Capitolo XVI
Ore 11.00 – Las Vegas
Irina era seduta sul bordo della piscina, dondolando lentamente i piedi nell'acqua limpida e fredda, sentendo il sole battere sulle spalle nude. La musica del bar era tenuta molto bassa, appena udibile, per non disturbare chi stava ancora dormendo. Praticamente tutto l'albergo, visto che la sera prima, sabato, era stata la notte del giro nei casinò dei dintorni.
Non c'era nessuno a parte lei, in quel momento. Aveva preferito rimanere in camera, inventa dosi la scusa che non fosse ancora perfettamente in forma, e William le aveva permesso di rimanere in albergo. Era riuscita a evitarlo, almeno per un po'.
In realtà, lei voleva evitare un po' tutti, anche Xander. Anzi, soprattutto lui. Il giorno prima non era nemmeno andata a vedere la sua gara, naturalmente vincente, e aveva preferito fare una passeggiata tra le vie di Las Vegas, con tanto di carta di credito di William in tasca. Evidentemente, anche lui voleva tenerla a debita distanza da Xander, e pensava che un po' di shopping sfrenato le facesse dimenticare il moro dagli occhi blu, o qualsiasi altra cosa avesse in testa.
Niente di più sbagliato. Già era confusa dal comportamento di Xander, e in più le diceva che aveva intenzione di riportare Tommy da sua madre: impossibile non pensarci.
Con un sospiro, agitò i piedi muovendo l'acqua della piscina, fissando la cavigliera d'argento illuminata dai raggi del sole. Era la soluzione migliore e anche la più logica, ma lei non riusciva a separasi da quel bambino. Quando se lo era trovata davanti alla porta di casa credeva di impazzire, ma alla fine aveva capito che sarebbe diventato la sua unica ragione di vivere, l'unica cosa per cui lottare. Dopo, cosa avrebbe fatto?
Doveva trovare qualcos'altro, o qualcuno... Qualcuno per cui valeva la pena rischiare...
<< Già qui, bambolina? >>.
Irina alzò la testa, per vedere William avanzare nel suo costume da bagno nero e rosso, il tatuaggio di uno scorpione bene in vista sul petto muscoloso. Posò l'asciugamano su una sdraio e si tuffò in acqua, abbastanza lontano da non inondarla di schizzi. La raggiunse in un attimo e le poggiò le mani bagnate sulle gambe, facendole venire la pelle d'oca.
<< Niente bagno, vero? >> disse, guardando la fasciatura del braccio destro.
<< No >>.
William si issò sul bordo con le braccia muscolose, e si sedette di fianco a lei. Passò una mano gelida sulla sua schiena, facendola rabbrividire di nuovo.
<< Cosa hai fatto ieri sera? >> chiese lo Scorpione.
<< Niente... Ho dormicchiato... Voi? >>.
<< Un paio di partite a poker >> rispose William, << Poi li ho persi di vista un po' tutti. Credo ammirassero le bellezze del luogo >>. Ridacchiò.
Irina fece una smorfia. Chiaro cosa intendeva.
Poi si ritrovò a pensare una cosa inaspettata: anche Xander "ammirava" le bellezze del luogo?
"Che pensiero idiota... E' libero di fare quello che vuole. E immagino lui sia l'uomo che non deve chiedere mai".
<< Sentivo la tua mancanza, ieri sera >> disse William, avvicinandola, << Sai? >>.
"Sì, come no... E io ci credo pure. Tu non le ammiri le bellezze del luogo, vero?".
<< Cerca almeno di fingerti sincero >> disse, a bassa voce.
William ridacchiò, ma non disse nulla. Si rituffò in acqua, nuotando nel suo impeccabile stile libero, e raggiunse l'altra parte della piscina. Irina non lo degnò di uno sguardo, quando lui uscì: il suo bel fisico non sortiva più nessun interesse in lei, da tanto tempo. Lo Scorpione si sdraiò sul lettino a prendere il sole.
Irina sbuffò, guardandosi intorno per vedere se c'era qualcun altro nei dintorni. Nessuno. Avrebbe tanto voluto farsi il bagno, ma per via della fasciatura non poteva. Risistemò i capelli con la pinza e agitò un po' i piedi.
All'improvviso, sentì qualcuno spingerla alle spalle, per poi infilarle un braccio intorno alla vita e tenerla ben stretta, per non farla cadere in acqua. Trattenne il respiro, e guardò verso la sdraio. William era ancora lì, e non si era accorto di niente.
<< Paura? >> le sussurrò una voce nell'orecchio.
Proprio chi si aspettava.
<< Non farlo mai più, Xander >> mormorò, << Odio essere presa alle spalle >>.
Il ragazzo non la lasciò andare, e ridacchiò. << Niente bagno, per oggi. Peccato, l'ultima volta mi era piaciuto >>.
Irina arrossì di colpo, e gli afferrò la mano che teneva attorno ai suoi fianchi. Chissà perché, era sempre più calda di quella di William...
Prese il braccio di Xander e lo tirò di colpo, lo costrinse a sporgersi dal bordo, e con un'abile "mossa finale" lo lasciò cadere in piscina. Per fortuna, questa volta non si tirò dietro anche lei.
Xander riemerse con l'aria divertita, mentre Irina rideva di fronte ai suoi capelli completamente sparacchiati in testa. Si aggrappò al bordo e la guardò,sornione.
<< Te ne approfitti perché sai che non ti trascinerò giù, vero? >> domandò.
<< Sì >> rispose Irina, vedendo con la coda dell'occhio che William li stava guardando, ora. Si abbassò e sussurrò, in modo che solo lui potesse sentirla: << E comunque, ho rinforzato il costume, questa volta >>.
Xander ridacchiò davanti alla sua battuta, poi lo vide puntare lo sguardo sulla sua caviglia. D'istinto, alzò i piedi e li tirò fuori dall'acqua, per evitare qualsiasi rischio. Saltò via dal bordo, neanche si fosse bruciata.
<< Tanto mi vendico, lo sai >> disse lui. << E non ti servirà rinforzare il costume >>.
Irina arrossì ma rimase al gioco. Jenny aveva detto di giocare? Allora lei avrebbe giocato.
<< Pensa al tuo, di costume >> ribatté.
Sentiva lo sguardo di William trapassarla da parte a parte, e dovette per forza guardare verso di lui. Lo Scorpione la stava fissando seduto sulla sdraio, in mano un flacone trasparente. Le fece un cenno con il capo, agitando la bottiglia.
Irina sbuffò: era ora del solito massaggio, reso indispensabile dalla vanità dello Scorpione. Gettò una rapida occhiata a Xander, che nuotava diretto alla scaletta, e raggiunse William in punta di piedi.
<< Riesci a farmi un massaggio? >> domandò lui.
La fasciatura non era un problema: non sentiva dolore, serviva solo a mantenere pulita la ferita. Annuì, afferrando il flacone di olio e aspettando che William si sdraiasse a pancia in giù, con la testa rivolta verso la piscina.
Le era venuta un'idea, forse addirittura un po' perversa. Si sentiva abbastanza coraggiosa da osare, visto che come aveva detto Jenny doveva "giocare". Due ore dopo si sarebbe pentita della sua sfacciataggine, lo sapeva.
Attese che Xander andasse a sedersi esattamente dall'altra parte della piscina, e lo guardò dritto in faccia con l'aria strafottente. Scavalcò William e gli si sedette sulla schiena muscolosa, senza distogliere gli occhi da Xander.
<< Avanti, usa le tue belle manine d'oro >> mormorò William, senza accorgersi quello che stava succedendo. Doveva averlo preso alla sprovvista, normalmente non gli si sedeva addosso, ma lui non disse niente in proposito. Ovvio che non gli dava fastidio.
Irina prese l'olio, aprì il tappo e se lo versò sulle mani, il tutto senza distogliere lo sguardo dagli occhi azzurri di Xander, seduto immobile sulla sua sdraio. Sembrava vagamente sorpreso, davanti alla sua faccia.
"Vediamo che fa... Jenny vorrebbe essere qui, adesso... E se lo sa mi prenderà in giro per un mese".
