Capitolo XX
Ore 16.00 – 5° Strada
<< Lascia perdere, Jenny. Non voglio continuare a parlarne >> disse Irina, appoggiando la tazzina del caffè sul tavolino del bar al quale lei e l'amica erano sedute. << E' inutile che ne discutiamo ancora. Abbiamo fatto entrambe un errore, punto e basta >>.
<< Io invece non la penso così >> ribatté Jenny, seria, << Magari si è solo spaventato... Sei stata un po' aggressiva, quando gli hai detto "E allora fallo", non credi? >>.
Irina fece un sorriso mesto. << Tu mi hai detto di giocare, e io l'ho fatto. E' evidente che le sue intenzioni non erano quelle che tu ti auguravi... Ha solo colto la palla al balzo e si è divertito anche lui, tutto qui >>.
Guardò i negozi aperti lungo la strada, dove la gente si divertiva a fare compere. Jenny l'aveva portata a fare shopping sperando di tirarla su di morale. Da quell'ultimo sabato, tre giorni prima, aveva perso completamente ogni visione ottimistica della vita.
Da quella sera, era passata dallo stato di delusione profonda a quello di indifferenza totale. Xander aveva giocato, e lei si era illusa di potergli piacere. In fondo, lei non era niente di speciale, a parte una pilota clandestina. Al mondo c'erano tante ragazze molto più belle e interessanti di lei. Ci aveva pensato tutta la notte, quando era tornata dalla Sirena Bianca, e alla fine si era ripromessa di chiudere quella storia e smettere di pensare a Xander. Non ne valeva la pena, quando a soffrire era solo lei.
Xander non era cattivo, era lì per fare il suo lavoro. La sua missione era arrestare Challagher, e doveva fare tutto il possibile per portarla a termine, anche prendere in giro la prima ragazzina che avrebbe trovato sul suo cammino. Perché lei in fondo era una ragazzina, Xander aveva venticinque anni belli e fatti, ed essendo un'agente dell'F.B.I. aveva visto e vissuto molte cose più di lei. A confronto, era una bambina, e come una bambina si era innamorata di lui credendo che anche da parte sua ci fosse qualcosa... Non era stata in grado di distinguere tra semplice gentilezza e interesse.
In fondo però non ce l'aveva con Xander. Tutto sommato, non aveva approfittato troppo della situazione: doveva essersi fatto solo qualche risata alle sue spalle. Era stato abbastanza corretto: era lei quella che aveva sbagliato in pieno. E quindi era lei che doveva mettersi il cuore in pace.
<< Irina >> disse Jenny, << Non credo che Xander ti stesse prendendo in giro, se è questo che pensi. Non sarebbe andato così per le lunghe, se le sue intenzioni non fossero state più che buone. Forse sta solo aspettando qualcosa... >>.
Irina fece una smorfia. << Cosa aspetta? Che sia io a saltargli addosso? >> disse stizzita, << Mi sembra di essere stata abbastanza esplicita, in spiaggia, non credi? >>.
<< Magari è... un po' tonto >> disse Jenny, facendosi scappare un sorrisino.
<< Tonto? >> ribatté Irina, secca, << Xander non è tonto, e di sicuro non lo è da quel punto di vista. A lui le cose stanno bene così. E a me anche. Se si aspetta che sia io a corrergli dietro, si sbaglia di grosso. Ho chiuso con questa storia, voglio piantarla di sentirmi ridicola >>.
Il suo tono di voce era durissimo, molto più di quanto in realtà intendesse. Ma era determinata a non cadere più nel solito errore: innamorarsi delle persone sbagliate.
<< Non sei ridicola >> disse Jenny, << Sei solo... un po' confusa >>.
Irina non rispose e guardò Katy ad Angie venirle incontro cariche di sacchetti. Mentre lei e Jenny si prendevano un caffè, le due amiche avevano ancora "visitato" qualche negozio.
Per un pomeriggio Angie sembrava aver dimenticato l'esistenza dei libri, nonostante gli esami imminenti. La novità di Max sembrava averla catapultata in un nuovo mondo, e per la prima volta la vedevano veramente e completamente felice. Irina era contenta per entrambi: Angie era una bravissima ragazza, e Max aveva bisogno di qualcuno come lei. Se la loro storia fosse decollata, come tutte si auguravano, sarebbero stati bene insieme. Almeno loro.
<< Credo che per oggi noi due abbiamo finito >> disse Katy, mostrando i sacchetti dei loro acquisti. << Dovrò tirare la cinghia per un po' >>.
<< Voi dovete guardare ancora da qualche parte? >> chiese Angie, sorridente.
Irina fece segno di no con la testa, ma Jenny rispose: << Sì. Volevo andare a prendermi un costume nuovo... >>.
Si alzarono, mentre Irina tirava fuori il cellulare per controllare se fossero arrivati messaggi o telefonate. Nulla.
Stranamente William non si faceva sentire da più di una settimana. Non l'aveva chiamata, né si era fatto vedere. Sembrava essersi eclissato dopo la sua gara con Xander. Molto probabilmente era dovuto al fatto che lei avesse perso.
Quello però che la rese più tranquilla, era che nemmeno Xander si era fatto vivo, non dopo quello che lei aveva fatto la mattina prima, decisa ad andare avanti con il suo piano per risolvere il problema sentimenti.
Le chiavi della Ferrari erano state infilate nella buca delle lettere della casa di Xander, senza un foglietto di spiegazioni, ma con un chiaro messaggio non scritto che chiunque avrebbe colto.
"Smettila di giocare con me".
Ore 16.00 – Casa di Xander
"Idiota. Cretino. Deficiente che non sei altro... Stupido".
Xander fissava le chiavi della Ferrari che aveva trovato nella buca delle lettere il giorno prima, seduto sul divano con aria depressa. Non sentiva nemmeno il rumore della televisione accesa a pochi metri da lui, che trasmetteva notizie in quel momento poco interessanti per lui.
<< Che c'è, Xandèr? >> domandò Nichole, posandogli davanti un vassoio con una tazzina di caffè fumante, << Qualcosa non va? >>.
Il ragazzo scosse la testa in silenzio. Non gli andava di parlarne con lei, né con Jess. Era solo un problema suo.
Era stato un'idiota. Irina gli aveva dato una possibilità e lui, al posto di seguire l'istinto come aveva sempre fatto, aveva deciso di usare il cervello. Che aveva scoperto di non avere, visto che quando cercava di usarlo sbagliava sempre tutto.
