Capitolo XIII
'Cause I'm not that kind of girl.
And it's not my kind of world,
no it's not for me
not where I wanna be.
[ Not a kind - Anastacia ]
"Perchè io non sono quel tipo di ragazza
e questo non è il mio genere di mondo
No, non fa per me
non è il posto in cui voglio stare"
Ore 10.00 – Casa Challagher
William chiuse il bagagliaio della Mercedes SL McLaren argentata, dopo aver caricato l'ultima valigia. Irina attendeva vicino alla portiera, osservando Sebastian, il meccanico dello Scorpione, chiudere il grosso camion che trasportava la Lamborghini Revènton che aveva intenzione di usare per le gare. Dimitri aspettava insieme a Hanck al volante della Lamborghini Murcielago arancione, a pochi metri da loro.
Era giovedì, il giorno previsto per la partenza verso Las Vegas, e come promesso, Irina ci sarebbe andata. Sandra le avrebbe tenuto Tommy, e aveva informato le amiche che per qualche giorno sarebbe stata fuori città. William aveva ritenuto che non fosse necessario che venisse con la sua auto, visto cheper lei non ci sarebbero state gare.
<< Possiamo andare >> disse William, montando in macchina. Irina salì nel lato passeggero e partirono.
Raggiunsero l'autostrada, imboccandola rapidamente, uno dietro l'altro. La Mercedes si piazzò sulla corsia di sorpasso, seguita dalla Murcielago, accelerando ben oltre il limite di velocità. Il camion con la Lamborghini rimase subito indietro, e come da accordo li avrebbe raggiunti con più calma.
Irina sedeva in silenzio, ascoltando la radio che lo Scorpione teneva a medio volume. La guardò con la coda dell'occhio e disse: << Alexander ti ha già chiesto di sfidarlo? >>.
<< No >> rispose Irina, << Pensavo lo facesse, ma non mi ha ancora chiamato... >>.
<< Bene >> disse William, << Avrai ancora un po' di tempo per allenarti >>.
Irina sospirò. Da una settimana lo Scorpione l'aveva costretta a correre nel suo circuito privato, dicendole che doveva prepararsi per la sfida con Alexander. Non si era mai comportato in quel modo, e forse iniziava a rendersi conto che il nuovo arrivato aveva le capacità per batterlo. Non le era sembrato preoccupato, ma poteva anche nasconderlo.
<< A che ora è il ritrovo? >> chiese lei, per cambiare discorso.
<< Alle cinque, al Paradise Hotel >> rispose William, << Stesso posto dell'anno scorso >>.
Irina guardò fuori dal finestrino, vedendo sfrecciare via le auto che lo Scorpione superava senza difficoltà. Si mise comoda nell'avvolgente sedile di pelle rosso scuro della Mercedes SL e distese le gambe. Tutto sommato, sarebbero stati quattro giorni abbastanza riposanti, per lei. Niente gare, niente lezioni, niente bambini o familiari a cui badare... Avrebbe dovuto solo prendere parte a qualche festa, ma la mattina avrebbe avuto tutto il tempo di recuperare il sonno perduto. Era una sorta di piccola vacanza.
<< C'è anche Boris? >> chiese Irina, appoggiando il braccio sulla portiera.
<< Sì >> rispose William.
Irina alzò gli occhi al cielo e sbuffò. Boris era uno dei tanti parenti di Dimitri che vivevano ancora in Russia, uno zio di secondo grado che spacciava droga nei dintorni di Mosca. Lei lo detestava: era una delle persone più viscide, più rozze e volgari che avesse mai conosciuto.
William le mise una mano sulla coscia e sorrise.
<< Lo so, lo odio anche io >> disse, stranamente comprensivo, << Ma in fondo è lo zio di Dimitri... Facciamo buon viso a cattivo gioco >>.
<< Tienimelo lontano >> disse Irina, << Altrimenti non mi faccio problemi a mandarlo a quel paese... >>.
William ridacchiò. << D'accordo... Ma sai meglio di me che ha un debole per te... Gli piace provocarti >>.
<< Allora digli di non farlo >>.
Tutte le volte che qualcuno le dava fastidio, lo Scorpione prontamente lo faceva tacere. Era uno dei pochi vantaggi di "essere la sua ragazza": se gli chiedeva di tenergli lontano qualcuno, soprattutto se sembrava dimostrare un po' troppa simpatia nei suoi confronti, William lo rimetteva subito al suo posto.
<< Chi cazzo è questo? >> borbottò all'improvviso William, guardando nello specchietto retrovisore.
Irina si girò e guardò oltre il lunotto posteriore: una Maserati Granturismo nera li seguiva a ruota, i fari abbaglianti che lampeggiavano. Sorrise, vedendoXander farle un cenno divertito.
<< E' Alexander >> disse la ragazza, tornando a guardare davanti, ancora sorridendo.
William ridacchiò. << Poteva essere solo lui... >> commentò.
Rallentò leggermente, mentre la Maserati si affiancava alla loro destra. Irina salutò Xander con la mano e lui rispose nello stesso modo.
Diversamente da Boris, era contenta che ci fosse anche Xander. Anche se era lì solo per lavoro, le faceva piacere averlo vicino, perché le dava una stranissima sensazione di sicurezza. Dopo la vicenda di suo padre, una settimana prima, aveva conquistato un posto particolare tra i suoi affetti, inutile negarlo. E poi era troppo bello quando le sorrideva in quel modo tutto suo.
William fece qualche gesto silenzioso verso la Maserati, poi sorrise.
<< Adesso ci divertiamo un po'... Rendiamo questo viaggio un po' più movimentato >> disse, sghignazzando.
Premette a fondo sull'acceleratore, sfiorando i 240 km/h. La Maserati li seguì a ruota, mettendosi dietro di loro. Irina alzò leggermente il volume della radio, appoggiò la testa sul sedile e si rilassò completamente. La capacità di guidare era l'unica cosa su cui poteva contare, in William.
