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Capitolo XVII

Ore 10.00 – San Francisco, Sede F.B.I.

<< Bé, agente Went, procede meglio del previsto >> disse Frank White, prendendo dalle mani di Xander il plico che conteneva tutte le prove che erariuscito a procurarsi contro Challagher: foto, conversazioni registrate e telefonate. << La missione va a gonfie vele, sembra >>.

Xander incrociò le braccia, con aria di scherno. << Va tutto bene, ma non l'ho ancora portata a termine >> disse secco, << Credo che sia meglio che si risparmi i complimenti per quando William Challager sarà rinchiuso in cella >>.

White stirò le labbra in un sorriso tutt'altro che amichevole, infastidito dal suo tono pratico.

<< Da quello che dice, Went, sembra che lei abbia qualche dubbio sull'esito della missione >> disse, << Non ha la sua infiltrata a darle una mano? >>. E ammiccò con aria furba.

<< Appunto >> disse Xander, << E' proprio questo quello di cui volevo parlare >>.

<< Ha paura che stia facendo il doppio gioco? Non dica che non lo avevo avvertito >> ribatté White, aprendo la busta per esaminare le foto contenute.

<< No, non è questo... Voglio che venga garantita l'immunità alla ragazza >> disse Xander, << Se riuscirò ad arrestare Challagher, voglio che lei ne esca pulita. E se è necessario, anche una nuova identità >>.

<< E perché? >> domandò White, interessato.

<< Challagher la sta ricattando >>spiegò Xander, asciutto, << Il fratello ha un debito enorme con lui, e lei è costretta a ripagarlo. In cambio del suo aiuto, voglio che Irina risulti incensurata >>.

<< Ce ne occuperemo quando Challagher sarà dietro le sbarre >> ribatté White, << Al momento opportuno, quindi. Come ha detto lei, quando avrà portato a termine la missione >>.

<< Voglio che me lo garantisca adesso >> disse gelido Xander, sapendo di apparire minaccioso. << Qualunque cosa succeda, voglio garantirle una via di uscita >>.

White rimise le foto che aveva guardato, richiuse il fascicolo e lo infilò in un cassetto della scrivania. << Non capisco la sua insistenza, ma si può fare. Chiederò a McDonall, e nel caso le faremo sapere. Ho un appunto da farle, però, agente Went. Io mi fido di lei, ma si ricordi di una cosa: non può anteporre nessuno alla sua missione >>.

<< Non lo sto facendo >> rispose Xander, anche se non era totalmente sincero.

White fece una smorfia. << Ho l'impressione che lo farà, però, e mi sento in dovere di ricordargli quali sono le regole. Se avrò anche il minimo sospetto che rischia di mettere a repentaglio la missione per quella ragazza, sarò costretta a deporla dall'incarico. Non possiamo rischiare così tanto, non quando nessuno è mai riuscito ad arrivare così vicino allo Scorpione >>.

<< E' merito di Irina se ci sono riuscito >> ribatté Xander.

<< Di chi sia il merito non mi importa. Challagher deve essere arrestato, punto e basta. Si ricordi ciò che le ho detto, chiaro? >>.

Xander lo fissò, per niente intimorito dalla sua minaccia, e disse: << Chiaro >>.

Si alzò e uscì dall'ufficio, diretto da Jess.

Era martedì, e il giorno prima era tornato da Las Vegas. Era venuto a portare a White le prove che era riuscito a racimolare indossando cimici e microcamere nascoste mentre si trovava nelle vicinanze dello Scorpione... E grazie a Jess era riuscito a tagliare le parti che riguardavano i due "incontri ravvicinati" tra lui e Irina.

Innervosito dalla discussione avuta con White, raggiunse l'amico informatico, che come sempre era al computer. Entrò nell'ufficio con aria scontrosa e in silenzio, e si sedette malamente sulla sedia.

<< Deduco che hai avuto da ridire con White >> disse Jess.

<< Ha minacciato di depormi dall'incarico se "antepongo qualcuno alla missione" >> rispose Xander, il tono disgustato.

<< Gli hai accennato la tua idea? >> chiese Jess.

<< Certo... Che bastardo, però. "Chiederò a McDonall, e nel caso le faremo sapere" >> fece Xander, << Non gli costa niente escludere Irina dagli indagati... Vuole solo riuscire a non darmela vinta >>. Poi gli venne un'idea. << McDonall è qui al quartier generale? >>.

Jess scosse la testa. << No. Lo sai, non è quasi mai qui... Vuoi chiederglielo personalmente? >>.

<< Forse faccio prima >>.

<< White non gradirà che tu lo abbia scavalcato >> disse Jess, razionalmente, << Rischi di peggiorare la situazione >>.

Xander sospirò. Aveva ragione l'informatico, forse. Meglio aspettare.