Si era reso conto che Irina ci era rimasta male, e saperlo lo rendeva furioso. Si aspettava quel bacio che lui le aveva scherzosamente minacciato, e che poi aveva preferito non darle. Credeva fosse la scelta migliore, in quel momento, perché pensava che ci sarebbe stato un "dopo"... Ma ora capiva che forse non ci sarebbe stato: la delusione che aveva letto nello sguardo di Irina era un segnale. Gli aveva dato l'ultima possibilità, e lui non l'aveva colta.
<< Cazzo >> borbottò, e Nichole sussultò mentre tornava in cucina. Gli lanciò un'occhiataccia ma disse niente, e lo lasciò solo.
Il fatto che gli avesse ridato le chiavi, alla fine, gli confermava che Irina non aveva intenzione di intessere altri legami con lui. Aveva finto di accettarle solo per fare in modo che la lasciasse in pace, e poi gliele aveva ridate a forza. Se la sua intenzione era quella di fargli capire cosa si provasse a essere rifiutati, ci era riuscita benissimo.
Il telefono squillò e lui lo afferrò con malagrazia, scocciato. Rispose.
<< Alexander? Sono William >>.
Perfetto. Era la giornata buona che lo mandasse a quel paese.
<< Dimmi >>.
<< Se non hai da fare, ti dispiace venire al Black Cafè, sulla 5° strada? >> chiese William, ma la sua più che una domanda sembrava un ordine. Il tono non era per niente amichevole.
<< Sì. Come mai? >>.
<< Vorrei parlare con te di alcune cose >>.
Perplesso, Xander chiuse la telefonata e mezz'ora dopo era sulla 5° Strada, la BMW parcheggiata in un angolo a pochi metri dal locale. Raggiunse il bar che William gli aveva indicato e trovò lo Scorpione seduto a un tavolo appartato, lo sguardo posato sul bicchiere vuoto che aveva davanti. Dimitri gli sedeva a destra, e Hanck alla sinistra, tanto da sembrare le sue guardie del corpo. Gli fecero un cenno e lui si accomodò davanti a loro, con la strana impressione che lo stessero studiando.
<< Ciao Alexander >> lo salutò lo Scorpione. Il suo tono gli apparve improvvisamente strano, quasi formale. << Il solito Martini, vero? >>.
Xander annuì. Challagher fece un cenno verso il barman, l'unica altra persona presente in quel momento, e tornò a guardarlo.
<< Stavo pensando che dovremmo fissare la gara con Dimitri >> disse, << Cosa ne dici? Mi sembra che tu sia pronto >>.
<< Per me va bene >> disse Xander, sorseggiando il suo drink, e contemporaneamente cercando di capire cosa c'era sotto a quello strano atteggiamento distaccato.
<< Quando vuoi, Dimitri >> disse lo Scorpione, rivolgendosi al numero due della Black List, << Scegli la data >>.
<< Fra due settimane >> rispose il russo, gli occhi che brillavano << Canyon >>.
Irina aveva ragione. Il Mastino voleva un canyon, era deciso a farlo fuori.
<< D'accordo >> disse Xander, tranquillo. Non era preoccupato, e sapeva che la sua sicurezza avrebbe infastidito lo Scorpione.
William sorrise, poi gli piantò gli occhi addosso e Xander si rese conto che forse la sua intuizione era giusta. Stavano finalmente arrivando al punto di quella discussione stupida e senza senso.
<< Posso farti una domanda, Alexander? >> disse lo Scorpione, la voce perfettamente modulata. Hanck si mosse impercettibilmente al suo fianco, e gettò una rapidissima occhiata a Dimitri.
<< Sì >>.
<< Cosa ci facevi sabato sera alla Sirena Bianca con la mia ragazza e i suoi amici? >> domandò William, e il suo sguardo si fece gelido come il ghiaccio. In un attimo, la tensione salì alle stelle, rivelando il vero motivo per cui si trovavano uno di fronte all'altro.
Xander sentì il cuore saltare un battito. Li aveva visti, quel bastardo. Aveva occhi dappertutto.
<< Un mio amico sta con una sua amica >> rispose, facendo una smorfia per il gioco di parole e cercando di apparire tranquillo, << Mi hanno invitato con loro, visto che erano in pochi >>.
Sperava fosse la stessa cosa che gli avesse detto Irina, se William le aveva posto la stessa domanda. Perché di sicuro ne aveva parlato anche con lei, e questo lo faceva preoccupare ancora di più.
Il viso dello Scorpione si contrasse in una smorfia.
<< Ricordi il discorso che abbiamo fatto un po' di tempo fa, riguardo alla mia ragazza? >> disse, sottolineando le ultime parole, << Bé, penso di non essere stato abbastanza chiaro. Irina è mia, e non hai avuto una buona idea decidendo di girarle intorno >>.
Hanck si mosse impercettibilmente, guardando William. Sia lui che il russo lo stavano tenendo d'occhio, segno che si stavano preparando a qualcosa.
Xander sorrise, cercando di apparire serio e divertito al tempo stesso. La sua mano destra corse alla cintura, dove teneva nascosta la pistola. << Davvero? Da quello che ho capito, sembra che lei non si consideri... Come la definisci tu? Ah... "La tua ragazza" >>.
William appoggiò il mento sulle dita, con l'aria di chi ha perfettamente la situazione sotto controllo. << Quello che dice lei non ha importanza. Lavora per me ed è mia ragazza, e quindi deve sottostare alle mie regole >>.
<< E' libera di fare quello che vuole >> ribatté Xander, << Anche di frequentare altra gente che non sia tu o il tuo giro >>.
Aveva i nervi a fior di pelle, e altro non chiedeva che un pretesto per litigare. Forse era la volta buona che lo Scorpione se le prendesse da qualcuno, e quel qualcuno voleva essere lui. Credeva di essere abbastanza "motivato".
William incrociò le braccia, si appoggiò sulla sedia e chiese: << Dimmi, Alexander... Quanti tatuaggi ha Irina? >>.
La domanda non aveva senso, ma Dimitri drizzò le orecchie. Sembrava allarmato quanto lui da quello strano argomento. Xander conosceva la risposta, ma per un attimo gli parve quasi pericoloso dirla.
<< Due >> rispose solo.
Qualcosa passò negli occhi dello Scorpione, qualcosa che era rabbia pura. Scattò in piedi pronto a saltargli addosso, ma il russo e Hanck si sporsero per trattenerlo.
<< Scopati la mia ragazza Went, e ti ammazzo >> sibilò, livido.
<< E allora provaci >> ribatté Xander, gelido.
