Capitolo XXIV
Ore 16.00 – Canyon
Irina stava in piedi nella piazzola dove attendeva l'inizio della gara. Era nervosa, e continuava a passeggiare avanti e indietro, nel tentativo di darsi una calmata. Vicino alla Punto c'erano parcheggiate la Ford GT di Dimitri e la Mercedes di William. Più in là, sparsi un po' ovunque, c'erano decine di ragazzi, venuti per assistere a una delle gare più pericolose per un pilota.
Era pieno pomeriggio, e il sole estivo rischiarava l'intera vallata sotto di loro. La strada del canyon si dipanava in strette curve a gomito e tornanti, muovendosi sinuosa lungo un paesaggio mozzafiato, con il mare blu all'orizzonte e l'azzurro del cielo terso a fare da cornice. Tutto molto bello e suggestivo, ma in quel momento Irina provava tutto tranne che meraviglia.
Non si era aspettata che la gara di Xander le mettesse così tanta agitazione. Aveva paura che gli succedesse qualcosa, e lo sguardo gelido di Dimitri la terrorizzava. Il russo sembrava determinato nel suo intento: far fuori Xander in un bell'incidente. E di solito raggiungeva sempre il suo obiettivo.
In quel momento stava parlottando con William, appoggiato alla Ford GT con le braccia incrociate. Erano entrambi seri, isolati dal resto del gruppo.
Irina guardò Dimitri, e lui ricambiò il suo sguardo. Sembrava distaccato, ma l'occhiata che le lanciò diceva tutto: considerava la faccenda solo una scocciatura, oltretutto dovuta a lei.
William volse lo sguardo dalla sua parte.
<< Non era necessario che venissi >> disse, serio.
<< Volevo vedere come sarebbe andata >> ribatté lei.
Si sentì il rombo di un motore provenire da sotto di loro, poi la Ferrari 458 Italia sbucò da dietro un costone di roccia, i fari a led accesi. Qualcuno fischiò con ammirazione mentre Xander si fermava vicino alla GT. Non scese nemmeno dall'auto, rimanendo nascosto dietro i vetri scuri della Ferrari. Irina stava cercando di immaginare l'espressione che doveva aver assunto alla vista dello Scorpione.
William si avvicinò e il finestrino della Ferrari si abbassò lentamente, mostrando il volto di Xander. Era una maschera di ghiaccio, gli occhi così freddi che trapassavano lo Scorpione da parte a parte. Sembrava totalmente impassibile, ma la vena sul suo collo pulsava fin troppo visibile. Vederlo perdere il controllo doveva essere spaventoso.
William gli disse qualcosa, e Xander rispose con un cenno. A quel punto Dimitri salì sulla Ford e si andarono entrambi a posizionare al centro della strada.
La prima cosa che pensò Xander quando vide Challagher a pochi metri da lui, fu di scendere dall'auto, andargli incontro e tirargli un pugno in faccia. Avrebbe tanto voluto sfogare quella rabbia che aveva represso fino a quel momento, e il solo pensiero che avesse sfiorato Irina con le sue mani gli mandava il sangue alla testa. Con lei poteva approfittare della sua forza fisica, ma non con lui.
Come Irina gli aveva chiesto, si era tenuto lontano da lui, ma tra i due era lo Scorpione a dover temere il loro incontro. Ora che se lo vedeva li davanti, lo sguardo tronfio e l'espressione tranquilla, sentiva la rabbia montare come non mai. Con Irina a pochi metri si comportava come se non fosse mai successo niente, come se non le avesse mai fatto nulla. Come faceva a guardarla in faccia, dopo tutto il male che le aveva fatto?
Senza che lo volesse, il pensiero di quelle mani che scorrevano sulla pelle chiara e delicata di Irina senza che lei lo volesse gli invase la testa. Anche solo l'idea che quegli occhi gelidi percorressero il corpo della ragazza, che le loro labbra si sfiorassero gli fece accelerare i battiti del cuore. Non era solo gelosia, quella provava, ma anche furiosa rabbia per quello che ormai lui non poteva più cambiare.
