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Capitolo XII

Ore 14.00 – Casa di Xander

Jess camminava avanti e indietro nel soggiorno, il cellulare in mano e l'espressione persa. Xander, spaparanzato sul divano di pelle, lo guardava perplesso e divertito.

<< Cioè... Io non capisco >> stava dicendo l'informatico, << Ti giuro, non mi è mai capitata una cosa del genere... Mi sono imbambolato appena l'ho vista! >>.

Si stava riferendo a Jenny, l'amica dai capelli neri di Irina. Da quando erano tornati dalla spiaggia, gli era sembrato leggermente irrequieto, e aveva capito subito qual'era il motivo.

<< Quindi vi siete allontanati per poter parlare in santa pace? >> domandò Xander, il sopracciglio inarcato.

<< Veramente all'inizio pensavo che lei avesse intuito la storia fra te e Irina... >> rispose Jess, << Infatti io pensavo che mi avesse chiesto di seguirla per potervi lasciare da soli... Invece era tutt'altro motivo >>.

<< Quindi? >> chiese Xander.

<< Quindi ci siamo baciati >> disse Jess.

Xander lo fissò sbalordito. << Stai scherzando, vero? >>.

<< No >> ribatté Jess, << Non sono mai stato così sincero in vita mia >>.

"Cazzo, questi due corrono davvero... Non si sono mai visti in tutta la loro vita e si baciano, e io l'unica cosa che sono riuscito a fare è sfiorare Irina un paio di volte, in un mese che sono qui... Inizio a preoccuparmi".

<< Cosa ti è preso? >> domandò Xander, ancora sotto shock.

<< Non lo so >> rispose l'informatico, << Ho perso la ragione... >>.

Xander si portò le braccia dietro la testa e sospirò. Almeno Jess non doveva farsi tutti i problemi che si faceva lui... Lui era "normale", e Jenny era una ragazza "normale". Irina era tutto tranne che una qualsiasi, invece.

<< Vabbè, i numeri di telefono ve li siete scambiati... >> disse, << Quindi siete interessati... Telefonale e uscite insieme >>.

Era leggermente irritato per il fatto che Jess fosse stato molto più rapido di lui. In quattro e quattrotto aveva fatto molto più di quello che aveva fatto lui in un mese. Di solito i ruoli erano invertiti.

Jess si voltò verso di lui. << E voi? Avete flirtato abbastanza? >> chiese.

Xander sbuffò. << Non abbastanza... O forse non tanto quanto voi >> rispose, secco.

Per fortuna il cellulare squillò, impedendogli di sentire i commenti sarcastici dell'informatico. Sperò fosse Irina, invece sul display c'era scritto "William Challagher".

<< Pronto? >>

<< Alexander, sono lo Scorpione >>

<< Dimmi >>

<< Ho pensato che questa sera potresti sfidare il Cobra... Ti senti pronto? >> domandò William.

<< Certo. Dove? >>

<< Dalton Beach, alle 23.00 >>

<< Perfetto, A stasera, allora >>

Chiuse la telefonata e guardò l'informatico.

<< Era Challagher... >> disse Xander, << Stasera sfido il quarto >>.

Ore 23.00 – Dalton Beach

Irina attendeva la tanto sospirata gara tra Xander e Jim Whitman appoggiata alla Punto bianca, parcheggiata a bordo strada. William, di fianco a lei, parlava con Dimitri e Hanck. In mezzo alla strada, parcheggiata sulla linea di partenza, la Dodge Viper verde ramarro, sola. Xander non era ancora arrivato.

C'era molta gente, in giro. Ormai Xander era diventato un fenomeno, e le scommesse si moltiplicavano a dismisura: qualcuno credeva che ormai il gioco stesse terminando anche per lui. Il novellino era dato per spacciato.

Il rumore di un motore giunse alle sue orecchie, e vide comparire in fondo alla strada la Maserati Graturismo nera di Xander, i fari accesi nella notte. Si fermò di fianco alla Viper e il ragazzo scese dalla macchina.

<< Scusate il ritardo >> disse, << Sono stato fermato dalla polizia per un controllo >>.

<< Figurati >> ribatté William, << Nessun problema... Hanck, chiama Jim >>.

Hanck sparì un momento, poi tornò insieme a un uomo di circa trent'anni, pelato e dallo sguardo viscido.

<< Scorpione, Fenice, Mastino >> salutò rispettosamente, con un cenno del capo, poi si rivolse a Xander: << Sei tu il novellino? >>.

Irina guardò Xander rimanere impassibile davanti al Cobra. Provò la forte tentazione di dire qualcosa, ma rimase in silenzio.