William strattonò i due, ma Dimitri lo tenne stretto. Forse era l'unico del gruppo che in quel momento non voleva la rissa, perché sembrava serio e la situazione non doveva piacergli.
<< William... >> lo chiamò sottovoce, quasi per cercare di calmarlo.
Lo Scorpione gli gettò un'occhiata, poi tornò a fissare Xander. Si guardarono per un momento che sembrò infinito, occhi negli occhi, come due lupi che si studiano prima dell'attacco.
<< Tu non hai ancora capito con chi hai a che fare >> sibilò Challagher con aria assassina.
<< Invece so benissimo cosa sei >> ribatté Xander, << Sei solo un dannato figlio di puttana pieno di soldi che crede di poter avere tutto... Irina non è tua, non è di nessuno >>.
La faccia di William si distorse in un ghigno. << Irina è mia, Went. Solo ed esclusivamente mia. Mi deve la vita, oltre che tutto quello che ha avuto fino ad adesso >>.
<< Non ti deve un bel niente >> disse Xander, << Prenditela con uno della tua stazza, invece che con una ragazza >>.
Il braccio destro di William si mosse convulsamente, ma Dimitri continuò a tenerlo ben stretto.
<< Avanti, di cosa hai paura? >> continuò Xander, << Con me non fai il furbo? >>.
Voleva provocarlo per costringerlo a saltargli addosso: in quel momento stava andando solo ad istinto, e l'istinto gli diceva che voleva riempirlo di botte. Gli bastava solo un cenno, un movimento sbagliato, e Challagher si sarebbe ritrovato a terra con una pistola puntata alla testa. Chissà come si sarebbe comportato in quella situazione...
<< Ho un modo migliore per risolvere questa cosa, Went >> disse lo Scorpione, producendosi in un sorriso gelido, << Aspettati la gara più brutta della tua vita, quando arriverai a me... Sempre che ci arrivi >>.
Anche Xander sorrise, freddo tanto quanto lui. << Ci arriverò, Challager... >> ribatté, << E continua a minacciare Irina e sarai tu a ricordarla come la peggiore gara della tua vita... Se ne esci vivo >>.
William fece una smorfia a metà tra il divertito e l'arrabbiato. << Sapevo che avevi fegato >> disse, facendo cenno a Dimitri e a Hanck di lasciarlo andare, << Giochiamoci la ragazza, Went. Se vinco io la nostra gara, me la tengo e sarò libero di farci quello che voglio... Se vinci tu, te la puoi scopare quanto ti pare. Ma fino ad allora, stagli lontano >>.
Xander gli lanciò un'occhiata di fuoco e poi uscì dal locale, salendo velocemente in macchina. Diede un pugno sul volante, furioso.
Fosse stato per lui, sarebbe finito tutto in rissa. Per la prima volta da cinque anni a quella parte, desiderava seriamente fare a botte con qualcuno, perché riteneva che il motivo fosse abbastanza valido. Solo che non poteva.
Come ogni volta che William tirava in ballo Irina, gli veniva il sangue alla testa sentendo di come ne parlava lo Scorpione. Lui non poteva, e a malincuore, vantare alcuna pretesa su di lei, ma non avrebbe mai accettato che Challagher la definisse la sua ragazza, o che... o che ci potesse essere andato a letto...
Afferrò il volante e gli scappò un'imprecazione abbastanza violenta. Stava per venirgli una crisi di nervi. Aprì la porta dell'auto e fece per scendere: doveva andare da William e riempirlo di botte. Si fermò quando si rese conto che avrebbe fatto un casino, così risalì in macchina cercando di calmarsi.
Perfetto, Challagher aveva capito che lui e Irina si conoscevano più del dovuto. E ancora peggio, credeva che tra loro ci fosse qualcosa... L'unica cosa che non gli era molto chiara, era l'allusione al numero di tatuaggi...
Afferrò il cellulare e chiamò l'unica persona la cui voce sarebbe stata in grado di infondergli un minimo di calma. In quel momento non gli importava che gli avesse ridato le chiavi della Ferrari senza una spiegazione: aveva solo bisogno di sentirla, sana e tranquilla.
<< Pronto? >> rispose Irina, la voce stranamente distante
<< Ciao... Posso passare da casa tua un momento? >> chiese Xander, speranzoso.
Irina tacque per un momento, poi rispose: << Va bene... Ma c'è mio padre >>.
<< Non fa niente. Voglio solo chiederti una cosa >> disse lui.
<< D'accordo >>.
Mezz'ora dopo parcheggiava l'auto davanti a casa di Irina. Scese e la raggiunse velocemente sotto il portico d'entrata.
Adesso che la vedeva, bella come sempre e a debita distanza da Challagher, si sentiva meglio. La guardò per un momento, e lei sembrò perplessa. Non c'era il solito sorriso a illuminarle il volto, né lo sguardo dolce e curioso che la caratterizzava. Per la prima volta gli sembrò distante, molto più simile a Fenice, che a Irina.
<< Cosa volevi dirmi? >> chiese.
La sua voce sembrava stranamente distaccata, come se vederlo le desse quasi fastidio. Xander capì che doveva essere ancora "offesa" per quello che era successo sabato sera.
<< Possiamo sederci un momento? >> domandò lui con un sorriso.
Irina annuì e lo condusse in cucina. In salotto doveva esserci suo padre che guarda la tv.
<< Senti... >> iniziò Xander, guardandola di sottecchi, << Per quello che è successo sabato... >>.
<< Non c'è niente da dire >> lo interruppe Irina, calma, << Tieni le chiavi, per favore. Non le voglio. Te le ho lasciate nella buca delle lettere perché non avevo voglia di affrontare di nuovo la questione... Ti ringrazio comunque del pensiero >>.
Il tono della ragazza era freddo, ma non sgarbato. Stava cercando di fargli capire che non gradiva nessun regalo da lui, che forse era meglio mantenere le distanze. Però non gli sfuggì il vaso di cristallo appoggiato al davanzale della finestra aperta, con dentro la rosa bianca ancora fresca di sabato sera. Almeno quella la voleva tenere.
<< Non è per quello >> disse Xander, cauto, << D'accordo, se non le vuoi, non posso obbligarti a prenderle... Solo... Mi chiedevo se avessi visto William, in questi giorni >>.
<< No >> rispose Irina, perplessa << A dir la verità è un po' che non lo sento... Perché lo vuoi sapere? >>.
Allora Challagher non l'aveva minacciata... Non si erano nemmeno visti... Meglio. Molto probabilmente aveva ritenuto di dover "avvertire" solo lui.
