Capitolo XXIII
Ore 20.00 – Casa
Irina guardò suo fratello Dominic, seduto sul divano, i capelli più lunghi di come li ricordava, l'espressione meno sbruffona di quella a cui era abituata. Rimase pietrificata, la lingua incollata al palato, il cuore che sembrava essersi fermato. In un attimo, le lacrime che le avevano offuscato la vista di asciugarono, permettendogli di vedere la scena in modo anche troppo nitido.
<< Cosa fai tu qui? >> chiese, la voce molto simile a un rantolo.
Dominic si alzò, rivelandosi anche più alto di Todd, e allargò le braccia come per invitarla ad avvicinarsi.
<< Ciao Irina >> disse con un mezzo sorriso.
La ragazza continuò a rimanere immobile, fissando il fratello con gli occhi spalancati. Aveva pregato di non rivederlo mai più, di non incrociarlo di nuovo sulla sua strada, e ora era lì davanti a lei. Di nuovo.
<< Cosa ci fai qui? >> domandò ancora, afferrando lo stipite della porta come per sorreggersi.
Dominic la scrutò in faccia per un momento. << E' un po' di tempo che non ci vediamo... >> mormorò.
<< Vattene >> disse Irina a voce bassa, sentendo che per quel giorno non poteva sopportare altro.
<< Irina... So cosa hai dovuto fare >> iniziò Dominic, << Mi sono giunte voci, giù in Messico... >>.
La ragazza lo guardò con occhi di fuoco. In quel momento, era la persona che odiava di più al mondo. Si permetteva di fare il pentito?
<< Tu non sai un cazzo >> sibilò, in preda alla rabbia << Non sai niente di quello che è successo quando te ne sei andato... Non ti sei fatto nessuno scrupolo a svignartela come un coniglio... Perché sei tornato? >>.
Dominic si avvicinò, quasi volesse abbracciarla, ma Irina fece un passo indietro. << Stammi lontano... Perché sei qui? >> ringhiò.
<< Volevo vedervi >> rispose lui.
<< Bugiardo >> ribatté Irina, << Non te ne è mai fregato niente di noi. Hai qualche altro debito da pagare? Ti sei ficcato di nuovo nei guai? >>.
<< No >> rispose Dominic, << Non ho altri debiti... >>.
<< Da quanti giorni sei qui? >> chiese Irina.
<< Due >>.
La ragazza ci mise un attimo a collegare il fatto che Sally le avesse chiesto se lo aveva visto o sentito. Lei sapeva già del suo ritorno.
<< Sei stato da Sally, vero? >> domandò, gelida.
Dominic non rispose, ma dalla sua espressione Irina capì che era così.
<< Sei andato da lei, vero? Hai saputo che si era sistemata >> disse, arrabbiata, << Cosa pensavi di fare? Di tornarci insieme, adesso che ha una casa e un lavoro serio? >>.
<< Irina... >> iniziò Dominic.
L'espressione di finto dispiacere che vedeva campeggiare sul volto di suo fratello la mandava ancora di più in bestia. Lo conosceva, e sapeva che non faceva mai niente per niente. Gettò un'occhiata a suo padre e a Harry e Denis, seduti impietriti sul divano, prima di gridare: << Sta zitto, Dominic! Non azzardarti a tornare nella loro vita! Stanno meglio senza di te, come lo sono stata io fino ad adesso! Tornatene nel tuo buco a nasconderti! >>.
Dominic sembrò arrabbiarsi. << Sono tuo fratello >> disse, << Non puoi trattarmi così... >>.
A quel punto Irina esplose. << Dominic, te ne sei andato lasciandoci tutti nei casini! >> gridò, << Non hai idea di cosa ho dovuto fare per pagare tutti i tuoi debiti! Dopo quello che hai fatto, ho giurato di non voler più rivederti! Hai persino abbandonato tuo figlio! >>.
Per un momento pensò di chiamare William e dirgli che Dominic era tornato: se gli avesse chiesto di mandarlo via, lo avrebbe certamente fatto. In fondo, niente poteva essere peggio di quello che era successo a lei.
<< Dominic, vattene immediatamente da qui o chiamo William >> disse, minacciosa. << Hai il coraggio di farti vedere da lui? >>.
Suo fratello fece un passo indietro, spaventato. << Non fare la stronza >> disse, << Non penso di meritarmi questo ricatto >>.
<< Non lo pensi? >> ribatté Irina, << Che cosa sai di me, eh? Che "voci" ti sono giunte fino al tuo buco? >>.
<< So che sei la terza della lista >> rispose Dominic, << Che sei la favorita dello Scorpione... Anche dalle nostre parti si sa che sei la pilota donna più forte in circolazione >>.
<< Ah, è questo che sai? >> disse Irina con una smorfia, << Chi te lo ha detto, eh? >>.
<< Simon Cohen >> rispose Dominic.
Irina lo fissò, sbigottita. << Lo conosci? >> boccheggiò.
<< Mi ha dato una mano a nascondermi, quando sono fuggito in Messico >> rispose Dominic.
Irina scosse il capo, incredula. Allora era stato in Arizona, e conosceva Simon...
<< Perfetto... Adesso vattene >> disse, sull'orlo di una crisi isterica.
<< Irina... >>.
<< Vattene o chiamo William >>.
Dominic le rivolse un'occhiata furiosa, poi indietreggiò e infilò la porta, senza salutare nessuno. Irina lo guardò sparire, sentendo sbollire la rabbia in un attimo. Volse la testa verso suo padre e i suoi due fratelli, che la guardavano con tanto d'occhi.
<< Spero non abbiate niente da dire >> disse minacciosa, poi entrò in cucina e si sbatté violentemente la porta alle spalle.
Quella non era la sua giornata. Prima William, ora Dominic. Cosa diavolo volevano da lei?