Voltò la testa verso la Ford GT, dove Dimitri stringeva il volante e fissava la strada davanti a sé. Sembrava tranquillo, ma il dito che picchiettava sullo sterzo indicava che aveva fretta di cominciare.
Alla sua sinistra comparve un'ombra, e lui si voltò di nuovo. Irina si era abbassata sull'auto, e lo guardava seria e preoccupata.
<< Stai attento >> sussurrò, << Dimitri è spietato... Piuttosto lascialo vincere, ma escine vivo >>.
Xander sorrise. << Tranquilla, mi conosci >> disse, << Raggiungimi al traguardo appena puoi, piuttosto >>.
Irina annuì, poi guardò qualcosa che stava appeso allo specchietto retrovisore della Ferrari. Era la sua catenina con il ciondolo a forma di quadrifoglio, che Xander aveva trovato quella sera in casa sua e che aveva dimenticato di darle. Sapeva che non se ne separava mai.
<< Scusami, ma ero un po' preso da... altro >> disse, << Mi sono scordato di ridartela >>.
<< Allora la avevi tu... >> mormorò Irina, poi sorrise, << Bé, meno male, credevo di averla persa... Tienila pure: ti servirà un po' di fortuna >>.
Qualcuno la afferrò per un braccio e la scostò bruscamente di lato. William entrò nel suo campo visivo, lo sguardo di ghiaccio. Xander sentì il cuore accelerare di nuovo.
<< Allora, sei pronto? >> chiese freddamente lo Scorpione.
<< Quando vuoi >> ribatté Xander.
William guardò Irina. << Vai tu a dare il via >> disse, poi si allontanò, diretto al lato della strada.
La ragazza passò lentamente accanto alla Ferrari, e nel farlo sfiorò delicatamente la mano di Xander, appoggiata sul fianco dell'auto. Si voltò e gli rivolse un impercettibile sorriso, poi scappò al centro della strada per dare il via.
Irina raggiunse la linea di partenza, e si mise di lato, pronta a dare inizio a quella gara che sapeva sarebbe stata spietata.
Avrebbe voluto fermare Xander, costringerlo ad andarsene di lì il più in fretta possibile. Dimitri non era come lei, e nemmeno come Jim Whitman, il Cobra: il Mastino era pronto a farti fuori, se solo lo voleva.
Irina non aveva mai gareggiato contro di lui, perché William le aveva concesso di arrivare solo fino al terzo posto, ma dubitava che se anche ci avesse provato, avrebbe avuto qualche speranza di vincere. Il russo era uno di poche parole e che amava fare fatti. Forse proprio per quello si era guadagnatol'amicizia dello Scorpione, ed era praticamente il suo braccio destro.
Per un momento esitò: finché non si fosse mossa, Xander era salvo. Sentì gli occhi di tutti addosso, il mormorio di chi commentava l'esito della gara, e lo sguardo impaziente dello Scorpione.
<< Muoviti >> disse freddamente, le braccia conserte, appoggiato al muretto di pietra che lo separava dallo strapiombo di sotto.
Irina guardò la Ferrari rossa ferma a pochi metri da lei. Il motore della Ford GT rombò impaziente.
"Ti prego Xander, non mi interessa che tu vinca... Voglio solo che arrivi alla fine".
La sua mano si abbassò, e le due auto sfrecciarono ai suoi fianchi, facendola barcollare. Rimasero l'una accanto all'altra fino alla prima curva, poi svoltarono a sinistra iniziando la rapida discesa, sparendo alla vista.
Irina corse verso il parapetto, sporgendosi oltre per vedere di sotto. Sbiancò non appena vide la Ferrari sbandare sul ciglio della carreggiata che finiva sullo strapiombo di sotto. La GT la stringeva cercando di farla cadere, spingendola di lato.
Sentì il cuore fermarsi per un momento, poi però la Ferrari inchiodò lasciando passare Dimitri in testa. Si piazzò dietro di lui e poi cercò il sorpasso a destra.
<< Forse è meglio che non guardi >> disse qualcuno alle sue spalle, la voce leggermente divertita.
Irina si voltò, guardando William raggiungere il parapetto e appoggiarsi con aria tranquilla per guardare di sotto.
<< Hai chiesto a Dimitri di farlo fuori, vero? >> sibilò Irina, tra i denti.