<< Solo curiosità... >> disse lui, << L'ho incontrato poco fa... Abbiamo fissato il giorno della gara con Dimitri >>.
Questa volta, a sentire nominare il russo, Irina non fece una piega. Niente avvertimenti, niente preoccupazioni per lui. Si sentì un po' dispiaciuto per quel fatto: doveva essere davvero arrabbiata.
<< Quando? >> chiese solamente.
<< Fra due settimane >> rispose Xander, << Vuole farla nel canyon >>.
Irina si lasciò scappare un sospiro. << Lo immaginavo >> disse solo. Abbassò lo sguardo sul tavolo per un attimo, poi puntò gli occhi scuri su di lui. << C'è altro? >>.
<< Credo... Credo di non essere più il preferito di William >> disse Xander, studiando la sua espressione. << Mi hanno dato l'idea che vogliano farmi secco alla prima occasione >>.
Irina rimase immobile, una statua di pietra dall'espressione spaventata. Questa volta non era riuscita a tenersi, e lui sorrise. Personalmente era troppo incosciente per preoccuparsi di se stesso, ma sapere che invece lei la pensava diversamente era qualcosa di incoraggiante.
<< Cazzo Xander, che hai fatto? >> chiese solo Irina, sbuffando.
<< Come hai detto tu, mi ritiene pericoloso >> rispose lui, deciso a non allarmarla più del dovuto, << Si è stufato di avermi tra i piedi >>.
Irina si alzò e chiuse la porta della cucina, per evitare che suo padre riuscisse a sentire qualcosa.
<< Non credo di doverti dire che è un male >> disse, << Cosa farai adesso? >>.
<< Continuo per la mia strada >> rispose Xander, << Entro tre settimane voglio chiudere tutto >>.
Tre settimane. Erano poche, in fondo. Tre settimane e lei sarebbe stata libera di tornare a una vita normale, e lui avrebbe dovuto smettere di trattenersi davanti a lei. Ventuno giorni, e finalmente avrebbe potuto dimostrarle quello che ormai da tempo provava per lei. Sarebbero riusciti ad aspettare?
Irina gli rivolse un'occhiata, e una scintilla di speranza passò nei suoi occhi da cerbiatta. Anche per lei tre settimane dovevano essere poche.
<< Solo? >> domandò, a bassa voce.
<< Solo >> ribadì lui con un sorriso.
<< Posso... Posso chiederti una cosa? >> disse lei, titubante.
<< Tutto quello che vuoi >>.
<< Fino ad adesso mi hai sempre detto che sei qui per arrestare William... Però non mi hai mai detto "come" hai intenzione di prenderlo >>.
Domanda pertinente. In effetti, non le aveva mai spiegato il piano preciso.
<< Ho intenzione di arrestarlo durante una gara >> rispose, << La nostra gara. Credo sia l'unico modo per riunire più piloti clandestini possibile, fare una bella retata e prenderli con le mani nel sacco. Quando io e Challagher ci troveremo uno contro l'altro, la polizia e gli agenti dell'F.B.I. si occuperanno di acciuffare i membri della Black List presenti, e io bloccherò lo Scorpione. Ci sarà un elicottero a starci dietro, per evitare che fugga >>.
Irina annuì, poi sorrise stranamente. << Tutti i membri della Black List... Quindi anche me, vero? >>.
<< No >> si affrettò a rispondere Xander, << No, non verrai arrestata. Hai collaborato con noi. Ho chiesto che ti affidino al programma protezione testimoni... Ne uscirai pulita >>.
Irina lo guardò dubbiosa e incredula. << Protezione testimoni? >> disse, << Ho una taglia anche io, non me la faranno passare liscia... >>.
<< Ti aspettavi che ti lasciassi arrestare come una di loro? >> fece Xander con un sorriso.
<< Io sono una di loro >> ribatté Irina, perplessa.
<< Tu non sei una di loro. Non lo sarai mai >> disse Xander, << Non hai voluto le chiavi della Ferrari, almeno accetta questo >>.
Irina gli rivolse il sorriso più bello che le avesse mai visto fino a quel momento. Era gratitudine quella che vedeva brillare nei suoi occhi, gratitudine per lui e per quello che stava facendo.
<< Grazie, Xander >> disse solo.
<< E di cosa, piccola? >> disse lui, raggiante, << Grazie a te che mi hai aiutato >>.
Improvvisamente tutto gli sembrava assurdamente facile, persino arrestare uno come Challagher. Farlo per lei aveva tutto un altro sapore.
Si ricordò della promessa che si era fatto. Tommy, il primo ostacolo che c'era tra loro, era stato abilmente rimosso. Adesso doveva scoprire quale fosse il legame tra lei e quello che definiva suo "padre".
Gli serviva qualcosa da cui ricavare il DNA di Todd; per quello di Irina gli bastava solo un capello, e se lo era già procurato. Lei gli aveva detto di non voler fare quel test, perciò doveva fare in modo che non si accorgesse di niente. In base al risultato, poteva decidere se rivelargli l'esito oppure no.
Si guardò intorno in cerca di qualcosa che potesse servirgli allo scopo. Rubare un bicchiere da cui avesse bevuto Todd era un'idea, ma al momento non ce n'erano nei dintorni...
<< Dimmi... Come guida Dimitri? >> domandò, cercando di farsi venire in mente qualcosa.
<< Lui non guida. Lui distrugge >> rispose Irina, rabbuiandosi all'improvviso. << Ti sta addosso finché non ti ha distrutto l'auto... Devi fare attenzione: faràsul serio. Se ha scelto il canyon sicuramente ha brutte intenzioni >>.
<< Che macchina ha? Mi sembra di avergli visto una Murcielago... >>.
<< No, quella la usa per andare in giro. E' un regalino di William... Ha una Ford GT, la stessa che ha usato per venire a Las Vegas >>.
Il telefono nell'ingresso squillò all'improvviso, e sentirono Todd alzarsi per andare a rispondere. Grugnì qualcosa, poi chiamò: << Irina! E' per te! >>.
La ragazza si alzò di scatto, gli fece cenno di attendere un momento e sparì nel corridoio. Un attimo dopo, strisciando i piedi, in cucina entrò Todd, una bottiglia di birra vuota in mano. Gli rivolse un'occhiataccia, poi senza dire niente gettò la bottiglia nel lavandino e ne prese una nuova dal frigo. Senza degnarlo di ulteriori sguardi, forse memore del naso quasi rotto, tornò in soggiorno grugnendo.
