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Capitolo VI


Ore 14.00 – Casa Challagher

Irina si appoggiò al tavolo di legno lucido, guardando Sebastian, il meccanico di William, che si era infilato nel cofano di una Mercedes SLK McLaren argentata e stava trafficando con un paio di chiavi inglesi. L'enorme garage sotterraneo di Casa Challagher era illuminato dalle lampade al neon, il pavimento bianco lucido che brillava. Una decina di auto erano parcheggiate l'una di fianco all'altra, tutte macchine di una certa potenza e di un certo calibro: tra loro, una Porsche Boxter, una Audi R8, due Lamborghini, una Aston Martin. Solo una era coperta da un telo nero. Alle pareti, poster di macchine da corsa o modificate.

William, appoggiato alla R8, passò in rassegna i volti di Hank, Josh e Dimitri, l'ultimo bottone della camicia azzurra slacciato, che lasciava intravedere la medaglietta argentata.

<< Allora, il prossimo carico di auto dall'Europa arriverà lunedì notte >> disse, << A Terminal Island. Tutte BMW e Mercedes, versioni M e AMG. La metà sappiamo già a chi venderle, le altre possiamo usarle per il mercato dei pezzi di ricambio... Chi si occupa della cosa? >>.

<< Io >> si propose Hanck, << Non dovrebbe essere un problema rubarle, se sono poco controllate come l'altra volta. Mi serve qualcun altro, però, che mi faccia da palo >>.

<< D'accordo, sbrigatela tu, questa volta. Se fila tutto liscio, puoi anche tenerti una macchina >> disse William, estraendo una Marlboro dalle tasche dei jeans, << Rimane solo Arthur, a cui bisogna fare una visitina di cortesia... >>.

Si voltò verso Irina, e la ragazza lo guardò truce. Non aveva alcuna intenzione di andarci, se era quello che aveva in mente lo Scorpione: non voleva maltrattare ne minacciare nessuno solo per qualche soldo.

<< Non guardare me >> sibilò, secca.

William ridacchiò. << Non ci penso neanche, visto che non sei riuscita a farti pagare nemmeno da un vecchio bacucco come Nichols >> ribatté serafico.

<< Ci vado io, allora >> si propose Dimitri.

William ridacchiò divertito. << Sì, forse tu hai un po' più di... come dire? Di influenza, sulla gente >>. Lanciò uno sguardo alla ragazza, senza aggiungere altro.

Dimitri Goryalef, il russo numero 2 della Black List soprannominato il "Mastino", era conosciuto in città per la sua spiccata propensione a fare a pezzi auto e a farsi pochi scrupoli quando era ora di minacciare qualcuno. Irina lo sapeva bene, perché stava quasi sempre con lo Scorpione, e aveva imparato a temere il russo e a stargli più lontana possibile.

Hank, Josh e Dimitri lasciarono il garage, e Sebastian li seguì poco dopo. Nella stanza, nel più completo silenzio, rimasero solo Irina e William, lei seduta sul tavolo, lui ancora appoggiato sulla R8.

La ragazza aspettava quel momento per introdurre l'argomento che le premeva: far sfidare il Toro a Xander. Fu lui però a cominciare il discorso.

<< Robert O'Correll mi ha detto che c'è un tipo nuovo, da queste parti >> disse, apparentemente disinteressato, << Dice che è impressionante, quando guida... >>.

<< Sì, l'ho visto gareggiare anche io >> ne approfittò Irina, << E' davvero molto bravo: si è lasciato dietro gli altri come niente >>.

<< Come mai eri alla gara aperta dell'altra sera? >> chiese William, il tono di voce perfettamente calmo. Lei però capì al volo che stava indagando su i suoi comportamenti.

<< Avevo intenzione di gareggiare >> mentì prontamente, << Ma poi ho cambiato idea. Troppa gente in giro, per i miei gusti. E comunque non sapevo che ci sarebbe stato O'Correll >>.

William sembrò credere alle sue parole. Si staccò dalla R8 e raggiunse l'auto coperta dal telo nero.

<< Da quello che mi hanno raccontato, sembra davvero molto bravo >> disse, << Con una sola gara, è riuscito a catalizzare l'attenzione su di sé... Non capita spesso, vero? >>.

<< No, ma posso garantirti che potrebbe dare del filo da torcere a molti membri della Lista >> disse Irina, dosando la voce per cercare di apparire neutra, << Anche a me, forse >>.

Lo Scorpione puntò i suoi occhi verdi su di lei, sorridendo. << Lo credi davvero? >> domandò, divertito, << Mi stai dicendo che potrebbe essere un degno avversario anche per Dimitri? >>.

<< Anche per te, se è per questo >>.

Gli occhi di William si ridussero a due fessure. << Non toccare questo tasto >> disse, ma non era arrabbiato, << Sai quanto desidero trovare qualcuno che sia veramente alla mia altezza... Potrei anche crederti, sai? >>.

Irina capì di aver centrato l'argomento giusto: da quando lo conosceva, lo aveva sentito lamentarsi spesso che ci fosse poca gente in grado di correre contro di lui. Amava mettere alla prova il suo talento, e amava altrettanto sapere di essere il migliore.