<< Hai trovato qualcosa su Sally McGragor? >> domandò.

<< Sì, sta nella periferia di Los Angeles >> rispose Jess, porgendogli un foglio con l'indirizzo scritto sopra, << Un piccolo appartamento che divide che altre due ragazze... Andrai a trovarla? >>.

<< Sì, le farò la proposta che ho fatto a Irina. Non mi ha ancora dato una risposta, ma sa meglio di me che se continua ad aiutarmi il bambino è a rischio quanto lei >>.

Ore 11.00 – Università

<< Oddio Irina, cosa ti eri bevuta? >> domandò Jenny, un sorriso a trentadue denti che le solcava il viso, << Deve essere stata una scena da film! >>.

Irina sbuffò e posò il bicchiere vuoto del succo d'arancia sul tavolino del bar dell'università, sentendo addosso gli sguardi delle tre amiche. Aveva appena finito di raccontare la scena del massaggio, evitando di dire che "ufficialmente" lei era la ragazza di William: non ne sapevano niente, ed era meglio così.

<< E poi? >> incalzò Jenny.

<< E poi niente. L'olio era finito e me ne sono andata >> concluse semplicemente Irina.

Jenny sembrava scandalizzata. << Lo hai fatto apposta, vero? >>.

<< Certo >> ribatté Irina, << Mica volevo farglielo, il massaggio >>.

Angie e Katy, rimaste in religioso silenzio fino a quel momento, scoppiarono a ridere, mentre Jenny sembrava aver appena assistito allo sbarco degli alieni sulla terra.

<< Cosa c'è? >> chiese Irina davanti al suo sguardo sbalordito, sentendosi presa in giro.

<< Sei senza speranze >> esalò Jenny con le ultime forze che le rimanevano. << Te lo doveva scrivere a caratteri cubitali su un manifesto? >>.

Comprendendo a cosa si riferiva, Irina le descrisse brevemente la scena del Casinò, loro due da soli, appiccicati l'uno all'altra, evitando di raccontare però quello che si erano detti. Anche quello era tabù.

<< Ma... Eravate veramente soli? >> chiese Jenny, ancora più stupita.

<< Non c'era nessuno nel raggio di chilometri >> ribadì Irina, calma, << Non potevamo essere visti da nessuno. L'ho addirittura abbracciato, ed è lui che ha cominciato. Niente. Non si è mosso. Non ha accennato ad avvicinarsi. Credi che se fosse come pensi tu, non ne avrebbe approfittato? >>.

Ci aveva pensato tutta la notte che aveva passato, insonne, chiusa nella sua stanza dell'albergo, a fissare il suo riflesso nello specchio. Xander non l'aveva baciata, nonostante ne avesse avuto la possibilità. Non aveva voluto farlo, anche se l'aveva trascinata con una scusa nel giardino per rimanere da soli. E lei, anche se non lo avrebbe mai ammesso, ci era rimasta male.

L'amica fissò pensierosa il suo caffè, mentre Angie e Katy fissavano a sua volta lei. Probabilmente stava elaborando qualche sua teoria sul comportamento maschile.

<< In effetti... Che strano, però >> borbottò, << Dovrei chiedere a Jess... >>.

<< No! >> la interruppe Irina, << Non chiedergli niente! Non voglio passare per stupida, ok? >>.

Jenny la guardò, seria. << Va bene. Rimani nel dubbio >>.

Irina sbuffò e guardò l'orologio. << Vado a trovare Max >> disse, << Ci vediamo domani, ok? >>.

<< Va bene >> dissero Katy ad Angie, insieme, << A domani >>.

<< Ciao ciao >> la salutò Jenny, pensierosa.

Lasciato il bar alle spalle, e le congetture delle tre amiche, Irina si rabbuiò. Aveva rimuginato troppo a lungo su quella storia, e non aveva ancora rivistoXander, da quella sera. Doveva piantarla di pensarci, anche perché quando si sarebbero rincontrati, non doveva certo dargli l'idea che, durante quello strano scambio di promesse avvenuto al Casinò, lei avesse sperato in qualcosa che non era accaduto.

"Ci ho sperato solo quella sera. Non è successo niente, e va bene così. Non succederà mai più... Ho altre cose a cui pensare".

Raggiunse rapidamente la TT parcheggiata a un centinaio di metri dall'università e mezz'ora dopo si fermò davanti all'officina di Max e Antony. Il messicano stava disperatamente tentando di rimuovere una macchia d'olio dal pavimento, mentre Max era infilato nel cofano di una Ford scura. Presi com'erano dal loro lavoro, non si accorsero nemmeno del suo arrivo.

<< Ciao ragazzi! >> li salutò Irina.