Xander si precipitò fino al lavandino, prese la bottiglia e si avvicinò fino alla finestra aperta. Si sporse abbastanza per guardare fuori e posò il contenitore vuoto sul prato. Dopo lo avrebbe recuperato; era l'unico modo per far uscire quella bottiglia di birra dalla casa senza che Irina se ne accorgesse.
<< D'accordo, ci vediamo venerdì >> disse Irina, nel corridoio << Ciao >>.
Tornò in cucina con l'aria leggermente abbattuta e si sedette stancamente al tavolo con uno sbuffo.
<< Che c'è? >> domandò lui, preoccupato.
<< Era Jenny >> rispose Irina, << Dopodomani abbiamo un esame... E io non mi sento preparata >>.
Xander sorrise. << Tutto qui? Fenice si fa spaventare da un esamino? >>.
Irina lo fulminò con lo sguardo. << Spiritoso... Guarda che non è mica così facile >>.
<< Ok, scusa >> fece lui, fingendosi dispiaciuto, << Ci sentiamo dopodomani, così mi dici come è andato questo "esamone"? >>.
<< Non lo so... >> disse Irina. Alla fine sospirò e concluse: << Va bene... >>.
Xander la salutò, uscì velocemente da casa e si infilò nel giardino. Recuperò la bottiglia senza che nessuno si accorgesse di niente e poi saltò in macchina.
Aveva il capello di Irina e il DNA di suo padre. Ora non gli rimaneva che far fare il test.
Si diresse verso San Francisco, e telefonò a Jess per dirgli che non sarebbe tornato a casa, quella sera. Imboccò l'autostrada, la radio accesa, e mentre passava il casello a velocità decisamente sostenuta, drizzò le orecchie per prestare attenzione al notiziario trasmesso.
<< Rocambolesco furto d'auto, questa notte a sud di Los Angeles >> diceva il cronista, << Come è accaduto un mese fa, un'intera bisarca che trasportava auto è stata depredata nei pressi di una stazione di sosta lungo l'autostrada da una mezza dozzina di ladri a volto scoperto. Come per i precedenti, la polizia continua a sospettare si tratti della stessa banda, che non sono ancora riusciti a identificare... >>.
Xander sbuffò, strinse il volante e inserì il cd della sua musica preferita.
Ore 22.00 – San Francisco, Sede F.B.I.
<< Credi che si può avere il risultato per domani mattina? >> chiese Xander a suo padre, mentre l'uomo sigillava in una busta di plastica trasparente la bottiglia di birra che aveva recuperato a casa di Irina. La lampada al neon sul soffitto gettava strani riflessi sulla scrivania di legno chiaro, e il pc fisso perennemente accesso ronzava lievemente.
<< Uhm... Se c'è Julia posso chiederle di fare in fretta >> rispose Steve, alzandosi dalla scrivania e dirigendosi fuori, lungo il corridoio. << Come mai vuoi tutto subito? >>.
Xander seguì suo padre fino all'ascensore, salutando rapidamente un paio di conoscenti che facevano le ore piccole a lavoro.
<< Voglio togliermi una curiosità >> rispose, << Prima che la missione volga al termine >>.
Steve ridacchiò. << Com'è questa Irina? >> domandò, pigiando un tasto dell'ascensore vuoto, a parte loro due.
Xander sorrise: visti i precedenti che aveva avuto, suo padre chissà cosa si aspettava. Per una volta però poteva dire che nella sua "straordinarietà" era abbastanza normale, a parte il fatto che era una pilota clandestina.
<< La devi conoscere per capire >> rispose, << Ti giuro, non ho mai incontrato una come lei >>.
<< Mi dispiace che sia finita in questa storia >> disse Steve, uscendo dall'ascensore, << Da come la definisci, sembra davvero una brava ragazza >>.
<< Lo è, infatti >> disse Xander, << Mi ha aiutato davvero tanto, fino ad adesso... A proposito... Ultimamente mi è venuta un'idea... >>.
Raggiunsero i laboratori scientifici, ed entrarono in una stanza bianca e asettica. Dietro un vetro c'era una donna di circa sessant'anni che sbadigliavavistosamente, i corti capelli grigi acconciati in boccoli vaporosi. Li salutò con un sorriso a trentadue denti, controllando l'orologio.
<< Cosa posso fare per voi, ragazzi? >> chiese << E' un po' tardi per invitarmi a prendere il caffè >>.
<< Ciao Julia >> disse Steve, << Ci serve un test del DNA... Possiamo avere i risultati per domani mattina? >>.
L'uomo le consegnò il contenitore con la bottiglia e una scatolina che conteneva il capello di Irina, e attese che la donna mettesse tutto dentro una busta di carta scura.
<< Domani mattina? >> disse, guardando il suo registro, << Lo sai che normalmente ci vuole una settimana... >>.
<< Ci serve per una ragazza >> ammiccò Steve, gettando un'occhiata verso Xander.
<< Oh, e va bene >> concluse Julia, ora tutta zucchero, << Se è per il nostro caro Alexander, questo e altro... Passa domani mattina. Mi devi dieci caffè, però >>.
Steve ridacchiò e annuì.
<< Grazie mille! >> ringraziò Xander con un sorriso.
<< Uhm... Non farlo sapere in giro, però >> borbottò Julia, lanciandogli un'occhiataccia. << Se no poi mi tocca lavorare tutte le notti... >>.
Lui e suo padre uscirono dalla sala per tornare nell'ufficio, dove Steve si accomodò sulla poltrona sorseggiando il suo caffè con aria stanca. Xanderguardò fuori dalla finestra, ricordandosi di un argomento di cui voleva parlare con suo padre.
<< Ultimamente mi è venuto un sospetto >> disse, sedendosi davanti a Steve.
<< Su cosa? >>.
<< Sembra che Challagher e i suoi sappiano un po' troppe cose... E non mi riferisco agli affari della polizia >> disse Xander.
Steve drizzò le orecchie. << Cioè? >>.
<< Sappiamo tutti che Challagher ha comprato anche Barrow, per questo siamo intervenuti noi >> spiegò Xander, << Gli passa tante informazioni, ed evita che la polizia di Los Angeles lo infastidisca. Fin qui, niente di nuovo. Ma Challagher sapeva del carico di auto di un mese fa, sapeva della Lamborghini e sapeva anche dell'arrivo di stanotte delle fuoriserie al porto della città... Teoricamente, solo noi avremmo dovuto saperlo, no? Faceva parte del piano tenere segrete delle informazioni del genere, per evitare che la polizia che Barrow ne venisse al corrente e dicesse tutto a Challagher >>.