Suo fratello era un'idiota: era tornato perché era sicuro di non rischiare niente, ma non si era chiesto se lei voleva vederlo. In effetti, aveva sempre pensato che non sarebbe più tornato... E poi, Simon. Doveva essere stato lui a raccontare a Dominic quello che stava facendo... Perché non le aveva detto di conoscerlo?
E ora cosa doveva fare?
"Niente. Non devo fare niente. E' tornato a suo rischio e pericolo, non posso stargli dietro come a un bambino... Ho fatto anche troppo, fino ad adesso. Se la deve cavare da solo, ora".
Passeggiò avanti e indietro per la cucina, cercando di tranquillizzarsi. Non erano problemi suoi, in fondo. Non più. E poi Dominic doveva aver imparato la lezione: non avrebbe commesso di nuovo lo stesso errore, per di più sotto il naso dello Scorpione...
Già, lo Scorpione. Irina non lo avrebbe avvertito, anche se molti altri lo avrebbero fatto. Se Dominic riteneva di poter farsi vedere da lui, erano solo affari suoi.
In quel momento le tornò in mente quello che era accaduto poco prima, quello che l'aveva sconvolta a tal punto da farla tornare a casa in lacrime.
Stava impazzendo. Lo aveva baciato, cercando in lui Xander. Aveva praticamente accettato la sua proposta di ricominciare tutto da capo... Di dimenticare tutto e voltare pagina... Di lasciarsi ammaliare di nuovo, di perdonarlo per tutto il male che aveva fatto.
Una smorfia le deformò il volto, e si accasciò sulla sedia. Ormai stava crollando. Tutte le vicissitudini che aveva passato la stavano portando sull'orlo della follia. Quanto ancora poteva sopportare?
Ore 16.00 – Casa di Xander
<< Cosa sta succedendo, eh? >> chiese Xander, minaccioso.
<< Jenny mi ha detto che sono due giorni che non esce di casa >> rispose Jess, in piedi nel soggiorno, teso, << Non lo so cos'abbia... Non lo sa nemmeno lei, a dir la verità. Dice che non vuole vedere nessuno... >>.
<< Devo parlare con lei >> ribatté Xander, arrabbiato, << Devo vederla. Cosa le ho fatto per meritarmi la minaccia di non entrare più nella sua vita? >>.
Jess sospirò. << Senti, Jenny mi ha pregato di convincerti a starle lontana >> disse, << Io non so cosa sia successo, ma mi sembra preoccupata... >>.
<< Non me ne frega niente >> ribatté Xander, << Mi avete tenuto lontano da quella casa per cinque giorni... Vi ho ascoltato, ma ora mi sono stufato >>.
Per i suoi standard, era stato più paziente del solito. Aveva accettato di aspettare solo perché c'era di mezzo Irina, altrimenti la sua pazienza sarebbe finita già da un pezzo.
Afferrò le chiavi dell'auto e infilò la pistola nella cintura dei pantaloni. Era infuriato oltre ogni dire, e ogni minuto che aveva passato lontano da Irina lo aveva reso sempre più nervoso. Doveva vederla assolutamente.
<< Xander... >> disse Jess.
<< Fermami >> lo aggredì, minaccioso, << Ho cercato di usare la testa, ma come vedo non è servito a niente... Torno a fare come mi dice l'istinto >>.
Girò sui tacchi e uscì di casa. Un quarto d'ora dopo fermava la BMW vicino ad una Golf rossa che sapeva essere di Max e una Fiesta che doveva essere di Jenny. Irina non era da sola.
Non scese dall'auto: sapeva che se fosse andato a suonare, Irina non sarebbe venuta ad aprirgli. Lo aveva già fatto una volta. Guardò le finestre, senza vedere nessuno in soggiorno. Dovevano essere in cucina.
Attese mezz'ora, aspettando che Max e Jenny uscissero di casa per andargli incontro e costringergli a dire come stava Irina e soprattutto perché lei non voleva vederlo.
Finalmente, vide la porta di casa aprirsi, e il meccanico uscire insieme a Jenny. Notarono subito la BMW bianca parcheggiata a poca distanza da loro, e rimasero inchiodati dov'erano.
Xander scese dall'auto e li raggiunse, ma sul volto di Max si dipinse un'espressione inferocita. Gli venne incontro, lasciando Jenny sulla porta d'ingresso, sorpresa.
<< Che cazzo le hai fatto, eh?! >> gli gridò, pronto a spingerlo. Non riuscì nemmeno a toccarlo, che Xander lo aveva preso per un braccio e glielo aveva torto dietro la schiena, immobilizzandolo.
<< Non saltarmi mai più addosso in questo modo, o la prossima volta il braccio te lo spezzo >> ringhiò Xander, infuriato, << E in ogni caso, io non le ho fatto proprio niente >>.
Max si liberò con uno strattone, e lui lo lasciò voltarsi verso di lui. << Cosa ci fai qui? >> domandò minaccioso.
<< Voglio incontrare Irina >> rispose Xander.
<< Sei l'unica persona che non vuole vedere, in questo momento >> ribatté Max.
<< Non mi interessa. Devo parlare con lei >>.
Jenny si avvicinò con aria triste, e gli gettò un'occhiata. << Xander, è meglio che tu te ne vada >> disse, << Davvero. Non serve discutere... >>.
<< Perché all'improvviso non mi vuole più vedere, eh? >> ringhiò lui, sempre più arrabbiato.
Jenny strinse le labbra, come per impedirsi di dire qualcosa. Guardò per un momento Max, poi tornò a fissare lui.
<< Senti, non è facendo così che migliorerai la situazione >> disse, << Lasciala stare per un po' di tempo, e tutto si sistemerà >>.
<< Si sistemerà? Non è evitandomi che risolverà il suo problema, qualunque esso sia >> ribatté Xander, << Non posso stare qua senza sapere come sta e soprattutto che cos'ha... >>.