<< Hai qualcosa in contrario? >> ribatté William.
<< Perché? >> chiese Irina, cercando di controllare la voce, anche se avrebbe tanto voluto urlargli addosso, << Lo vuoi ammazzare solo perché pensi che sia interessato a me? >>.
William continuò a guardare di sotto, e Irina non ebbe il coraggio di imitarlo. Aveva il terrore di sporgersi e vedere qualcosa che non sarebbe stata in grado di accettare. Forse era davvero meglio che non guardasse.
<< Non lo penso, lo so >> disse lo Scorpione, << E tu non terresti così tanto a lui, se non te ne importasse niente >>.
Si era tradita da sola, ma non le importava. Dimostrare che era preoccupata faceva capire che lo era davvero.
<< Dimmi perché non lo vuoi più tra i piedi >> disse Irina, << Solo perché credi che siamo andati a letto insieme? >>.
William questa volta la guardò, e nei suoi occhi passò una scintilla. << Avevamo detto di ricominciare tutto da capo, ricordi? Di dimenticare tutto quello che è successo. Io sto dimenticando... E se mi dici che non c'è stato niente tra te e Went, voglio crederti. Questo non toglie però che non lo voglia più tra i piedi >>.
<< Hai paura di lui >> concluse Irina, << Sei terrorizzato dal fatto che possa essere più forte di te... Che ti costringa a lasciare il tuo trono... >>.
La vena sul collo di William pulsò, ma questa volta non le tirò uno schiaffo, come faceva quando lei lo metteva alle strette. La sua mano però tremò, e sembrò faticare a rimanere immobile.
<< Smettila di provocarmi, Irina >> disse, << Stai facendo di tutto per farmi arrabbiare e per costringermi a essere cattivo con te... E lo so il perché. Non ti sono indifferente, l'ho capito. Non mi avresti baciato in quel modo, l'altra volta, se tu mi avessi veramente odiato. Stai facendo di tutto per costringerti a disprezzarmi, ma non ci riesci, vero? Tu mi vuoi quanto io voglio te, solo che non vuoi ammetterlo >>.
Irina rimase impalata, fissando con gli occhi spalancati lo Scorpione, un sorriso soddisfatto dipinto sul bel volto. Sentì qualcuno gridare mentre la gara continuava di sotto, ma arrivò tutto ovattato, alle sue orecchie.
William le aveva appena detto una verità che stentava a credere, che voleva rimuovere ma che in parte era esatta. Era vero, stava cercando di trovare ogni pretesto per odiare a morte lo Scorpione, eppure c'era qualcosa che al contempo la attirava, in lui. Qualcosa che le l'aveva spinta a baciarlo come mai aveva fatto prima di allora...
Stava definitivamente impazzendo. Possibile che il suo desiderio di poter essere ricambiata da Xander la spingesse a scegliere proprio la persona che avrebbe dovuto odiare di più al mondo? Possibile che, nonostante tutto, subisse ancora il fascino di William?
Aprì la bocca per qualcosa, ma non ci riuscì.
<< Avanti, ammettilo >> disse William, avvicinandosi, << So che non riesci a resistermi, se divento quello che vuoi tu... >>.
Le passò il pollice sul mento, senza che lei riuscisse a muoversi. Era terrorizzata di scoprire che le parole di William erano vere, che in fondo lo amava ancora... Però qualcosa scattò prima che il suo viso sfiorasse quello dello Scorpione.
L'unica cosa di cui aveva bisogno era amore. Semplice affetto. Aveva bisogno di sentirsi protetta, di sentirsi apprezzata, di sentirsi amata. E William era riuscito a dargli quell'illusione, comportandosi da gentile con lei. Ma era sempre e solo un'illusione... L'unico che era riuscito a darle quella vera sensazione era stato Xander...
Si scostò di scatto e raggiunse di corsa la macchina, salendo sopra e chiudendo violentemente la porta.
"Sto uscendo fuori di testa...".
Sentì delle grida provenire da poco lontano, e vide William correre verso l'auto. La gara doveva essere finita, oppure doveva essere successo qualcosa. La Mercedes partì sgommando sparendo oltre la curva, diretta di sotto.