<< Ehi, bentornata tra noi >> disse Max, sorridendo, << Allora? Com'è andata? >>.

Irina si strinse nelle spalle. << Bene >> rispose, << Sono arrivata ieri pomeriggio... Un sacco di emozioni, quest'anno >>.

<< Sì? >> disse Max, interessato, << Cosa è successo? >>.

Irina gli raccontò della gara di William contro Xander, omettendo anche questa volta qualche informazione. Per esempio, che durante la prima corsa, si era infilata nell'auto di Xander.

<< Wow >> disse Max, << Allora ti sarai divertita un sacco... Xander come ha preso la sua sconfitta? >>.

Sorpresa dalla domanda, Irina gli rivolse una strana occhiata.

<< Veramente glielo avevo chiesto io, di lasciar vincere William >> ammise a bassa voce.

Il meccanico la guardò, senza parole. << Glielo hai chiesto tu? E perché? >>.

<< William non deve considerarlo pericoloso >> rispose Irina. << Inizio a pensare che si stia rendendo conto che può veramente dargli filo da torcere. Se gli dimostrava di essere più forte di lui, rischiava di rendersi, per così dire... sgradito >>.

Max rimase in silenzio. Non era un argomento che lo rendeva propriamente amichevole, a dimostrazione che non apprezzava Xander quanto lei. Era stato lui a tirare in ballo il discorso, però.

<< Ne abbiamo già parlato, Max >> disse Irina, prima che lui avesse modo di dire la sua, << Non continuiamo a discuterne. Ognuno ha la sua idea. Va bene così >>.

Max sembrò poco convinto, ma non insistette più di tanto. << Oggi sei uscita prima, o sbaglio? >> domandò.

<< Sì, non c'erano le ultime due ore di lezione >> rispose Irina, << Ho pensato che potevamo mangiare qualcosa insieme, se ti va... E' un po' che trascuro il mio fratellone acquisito >>.

Max sorrise. << D'accordo, sorellina. Dove si va? >>.

Ore 18.00 – Casa Challager

Irina sedeva nello splendido soggiorno di casa Challager, illuminato dal sole di giugno. Lo stereo Harman Kardon era acceso e trasmetteva una musica soffusa nell'ambiente moderno e lussuoso. Davanti a lei, spaparanzato comodamente e con l'aria annoiata, c'era Hanck, lo sguardo fisso sulla ciotola di patatine poggiata sul tavolino. William e Dimitri, in piedi davanti al camino spento, sorseggiavano un drink con aria seria.

<< Ti ha chiesto di correre? >> domandò William, agitando stancamente il bicchiere nella sua direzione. Il cubetto di ghiaccio si mosse da una parte all'altra, tintinnando contro il cristallo.

Irina alzò le spalle, e rispose: << No. Forse aspetta che sia tu a fargli la proposta >>.

<< Uhm... >> mormorò lo Scorpione, voltandosi. << Sfrutteremo il tempo che rimane per allenarti... Non deve vincere, questa volta >>.

La ragazza lo scrutò, preoccupata. Fino a poco tempo non vedeva l'ora che Xander arrivasse a sfidarlo, e ora voleva fermarlo. Molto probabilmente iniziava a rendersi conto che aveva tutte le carte in regola per batterlo, oppure sospettava qualcosa. Quell'improvviso cambio di opinione non era da lui.

<< Non eri tu che lo avevi preso sotto la tua ala? >> domandò, cercando di apparire disinteressata. Voleva provare a provocarlo per vedere se riusciva a scoprire come mai temesse tanto Xander.

<< Già... >> mormorò William, guardandola in faccia, << Ma non voglio facilitargli il percorso per arrivare a me >>.

Irina decise di giocarsi il tutto e per tutto, conscia di quanto stesse per rischiare. << Hai paura? >> chiese.

William puntò i suoi occhi gelidi nei suoi, e sorrise. << No, non ho paura, bambolina >> rispose, la voce modulata e inespressiva, << Perché dovrei averne? >>.

<< Perché è bravo >> ribatté Irina, cercando di mantenersi distaccata. << E' più bravo di quanto molti di noi pensassero. Di quanto tu stesso pensassi. Te lo ha dimostrato a Las Vegas >>.

Il ragazzo bevve un altro sorso, e ghignò. Sembrava sicuro di sé, ma le sembrò di cogliere un vaga nota di insicurezza nella sua voce. << E' bravo, è vero >> convenne, << A Las Vegas ha dimostrato di non avere paura, di essere in grado di correre come facciamo noi. Ma non sa fino a che punto possiamo spingerci... Non sa quali saranno le gare da adesso in poi... Cobra non era che un assaggino, non credi? >>.