"Non posso stare qui dopo che so che cosa le ha fatto quel bastardo... Non la posso lasciare da sola".
Sul viso di Jenny si dipinse un minuscolo sorrisetto, poi fece cenno a Max di andare via.
<< Vai pure, ci penso io a lui >> disse.
Era chiaro che voleva mandare via Max per potergli dire qualcosa a quattrocchi, perché se sperava di convincerlo ad andarsene si sbagliava di grosso. Con sguardo dubbioso, il meccanico si allontanò ma si voltò un paio di volte prima di risalire in macchina e poi partire diretto a casa. Solo a quel punto Jenny riprese a parlare.
<< Xander... Lo sai che il problema sei tu, vero? >> disse, quasi divertita.
<< Non era difficile da immaginare >> ribatté lui, serio.
<< Allora lo ammetti anche tu che ti stai comportando in maniera strana, con lei >> continuò Jenny.
Xander sbuffò. << Non è questo il problema >> disse, << E' un altro. Non vuole che mi intrometta nella sua vita, nonostante abbia bisogno di aiuto >>.
<< E' una scusa, questa >> disse Jenny, << Irina è solo enormemente confusa. Ed è colpa tua. Non ti vuole vedere perché la stai confondendo >>.
Xander non ci credeva molto. Secondo lui Irina voleva solamente evitare che si impicciasse nei suoi affari.
Jenny cambiò improvvisamente espressione, e diventò seria.
<< Senti, penso tu sia un bravo ragazzo, anche se non ho ancora capito che cosa ci fai qui >> disse, << Ma Irina è la mia migliore amica, e non mi va di vederla soffrire in questo modo. Quindi se stai solo giocando, ti prego di smetterla perché non è la ragazza da una notte e via, capito? >>.
Xander la fissò, sbalordito. Era tutto lì il suo problema?
<< Io non sto giocando >> ribatté, << E lei lo sa. Non sono qui per fare lo stupido, tanto meno con lei. Se la sto confondendo mi dispiace, ma non posso fare altrimenti: abbiamo già combinato troppi casini. Per questo devo parlare con lei >>.
<< Di cosa dovete parlare? >> domandò Jenny.
<< Di quello che è successo ultimamente >> rispose Xander, secco, << Di quello che vuole ignorare... >>.
<< E che a me non vuole dire >> concluse Jenny, << Lo so che è successo qualcosa, Xander, e so anche se nessuno dei due ha intenzione di parlarne con me... So che non faccio parte del suo giro, e che mi vuole tenere fuori per evitarmi dei guai... >>.
<< Non è per quello >> la interruppe Xander, << Solo che mi ha chiesto di non dirlo a nessuno, quindi non posso tradire la mia parola. Se lo facessi mi odierebbe davvero >>.
Jenny lo guardò per un momento, poi gettò uno sguardo alla casa.
<< Le ho promesso di aiutarla >> disse, << E mi ha chiesto di tenerti lontana da lei... Non posso farti entrare... >>.
<< Se le hai davvero promesso di aiutarla, allora il migliore aiuto che puoi darle è convincerla a incontrarmi >> ribatté Xander.
Jenny sospirò e si avviò verso la porta d'ingresso. Era stata troppo arrendevole, e lei non lo era mai: molto probabilmente pensava anche lei che Irina non dovesse rimanere da sola.
<< Non farmi pentire di quello che sto per fare >> disse.
Quando Irina aprì la porta di casa e si ritrovò davanti Jenny, si disse che forse doveva aver dimenticato qualcosa. Poi vide Xander, e allora rimase paralizzata, lo sguardo che correva dall'amica al ragazzo.
<< Jenny... >> balbettò, sentendosi improvvisamente tradita.
Come se lo avesse programmato, nella sua testa riaffiorò il ricordo di quella sera, quando Xander l'aveva trovata seduta per terra, tra le lacrime, sola a piangere il suo dolore. Della sua faccia di quando aveva capito, dell'espressione che aveva avuto in ospedale... Sapeva che sarebbe accaduto, se lo avesse rivisto.
<< Cosa ci fai qui? >> gli domandò, la voce di ghiaccio. Stava tentando in tutti i modi di non apparire turbata, ma non ci stava riuscendo.
<< Perché mi eviti? >> ribatté Xander, stagliato sotto lo stipite della porta, sempre troppo alto e troppo perfetto per una come lei.
<< Ragazzi, per favore... >> si intromise Jenny, << Manteniamo la calma... >>.
Irina gli lanciò un'occhiata di fuoco, poi si fece da parte per lasciarla entrare in casa, anche se non avrebbe voluto farlo. Xander si autoinvitò e la seguì.
<< Perché mi stai evitando? >> la aggredì subito, arrabbiato, << Cosa ti ho fatto questa volta, eh? >>.
Irina si voltò a guardarlo, poi gettò una fugace occhiata a Jenny.
<< Non ti sto evitando >> ribatté. Era una bugia bella e buona, ma non era disposta a dirgli la verità, non in quel momento.
Xander fece una smorfia. << Certo... Allora come mai mi hai minacciato di non entrare più nella tua vita? >> disse.
<< Credo che dovresti capirlo da solo >> ribatté Irina.
<< Peccato che mi è impossibile >> rispose Xander, e gettò un'occhiata eloquente a Jenny. Voleva che se ne andasse, anche Irina lo capì.
L'amica spostò lo sguardo da una all'altro e poi disse, imbarazzata ma con un impercettibile sorrisetto: << Credo che sia meglio che vi lasci da soli >>.
Senza aggiungere altro, Jenny uscì dalla stanza, con Irina che iniziava a innervosirsi veramente. Se rimaneva, Xander non avrebbe mai fatto domande scomode...
Il ragazzo puntò gli occhi azzurri su di lei, trapassandola da parte a parte.
<< Allora? >> disse.