"Xander!".
Senza pensarci due volte, accese il motore e poi seguì William a valle, il cuore che batteva all'impazzata. Molto probabilmente batté ogni suo record, perché quando arrivò al traguardo le sembrava fossero passati solo pochi secondi da quando era partita.
Vide la Mercedes di William ferma a bordo strada, mentre lui correva verso il ciglio del dirupo. Irina si catapultò giù dalla macchina, lasciando il motore acceso, pronta a gettarsi per vedere come stava Xander.
Però non fu necessario. La Ferrari 458 era ferma oltre il traguardo, la fiancata rovinata, ma apparentemente vincitrice. Xander, vivo e vegeto, scese dall'auto con aria arrabbiata, mentre tutti andavano a vedere oltre il dirupo.
La Ford GT era caduta nel fossato, fortunatamente non troppo profondo, ed era incastrata tra alcuni alberi. Il motore fumava, i vetri erano spaccati, ma Dimitri sembrava ancora essere cosciente.
<< Tiratelo fuori di li! >> gridò William.
La gente presente iniziò a darsi da fare per tirare su la macchina, mentre Hanck recuperava un cavo metallico per agganciare l'auto e trascinarla fuori. Lo Scorpione si voltò a fissare Xander con rabbia, poi tornò a guardare verso Dimitri.
Irina rimase immobile per un istante, anche se sapeva esattamente dove voleva andare. Girò sui tacchi e raggiunse Xander. Prima di dargli il tempo di dire qualcosa, gli saltò al collo stritolandolo in un abbraccio stritola-costole.
<< Cosa è successo? >> domandò.
<< Per tutta la gara ha cercato di buttarmi giù... L'ultima volta però ha sbagliato le misure >> rispose Xander.
Irina si staccò e sorrise. Si girò per vedere come procedeva il recupero della Ford GT, in parte anche per nascondere il suo imbarazzo.
Quattro ragazzi erano riusciti a liberare il russo dalle lamiere, e ora era seduto per terra. Aveva un taglio profondo sulla fronte, il naso sanguinante e sembrava parecchio scosso, ma non era grave. Ebbe anche la forza di scostare bruscamente la mano di Hanck che gli chiedeva se stava bene. Guardò Xandere gli fece un gestaccio.
William rimase a guardare per qualche istante l'auto semidistrutta, poi si voltò e li raggiunse. Era furioso, e la vena sul collo pulsava vistosamente.
<< Hai vinto, Went >> ringhiò.
<< Il prossimo sei tu, Challagher >> disse Xander, gelido.
William si avvicinò ancora, l'espressione minacciosa.
<< Non fare troppo il furbo, Went. Non hai idea contro chi ti sei messo >>.
Xander fece un passo avanti. << Sei tu quello che se la prende con una ragazza >> disse, << Mettile di nuovo le mani addosso e ti farò pentire anche solo di averla sfiorata >>.
William alzò un pugno, pronto a saltargli addosso.
<< Lei è mia >> sibilò, << Togliti di mezzo >>.
<< Avanti, dimostramelo >> lo incitò Xander.
William fece per scagliarsi verso di lui, ma Irina si mise in mezzo. Cercò di spingerlo indietro, con l'unico risultato di riuscire solo ad abbracciarlo per tenerlo fermo.
<< No! Sta calmo! >> disse, poi gettò un'occhiataccia a Xander. Non la aiutava comportandosi in quel modo.
<< Levati >> disse William, prendendola per le braccia per spostarla.
Irina gli puntò le mani sul petto, cercando di tenerlo lontano da Xander. Lo Scorpione abbassò lo sguardo su di lei, le mise un braccio intorno alla vita e le stampò un bacio piuttosto violento in bocca.
La ragazza si scostò, disgustata, e cercò di allontanarsi senza riuscirci. Gettò un'occhiata supplice a Xander, che fissava William con due occhi da fare paura. Lo Scorpione sorrise malignamente.
<< Prova a fare la stessa cosa >> disse in tono di sfida.