<< Se pensi che io sia un novellino... Sì, sono io >> rispose lui.

<< Che gara volete? >> domandò William.

<< Circuito, due giri >> rispose Whitman.

<< Alexander, sei d'accordo? >>

<< Mi va benissimo >>

Le gettò un'occhiata come se volesse dirle qualcosa, e lei sorrise impercettibilmente. Non riusciva a togliersi dalla testa la mattinata passata sulla spiaggia...

Xander e Whitman raggiunsero le auto, mentre William decise di dare il via. Irina rimase appoggiata alla Punto, vicino a Dimitri.

Il russo la guardò con la coda dell'occhio, le braccia incrociate.

<< Chi credi che vincerà? >> domandò con il suo solito tono di voce basso e roco.

<< Tu cosa pensi, invece? >> ribatté lei.

<< Che molto probabilmente me lo ritroverò in gara >> rispose secco Dimitri.

<< Pensi che batterà anche me, allora? >> domandò Irina.

In quel momento, le due auto partirono a razzo, lasciandosi dietro strisce nere sull'asfalto. Sparirono dietro l'angolo, seguite con gli occhi dallo Scorpione.

<< Sì, ti batterà >> rispose il russo, << Anche perché tu mi sembri propensa a farlo vincere... >>.

Irina si voltò a guardare Dimitri, gelido come un cubetto di ghiaccio. Che sospettasse qualcosa?

<< Non lo lascerò vincere >> ribatté secca, << Ma so riconoscere quando qualcuno è più forte di me... >>.

Dimitri fece una smorfia. << Anche io, se per questo >> disse, << E credo che William gli stia lasciando un po' troppo spazio libero... >>.

Irina sorrise mentalmente: il russo iniziava a temere Xander. << Paura, Mastino? >> chiese, sarcastica.

<< Non ho nulla da temere da quel novellino >> rispose Dimitri, << Potrà battere te, ma non me >>.

Le dava fastidio sentire Xander chiamato in quel modo. << Penso tu possa smettere di definirlo novellino. Ormai sta sfidando il quarto, e hadato prova di cosa è capace >>.

Dimitri le gettò un'occhiata insospettita, e Irina si pentì di quello che aveva detto.

<< Sta attenta a quello che dici, Fenice >> sibilò, << Perché potrei pensare che tu stia sperando che Alexander riesca ad arrivare allo Scorpione... >>.

"Cazzo, perché non sono stata zitta?" pensò la ragazza, preoccupata.

Di tutti coloro che facevano parte del giro di William Challagher, Dimitri era l'unico che si poteva dire che fosse veramente fedele allo Scorpione, al di là dei soldi. Erano amici da tanto tempo, e avevano scalato la lista insieme. Il russo non l'aveva mai voluta tra loro, fin dall'inizio. Era una delle poche questioni su cui aveva avuto da ridire con William: la riteneva solo una ragazzina con un bel fisico e nient'altro, e secondo luiridicolizzava loro, i piloti uomini. Alla fine aveva dovuto cedere, ma Irina sapeva che aspettava l'occasione di metterla in cattiva luce davanti aChallagher e farla sbattere fuori. Era uno dei pochi che non rispettava Fenice come avrebbe dovuto, perché William gli aveva mai detto nulla.

Ora che rischiava di scoprirsi, Irina decise di soppesare attentamente le parole. << Penso solo che sia stupido chiamarlo con quel soprannome >> spiegò, neutra, << Serve solo a provocarlo, no? Dategli un vero soprannome, visto che lo ritenete così forte >>.

Dimitri gli lanciò un'ultima occhiata, e rimase in silenzio. In quel momento la Maserati e la Viper passarono davanti a loro, fianco a fianco, dopo aver terminato il primo giro. William stava seguendo la gara dall'altra parte della strada, discutendo con Clarck, l'uomo delle scommesse.

Ancora appoggiata alla Grande Punto, Irina attese spasmodicamente la fine della gara.

"Avanti Xander, ce la fai...".

Sentì il rumore di un motore, in lontananza. Guardò verso l'angolo della strada, vedendo baluginare i fari a led di un'auto. Era ancora troppo lontana, per capire chi fosse, ma con il cuore in gola vide i riflessi verdi sulla carrozzeria...

Si sporse per vedere meglio, sentendo tutte le speranze che aveva accumulato fino a quel momento svanire... Era la Viper di Whitman, con il muso schiacciato e il parabrezza crepato, ma era lei.

"Ha perso..." pensò Irina.

Poi si aggiunse un altro rumore, un suono che le sembrò musica. Dall'angolo, con una derapata, comparve la Maserati nera a tutta velocità. Uscita dalla curva, accelerò e raggiunse in un attimo la Viper, superandola a destra...