Si sistemò meglio addosso a William, sapendo che lui era sorpreso tanto quanto lei per il suo comportamento, e poggiò le mani sulle sue spalle calde e muscolose.
La reazione di Xander fu perfettamente controllata, ma qualcosa passò nei suoi occhi blu oceano. Rimase a fissarla, mentre lei massaggiava energicamente le spalle di William, sempre all'oscuro di tutto. Lo Scorpione si accorse che ci metteva un po' più impegno del solito, ridacchiò e borbottò: << Oggi ci siamo alzate con il piede giusto, eh? >>.
Irina sorrise, ma continuò imperterrita a guardare Xander, e lui faceva lo stesso. Sembrava perfettamente impassibile, ma la mascella era più rigida del solito. Cosa si aspettava che facesse? Non lo sapeva nemmeno lei, a dir la verità.
Mentre passava le mani sulla pelle abbronzata di William, sentiva le spalle di lui sciogliersi sotto l'olio che sapeva di cocco. Si abbassò leggermente, mettendoci tutta la forza che aveva a disposizione. William si lasciò scappare un gemito di piacere.
<< Cazzo, Irina... Che ti è preso oggi? >> borbottò, solleticandole una gamba con la mano, << Dovresti farlo più spesso, sai? >>.
Irina si mosse appena e gli strappò un altro mugugno soddisfatto, puntando lo sguardo su Xander. Finalmente si era smosso: per un momento aveva abbassato i suoi occhi sulle sue mani premute sulla schiena di William, poi era tornato a guardarla. Forse non voleva dire niente, ma almeno non faceva finta di non vedere.
Se doveva essere sincera, provocarlo iniziava a piacerle. Le faceva anche dimenticare che sotto di lei c'era lo Scorpione, e che lui la stava palpando la coscia, sospirando ogni tanto sotto il suo tocco deciso e quasi esperto.
Dove voleva arrivare? Si aspettava che Xander si alzasse e venisse a reclamare la sua parte di massaggio? No, non lo avrebbe fatto di sicuro, non se c'era anche William nei paraggi. Forse voleva solo attirare la sua attenzione, vedere se gli fosse completamente indifferente oppure se, magari, come aveva detto Jenny, aveva qualcosa per la testa...
Forse passò mezz'ora, non lo seppe esattamente, ma continuarono a guardarsi in faccia senza che nessuno dei due accennasse qualcosa, senza che Xanderavesse anche solo un fremito. Niente, ma non le staccò per un momento gli occhi di dosso.
Poi all'improvviso Irina ebbe una strana sensazione allo stomaco, mai provata prima. Una sorta di brivido, di farfalle libere di volarle nella pancia, tanto che si bloccò, e cambiò colore. Abbassò lo sguardo, ma sentiva ancora gli occhi azzurri di Xander puntati su di lei.
Forse aveva esagerato. Era stata troppo... Troppo... Non trovava le parole giuste. Trattenne il respiro per cercare di capire cosa le era preso, e lentamente, molto lentamente, alzò la testa. Xander la guardava ancora, e mimò qualcosa, in silenzio: "Sto aspettando il mio turno" diceva.
Irina molto probabilmente diventò viola. Deglutì in fretta e afferrò il flacone dell'olio di cocco e lo agitò, mostrando che era vuoto.
"Purtroppo è finito" mimò, sorridendo.
Si alzò di scatto e sparì portandosi dietro la bottiglia, dandosi dell'idiota e lasciando William sulla sdraio, sorpreso.
Xander fissò il punto esatto dove Irina era seduta fino a pochi secondi prima, cioè esattamente sopra la schiena dello Scorpione. Finalmente si concesse un respiro, e sciolse tutti i muscoli che fino a quel momento erano rimasti in tensione.
"Se questo non è provocarmi...".
Assurdo. Era l'unica parola che aveva trovato per descrivere la situazione. Assurda.
Assurda ma decisamente fantastica.
L'effetto dello sguardo di Irina mentre massaggiava le spalle di Challagher era stato peggiore di quello che gli aveva fatto due sere prima, quando lo aveva baciato sdraiati sul suo letto. Perché c'era qualcosa di assolutamente sensuale nei suoi occhi da cerbiatta, in quel momento molto più simili a quelli di una gatta.
All'inizio aveva pensato a una sorta di errore. Forse stava guardando da qualche altra parte, poi aveva notato che guardava proprio lui, anche perché in giro non c'era nessun'altro. Quando l'aveva vista salire sulla schiena di Challagher e accomodarsi tranquillamente neanche fosse una poltrona, gli era venuta una crisi di gelosia. Avrebbe distolto lo sguardo, se non avesse notato che Irina lo fissava insistentemente.
"Se William vuole fare cambio, mi offro volontario senza problemi" aveva pensato.
Rigido come una statua l'aveva guardata versarsi l'olio sulle mani e massaggiare le spalle di Challagher, senza staccare neanche per un momento gli occhi da lui. Quando aveva sentito lo Scorpione lasciarsi andare a un gemito di soddisfazione, si era chiesto cosa fosse disposto a dare per trovarsi nella sua stessa situazione. Cinque secondi dopo si era domandato come facesse a resistere e non saltarle addosso.
Perché non c'era niente di innocente, nello sguardo di Irina in quel momento. O perlomeno a lui era parso così. Niente che dicesse che lo stava guardando solo per non dover fissare Challagher.
Era rimasto immobile tutto il tempo, sapendo che dall'esterno appariva perfettamente impassibile, ma all'interno stava avendo una crisi ormonale in piena regola.
Alla fine anche a lui era scappato uno sguardo piuttosto eloquente, e a quel punto Irina doveva essersi resa conto di quello che stava combinando. Aveva cambiato colore e aveva smesso di guardarlo, puntando lo sguardo imbarazzato sulla schiena di Challagher.
Quando l'aveva vista rialzare la testa, aveva pensato di farle capire chiaramente quello che stava pensando, e il Sto aspettando il mio turno" gli era uscito del tutto spontaneo. Peccato che lei avesse deciso di tornare a fare la brava ragazza.
"E' facile che me la sognerò di notte, 'sta cosa... E' stata piacevolmente traumatica".
William si alzò all'improvviso, infastidito dall'interruzione a sorpresa del suo massaggio, guardando il punto in cui era sparita Irina. Solo allora Xander si accorse che era talmente unto di olio che la pelle abbronzata brillava. Era bello pronto per essere impanato. Ecco perché la ragazza gli aveva mostrato il flacone vuoto: ci era andata pesante.
Ridacchiando, Xander guardò lo Scorpione allargare le braccia appiccicaticce con aria infastidita, borbottando qualcosa. Irina si era tolta due sfizi: aveva provocato lui, e aveva umiliato William. E non era stato lui, a rimetterci.
<< Credo ti serva una doccia >> disse Xander, rivolto allo Scorpione, mettendo le braccia dietro la testa e sdraiandosi sul lettino.
William fece una smorfia, afferrò il suo asciugamano e se ne andò, con Xander che continuava a ridacchiare sotto i baffi.
Ore 18.00 – Las Vegas
Irina attendeva l'inizio dell'ultima gara in piedi a bordo pista, le braccia incrociate e lo sguardo perso. Di fianco a lei, Simon Cohen parlava con qualcuno al cellulare: niente finale per lui, non si era "qualificato".
Ferme in perfetto ordine davanti alla linea di partenza c'erano quattro auto: la Maserati Granturismo nera di Xander, la Ferrari F430 gialla di Boris, unaAston Martin Vanquish grigio metallizzato, e la Lamborghini Revènton color carbonio di William. Tutte a motori spenti.
Simon chiuse la telefonata e le mise una mano sulla spalla. Non gli aveva ancora chiesto spiegazioni sul suo passato da ex agente, perché sembrava non avesse voglia di parlarne. Lui e Xander però si erano ritrovati a discutere insieme, e molto probabilmente dovevano aver chiarito i motivi del loro astio. In fondo, lei non centrava niente con loro, non doveva impicciarsi.