<< Allora cosa? >>.
<< Smettila di evitare il discorso >> disse Xander, arrabbiato, << Per una settimana non mi hai voluto vedere, non hai risposto alle mie telefonate, hai cercato di scappare per evitare tutte le mie domande... Perché non mi hai detto che cazzo stava succedendo, eh? >>.
Aveva centrato subito la domanda a cui Irina non voleva rispondere: come sempre, sapeva meglio di lei quali erano i suoi punti deboli.
<< Perché non era necessario >> disse solo.
<< Dovevo aspettarmelo >> fece Xander, con un sorriso triste, << Quando riguarda te stessa, niente è mai necessario, vero? >>.
<< Sì >> ribatté Irina, in tono di sfida, << Ti crea qualche problema il fatto che io non voglia creare problemi? >>.
<< Sì, mi da fastidio >> rispose Xander, << Mi da fastidio sapere che ti lasci usare solo perché pensi che non ti meriti la considerazione di qualcuno, chiaro?Mi da fastidio che quel dannato figlio di puttana di metta le mani addosso e io non lo sappia, ok? Mi da fastidio sapere che pensi che non me freghi niente di te, quando è tutto il contrario >>.
Irina rimase in silenzio, a fissarlo cercando di registrare il significato delle sue parole. Le sembrava sincero, ma... Ma rimaneva il fatto che tra loro non c'era mai stato niente, ed era stato lui a volerlo.
<< Sono comunque fatti miei >> disse, gelida.
<< Sono anche fatti miei, invece >> ribatté Xander, << Sono io che ti sto mettendo... >>.
<< Dimmi una cosa, Xander >> lo interruppe lei, << Chi credi di essere per poterti intromettere nella mia vita, eh? Non sei mio padre, non sei mio fratello... Forse non sei nemmeno un amico. Cosa ti fa credere che io ti debba venire a raccontare tutti i fatti miei, eh? Cosa ti fa pensare che io ti debba venire a confessare tutti i miei problemi? >>.
<< Allora perché non lo hai detto a Max, o a Jenny, o chiunque altro?! >>.
<< Perché tanto non sarebbe servito a niente >> ribatté Irina, abbassando il capo per non permettergli di vedere il dolore nei suoi occhi, << Mi avrebberosolo guardata come una povera stupida... E non è la commiserazione degli altri, che voglio >>.
Improvvisamente, si sentì stanca, svuotata. Come aveva fatto per tutti quei giorni, alternava stati di rabbia a fasi di apatia e depressione. Troppe cose stavano sfuggendo al suo controllo, troppi cambiamenti stavano sconvolgendo la sua vita. Si sentiva spaesata, sola, abbandonata in un mondo di problemi che avrebbe voluto risolvere da sola.
Sentì la mano di Xander afferrarle delicatamente il mento e tirarle su la testa.
<< Irina, tu non sei una povera stupida >> disse, << Ti avrebbero aiutato, lo sai >>.
<< Si sarebbero solo messi nei guai >> disse lei, a voce bassa, << William avrebbe fatto del male anche a loro >>.
La mano di Xander tremò impercettibilmente per un istante. << Allora perché non me lo hai detto a me? Io non ho paura di Challagher... E' lui ad avere paura di me >>.
Irina si staccò bruscamente e gli diede le spalle. Doveva dirgli la verità? Che aveva paura di vedere la pena nei suoi occhi?
<< Lascia perdere... >> mormorò.
<< No, non lascio perdere >> ribatté lui, << Perché? >>.
Irina sentì la rabbia montare di nuovo. Insisteva. Insisteva nel voler sapere tutto di lei.
<< Non ha importanza >> disse.
<< Irina... >>.
La ragazza si voltò di scatto. << Come mi avresti guardato, eh?! >> sbottò, << Cosa avresti pensato di me? Faccio tanto la furba, e poi mi caccio nei guai come una sciocca bambina. Sono così stupida da cercarmele da sola... >>.
<< Non è colpa tua, Irina >> disse Xander, serio, << Non hai fatto niente per meritarti una cosa del genere... >>.
<< Invece sì, Xander! >> disse lei, e qualcosa le pizzicò agli angoli degli occhi, << Sono io che me la sono cercata! Se non fossi... Se non avessi... >>.
Se quella volta, quella sera in cui aveva creduto di essersi innamorata di William, avesse fatto finta di niente, se avesse accettato lo Scorpione per quello che era, non sarebbe mai successo nulla. Se non avesse fatto la difficile, molto probabilmente sarebbe stata questione di una sola notte, poi William si sarebbe stufato di lei...
Le lacrime iniziarono a colargli lungo le guance, mentre lei cercava invano di combatterle. Non poteva piangere davanti a lui, non poteva mostrarsi di nuovo così debole...
<< E' tutta colpa mia, Xander... Sono solo una stupida. Me la sono meritata... Non dovevo innamorarmi di lui... Non avrei mai dovuto fare questo errore >>.
Si voltò di spalle per non vedere l'espressione che si sarebbe dipinta sul volto di Xander, cercando ancora di trattenere le lacrime, ma la voce ormai le tremava. Non riusciva a resistere, aveva bisogno di sfogare tutto quello che aveva provato nei giorni precedenti, tutta la rabbia, il dolore e la paura.
<< Irina... >> mormorò Xander, e la sua voce era strana. Chissà cosa pensava di lei, ora che gli aveva detto che una volta era stata così idiota da innamorarsi dello Scorpione. Si girò, anche se aveva paura di vedere la sua faccia.
Xander sembrava stupito. Stupito e in qualche modo addolorato. Sembrava volesse dire qualcosa, ma rimase in silenzio, gli occhi azzurri che scrutavano il suo viso.
<< Visto Xander? >> disse lei, << Sono una sciocca... Mi sono lasciata ammaliare da lui, e poi mi sono tirata indietro. E' colpa mia. Sono stata io a provocarlo >>.