L'auto di Whitman, ridotta a un rottame, non riuscì a fermarlo. Xander superò il traguardo sotto lo sguardo allibito di Irina, inchiodando davanti a lei. Si sporse dal finestrino e disse, tranquillo: << Scusate, avevo sbagliato strada >>.

Persino William sembrò sorpreso, poi scoppiò a ridere. Raggiunse Xander mentre Whitman fermava l'auto vicino alla Maserati.

<< Come hai fatto a sbagliare strada? >> chiese, divertito.

<< Mi ha chiuso in curva, ho dovuto fare una deviazione per evitare di schiantarmi... >> rispose Xander, scendendo dall'auto, << Ho allungato un po', ma sono arrivato lo stesso >>.

Si avvicinò alla Viper e guardò Whitman uscire con aria dolorante. << Tutto bene? >> chiese.

Jim grugnì qualcosa, poi sventolò la mano e girò intorno alla sua macchina per valutare i danni.

Irina rimase immobile a bordo strada a guardare Xander e William che parlavano tra loro, ridacchiando. Gli avrebbe buttato le braccia al collo, se non ci fosse stato nessuno nei paraggi. Per un attimo aveva creduto che fosse finito tutto, e poi lui esordiva con un "Scusate, avevo sbagliato strada" come se niente fosse? Le aveva fatto venire un infarto!

Mentre Xander tornava alla sua auto, le rivolse una strana occhiata, e lei arrossì di colpo. Imprecando mentalmente si chiese cosa le fosse preso e si voltò di spalle per evitare di farsi vedere. Dimitri, però, sembrò notare qualcosa di strano: la guardò con la coda dell'occhio, ma non disse nulla e raggiunse William.

Xander gettò un'occhiata a Irina, ma la vide voltarsi di spalle di scatto. Rimase interdetto per un momento, poi si accorse che era arrossita. Sorrise e salì in macchina, continuando a guardare la ragazza.

"Ti faccio questo effetto?" si chiese, divertito.

Era appoggiata alla Punto bianca, e guardava dall'altra parte con l'aria di non avere nessuna intenzione si voltarsi dalla sua parte. Forse era imbarazzata per quello che era successo la mattina...

Quindi non gli era proprio insensibile. Una reazione del genere non l'avrebbe avuta se non gliene fosse fregato un fico secco, no?

Challagher e il russo le si avvicinarono, e lei fu costretta a voltarsi. Evitò deliberatamente di guardare dalla sua parte e scambiò un paio di parole con lo Scorpione.

"Avanti, digli che vieni... Ti rapisco di nuovo, e stavolta non ti rilascio per un bel po'..."

Nascosto dietro i vetri oscurati della Maserati, poteva starla a guardare senza aver paura di essere beccato da qualcuno. Challagher aveva detto che sarebbero andati tutti al Gold Bunny a bere qualcosa, e molto probabilmente stava dicendo a Irina del loro programma.

In mezzo a quei due, Irina sembrava piccola, troppo piccola per essere una pilota clandestina. Capì perché la chiamavano "bambina": traChallagher, Dimitri e tutti quei mezzi criminali da strapazzo i suoi vent'anni non erano niente. Era troppo giovane per fare quella vita, così come lo era per badare a un bambino piccolo... Ed era troppo bella per passare inosservata.

La condanna di Irina era anche la sua fonte di salvezza: tutti la scrutavano, la mangiavano con gli occhi, perché lei sortiva l'effetto che hannogli oggetti proibiti per coloro a cui è vietato prenderli... E più una cosa viene proibita, più viene desiderata. Se non fosse stato per il terrore che incuteva Challagher, tanti non ci avrebbero pensato due volte a portarsela a letto senza tante cerimonie.

"Questo è l'ultimo posto in cui dovresti stare"

Xander vide Irina scuotere la testa, e dire qualcosa a William. Lui rimase un momento in silenzio, poi le rispose. La ragazza aggiunse qualcosa, poi lo Scorpione la tirò a sé e le diede un bacio a fior di labbra, voltandosi poi proprio verso di lui.

Xander si irrigidì di colpo, ricordando all'improvviso che Irina "stava" con William... E sapere che lui l'aveva baciata, ci era andato a letto e aveva il pieno accesso alla sua vita lo mandò in bestia. Cazzo, era un maledetto figlio di puttana e non si meritava una come lei.

Distolse lo sguardo, poi vide passare la Punto bianca vicino a lui. Irina lo salutò con la mano e sparì nel buio.

"Non viene..." pensò, sconfortato.

Scoprire che Irina non sarebbe venuta al Gold Bunny gli tolse la voglia di andarci. Sbuffò, infastidito, e attese che William si avvicinasse a lui.