Irina si liberò e guardò William, arrabbiata. << Vattene >> disse lei, gettandogli un'occhiataccia. Era piuttosto sfacciato da parte sua, ma non voleva che si scatenasse una rissa e che Xander ci andasse di mezzo. Valeva la pena di rispondergli male.
William si limitò a squadrarla, furioso, con la chiara intenzione di rifilarle una sonora sberla come al solito, ma si trattenne di nuovo. Stava davvero cercando di tenersi, di darle l'idea che voleva cambiare... Che bravo attore.
Si voltò verso Xander, puntando un dito minaccioso su di lui.
<< Non vedo l'ora di gareggiare contro di te >> disse, poi se ne andò, percorrendo la strada che lo separava dalla Ford GT a passo rapido e senza girarsi nemmeno. Xander lo fissò, gli occhi che mandavano lampi, la mano appoggiata alla Ferrari come a volersi trattenere.
<< La prossima volta non provare di nuovo a dividerci >> ringhiò, infuriato.
Irina sorrise. << Lui è superiorità numerica >> disse, decisa a non farne un dramma, << Ci sono tutti i suoi amici... Sarai anche palestrato, ma non credo che tu possa vedertela con una dozzina di persone assieme >>.
Xander si voltò a guardarla, e un sorrisetto gli affiorò sul volto. << Mi stai prendendo in giro, per caso? >>.
<< Scusa, non volevo ferire il tuo orgoglio >> disse Irina, ridacchiando, << Mi fai ridere quando fai tutto il duro... >>.
<< Spiritosa... >> ribatté Xander, << Tu però non sei in "superiorità numerica"... Potrei prendermela con te, sai? >>.
Irina gli sorrise e si diresse verso la Punto. << D'accordo. Allora ci vediamo più tardi >>.
Ore 22.00 – Dalton Beach
<< Non farmi pentire di averti portato a gareggiare >> disse Irina, scendendo dalla Grande Punto e raggiungendo Dominic, seduto nella sua Mustang blu del '75, parcheggiata a lato della strada. Le cromature argentate brillavano sotto la luce gialla dei lampioni, e riflettevano le sagome distorte delle persone che camminavano nei dintorni.
<< Tanto mi hai detto che William ormai sa che sono qui, quindi... >> disse suo fratello, spegnendo i fari dell'auto e smontando a sua volta.
<< Appunto... >> disse Irina, << Ti ricordi ancora come si guida, spero >>.
Alla fine, com'era prevedibile, William era venuto a sapere che Dominic era di nuovo in città, ma la cosa non lo aveva interessato più di tanto. Non aveva nemmeno voluto incontrarlo, e aveva solo chiesto a Irina il motivo del suo ritorno; dopodichè era tornato ai suoi affari, come se niente fosse mai accaduto. La spiegazione era semplice: era Fenice quella che gli interessava veramente, e il debito era una semplice scusa per tenerla legata. Che suo fratello fosse o meno nei dintorni, e soprattutto sempre senza denaro, non lo toccava minimamente.
Dominic le aveva detto che aveva bisogno di soldi, e le aveva chiesto di poter gareggiare per guadagnare facilmente qualche centinaio di dollari. Per evitare che si facesse altri debiti, Irina aveva deciso di gareggiare con lui per farlo vincere, visto che non era particolarmente dotato.
<< Certo che mi ricordo >> disse suo fratello, << E' te che sono curioso di vedere... Non ti immagino proprio in testa a una gara... Oltretutto con quel ferro vecchio di auto che hai. Che modello hai detto che è? >>.
<< Una Fiat Grande Punto, e non è un ferro vecchio >> rispose Irina, infastidita, << Pensa a quella cosa decrepita che chiami Mustang... Durante la gara preoccupati di stare lontano dagli altri. Appena ti faccio passare davanti, mi occupo io di farti arrivare intero alla fine, ok? >>.
Stava guardando in giro per vedere se Xander era arrivato. Le aveva promesso che sarebbe venuto a vederla, quando gli aveva detto che aveva intenzione di gareggiare con suo fratello. Vide la BMW bianca non troppo distante da loro, e sorrise.
<< Di nuovo lui? >> fece Dominic, decisamente poco contento.