<< No >> sbottò Xander, afferrandola per le spalle, << No, Irina. Qualunque cosa tu hai fatto, non è colpa tua... Forse hai fatto un piccolo errore a fidarti di lui, ma questo non vuol dire che ti sei meritata la punizione. Voglio solo sapere perché non me lo hai detto >>.
Irina lo guardò negli occhi, cercando di controllare la voce.
<< Xander... Io mi vergognavo... Avevo paura di quello che avresti pensato... >> disse lentamente.
Il ragazzo le accarezzò una guancia. << Non ce n'era nessun motivo, lo sai... Posso pensare tutto di te, ma non che sei una stupida >>.
Irina deglutì, continuando a guardarlo. Vide il suo sguardo indugiare per un momento sulla sua gola, poi tornare ai suoi occhi.
<< Perché non mi volevi vedere? Solo perché ti vergognavi di quello che è successo? >> chiese dolcemente.
Irina annuì in silenzio, anche se era solo una parte della verità. Xander continuò a scrutarla.
<< C'è dell'altro >> disse, e non era una domanda.
Irina sospirò e si allontanò, diretta alla finestra.
<< Chi c'era l'altra volta, Irina >> domandò Xander.
Lei si voltò per guardare fuori.
<< Non me lo chiedere >> rispose.
<< Voglio sapere come è andata >>.
Non poteva chiederle di ripensare a quel giorno. Eppure le ritornò subito in mente la paura che aveva provato... Il terrore che aveva sentito scorrere nelle vene al pensiero che William, una volta finito con lei, andasse a cercare Xander...
<< Perché? >>.
<< Perché quando me lo ritrovo davanti, lo ammazzo >> ribatté Xander, la voce così gelida da metterle paura.
<< No Xander, lascialo stare >> disse lei, << Stagli lontano, per favore >>.
<< Io non gli voglio stare lontano! Io lo ammazzo appena me lo ritrovo davanti... Rimpiangerà anche si averti solo sfiorato! >>.
Irina si voltò verso di lui. << Xander, sarà lui ad ammazzarti se gli darai fastidio! >> gridò, e poi scoppiò in lacrime, senza più riuscire a trattenersi.
Il ragazzo la abbracciò con forza, accarezzandole la testa.
<< Mi ha giurato che ti farà fuori >> continuò lei, tra i singhiozzi, << Xander, William è pericoloso... >>.
<< Non mi farà niente >> disse Xander, cercando di tranquillizzarla, << So essere pericoloso quanto lui... Avanti, come è andata? >>.
<< Credeva solo che fossimo andati a letto insieme... >> rispose Irina, la voce bassissima.
<< E poi? Chi c'era ancora? >>.
<< C'era Dimitri... Ma è rimasto di sotto, con mio padre... >>.
A quel punto, la voce di Irina venne meno. Un'enorme peso nel cuore le impediva di continuare, un peso con cui condivideva la vita da due anni, e che non riusciva a togliersi.
<< Non è colpa tua, piccola >> mormorò Xander.
A quelle parole, Irina singhiozzò più forte. Diceva che non era colpa sua... Allora perché non riusciva a togliersi quel peso che si portava nel cuore? Perché non riusciva mai a sentirsi a suo agio, in pace con se stessa? Perché non riusciva mai a stare ferma senza che qualcosa le tornasse a invadere la testa?
<< Irina... Raccontami come è successo la prima volta >>.
Improvvisamente, la lingua si sciolse di fronte a quella voce calda e dolce che riusciva sempre a farle fare quello che voleva... Nel suo petto, qualcosa iniziò a premere con forza, desideroso di uscire. Questa volta non sarebbe stata in grado di tenerlo a bada, di sbarrargli l'uscita come aveva sempre fatto.
Irina era crollata. Aveva resistito per due anni, tenendosi dentro tutta la paura e il dolore che aveva provato, ma ora, di fronte a tutto quello che stava succedendo, la sua anima non riusciva più a sostenersi da sola. E l'unico sostegno che voleva, era il suo, quello di Xander. Perché così come aveva abbattuto tutti i muri con cui si era circondata, era anche riuscito a sfondare la porta chiusa a chiave del suo cuore.
Lentamente, mangiandosi le parole, bagnando di lacrime la maglietta di Xander, raccontò per la prima volta quella notte di due anni prima, di quel garage pieno di auto di lusso che era diventato la tomba della sua anima. Di come aveva capito che alla fine lei non fosse nessuno, solo una stupida ragazza troppo giovane per stare in quel posto.
Poi tacque, continuando però a piangere, stordita per quella sensazione di vuoto che aveva addosso, di completa apatia. Forse non era nemmeno cosciente del fatto che Xander stesse stringendo convulsamente il bordo della sua maglia. Non si riscosse nemmeno quando lo sentì prenderla da sotto le ginocchia, issandola in braccio come una bambola di pezza, e si andò a sedere sul divano, con lei ancora seduta sopra di lui.
Irina rimase così, immobile, imbambolata, aggrappata al suo collo, il suo profumo che le arrivava potente alle narici, abbandonata sulle sue ginocchia come una bambina. Era esausta, e spaventata per aver perso così tanto il controllo... Però finalmente riusciva a sentirlo di nuovo. Il suo cuore. Il suo cuore adesso era libero da ogni peso, e riprendeva a battere, ferito, lacerato, ma tornava a vivere.
E l'unica sensazione che riusciva a provare era tranquillità. Finché fosse rimasta tra le braccia di Xander, non le sarebbe successo niente... Si sentiva protetta come mai prima di allora, e non voleva che cambiasse. Si era sempre chiesta cosa si provasse nel poter fare affidamento su qualcuno, nel poter credere che non si era completamente da soli... Aveva sempre avuto paura di mostrarsi debole, perché essere deboli significava essere indifesi... Ma davanti a Xander, non aveva più paura. Non l'avrebbe abbandonata.