<< Niente Fenice, stasera >> disse, secco, << Troviamoci lì... Ah, devi offrirmi da bere: ero l'unico che ha scommesso sulla tua vittoria >>

Ore 9.00 – Università

<< Quindi ieri sera siete usciti insieme? >> domandò Irina stancamente, guardando Jenny seduta di fianco a lei.

<< Sì >> rispose l'amica, euforica, << Siamo andati a mangiare qualcosa... E' stato molto carino, sai? >>.

<< Immagino... >> borbottò Irina.

Jenny e Jess erano usciti insieme, alla fine. Avevano fatto tutto un po' troppo in fretta, per i suoi gusti, ma l'amica sembrava così felice che non poteva darle torto. Era contenta per lei, ma non riusciva a darlo a vedere. Per la testa aveva altro.

"Io sono la prossima..." le venne da pensare.

Xander aveva battuto Whitman, e ora sarebbe toccato a lei gareggiare contro di lui. Non era la sconfitta, a preoccuparla... Era il fatto chedoveva vederlo di nuovo.

Non era andata al Gold Bunny proprio per quello. Il comportamento tenuto da Xander in spiaggia l'aveva spaventata: perché l'aveva trattata così? Era stato gentile, carino, dolce...

Picchiettò la matita sul banco con aria triste.

<< Che hai? >> domandò Jenny, a bassa voce.

<< Niente >> rispose lei.

<< Avanti... Jess mi ha detto che ieri sera hai visto Xander... >> incalzò Jenny.

<< Non ci siamo parlati >> tagliò corto Irina, << Ha fatto la sua gara e poi me ne sono andata >>.

Jenny sembrò stupita. << Perché? >>

<< Perché ho deciso così e basta >> ribatté Irina, secca.

Jenny diventò seria. << E' successo qualcosa? >> domandò, preoccupata.

<< No >>

<< Allora perché cerchi di evitarlo? >>

<< Perché non ho capito cosa vuole da me >> rispose Irina, << Prima mi aveva chiesto di aiutarlo... E non ne aveva bisogno. Adesso si comporta così... Non capisco >>.

Jenny sorrise impercettibilmente. << L'ho visto solo una volta, ma Xander mi sembra un bravo ragazzo >> disse, << Forse vuole solo... Bé, Irina, non hai pensato che potrebbe essere interessato a te? >>.

Irina scosse la testa, ma in realtà lo aveva capito. No, non voleva accettare quella ipotesi, perché Xander rischiava troppo.

Rimase in silenzio, fissando il foglio vuoto. Ormai gli aveva detto che a Las Vegas ci sarebbe andata, e non poteva rimangiarsi la parola. Oltretutto, William la voleva lì. Però, avrebbe preferito non andarci: sarebbe stata in stretto contatto con Xander per diversi giorni...

Jenny la lasciò in pace a rimuginare sui suoi problemi fino alla fine della giornata. Non disse praticamente nulla, e quando tornò a casa fu felice di essere completamente sola. Si sedette sul divano, il telefono cellulare buttato malamente sul tavolino.

Doveva evitare Xander, era la cosa migliore da fare.

Ore 18.00 – Casa di Xander

"Mi sta evitando" pensò Xander, seduto sul divano, solo.

Era da domenica sera, quattro giorni prima, che non aveva né visto né sentito Irina. Non si era presentata a nessuna gara, e non l'aveva vista nemmeno con William. Si era quasi volatilizzata.

Forse aveva sbagliato, quella mattina in spiaggia. Era stato troppo esplicito? No, non aveva fatto nulla di particolare, se non qualche complimento. Non aveva gradito la sua attenzione?

"Ok, adesso prendo la situazione in mano e la chiamo... Vediamo cosa fa se le chiedo di uscire..."

Afferrò il telefono e chiamò.

<< Pronto? >> rispose la ragazza dall'altra parte della linea.

<< Ciao Irina, sono Xander >>

<< Ciao Xander... >> disse lei, << Di cosa hai bisogno? >>.

<< Di nulla. Volevo fare quattro chiacchere con te, dopo domenica. Non abbiamo avuto modo di parlare della gara... Ti va se usciamo a mangiare qualcosa insieme? >>.

Irina rimase in silenzio per un momento, poi rispose: << Ti ringrazio per l'invito, ma non ho nessuno che mi tiene Tommy... E comunque è meglio così, perché ho paura che qualcuno sospetti qualcosa >>.

"Perfetto, non vuole vedermi".

<< D'accordo... Allora faremo per un'altra volta... >>

<< Va bene. Ti saluto Xander, ho una cosa da fare >>.