<< E' già domenica? >> disse, << Sono passati in fretta, questi tre giorni... Ci rivediamo il prossimo anno, sempre qui a Las Vegas? >>.
Irina si ritrovò a sperare di no, che un anno dopo lo Scorpione sarebbe stato dietro le sbarre, e forse anche lei. Ma vedere la Revènton sulla linea di partenza, pronta a partire, le fece venire una stretta allo stomaco. William era forte, più forte di loro. Ed era la prima volta che Xander gareggiava contro di lui.
<< Non so se dirti che lo spero o meno >> rispose, e Simon le gettò un'occhiata comprensiva, << Vai via adesso? >>.
<< Sì, il viaggio è lungo, e comunque intuisco già il risultato della gara >> rispose il nero, << Spero di rivederti presto. Puoi passare dalle mie parti, un giorno >>.
Irina annuì e lo abbracciò. << Fai buon viaggio, e non correre troppo >> disse.
Il gigante nero sorrise e la salutò, poi sparì oltre i cancelli del circuito. Irina si voltò e vide Xander avanzare tranquillo verso di lei, le chiavi dell'auto in mano.
Le venne in mente due giorni prima, quando si era infilata nella sua auto per impedire che gli venisse fatto del male. Non era servito a molto, ma... Non poteva farlo di nuovo.
All'improvviso ebbe paura, paura per lui.
<< Xander? >> lo chiamò, cercando di non farsi vedere da nessuno. William era troppo lontano perché la sentisse.
Il ragazzo la raggiunse con un sorriso stampato in faccia. << Cosa c'è? >>.
Al pensiero di quello che aveva fatto quella mattina in piscina, Irina arrossì. << Lascialo vincere >> esalò.
Xander rimase tranquillo. << Perché dovrei? >>.
<< Qualunque cosa succeda, comunque vada la gara, lascialo vincere >> disse lei, seria, << Ti prego. Rischierai troppo se dimostri di essere più bravo di lui... >>.
"Fallo per me... Ho bisogno che tu rimanga qui, ancora un po'".
Xander la guardò dubbioso. << Non c'è motivo di preoccuparsi. Se veramente vincessi io, sarebbe più contento di avermi come avversario... Rappresenterebbe uno stimolo, per come la vede lui, no? >>.
Irina si morse il labbro. Come dirglielo senza sbilanciarsi?
<< Dammi ascolto, per favore. Sento che è meglio che tu non lo infastidisca, almeno per il momento >>.
Con la coda dell'occhio, vide William avvicinarsi a loro, molto probabilmente per dire che la gara sarebbe iniziata da lì a qualche minuto. Xander rimase in silenzio, senza annuire ma nemmeno senza negare. La lasciò nel dubbio.
<< Siamo pronti a partire >> disse lo Scorpione, e sembrava eccitato << E' ora di salire in macchina. Irina, monta in auto >>.
La ragazza lo guardò, stupita, e altrettanto fece Xander. Non era previsto che lei fosse in auto con lui.
<< Avanti >> la incalzò lo Scorpione.
Con un cenno, Irina seguì William fino alla Lamborghini e aprì la porta del passeggero, sedendosi dentro.
Forse William la voleva con lei per evitare che facesse di infilasse di nuovo nell'auto di Xander... Oppure credeva di preservare dai danni "accidentali" la sua nuova Revènton. O semplicemente voleva tenerla sotto controllo.
Irina si allacciò rapidamente la cintura del sedile avvolgente in pelle scamosciata, mentre il motore si avviava e sul cruscotto simile a quello di un aereo si accendevano le luci a led bianche. L'indicatore dei giri del motore si mosse un paio di volte, nervoso, poi rimase immobile. William afferrò il pomello del cambio, inserì la prima e attese.
Voleva chiedergli perché l'avesse voluta in auto con lui, ma qualcosa nella sua espressione concentrata le suggerì di tacere. Sarebbe sembrata sospetta. Guardò oltre il vetro della Revènton, senza riuscire a vedere Xander: la Ferrari di Boris gli copriva la visuale. Il russo sorrise mostrando il suo disgustoso dente d'oro e le dita poggiate sul volante si mossero impercettibilmente.
<< Chi c'è nella Vanquish? >> domandò Irina, guardando alla loro sinistra. I finestrini erano oscurati, e non si riusciva a distinguere il conducente.
<< C'è Richard >> rispose William
Richard Bravery, detto il Lord per i suoi modi tipicamente inglesi e le abitudini quasi d'altri tempi. Venuto dritto dritto dall'Inghilterra per correre contro il suo amichetto Scorpione.
<< Ma non aveva la DB9? >> chiese Irina.
<< Si è portato l'auto di scorta, quest'anno >> ridacchiò William.
La situazione non poteva essere peggiore: Boris, lo Scorpione e il Lord tutti insieme. Xander aveva scelto il peggior giorno, per correre. Oltretutto, sembrava avere l'auto meno potente: solo una Bugatti o la Zonda potevano dare del filo da torcere alla Revènton; la F430 era una Ferrari, e bastava solo il nome a far capire che genere di auto fosse; e la Vanquish era sicuramente modificata. Xander doveva contare solo sulle sue capacità di guida.
William sembrava impaziente di iniziare la gara: il suo piede premeva ritmicamente sull'acceleratore, facendo muovere nervosamente la lancetta del contagiri. Le dita tamburellavano sul volante mentre fissava i semafori finalmente diventati rossi.
"Ti prego Xander, non fare cazzate. Pensa a uscirne vivo, che è già molto" pensò Irina.
All'improvviso scattò il verde, e la Revènton si fiondò in avanti con una potenza tale da incollarla al sedile. Sentì il rombo degli altri motori ai loro fianchi, ma nessuno era impressionante come quello della Lamborghini. Un misto tra il ruggito di un puma e il grido di un falco.
William superò la prima curva già in testa, gli occhi che scattavano rapidi dalla strada allo specchietto. Scalò di una marcia e svoltò a destra, gli pneumatici che fischiavano sull'asfalto asciutto.
Irina non riusciva a vedere cosa stava accadendo alle loro spalle, ed era anche l'unica cosa che le importava. La guida di William non la preoccupava finché non decideva di far ammazzare entrambi.
Cercò di sbirciare dallo specchietto destro, ma vide solo il bagliore della vernice argentata della Aston Martin.
<< Come procede, dietro? >> domandò, con una nota di panico nella voce.
<< Benissimo >> rispose solo William.
A quel punto la Ferrari gialla sbucò chissà da dove, mentre la Aston Martin tagliava di netto la curva guadagnando la prima posizione. La Maserati li superò a destra con un guizzo.
<< Era ora >> mormorò lo Scorpione, ridacchiando.
Come gli altri, tagliò la curva passando sul prato. Aveva atteso che qualcuno desse il segnale che la gara era cominciata: niente regole, niente scrupoli.
<< William... Fa' attenzione, per favore >> sussurrò Irina, afferrando la maniglia della portiera.
<< Certo che farò attenzione >> ribatté lui, mettendosi dietro la Maserati, << Paura, bambolina? >>.
<< Abbastanza >> mentì Irina. O meglio, non era per lei stessa che aveva paura. Forse dandogli l'idea di non essere proprio tranquilla si sarebbe comportato meglio.
William accelerò, tallonando la Maserati. Xander superò la Ferrari di fronte a lui con uno scatto a sinistra, mentre Boris tentava di nuovo si speronarlo, senza riuscirci. Sia lui che lo Scorpione si misero alle calcagna della Granturismo, decisa a superare anche il Lord.
L'Aston Martin approfittò di una lingua di cemento che conduceva ai box per tagliare ancora un po' di strada, guadagnando vantaggio. La Maserati invece prese la via del prato, sollevando zolle d'erba verde con le ruote larghe.
William sterzò di colpo e con il muso speronò la Ferrari davanti a loro. La F430 andò in testacoda e finì sul prato, senza subire danni.
<< Scusa, Boris >> mormorò William ridendo, mentre lo superava facendogli un cenno con la mano.