Steve lo fissò, serio. << So dove vuoi arrivare >> disse, << Ma penso che ti stia sbagliando... >>.
<< Challagher ha una talpa nell'F.B.I. Non sarebbe poi troppo strano... Se ha comprato il capo del distretto di polizia di Los Angeles, potrebbe anche aver comprato uno di noi >>.
<< E' grave quello che stai dicendo >> disse Steve, appoggiando il bicchiere del caffè vuoto sulla scrivania, << Non puoi accusare qualcuno senza averne le prove... >>.
<< Non sto accusando nessuno >> lo interruppe Xander, << Sto solo dicendo che dobbiamo fare attenzione. Se c'è una talpa, la missione rischia di andare a rotoli, e io non posso permetterlo >>.
<< Sospetti di qualcuno in particolare? >>.
Xander si portò le braccia dietro la testa. << No >> rispose, << Potrebbe essere chiunque. Posso restringere il campo a tutti quelli del nostro dipartimento, ma non posso individuarlo se non fa un passo falso >>.
Ogni ora che passava, si rendeva conto di quanto quell'intuizione fosse giusta. Challagher doveva avere per forza una spia tra loro: così si era procurato tutte le informazioni riservate di cui era a conoscenza, e così si era salvato dal carcere fino a quel momento. E poi, sembrava avere occhi ovunque... Come faceva a sapere che erano andati alla Sirena Bianca?
<< Allora devi chiudere in fretta, se non vuoi che tutto salti >> disse Steve, << Quanto tempo ti serve, ancora? >>.
<< Mi sono dato tre settimane >> rispose Xander, << Ma farò di tutto per sbrigarmi prima >>.
<< Terrò gli occhi aperti per vedere se c'è qualcuno che fa cose strane >> disse Steve, << Anche se dubito che Challagher possa essere arrivato così in alto >>.
Lo colse all'improvviso un sospetto, un sospetto che non era per niente piacevole. La talpa spiegava alcune cose, ma non tutte. Rimaneva il fatto cheWilliam era venuto a sapere della sua uscita con Irina, e lei aveva detto che la Sirena Bianca era un posto sicuro... Solo una persona molto vicina a lui poteva sapere di tutti i suoi incontri con la ragazza... Jess.
<< Papà... Jess sapeva dei carichi di auto? >> domandò a bassa voce.
Conosceva l'informatico da tanto tempo, e lo considerava il suo migliore amico, nonostante fossero molto diversi. Dubitare di lui lo faceva vergognare, ma al momento si rendeva conto che doveva sospettare di chiunque. Ne andava della missione e anche della vita sua e di Irina.
<< No, non ne sapeva niente >> rispose Steve, lo sguardo serio << Sai che non gli interessano queste cose... E comunque, lo conosciamo troppo bene. Io mi fido di lui, e anche tu. Lo sai meglio di me >>.
<< Già... Scusami, hai ragione >> disse Xander, sconfortato, << Ma non so cosa pensare... Vorrei parlarne con McDonall, ma forse è meglio non sollevare la questione... >>.
<< Infatti. Per il momento lasciamo le cose come stanno. Potrebbe anche essere un falso allarme... Siamo tanti, qui dentro, ed è facile che qualcuno parli troppo. Basta che sia venuto a saperlo anche un solo poliziotto e ne abbia parlato alle persone sbagliate... Pensa a portare a termine la missione... E a farti una dormita. Domani avrai i risultati di quel test, a cui pensare >>.
Xander fissava il responso del test del DNA con aria perplessa, seduto nell'ufficio vuoto di Jess, i piedi appoggiati alla scrivania.
"Quindi è veramente suo padre".
Aveva creduto il contrario, ed era stato pronto a giurare che Irina fosse figlia di un altro uomo... Invece no. Nonostante fossero completamente diversi, nonostante il disprezzo che Todd provava per lei, nonostante l'indifferenza dei suoi fratelli, era suo padre.
Avrebbe preferito che non fosse così, in realtà. Il legame affettivo che Irina provava per la sua famiglia era giustificato, e lui non avrebbe potuto interferire. Aveva sperato di poterla convincere a lasciar perdere quello che lei definiva "suo padre", ma non poteva, visto che era la verità. Doveva continuare a lasciarla nel dubbio?
Forse era meglio così. Dirle che Todd era veramente suo padre non avrebbe fatto altro che rafforzare la sua convinzione di dover badare alla sua famiglia, e non era certo quello che lui voleva.
Posò il foglio sulla scrivania e guardò il soffitto. Aveva ancora un paio di ore per raccogliere qualche informazione per scoprire chi potesse essere la talpa, prima di ripartire per Los Angeles.
<< Soddisfatto del risultato? >> domandò suo padre, portandogli una brioche appena sfornata.
<< Uhm... No. Ma qualunque fosse stato, non mi sarei mai detto "soddisfatto" >> rispose Xander.
<< Ho parlato con White, poco fa >> disse Steve, << Gli ho detto che hai intenzione di chiudere entro tre settimane... Si è arrabbiato perché non lo hai detto prima a lui >>.
Xander inarcò un sopracciglio. << E' proprio fissato... Deve sempre sapere tutto >>.
" Vuole sempre sapere tutto... Cazzo... E se fosse lui, la talpa?".
Rimase in silenzio, perché sapeva che suo padre sarebbe scoppiato a ridere, se gli avesse rivelato il suo sospetto. Era un'accusa ancora più grave: White era il suo capo, stava in alto e aveva alle spalle anni di onorato servizio nell'F.B.I.... Però tutto combaciava... White era al corrente di tutte le informazioni, sapeva che si vedeva con Irina... E sembrava stranamente augurarsi che lui fallisse... Quante volte lo aveva messo in guardia?
Rimaneva solo una cosa, che non capiva: se White era veramente una spia, Challagher doveva sapere che lui era dell'F.B.I.... Perché lo aveva fatto entrare nel giro, allora? Perché gli aveva permesso di avvicinarsi?
Si alzò di scatto, in silenzio. Suo padre gli rivolse un'occhiata stranita.
<< Che c'è? >>.
<< Torno a Los Angeles >>.
<< Ma non dovevi partire tra due ore? >>.
<< Voglio andare adesso... E d'ora in poi, quando vedi White, non dirgli quello che sto facendo >>.
Percorse il corridoio, prese l'ascensore e incrociò di nuovo Michael Cole, che stava andando dalla parte opposta.
<< Ciao Alexander >> lo salutò, ma lui non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
<< Scusami Michael, vado di fretta >> disse.