Dimitri lo stava guardando, gli occhi scuri stranamente distaccati. Poi guardò lei, con il suo solito misto di disprezzo e insofferenza. << Ti ha lasciato vincere, te ne sei reso conto, vero? >> disse, rivolto allo Scorpione.

William si voltò a guardare lui. << Certo che me ne sono reso conto >> ribatté, << Poteva lottare fino all'ultima curva, ma non lo ha fatto. Ha preferito provocarmi una volta e poi tirarsi indietro. Il perché non mi è ancora chiaro, però >>.

<< Forse non voleva scoprirsi >> ipotizzò Hanck, riempiendosi il bicchiere di birra, << Magari non vuole permetterci di vedere come guida veramente >>.

Irina fissò il ragazzo davanti a lei: lo aveva sempre considerato un po' idiota, ma la sua ultima uscita gli confermava in pieno quello che pensava di lui.

<< Abbiamo visto tutti come guida >> ribatté Irina, << Non ha senso quello che dici >>.

Dimitri fece una smorfia divertita, poi disse, sempre rivolto a William: << Il novellino ha capito che non deve darti fastidio, se vuole rimanere nel gioco >>.

Irina si sentì gelare. Il russo non era stupido, e stava intuendo che Xander voleva arrivare vicino a William. Forse aveva anche capito chi gli aveva dato quel suggerimento.

<< Fino ad adesso mi ha dato fin troppo fastidio >> disse William, << E' ora di farlo uscire. Irina, datti da fare, chiaro? >>.

Ore 15.30 – Casa di Xander

<< Devi sfidarmi >> disse Irina, seduta nel giardino della casa di Xander, guardando il ragazzo con aria seria. << Devi chiedere a William di correre contro di me >>.

Xander la guardò. Era preoccupata, e forse anche spaventata. Era venuta da lui appena aveva potuto, decisa a parlargli.

<< Perché? Possiamo aspettare ancora un po' >> rispose lui.

Sapeva che la sfida con "Fenice" era inevitabile, ma non era così sicuro di voler correre contro di lei. Aveva paura che durante la gara potesse succedere qualcosa: era pur sempre una corsa clandestina.

E poi, l'ormai chiaro e innegabile sentimento che provava per Irina gli impediva di mettersi contro di lei, anche se solo per una stupida gara. L'avrebbe fatta solo perché era lui stesso a guidare, e non le avrebbe mai fatto del male.

<< No >> disse secca Irina, << Dobbiamo sfidarci. Devi arrivare a William il prima possibile >>. Alzò gli occhi su di lui e continuò: << Sono tre giorni che mi costringe ad allenarmi nel suo circuito privato. Penso inizi ad avere paura >>.

<< Dici davvero? >> disse Xander, stupito.

<< Sì. Ha cambiato idea sul tuo conto. Se prima non vedeva l'ora di correre contro di te, ora vuole solo sbatterti fuori il prima possibile. E' preoccupato: forse crede che tu possa batterlo >>.

Xander rimase in silenzio. Sì, poteva battere Challagher; erano uguali, in quanto a talento nella guida. Se la sarebbero giocata alla pari...

<< Cosa credi abbia in mente? >> domandò.

<< Non lo so >> rispose tristemente Irina, << So solo che non vuole che tu vinca la tua prossima gara. Ha paura: dovrai stare attento, perché se ti teme veramente, potrebbe essere scorretto, e non solo in pista >>.

Irina sembrava profondamente preoccupata: in fondo, di mezzo c'era anche lei. Challagher aveva cambiato idea solo perché si era conto che era forte tanto quanto lui? Dov'era andato a finire tutto il suo orgoglio?

Nella mente di Xander iniziò a prendere forma un'idea, a cui forse avrebbe dovuto pensare prima. Perché Challagher sembrava imprendibile? Perché sapeva esattamente quali posti evitare, e quali invece frequentare? Perché sapeva cose di cui solo la polizia era al corrente?

<< Irina... Credi che possa esserci una talpa? >> domandò.

La ragazza spalancò gli occhi. << Una talpa? >> ripeté.

<< Il furto della Revènton... E quello del carico delle BMW e delle Mercedes... Da chi ha ricevuto le informazioni? >>.

<< Da Edward Barrow, il capo del distretto di polizia di Los Angeles >> rispose Irina, sicura, << Lo so per certo. Una delle auto rubate è andata a lui come ricompensa per la soffiata... >>.

Sapeva che Barrow collaborava con lo Scorpione, ma non giustificava alcune cose. Forse il capo del distretto di polizia non era l'unico alleato che aveva...

<< Irina... Barrow non poteva sapere della Revènton >> disse lui.

<< Perché? >>

<< Perché solo i federali lo sapevano >> rispose Xander, cercando di mettere a posti i pezzi del puzzle che aveva nella testa. << La polizia non era stata informata del trasporto. Solo noi dell'F.B.I. e dei federali sapevamo che tratto avrebbe percorso la bisarca... >>.

