Capitolo XXVI
Ore 17.00 – Autostrada
Xander fermò la Ferrari nella piazzola dell'autogrill, inchiodando a pochi metri da una Aston Martin blu metallizzato, i cerchi in lega che brillavano al sole. Appoggiato all'auto c'era Michael Fowler, lo sguardo nascosto da un paio di occhiali scuri Carrera, le mani infilate nelle tasche dei jeans.
<< Alexander! >> disse, appena lui e Jess smontarono dall'auto. Si tolse gli occhiali, rivelando un'espressione piuttosto preoccupata.
<< E' questa l'auto che ti ha dato White per prendere il mio posto? >> domandò Xander, facendo un cenno verso l'Aston Martin.
<< Stai tornando a San Francisco, spero >> disse Michael, ignorando la sua domanda piuttosto aggressiva, << Ho parlato con White... >>.
Xander si appoggiò alla Ferrari, incrociando le braccia. Non dava a Michael nessuna colpa, ma non poteva fare a meno di avercela con lui per non avergli detto niente riguardo alla sostituzione. Gli aveva telefonato poco prima chiedendogli di incontrarsi lungo l'autostrada, e lo aveva fatto solo per chiedergli una cosa.
<< Ascoltami, Michael >> disse, << Mi fido di te, so che sei un bravo agente, ma non posso fare a meno di metterti in guardia: di norma non sei abituato ad avere a che fare con gente come Challagher e i suoi amici, ed è la prima missione di questo genere che affronti. Devi fare molta attenzione, e soprattutto ti chiedo un favore: devi tenere d'occhio per me la ragazza che viene soprannominata Fenice >>.
Michael ebbe un fremito al suono di quel nome. << So chi è >> disse, << La ragazza di Challagher... E' lei che ti stava aiutando, giusto? >>.
<< Sì. Non voglio che le succeda nulla >> rispose Xander, serio, << E che nulla intendo assolutamente niente. Se venissi a sapere che Challagher ha qualche piano su di lei, devi dirmelo. Non mi interessa se disubbidiresti agli ordini di White, chiaro? Me ne sto andando solo perché devo mettere a posto alcune cose a San Francisco... Ma ho intenzione di tornare il prima possibile >>.
Michael sorrise: doveva aver colto cosa si celava dietro la premura di Xander per Irina. Sembrò divertito, ma non fece alcun commento a riguardo.
<< D'accordo >> disse, << Non c'è problema. Non è un soggetto difficile da tenere d'occhio: Challagher è piuttosto geloso di lei. E comunque mi sembra che frequenti abbastanza spesso il giro >>.
Xander ebbe un fremito nervoso al pensiero, e colse l'occhiata che Jess gli rivolse.
<< Fai in modo che non le succeda nulla >> continuò, << E che Challagher le stia lontano il più possibile... E stai attento anche tu. E' gente che fa sul serio >>.
L'agente annuì. << Farò del mio meglio. Sono riuscito ad avvicinarmi abbastanza allo Scorpione da essere considerato un suo amico... Mi crede un meccanico piuttosto promettente, oltre che a un corriere piuttosto efficiente. Lo terrò d'occhio >>.
Xander annuì e aprì la portiera della Ferrari. << Hai controllato che nessuno ti abbia seguito? >> chiese.
<< Sì. Sono impegnati nelle tue ricerche, non hanno pensato a me >> rispose Michael, << Ero da Challagher quando ha saputo che eri dell'F.B.I.: ha ricevuto una telefonata e poi mi ha chiesto di andarmene... Immagino fosse il suo informatore >>.
Xander fece una smorfia. << Bene. Ci sentiamo per eventuali aggiornamenti >>. Risalì in auto seguito da Jess e ripartì sgommando verso San Francisco.
<< Perché non gli hai detto di White? >> chiese l'informatico qualche minuto più tardi, mentre sfrecciavano già lungo la corsia di sorpasso dell'autostrada.