Ore 14.00 – Las Vegas, Paradise Hotel
La Mercedes SL si fermò davanti all'Hotel Paradise, dietro di lei la Maserati nera e la Murcielago. Una mezza dozzina di inservienti in uniforme li attendevano sulla gradinata dell'enorme albergo dalla facciata bianca e dalle ampie finestre a specchio, che riflettevano la luce intensa del sole.
Irina scese dall'auto, guardandosi intorno come faceva ogni anno. Non era cambiato niente, dall'ultima volta in cui ci era stata. Las Vegas rimaneva sempre la stessa: la città dei divertimenti, dello svago e degli eccessi. I casinò, i colorati locali alla moda e gli alberghi di lusso si stagliavano all'orizzonte, incorniciati dal cielo azzurrissimo.
Tre degli inservienti dell'albergo si occuparono delle valigie, mentre gli altri tre portarono via le auto. William andò incontro a Xander con aria divertita.
<< Siamo arrivati con largo anticipo >> disse, << Che fai già qui? L'appuntamento era alle cinque >>.
Xander si strinse nelle spalle. << Ho imparato che chi arriva si prende la stanza migliore >>.
Irina gli sorrise senza farsi vedere, mentre William rise. << Già, hai ragione. Entriamo >>
La ragazza raccolse la sua borsa e li seguì dentro, insieme a Dimitri ed Hanck. Senza farsi notare da nessuno, Xander le fece l'occhiolino.
Appena misero piede nella hall dell'albergo, tirata a lucido e piena di poltroncine accoglienti, venne loro incontro un uomo di circa cinquantacinque anni, con radi capelli scuri e gli occhi verdi. Indossava un impeccabile completo giacca e cravatta blu scuro, con la camicia azzurra e i gemelli che tenevano i polsini delle maniche d'oro scintillante.
<< William! >> gridò, abbracciando il figlio con calore.
Irina guardò George Challagher scrutare lo Scorpione con aria allegra, poi posare il suo sguardo molto simile a quello del figlio su di lei. Le baciò la mano con gesto galante e la salutò: << Bentornata, Irina. Sono felice di vederti >>.
Lei fece un cenno con la testa, poi si fece da parte e attese che William presentasse Xander, guardando come reagiva davanti alla finta gentilezza diChallagher senior. Lui fu altrettanto affabile, ma le gettò un'occhiata per dirle che aveva capito che quell'uomo era tale e quale a suo figlio.
<< Prego, prego >> disse George, facendoli avvicinare al grande bancone degli arrivi, dove un altro inserviente in uniforme li accolse cordialmente, << Fatevi dare i badge per le stanze... Poi scendete a prendere un caffè >>.
Irina attese che l'uomo le consegnasse la sua tessera magnetica: camera 245, la stessa dell'anno prima. William gli diede la sua, della stanza 246, e il suo cellulare con il portafoglio e le disse: << Portameli su in camera. Vado a fare due chiacchere con mio padre >>.
Irina annuì e prese in consegna gli oggetti, mettendoci più tempo del previsto per aspettare Xander, che stava ritirando la sua chiave. Dimitri e Hanck li precedettero a uno degli ascensori, e sparirono dentro.
<< Stanza 211 >> lesse Xander sul badge, affiancandosi a lei, << Piuttosto lontani, eh? >>.
<< Sei al piano di sotto >> disse Irina, divertita, << William ti tiene d'occhio >>.
<< Già... Chissà perché >> ribatté Xander, soave.
Irina premette il tasto dell'ascensore ed entrarono dentro.
<< Ti ha dato una suite, sai? >> disse Irina, ricordandosi solo in quel momento che la stanza 211 era esattamente sotto quella di William.
Xander le gettò un'occhiata. << Davvero? Come mi tratta bene... In che camera sei tu? >>.
<< 245, di fianco a William >> rispose Irina, poi aggiunse maliziosa, << Perché lo vuoi sapere? >>.
<< Nel caso soffrissi di insonnia... >> ribatté Xander, ridacchiando.
Irina scoppiò a ridere, sapendo che entrambi stavano scherzando. << Sarà il caso di farti portare una camomilla, allora >> disse.
L'ascensore si fermò, e Xander le disse: << Ti aspetto sotto tra dieci minuti... >>.
Senza neanche pensarci lei annuì, poi pigiò il tasto del piano superiore. Raggiunse la stanza numero 245, aprì la porta ed entrò.
La camera era grande, dalle pareti color crema e l'arredamento moderno. Un grande letto matrimoniale campeggiava al centro, con sopra un pacco avvolto in carta rossa e un biglietto. La porta di vetro si apriva su un terrazzino che dava sulla piscina.
Incuriosita dalla scatola, Irina prese il bigliettino e lo aprì.
"Per la mia bambolina... Indossalo domenica sera per la festa"
Irina aprì il pacco: era un vestito, blu oceano, dalle spalline sottili e il corpetto aderente, con piccoli brillantini sullo scollo diritto. Bellissimo, ma forse troppo provocante per lei.
Sospirò. Tutti le dicevano che con il blu stava benissimo, perché faceva un bel contrasto con la sua pelle chiara, ma lei non si piaceva. Né con il blu, né con nessun'altro colore. Né quando indossava abiti normali, né quando si agghindava per andare alle feste. Rifiutava qualsiasi parte del suo corpo, e metterlo in mostra per lei era solo fonte di imbarazzo e irritazione. Ma William questo non lo aveva mai capito, come troppe altre cose.
Ripiegò l'abito e lo rimise nella scatola, riponendola nell'armadio insieme ai suoi vestiti, tirati fuori dalle valigie che aveva trovato già in camera. Si ricordò di dover lasciare il telefono e il portafogli di William nella sua stanza, così uscì ed entrò nella camera 246.