Irina chiuse la telefonata e guardò fuori dalla finestra di camera sua, amareggiata. Xander l'aveva chiamata e le aveva chiesto di uscire...

Si voltò e rimase pietrificata: suo padre era in piedi sulla soglia, e la fissava. Aveva sentito tutto.

<< Che fai qui? >> domandò, con un filo di voce.

Todd grugnì, le rivolse un'occhiataccia e se ne andò.

"Sono finita" pensò, "Se lo va a dire a William sono finita".

Chiuse la porta e appoggiò l'orecchio sul legno, per sentire se suo padre stava telefonando a qualcuno. Nel corridoio regnava il silenzio.

Tommy non c'era: lo aveva lasciato da Sandra, perché aveva intenzione di andare a fare una gara, quella sera. La motivazione che aveva dato aXander era solo una scusa per non vederlo. Meno lo incontrava, meglio era.

Seduta a tavola, Irina osservava di sottecchi suo padre che mangiava in silenzio guardando la televisione. Aveva paura che si fosse accorto che si vedeva con Xander, e che potesse dirlo a William...

La bottiglia di birra che Todd aveva davanti al piatto era vuota, ed era la quarta che beveva. Voleva cercare di fare conversazione, ma sapeva che quando suo padre si imbottiva di alcool era intrattabile.

Tornò a guardare nel suo piatto, ascoltando le notizie del telegiornale.

<< Dammi un'altra birra >> grugnì Todd.

<< Ne hai bevute già quattro... >> mormorò Irina, << Ti fanno male... >>.

<< Sta zitta è prendila >> ribatté suo padre.

Irina si alzò e raggiunse il frigorifero, prese la bottiglia e tornò a tavola. Suo padre la stappò gettandole uno sguardo di sbieco, senza dire nulla.

Mezz'ora dopo, Denis rientrò a casa. Irina gli preparò da mangiare poi salì in camera a vestirsi per la gara. Controllò il cellulare, e scese di sotto senza che nessuno si accorgesse di nulla.

Todd era seduto in soggiorno, spaparanzato sul divano. Guardava ancora la Tv, così Irina non lo disturbò e uscì senza salutarlo. Denis doveva essere in camera sua.

Raggiunse la Punto parcheggiata in garage, accese il motore e la tirò fuori, fermandosi sul vialetto. Poi scese per andare a chiudere la saracinesca, ma sentì qualcuno chiamarla.

<< Ehi! Dove stai andando? >>.

Irina si voltò. Suo padre la raggiunse a grandi passi, visibilmente alterato.

<< Cosa c'è? >> chiese lei.

Senza preavviso, Todd le rifilò una sberla in faccia, prendendola alla sprovvista. Indietreggiò, senza parole, finendo seduta sul cofano della Punto.

<< Dove cazzo stai andando, eh? >> chiese suo padre, sotto l'effetto dell'alcool, << Con chi ti devi vedere, eh? >>.

Irina cercò di rimanere calma, ricordandosi di come doveva gestire la situazione. Non era la prima volta che suo padre aveva una reazione del genere, dopo aver bevuto.

<< Sto solo andando a fare una gara... >> balbettò.

Todd le diede un altro schiaffo, infuriato. Irina cercò di evitarlo, ma era talmente spaventata che rimase bloccata. Finché non sentì lo stridore di gomme sull'asfalto.

Xander inchiodò la Maserati di colpo.

Vide la Grande Punto bianca di Irina ferma vicino al ciglio della strada, i fari e il motore accesi. E la ragazza, seduta sul cofano dell'auto, sovrastata da suo padre. E proprio suo padre la colpì in pieno viso con uno schiaffo che avrebbe fatto girare la testa a un uomo adulto.

Senza pensarci due volte, scese dall'auto e lo raggiunse. Afferrò l'uomo per le spalle e lo spinse via, mettendosi tra lui e la ragazza.

<< Mettile di nuovo le mani addosso e te le ritrovi da tutta un'altra parte >> sibilò, incazzato.

L'uomo lo guardò sorpreso, facendo fatica a metterlo a fuoco. Doveva aver bevuto, perché aveva il volto arrossato.

<< Xander! >> gridò Irina, mettendosi davanti a lui, << Togliti, per favore >>.

Xander la guardò: sembrava stare bene, ma aveva un leggero rivolo di sangue che le colava dal naso. Lo fissava risoluta, quasi arrabbiata. La scostò delicatamente e fronteggiò suo padre.

<< Levati dai coglioni >> disse quello, << Fatti i cazzi tuoi. Nessuno ti ha autorizzato a venire di nuovo qui >>.

