorarti di lui... Ma davvero non lo sei più?".

"No, non lo amo più... Semplicemente perché non l'ho mai amato... L'unica persona che posso amare non è qui... Ed è per colpa di William che ho sofferto così tanto. E' solo colpa sua. Mi sento così confusa solo perché sono da sola... E perché Xander gli assomiglia. Ma l'unica cosa che voglio, è farlo arrestare".


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