Con un colpo secco, William tolse il telo nero dall'auto e la scoprì. Era una Pagani Zonda R, una delle auto più potenti del mondo. Ne esistevano solo altri diciannove esemplari tutti numerati, e quello che possedeva lui era il numero 1. Rubato, naturalmente.

La Zonda era bassissima, con i paraurti che distavano pochissimi centimetri dal suolo. Le ruote enormi dai cerchi in lega lasciavano intravedere i giganteschi freni a disco in ceramica, in grado di fermare quell'auto dalla stratosferica velocità di 350 km/h. Non aveva nemmeno la targa, perché non era omologata per circolare su strada.

Irina aveva paura di quell'auto, una paura che forse non aveva senso, ma non riusciva a fare a meno di provare. Non trovava altro modo per definire quella macchina se non "cattiva". Le dava l'impressione di essere un'auto creata per cacciare e distruggere altre auto, dalla potenza esorbitante e quasi inconcepibile. Era l'unica macchina che non avrebbe mai voluto guidare.

<< Ti ricordi l'ultima volta in cui l'ho usata? >> domandò William, girando intorno alla Zonda con aria soddisfatta. La stessa aria che aveva quando guardava lei.

Irina annuì. Era stato più di un anno prima, contro un ragazzo di cui lei ricordava ancora nome e cognome: Larry Foreman.

Lo ricordava perché ci aveva deliberatamente e spudoratamente provato con lei, nonostante la ragazza gli avesse fatto capire che non era il suo tipo e che comunque non le interessava proprio. Qualcuno lo aveva messo in guardia sul fatto che girare intorno alla numero 3 della Black List non fosse una buona idea, ma lui era stato così idiota da continuare per la sua strada.

Quando Larry, una sera, aveva toccato Irina in modo poco educato, e William lo aveva beccato, lo Scorpione aveva deciso di dargli una lezione. Lo aveva sfidato, con la Zonda.

Irina si ricordava quella gara: era stata spaventosa. William aveva giocato fino all'ultimo, finché Larry non si era schiantato contro un muro, morendo sul colpo. Lo Scorpione aveva ritenuto che l'occasione fosse abbastanza importante per usare la sua auto preferita.

<< Se è forte come dici, non sarà per lui un problema sfidare il Toro, non credi? >> disse William, guardandola mentre passava una mano sulla carrozzeria nera nella Zonda.

<< Stando a quello che ho visto, non dovrebbe >> rispose Irina, cauta. Non voleva dare l'impressione a William che sapeva molto di più di quello che dava a vedere. Per fortuna Xander era riuscito a destare la sua curiosità, altrimenti sarebbe stato impossibile introdurre l'argomento senza fargli capire che si erano già incontrati.

<< Questo tipo mi incuriosisce >> ammise William, divertito, << E' comparso una sola volta e ha già fatto parlare di sé. Potrebbe essere un buon pilota... Che auto guida? >>.

<< Una BMW M3 bianca >>.

William aprì la portiera della Zonda. << Uhm, bella macchina... Facciamo così: dirò a Horne di trovarlo e sfidarlo. Andrò alla loro gara e mi farò un'idea... Vediamo se è davvero bravo quanto dicono >>.

Irina si sarebbe profusa in un grido di trionfo: lo Scorpione aveva appena fatto quello che lei voleva. Non si era dovuta scoprire, ammettendo di aver già visto Xander, e lui avrebbe sfidato il Toro. A stento represse un sorriso.

William salì sulla Zonda e chiuse la porta. << Vado a fare un giro sul circuito... Ci vediamo alla "grande sfida" >>.

Un rombo assordante invase il garage quando la Zonda si avviò senza esitazione, e con la sinuosità di un felino si diresse verso la rampa che portava fuori. La ragazza la seguì con lo sguardo, poi raggiunse le scale e tornò di sopra.

Casa Challagher si trovava sulla costa, e aveva una splendida vista sul mare. William ci abitava da solo: suo padre stava a Las Vegas, ad amministrare i suoi affari loschi e non, e la moglie lo aveva seguito. Aveva però una schiera di domestici tutti a sua disposizione, senza contare la possibilità di fare quello che gli pareva in casa senza doverne dare conto a nessuno.

Con passo rapido, Irina guadagnò il corridoio principale e uscì nel cortile dov'era parcheggiata la TT. Sentiva il rumore della Zonda provenire dal circuito privato che William aveva fatto costruire sul suo terreno.

Un po' più rilassata di quando era arrivata, uscì da Casa Challagher e appena fu a una distanza che reputava di sicurezza, prese il Nokia che Xander le aveva lasciato. Cercò il suo numero nella rubrica e attese.

<< Pronto? >>.

<< Xander, sono Irina >>

<< Ciao. Sai qualcosa sulla gara? >> domandò il ragazzo.

<< Sì. Ho parlato con lo Scorpione >> rispose Irina, << E' venuto a sapere di te, e vuole vederti gareggiare. Sarà lui a organizzare la corsa. A breve dovrebbe chiamarti lo stesso Toro per chiederti di sfidarlo... >>.

<< Allora ho attirato l'attenzione del capo >> scherzò Xander, << Immagino sia un bene >>.

<< Per dove vuoi arrivare tu, è proprio quello che ci voleva >> disse Irina, << William sembra interessato. Fagli una buona impressione è sei in barca >>.