<< E' troppo facile prendersela con una ragazza >> ribatté Xander, << Prenditela con me, figlio di puttana >>.

Irina si mise di nuovo in mezzo. Gli mise le mani sul petto e lo spinse delicatamente indietro. << Va' via, per favore >> mormorò, << Non fare lo stupido >>.

In quel momento uscì di casa anche un altro ragazzo, molto probabilmente uno dei fratelli di Irina. Si diresse verso di loro, confuso.

Xander prese la ragazza per un gomito e le disse: << Sali in macchina >>

<< Xander... >>

<< Sali in macchina e basta >> ordinò lui secco.

Irina gli rivolse un'occhiata spaventata, poi fece per allontanarsi, ma suo padre l'afferrò per un braccio. Prima che qualcuno potesse dire qualcosa, Xander gli sferrò un pugno in piena faccia, facendolo cadere a terra.

<< Xander! >> gridò Irina.

Era incazzato come una belva. Non poteva sopportare che qualcuno mettesse le mani addosso a Irina, soprattutto se quel qualcuno era suo padre. Il fratello soccorse Todd, terrorizzato.

<< Quando tuo padre si sveglierà, digli che non ho finito con lui >> disse minaccioso, << E se prova a toccarla di nuovo, il naso sarà il minimo che potrò rompergli, chiaro? >>.

Girò sui tacchi e tornò indietro, lasciando i due sul selciato con aria sconvolta. Raggiunse Irina, in piedi vicino alla Maserati, e la afferrò per un braccio.

<< Sali in macchina >>.

La ragazza ubbidì, e lui fece lo stesso. Mise in moto l'auto e partì.

Irina non lo guardava, continuando a rimanere in silenzio. Aveva il viso rivolto verso il finestrino, e cercava di nascondere i suoi occhi alla vista.

Xander era talmente fuori di sé che non riusciva a parlare. Stringeva così forte il volante che aveva le nocche bianche.

"Calmati" si disse, "Calmati. Sta bene... Sta bene, ti sei sfogato abbastanza...".

Inspirò un paio di volte, cercando di tornare perfettamente impassibile. Quando ci riuscì gettò un'occhiata a Irina, seduta di fianco a lui, in silenzio.

<< Cosa è successo? >> chiese.

<< Non dovevi intrometterti >> fu la risposta di Irina.

<< Dovevo aspettare che ti spaccassero la faccia?! >> sbottò Xander, ancora livido di rabbia.

<< Adesso tutti sapranno che ci conosciamo! >> ribatté Irina, << Salterà tutto, visto che non la pianti di intrometterti nei fatti degli altri! >>.

Xander afferrò con una mano il volante, nervoso. Sapeva che Irina aveva ragione, ma non voleva ammettere che al momento gli interessava più la sua incolumità che la missione che gli avevano affidato. Cercò di cambiare discorso.

<< Non è la prima volta che succede, immagino >> disse.

La ragazza girò di nuovo il viso verso il finestrino, senza rispondere. Sembrava che capitassero tutte a lei: una famiglia scapestrata, un pilota clandestino che la ricattava e un padre che la riempiva di botte. Voleva arrabbiarsi perché non gli aveva detto nulla, ma non ci riuscì: in fondo, chi la obbligava a confessarsi con uno che non conosceva nemmeno da due mesi?

<< Senti, riportami indietro >> disse Irina, piano.

<< No >>

<< Allora fammi scendere >>

<< Neanche per sogno >>.

La ragazza si voltò a guardarlo, con gli occhi spalancati. Sembrava arrabbiata anche lei. Solo in quel momento si accorse che perdeva ancora sangue dal naso, anche se in modo lieve. Aprì lo sportello del portaoggetti e prese un pacchetto di fazzoletti.

<< Tieni >> disse, porgendoglielo.

Irina lo non prese, e si voltò di nuovo. Questa volta sembrava si fosse cucita la bocca.

<< Vuoi sporcarmi la macchina? >> chiese Xander, con un mezzo sorriso.

<< Allora ti conviene farmi scendere >> ribatté lei, secca.

Per risposta, Xander accelerò ancora, ma lei non fiatò. Svoltò a destra, diretto a casa. Quando fu davanti alla villetta, si fermò e disse: << Adessopuoi scendere >>.

Irina aprì la porta dell'auto, nervosa, e scese. Guardò la casa, dove c'era solo una luce del piano superiore accesa.

Xander la prese per un gomito e la tirò dentro casa, impedendole ogni via di fuga. Spalancò la porta della cucina e accese la luce.

<< Xander, sei tu?! >> gridò qualcuno di sopra.

<< Sì, Jess, sono io! >> rispose Xander, << Continua pure a fare quello che stai facendo, che sono ancora capace di muovermi per casa da solo! >>.