Se White era la spia, allora da quel momento in poi avrebbe dovuto essere imprevedibile. Doveva limitare i contatti con il suo capo, e fingere di non poter fare rapporto. Era l'unico modo per evitare che William venisse a conoscenza dei suoi piani.
Raggiunse il garage, diretto alla BMW. Poi vide, parcheggiata nel posto riservato a White, una Mercedes Sl rossa, nuovissima. Si avvicinò per guardare dentro, convinto che quell'auto fosse una di quelle rubate il mese scorso...
Sul sedile di pelle dell'auto c'era un telefonino, che squillò all'improvviso. I vetri attutirono il rumore della suoneria, ma il display era ben visibile. E c'erascritto "William Challagher".
Ore 13.00 – Casa
Irina camminava avanti e indietro per camera sua, irrequieta. Ancora un paio d'ore, e sarebbe stata chiusa in una stanza dell'università insieme a un altro centinaio di studenti per sostenere il primo esame del semestre. Niente di nuovo, nemmeno il fatto di sentirsi per nulla preparata...
Il ripasso dell'ultimo minuto era inutile, e serviva solo a confonderle le idee. Aveva sentito Jenny e le altre, quella mattina. Angie, come al solito, preoccupata ma anche decisamente preparata, non aveva niente da temere. Katy la prendeva con filosofia, e Jenny era l'incosciente del gruppo, perfettamente tranquilla anche se non aveva studiato niente. Beata lei che se ne fregava.
Suo padre era in casa, ma dormicchiava sul divano davanti alla Tv accesa, e dei suoi fratelli aveva perso le tracce la sera prima. Poteva permettersi di ascoltare un po' di musica in santa pace.
Da quando Tommy se n'era andato, era stata costretta a colmare i vuoti che le aveva lasciato. Avere più tempo per se stessa era molto strano per lei, ma anche piacevole. Aveva riscoperto il piacere di farsi un bagno in tutta tranquillità, e di ascoltare musica sdraiata sul letto senza pensare a niente.
Accese lo stereo e infilò il cd di Anastacia, l'ultimo uscito, e si lasciò cadere sul letto tra le note di "I call it love". Respirò profondamente un paio di volte, e inconsciamente le venne da sorridere.
Che scema che era. Stava cercando in qualsiasi modo di farsi passare quella stupida cotta per Xander, ma più ci provava, più la situazione peggiorava. Si trovava comica, ma non poteva negare che non riusciva proprio a essere scortese con lui. Quando era venuto a trovarla, aveva resistito per i primi cinque minuti, poi era capitolata. Tutti i suoi propositi di allontanarlo erano svaniti davanti alla sua gentilezza.
Si stiracchiò, sbadigliando. In fondo, però, non era poi così male... Bastava non illudersi troppo, giocare se ne aveva voglia e prendere tutto con molta leggerezza.
Dalla strada udì provenire il rumore di un motore potente, che si fermava proprio davanti a casa sua. Incuriosita, si alzò in piedi e andò a guardare fuori dalla finestra.
"Possibile che sia Xander? " pensò, con un sorrisetto che le si disegnava sul volto.
Ma quando guardò fuori, si rese conto che non era Xander. Era William, insieme a Dimitri ed Hanck, che stavano scendendo dalla Mercedes Slk McLaren dello Scorpione.
Che ci faceva William lì, per di più con i suoi due migliori amici? Non si era mai abbassato a venire a casa sua, se non un paio di volte. Oltretutto, erano giorni che non si vedevano né sentivano...
Preoccupata, guardò i tre attraversare il vialetto, con l'ansia che cresceva. L'istinto le diceva che doveva essere successo qualcosa... Scese le scale in fretta, per vedere suo padre, di spalle, aprire la porta dell'ingresso.
<< Buon pomeriggio, Todd >> disse William, quasi invisibile dietro la mole di suo padre.
<< Ciao >> la voce di Todd tremò appena davanti all'uomo che aveva minacciato lui e i suoi figli. Anche lui era sorpreso di vederlo.
<< Dov'è tua figlia? >> domandò lo Scorpione.
Irina capì che c'era qualcosa che non andava. Il tono di William era controllato, ma gelido: non era lì per piacere, e doveva essere arrabbiato. Todd si scostò per lasciare entrare lui e i suoi due amici, senza rispondere.
<< Dobbiamo fare due chiacchere >> disse William, poi gettò un'occhiata di fuoco a Irina, ferma sulle scale. << Vattene in camera >>.
Irina rimase immobile, guardando i tre preoccupata. Il suo presentimento si stava avverando: era successo qualcosa di grave. Se non fosse stato importante, William non sarebbe mai venuto a casa sua.
<< Va in camera tua >> ribadì Dimitri, la voce bassa e roca, lo sguardo duro.
La ragazza si voltò lentamente, lasciando suo padre insieme ai tre. Risalì le scale e tornò nella sua stanza, sedendosi sul letto.
Se William voleva parlare anche con suo padre, poteva sperare che la cosa non riguardasse lei... Magari uno dei suoi fratelli si era cacciato nei guai a sua insaputa. Non sarebbe stata la prima volta, in fondo. Però c'era qualcosa che le diceva che non era così, che lei centrava sicuramente qualcosa.
Forse lo Scorpione aveva scoperto cosa stava succedendo alle sue spalle... Forse sapeva di Xander, o almeno sospettava qualcosa... Dimitri doveva avergli detto qualcosa, ecco perché c'era anche lui...
Se era veramente così, doveva preparare una scusa plausibile che la aiutasse a uscire da quella situazione. O almeno a salvare il salvabile.
Prese il cellulare, pronta a chiamare Xander e dirgli di fuggire, nel caso William sapesse veramente di lui.
Dalla cucina non proveniva alcun rumore, e poteva essere una buona notizia. Rimase in silenzio, in attesa di qualche movimento strano. Aveva paura di quello che sarebbe potuto accadere.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla porta che si apriva. William entrò nella stanza senza distogliere gli occhi di ghiaccio da lei, e Irina rabbrividì. La sua espressione era talmente infuriata, che capì all'istante di poter perdere ogni speranza. Dimitri e Hanck erano dietro di lui; il russo era serio, e la fissava freddamente. Si alzò di scatto, pronta a sparare la prima scusa che le sarebbe venuta in mente.
<< E così hai dato una mano a Went >> disse William, la voce dura e controllata. Non era una domanda la sua, e Irina rimase in silenzio, senza la forza di mentire.