<< D'accordo. Quindi ci vediamo alla gara? >>.

<< Sì, a presto, allora >>.

Ore 22.00 – Jefferson Park

Irina guardò la Lotus Europa blu metallizzato accendere il motore sulla linea di partenza. Gregory Horne, il Toro, un omone tutto muscoli e niente cervello, premette un paio di volte sull'acceleratore, in attesa. La BMW M3 bianca, al suo fianco, fece lo stesso. Tutto intorno a loro, il parco scarsamente illuminato dai lampioni si stagliava deserto, a parte gli spettatori venuti ad assistere alla gara. Le chiome degli alberi si muovevano nella leggera brezza, il suono del vento coperto dal rumore dei motori e dal vociare della gente.

<< Qualcuno ha scommesso che non arriverà a fine gara >> disse William, alla sua destra, la maglietta firmata che gli fasciava le spalle.

Come promesso, era venuto a vedere la gara. Xander doveva incuriosirlo davvero molto, se si era fatto vedere.

Irina sentì una vaga inquietudine impossessarsi di lei. Ora che era lì a gareggiare con il Toro, si rese conto che forse lo aveva sopravvalutato. Era stata troppo sbrigativa: sarebbe stato meglio fargli fare qualche altra corsa. Magari non era davvero in gamba come le era parso, poteva essere stato tutto un caso...

<< Horne non è bravo come pensa la gente >> disse la ragazza, sentendo la mano di William insinuarsi attorno ai suoi fianchi.

<< Ma non è nemmeno un pivello >> ribatté lo Scorpione, << Ma tu tifi sempre per i nuovi arrivati, vero? >>.

Succedeva spesso che William la prendesse in giro in quel modo, ma lei non gli dava ascolto. Era abituata alle sue provocazioni: era il suo passatempo preferito punzecchiarla su tutto ciò su cui lei non era d'accordo. Sapeva benissimo che non si sarebbe ribellata.

Clark raggiunse il centro della strada, facendo un cenno ai due partecipanti. Horne rispose dando un colpo di acceleratore, e gettando uno sguardo aXander. Gli disse qualcosa, ma l'altro non rispose.

<< Quanto è idiota... >> disse William, divertito, << Ogni giorno che passa, mi chiedo come abbia potuto permettere a Horne di stare al decimo posto... >>.

Ogni istante che passava Irina si sentiva sempre più agitata. L'attesa la stava snervando, perché credeva di aver commesso un errore, portando Xanderdavanti al Toro. Vide che William aveva notato un vago nervosismo in lei, così cercò di darsi una calmata. Trasse un respiro profondo, poi vide le due auto partire.

Xander schiacciò sull'acceleratore, portando subito la BMW in testa. La Lotus non fu in grado di competere contro la sua progressione bruciante, ma gli rimase comunque attaccata, il muso alla sinistra del suo posteriore.

Se doveva farsi notare, non ci avrebbe pensato due volte a farlo. Voleva dare spettacolo e far capire allo Scorpione che aveva trovato un degno avversario.

Svoltò a destra, chiudendo il Toro in modo da tagliargli la strada, e con un rapido colpo al freno a mano riguadagnò la traiettoria desiderata. Accelerò di nuovo, distaccando Horne di parecchi metri, i fari che risplendevano nel suo specchietto retrovisore...

Ore 22.27 – Jefferson Park

La M3 inchiodò oltre la linea di partenza con uno stridore di pneumatici, proprio nella direzione di Irina e William. Anche da quella distanza la ragazza poté notare l'espressione divertita e soddisfatta di Xander, diretta proprio a lei.

Quarantacinque secondi dopo, la Lotus si fermò di fianco alla BMW, una delle fiancate rigate dove la vernice blu si era scrostata.

<< Davvero notevole >> disse William, osservando Xander parcheggiare l'auto a bordo strada, << Ha vinto con un distacco impressionante... Avevi ragione >>.

Irina tirò mentalmente un sospiro di sollievo, maledicendosi per essere stata così sciocca da credere che Xander non potesse farcela. Guardò la BMWbianca ferma davanti a lei, mentre il ragazzo scendeva dall'auto avvicinandosi alla Lotus del Toro.

<< Non credo che il nostro amico accetterà la sconfitta tanto facilmente >> disse William, divertito, spingendo Irina avanti. << Vai a calmare gli animi, bambolina >>.

Il Toro, intanto, era uscito dalla macchina e puntava Xander minaccioso, la faccia larga e squadrata contratta dalla rabbia. Era un tipo piuttosto rissoso, e avrebbe sicuramente pestato Xander appena ne avesse avuto l'occasione.

L'uomo alzò un pugno, ma Irina lo fermò. << Fermo, Horne! >> gridò, << Scatena una rissa e finisci a raccogliere scarti di auto per tutto il resto della tua vita! >>.

Il Toro le rivolse un'occhiata sprezzante, pronto a rispondere per le rime, ma si trattenne. Era meglio non provocarla, se c'era lo Scorpione nei dintorni. Si voltò e raggiunse la sua macchina, mentre William si avvicinava a Xander.

<< Hai talento. Non si vedono spesso gare di questo genere... >> disse lo Scorpione, affabile, << Da dove arrivi? >>.

<< New York >> rispose Xander, avvicinandosi.