Tirò fuori del ghiaccio dal frigorifero e lo diede a Irina e disse, minaccioso: << Se ti muovi da qui, giuro che ti tengo chiusa qua finché la polizia non viene a sfondare la porta, chiaro? >>.

Si fiondò in bagno e prese disinfettante e un po' di cotone, e tornò in cucina, dove la ragazza era ancora immobile nel punto in cui l'aveva lasciata, vicino al tavolo. Senza darle modo di protestare, la prese per i fianchi e la mise seduta sul ripiano di legno. Lei non fiatò, ma abbassò lo sguardo sul pavimento.

Xander le prese il mento con una mano, costringendola a tirare su la testa.

<< Guarda qui >> disse, << Se fossi arrivato cinque minuti dopo, ti avrebbero spaccato veramente la faccia >>.

<< Sono sempre sopravvissuta >> mormorò la ragazza.

Xander tornò serio e la guardò negli occhi, ma lei abbassò ancora lo sguardo. La costrinse di nuovo ad alzare la testa, fino a farle guardare il soffitto.

<< Il tuo naso non è molto fortunato, o sbaglio? >> disse, cercando di stemperare un po' la tensione. Poi notò una piccola cicatrice bianca che aveva sotto il mento. << E questa? >> domandò.

<< Sono caduta, da piccola >> rispose Irina, e davanti alla sua occhiata perplessa aggiunse: << Sto dicendo la verità. Mio padre non mi tocca quasi mai, non so cosa gli sia preso stasera >>.

In quel momento, entrò Jess che guardava per terra, grattandosi la testa pensieroso. Andò dritto dritto verso il frigorifero, senza accorgersi che c'era anche Irina.

<< Ma secondo te dovrei invitarla a cena al ristorante, oppure in qualche locale... >> stava dicendo.

Poi, alzò la testa e li guardò uno a uno, sorpreso, e biascicò: << Ok, ho scelto il momento sbagliato >>.

<< Ecco, appunto >> ribatté Xander, anche se sapeva che l'amico non si era accorto veramente di nulla. Aspettò che uscisse, prima di dire alla ragazza: << Ti fa male? >>.

Lei fece di no con la testa, e accettò senza fiatare il ghiaccio che lui le posò sul naso.

<< Adesso cosa facciamo? >> chiese lei dopo un po', con una strana voce nasale.

<< Per una volta rilassati, Irina >> ribatté Xander, gettando nel cestino un fazzoletto sporco di sangue. << Alla soluzione ci penseremo più tardi. E, soprattutto, ci penserò io >>.

<< Ci sono in mezzo anche io >> sbottò la ragazza, << E siamo stati entrambi due stupidi >>.

Xander aprì il frigorifero, e prese una bottiglia di acqua. Ne versò un po' in un bicchiere e lo porse ad Irina.

<< Perché tuo padre ti ha picchiata? >> chiese.

<< Mi ha sentito mentre parlavo al telefono >> rispose lei, << E credeva uscissi con te, immagino >>.

<< E sarebbe un pretesto per riempirti di botte, questo? >> sbottò, irato.

<< Mio padre mi odia, Xander, e beve in continuazione... >> ribatté Irina, come se fosse qualcosa di scarso interesse. << Quelle poche volte in cui è completamente lucido, mi tiene d'occhio per conto di William >>.

Xander non si capacitava di come potesse un padre odiare sua figlia, soprattutto se era una come Irina. O era pazzo, oppure, molto probabilmente, un gran bastardo.

<< Perché ti odia? >> chiese, sapendo che forse lei non avrebbe risposto.

La ragazza infatti scese dal tavolo e gli diede le spalle. Sospirò, poi disse: << Me lo sono sempre chiesto. Non ho mai fatto nulla per farmidetestare. Poi forse ho capito... >>. Tacque, cercando il coraggio di proseguire, << Credo... Credo che sospetti che io non sia sua figlia >>.

Xander la guardò, chiedendosi perché le cose peggiori capitano sempre a chi non le merita.

<< Perché dovrebbe sospettarlo? >> chiese.

Irina sospirò di nuovo. << Non so quasi niente di questa storia, solo quello che hanno voluto dirmi i miei fratelli. Forse mia madre ha avuto una storia poco prima di rimanere incinta di me... Poi però ha troncato tutto, e non chiedermi perché. Può essere che mio padre non sia Todd >>.

<< Esiste il test del DNA >> disse Xander, << Potreste farlo... >>.

"E se lui non fosse tuo padre, potresti benissimo andartene senza rimorsi... Anzi, potresti benissimo venire con me".