<< Perché nessuno deve sapere cosa ho intenzione di fare >> rispose Xander, << Sicuramente mi avrebbe dato del pazzo... E lo sto diventando >>.
Xander spense il motore della Ferrari, lasciandola parcheggiata nel garage sotterraneo del quartier generale. Smontò velocemente, con Jess che lo seguiva di corsa.
<< Voglio proprio vedere la faccia di White >> disse, << Sarà contento di avermi eliminato di torno... >>.
L'informatico di fianco a lui rimase in silenzio. Presero l'ascensore, arrivando al decimo piano.
Quando le porte si aprirono, si ritrovarono faccia a faccia con Steve Went, in giacca e cravatta e l'espressione preoccupata.
<< Alexander? >> disse, sorpreso. << Sei già qui? >>.
<< Devo vedere White >> disse Xander, superando a grandi passi suo padre, diretto in fondo al corridoio, << Adesso >>.
<< No! >> dissero all'unisono Jess e Steve.
Xander si voltò, fissando i due con aria scocciata. Entrambi si rivolsero un'occhiata che a lui parve eloquente, e la cosa gli diede piuttosto fastidio.
<< Aspetta un momento >> disse Steve, cercando di apparire conciliante, << Cerca di calmarti... >>.
<< Sono calmo >> ribatté Xander, anche se non era vero. Non voleva solo incontrare White, voleva mettergli le mani addosso, che era leggermente diverso. Ma suo padre lo conosceva troppo bene.
<< Cosa vuoi fare? >> domandò Steve, tranquillo.
Xander si voltò di spalle e proseguì diretto all'ufficio di White, con un'idea ben chiara nella mente: costringerlo a rimandarlo indietro. Sentì Jess e suo padre seguirlo in silenzio, molto probabilmente preoccupati.
<< Xander... White in questo momento non è qui >> disse suo padre, tranquillo, << Qualsiasi cosa hai in mente, dovrai rimandarla a domani >>.
Xander si voltò verso Steve, gli occhi spalancati. << Cosa? Non è qui? E' dove è andato?! >>.
Poi si rispose da solo: << Ah già... Immagino abbia da sbrigare alcuni affari con Challagher >>.
<< Sappiamo per certo che non è a Los Angeles >> ribatté suo padre, << E' a New York per conto del vicepresidente... Torna domani, quindi dovrai aspettare >>.
La sua idea era stata tutta un'altra: voleva tornare a Los Angeles già quella sera, dopo aver costretto White a confessare, o almeno dopo averlo messo alle strette. In quel modo era costretto a rimanere dov'era, e cioè sempre troppo lontano da Irina.
Sbuffando con aria irata, si voltò e si diresse verso la sua stanza, pronto a una delle più lunghe attese della sua vita.
Ore 11.00 – Casa
Irina fissò la carcassa della Grande Punto, ferma tra le pareti annerite del garage, mentre Max girava intorno all'auto con aria critica. Le gomme si erano sciolte addensandosi in una poltiglia sul pavimento, il muso era completamente bruciato, i vetri si erano disintegrati e dei sedili sportivi non rimaneva altro che lo scheletro. La vernice bianca iridescente si era scollata, e l'aerografia della fenice era ormai un ricordo. Il posteriore era messo meglio, ma risultavacomunque irrimediabilmente compromesso.
<< Tecnicamente si può rimettere a posto >> disse Max, << Basta sostituire i pezzi... Il problema è che il 70% dell'auto è bruciato... Il motore è completamente andato, così come tutta la parte anteriore. Si è salvato davvero poco >>.
<< Ma c'è qualche possibilità, allora >> disse Irina, speranzosa.
<< Se davvero la vuoi rimettere a posto, ci vorranno mesi... Bisogna reperire i pezzi, e per un'auto come la tua non sarà facile. Dobbiamo farli arrivare dall'Italia. Oltretutto, ci sarà da spendere un sacco di soldi. Converrebbe acquistarne una nuova... >>.