Davanti a loro, Irina vide Xander duellare con l'Aston Martin, tentando di superarla. Zigzagò per un centinaio di metri, proprio mentre terminavano il primo giro di tre, poi cercò il sorpasso a sinistra. Con una manovra secca la Vanquish gli andò addosso, spingendolo sull'erba. Xander sembrò perdere il controllo mentre le ruote dell'auto pattinavano sui cordoli, ma poi rallentò e lasciò Richard passare di nuovo in testa.
Irina aveva il cuore in gola. Per un attimo aveva creduto di vederlo finire contro il guard-rail, ma Xander era stato abbastanza intelligente da interrompere la manovra.
<< Voglio vedere se ci riprova >> disse William, rallentando leggermente.
Irina avrebbe preferito che lo superasse, in modo da potergli impedire di stuzzicare Richard. Rimase in attesa della prossima mossa, con lo Scorpione che sembrava stesse solo guardando un film interessante.
L'Aston Martin tagliò un'altra curva: ormai procedeva solo in avanti, senza curarsi di sfasciare il bel prato e le aiuole che contornavano il circuito. Xanderseguì la sua scia, deciso a non mollare. William, intanto, procedeva tranquillo conscio che la Lamborghini era in grado di riprenderli in un attimo.
Arrivarono alla curva dove Xander aveva fatto quella manovra che Irina non poteva certo dimenticare, e tentò il sorpasso un'altra volta. Forse Richard intuì la sua mossa e lo bloccò, stringendo la curva.
Con uno scatto impercettibile, il muso della Maserati toccò il posteriore della Aston Martin, ma bastò a farla andare in testacoda. La Vanquish finì sul prato, di traverso, lasciando spazio libero a Xander.
<< Bene, si è liberato per l'ultimo giro >> disse William, e ingranò la marcia superiore. << Finalmente un testa a testa >>.
Irina sentì il sangue gelarsi nelle vene all'idea di uno scontro diretto. Strinse la maniglia della porta, pregando che tutto andasse a finire bene.
William raggiunse la Maserati in un attimo, tallonandola. Zigzagarono l'uno davanti all'altro, per confondersi a vicenda, poi Xander prese la curva a tutta velocità, il posteriore che vibrava sulla potenza sprigionata dalle ruote motrici.
Lo Scorpione si piazzò a destra e attese la curva seguente, ridacchiando. Si stava divertendo.
"Lascialo vincere... Lascialo vincere..." pregava Irina, nella sua testa, senza staccare gli occhi dalla Granturismo, come a sperare che Xander sentisse le sue parole. Non dava segno di voler gettare la spugna.
Alla curva seguente, William approfittò dello scatto bruciante della Revènton e si affiancò alla Maserati. Insieme, come se fossero perfettamente coordinate, le due auto svoltarono fianco a fianco, senza toccarsi. Si sentivano i sibili degli pneumatici sull'asfalto nonostante l'insonorizzazione dell'abitacolo.
Una curva, poi un'altra e un'altra ancora. La Lamborghini e la Maserati sembravano divertirsi un mondo a procedere fianco a fianco lungo la pista, tanto vicine da riuscire a vedere i numeri sul cruscotto brillare, ma mai troppo da sfiorarsi. Una perfetta danza sincronizzata.
<< Bé, è bravo, il ragazzo >> commentò William, stringendo il volante.
Irina non commentò. Continuava a pregare in silenzio, sperando che William non si decidesse a mettere fine alla gara. Ancora qualche minuto e sarebbe terminato il supplizio.
William schiacciò l'acceleratore così a fondo che la Lamborghini schizzò avanti come un missile. Xander gli rimase a fianco, senza l'intenzione di demordere.
Si superarono a vicenda un paio di volte, e la soddisfazione sul viso di William era crescente. Si stava divertendo da pazzi, cosa che non succedeva da un po'.
"Lascialo vincere... Lascialo vincere...".
Del tutto inaspettato, Xander li superò a destra gli tagliò la strada. William frenò, e la sua espressione cambiò in un attimo. Non era stato in grado di prevederlo, non se l'era aspettato. Altra cosa che non succedeva da tempo.
Ok, gara chiusa. Xander aveva appena provocato lo Scorpione.
Penultima curva. William sfidò ogni regola della fisica e superò Xander a sinistra, tagliando sul prato, così vicino che gli specchietti si sfiorarono pericolosamente.
Irina si aspettava l'ultima manovra di Xander, quella che lo avrebbe fatto sbattere fuori. Ma non lo vide. William superò il traguardo, con la Maserati dietro.
L'aveva ascoltata, alla fine. Aveva lasciato vincere lo Scorpione.
Irina scese dall'auto, reprimendo l'istinto di correre incontro a Xander e ringraziarlo. Si limitò a guardarlo smontare dalla Maserati, e gli rivolse il sorriso più grato che fu in grado di fare. Davanti alla sua espressione raggiante, anche lui si lasciò scappare un ghigno.
Una piccola folla si stava radunando intorno alle quattro auto: Boris era arrivato quarto e Richard terzo. Il russo stava commentando nella sua lingua d'origine qualcosa fissando la Ferrari insieme a Dimitri, molto probabilmente i danni. Il Lord, con il suo solito aplomb inglese girava intorno alla AstonMartin perfettamente tranquillo di fronte alle righe sulle fiancate.
Irina notò che William guardava Xander, e anche se lo aveva battuto, nei suoi occhi non c'era compiacimento, ma un vago fastidio. Richiuse la porta dellaRevènton e lo raggiunse, con la ragazza che lo seguì senza farsi notare.
<< Bella gara >> disse lo Scorpione, sfoderando il suo sorriso trionfante, << Mi sono divertito davvero, questa volta... Peccato non avessi un'auto all'altezza della mia. Sarebbe stata tutta un'altra cosa >>.
Xander si strinse nelle spalle con aria noncurante. << Vorrà dire che per la nostra sfida prenderò un'altra auto >> ribatté, << Magari... Una Ferrari >>.
Irina sorrise da dietro le spalle di William, rivolgendogli un'occhiata divertita.
<< Come avevo promesso, stasera festa di chiusura nel più bel locale di Los Angeles >> disse lo Scorpione, << Ti devo qualche ora di divertimento >> aggiunse misterioso, con un'occhiata eloquente a Xander.
Poi, prese Irina per un braccio e se ne andò, lasciando tutti quanti a commentare la gara senza di lui. Evitando di protestare, Irina lo seguì fino agli spalti, accorgendosi che William aveva cambiato di nuovo espressione, e sembrava profondamente irritato. La strattonò per farla voltare e disse, gelido: << Quandotorniamo a Los Angeles dovrai darti da fare, chiaro? >>.
<< Perché? >> ribatté Irina, alterata.
<< Perché te lo dico io e basta >> rispose William, << E dovremo posticipare il più tardi possibile la tua sfida con lui >>.
<< Tanto lo sai che è più forte di me >> disse Irina, tranquilla, << Si vede. E poi non avevi detto che non vedevi l'ora di correre contro di lui? >>.
William digrignò i denti, ma il suo cellulare squillò all'improvviso. Lo afferrò e rispose: << Cosa vuoi? >>.
La sua espressione continuava a essere arrabbiata, così Irina decise che forse era meglio andarsene. Stava per girarsi quando la sua risposta la incuriosì.
<< Certo che ho vinto >>.
Qualcuno dubitava che lo Scorpione potesse trionfare?
<< Dove sei adesso? >> continuò, << Comunque avevi ragione... No, voglio aspettare ancora un po'... Vediamoci stasera, alle 8.00, lo stesso posto dell'altra volta... Che ore sono adesso? Le 7.00... Ce la fai? D'accordo, a dopo >>.
Chiuse la telefonata e guardò Irina. << Cos'hai da fissare? >>.
<< Con chi ti devi vedere? >> chiese lei, innocente.
<< Devo chiudere un piccolo affare >> rispose William, mettendosi il cellulare in tasca, << Niente di importante. Fatti trovare pronta per le 9 e mezza, che andiamo al Royal... Sai come ti voglio >>.