<< Fammi un favore, lo vedi quello lì? >> disse Irina ignorandolo, indicando un uomo che teneva in mano un foglio di carta, << Vai da lui e iscrivici alla gara... Ricordati che io sono Fenice >>.
Lasciò suo fratello senza un'altra parola e corse verso Xander, trovandolo come al solito appoggiato all'auto con aria tenebrosa.
<< Ciao >> disse.
<< Ciao >> sorrise Irina, e all'improvviso non seppe più cosa dire... Aveva una sorta di nodo in gola che non riusciva a spiegarsi... O sì?
<< Vuoi che corra io al posto tuo? >> domandò Xander, gettando un'occhiata alle sue spalle.
Irina scosse la testa. << Se continuate tutti a trattarmi come una bimbetta, rischio di perdere la mano >> rispose, divertita, << E poi devo solo far vincere mio fratello... Non credo sia troppo difficile >>.
Xander guardò di nuovo oltre le sue spalle. << Ci sta fissando... Sbaglio o penso di non piacergli? >>.
Irina si voltò e trovò Dominic che li scrutava da lontano.
<< Lascialo perdere... >> disse, << E' solo un bambino. Fa tanto il gradasso ma poi appena può scappa con la coda tra le gambe... Grazie di essere venuto, comunque >>.
<< Lo sai che non mi perderei nessuna delle tue gare >> disse sorridendo Xander, << Avanti, aspettano solo te. Vai, che prima inizi e prima torni da me >>.
Irina ridacchiò e corse verso la Grande Punto, sedendosi al posto di guida con un sorrisetto che le campeggiava sul volto. Lo sapeva bene che quella strana sensazione di euforia dipendeva dal fatto che lui le avesse detto "e prima torni da me"... Si diede della sciocca, ma non volle negare che le piaceva sentirsi... coccolata.
Accese il motore e attese la partenza. Aveva un motivo in più per chiudere in fretta la gara.
Xander guardò la Grande Punto tagliare il traguardo, dietro alla Mustang blu che aveva lasciato deliberatamente passare all'ultimo minuto. Solo a quel punto tirò un sospiro di sollievo: nonostante Irina fosse brava, aveva sempre paura che le succedesse qualcosa.
Non le staccò gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, aspettando pazientemente che lei andasse a riscuotere il premio con il fratello. Ora che sapeva completamente tutto di lei, gli sembrava straordinario il modo con cui riusciva a relazionarsi con le persone, i gesti da cui non traspariva niente di quello che passava e che aveva passato. Non credeva potessero esistere persone del genere, eppure doveva ricredersi, anche perché si era innamorato proprio di una di quelle persone.
Irina lo raggiunse di nuovo, il sorriso sul volto perfetto, e disse, allegra: << Visto? Già fatto >>.
Forse colse qualcosa nella sua espressione, perché diventò seria e domandò: << Cosa succede? Sei preoccupato, o è solo una mia impressione? >>.
Inutile negarle il problema. Anzi, forse lei poteva darle una mano.
<< Credo di aver scoperto chi è la talpa che passa le informazioni a Challagher >> rispose Xander, facendo attenzione a tenere il tono di voce basso.
<< Chi è? >>.
<< Il mio capo, Franck White >> disse Xander.
Irina si morse il labbro inferiore. << Cavolo... Allora la faccenda è grave >>.
<< Più che grave... Soprattutto se si sono visti anche ultimamente >> disse Xander, << L'altra volta ero a San Francisco, e nel parcheggio del quartier generale ho visto una Mercedes Sl rossa... Dentro c'era un cellulare che squillava, e sul display c'era chiaramente scritto William Challagher >>.
<< Una Mercedes Sl rossa? Potrebbe essere la stessa che ho visto io l'altro giorno, a casa di William... >> disse Irina, preoccupata, << Cioè una di quelle che faceva parte del carico di auto rubate qualche mese fa. Io però credevo fosse di Hanck... >>.
<< Questo significa che Challagher e White si sono visti ultimamente >> disse Xander, << E che quindi lo Scorpione è preparato... Peccato che White non sappia più niente di me da un paio di settimane >>.
Irina lo guardò senza capire, ma la sua espressione era ancora più preoccupata.