Irina sospirò. Le parole del meccanico non le giungevano nuove: lei stessa sapeva che l'alternativa migliore era quella di comprare un'altra Punto e modificarla, ma sapeva anche che non sarebbe stata la stessa. Era solo un oggetto, ma faceva parte della sua vita, e non era facile per lei pensare di sostituirla.
<< Quanto ci vorrebbe? >> chiese.
<< Almeno 70.000 dollari... E sto facendo una stima per difetto >>.
70.000 dollari erano davvero tanti, soprattutto considerando che l'auto sarebbe stata da rimettere a nuovo. Acquistarne un'altra e modificarla forsesarebbe costato di meno.
<< Mi serve il più in fretta possibile >> disse Irina, << Quanto tempo ci impiegheresti per renderla di nuovo guidabile? >>.
<< Contando che dovrei ordinare i pezzi... Due mesi circa... Forse uno e mezzo >>.
Troppo tempo... Come avrebbe fatto a tirare avanti per due mesi? L'auto le serviva per gareggiare, per portare a casa un po' di soldi, ma soprattutto per rimanere nel giro... Senza la Punto era finita.
Le rimaneva l'Audi TT, ma non era la stessa cosa. Anche quella era da modificare, perché così com'era non poteva compere con le altre macchine. L'unica alternativa che aveva era comprare un'auto già pronta, ma lei non ne aveva l'intenzione. La Punto era e sarebbe stata la sua unica auto.
<< Cosa vuoi fare? >> chiese Max, preoccupato, << Non cacciarti di nuovo nei guai, spero >>.
<< Lascia perdere. Non parliamone... Avevi ragione tu anche questa volta >> Irina passò una mano sul tetto di vetro della Punto, ormai disintegrato, << Vorrei solo che William non mi avesse tolto l'auto. Avrei preferito qualsiasi altra cosa a questo >>.
<< Se vuoi posso cominciare a farci qualche lavoretto sopra >> disse Max, << Passo a prenderla con Antony con il carro attrezzi e inizio a vedere cosa si può recuperare... La parte più difficile è il motore, ma possiamo pensarci più avanti... Se vuoi anticipo io per te, se ti va... >>.
<< Non sono i soldi, il problema >> disse Irina, << E' il tempo. Non posso rimanere due mesi senz'auto... >>.
Max sembrava desideroso di fare qualcosa, ma c'era ben poco da fare. Senz'auto era come zoppa, ed era quello che voleva William: renderla prigioniera, senza via di fuga. Era la sua punizione per aver cercato di fregarlo.
<< Inizia a portarla da te >> disse Irina, guardando tristemente la Punto, << Vedi se riesci a trovare qualche pezzo che sia sopravvissuto, e poi deciderò. Anche se penso che sarò costretta a cambiare auto... O a uscire dalle corse >>.
Pronunciò le ultime parole con voluta rassegnazione, ma dirlo a voce alta sembrava inaccettabile. Aveva sempre creduto che il giorno in cui avrebbe smesso di correre, il giorno in cui avrebbe smesso di essere Fenice, sarebbe stato quello della sua liberazione... Invece, era tutto il contrario. Sarebbe stata dello Scorpione finché lui non si sarebbe stufato di lei.
Max scosse la testa, e Irina tornò in casa.
Nel giro di pochi giorni, tutto era crollato. Per l'ennesima volta. E in più, questa volta ci aveva guadagnato anche uno squarcio al cuore di cui non aveva bisogno.
Andò in cucina, finalmente decisa a mangiare qualcosa: il giorno prima non aveva toccato cibo. Todd stava lavando qualcosa nel lavandino, e la tv accesa diffondeva l'ennesimo telegiornale.
Suo padre grugnì per attirare la sua attenzione, e Irina si sedette a tavola, aspettando che parlasse.
<< Si può... Si può fare qualcosa per la macchina? >> domandò, titubante.
<< Molto probabilmente sarò costretta a cambiarla >> rispose Irina, atona.