Si voltò e se ne andò, diretto alla pista per riprendersi la sua auto. Irina riuscì a sentire la sgommata sull'asfalto mentre William lasciava il circuito, diretto al suo appuntamento segreto.
Non era la prima volta che la teneva all'oscuro di qualche suo affare, primo perché non si fidava completamente di lei, secondo perché non riteneva dovesse prenderne parte più del dovuto, e terzo, lei stessa ammetteva che non voleva averci a che fare. Però questa volta c'era qualcosa di strano.
Doveva essere qualcuno che non aveva mai visto, perché tra la cerchia degli amici e conoscenti di William, che lei aveva "l'onore" di conoscere, non c'era nessuno che avrebbe mai dubitato delle capacità dello Scorpione. Nessuno avrebbe osato dirgli in faccia che non lo riteneva abbastanza forte.
Oltretutto, quel qualcuno non aveva assistito alla gara, nonostante fosse a Las Vegas. Chissà cosa stava tramando William... Forse il furto di qualche altra auto super lusso.
Sbuffando, si diresse in camera sua, sapendo che la aspettavano due ore di "preparazione" per la tanto attesa festa al Casinò Royal... Avrebbe dovuto indossare quel dannatissimo abito blu che William le aveva rifilato.
Ore 21.00 – Las Vegas
Irina fissava dubbiosa il riflesso nello specchio del bagno, studiando con aria critica l'acconciatura dei capelli castani. Li aveva tirati su con un paio di forcine lasciando un ciuffo a coprirle una parte della fronte, mentre il resto ricadeva in morbide onde su una spalla. Molto scenografico, ma decisamentetroppo esagerato per lei. Avrebbe passato tutta la sera a litigare con la frangia.
L'abito, che infilando aveva scoperto essere di Dior, le calzava a pennello, a dimostrare quanto William avesse preso bene le misure del suo corpo. Forse le fasciava un po' troppo il petto, ma lì non era una questione di taglia: serviva a mettere in mostra la "carrozzeria". E la gonna non era poi troppo corta, per gli standard di William: sopra il ginocchio, meno provocante ma più chic.
Si sentiva decisamente fuori posto, e avrebbe tanto preferito rimanersene in albergo. Afferrò il telefono cellulare lasciato malamente sul comodino e chiamò uno dei suoi numeri preferiti.
<< Jenny, mi sta venendo una crisi di panico >> disse, esasperata.
<< Che stai facendo? >> domandò l'amica, incuriosita.
<< Mi sto fissando da mezz'ora nello specchio... Tra poco devo andare a una festa a un casinò con tanto di russi ricconi e inglesi vecchio stile... E non mi sento a posto >>.
Jenny ridacchiò. << Ok... Calma e sangue freddo. Analizziamo tutto... Allora: vestito >>.
<< Blu, gonna al ginocchio, scollatura ornata di brillantini. Dior, oltretutto >> descrisse Irina, neanche stesse facendo la lista della spesa. Non era la prima volta che Jenny le faceva da consulente di immagine a distanza.
<< Cavolo... Dior. Peccato che rispetto a me tu sia una stangona, se no me lo dovevi prestare >> disse l'amica, << Vabbè, sono sicura che è perfetto, con quello che sarà costato. Poi... Scarpe >>.
<< Decolleté bianco perla, tacco otto... Oddio, sembrano quelle da sposa... >> borbottò Irina, guardandosi i piedi.
<< No no, vanno bene. Bianco e blu è perfetto >> ribatté Jenny, << Borsa? Ricorda, abbinata alle scarpe >>.
<< Sì, pochette bianco perla... Quello me lo ricordavo >> disse Irina, gettando uno sguardo alla borsetta adagiata sul letto.
<< Bene... Adesso, capelli >> proseguì Jenny, imperterrita.
<< Stessa acconciatura che avevo al tuo compleanno, ti ricordi? Forse i capelli sono leggermente più mossi... >>.
<< Wow, certo che me la ricordo! >> disse Jenny, entusiasta, << Hai intenzione di far svenire qualcuno, stasera? >>.
Irina sorrise impercettibilmente... Sempre la solita.
<< Tra l'altro, devi dirmi come sta procedendo... >> continuò la ragazza, sorniona.
<< Jenny, dai che ho poco tempo... Ti prometto che quando torno ti racconto tutto quello che vuoi >>.
<< D'accordo... Adesso, accessori. Collana? >>.
<< Sempre la solita. Sai che non la tolgo >> rispose Irina, fissando il ciondolo a forma di quadrifoglio che portava al collo da sempre: regalo della sua mamma.
<< Ok, te lo concedo... Però ci starebbe molto meglio un bel collier... >>.
<< Anche volendo non ne ho uno a disposizione >>.
<< Bene... Cioè, male, ma non importa. Orecchini? >>
Irina fissò il suo volto riflesso, poi si fiondò a cercare il piccolo beauty che usava per tenere i gioielli.
<< Cavolo, me li ero dimenticati... >> borbottò, scaraventando sul letto un paio di jeans, << E dire che sono anche la mia fissazione... >>.
<< Testa fra le nuvole, eh? >> commentò Jenny, << C'è Alexander, vero? >>.
<< Non me lo ricordare, per favore >> disse Irina, trovando finalmente il beauty sotto una montagna di magliette.
<< Perché? >> Jenny ridacchiò.
<< Oh, lascia stare... Ricordami di non comprare più olio abbronzante al cocco perché mi fa strani effetti >> disse Irina, aprendo il beauty.
<< Davvero? Che hai fatto? >> domandò curiosa Jenny, << Va bè, anche questo tienitelo per quando ci vediamo... Allora, cosa hai a disposizione? >>.
Irina guardò le dieci paia di orecchini appoggiati sulla cassettiera davanti allo specchio, tutti lunghi e con pendagli come piacevano a lei.
<< Due paia neri, due argento, due blu, due bianchi e due rossi >> disse, << Immagino quelli bianchi, vero? >>.
<< Giusto >>.
<< Allora... Cuori o farfalle? >>.
<< Cuori >> rispose prontamente Jenny, << Tanti bei cuori >>. E ridacchiò.
Irina infilò rapidamente gli orecchini, controllando che ore fossero. Ancora dieci minuti.
<< Vorrei proprio vederti >> sospirò Jenny, << Sarai bellissima... >>.
<< Non credo proprio >> ribatté Irina, guardando ancora dubbiosa il proprio riflesso, << Ti giuro, non mi sento proprio a mio agio... Sarà una serata traumatica >>.
<< Altro da dire? >>.
<< Sì, ho una bella fasciatura al braccio da coprire... >> disse Irina, rabbuiandosi.
<< Una fasciatura? Che hai combinato? >> chiese Jenny, preoccupata.
<< Niente, un piccolo incidente in auto... Solo un paio di punti... Come lo posso coprire? >>.
<< Un copri spalle >> rispose Jenny, << A maniche lunghe... Però farà caldo... Aspetta... Dimmi che ti sei portata quello che ti ho regalato io >>.
Irina fece mente locale. Aprì il guardaroba e frugò dentro. << Sì, c'è l'ho. Però è rosso >>.
Tirò fuori un copri spalle leggero di cotone, fatto all'uncinetto. Le maglie erano abbastanza piccole da coprire il bianco della fasciatura, ma non troppo fitte da farla scoppiare di caldo.
<< Non importa se è rosso >> disse Jenny, << Anzi, meglio. Staccherà un po'... Mettilo. Com'è l'effetto? >>.
Irina si guardò nello specchio, mordendosi il labbro coperto dal lucidalabbra rosa.
<< Oddio, Jenny... Non mi ci vedo proprio >>.
<< Benissimo. Se mi rispondi in questo modo vuol dire che sei perfetta >> disse l'amica, tranquilla, << E adesso, riversami addosso tutti i dubbi psicologici. Quelli di vestiti li abbiamo risolti >>.
Irina tacque per un attimo.
<< Non so che fare... Stamattina ho fatto un massaggio a William con l'olio, in piscina, e... Bé, mentre lo facevo ho fissato Xander tutto il tempo. Tutto il tempo, capisci? E lui non mi ha staccato gli occhi di dosso... Molto probabilmente pensava fossi uscita di testa... Non posso dargli torto >>.