La suite di William era grande il doppio della sua camera, e il bagno ne occupava almeno un terzo. Era dotata di ogni confort possibile, e in un angolo era incassato un grosso frigobar sempre a sua disposizione.
Irina lasciò il telefono e il portafogli sul letto, uscì e si richiuse la porta alle spalle. Guardò l'orologio e raggiunse l'ascensore, sapendo che sotto la stava aspettando Xander.
Lo trovò nella hall, solo, che parlava al telefono con qualcuno, forse con Jess. Le fece un cenno e le disse di aspettare un momento, così lei attese in silenzio appoggiata al muro.
<< Sì, ci sentiamo stasera >> disse Xander, << Stai tranquilla... Va bene, ciao >>.
Sentire che stava parlando con una donna le fece venire in mente una cosa: magari aveva una ragazza, nascosta da qualche parte. Un tipo come lui difficilmente si sarebbe ritrovato da solo.
<< Scusami >> disse Xander, << Ho finito >>.
Irina sorrise. << Figurati... La fidanzata è preoccupata? >> domandò, divertita e un po' curiosa.
Xander la guardò, sorpreso. << Oh... No. Veramente era mia madre... >> spiegò, come se la cosa lo infastidisse, << A volte è un po' invadente... E comunque, se avessi una ragazza sarebbe molto meno preoccupata... >>.
Irina sorrise e raggiunsero il grande bar della piscina, dove William e suo padre stavano parlando seduti a un tavolino di metallo, sorseggiando un drink con ghiaccio sotto un ombrellone.
<< Vieni, mia cara >> disse George, cedendole galantemente la sua sedia, << Siediti. Cosa gradisci? Qualcosa di fresco? >>.
<< Sono a posto così, signor Challagher >> rispose Irina, infastidita dalla finta cortesia che quell'uomo ostentava sempre con lei, << La ringrazio comunque >>.
Xander si sedette di fianco a loro, mentre William domandava a lei: << Ti è piaciuto il mio regalino? >>.
Irina annuì stancamente, e notò che Xander la stava guardando.
<< Quindi tu sei l'ultimo arrivato >> disse George, guardando Xander ammirato, << Maserati Granturismo, auto di classe... Arrivi da New York, vero? >>
Xander annuì, senza aggiungere altro.
<< Come mai da queste parti? >> chiese George.
Irina gettò un'occhiata a Challagher senior, poi guardò Xander per vedere cosa avrebbe risposto. Lui sorrise con aria noncurante, poi rispose: << Mi sono fatto le ossa a New York, e sono stato anche a Boston... Le gare non erano abbastanza combattute, per i miei gusti >>.
George ridacchiò. << Capisco... Bé, qui di certo hai trovato pane per i tuoi denti >>. Guardò l'orologio e poi aggiunse: << Vi devo lasciare... Ho un paio di cose da sbrigare >>.
L'uomo si alzò, salutò tutti quanti e sparì nella hall dell'albergo. Anche William sembrò volersene andare.
<< Vado a vedere se è arrivato Sebastian >> disse, << Così scarichiamo l'auto... Ci pensi tu, se arriva qualcuno? >>.
Irina annuì, poi lo Scoprione gettò un'occhiata eloquente a Xander e se ne andò. La ragazza tirò un sospiro di sollievo, e bevve dal bicchiere che le era stato posato davanti. Appena William fu sparito dalla circolazione, sorrise.
<< Allora, come ti sembra questo posto? >> chiese.
<< Non posso lamentarmi di certo >> rispose Xander, appoggiandosi allo schienale della sedia, << Ci sarà da divertirsi >>.
<< Vedrai... Non a caso William ha scelto Las Vegas >> disse Irina.
Vide qualcuno muoversi oltre la vetrata della hall, e riconobbe la testa nera e la barba altrettanto scura di Boris Goryalef, l'enorme anello d'oro con uno smeraldo incastonato infilato nel dito della mano destra che scintillava alla luce del sole.
<< Oh no, ma è già qui? >> borbottò Irina, alzandosi in piedi.
<< Chi? >> domandò Xander, seguendo il suo sguardo.
Irina sbuffò. << Oh, lascia perdere... Arrivo subito >>.
Si diresse verso la hall a passo rapido, entrò e trovò Boris insieme ad altri due ragazzi, forse cugini di Dominic, alle prese con una dozzina di valigie. L'uomo la vide e sorrise, e si intravide uno dei suoi molari d'oro.
<< Fenice, eccoti di nuovo qui! >> esclamò, senza tentare di nascondere il suo fortissimo accento russo.
<< Stessa stanza dell'anno scorso >> lo interruppe Irina, senza nemmeno salutarlo, << Fatti dare le chiavi all'ingresso >>.
Si voltò e fece per andarsene, ma sentì Boris ridacchiare. Si girò di scatto per vedere che aveva da sghignazzare tanto, e si rese conto che ne aveva approfittato per dare una sbirciata al suo fondoschiena. Lo fulminò con gli occhi.
<< Pervertito... >> borbottò, poi tornò fuori, dove Xander la aspettava ancora seduto al tavolino.
<< Che succede? >> domandò il ragazzo, vedendola tornare arrabbiata.
<< Niente... >> rispose lei, sedendosi, << E' quello stupido di Boris... Lo zio di Dimitri. Te lo presenterà William stasera: cena di ingresso, tutti i piloti allo stesso tavolo >>. Lo guardò, poi si ricordò di una cosa. << Come mai sei venuto prima dell'orario stabilito? >>.
Xander si strinse nelle spalle. << Così. Ero a casa senza fare niente, e Jess era uscito con Jenny... Ormai fanno coppia fissa >> rispose, << Ho fatto male? >>.