Era strano vedere sul volto di suo padre preoccupazione per lei, ma per quanto sembrasse assurdo, era vero. Da quel giorno in cui finalmente aveva scoperto quale fosse il legame tra lei e lo Scorpione, era cambiato e continuava a cambiare. Lo faceva lentamente, ma iniziava a interessarsi a sua figlia e a ciò che faceva.
<< Forse... Forse è meglio che tu smetta di correre >> disse Todd, esitante, quasi avesse paura che si infuriasse con lui.
Irina distolse lo sguardo. << Non è quello che vorrei fare >> ribatté.
Suo padre sapeva che Xander se n'era andato; Irina glielo aveva detto cercando di apparire distaccata, ma non lo era per niente.
Un addio del genere non lo aveva mai immaginato. Né che il bacio che le aveva dato Xander potesse rimanerle impresso sulle labbra com'era accaduto. Lo aveva desiderato per tanto tempo, e gli era parso ancora più bello di quello che aveva immaginato.
Cercò di scacciare il pensiero dalla sua testa, perché le riportava sempre le lacrime agli occhi. Erano solo un giorno che aveva lasciato la città, eppure gli mancava da morire. Le mancava la sensazione di sicurezza che le dava, l'illusione di essere amata davvero per la prima volta. Sapere che era durato solo il tempo di un bacio le faceva sanguinare il cuore.
Il suo cellulare squillò e lei lo prese. Sapeva già di chi si trattava.
<< Sei riuscita a salvare la macchina? >> domandò William, sardonico, dall'altra parte della linea. << Finalmente sarai costretta a cambiare quel catorcio di auto italiana >>.
<< Cosa vuoi? >> chiese Irina tra i denti.
<< Niente... Vorrei che tu passassi da casa mia >> rispose William, << Mi piacerebbe presentarti una persona >>.
<< Non mi interessa >> ribatté Irina, << Non voglio conoscere nessuno dei tuoi amici. Ho altri problemi, in questo momento >>.
<< Invece passerai di qui. Dobbiamo discutere sulla tua posizione nella Black List >> disse William, e le chiuse il telefono in faccia.
L'Audi TT si fermò nel parcheggio di casa Challagher, di fianco ad un'Aston Martin blu e alla Murcielago arancione di Dimitri. Irina scese dall'auto e vide il maggiordomo indicarle il garage sotterraneo.
Mentre raggiungeva le scale che l'avrebbero portata di sotto, si chiedeva cosa volesse ancora William da lei. Le aveva tolto la macchina, Xander se n'era andato, e ormai lei non aveva più speranze di potersi riscattare... C'era di peggio?
Varcò la porta bianca e si ritrovò per l'ennesima volta nel grandissimo garage di William, illuminato dalle lampade al neon che gettavano bagliori sulle carrozzerie delle innumerevoli auto dello Scorpione, parcheggiate tutte in bella mostra. Lui, Dimitri e un altro ragazzo erano in fondo, e chiaccheravano tra loro a bassa voce.
Qualcosa le saltò subito all'occhio: mancava un'auto. E non una qualsiasi, ma la Zonda, sempre nascosta sotto il suo telo bianco. Non c'era, e il suo spazio era stato lasciato vuoto.
Raggiunse lentamente William, mentre i tre la guardavano in silenzio, tanto da permetterle di sentire i suoi passi rimbombare sul pavimento. Trovò la cosa particolarmente inquietante.
<< Cosa volevi? >> domandò, rivolta a William. Gettò a Dimitri una rapida occhiata, quel tanto che bastava per notare che sul sopracciglio gli era rimasta una cicatrice, e ignorò del tutto l'altro sconosciuto.
<< Cosa si è salvato dell'auto? >> chiese William, tranquillo.
<< Le hai dato fuoco per distruggerla >> ribatté Irina, << Ora ti interessa sapere in che stato è? >>.