<< Ehi, frena! Cioè, tu facevi un massaggio a un altro e lo fissavi? Guarda che io ti avevo detto di giocare, non di provocarlo così! >>.
<< Eh? Ma scusa, tu mi avevi detto di osare... >> ribatté Irina, basita e colta alla sprovvista, << Lo sapevo che non dovevo ascoltare il tuo consiglio. Dopo ho cambiato colore tipo venti volte... >>.
Jenny ridacchiò. << Lo farai impazzire. Se la sognerà di notte, quella scena... >>.
Irina avvampò. No, era impossibile. Non era in grado di sortire quell'effetto su nessuno, meno che mai Xander.
Bussarono alla porta. Doveva essere William.
<< Cavolo, devo andare... Prega che stasera non faccia cazzate, Jenny, o mi avrai sulla coscienza >>.
<< Perfetto. Bacia Xander, e non da parte mia, eh? >>. L'amica chiuse la telefonata senza lasciarle il tempo di ribattere.
Bussarono ancora. << Arrivo, arrivo! >> gridò Irina. Recuperò la borsa e aprì la porta.
William la squadrò da capo a piedi, indugiò sulla sua scollatura e rimase di ghiaccio. Indossava uno smoking nero con camicia bianca e cravatta blu. Perfetto anche lui.
<< Bè, la misura era giusta >> commentò.
Irina si voltò per chiudere la porta, e William le diede una pacca sul sedere.
<< Ahi! >>.
<< Non ho resistito >> disse William, sorridendo, << Ti fa un bel culo, questo vestito >>.
<< Tienimi lontano Boris, allora. Almeno stasera >>.
<< D'accordo, stasera lo tengo a bada io >>.
Scesero in auto, tenuta pronta davanti all'entrata dell'albergo da uno degli inservienti. La Mercedes Slk McLaren era stata tirata a lucido, e la vernice metallizzata brillava sotto le luci artificiali. Non c'era traccia di Xander, in giro.
Raggiunsero il Royal Casinò per primi; il parcheggio esterno era ancora vuoto. Un intero piano era riservato a loro, sale da gioco, bar e ristorante compresi.
Entrarono dentro e vennero accolti da un paio di camerieri, a cui William rivolse un cenno. Arrivò un uomo vestito con un perfetto doppiopetto nero, dall'aria molto distinta e gli porse un grosso menù in carta filigranata. Irina intanto si guardava intorno.
Avevano cambiato arredamento, dall'anno scorso. L'ingresso era un trionfo di legno pregiato e tappeti soffici, ornati da piante rigogliose e poltrone di pelle bianca. Tutto molto... Extra-lusso.
<< Questo è il menù della cena di stasera >> disse l'uomo in doppiopetto, << Tutto come lei aveva richiesto... Ci siamo permessi l'aggiunta di un dessert a sorpresa >>.
William sorrise leggendo il foglio. << Perfetto. Mio padre? >>.
<< E' già di sopra, signore >> rispose l'uomo, << Vi accompagno >>.
Irina e William seguirono l'uomo fino a un grande ascensore a specchio, dove lei ebbe modo di guardarsi di nuovo. Le venne un altro attacco di panico, ma rimase zitta.
L'ascensore si aprì su di una grande sala, dove tavoli rotondi e perfettamente apparecchiati erano disposti a intervalli regolari. Al centro c'era un bancone dove venivano preparati i cocktail, e un ragazzo era già all'opera, preparando una sangria a opera d'arte.
<< Di là ci sono i tavoli da gioco >> spiegò il maitre, << Più la sua aggiunta >>.
Irina gettò un'occhiata a William, il viso compiaciuto. L'aggiunta era, come al solito, un certo numero di belle ragazze pronte a finire nel letto di qualcuno pur di guadagnare un'entrata extra.
<< Scegli il tavolo che vuoi, bambolina >> disse William, << Vado a dare un'occhiata >>.
William sparì nella sala da gioco, e Irina si guardò intorno, cercando il tavolo migliore. Optò per quello vicino alla vetrata che dava sul giardino: se si fosse annoiata, almeno poteva guardare fuori.
Si sedette al tavolo con aria stanca, e il ragazzo dei cocktail la raggiunse con in mano un vassoio.
<< Alcolico o analcolico? >> domandò con un sorriso.
<< Oh... Ehm, analcolico >> rispose Irina, memore dell'ultima esperienza con il troppo alcool.
Il ragazzo sorrise ancora e le indicò tre bicchieri. << Pesca, fragola e melone. Io consiglio melone >>.
Le porse gentilmente il bicchiere e lei lo prese. << Grazie >> mormorò.
Il ragazzo ammiccò e tornò al suo lavoro. In effetti, era molto buono, pensò Irina bevendo il cocktail. Nel giro di dieci minuti arrivarono un dozzina di persone, tra cui Boris, che per l'occasione aveva smesso i tipici abiti da magnate russo e indossava lo smoking scuro che non contribuiva minimamente a slanciare la sua figura.
Finalmente William riemerse dalla sala dei tavoli da gioco insieme a suo padre, che evidente aveva dato "un'occhiata" anche lui, ma aveva iniziato molto prima.
Lo Scorpione si mise a parlare con gli ospiti già arrivati, mentre Irina guardava nervosa l'orologio appeso sopra all'entrata. Sarebbe arrivato, prima o poi.Xander.
Infatti, si materializzò sulla soglia dieci minuti dopo, da solo, e Irina rimase senza fiato. Indossava anche lui uno smoking nero, probabilmente opera di Armani, e una bella camicia grigio chiaro, intonata al grigio scuro della cravatta. Il suo sguardo vagò incuriosito lungo la sala, poi si puntò su di lei.
Irina trasalì. Sentirsi quelle iridi color oceano addosso le dava una strana sensazione. Strana, ma piacevole. Non c'era niente di strafottente, diprovocatorio, di famelico, nei suoi occhi: era solo uno sguardo amichevole, affettuoso, forse. Tuttavia non poté fare a meno di arrossire, ripensando a quello che Jenny le aveva detto poco prima, al telefono. Abbassò gli occhi, imbarazzata, e maltrattò il tovagliolo che aveva tra le mani.
Lo sapeva, sarebbe venuto al suo tavolo prima o poi, e quello comportava che avessero dovuto guardarsi e parlarsi per forza. Ma le sembrava tutto così difficile, in quel momento, per niente spontaneo. Perché lui era qualcosa di così vicino alla perfezione da renderla nervosa: sempre educato, sempre gentile, sempre troppo bello per essere vero. E lei non poteva esserne all'altezza.
Un attimo dopo, gli altri otto occupanti del suo tavolo vennero a sedersi ai loro posti: William, Dimitri, Hanck, Sebastian, Boris, George Challagher, Richard il Lord, e Xander.
Questa volta, William si sedette alla sua sinistra, e Dimitri venne invitato a prendere il posto di Boris, alla sua destra. Niente pacche sul sedere per lei, quella sera. Xander, invece, finì vicino a Richard, proprio davanti allo Scoprione. E a lei.
<< Signori, vi invito a dare uno sguardo al menù >> disse George, afferrando il suo con aria compiaciuta, << Quest'anno è tutto a scelta nostra... Uh, questo mi piace >>.
Xander diede un rapido sguardo poco interessato ai piatti proposti, poi tornò a guardare lei, rivolgendole un enorme sorriso brillante. Irina ricambiò, poi finse di essere particolarmente presa dai dolci.
Già dopo la prima portata, Irina era sazia. Aveva lo stomaco chiuso per l'agitazione e le mani che le sudavano. Xander non aveva smesso di guardarla per un attimo, nemmeno mentre parlava con William. Forse la trovava ridicola?
Poco prima dell'arrivo dei secondi, William notò che stava lasciando tutto nel piatto e si voltò a guardarla.
<< Che hai? >> chiese.
<< Niente... Non ho fame >> rispose Irina.
<< Stai male? >> domandò lo Scorpione, anche se il suo tono appariva scocciato.