<< No >> rispose sorridendo Irina, << Hai fatto bene. Chi mi avrebbe tenuto compagnia, mentre aspetto che arrivino tutti? >>.
<< Di sicuro qualcuno lo trovavi >> ribatté sornione Xander.
Irina rise. << Meno facilmente di quanto pensi >> disse, << Non mi si avvicina nessuno, quando sanno che c'è William nei dintorni >>.
Era una verità di cui si era resa conto, ma la trovava quasi buffa. In fondo non aveva nulla di così particolare da attirare l'attenzione della gente, niente di così attraente da giustificare la gelosia che provava lo Scorpione. Secondo lei non aveva molto di cui preoccuparsi.
Sorrise, guardando Xander che la scrutava con quegli occhi così azzurri da lasciarla senza fiato, i più belli che avesse mai visto, così profondi e mai freddi. Era contenta che ci fosse anche lui, così contenta da capire che le piaceva. Le piaceva proprio.
<< Perché stai sorridendo? >> chiese all'improvviso lui.
Irina si riscosse, arrossì leggermente e distolse lo sguardo. Aveva perso per un attimo la testa.
<< Oh, scusa... Stavo pensando a una cosa >> rispose, << Niente di importante >>.
"Invece è importante... E anche tanto".
<< L'altra volta non te l'ho chiesto... La situazione non era proprio tranquilla >> continuò Irina, << Come mai passavi da casa mia? >>.
<< Come mai stavi uscendo? >> ribatté Xander, sorridendo. Non se l'era presa, per la sua piccola bugia...
<< Volevo andare a fare una gara >> rispose Irina, sapendo che doveva essere lei a dare per prima le spiegazioni, << L'avevo programmata già da un po'... Sai, volevo approfittarne per pagare ancora qual cosina a William... >>.
Xander la guardò. << Uhm... D'accordo, ti credo >>.
<< E tu perché eri lì? >> incalzò Irina, vedendo che lui non sembrava intenzionato a continuare.
<< Andavo a fare una gara anche io >> rispose alla fine.
Irina annuì, ma non gli credette. Proprio per niente. Per la prima volta, non le sembrò sincero. Forse la stava controllando? Forse non si fidava ancora completamente di lei?
Ore 21.00 – Paradise Hotel
Xander sedeva poco lontano da Irina, al lungo tavolo della sala da pranzo dell'albergo, vicino a Hanck e Dimitri. Di fianco alla ragazza, William da una parte, e un russo dalla barba scura dall'altra, un tipo che gli era stato presentato con il nome di Boris. L'espressione della ragazza era piuttosto scocciata, segno che avrebbe preferito essere da un'altra parte, in quel momento. Anche perché era l'unica donna del tavolo, e tutti se n'erano accorti.
Erano una cinquantina di persone in tutto, e occupavano praticamente per intero la sala da pranzo. Come aveva detto Irina, si trattava di una cena di entrata, per conoscere tutti i piloti che avrebbero preso parte alle gare. Il parcheggio interno dell'albergo infatti era pieno di auto di lusso.
Alla fine dell'ultima portata, lo Scorpione tirò fuori un plico di fogli e li porse a Irina. La ragazza li prese gettandogli una rapida occhiata, poi si alzò e iniziò a distribuirli. Arrivata vicino al russo dalla barba scura, gli porse il volantino e l'uomo afferrò il foglio direttamente dalle sue mani; ma appena lei si fu girata, le rifilò una sonora pacca sul sedere, scoppiando a ridere.
Xander lo fulminò con lo sguardo. Se solo avesse potuto, quella fottutissima mano se la sarebbe ritrovata da tutt'altra parte... Guardò lo Scorpione per vedere cosa avrebbe fatto, ma lui rimase impassibile. Sorrise con aria divertita, mentre Irina passava in tutta fretta dietro di lui senza dire nulla.
Lo Scorpione però girò la testa dalla sua parte, e i loro sguardi si incrociarono. Gli occhi verdi di William erano accesi da una scintilla di pura gelosia, eXander si rese conto che molto probabilmente quella era l'unica cosa in cui si sarebbero trovati d'accordo: riempire di botte quell'idiota di un russo.
Irina arrivò a lui e gli posò delicatamente il foglio davanti, mettendoci più tempo del dovuto.
<< Tutto bene? >> sussurrò Xander
<< Tranquillo >> mormorò lei, senza farsi vedere, << Non è la prima volta che lo fa >>.
"Figlio di..."
Irina sorrise e continuò la sua distribuzione, mentre Xander leggeva il foglio. Era un programma. Il programma delle gare dei giorni seguenti, stilato nei minimi dettagli. Lo mise da parte quando si accorse che William aveva tirato su il bicchiere pieno di champagne, con l'intenzione di fare un brindisi. Irina era tornata al suo posto, e ora lo guardava con una strana espressione.
<< A quattro giorni di puro divertimento e prolifici affari per tutti >> disse lo Scorpione, poi bevve tutto d'un sorso. Gli altri commensali fecero altrettanto.
William posò il bicchiere e poi sorrise. << Bene, ci aspetta una bella serata... Se avete voglia, avete libero accesso alla piscina. Penso ci sia qualcosa chesarà di vostro gradimento >>. Ridacchiò, poi lasciò il tavolo parlando fitto fitto con Boris, mentre gli altri si dirigevano fuori.
La grande e profonda piscina dell'albergo era illuminata in modo davvero suggestivo da lampade colorate, e una decina di ragazze in costume da bagno era sparsa qua e là sui bordi, tutte pronte a mostrare i corpi snelli e provocanti con aria seducente. La musica proveniente dal bar faceva da sottofondo alla scena.
"Ecco cos'era la sorpresa" pensò Xander, divertito.
<< Gradisci? >> domandò qualcuno alle sue spalle.