Il ragazzo che non conosceva ebbe un singulto, e si accorse che aveva ridacchiato e che non voleva farsi vedere. Irina continuò a ignorarlo, perché per il momento non gli interessa chi fosse.
William non batté ciglio, e si limitò a incrociare le braccia.
<< Volevo capire se quella che hai può essere ancora considerata un'auto, oppure solo un ammasso di metallo fuso >> disse, << Niente auto, niente BlackList >>.
Irina strabuzzò gli occhi. << Cosa? >>.
<< Se non hai un'auto, non puoi rimanere nella Lista >> disse lo Scorpione, calmo, << Come gareggerai se non hai una macchina? >>.
La ragazza lo fissò, completamente paralizzata. << Non puoi farlo... >> balbettò.
<< Non posso? >> fece William, soave, << Posso eccome, bambolina. Sono io che comando, e io che decido. A meno che tu non riesca a trovare un'auto entro poche ore, sei fuori dalla Lista >>.
<< Lo sai che non posso >> ribatté Irina, << L'unica macchina che volevo guidare me l'hai distrutta... >>.
<< Allora non ti resta che comprarne un'altra >> disse William, ghignando malignamente, << Oppure prenderne una delle mie >>.
Irina comprese in pieno l'idea che aveva lo Scorpione: regalarle una delle sue auto significava costringerla per la prima volta a cedere, e legarla ancora di più a lui. Sentì gli occhi di Dimitri e dell'altro ragazzo su di lei, ma continuò a fissare arrabbiata William.
In effetti, se voleva rimanere nella Lista, accettare una delle auto dello Scorpione era l'unica alternativa che aveva, per il momento. Poteva sempre essere una cosa temporanea, finché non avesse rimesso in sesto la Punto...
<< Vorrei presentarti una persona >> disse William all'improvviso, come a darle il tempo di pensare alla cosa. Fece un cenno verso il ragazzo sconosciuto, con aria divertita. << Lui è Michael Fowler, il mio nuovo meccanico >>.
Irina guardò per la prima volta il ragazzo, l'aria spavalda e gli occhiali da sole Carrera agganciati alla polo firmata. Le sembrava un tipo a posto.
<< Irina >> si presentò lei, << Sono Fenice >>. E lo disse gettando un'occhiata sprezzante a William, a pochi centimetri da lei.
<< La ragazza prodigio >> disse lui, con un sorriso gentile sulle labbra, << Ho sentito parlare di te, in giro >>.
<< Non sei il primo né l'ultimo >> disse William, compiaciuto. << La mia Fenice si fa notare, se vuole >>.
Michael le gettò uno strano sguardo, come se volesse ridere ma cercasse di trattenersi. Irina ignorò entrambi, poi rimase in silenzio. Non aveva voglia di intavolare una discussione, in quel momento. Voleva solo risolvere la questione Black List con William.
William si congedò da Dimitri e Michael, e con lei si allontanò quel tanto che bastava per non far sentire cosa dicessero.
<< Allora, quale vuoi? >> domandò, facendo un cenno verso le auto parcheggiate nel garage.
<< E' un modo per riscattarti dell'altra volta? >> ribatté Irina, << Vuoi farti perdonare in questo modo? >>.
William sorrise. << No, non è il mio modo per chiedere scusa >> disse, << Sei tu quella che si è comportata male... Se vuoi una delle mie auto, devi venire a letto con me >>.
"Che bastardo...".
Irina lo fissò disgustata, e involontariamente fece un passo indietro.
<< Non mi sembra una richiesta esagerata >> continuò lo Scorpione, quasi ridacchiando, << In fondo, con quel coglione di Went ci sei andata, e per molto meno >>.
L'insulto a Xander la fece andare in bestia, e si trattenne dal dargli un ceffone. Stava pensando a quanto avesse bisogno di un'auto, e a quanto le faceva rabbia quella richiesta. William non poteva essere più stronzo di così.