<< Vuoi dire che William ha una talpa tra gli agenti dell'F.B.I.? >> domandò Irina, senza fiato.

Se William avesse veramente avuto un infiltrato tra loro, avrebbe saputo fin dall'inizio chi era e quello che voleva fare. Non lo avrebbe mai preso in simpatia come aveva fatto... Non gli avrebbe permesso di avvicinarsi così tanto a lui...

<< Non lo so >> disse Xander, frustrato, << Potrebbe essere, però. Giustificherebbe il fatto che per anni è riuscito a sfuggirci da sotto il naso... Non ha senso, però. Perché mi ha lasciato entrare, allora? Ti ha mai dato l'impressione di sapere che sono dell'F.B.I.? >>.

<< No >> rispose Irina, << Mai una volta. Non ha mai accennato nemmeno al fatto che potessi essere un poliziotto... Ti riteneva solo un pilota di talento. E non mi ha mai nemmeno detto che ha una talpa... In due anni che sono qui, non è mai venuto fuori... E non sarebbe riuscito a nascondermelo per tanto tempo >>.

<< Potrebbe essere qualcuno che gli fornisce le informazioni a sua insaputa >> ipotizzò Xander, << Magari non una vera e propria talpa... Avrebbe saputo molte altre cose... >>.

<< Forse ha solo paura, Xander >> disse Irina, << Non credo abbia un infiltrato... L'unico alleato che ha è Barrow, e credo che lui abbia accesso a più informazioni di quanto pensi. In fondo è il capo del distretto, sarà in contatto con i piani alti... Ti garantisco che William non sospetta niente. E' solo preoccupato che tu possa soffiargli il posto di numero uno della Lista >>. Sorrise, cercando di rassicurarlo.

Xander la guardò dubbioso. Irina era vicinissima allo Scorpione: era intelligente, e avrebbe capito se lui avesse intuito qualcosa. Oltretutto, William le avrebbe impedito di avvicinarsi a lui anche solo una volta, se avesse sospettato fosse della polizia. A parte un leggero fastidio quando le girava intorno, non aveva fatto niente.

O no?

O forse, il problema era proprio lei. O meglio, il problema riguardava lei.

William ostentava Irina come il suo trofeo, ma non permetteva a nessuno di avvicinarsi. Anzi, nessuno osava farlo. Xander, invece, lo aveva fatto... E lo Scorpione non gradiva, molto probabilmente.

Possibile che William lo volesse fuori perché si era avvicinato troppo al suo "giocattolino"?

Non poteva chiederlo a Irina, però, perché farlo lo avrebbe scoperto troppo. Finché la storia non sarebbe finita, non si sarebbe permesso nulla: il pericolo per lei era troppo.

<< Spero tu abbia ragione... >> mormorò, << Ma dobbiamo comunque fare attenzione... Più passano i giorni, più rischio di farmi scoprire. Hai pensato a quello che ti ho proposto? >>.

Irina si rabbuiò. << Tommy? >>.

Xander annuì.

Irina si lasciò scappare un sospiro. << Ammetto che riportarlo da sua madre sarebbe la cosa migliore... Non voglio che gli succeda qualcosa >> disse senza guardarlo. << Però mi costa tantissimo. Gli voglio troppo bene... >>.

<< Lo sai come la penso... >>.

<< Lo so, Xander. Va bene, riportiamo da sua mamma. Però devi promettermi che potrò andarlo a trovare quando voglio, e che se mi rendo conto che non sta bene, me lo farai riportare a casa. Subito >>.

Xander sorrise. << Hai la mia parola. Potrai andare da lui quando vorrai >> disse, << Posso contattare sua madre, allora? >>.

Irina annuì, in silenzio.

"Scusami se ti chiedo così tanto, piccola, ma è l'unico modo che ho per ridarti un po' di libertà".

Ore 16.00 – Circuito

<< Avanti Irina, tira 'sta macchina! >> gridò William dal bordo pista, mentre lei passava a tutta velocità sulla linea del traguardo per cominciare un altro giro. La lancetta del tachimetro sfiorava i 230.

La ragazza accelerò ancora, chiedendosi per quanto sarebbe riuscita ad andare avanti, e infilò la curva a velocità inaudita. Lo Scorpione sembrava seriamente preoccupato: la sera prima Xander aveva vinto una serie di gare con una facilità sorprendente, dimostrando un controllo dell'auto che faceva impallidire persino lui. La stava spremendo come un limone, e l'aveva costretta a saltare le lezioni per farla allenare.