Xander si voltò. Era William. Fece un cenno verso la piscina, dove un paio di ragazze avevano già puntato le loro prede e stavano passando all'attacco.
<< Abbastanza >> rispose Xander, cercando con lo sguardo dove fosse Irina. Al momento era lei che cercava...
<< Io ti consiglio quelle due >> disse William, accennando a due ragazze identiche, dai lunghi capelli rosso scuro, sedute sul bordo della piscina che li fissavano, << Le gemelle... Due al prezzo di una. Sapranno dove prenderti >>.
Ammiccò, poi sparì diretto al bancone del bar.
"Forse un'altra volta" pensò Xander, guardando le due che lo fissavano fameliche, "Ne preferisco una sola, ma decisamente migliore...".
Si guardò in giro, poi finalmente la vide. Irina era seduta a un tavolo insieme a Boris, e teneva in mano un bicchiere mezzo vuoto. Il russo stava dicendo qualcosa, e lei rispose senza nemmeno guardarlo, evidentemente scocciata.
Irritato dalla presenza del russo, Xander andò a sedersi al bancone e ordinò qualcosa da bere. Con la coda dell'occhio guardava Irina e Boris parlare, senza lasciarsi sfuggire le occhiate vogliose che l'uomo le lanciava addosso. Ci sarebbe mancato poco che avesse la bava alla bocca.
Dopo venti minuti, Xander iniziò a preoccuparsi: Irina era al quarto bicchiere, e molto probabilmente stava bevendo per cercare di ignorare le chissà quali proposte del russo; lui però continuava a offrirle drink su drink, ridacchiando.
Forse era il caso che qualcuno la fermasse, prima che si ubriacasse e finisse veramente nel letto di quel pervertito. Ci impiegò un attimo a trovare una scusa sufficientemente credibile, ma in quel momento sopraggiunse Hanck. La ragazza si alzò un momento, dando le spalle al russo, scambiò un paio di parole con Hanck, e Xander li guardò per capire di cosa stavano parlando. All'improvviso si accorse che Boris stava armeggiando con i bicchieri poggiati sul tavolo, e appena notò il suo sguardo di ghiaccio posato su di lui, ritrasse rapidamente la mano.
Irina tornò a sedersi e prima che potesse provare a fermarla, afferrò il bicchiere e bevve un lungo sorso.
"Cazzo... Cos'era quell'affare?"
Xander si alzò di scatto, li raggiunse e guardò il russo con occhi di fuoco. Poi domandò a lei: << Irina? William vuole vederti... Seguimi >>.
Irina si alzò poco convinta, portandosi dietro il bicchiere. Appena furono abbastanza lontani, Xander si voltò a guardarla con aria scettica e disse: << Per stasera hai bevuto abbastanza, mi sembra >>. Le tolse il drink dalle mani e lo posò sul bancone. La ragazza lo guardò senza capire.
<< Forse hai ragione... >> disse alla fine, << Grazie per avermi liberato di quello lì... E' insopportabile... >>.
<< Figurati >> ribatté lui, << Cosa voleva? >>.
Irina scosse la testa. << Niente... Lascia perdere... Dov'è William? >>.
<< Non lo so >> Xander si guardò intorno, poi lo vide seduto insieme ad altre due persone a un tavolo, in disparte. Lo Scorpione fumava una sigaretta con aria annoiata, e gli fece cenno di avvicinarsi. << E' lì... Credo voglia vada da lui >>.
<< Allora non farlo aspettare >> disse Irina, << Io vado a farmi un giretto nei dintorni, per schiarirmi le idee... Ha bisogno di un po' di silenzio >>. Sorrise e sparì sotto lo sguardo dubbioso di Xander, poco propenso a lasciarla andare in giro da sola. Non aveva voglia di parlare con lo Scorpione, né di allontanarsi da lei.
Come ebbe modo di scoprire, William non aveva nulla di importante da dirgli: lo tenne seduto di fianco a lui, parlando di argomenti del tutto futili e a tratti snervanti. Xander ebbe l'impressione che stesse cercando di tenerlo sott'occhio, ma soprattutto lontano da Irina.
Dopo un'ora di discussioni che non portarono a niente, Xander riuscì a trovare una scusa e ad alzarsi. Girò per mezz'ora in cerca di Irina, deciso a non farsela scappare più per l'intera serata.
Quando ritrovò la ragazza, capì di aver fatto un errore a lasciarla da sola. Stava camminando sul bordo della piscina, e barcollava vistosamente. Tutto quello che si era bevuta iniziava a dare i suoi effetti, ma almeno la nota positiva era che era riuscita a sfuggire alle grinfie di Boris.
Senza dare nell'occhio, si avvicinò e la prese per un braccio, tirandola lontana dall'acqua.
<< Cosa ti sei bevuta, ancora? >> le sussurrò nell'orecchio.
Irina lo guardò, e lui si accorse che forse quella roba che le aveva versato il russo nel bicchiere aveva fatto effetto più di quanto si aspettasse. La ragazza ridacchiò, poi gli cinse le spalle con un braccio. Gli avvicinò la bocca all'orecchio e mormorò: << Non lo so... Non mi ricordo... >>.
Ridacchiò ancora, rimanendogli aggrappata addosso perché barcollava decisamente un po' troppo. Il contatto con quel corpo perfetto risvegliò in lui qualche istinto non proprio irreprensibile.
"Mi sa che è meglio che ti porti via di qui...".
Le cinse la vita sottile con un braccio e la spinse dentro la hall dell'albergo, cercando di non farsi vedere da nessuno. Irina protestava che voleva rimanere fuori, ma lui la costrinse a sedersi su una delle poltrone dell'ingresso. La ragazza appoggiò la testa sullo schienale, ridacchiando.
<< Hai la chiave della tua stanza? >> domandò Xander, deciso a riportarla in camera sua.