<< Come ti chiami? >> William sembrava molto interessato al nuovo arrivato, diversamente dalle altre volte.

<< Alexander Went >> rispose il ragazzo, porgendogli la mano.

William la prese, stringendola con vigore. << Piacere di conoscerti, Alexander. Io sono William Challager, lo Scorpione e il numero 1 della Black List >>.

Irina guardò William, stupita. Non si era mai presentato così in fretta ad un nuovo arrivato: probabilmente reputava Xander davvero forte. Guardò la BMW bianca compiaciuto, passando una mano sulla carrozzeria.

<< Bella macchina >> sentenziò, << E nemmeno un graffio. Immagino che a te piaccia >> Si voltò verso Irina, guardandola.

Lei annuì, sperando che lui non facesse altri commenti.

<< Lei è Irina, Alexander >> disse William, << La mia pilota di fiducia >>.

I due si strinsero la mano, facendo finta di non conoscersi. Lo Scorpione non perse un attimo di vista lo sguardo del nuovo arrivato, per decifrare la sua espressione mentre le veniva presentata la ragazza.

<< Non si trovano molti piloti come te, in giro >> continuò William, << Hai intenzione di continuare la tua scalata, vero? >>.

<< Certo, sono qui per questo >> Xander sembrò comprendere lo Scorpione, << Tempo di fare qualche gara e sfiderò il nono pilota >>.

William sorrise. << Mi piaci, sei ambizioso. Domani sera ci sarà una festa al Gold Bunny, sulla spiaggia. Una cosa per piloti come noi. Vieni se vuoi. Ci faremo quattro chiacchere insieme>>.

Ore 14.30 – Garage di Max

<< Allora William lo ha preso in simpatia >> disse Max, seduto vicino al bancone degli attrezzi, << Non capita spesso che faccia "amicizia" così facilmente, no? >>.

Irina lo guardò leggermente perplessa. Contro ogni previsione, William aveva davvero preso in considerazione Xander come un degno avversario. Non lo aveva mai visto presentarsi così in fretta e con così tanto piacere. Lo aveva addirittura invitato alla sua festa...

Tommy ridacchiava seduto sul sedile anteriore della Golf di Max, facendo finta di guidare. Era domenica, e lei se lo era portato dietro per non doverlo lasciare sempre da Sandra.

Aveva raccontato brevemente a Max che Xander aveva intenzione di scalare la Lista, ma aveva tralasciato il fatto che lui volesse farlo per tentare, o almeno così aveva capito lei, di farlo arrestare. Meno gente coinvolgeva, meglio era. Il meccanico non aveva sospettato nulla: erano abituati a vedere piloti che dichiaravano di voler battere lo Scorpione, e che poi non arrivavano nemmeno a metà lista.

<< Però devi ammettere che è strano >> disse Irina, camminando per il garage, << Non capisco cosa abbia in testa William... >>.

<< Sei preoccupata? >> chiese Max, intuendo subito il suo problema. << Capisco che tu conosca quell'Alexander già da prima, ma non credo che se si limiterà a correre e magari a battere qualche membro della Lista corra qualche pericolo. Mi sembra che tu la stia facendo più grossa di quello che in realtà è... >>.

"Perché in realtà la cosa è veramente grossa" pensò la ragazza, fermandosi un momento.

Preoccupata era preoccupata, su quello era sicura. Se per lei o per Xander, non lo aveva ancora capito; molto probabilmente lo era per entrambi.

<< Andrai alla festa di stasera? >> chiese Max, cambiando argomento. Non era in pensiero quanto lei, almeno.

Irina annuì. << Voglio vedere come si comporterà Xander... >> disse.

Max alzò gli occhi al cielo. << Lascialo perdere >> disse, << Farà qualche gara e poi sono sicuro che se la darà a gambe... E' solo un figlio di papà. E sai meglio di me quanto durano quelli come lui... >>.

Ore 22.00 – Casa di Xander

Con un ultimo sguardo allo specchio, Xander uscì dal bagno e scese in soggiorno. Jess stava guardando la Tv spaparanzato sul divano. Raccolse le chiavi dell'auto dal tavolino e salutò l'amico.

<< Quanto ti invidio >> disse l'informatico, << Peccato che non possa venire... >>.

<< Avanti, ti rifarai la prossima volta >> disse Xander, dandogli una pacca sulla spalla, << Ti lascio qualche ragazza per te, ok? >>.

Jess fece una smorfia e Xander si mise a ridere: naturalmente scherzava, ma l'informatico lo prendeva sempre sul serio, quando si trattava di donne.

Raggiunse la BMW e mezz'ora dopo era davanti al Gold Bunny.

Entrò nel locale guardandosi attorno per farsi un'idea di che gente ci fosse. La maggior parte erano piloti, perché il parcheggio era pieno di auto da corsamodificate, ma c'era anche un buon numero di ragazze. Vide in fondo il bancone dove servivano da bere, e più in là la pista da ballo, dove la musica era sparata a tutto volume.

A uno dei divanetti poco lontani da lì vide William Challager con un paio di amici, uno dei quali sembrava russo. Gli fece un cenno con la mano e lo raggiunse.