<< No, sto bene... Posso alzarmi un momento per andare in bagno? >> disse Irina, speranzosa.
William la squadrò un momento. << Vai. Tra dieci minuti portano i secondi >>.
Irina si alzò in tutta fretta e chiese al ragazzo dei cocktail dove fosse il bagno. Lui glielo indicò con gentilezza e lei uscì dalla sala.
Solo davanti allo specchio ovale che rifletteva la sua immagine si concesse di respirare di nuovo. Si appoggiò al lavandino di marmo bianco, cercando di riguadagnare la calma.
Perché Xander le stava facendo quello stranissimo effetto? Non riusciva nemmeno a parlare! Era rimasta in silenzio come un'ebete fino a quel momento, neanche fosse nata muta.
Jenny, aveva bisogno di Jenny... Cercò il cellulare, ricordandosi solo in quel momento di aver lasciato la borsa appesa alla sedia, in sala da pranzo. Avrebbe dovuto vedersela da sola.
<< Ok, tranquilla >> mormorò a sé stessa, sperando che nessuno entrasse in quel momento, << Tranquilla... Non è successo niente di grave. Niente. Mi sta solo guardando... Non c'è nulla di strano >>.
Non c'era nulla di strano? Non la smetteva di fissarla, era perfettamente normale, come cosa?
No.
"Si sta vendicando per stamattina. Lo fa apposta: vuole che provi la stessa cosa che ha provato lui...".
Possibile? Possibile che anche lui si fosse sentito come si sentiva lei in quel momento? No, decisamente no.
<< Ecco, allora basta >> borbottò.
Sarebbe tornata di là come niente fosse e avrebbe finalmente aperto bocca. Perfettamente tranquilla. Se la gente voleva fissarla, che facesse pure. Se aveva qualcosa di strano non erano affari loro.
Risoluta, uscì dal bagno e tornò al suo posto. Il cameriere stava servendo abbondanti porzioni di gamberi a tutti, e la guardò aspettandosi l'ennesimo rifiuto da parte sua. Irina sorrise e disse: << Sì, grazie >>.
E adesso, era ora di affrontare Xander.
Alzò lo sguardo su di lui, e sorrise accennando al modo buffo con cui il suo vicino di posto inglese stava aprendo i gamberi: con forchetta e coltello, neanche fossero al cospetto della Regina. Lui ammiccò e indicò il suo bicchiere di vino bianco, ancora perfettamente pieno.
<< Per stasera niente alcool >> disse Irina, << Ne ho bevuto abbastanza l'altra sera >>.
Xander ridacchiò, ma William le rivolse un'occhiataccia. Prese il bicchiere pieno e lo scambiò con il suo, vuoto.
Irina si strinse nelle spalle con aria noncurante a iniziò a sgusciare il suo gambero.
Era stata brava. Si era calmata e aveva sostenuto una brevissima conversazione senza impappinarsi. Se andava avanti così, poteva anche pensare di passare una bella serata.
Davanti all'enorme torta servita come dolce, Irina immaginò l'ago della bilancia di casa sua spostarsi verso destra... Bé, era un po' che non mangiava dolci: poteva anche fare uno strappo alla regola.
Mangiata la sua piccola fetta, osservò gli occupanti del tavolo alzarsi diretti al bancone dei cocktail, molto probabilmente per servirsi di un digestivo, dopo la cena a dir poco abbondante. Rimase seduta, aspettandosi l'invito ad alzarsi di William, che però non venne.
Senza esserne troppo dispiaciuta, volse lo sguardo alla finestra per osservare il cielo buio e sereno.
Qualcuno le posò davanti un bicchierino con un liquido chiaro all'interno, ornato da una bella ciliegina.
<< La signorina gradisce un digestivo? >>.
Non era il simpatico cameriere di prima, come si aspettava, ma Xander. Irina lo guardò, poi spostò gli occhi sul bicchiere.
<< E' alcolico, vero? >> domandò.
<< Sì >>.
<< Allora forse è meglio che evito... >>.
Xander si esibì in un fantastico ghigno. << Avanti, ti controllerò io, stasera >> disse, << E' stato piuttosto divertente, l'altra sera >>.
Irina gli rivolse un'occhiata dubbiosa, poi sorrise. << D'accordo. Se ci pensi tu a contare i bicchieri che svuoterò stasera... >>. Mandò giù tutto d'un fiato il "digestivo". << Ma chi controllerà te? >>.
<< Tu, naturalmente >> ribatté lui, sornione.
<< Ah, bé, allora siamo messi bene... >> mormorò Irina, << Non vai a farti una partita a... che ne so... Poker, roulette? >>.
Lui fece un cenno di diniego con la testa. << Non mi piacciono >> rispose, tranquillo.
Irina gettò un'occhiata alla porta che nascondeva la stanza dei "divertimenti": erano già quasi tutti dentro, tranne un paio di ragazzi.
<< William vi ha preparato un regalino >> disse lei, pensando al gruppone ragazze in costume da coniglietta pronte a far da assistenti a chiunque. << Ti conviene approfittarne >>.
<< In effetti, ha detto che potevamo scegliere la ragazza che preferivamo >> ribatté Xander, una scintilla divertita negli occhi. << Immagino tu sia compresa, no? >>.
<< Uhm... Potrei dire che tu mi stia importunando >> disse lei, stando al gioco, << Ma non lo farò... Ti perdono solo perché mi hai fornito quel bel digestivo che funziona, sai? >>.
Xander ridacchiò. << Bene... Ti andrebbe di svignarcela per un po'? Prima che torni il pinguino... >>.
Irina inarcò un sopracciglio. << Il pinguino? >>.
<< William >> spiegò Xander, << Non ti sembra tanto un pinguino, con quella camicia bianca e lo smoking nero? Altro che Scorpione... Manca solo che cammini saltellando e inclinandosi a destra e sinistra, e poi è perfetto >>.
Irina scoppiò a ridere. << Oh, bé, sarebbe molto meno... minaccioso >>.
<< Allora? Ce la squagliamo? >> domandò di nuovo Xander.
<< Dove vuoi andare? >> chiese lei.
<< Di sotto. C'è un bel giardino... Credo di aver bisogno di fumare una sigaretta >> rispose Xander.
Veramente aveva detto di non fumare... Comunque, senza fare commenti, Irina acconsentì, sapendo che non voleva passare il resto della serata in disparte e da sola. Ma forse non era proprio una buona idea...
Si alzò, mentre Xander appoggiò il suo bicchiere sul tavolo. Si voltò a guardare il ragazzo dei cocktail, che mescolava la sangria con aria annoiata. Peròaveva appena smesso di guardarli.
<< Dammi solo un momento >> disse Xander, dirigendosi verso il barman e frugandosi nella tasca interna della giacca. Fronteggiò il ragazzo con aria tranquilla e disse, porgendogli quella che era inequivocabilmente una mazzetta di denaro: << Non ci hai visti né sentiti uscire, intesi? >>.
Stupita, Irina guardò il ragazzo spostare lo sguardo prima dai soldi poi a Xander. Sorrise tristemente e fece di no con la testa: << Farò finta di niente, ma non li voglio. Grazie lo stesso >>.
Xander intascò di nuovo il denaro, lo ringraziò e raggiunse Irina, ancora basita. La prese sottobraccio come se niente fosse e raggiunsero l'ascensore.
<< Non sapevo che andassi in giro con delle mazzette così consistenti... >> disse Irina.
<< A volte possono tornare utili >> ribatté Xander, ammiccando divertito.
Raggiunsero il bel giardino situato vicino alla piscina, deserta. Una fontana suggestiva sgorgava acqua in una vasca a idromassaggio ora spenta, illuminata da una luce azzurra. Un paio di panchine di legno pregiato si trovavano sotto il cono di luce di alcuni lampioni in ferro battuto. La foglie delle alte palme si muovevano leggere nel vento caldo della sera.
Xander tirò fuori una sigaretta e la accese, portandosela tranquillamente alla bocca. Le porse il pacchetto in una muta offerta, ma lei fece un segno di diniego.