Al termine del giro Irina inchiodò a pochi metri da William, che controllava il cronometro con aria poco soddisfatta. Esaminò l'auto, e notò che le gomme si stavano rapidamente consumando. Il cofano era bollente, e la ventola di raffreddamento lavorava a pieno regime. Per quanto fosse modificata, la Punto iniziava a sentire i segni della fatica, e rischiava di fondere il motore. Ormai erano tre ore che andava avanti, senza nemmeno un minuto di pausa.

<< Basta >> protestò Irina, << Sono stanca e finirò per rovinare la macchina se continuo così >>.

William si voltò verso Sebastian, il suo meccanico, e chiese: << Non si può fare qualcosa per far andare di più quella Punto? >>.

L'uomo scosse la testa. << Al momento, è potenziata al massimo >> rispose, << Non è nata sportiva come una Lamborghini o una Porsche: se la modifichiamo ancora, rischiamo che si disintegri alla prima accelerata. Per farla andare di più dovremmo alleggerire la scocca e le lamiere, mettere un motore più grosso, e modificare la parte anteriore per farcelo stare. E' fattibile, ma ci vorrà almeno un mese per fare tutto, e verrebbe a costare uno sproposito. Conviene cambiare auto >>.

William si voltò verso di lei e disse secco: << Cambia auto >>.

<< No >> rispose Irina, << Non cambio auto. O la Punto, o lo lascio vincere a tavolino >>.

<< Dannazione >> imprecò William.

Era la prima volta che vedeva lo Scorpione così preoccupato. Se doveva essere sincera, vederlo in quello stato le procurava un certo piacere: finalmente, aveva trovato pane per i suoi denti. Per anni aveva ostentato la sua superiorità, e adesso si trovava davanti qualcuno che poteva dargli filo da torcere.

<< Datti da fare, Irina >> le disse, puntando un dito contro di lei, << Non puoi farti battere da Went, chiaro? >>.

<< Non avevi detto che non avevi paura di lui? >> chiese lei, provocandolo.

William si avvicinò minaccioso, abbassando lo sguardo su di lei e puntando gli occhi di ghiaccio nei suoi. << Non mi provocare >> sibilò, << Rimango sempre io il numero uno della Black List. Ricordati che finché ci sono io qui, tu devi fare quello che ti dico >>.

Irina rimase in silenzio, troppo arrabbiata per ribattere. In quel momento arrivò Dimitri al volante della sua Ford GT rossa, seguito dalla Revènton, guidata da Hanck.

William l'aveva portata nel circuito di proprietà per allenarla per una gara, e non era mai successo prima. Era stata lì solo all'inizio della sua "carriera", quando aveva ancora bisogno di imparare qualche trucco. Prima non l'aveva mai costretta a una cosa simile.

Davanti alla Revènton, comprese che William voleva solo una cosa: che vincesse, a tutti i costi. Non gli interessava a quale prezzo.

Lo Scorpione salì sulla Lamborghini, richiuse la porta e le parlò dal finestrino aperto.

<< Stammi dietro >> disse, << Vediamo quanto ci impieghi a fare il giro contro di me >>.

Hanck stava a bordo pista, cronometro in mano, pronto a registrare i tempi. Con un cenno del capo diede il via, e Irina partì.

Non aveva ancora avuto modo di scoprire come andasse la Lamborghini, a parte nella gara contro Xander a Las Vegas, ma capì all'istante che quell'auto era un razzo. Ci impiegò meno di un secondo a distanziarla in modo considerevole, e fu costretta a tirare le marce della Punto fino al massimo possibile. Si piazzò dietro la Reventòn grigio carbonio, per sfruttare la scia, e attese la prima curva per cercare il sorpasso.

Con uno stridore di gomme, William curvò a destra, in derapata. Irina gli tenne dietro, ma all'uscita della curva venne distanziata ancora. Accelerò cercando di rimontare.

Alla svolta seguente arrivò a tutta velocità, e mentre la Reventòn rallentava la superò a destra, girando a sinistra scalando in quarta. Uscita dalla curva, pigiò l'acceleratore, e guardò nello specchietto retrovisore. William non c'era.

La Lamborghini spuntò a sinistra del suo campo visivo, e con uno scatto mozzafiato ripassò in testa. Forse con la stessa auto poteva sperare di riuscire a batterlo, ma non la Punto non aveva speranze.

Tagliò il traguardo dietro ad William, distaccata di parecchi metri.

<< 4 minuti, 18 secondi e 27 decimi per te William >> disse Hanck, << 4 minuti, 20 secondi e 56 decimi, Irina >>.

Non era neanche lontanamente vicina al record dello Scorpione, 3 minuti e 58 secondi e 13 decimi, ma era già un buon risultato. Non poteva sperare di competere contro un'auto come la sua, ma aveva comunque battuto il suo record personale di un secondo.