<< Siediti, Alexander >> gli disse, indicandogli il posto vuoto davanti a lui, << Alexander Went, ragazzi. La nostra giovane promessa >>, continuò lo Scorpione, rivolto ai due amici. Il suo tono era chiaramente canzonatorio, e Xander lo trovò odioso.

<< Giovane promessa? >> disse con un finto sorriso.

<< Mi hai stupito, l'altra volta >> ammise William, << Ne ho visti pochi che guidano come te. Arriverai in alto, te lo garantisco. Hai trovato difficili le gare, da queste parti? >>.

Xander si strinse nelle spalle. << No, per il momento >> rispose.

<< Lo immaginavo >> sorrise lo Scorpione, << Usi solo la BMW? >>.

Stava per rispondere, quando notò una ragazza venire verso di loro. Indossava un paio di pantaloni bianchi aderentissimi che lasciavano intravedere le sue belle gambe lunghe e snelle, rese ancora più seducenti dalle scarpe nere con tacchi a spillo vertiginosi. Gli ci volle un attimo per capire chi era.

Irina.

Era irriconoscibile, sotto tutto quel trucco. Gli occhi scuri erano resi felini dalla matita nera e dal mascara, le labbra delineate dal rossetto rosso. I capelli legati in una stretta coda alta, che doveva ammettere, le donava molto; dimostrava dieci anni in più di quelli che in realtà aveva. Era assolutamente e innegabilmente sexy.

William notò la sua espressione e seguì il suo sguardo. Sorrise quando capì di cosa si trattava.

<< Non male la ragazza, vero? >> disse maliziosamente.

Xander sorrise, cercando di apparire distaccato. Era davvero bella, ma forse per lui era stato più uno shock, che un piacere. Il cambiamento era così radicale che si rese conto che forse ci avrebbe messo un po' per poterla giudicare in modo lucido.

<< Forse non è esattamente il mio tipo... >> rispose, sapendo che era quello che lo Scorpione voleva sentirsi dire.

William si produsse in un ghigno, proprio mentre Irina raggiungeva il loro tavolo e si fermava lì, in piedi.

<< Tanto meglio >> disse lo Scorpione. Afferrò la ragazza per il top e la baciò sulle labbra, tornando poi a guardare Xander con aria soddisfatta.

Senza scomporsi, Xander sorrise, ma riuscì a notare l'espressione disgustata di Irina. Senza dire una parola, la ragazza si sedette di fianco a William, e non lo guardò.

Uno dei camerieri arrivò con un vassoio e servì a tutti da bere: un Martini per Xander, un Bacardi a William e delle birre per i suoi amici. Solo Irina non prese niente.

<< Dicevamo... Solo BMW? >> domandò di nuovo William, mettendo un braccio intorno alle spalle di Irina. La ragazza continuava a evitare il suo sguardo.

<< Al momento ho solo quella >> rispose Xander, << Ma ho intenzione di prendere qualcos'altro... >>.

<< Cosa? >>

<< Una Maserati, forse >>.

<< Roba di lusso, allora >> sorrise lo Scorpione, << Oltretutto italiana... Se ne vedono poche, da queste parti. La mia ragazza ha un'auto italiana, ma niente a che fare con quelle >>.

Dicendo questo, William fece un cenno per indicare Irina, ma lei non disse nulla. Sembrava imbarazzata, come se trovarsi lì fosse l'ultimo posto in cuiavrebbe voluto stare.

<< E' il pilota che fa l'auto >> disse Xander, guardando deliberatamente Irina, << Almeno, è quello che penso io >>.

Finalmente la ragazza le rivolse un'occhiata, così rapida che forse solo lui la colse. Sorrise impercettibilmente, poi tornò a fissare il bicchiere dello Scorpione.

William ridacchiò. << Ottima teoria >> disse, << Se il pilota è valido, allora hai ragione >>. Tirò fuori il suo palmare e poi guardò l'ora. Tolse il braccio dalle spalle di Irina, poi le disse: << C'è Hanck, fuori. Vai a vedere cosa vuole >>.

Senza farselo ripetere due volte, la ragazza si alzò e sparì tra la gente, seguita da diversi sguardi. Anche questa volta nessuno osò apostrofarla.

Xander rimase ancora mezz'ora a parlare con William, e riuscì a percepire l'interesse che aveva lo Scorpione per lui. Sembrava che stesse cercando di capire quanto fosse bravo, chiedendogli quante gare aveva vinto in precedenza e contro chi aveva corso. Solo quando fu soddisfatto si alzò, dicendogli di servirsi di tutto quello che desiderava perché era tutto a spese sue.

Una decina di minuti più tardi, quando andò a prendersi qualcos'altro da bere, vide di nuovo Irina. Era seduta al bancone, e parlava con il barman. Aveva l'aria stanca, e sorseggiava qualcosa che sembrava un succo di frutta.

Stando a quello che aveva capito, non era saggio avvicinarsi a lei quando nei dintorni c'era William. Troppa confidenza tra loro avrebbe destato qualche sospetto, e non era il caso.

Scoprì però che non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Dopo lo shock iniziale, ora cominciava a capire alla perfezione perché i ragazzi la fissassero in quel modo a dir poco lascivo. Aveva due gambe davvero notevoli, che si notavano nonostante indossasse i pantaloni, e il fisico non era da meno. Troppo sensuale per passare inosservata. E molto probabilmente era quello che voleva lo Scorpione.