Irina sorrise, con gli occhi chiusi, e si frugò nella tasca dei jeans. << Non so dove l'ho lasciata... >> biascicò, << Ma io non ci voglio andare, in camera... Vieni a fare il bagno con me? >>
Xander la guardò, divertito: aveva le guancie rosse. Gli veniva da ridere, pensando in che stato si trovava la ragazza, sempre piuttosto "tenuta". Questa volta aveva fatto male i suoi calcoli, e aveva bevuto più di quanto credesse di essere in grado di sopportare.
<< Te ne devi andare a dormire >> disse lui.
Irina si alzò, forse diretta alla piscina. Xander l'acchiappò prima che potesse andarsene.
<< No, non voglio andare a dormire... >> protestò Irina, abbracciandolo, << Non ci voglio andare... Dai, poi c'è William... >>.
La ragazza gli stava aggrappata al collo, il viso a pochi centimetri dal suo, con l'aria di chi sta per crollare da un momento all'altro. Aveva bisogno di andarsene a dormire, o almeno di starsene in un posto tranquillo per un po'. Qualunque cosa fosse quella che Boris le aveva versato nel bicchiere, era qualcosa di potente.
Rimanere nell'ingresso non era una buona idea, così la spinse verso l'ascensore, sentendola protestare debolmente. Ancora un paio di minuti e si sarebbe addormentata in piedi. Con un movimento rapido la prese in braccio, schiacciando con il gomito il pulsante del piano della sua camera. Era l'unico posto dove poteva portarla, al momento...
<< No... Andiamo giù... Non ci voglio andare in camera mia... >> borbottò Irina, agitando i piedini nelle scarpe con il tacco, << Non ci voglio andare... C'è William, vicino... >>.
<< Non verrà >> la assicurò Xander, preoccupato per quelle strane frasi, << Adesso te ne vai a dormire e nessuno ti darà fastidio >>.
"Anche perché come ci entro nella tua stanza, se non ho le chiavi?".
Irina grugnì qualcosa, abbandonata tra le sue braccia, con un mezzo sorriso disegnato sul volto. Xander raggiunse la camera senza intoppi, entrò dentro e lasciò Irina sul letto.
La situazione era ridicola. La ragazza aveva fatto di tutto fino a quel momento per non rimanere da sola con lui, e ora si era lasciata portare in camera sua, e per di più nel suo letto.
Irina riaprì gli occhi, lo guardò e sorrise. Sembrava essersi risvegliata. << Sei bello, Xander, lo sai? >> disse.
Xander sorrise. Leggermente fuori controllo era irresistibile, per lui. << Anche tu >> disse.
Irina ridacchiò, e appoggiò la testa sul cuscino, continuando a guardarlo. << Sei più bello di William >> disse, << Lui è cattivo... Invece tu sembri un principe azzurro... >>.
Xander alzò gli occhi al cielo. Era proprio andata, stava perdendo ogni freno.
<< Dai, mettiti a dormire >> disse, esasperato dalla situazione.
<< Vieni anche tu >> disse, accoccolandosi tra le lenzuola, gli occhi semichiusi.
"Se vengo anche io, non penso proprio che dormiremo...".
Aprì la porta del balcone per far entrare aria, ma soprattutto per raffreddare se stesso. Sperava si addormentasse in fretta, perché iniziava a sentire gli ormoni che chiamavano...
Irina si rigirò nel letto e scalciò via le scarpe. Stava litigando con le lenzuola, e stava anche comicamente perdendo.
<< Ho caldo... >> borbottò.
Xander andò in suo soccorso e la districò dalle lenzuola. La ragazza ridacchiò e lo afferrò per il colletto della camicia, tirandolo verso di sé. Aveva i primi due bottoni della camicetta aperti, che lasciavano intravedere il reggiseno bianco...
Irina lo guardò negli occhi, poi gli diede un bacio su una guancia con tanto di schiocco. Gli mise un braccio dietro il collo e lo trattenne, impedendogli di scappare. Xander rimase immobile, sentendo le gambe di lei sfiorare le sue.
<< Hai un buon profumo... >> biascicò lei, il suo fiato leggero che gli solleticava il collo.
"Irina, datti una calmata... Mi stai istigando, eh".
Si lasciò scivolare di fianco a lei, mentre Irina continua a strusciarglisi addosso mezza addormentata. Era talmente andata che non si accorgeva nemmeno dell'effetto che gli stava facendo...
<< Xander... >> lo chiamò la ragazza, << Io ho sempre caldo... >>.
<< Eh, pure io... >> ribatté Xander.
Irina lo afferrò di nuovo per la camicia e gliela sbottonò. Miseria, aveva perso qualsiasi freno!
All'improvviso, la ragazza si sporse verso di lui, gli mise un braccio dietro il collo e lo baciò sulle labbra.
Xander fu totalmente preso alla sprovvista, ma si riprese abbastanza in fretta da rispondere con tutta quella passione che aveva trattenuto fino a quel momento. Era stata lei a cominciare, dopo averlo provocato fino all'inverosimile...
La prese per i fianchi e ribaltò le posizioni, imprigionandole le gambe tra le proprie, mentre lei continuava a rimanergli aggrappata al collo, il corpo snello e formoso premuto contro il suo. Le baciò il collo, sentendo il suo profumo leggero e delicato penetrargli nelle narici, mentre lei mormorava qualcosa di incomprensibile.
Ci impiegò un attimo a sfilarle la camicetta, senza che lei protestasse, e altrettanto fece con la propria. Si abbassò di nuovo e la baciò sulla bocca, mentre sentiva la sua mano piccolina sfiorargli la cicatrice sul petto, così delicatamente da dargli i brividi. La sentiva muoversi sotto di lui, tanto desiderata da fargli credere di stare sognando...