Dimitri fece ruggire il motore della Ford, in attesa sulla linea di partenza. William gli si affiancò a sinistra, e Irina si piazzò vicino a lui. Lo Scorpione abbassò il finestrino e le disse: << Tu contro noi due. Non mi aspetto che tu vinca, ma voglio che tu faccia di tutto per ostacolarci. Sbattici fuori, se ci riesci >>.

Ore 15.00 – Woodbury Road

Xander bussò alla porta di legno chiaro dell'appartamento al quinto piano di una vecchia palazzina alla periferia di Los Angeles, quella di cui Jess gli aveva dato l'indirizzo. Attese per qualche momento, poi qualcuno venne ad aprirgli.

Chissà per quale motivo, l'aveva immaginata totalmente diversa. Sally McGragor era una ragazza minuta, dai capelli castano chiarissimo e gli occhi scuri, leggermente a mandorla. Dimostrava molti meno anni dei ventisei che aveva, e sembrava una ragazza qualunque, dai tratti abbastanza comuni. Struccata, in abiti di tutti i giorni, non gli diceva proprio niente. Si chiedeva come apparisse quando si trovava "al lavoro".

<< Alexander Went, dell'F.B.I. >> si presentò lui cercando di non apparire minaccioso, << Sally McGragor? >>.

<< Sì, sono io >> rispose lei, il tono strafottente della voce che non combaciava con il suo fisico minuto.

<< Le avevano detto che sarei venuto >> disse Xander.

<< Sì, prego, entri >>.

La ragazza lo fece entrare nel minuscolo appartamento disordinato e spoglio. La tappezzeria dell'ingresso era macchiata e la cucina piccola e fredda. Sembrava sola in casa, ma la presenza di un altro letto nel soggiorno indicava che lo divideva con qualcun'altra ragazza.

<< Perché è qui? >> domandò Sally, la voce dura, << Se sperate che vi faccia qualche nome di gente che passa da queste parti, vi sbagliate di grosso... >>.

Era sulla difensiva, quindi probabilmente non sospettava il perché della sua visita.

<< Sono qui per suo figlio >> la interruppe Xander, trovando ridicolo il fatto di darle del "lei": erano coetanei.

In un attimo, l'espressione aggressiva della ragazza mutò: gli occhi a mandorla vennero attraversati da quello che a lui parve dolore, dolore profondo, e abbassò il volto, guardando il pavimento.

<< Cosa è successo? >> chiese, apparentemente preoccupata.

<< Niente >> rispose Xander, << Al momento sta benissimo. Sono venuto per chiederle di riprenderlo con lei >>.

La ragazza lo guardò come se si aspettasse una brutta notizia. << Conosce Irina? >> chiese.

<< Sì, la conosco. Da quanto tempo non la vede? >> domandò Xander.

<< Più di un anno... >> rispose Sally, abbassando la testa. << Sta bene? >>.

<< Potrebbe stare meglio, se non avesse un bambino a cui badare >> disse Xander. Forse era stato troppo diretto, ma era la verità.

<< Non posso riprenderlo >> disse Sally, ma nel suo tono ora triste c'era una nota di amarezza, << Non posso crescerlo... Non con i soldi che ho e con la vita che faccio ora. Non avevo altra scelta... >>.

Si interuppe, come se parlare le costasse molto.

<< Perché lo ha lasciato a lei? Non c'era nessun altro che potesse darle una mano? >> chiese Xander. Voleva capire perché quella ragazza avesse scelto proprio Irina, come madre adottiva di suo figlio.

Sally scosse la testa. << No... Sapevo che era entrata nel giro dello Scorpione, che stava facendo un sacco di soldi... Il mio ragazzo era scappato... Era l'unica ragazza a posto che conoscevo >>.

Xander si rese conto che, nonostante il mestiere ingrato che facesse Sally, era comunque dotata di sentimenti. Forse abbandonare quel bambino le era costato più di quando lui aveva creduto. E sul perché avesse affidato Tommy a Irina era pienamente d'accordo con lei.

<< Sono venuto a farle una proposta >> spiegò Xander, << Il governo le fornirà una casa, un lavoro decente e anche una nuova identità, se lo vorrà. In cambio le chiedo di riprendere suo figlio con lei. Le forniremo un adeguato supporto economico per i primi tempi... Mi sembra una richiesta equa >>.

Gli occhi della ragazza si illuminarono. Lo fissò per un lungo momento, in silenzio, poi mormorò: << Davvero? >>.

<< Sì >>. Xander tirò fuori dalla tasca una decina di foto di Tommy, che aveva chiesto in prestito a Irina. La ragazza le afferrò al volo e le guardò una auna, lentamente. Una lacrima cadde sul ripiano di legno del tavolo, mentre seduta si portava una mano alla bocca, reprimendo un singhiozzo.