Rinfacciargli le sue promesse non sarebbe servito a nulla, se non a confermargli quanto lei era prigioniera di lui. Irina lo squadrò da capo a piedi, poi si voltò e uscì dal garage sbattendosi la porta alle spalle.
Raggiunse l'Audi TT a passo rapido, senza voltarsi dietro e con il cuore che batteva all'impazzata. Odiava William, lo odiava a morte per il modo in cui cercava di piegarla al suo volere. Anche questa volta le aveva chiesto qualcosa in cambio.
Si sedette sull'avvolgente sedile della TT, fissando il giardino perfettamente tenuto davanti a sé. Le dita strinsero la corona del volante, e le nocche le diventarono bianche.
Non si sarebbe mai abbassata a una cosa del genere, non lo aveva mai fatto in due anni che conosceva William. Già di per sé era disgustata da se stessa per essersi sempre lasciata usare come una bambola, e andare a letto con lui, volontariamente, significava cedere completamente. Tutto per una stupidamacchina, un oggetto senza significato.
Ma non poteva farsi sbattere fuori dalla Black List... Non adesso che rimaneva l'unica a mettersi contro lo Scorpione...
"Non posso fare una cosa del genere... Non ci riuscirei nemmeno".
Strinse ancora di più il volante, dandosi nella stupida. Era di nuovo da sola, e da sola doveva risolvere quel problema.
<< Smettila di provocarlo >> disse qualcuno.
Irina volse la testa verso la fonte di quella voce, e scoprì che si trattava di Dimitri. Il russo la fissava dall'alto, l'espressione gelida.
<< Da quando ti interessa quello che faccio? >> ribatté Irina, seccata. Con la coda dell'occhio vide Michael dirigersi verso la Aston Martin e guardare dalla loro parte.
<< Non mi è mai interessato ciò che fai >> rispose Dimitri, la voce roca e dura, << Ti sto solo dicendo che ti sbatterà veramente fuori dalla Lista se continui a sfidarlo... Non fai che incitarlo, in questo modo >>.
Irina squadrò il russo, leggermente confusa. Voleva essere un avvertimento, il suo?
<< Non era quello che volevi? >> domandò Irina, << Non mi hai mai voluta tra voi... Finalmente sarai contento, no? La ragazzina si toglie dai piedi >>.
Accese il motore e fece retromarcia, senza aggiungere altro.
Ore 17.00 – San Francisco, Sede F.B.I.
Xander era seduto immobile come una statua nell'ufficio di suo padre, la musica dello stereo che Steve teneva sempre acceso che suonava soffusa nella stanza. Picchiettava nervosamente sul ripiano della scrivania, cercando di controllare l'impazienza. Suo padre, seduto dall'altra parte che premeva lentamente i tasti del pc, gli gettava ogni tanto un'occhiata di sbiego.
White doveva tornare in ufficio quella mattina, ma non si era fatto vedere. Aveva avvisato che si fermava qualche ora a casa sua, e che poi sarebbe tornato al lavoro. La sua assenza però stava durando un po' troppo, per i suoi gusti.
"Mi starà odiando a morte, in questo momento. L'ho lasciata lì, da sola... Non mi vorrà più vedere...".
A intervalli regolari, il suo pensiero si dirigeva verso Irina, sola a Los Angeles e in balia di quella banda di matti, ma soprattutto tra le mani di quel bastardo di Challagher... Se solo fosse venuto a sapere che le aveva fatto qualcosa, era la volta buona che lo faceva fuori sul serio.
Il telefono sulla scrivania squillò, e Steve lo prese lentamente in mano. Annuì una sola volta poi rimise a posto la cornetta.
<< White è nel suo ufficio >> disse solo.
Dieci minuti dopo Xander era già dall'altra parte dell'edificio, il sangue che ribolliva per il nervosismo. Non si era programmato alcun discorso, perché la sua lingua si sarebbe mossa da sola... E molto probabilmente sarebbe andata dritta al punto.