<< No >> rispose subito secca Irina, << Non lo voglio fare... >>.

<< Perché? >>

<< Perché io lo considero mio padre >> spiegò, << Che lo sia o meno. Se anche non lo fosse, io rimarrei comunque qui. Preferisco non saperlo >>.

A Xander sarebbe scappato un sospiro di esasperazione, ma si trattenne. Irina era troppo straordinaria, per essere lasciata al suo destino.

Rimasero a guardarsi per qualche secondo, poi lei disse: << Riportami a casa, per favore >>.

<< Per lasciare che ti riempiano di nuovo di botte? Nemmeno per scherzo >> ribatté, secco.

<< Non posso rimanere qui >> disse lei, << Peggioreremo ancora di più la situazione >>.

<< Ti riporto domani mattina >> disse, sperando di convincerla.

<< No, riportami adesso. Se rimanessi qui anche di notte, lo sai cosa penserebbero, vero? >>. Sorrise.

"Lo so cosa penserebbero... Ma non me ne frega proprio un cazzo. A te invece importerebbe".

Sospirò, poi disse: << D'accordo >>.

Ore 24.00 – Casa

Irina varcò la porta di casa timorosa, sperando che suo padre non sbucasse da qualche parte e saltasse addosso a uno di loro due. Xander era dietro di lei, e chiuse la porta con un colpo secco.

Con sollievo, nessuno sembrava aver voglia di accoglierli, ma notò la luce del soggiorno accesa. Xander le diede una leggera spinta, invitandola a guardare nella stanza. Mise la testa oltre la porta, e vide il padre seduto sul divano con una borsa del ghiaccio sul naso, circondato dai fratelli. Quando la videro, Harry si alzò di scatto, ma si immobilizzò di colpo appena vide Xander dietro di lei. Nessuno osò dire una parola, e suo padre si levò il ghiaccio dalla faccia per guardarla.

<< Cosa ci fai qui? >> domandò, ogni parola intrisa di odio.

<< Senti, papà, facciamo finta che non sia successo niente... >> esordì Irina, cercando di evitare una litigata.

<< Esci da casa mia >> la interruppe lui. << Esci da casa mia immediatamente >>.

<< Sei tu che devi uscire da casa sua >> si intromise Xander, la voce minacciosa, << Tu e quelli che dovrebbero essere i suoi fratelli >>.

Irina si voltò di scatto verso di lui, fulminandolo con lo sguardo. Non conosceva suo padre, e non sapeva cosa stava rischiando. Lo costrinse ad arretrare di qualche passo, poi disse: << Xander, non intrometterti. Lascia fare a me >>.

Lui tacque, ma sembrò costargli molto. Abbassò la testa, tirando un profondo respiro e attese. Irina si voltò di nuovo, e guardò il padre, con il viso ancora sporco di sangue. Voleva sapere se aveva chiamato William per raccontargli cosa era successo, ma non poteva sperare di chiederglielo senza farlo infuriare, o peggiorare ancora di più la situazione.

<< Vattene in camera tua >> disse suo padre, senza guardarla.

Irina sospirò. Non sembrava avere intenzione di intavolare una discussione, e forse era meglio così. Si voltò lentamente, trovandosi faccia a faccia con Xander, che la scrutava con gli occhi blu. Non si aspettava una vicinanza simile, e la cosa la imbarazzò. Gli mise le mani sul petto e lo spinse nel corridoio, un po' per farlo uscire, un po' per allontanarlo da sé.

<< Adesso puoi andare >> gli disse.

<< Questo lo chiami risolvere la situazione? >> ribatté lui.

<< L'ha presa meglio del previsto >> rispose Irina, ignorando la sua frecciata, << Spero solo che non abbia chiamato William... Ma non credo lo abbia fatto, altrimenti sarebbe stato già qui >>.

<< D'accordo, me ne vado >> disse infine Xander, << Ma tieni il cellulare acceso, e chiamami in qualunque momento e per qualsiasi cosa, chiaro? >>.

<< Chiaro >> disse Irina con un sorriso, divertita e lusingata da quanto fosse preoccupato per lei.

Xander si girò, ma prima che lei potesse fermarlo, si infilò in soggiorno e disse, con una voce così minacciosa che lei stessa si spaventò: << Mettetele le mani addosso, e giuro che vi ammazzo >>.

Poi uscì dalla stanza e infilò la porta, senza aggiungere altro.

Irina, ancora sconcertata, sbirciò nel soggiorno per vedere la reazione di suo padre e dei suoi fratelli: stavano ancora fissando la porta, ed era chiaro che provavano un po' di paura.

Decise che era meglio defilarsi, e salì in camera sua.


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