<< Dimmi, credevi veramente di fregarmi? >> continuò lo Scorpione, avvicinandosi di un passo. << Cosa pensavi di fare? >>.
Irina indietreggiò, cercando una scusa che ormai non l'avrebbe salvata. << Mi ha solo chiesto di dargli qualche dritta >> disse, la voce bassa, << Ha vinto per merito suo, non mio >>.
Strinse il cellulare che teneva in mano, chiedendosi che avesse anche scoperto che Xander era dell'F.B.I.... Poteva ancora fargli credere che fossero solo amici.
William gettò un'occhiata in basso, notando il telefonino. Dimitri, dietro di lui, stringeva qualcosa che aveva in tasca.
<< Pensavi che potesse battermi? >> domandò, afferrandole improvvisamente il polso e strappandole di mano il cellulare, << Che un novellino come lui potesse sperare di sbattermi fuori? >>.
Gettò il telefonino a Dimitri, che lo afferrò al volo.
<< Distruggilo >> ordinò William, gelido.
Il russo si mise il cellulare in tasca, ma non si mosse. In quel momento arrivò Hanck, che teneva Todd per un braccio e aveva una pistola in mano.
<< Lo sapeva che si vedevano >> disse Hanck, strattonando suo padre, << L'altro giorno era qui >>.
Irina spostò lo sguardo su quel ragazzo odioso, che non aveva mai sopportato. Gli rivolse un'occhiata di fuoco, ma riuscì a intuire che forse William non sapeva che Xander era dell'F.B.I.... Credeva che lo avesse solo aiutato a scalare la lista.
Lo Scorpione tornò a guardarla, gli occhi che si riducevano a fessure. La prese per il mento e la costrinse a guardarlo dritto in faccia.
<< Dimmi perché >> sibilò, << Dimmi perché lo hai aiutato a entrare nel giro... Speravi di liberarti di me, vero? >>.
Irina sentiva tutti gli sguardi puntati su di lei, e il respiro affannoso di suo padre a pochi metri da loro. Non aveva mai assistito a una scena del genere... Chissà cosa stava pensando... Chissà se si rendeva finalmente conto di quello che sua figlia stava facendo per loro...
Non aveva la forza di rispondere, perché aveva troppa paura dello Scorpione per poter sperare di rispondergli male e di non beccarsi una bella punizione per la sua insolenza. Abbassò lo sguardo, gli occhi che fuggivano quelli verdi e tanto odiati di William.
Lo Scorpione le strinse ancora di più il mento e le alzò la testa. Sul suo viso si disegnò un sorrisetto malvagio, il più orribile che Irina gli avesse mai visto.
<< Immagino ti sia fatta scopare come una cagna, dal tuo caro Alexander >> sibilò, << In fondo, fare la puttana è quello che ti viene meglio, o sbaglio? >>.
Irina spalancò gli occhi davanti a quell'accusa... Era solo quello che William credeva? Che fosse andata a letto con Xander?
<< Non è vero >> disse, la voce bassa, << Non è successo niente... Gli ho solo dato una mano a entrare nel giro giusto... >>.
Lo schiaffo arrivò così improvviso che Irina non si accorse nemmeno che William aveva alzato la mano. Sentì la guancia andare in fiamme, ma non fiatò.
<< Non mentirmi, troia! >> gli sputò addosso, e qualcuno nella stanza sussultò.
<< E' la verità! >> gridò Irina, la voce tremante, << Non... >>.
E arrivò un altro schiaffo, ancora più forte del primo, che la lasciò senza la forza di parlare. Dimitri, Hanck, ma soprattutto suo padre, assistevano allo spettacolo in silenzio.
<< E allora come sapeva del tuo tatuaggio, eh? >> domandò William, ormai fuori di sé, << Puttana, ti sei fatta portare a letto dal primo idiota che è passato da queste parti! Che ci facevi con lui alla Sirena Bianca, eh? Tu sei mia Irina, e te lo devi ricordare, chiaro? >>.
Mentre indietreggiava ancora, Irina andò a sbattere contro il muro, ritrovandosi senza via di fuga. Xander era stato uno stupido, aveva rivelato l'esistenza del suo tatuaggio sul fianco all'unica persona al mondo che lo sapeva già. Era stato proprio lo Scorpione a farglielo fare, in modo che solo sui ne fosse a conoscenza...
Negare era inutile, in quel momento. William non le avrebbe mai creduto, lo sapeva. Almeno però non aveva scoperto che Xander era dell'F.B.I.
<< Da quanto va avanti? >> domandò William.
<< Will... >> lo chiamò Dimitri.
<< Sta' zitto >> sibilò lo Scorpione, << Da quanto va avanti, eh? >>.
Irina non rispose. Rimase con il capo piegato verso il basso, in silenzio. Nemmeno l'ennesimo schiaffo le strappò anche solo una sillaba.
<< Da tre due mesi >> rispose qualcuno. Suo padre.
Irina guardò Todd, ancora trattenuto da Hanck con la pistola in mano. Le venne da piangere, perché l'uomo che doveva essere suo padre non faceva altro che peggiorare la situazione. L'uomo che avrebbe dovuto difenderla non stava facendo nulla per aiutarla.
William gli gettò un'occhiata, poi tornò a lei.
<< Due mesi... >> disse, << Dall'inizio, allora... Non avresti dovuto fare la furba con me, bambolina. Ho l'impressione che quando il tuo caro Xandergareggerà contro Dimitri avrà un brutto incidente >>.
Irina sentì la rabbia montarle addosso. Strattonò il braccio dalla presa di William e lo fissò. Doveva dirgli qualcosa, anche se sapeva che nel giro di qualche istante si sarebbe pentita.
<< Sarà lui a farlo fuori, stronzo >>.
William si girò verso il russo. << Prendi gli altri cellulari e distruggili. Hanck, va giù con lui e rimanici >>.
Dimitri attraversò la stanza, frugò nei cassetti e prese gli altri due telefonini di Irina, compreso il Nokia che le aveva dato Xander. Poi raggiunse la porta, e lì si fermò.
<< William... >> iniziò, come se non avesse il coraggio di parlare.
<< Avevi ragione, amico. E' una troia >> disse William con un leggero sorrisino, << Ma dopo oggi non si azzarderà più a mettersi contro di me >>.
Lo sguardo di Todd si puntò su Irina, e lei guardò suo padre venir trascinato per il corridoio, senza opporre la minima resistenza. Dimitri gettò un'ultima occhiata allo Scorpione, e poi a lei.
<< Chiudi la porta >> disse William.
E dandogli le spalle, il russo se ne andò.
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