Sentì Xander muoversi, ma non la lasciò andare. Continuò a tenersela stretta addosso, gettandole un'occhiata forse per vedere la sua espressione. Riusciva a sentire il suo cuore battere all'unisono con il suo, il petto che premeva contro quello muscoloso di lui.
<< Promettimi che aspetterai >> mormorò Xander, giocando con una ciocca dei suoi capelli.
Irina non colse appieno il significato di quelle parole. Stava lentamente scivolando in un mondo fatto di oscurità e oblio... Non si chiese nemmeno cosa potesse fare suo padre, che stava rientrando in quel momento in casa, quando li avrebbe visti...
Sentì Xander dire qualcosa, ma il suono della sua voce era lontano... Non stava parlando con lei, comunque. Qualcun altro borbottò qualcosa che lei non riuscì ad afferrare, poi fu tutto silenzio.
Quando Irina si svegliò, la prima cosa che si chiese fu quando si era addormentata, e soprattutto perché in quella strana posizione. Poi si ricordò, e si staccò di botto dal collo di Xander.
<< Ciao piccola. Dormito bene? >> chiese lui con un sorriso luminoso.
<< Oh... Scusami... Io... >> borbottò lei, in imbarazzo.
Xander le prese il viso tra le mani e le schioccò un bacio sulla fronte. << Niente scuse >> disse, << Anzi... Forse però potevi scegliere un posto più comodo >>.
Irina sorrise, stranamente tranquilla. In quel momento le andava bene tutto, persino quel misero bacio sulla fronte. Provava un po' di vergogna nell'essersi mostrata così debole, ma ormai non poteva andare peggio di così: Xander l'aveva conosciuta per quello che era, e non l'aveva abbandonata. Quello era l'importante.
Si alzò e guardò l'orologio, sentendo gli occhi di Xander che la scrutavano. Lo vide frugarsi in tasca e tirare fuori un cellulare argentato.
<< Oh no, anche tu? >> chiese Irina, divertita.
<< Perché dici così? >> disse Xander, perplesso.
<< Me ne ha dato uno nuovo William >> rispose Irina con un sorriso, << Quelli che avevo me li ha distrutti tutti... >>.
<< Un motivo in più per regalartene un altro >> ribatté Xander, << Che terrai accesso, per favore >>.
Glielo porse e Irina lo prese, guardandolo. Anche quello ultimo modello e super accessoriato.
<< Immagino che dentro ci sia una microspia o una cosa del genere >> disse ridacchiando.
<< Può darsi >> rispose evasivo Xander, tirando fuori qualcos'altro. Era un involto bianco, che aprì e da cui uscì una pistola. << E questa... La sai usare? >>.
Irina diventò seria. << Ho provato qualche volta, ma non ho intenzione di usarla >> rispose, << E comunque, di quelle William se ha una stanza intera... Non credo che servirà molto, se vuole farmi fuori >>.
<< Non ti ucciderà, perché altrimenti non avrà più nessuno con cui giocare >> ribatté Xander, funereo, << Ma potrebbe sempre servirti. Sono più tranquillo se la tieni >>.
Irina scosse il capo, ma la prese comunque, lasciandola nel suo involto bianco. Davanti allo sguardo affettuoso di Xander, però, ritrovò subito il sorriso.
<< La torta che mi hai lasciato l'altra volta era davvero buona, te l'ho detto? >> chiese lui.
<< No, ma lo sapevo già >> disse Irina, << Mi piace cucinare, e sono anche brava >>. Lo guardò per un momento, poi aggiunse: << Xander... Posso dirti una cosa? >>.
<< Certo >>.
<< E' tornato mio fratello Dominic >> disse Irina.
Xander le gettò un'occhiata, poi sbuffò.
<< Vedo che le cose vanno sempre peggio... >> borbottò, << Qualcos'altro? >>.
<< Mio padre si comporta in modo strano... >>.
<< In che senso? >>.
<< E' un po'... Come dire... Servizievole >>. Irina trovò buffa quella parola associata a suo padre. << Pensavo fosse una cosa passeggera, invece va avanti da un po'... Si è messo a fare i lavori di casa... L'altra sera ha persino preparato la cena >>.
Sul volto di Xander si dipinse un'espressione di compiacimento. << Una spiegazione c'è >> disse, << L'altra sera mi hai promesso di non andare daChallagher, e non ci sono andato... Però ho trovato tuo padre, e gli ho sbattuto in faccia che sei veramente sua figlia >>.
<< Oh... Co-Come lo sai? >> fece Irina, sbigottita.
<< Test del DNA >> rispose semplicemente Xander, << L'ho fatto di nascosto... Mi dispiace di non avertelo detto, ma volevo scoprire la verità >>.
Irina non riuscì ad arrabbiarsi davanti alla sua espressione gentile, anche perché era troppo presa dalla consapevolezza che quello che aveva considerato suo padre per anni alla fine lo era davvero. E anche il dubbio che sua madre lo avesse tradito scompariva. Ecco perché Todd ora sembrava considerarla un essere vivente.
<< Sei preoccupata per tuo fratello, vero? >> domandò Xander.
<< Sì... Dovrei odiarlo, ed era quello che pensavo di provare fino a poco tempo fa... >> rispose Irina, << Ma non ci riesco. Ho paura che si cacci nei guai >>.
<< Ci hai parlato? >>.
<< Praticamente no. L'ho sbattuto fuori di casa appena me lo sono ritrovato davanti... >> rispose Irina, leggermente imbarazzata.
<< E' comprensibile, ma forse è il caso che vi incontriate... E mettiate in chiaro un po' di cose >>.