Aprì la porta dell'ufficio senza nemmeno bussare, trovando White seduto alla sua scrivania che stava compilando un modulo con aria piuttosto annoiata. Alzò la testa e lo guardò leggermente sorpreso.
<< Agente Went... >> disse, << Ora dimentica anche di bussare? >>.
Xander entrò nell'ufficio e si parò davanti al suo capo, senza nemmeno l'intenzione di sedersi.
<< Perché ha mandato Fowler? >> chiese.
White inarcò un sopracciglio. << Perché me lo ha chiesto lui >> rispose, << Quando ha saputo che cercavo qualcuno da mandare a Los Angeles, si è offerto volontario >>.
Xander fece una smorfia. << Certo... >> disse, << Non ha mai partecipato a missioni del genere, e lei lo manda tranquillamente a fare il mio sostituto...Cosa aveva in mente? >>.
<< A essere sincero, agente Went, non credevo ci fosse bisogno di un sostituto >> disse White, tranquillo << Credevo portasse a termine la missione da solo... L'ho sopravvalutato, per una volta >>.
Xander sentì montare la rabbia. Voleva farlo passare per un'incompetente quando era lui a fare il doppio gioco.
<< Cosa aveva in mente? >> ripeté, fissando il suo capo con l'aria inferocita.
<< Cosa aveva in mente lei, quando ha evitato le mie telefonate per due settimane >> ribatté White, ora anche lui arrabbiato, << Cosa pensava di fare, rendendosi irreperibile? Si è andato a divertire con la sua amichetta, mentre lei continuava a stare dalla parte di Challagher? >>.
Per caso voleva fargli credere che fosse stata Irina a tradirlo? Era così stupido da credere di fregarlo in quel modo? Era chiaro che c'era qualcosa che non andava.
<< So benissimo chi sta facendo il doppiogioco >> ringhiò, << E quella non è di sicuro Irina... Lei lo sa meglio di me >>.
<< Cosa sta insinuando? >>.
<< Sto dicendo che sono a conoscenza del fatto che è in contatto con William Challagher >> disse Xander, tutto d'un fiato.
L'espressione assurdamente stupita di White gli confermò che la cosa lo lasciava senza parole. Non si era aspettato che lo venisse a scoprire, molto probabilmente. Rimase per un momento in silenzio, poi abbassò lo sguardo e sorrise.
<< D'accordo, posso capire che il fatto di aver fallito possa averla sconvolta >> disse, con il tono che si usa con un bambino capriccioso, << Lei non èabituato a perdere... Ma l'accusa che mi sta lanciando è davvero stupida >>.
La mano di Xander tremò, ma rimase comunque appoggiata alla scrivania del suo superiore.
<< Non mi tratti da idiota >> disse, << Non è così che si salverà le spalle. Da chi altri Challagher poteva sapere dei carichi d'auto? E come mai si è sempre salvato, fino a questo momento? Ha qualcuno che gli fa da talpa qui dentro, e quello è lei >>.
White lanciò verso di lui un plico di fogli. << E' libero di pensare quello che vuole, agente Went >> disse, << Ma finché non ci sono prove a mio carico, le sue accuse risultano infondate... Quella è la sua prossima missione >>.
Xander fissò i fogli, cogliendo il piano di White: voleva spedirlo all'altro capo del mondo in modo che non gli desse fastidio. La destinazione scritta a chiare lettere sul fascicolo era Londra... città abbastanza lontana da renderlo inoffensivo per un po'.
<< Non ci vado >> disse, a denti stretti, e nel frattempo cercava un modo per scovare una prova che inchiodava il suo capo.
<< La mia non è una richiesta, è un ordine >> ribatté White, freddo, << Faccia le valigie e parta per Londra. Presto si dimenticherà di tutta questa storia, e anche della sua amichetta... Il suo aereo decolla fra cinque ore >>.
<< Non mi muovo da qui >> disse Xander, fissando White.
<< Non discuta. Segua gli ordini >>.