Il contatto con quella pelle calda e liscia lo mandò in estasi. Il seno di Irina premeva contro il suo petto, la manina appoggiata sulla sua schiena muscolosa, tanto leggera da sembrargli quella di una bambina.
Xander cercò disperatamente il gancio del reggiseno, mentre Irina continuava a rimanergli aggrappata al collo, quasi fosse la sua unica ancora di salvezza... Completamente abbandonata a lui.
Sfiorò la sua schiena liscia, il tatuaggio della fenice tra le sue spalle, sentendo brividi percorrere il suo corpo così minuto rispetto al suo. Le loro labbra si sfiorarono ancora, il respiro leggero e profumato di Irina che gli soffiava sulla bocca, mandandogli il cuore a mille. Sentiva la sua mano appoggiata sul suo petto, sopra la cicatrice, fare una leggera pressione... L'afferrò con la propria.
<< No... William, no >> sussurrò lei.
Xander si bloccò di colpo, mettendole una mano dietro la schiena e sentendo un brivido gelido percorrerla. La ragazza aveva il fiato corto, e continuava a rimanergli aggrappata addosso. Aveva detto "William?".
Adagiò Irina sul letto, accorgendosi che si era quasi addormentata, e rimase a guardarla. Mormorava qualcosa, il bel viso distorto in una smorfia. Era talmente ubriaca che forse non lo aveva nemmeno riconosciuto...
No, sapeva chi era... Prima lo aveva chiamato per nome, lo aveva riconosciuto...
"Cazzo, è ubriaca... Non ha capito quello che sta facendo... E non mi sarebbe saltata addosso in quel modo, se fosse stata in sé".
Rimase immobile, fissando il ciondolo che Irina portava al collo, che si alzava e si abbassava piano quando lei respirava, invitante e tentatore.
Non si sarebbe ricordata nulla, il giorno dopo... Poteva approfittarne, no? Quando gli sarebbe capitata un'altra situazione del genere? Aveva cominciato lei, in fondo. Lui non aveva fatto niente. La tentazione di svegliarla e finire quello che avevano cominciato era troppo forte...
Sospirò e guardò Irina, sdraiata sotto di lui, ormai bella che addormentata. Continuava a mormorare, come se stesse sognando qualcosa di spiacevole. Forse non voleva venire a letto con lui... Forse lo considerava solo un amico, ed era veramente innamorata di Challagher... Aveva pronunciato il suo nome, in fondo. Ma allora perché baciarlo?
"Cazzo, cazzo, cazzo".
Le era andata bene, questa volta. La sua coscienza si stava rifiutando di continuare la cosa perché lei non era completamente in sé. Maledetto autocontrollo... Un'altra delle cose che aveva imparato nell'F.B.I.
Però le faceva davvero un bell'effetto. Ci volle tutta la sua forza di volontà per scavalcarla e scendere dal letto senza svegliarla apposta, o almeno evitando di toccarla. Rimase in piedi a guardarla, passandosi una mano dove lei lo aveva sfiorato con le sue manine curatissime.
Non se l'era aspettato. Per quanto ubriaca a "leggermente" fuori di sé, non aveva pensato che Irina potesse... Bé, saltargli addosso come aveva fatto in quel momento.
Perché lo aveva fatto?
Forse l'alcool le aveva tolto qualche freno, le aveva fatto fare quello che voleva da tempo ma per cui le mancava il coraggio... Poteva illudersi di piacergli, o no?
Il suo sguardo percorse il collo sottile della ragazza, il seno abbondante ma della giusta misura, il ventre piatto e i fianchi morbidi e sinuosi. Era perfetta, l'unica parola che gli passava per la testa.
"Smettila di guardarla... "
Xander si voltò, appoggiando la mano sulla parete e guardando per terra. Era assurdo... Sarebbe bastato un attimo di più e avrebbe perso la testa, e anche tutto il resto.
Cercò di darsi una calmata, poi tornò a girarsi. Finché ce l'aveva lì, dentro il suo letto e mezza spogliata, non sarebbe mai riuscito a stare tranquillo. Tanto valeva approfittare della situazione...
Si sedette sulla poltrona e appoggiò i piedi sul tavolino, spegnendo la luce a lasciando solo la lampada sul comodino accesa. Rimase nella penombra, nel silenzio rotto solo dalla musica che proveniva dalla piscina, a guardare la ragazza dormire beatamente nel suo letto.
In quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa perché Irina fosse lì per sua spontanea volontà, sveglia, e soprattutto che l'avesse baciato sapendo pienamente quello che stava facendo. Invece era tutto il contrario. E molto probabilmente il giorno dopo non si sarebbe ricordata più nulla, sarebbe tornato tutto come prima.
Imprecò. Non riusciva a staccare gli occhi dal ciondolo poggiato sul suo petto, che si muoveva leggero quando lei respirava. E più lo guardava, più si rendeva conto di quanto desiderava poter sfiorare quella pelle chiara e morbida, quel collo sottile, quel corpo così minuto rispetto al suo, così giovane eppure così femminile... Quanto voleva ancora quelle labbra rosee, quanto voleva sentirle di nuovo sue...
Lo sguardo cadde ancora sui suoi fianchi sinuosi, lasciati scoperti dal jeans appena appena abbassato. Notò qualcosa che catturò la sua attenzione: un tratto di pelle era più scuro del normale, proprio dove il pantalone lo copriva. Preoccupato, si alzò e si avvicinò alla ragazza che dormiva.
Era da sadici, ma aveva paura che quello che aveva appena visto fosse un livido. Se suo padre le aveva di nuovo messo le mani addosso, questa volta lo ammazzava.
Con tutta la delicatezza possibile, scostò un lembo del pantalone scoprendo il fianco snello di Irina, dove c'era lo slip bianco...
La ragazza si mosse nel sonno e grugnì qualcosa. Xander alzò lo sguardo.