Ore 18.00 – 5° Strada
<< Ti sei nascosto in Messico >> disse Irina, seduta al tavolino rotondo del bar dove di solito andava con le amiche. Dominic, di fronte a lei, sorseggiava il suo drink con aria strafottente. << Come mai proprio lì? >>.
Alla fine Xander era riuscito a convincerla a incontrare suo fratello per metterlo in guardia, e per cercare di capire come mai avesse deciso di tornare proprio ora. Irina trovava la cosa un po' fastidiosa, ma doveva ammettere che aveva ragione: era meglio controllarlo per evitare che si cacciasse nuovamente nei guai.
<< Non sei la ragazza di Challagher? >> domandò a sua volta Dominic, facendo un cenno con il capo verso la BMW M3 bianca parcheggiata poco lontano, con Xander dentro, nascosto dai vetri scuri. Aveva voluto accompagnarla, per "tenerla d'occhio", come aveva detto lui. << Te la fai anche con quello lì? >>.
<< Tu cosa pensi? >> ribatté Irina, con aria di sfida.
<< Penso che sei abbastanza furba da farti passare come la ragazza di William, ma in realtà non lo sei >> rispose Dominic con un mezzo sorriso. << Sbaglio? >>.
<< Non sbagli. La gente pensa che io lo sia, ma non è così. Continuo a fare di testa mia... Allora, come mai in Messico? >>.
<< Non lo so >> rispose Dominic, scrollando le spalle, << Mi sono diretto da quelle parti, e ho trovato un paio di persone che erano disposte ad aiutarmi, se avessi lavorato per loro... Da quelle ci sono un sacco di corse clandestine. Ho fatto l'organizzatore e anche qualche gara, visto che lì non sono bravi come a Los Angeles >>.
<< E Simon? Quando lo hai incontrato? >> chiese Irina.
<< Qualche mese dopo >> rispose suo fratello, << E' un tipo strano, ma si è interessato a me. Mi aveva chiesto come mai me ne fossi andato da Los Angeles,e io gli ho spiegato la situazione. Poi mi aveva raccontato che c'era una ragazza da queste parti che si faceva chiamare Fenice e che stava scalando la Lista aduna velocità sorprendente... >>.
<< Ero io >>.
<< Ma io non lo sapevo... E non lo immaginavo nemmeno, a dirti la verità >> continuò Dominic, << L'ho scoperto solo qualche tempo dopo. Simon è venuto da me e mi ha detto che Fenice era mia sorella. All'inizio non ci credevo, ma mi ha detto che ti aveva incontrato di persona e che eri veramente tu >>.
In effetti, chi lo avrebbe mai immaginato? Lei stessa era stupita per ciò che era diventata...
<< Mi hai detto che ti aveva aiutato >> riprese Irina, << Che ti aveva dato una mano a nasconderti >>.
<< Sì, all'inizio mi aveva trovato qualche lavoretto non troppo sporco da fare >> spiegò Dominic, << Secondo lui non dovevo dare troppo nell'occhio...Quando però ha scoperto che stavi ripagando i miei debiti, ha detto che non ce n'era più bisogno... Si è arrabbiato molto nel sapere che vi avevo lasciato da soli, però ha continuato a farmi lavorare per lui >>.
<< E' un ex agente dell'F.B.I. >> disse Irina, << Lo sapevi? >>.
<< Sì, girano alcune voci sul suo conto >> rispose Dominic, sempre molto tranquillo << Anche se quasi nessuno crede siano vere. Dicono che una volta era un infiltrato, ma poi ha mollato tutto quando hanno ammazzato la sua donna... Lui però non me ne ha mai parlato, quindi non credo sia vero >>.
Irina annotò a mente tutto quello che suo fratello le stava dicendo: era piuttosto interessata alla faccenda di Simon, soprattutto perché lui a lei non aveva mai detto nulla.
<< E' stato Simon a dirti di Sally, quindi? >>.
<< Sì. Mi aveva detto che aveva una casa e un lavoro... E che... Che Tommy era di nuovo con lei >>.
C'era stato un cambiamento nella voce di Dominic, un cambiamento che indicava che almeno si sentiva in colpa per come aveva trattato suo figlio.
<< Perché non ti sei portato anche Sally,quando sei scappato? >> chiese Irina, << Potevate andarvene insieme, rifarvi una vita da qualche altra parte... Sapevi che era incinta >>.
<< Certo che lo sapevo! >> sbottò Dominic, appoggiando bruscamente il bicchiere sul tavolo << Ma me lo aveva detto quando ormai non stavamo quasi più assieme... Oltretutto, non ero pronto ad avere un figlio, cazzo! Lei lo voleva tenere, e io ero pieno di debiti. Quando sono scappato non sono stato lì a pensare alle conseguenze >>.
"E hai fatto male" pensò Irina.
<< Spero solo che tu ti sia pentito di aver mollato Tommy qui >> disse.
Dominic abbassò lo sguardo, e Irina capì che anche lui era dotato di un istinto paterno che finalmente era venuto fuori.
<< Non immaginavo che Sally lo lasciasse a te >> disse, ma non sembrava sentirsi in colpa per quello.
<< Eravamo tutti nei guai >> disse Irina, << Ha fatto la scelta che le sembrava migliore... E forse lo è stata. Cosa hai intenzione di fare, adesso? Rimani o te ne vai di nuovo? >>.
<< Credo di poter rimanere >> rispose Dominic, << Se ci sei tu a proteggermi, William non dovrebbe farmi niente. Da quanto ho capito, sei un pezzo grosso... >>.
Irina fece una smorfia. << Non abbastanza da assicurarti che nessuno ti faccia niente >> ribatté, << E comunque, non ho ancora pagato tutti i tuoi debiti, quindi potrebbe benissimo prendersela ancora con te >>.