<< Non ne ho l'intenzione >>.
<< Smetta di fare il ribelle. Si sta comportando come un bambino. Non mi costringa a sospenderla >>.
Xander scostò malamente il plico di fogli sulla scrivania. << Non voglio quella missione. Faccia tornare Fowler qui e riconsegni tutto a me >>.
<< Si farà ammazzare, Went >> ribatté White.
<< Non è quello che volete lei e Challagher? >> domandò Xander, provocatorio.
<< Se ne vada a Londra e non si faccia rivedere per un po'... Non sono disposto a sopportare ancora i suoi colpi di testa >>.
<< Vada a farsi fottere, White >> ribatté Xander, << Lei e Challagher non mi terrete lontano da Los Angeles >>.
Il suo capo lo guardò sbalordito, chiaramente spiazzato da tutta quell'aggressività. Si alzò di scatto e aggirò la scrivania, puntando un dito contro di lui.
<< Continui così e la faccio sbattere in cella per un po' >> lo minacciò, << Sta dimenticando con chi sta parlando, immagino >>.
Ci sarebbe voluto ancora un secondo, dopodiché Xander lo avrebbe afferrato per il colletto della camicia e lo avrebbe sbattuto su quella scrivania che lui usava pensando di mettere timore ai suoi sottoposti, costringendolo con la forza a confessare tutto. La rabbia che ribolliva dentro di lui al pensiero di essere stato costretto a lasciare Irina da sola lo rendeva particolarmente poco tollerante...
<< Mi sospenda, allora >> ringhiò, << Mi farebbe solo un favore >>.
Qualcuno si schiarì la voce, ed entrambi si voltarono verso la porta. Howard McDonall, il vicecomandante dell'F.B.I., il personaggio più importante dopo il Presidente degli Stati Uniti... L'unico capo che Xander non si sarebbe mai sognato di sfidare.
L'uomo li guardò con aria tranquilla, il vestito giacca e cravatta grigio scuro perfettamente stirato, il volto segnato e gli occhi scuri e profondi. Ogni suo tratto denotava severità, a partire dai corti capelli pettinati impeccabilmente.
Stava in piedi davanti alla porta, con alle sue spalle Jess e Steve con le espressioni piuttosto preoccupate. Dovevano essere venuti ad assistere alla sua "conversazione" con White...
<< Agente Went >> disse McDonall, il tono duro, << Il suo comportamento è intollerabile. Mi segua nel mio ufficio. Lei è fuori dall'F.B.I. >>.
Ore 20.00 – Garage di Max
Irina contemplava la Punto sfasciata con l'aria abbattuta. I quattro cerchi in lega erano appoggiati in fila vicino al muro, anneriti dal fuoco, insieme ai pochi pezzi che potevano essere recuperati.
Max stava smontando i sedili dell'auto, incastrato tra il cruscotto e la porta con i vetri spaccati. Gettò una chiave inglese per terra, poi guardò Irina con l'aria seria.
<< C'è molto poco da salvare >> disse, << Costerà più del previsto rimetterla a posto >>.
Irina sospirò e si sedette su uno sgabello lì vicino. Ogni speranza di poter rimanere nella Lista si affievoliva.
<< Cosa vuoi fare? >> domandò Max, << Vuoi provare a rimetterla a posto? >>.
<< Mi serve un'auto >> rispose Irina, << Altrimenti sono fuori dalla Lista... >>.
<< Cosa?! >> gridò il meccanico, << William ti sbatte fuori? Non può farlo... >>.
<< Invece può, e lo ha già fatto >> disse Irina, << E' il suo modo per punirmi ancora per averlo tradito... >>.
Sentì un groppo in gola, ma non era dovuto alla tristezza. Era arrabbiata per essere stata così idiota, e per essersi lasciata ricattare.
Si alzò di scatto e disse: << Vado da Jenny >>.
Max la guardò uscire dal garage con l'aria confusa, ma lei non aggiunse altro e salì sulla TT.
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