Si capiva che William la stava esibendo come un trofeo, pronto a metterla in mostra a tutti e altrettanto pronto a fare in modo che nessun'altro potesse toccarla. E immediatamente l'aveva definita "la sua ragazza".

Su quello Xander aveva qualche dubbio. La faccia scocciata di Irina quando l'aveva baciata non gli era sfuggita, e nemmeno con quanto sollievo si era alzata ed era uscita, quando lui glielo aveva chiesto. Era chiaro che c'era qualcosa di strano.

Rimase a guardarla seduta per altri dieci minuti buoni, senza che lei nemmeno se ne accorgesse. La vide portarsi una mano alla testa e sospirare. Disse qualcosa al barman che le porse un bicchiere e lei lo mandò giù tutto d'un sorso. Poi, finalmente, notò che la stava guardando.

Irina fissò Xander seduto dall'altra parte del bancone, troppo distante per potergli parlare. Rimase un momento interdetta: si aspettava fosse ancora con William.

Distolse lo sguardo, puntandolo sul suo bicchiere vuoto. Aveva mal di testa, e non vedeva l'ora di andarsene a casa. La serata però si prospettava ancora lunga.

<< Va un po' meglio? >> chiese Mark, il barman trentenne, disponendo dei bicchieri vuoti sul bancone.

Irina fece una smorfia. << Più o meno... >> rispose. Il rimedio che le aveva dato cinque minuti prima consisteva nel bere tutto d'un fiato mezzo bicchiere di vodka mescolato con succo di limone: una cosa da dare il voltastomaco, e sul cui funzionamento Irina aveva qualche dubbio.

<< Forse è il caso che esci a prendere una boccata d'aria >> disse Mark, riempiendo in bicchieri di rum.

<< No, tanto fra un po' mi passa >> disse Irina.

Gettò una rapida occhiata a Xander, per scoprire che la stava ancora guardando. Cercò di fare finta di niente, ma il suo sguardo la imbarazzava. Era consapevole che era quasi impossibile riconoscerla, quando usciva con William e i suoi amici, e non si sentiva mai a suo agio. Chissà cosa stava pensando di lei, in quel momento...

Non era abituata a vestirsi in quel modo, e nonostante cercasse di essere spontanea, odiava attirare gli sguardi su di sé. Sapeva che in lei non c'era niente di bello: la guardavano solo per la scollatura e i pantaloni aderenti. Con altri abiti nessuno l'avrebbe filata.

Controllò di nuovo Xander: continuava a tenere i suoi occhi azzurri puntati su di lei.

"Avanti, girati da un'altra parte... E' già abbastanza imbarazzante così".

<< Dammi una vodka al melone >> disse una voce femminile al suo fianco, rivolta al barman.

Irina si riscosse guardò la ragazza che si era appena seduta di fianco a lei: ventisei anni, la carnagione abbronzata e i capelli scurissimi che ricadevano sulle spalle in perfetti boccoli morbidi e setosi.

<< Toh, guarda che si vede >> disse, rivolta a Irina, il tono canzonatorio, << La nostra troietta di fiducia... Ops, scusa, intendevo pilota... >>.

Perfettamente impassibile, Irina tornò a guardare di fronte a sé. Tra lei e Vera Gonzalez, numero sette della Black List, non correva buon sangue, lo sapevano tutti.

<< Ciao, Vera >> la salutò Irina. << Anche tu da queste parti, guarda caso >>.

<< Sono libera di andare dove mi pare >> ribatté l'altra.

<< Non lo metto in dubbio >>.

Tutte le volte che si incrociavano, Vera cercava in ogni modo di provocarla: credeva fosse arrivava al terzo posto della Lista dopo essere andata a letto con tutti i suoi membri, e forse non era nemmeno l'unica a pensarlo. Irina lo aveva capito, ma non ci teneva ad abbassarsi al suo livello e scatenare ogni volta che si vedevano una rissa. I suoi insulti le risultavano così stupidi che le scivolavano addosso.

<< Come mai qui seduta tutta sola? >> domandò Vera, ingurgitando la sua vodka e chiedendone un altro bicchiere. << Nessuno da accalappiare? >>.

<< Non ho voglia di stare a sentire le tue stronzate, Vera >> disse Irina, secca, già nervosa per via del mal di testa, << Se vuoi William, è laggiù. Vai pure a prendertelo. Sinceramente non me ne frega nulla >>.

La spagnola la guardò con occhi di fuoco, poi ribatté: << Immagino quanto possa importartene... Chissà quante volte ci sei andata a letto, ma continui a rimanere al terzo posto. Almeno lui ha capito cosa sei... >>.

Punta sul vivo, Irina appoggiò violentemente il bicchiere sul bancone. Vera non sapeva niente del rapporto che c'era tra lei e William, come chiunque altro. Tutti pensavano, tutti immaginavano, tutti credevano... Ma nessuno, nessuno tranne loro due sapeva la verità. Perché lei stava zitta: l'umiliazione era troppo grande per essere rivelata. Ma soprattutto, era inutile parlare quando la causa era già persa dall'inizio...

<< Non è colpa mia se non sei nessuno, da queste parti >> disse gelida, cercando di controllare la voce, << E se credi che andare a letto con tutti i piloti ti possa far avanzare, fallo tu. Io non ne ho bisogno... E, tra parentesi, non sono lesbica >>.