Cercò di spaventarlo, giusto per prendersi una piccola rivincita. Dominic aveva il vizio di dare sempre tutto per scontato, compreso il fatto che lo Scorpione avesse cambiato bersaglio: in realtà era così, ma era meglio che lui non lo sapesse. La frase ebbe il suo effetto, perché suo fratello abbandonò un po' della sua spavalderia.
<< Stai diventando come loro... >> borbottò.
Irina cambiò posizione e fece un sorrisetto. << E' il prezzo da pagare per averti salvato la pelle >> ribatté, << Tieniti fuori dai guai e il più lontano possibile dallo Scorpione. Se vuoi rimanere, metti in conto che non ti tirerò fuori dai casini un'altra volta >>.
<< Quindi non dirai a William che sono tornato? >> domandò Dominic.
<< No, non lo farò >> rispose Irina, << Ma te lo ripeto: non cacciarti nei guai. Cosa ha detto Sally quando ti ha visto? >>.
<< Era sorpresa, però... Mi è sembrata abbastanza contenta di vedermi... Forse... Bè, potremmo ricominciare da capo... >>.
Irina guardò l'espressione di suo fratello, e comprese che, nonostante il suo comportamento, amava ancora Sally. Forse era tornato proprio per lei, ma non voleva ammetterlo.
<< Rimani da lei, allora >> disse, << Trovati un lavoro serio e ricominciate da capo... Al resto ci penso io >>.
"E a me, quando tocca ricominciare?".
Gettò un'occhiata verso la BMW ferma, e si alzò. La conversazione era durata abbastanza, e aveva voglia di stare insieme a qualcun altro.
<< Ci vediamo, Dominic >> disse, << E ricordati cosa ti ho detto >>.
Fece per andarsene, ma suo fratello la chiamò.
<< Ehi, Irina, aspetta un attimo >>.
La ragazza si voltò.
<< Quel tipo chi è? >> domandò, accennando alla BMW.
<< Quello che potrebbe salvare la pelle a me, a te e a tutti quanti >> rispose Irina.
<< Bè... >> fece suo fratello, chiaramente confuso, << Digli che tuo fratello lo tiene d'occhio. Non mi piace, quel tipo... >>.
Irina fece una smorfia. << E' lui che tiene d'occhio te >>.
"Idiota...Non hai nemmeno idea di che cosa è in grado di fare...".
Poi si voltò e raggiunse Xander, seduto in auto con la radio accesa. Si accomodò di fianco a lui, notando che Dominic stava ancora guardando dalla loro parte.
<< Allora? >> chiese Xander, accendendo il motore.
<< Rimane qui >> disse Irina, << Sapeva di Sally... Glielo ha detto Simon Cohen... A proposito, non mi hai mai spiegato bene come mai era un'agentedell'F.B.I.... >>.
Xander uscì dal parcheggio. << Dominic cosa sa? >>.
<< Mi ha detto che ha lasciato l'F.B.I. per via di una donna... >>.
Il ragazzo svoltò a destra, poi fermò l'auto in riva alla spiaggia. Guardò per un momento il mare calmo e azzurro stagliato sotto il sole che si andava viavia abbassando, e poi si decise a parlare.
<< Cohen era stato mandato in Messico a fare l'infiltrato, circa otto anni fa >> disse, << Doveva occuparsi di una rete di trafficanti di droga che si procurava la droga dal Sudamerica e la esportava in tutti gli Stati Uniti. Purtroppo, nessuno sapeva che dietro c'era George Challagher, il padre di William >>.
Irina ascoltò in silenzio, senza stupirsi. Sapeva fin dove arrivava il potere della famiglia Challagher.
<< Era riuscito a racimolare un po' di informazioni, e stava iniziando a entrare nel giro >> continuò Xander, << Andava a rilento, però la missione procedeva abbastanza bene... Aveva iniziato anche a correre nelle gare clandestine... Poi però ha incontrato una donna >>.
Xander si interruppe stranamente, fissando il volante con aria fin troppo seria.
<< Credo si chiamasse Magdalena... Era una ragazza del posto, che non centrava assolutamente niente con la gente con cui aveva a che fare. Non sonemmeno dove l'abbia incontrata. So solo che si era innamorato di lei, e che aveva iniziato a trascurare la missione... Mio padre all'epoca era suo amico, sa meglio di me come sono andare le cose. Comunque, pare che avesse fatto delle promesse che non era disposto a mantenere, e sai meglio di me quanto iChallagher possano essere bastardi. Gli intimarono di andarsene, se non voleva guai, ma lui rimase... Una mattina trovò Magdalena morta, uccisa con un colpo di pistola alla testa e il chiaro messaggio che il prossimo sarebbe stato lui >>.
Irina guardò l'espressione di Xander, turbata, fissa sull'orizzonte. Era la prima volta che lo vedeva così: non le stava nemmeno rivolgendo lo sguardo.
<< A quel punto ha mollato tutto e ha abbandonato l'F.B.I.: la sua intenzione era quella di ammazzare Challagher, appena lo avesse trovato >> concluse.
<< Quindi alla fine non vi ha traditi? >> domandò Irina.
<< No. Il suo intento era solo quello di uccidere Challagher... Non ci è mai riuscito, però. Mi ha detto che è troppo protetto... Continua a sperare, comunque >>.
<< E' questo che vi siete detti a Las Vegas? Appena dopo che vi siete incontrati? >> chiese Irina, a voce bassa.
<< Sì... Per questo non mi intralcerà. Non gli interessa che vengano arrestati, lui vuole solo Challagher senior >>.
C'era qualcosa di assurdamente inquietante, in quella storia. Irina rimase turbata nello scoprire il passato di quel gigante alto due metri che lei aveva sempre trovato molto simpatico, e che era sempre stato gentile con lei. Anche Xander sembrava colpito, e molto preoccupato.
<< Stai bene? >> gli chiese, vedendolo troppo silenzioso.
<< Sì... Voglio solo fare quella maledetta gara con Dimitri >> rispose.
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