<< Non avevi detto che non fumavi? >> chiese Irina, divertita.
Lui si strinse nelle spalle. << Sono un po' nervoso, stasera >> rispose lui, sorridendo.
Nervoso lui? E quando mai? Era sempre perfettamente impassibile, controllato... Semmai, quella nervosa era lei.
<< E come mai? >> domandò.
<< Mi metti in soggezione >> rispose Xander, ridacchiando.
<< Scemo... >> mormorò lei, chiedendosi che quella fosse la sua risposta, o se fosse un modo per sviarla. Lo guardò, perfetto nel suo completo giacca e cravatta, la sigaretta in mano e lo sguardo divertito.
<< Aaahh, e dammene una anche a me >> sbottò alla fine, porgendo la mano.
Xander le posò una sigaretta in mano e gliela accese, sempre ridacchiando sotto i baffi.
<< Non avevi detto che non fumavi? >> le fece il verso.
<< Sono un po' nervosa, stasera >> ribatté lei, soffiando una nuvoletta di fumo, sentendosi piccata.
Con un gesto rapido, Xander si levò la giacca e la lanciò sulla panchina più vicina, allentando la cravatta. Sbuffò, evidentemente infastidito da tutte quelle formalità, e le sorrise.
<< Perché mi guardavi, prima? >> chiese Irina, in uno slancio di coraggio.
<< Notavo che il blu ti dona molto >> rispose, spegnendo la sigaretta.
Irina alzò gli occhi al cielo. << Questa sera sei in vena di bugie, vero? >> disse, esasperata.
Lui ridacchiò. << No, sono sincero... Tu è da stamattina invece che sei in vena di provocarmi >> disse, << Non lo sai che il cocco mi fa impazzire, e che il blu è il mio colore preferito? >>.
<< Adesso lo so >> ribatté lei, colta alla sprovvista. Lo guardò di sottecchi, con il suo bel sorriso in mostra. Per togliersi dall'impiccio spense la sigaretta e si tolse il copri spalle, perché aveva un po' caldo, e non era solo la serata.
Un brivido le corse lungo la schiena, quando sentì la mano di Xander sfiorare il suo tatuaggio tra le spalle coperte. << Credi che sia ora che me ne faccia uno anche io? >> lo sentì domandare.
Irina si voltò, e si ritrovò faccia a faccia con Xander. Sentì il cuore andare a mille quando si rese conto che la stava tenendo per i fianchi, delicatamente. Abbassò lo sguardo sul suo petto, sulla camicia grigia di stoffa pregiata, sulla cravatta allentata... Poi lo alzò di nuovo gli occhi e incontrò i suoi, di quell'azzurro ghiaccio che non aveva mai visto in nessun'altro...
<< Mi chiedevo se sarebbe possibile usufruire di uno dei tuoi massaggi, un giorno >> disse lui, lo sguardo divertito di chi sta giocando, << A meno che tu non sia brava anche in altre cose... >>.
Irina arrossì di colpo, ma non fece niente per allontanarsi. Stava troppo bene lì, vicino al suo corpo possente e al suo fiato profumato che le solleticava il viso. Ma qualcosa di lei rimaneva comunque tesa, qualcosa che non sarebbe cambiata mai: la paura di fare di nuovo lo stesso stupido e ingenuo errore di due anni prima. La stessa paura di sbagliare ancora, di farsi di nuovo del male.
"Se devi provarci, Xander, fallo stasera, fallo adesso... Oppure non lo fare mai più".
Lei non si sarebbe mossa, non avrebbe fatto il primo passo. Era l'unica difesa che le era rimasta: la volontà di non sbagliare. Ma se fosse stato lui a cominciare, non si sarebbe opposta, perché in quel momento era la cosa che il suo cuore bramava di più. Stava abbattendo tutti i muri che si era costruita attorno per proteggere ciò che rimaneva di lei. Uno per volta, lentamente, ma ci stava riuscendo. Forse perché era la persona che aspettava da una vita.
<< Dimmi una cosa, Irina >> soffiò Xander, ora quasi serio, << Quante cose ancora mi stai nascondendo? >>.
Lei lo guardò: cosa le rimaneva ancora da nascondere? Il dolore immenso che provava? La paura con cui conviveva da due anni, da vigliacca qual'era? La consapevolezza di non avere niente sotto controllo, nella sua vita, nemmeno lei stessa?
<< Che importanza ha? >> rispose, abbassando la testa, << Tanto le scoprirai, no? Esattamente come hai fatto fino ad adesso >>.
No, non avrebbe scoperto più niente di lei, perché sapeva tutto, ormai. Solo una cosa rimaneva chiusa nel suo cuore, una cosa che non avrebbe mai scoperto perché lei non gliene avrebbe mai dato la possibilità. Mai.
Xander la prese per il mento e la costrinse a guardarlo in faccia, delicatamente come ogni volta che la toccava. La guardò per un momento negli occhi, poi disse: << Irina, qualunque problema tu abbia, me ne puoi parlare. Qualunque cosa sia, capito? Mi hai aiutato fino ad adesso, e non ti lascio nei guai da sola. E' una promessa, capito? >>.
Irina sorrise, senza comprendere quella sua uscita. Perché Xander era in grado di farla sempre sentire spogliata? Sapeva sempre se le stava nascondendo qualcosa o meno... Era proprio un libro aperto?
<< Xander... L'unica cosa che ti ho chiesto di promettermi è che non fallirai >> disse, << E' l'unica cosa che ti chiedo. Di me ormai sai tutto... Non ti sto nascondendo niente. Sei tu, quello di cui non so quasi nulla >>.
Sorrise, sapendo di essere andata a segno. Se aveva architettato tutto per provarci con lei, lo aveva smascherato. Doveva scoprirsi, chiarire esattamente cosa voleva.
Xander rimase in silenzio, forse preso in contropiede, ma non la lasciò andare. Abbassò lo sguardo per un attimo, poi tornò a puntare i suoi occhi azzurri su di lei.
<< Irina, anche io ho smesso di nasconderti chi sono e cosa voglio >> disse, << Ci siamo scoperti a vicenda. Non ci rimane che capire se vogliamo la stessa cosa >>.
<< E tu cosa vuoi? >>.
<< Qualcosa che non posso avere >>.
Irina rimase zitta, incerta su come interpretare le sue parole. Le stava dicendo che, per caso... Jenny poteva avere ragione?
<< E tu cosa vuoi, Irina? >>.
<< Che tu non fallisca. Perché se non fallisci, posso avere tutto il resto >>.
E lo abbracciò, troppo presa da se stessa per capire cosa stava facendo. Xander era la sua unica speranza, l'unica possibilità che le veniva data per riguadagnare la libertà. L'unica persona in grado di tirarla fuori da quel gioco perverso e senza uscita in cui si era infilata per necessità. Se lui portava a termine la sua missione, lei avrebbe chiuso.
E non voleva distrarlo, né poteva. Qualunque cosa volesse lui, non doveva essere lei.
<< Ti giuro che farò tutto il possibile >> mormorò Xander, stringendole le spalle in quell'abbraccio disperato, la sua unica ancora di salvezza.
<< Grazie, Xander. E io farò il possibile per aiutarti >> disse lei.
Si staccò e si guardarono in faccia, sorridendo.
"Se vuoi baciarmi, non farlo, Xander... Non farlo, perché io non sarò in grado di tirarmi indietro, adesso".
Ma non successe niente. Continuarono a guardarsi, in silenzio, senza che lui accennasse ad avvicinare il volto al suo...
Il cellulare nella borsa di Irina squillò, e lei si scostò rapida.
<< Questo è William >> disse, a bassa voce, << Mi starà cercando >>.
Recuperò il copri spalle e la borsa, e si voltò per guardarlo un'ultima volta.
<< Scusami >> disse.
Xander la guardò, un sorriso triste sul volto bellissimo.
<< Scusami tu, Irina... Per tutto quello che sto facendo >> disse.
Lei sorrise. << Stiamo sbagliando tutti e due, Xander >>.
E si voltò per tornare di sopra.
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