Detto questo, si alzò e lasciò il bancone, diretta all'uscita del locale. Avrebbe dovuto ascoltare prima il consiglio di Mark.

Il Gold Bunny aveva un'apertura che dava su una grande terrazza sul mare, con tavoli e sedie per chi voleva lasciarsi per qualche minuto la musica alle spalle. Si sedette su una poltroncina, passandosi una mano sul viso.

Non erano gli insulti, a farle male. Era ciò che pensavano gli altri di lei a ferirla. L'immagine che avevano di Fenice era totalmente distorta, perché vista attraverso la gelosia e la rabbia. Lavorava per lo Scorpione, faceva la parte della sua ragazza, trattava i suoi affari, e tutto per salvare se stessa e ciò che rimaneva della sua famiglia. Ma quello lo aveva scelto lei, di fare. C'erano cose che non avrebbe mai accettato volontariamente... Cose a cui non si sarebbe mai abbassata, nemmeno sotto minaccia...

Rimase seduta per dieci minuti buoni, ascoltando il suono del mare che si infrangeva sui piloni della terrazza. C'erano stati problemi con il furto delle auto al porto, e molto probabilmente William se ne sarebbe andato. Appena fosse sparito, se ne sarebbe andata anche lei.

Quando le sembrò che il mal di testa le fosse passato almeno un po', si alzò e tornò dentro. Per fortuna non incrociò più Vera, che doveva essersi scelta un'altra parte del locale. Vide lo Scorpione una decina di metri più in là farle un cenno. Lo raggiunse.

<< Me ne vado, bambolina >> disse, << Problemi al porto >>.

La spinse contro il muro, appoggiando una mano sopra la sua testa e la baciò sulle labbra, con passione. Lei rimase assolutamente immobile, poi gli mise una mano sul petto cercando inutilmente di allontanarlo. Si staccò sentendo ancora il sapore amaro del rum che lui aveva bevuto in bocca.

William ghignò. << Hai bevuto vodka e limone? >> domandò.

Irina fece una smorfia e non rispose. Si spostò di scatto, infastidita.

Senza aggiungere altro, lo Scorpione si voltò e guadagnò l'uscita del locale, portandosi dietro Dimitri e Josh. Finalmente se ne poteva andare anche lei.

Xander vide Irina infilarsi il maglioncino nero e tirare fuori il cellulare. Aveva visto che William se n'era andato, e decise che poteva avvicinarsi.

<< Ehi, vai via? >> domandò, attirando la sua attenzione.

La ragazza si voltò di scatto. << Ehm... ciao >> disse, imbarazzata, << Sì, me ne vado... Sono un po' stanca >>.

In effetti, si vedeva. << Non pensavo ci fossi >> disse, << Non ho visto la tua auto, nel piazzale >>.

<< Sono venuta con William >> rispose Irina, cercando un numero sulla rubrica del telefono, << Adesso chiamo un taxi e me torno a casa >>.

L'occasione fa l'uomo ladro, e Xander voleva approfittarne. Sorrise. << Posso accompagnarti? >>.

Irina puntò i suoi occhi da gatta su di lui, e per un momento sembrò tentata dall'offerta. Rimase un attimo in silenzio, come a valutare la richiesta.

<< Posso tornare in taxi, non è un problema... >> disse.

<< Non è un problema per me accompagnarti >> ribatté Xander, sorridendo davanti alla sua ritrosia. Non aveva alcuna "strana idea": voleva avere solo qualche minuto per fare due chiacchere con lei e capire perché sembrava avere qualcosa di strano. << Avevo intenzione di andarmene anche io, tanto >>.

<< Se non ti disturba... >> disse Irina, esitante.

<< Nessun ragazzo sano di mente ti lascerebbe andare in giro da sola di notte >> disse, studiando la sua espressione per vedere come reagiva al complimento. Lei rimase assolutamente impassibile, ma poi abbassò per un momento lo sguardo, imbarazzata.

<< D'accordo... grazie >> disse alla fine.

Uscirono nel piazzale, avendo prima controllato che William o qualche suo amico non fossero nei paraggi, poi raggiunsero la BMW parcheggiata non molto lontano. Xander la vide zoppicare sopra i tacchi vertiginosi.

<< Male ai piedi? >> domandò, aprendole la porta.

<< Non hai nemmeno idea di quanto >> rispose Irina, sedendosi nel lato del passeggero e guardandolo entrare in auto.

<< Nessuno ti costringe a metterle >> disse Xander, divertito, accennando alle sue scarpe.

<< No, ma William vuole che mi vesta in "un certo modo" quando esco con lui... >> rispose lei, massaggiandosi le caviglie, << E lui è un maniaco dei tacchi... Per non parlare delle gonne corte >>.

Xander mise in moto la macchina e fece retromarcia, uscendo dal parcheggio ancora quasi tutto pieno. Nel tono di voce della ragazza c'era qualcosa che gli sembrò stranamente timore: stava tentando di sdrammatizzare qualcosa che rivelava quanto fosse vicina al pilota più pericoloso della Black List, eXander se ne accorse.

<< L'avevo notato >> disse, inserendo la quarta e superando un'auto blu, << Sei la sua ragazza? >>.