<< Ti prego, non ti svegliare proprio adesso se no mi scambi per un maniaco... >> sussurrò.
Lei tornò a dormire beata, e Xander posò di nuovo lo sguardo sul suo fianco.
Sì, era un livido bluastro abbastanza recente, e decisamente troppo grosso per i suoi gusti. Gli tremò la mano dalla rabbia mentre la passava sulla pelle delicata della ragazza, dicendosi che appena avrebbe rivisto suo padre gliene avrebbe fatto uno uguale in faccia... Ma c'era anche un'altra cosa: un piccolo tatuaggio, un fiore nero simile a un giglio, seminascosto dallo slip.
"Allora sono due..." pensò, "Quanti altri ne nascondi?"
Sorrise, gettandole un'occhiata. Irina era piena di sorprese. Forse i suoi tanti soprannomi erano dovuti a quello: aveva tante facce, che nascondevaabilmente dietro il suo visetto dagli occhi da cerbiatta capaci di trasformarsi in un quelli di una gatta sinuosa e provocante.
Richiuse l'unico bottone aperto dei pantaloni della ragazza e la coprì con il lenzuolo, poi tornò a sedersi sulla poltrona. In quel momento il cellulare che teneva in tasca squillò, lo tirò fuori e guardò chi era. Jess.
"Ci mancava solo lui..."
Uscì in balcone e rispose.
<< Pronto >>
<< Ciao Xander, allora come procede? >> domandò allegro Jess, dall'altra parte della linea.
<< Lascia stare... >> borbottò lui, << Non ti immagini nemmeno la situazione in cui mi trovo... >>
<< E sarebbe? >>
Xander gli raccontò brevemente quello che era successo con Irina, e che al momento stava dormendo nel suo letto...
L'informatico scoppiò a ridere, senza riuscire a trattenersi.
<< Non ci credo... >> biascicò tra le risate, << Xander, sei incredibile! Mi sa che hai perso un po' lo smalto... Cioè, dai, non puoi dirmi che ci siete arrivati vicinissimi e tu hai mollato! >>.
<< Non ho mollato >> protestò Xander, << Jess, è ubriaca, che faccio? Devo approfittare della situazione come un mezzo pervertito? Tu che avresti fatto? >>.
<< Ah, non lo so... Sei fortunato che hai avuto abbastanza autocontrollo da tenere a bada... bè, hai capito. Adesso che fai? Aspetti che si sveglia e le dici che ti è saltata addosso? >>.
<< Immagino che se volessi metterla in imbarazzo lo farei... Ma siccome non lo voglio, anche perché secondo me poi farà attenzione a starmi lontana, starò zitto, molto probabilmente... >>.
<< Seeee, vedremo... Comunque, adesso è meglio che te ne vai a dormire, prima di saltarle addosso tu... >>
<< Già, e dove dormo? >> chiese Xander, alzando gli occhi al cielo.
<< Nel letto >> rispose tranquillo Jess.
<< Ma se c'è lei... >>
<< E allora? Il letto è tuo. E' lei l'intrusa, no? >>
<< Il mio autocontrollo ha un limite, Jess >> disse Xander, << Tanto vale che la sveglio >>.
<< Appunto >> disse Jess, << Bé, io me ne vado a dormire davvero. Buona notte. Se hai qualcosa da raccontare domani, fatti sentire, eh? >>
L'informatico chiuse la telefonata e lasciò Xander senza parole. Tornò dentro e si sedette di nuovo nella poltrona, sorridendo al pensiero di quello che aveva detto Jess.
Forse se Irina non fosse stata Irina, di problemi non se ne sarebbe fatti, ci sarebbe andato molto più tranquillo. Se fosse stata una ragazza qualsiasi, anche se una pilota clandestina, lo "sfizio", come lo avrebbe definito White, se lo sarebbe tolto. Ma non con lei.
L'aveva mandato in palla, era riuscita a fargli perdere il controllo della situazione. All'improvviso arrestare Challagher non era più la sua missione principale; la sua missione era diventata aiutare lei. Ed era sbagliato. Profondamente sbagliato. Per il resto del mondo, ma non per lui.
Il problema se lo era creato da solo. Quando aveva scoperto che Irina faceva parte del giro di Challagher, non aveva immaginato che rivederla lo avrebbe portato a quella situazione... Non aveva immaginato che fosse in grado di fargli perdere di vista il suo compito.
Ma Irina era speciale, non poteva negarlo. Era fuori dal comune, era nata per stupire. Perché lo lasciava senza parole, a volte, quando nonostante la situazione drammatica in cui si trovasse, riuscisse a scherzarci su; quando viveva con un padre alcolista e dei fratelli inesistenti, e continuava ad amarli; quando, facendogli un sorriso, gli mostrava che in fondo aveva solo vent'anni e troppo dolore alle spalle.
"Meriti troppe cose che non hai... E qui, tutti hanno troppe cose che non meritano".
Appoggiò i piedi sul pouf, sospirando. Non poteva iniziare niente, con lei, lo diceva il regolamento. E lui il regolamento non lo seguiva mai. Questa volta sarebbe stato come sempre. Ma prima, avrebbe rimosso tutti gli ostacoli che c'erano tra loro, gli ostacoli che impedivano a lei di essere una normale ragazza di vent'anni. L'avrebbe liberata dei suoi pesi, e poi l'avrebbe lasciata libera di scegliere. Se cominciare qualcosa con lui, oppure no.
Era un rischio, un rischio enorme che lui avrebbe corso. Un rischio che voleva correre.
E poi, per ultimo, c'era Challagher. Lo Scorpione, la causa di ogni dolore di Irina. Il motivo per cui entrambi erano lì.
Sorrise, guardando la ragazza dormire silenziosa nel suo letto, il respiro sottile sottile.
"Tanto non mi scappi, piccola".
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