<< E' già da un po' che sospetto di White >> spiegò Xander, << Quindi non gli ho più comunicato le mie mosse... Non sa di preciso cosa ho intenzione di fare, né di quando voglio catturare Challagher >>.
Irina lo guardò di sottecchi, gli occhi da cerbiatta stranamente umidi.
<< Cosa c'è? >> le chiese.
<< Xander... >> mormorò lei, << Ho paura... >>.
<< Di cosa? >>.
<< Per te. Stai rischiando troppo... >>.
Xander sorrise. Sapere che si preoccupava per lui lo rendeva felice. Le sfiorò delicatamente una guancia.
<< Ti ho già detto che devi stare tranquilla. Sono abituato a rischiare, fa parte del mio carattere >> disse.
<< Appunto >> ribatté Irina, sospirando. << Quanto tempo ci vuole ancora, prima che tu la finisca di rischiare la pelle? >>.
<< Il tempo di organizzare la cattura di Challagher >> rispose Xander, << Dopo avrò un sacco di tempo libero >>.
Irina sorrise. << Penso che sarò lo stesso per me... >> disse, << Sempre se riesco a non finire dietro le sbarre >>.
<< Non ci finirai >> ribadì Xander. Si guardò intorno per accertarsi che nessuno li vedesse. << Ah proposito... Serata libera, stasera? >>.
<< Penso che dovrò controllare che mio fratello non si cacci nei guai >> rispose Irina, facendo un cenno con il capo verso Dominic, << Però domani dovrei uscire con Jenny... E c'è anche Jess. Ti puoi aggregare, se vuoi >>.
Forse era solo una scusa, ma non se la prese: Irina doveva avere paura di farsi vedere in giro con lui, dopo che Challagher li aveva beccati. Non era da biasimare.
<< D'accordo... Anche se credo che farò più da conforto a Jess... Jenny ha intenzione di fare shopping, immagino >>.
Irina ridacchiò. << Sì >>.
Poi si alzò in punta di piedi e gli diede un lieve bacio sulla guancia. Xander non riuscì a trattenersi e le mise una mano dietro la schiena, trattenendola a pochi centimetri dal suo viso. Le guancie della ragazza si tinsero di rosso, e lui sorrise sornione.
<< Xander... >>.
Rimase a fissare le sue labbra, sentendo le mani di lei appoggiate sul suo petto. Non lo stava respingendo, e non sembrava averne l'intenzione...
Alla fine sospirò e la lasciò andare, anche se gli costò tutta la sua forza di volontà.
<< Scusami >> disse.
Irina lo guardò stranamente, senza sapere bene come comportarsi. Sapeva di averla di nuovo confusa, ma non poteva farne a meno: ogni ora che passava, il desiderio di sentire nuovamente le sue labbra sulle sue diventava sempre più insopportabile. Una sola volta gli era bastato a trasformarla nella sua droga personale.
<< Scusami piccola >> disse di nuovo, << E' colpa mia >>.
Irina gli gettò un'occhiata ancora più confusa, le guancie leggermente arrossate che la rendevano sempre più bella. Forse iniziava a comprendere il perché dei suoi strani comportamenti, perché si avvicinava e poi si tirava indietro...
"Dimmi che hai capito... Che hai capito che lo sto facendo per te, che mi sto tenendo come non ho mai fatto prima d'ora... Dimmi che sei disposta ad aspettare ancora solo pochi giorni...".
Lo sguardo di Irina cercava di trapassarlo da parte a parte, ma era chiaro che non ci stava riuscendo. Rimase in silenzio, gli occhi inchiodati ai suoi, che poi, improvvisamente, si illuminarono di una luce...
La ragazza si aprì in un timido sorriso, finché non voltò la testa indietro: suo fratello continuava a guardarla da lontano, come a controllare i suoi movimenti. Non c'era situazione peggiore per mostrarsi vicini.
<< Allora... a domani >> sussurrò, e scappò verso la Punto, sotto lo sguardo divertito di Xander.
Ore 16.30 – Los Angeles
<< Allora? Vedo che hai ripreso a parlare con lui... >> mormorò Jenny, guardando distrattamente i vari abiti appesi all'interno del ventesimo negozio che stavano visitando, dentro il più grande centro commerciale della città.