Era l'ultimo dubbio che voleva togliersi.

Con la coda dell'occhio vide passare sul volto di Irina un lampo di dolore. Ci mise un momento a rispondere, e farlo sembrò costarle molto. << Sì >> disse solo, in tono piatto.

Notando che sembrava non parlarne volentieri, lasciò l'argomento in sospeso, anche se era chiaro che anche lì c'era qualcosa di strano. Fece un cenno verso le sue scarpe.

<< Toglile, se vuoi >> disse.

<< Posso? >> disse lei, stupita.

<< Non credo che mi rovinerai la macchina, se stai scalza >> scherzò Xander.

<< Grazie >>.

Irina si tolse le scarpe, rimanendo a piedi nudi. Xander ridacchiò divertito, poi svoltò a destra. Le sembrava un po' meno imbarazzata di prima: al GoldBunny non aveva spiccicato parola; adesso almeno rispondeva alle sue domande.

Aveva l'insana tentazione di capire cosa pensava Irina di William, visto che le sue parole erano incoerenti con i suoi comportamenti.

<< Un tipo particolare, lo Scorpione... >> buttò lì, con aria noncurante.

<< Non sai quanto >> ribatté lei, guardando fuori dal finestrino.

<< Soldi, auto di lusso, feste... Ha tutto quello che vuole. Deve fare affari, con le gare >> continuò Xander.

<< Tra lui e suo padre hanno tanto di quel denaro che non oso nemmeno immaginare >> disse Irina, << E i soldi aiutano... Comunque mi sembra tu gli abbia fatto una buona impressione >>.

Aveva cambiato argomento, quindi non voleva parlare del "suo ragazzo". Altra cosa strana.

<< Posso sperare di passare già al nono della Lista? >> domandò Xander, capendo che non era il caso di insistere.

<< Penso di sì. Lasciamo che sia lui a vagliare l'ipotesi >> disse Irina, mentre la BMW si fermava davanti a casa sua. << Grazie mille, Xander... Ci vediamo a qualche gara >>.

Senza infilarsi le scarpe scese dall'auto, e in punta di piedi percorse il vialetto di casa. Con un mezzo sorriso, Xander la guardò raggiungere la porta scalza e tirare fuori le chiavi. Lo salutò con la mano e poi sparì dietro la porta.

Irina varcò la soglia di casa con la testa bassa, pentendosi di aver risposto in quel modo alla domanda di Xander riguardo a lei e William. "Non potevi dirgli altro" si disse, "Era la risposta che gli avrebbero dato tutti gli altri".

Sì, in effetti, lei per Los Angeles era la ragazza dello Scorpione, la più giovane pilota della città e l'unica donna ad essere arrivata così in alto nella BlackList. Ma per se stessa cos'era?

Una stupida sciocca che non era in grado di guadagnarsi la libertà da sola. Lei apparteneva a William, non era la sua fidanzata. Finché non avesse saldato il suo debito, o finché lui non si fosse stancato di lei, era di sua proprietà.

Si accorse solo in quel momento che suo padre la stava fissando appoggiato al muro dell'ingresso, gli occhi due fessure nere.

<< Chi cazzo era quello? >> chiese, furioso. Dal tono alterato capì che aveva bevuto.

Irina sentì un moto di panico invaderla: l'aveva vista con Xander. Cercò una scusa plausibile, sperando di fregarlo.

<< Era un amico di William >> rispose, << Mi ha accompagnato perché lui è dovuto andare via per qualche affare... >>.

Senza preavviso, suo padre la afferrò per il collo della maglia, con violenza. << William continua a lamentarsi dei tuoi comportamenti >> disse, arrabbiato << Smettila di fare la furba, chiaro? >>.

<< Non sto facendo la furba >> ribatté lei, sapendo che al momento Todd non era molto in sé.

<< No? Bé fai in modo che smetta di lamentarsi, hai capito? >> disse suo padre, << Visto che sei la sua troia personale, cerca di farla bene. Fatti scopare da tutti i suoi amici, se necessario, ma fai in modo di non deluderlo >>.

La lasciò andare di botto, sparendo in cucina e borbottando qualcosa che assomigliò tanto a: << ... puttana come sua madre... >>.

Imbambolata, Irina salì lentamente le scale diretta in camera sua. Sperava solo che non sarebbe trapelato nulla, e che Todd si dimenticasse tutto in fretta.

Nel giro di una sola serata, due persone l'avevano definita una "troia". Quante volte l'avevano chiamata con quell'epiteto?

Scoppiò in lacrime, ferita nel profondo.

Nessuno sapeva quanto di ci stava male, soprattutto se quell'insulto veniva dal suo stesso padre. Era troppo incosciente per capire la verità, troppo sbandato per chiedersi quanto sua figlia stesse perdendo in quella situazione, quanto pagasse per tutti loro. Quanto ormai sopravviveva della sua anima sempre più martoriata, schiacciata, piegata.

Forse era un'ingenua, una sciocca, una senza scrupoli, una venduta, ma non era una puttana. Avrebbe accettato qualsiasi insulto, ma non quello. Semplicemente perché la verità era tutta un'altra, ma nessuno l'avrebbe mai saputo, perché lei stessa non aveva il coraggio di rivelarla.


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