<< Quanto tempo ci vuole? >> chiese, la voce che tremava.

<< E' un sì, il suo? >> ribatté Xander.

La ragazza annuì.

<< Massimo due settimane >> rispose Xander, << Due settimane e cambierà vita >>.

Sally trattenne il respiro, e per un attimo credette si fosse pentita. Lo fissò con gli occhi inondati di lacrime, stringendo le foto con una mano.

<< Grazie >> mormorò, << Grazie >>.

Poi scoppiò a piangere.

Ore 19.00 – Casa

<< Quindi ha detto di sì? >> disse Irina, seduta al tavolo della cucina, sentendo il rumore della tv accesa che proveniva dal soggiorno. << Solo due settimane? >>.

Tommy se ne andava, e con lui una parte del suo cuore. Ma era giusto così. Aveva una madre, e aveva il diritto di stare con lei.

Guardò il bambino seduto nel seggiolone, pensando che tra due settimane non lo avrebbe più rivisto sorridere, tirarle addosso la minestra che odiava, non lo avrebbe più consolato quando aveva mal di pancia, non si sarebbe più beccata i suoi colpi sul naso... Le venne da piangere, ma si trattenne.

Sospirò sotto lo sguardo serio di Xander, cercando di immaginare cosa avrebbero detto suo padre e i suoi fratelli. Molto probabilmente non avrebbero fatto una piega. Esattamente come facevano adesso quando vedevano Xander entrare in casa loro.

<< Irina... >> cominciò Xander, << Lo so che... >>.

<< No >> lo interruppe lei, << No, sto bene. Solo che... E' strano. Ormai fa parte di me... Sono troppo abituata alla sua presenza >>.

Sorrise, ma rimaneva comunque triste. Lo sapeva che era giusto così, ma non riusciva a farsene una ragione. Aveva bisogno di Tommy, ora che iniziava a rendersi conto che i suoi sentimenti stavano radicalmente mutando: e il fautore di quel cambiamento era proprio seduto davanti a lei, colui che gli portava via una delle poche cose belle che aveva nella vita.

Xander la guardò. << Avrai un po' più di tempo libero, allora. Vorrà dire che ti organizzerò la giornata >>. Sorrise.

Irina si lasciò scappare un sospiro, e scosse la testa. Non odiava Xander, in quel momento, tutt'altro. A partire da quella fatidica domenica sera, ogni giorno lo aveva passato a cercare di capire perché lui fosse riuscito a far vacillare il muro di difesa che proteggeva il suo cuore, un muro costruito con la forza della disperazione che si era sbriciolato come creta quando Xander l'aveva abbracciata. Un muro che non era più riuscita a ricostruire. E oltre alla consapevolezza che adesso aveva perso il controllo anche di quella parte di sé che si era ripromessa di non liberare mai più, c'era il dubbio del comportamento di Xander. La delusione di quel bacio che lei aveva sperato, quasi agognato, ma che non c'era stato. Forse, era stato proprio quello a mandarla in tilt, a farle perdere la testa... Se fosse accaduto quello che era successo con William, magari sarebbe finita lì.

Decise di cambiare argomento, perché c'era un'altra cosa che la preoccupava e che riusciva a distrarla da quei pensieri.

<< Xander, dobbiamo sfidarci >> disse, improvvisamente calma, << Entro la fine di questa settimana. Chiama William e diglielo: il suo orgoglio gli impedirà di dirti di no, se sei tu a chiederglielo. Non l'ho mai visto così preoccupato... Ha paura >>.

Il ragazzo sembrò quasi divertito. << Ha paura? Il grande Scorpione, il pilota più forte dello Stato, pieno di soldi e auto potenti, ha paura? >>.

Irina alzò gli occhi al cielo, esasperata. << Xander, non sto scherzando. William ti crede forte, e tu lo sei. Mi sta costringendo ad allenarmi, e se continuo così la mia macchina finirà alla discarica. Facciamo questa gara, così potrai occuparti di Dimitri e di William >>.

"E io di me stessa e dei miei sentimenti".

<< D'accordo >> disse Xander davanti alla sua preoccupazione. << Che gara vuoi fare? >>.

<< William vuole che io sia in vantaggio, quindi faremo uno sprint. Sa che è la gara in cui vado meglio >> disse Irina, << Tanto non credo per te sia un problema, vero? >>. Sorrise.

<< Spero non mi farai vincere così facilmente >> ribatté lui, ghignando.

<< Infatti non lo farò >> promise Irina, << Ho intenzione di farti sudare sette camicie. Non sarà una vittoria regalata, la tua. Correrò al massimo, e nessuno sospetterà niente >>. Sorrise con falsa aria falsamente altezzosa. << Preparati a conoscere Fenice >>.


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