Irina fece finta di nulla, ma lo sguardo le corse comunque verso la vetrina. Oltre il vetro riusciva a vedere Xander e Jess che parlavano tra loro, leggermente esasperati. Le avevano seguite, o meglio, avevano seguito Jenny, in ogni negozio che incontrava, anche se ne avrebbero fatto volentieri a meno.
<< Non fare finta di non sentirmi, eh >> continuò Jenny, << Come mai adesso non gli stai più alla larga, eh? >>.
<< E' importante che tu lo sappia? >> ribatté Irina, esaminando con finto interesse una camicia.
<< Certo! >> fece Jenny, e una signora sussultò a pochi passi da loro, << Ti vedo molto più rilassata del solito, e questo vuol dire che... >>.
<< Vuol dire che sto bene >> concluse per lei Irina, << Non mi sembra una cosa strana >>.
In realtà, non era strano che dicesse di stare bene; lo faceva sempre, anche quando era tutto il contrario. Ma il quel momento era vero, ed era davveroinusuale. Si sentiva stramente leggera, svuotata di ogni preoccupazione...
<< Tutte le tue minacce del tipo "Non entrare mai più nella mia vita" dove le hai messe? >> domandò Jenny, divertita.
<< Spiritosa... Abbiamo parlato, va bene così? >> disse Irina, dandole le spalle.
<< Solo parlato? >>.
Irina alzò gli occhi al cielo. << Sì >>.
<< E di cosa? >>.
<< Sei invadente, lo sai? >> disse Irina, lanciandogli un'occhiataccia.
<< E dai... Ti vedo così... Felice? Tranquilla? Sei diversa, si capisce >> disse Jenny, tutta contenta.
Irina sorrise, cercando di non farsi vedere.
<< Diciamo che ho chiarito un paio di cosette, ok? >> disse, << Per il resto, si vedrà >>.
Jenny ridacchiò. << D'accordo, non indago oltre >> disse, << E tuo padre? Si comporta ancora in modo strano? >>.
<< Sì... Forse si è addirittura trovato un lavoro, sai? >> rispose Irina.
In effetti, suo padre continuava a essere stranamente premuroso con lei, e ultimamente usciva e rientrava a casa a orari sempre uguali, il che voleva dire che aveva degli impegni piuttosto regolari. Oltretutto, non le chiedeva più i soldi per la spesa, quindi da qualche altra parte doveva prenderli...
<< Allora è proprio rinsavito >> fece Jenny, un po' più seria. << Era ora >>.
Il ritorno di Dominic non aveva colpito molto Todd, che lo trattava abbastanza freddamente. Forse non era contento di rivederlo, dopo che li aveva abbandonati in mezzo a tutto quel casino... Per fortuna che Dominic stava da Sally.
<< Irina, pensi che possa starmi bene? >> domandò Jenny, tirando fuori da chissà dove un vestitino estivo da spiaggia a fiori.
<< Ehm... >>. Irina si voltò di scatto: stava guardando Xander, fuori dal negozio, che ridacchiava insieme a Jess. << Ehm, penso di sì... >>.
Jenny fece una strana faccia, poi disse: << Ok, lascia stare. Comunque anche lui ti guarda, lo sai vero? >>.
<< La smetti? >> disse Irina, spingendola verso i camerini prova, << Guarda che se continui a prendermi in giro non ti faccio più salire sulla TT >>.
<< Ma siete ridicoli! >> gridò Jenny da dietro la tenda dello spogliatoio, << Continuate a mangiarvi con gli occhi a vicenda come due bambini... Dovreste saltarvi addosso, invece! >>.
Irina alzò di nuovo gli occhi al cielo, sperando che nessuno le sentisse.
<< Non sono precipitosa come te, lo sai >> disse.
<< Tu no, ma lui... Credo abbia un carico di ormoni da sfogare... Se continua così scoppia >>.
<< Jenny! >>.
<< Scusa... A proposito, lo sto che stai guardando ancora dalla sua parte, eh >>.
Irina guardò la tenda rossa che la separava dal'amica. Ormai le riusciva a leggere anche nel pensiero... E forse non era proprio una bella cosa.
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