Capitolo IX
Capitolo IX
Ore 19.00 – Casa di Xander
<< Quindi vuoi dire che tu l'hai portata qui e non avete fatto niente? >> sbottò Jess, esasperato, guardando Xander bellamente spaparanzato sul divano.
<< Hai colto in pieno >> disse il ragazzo, gettando il telecomando sul tavolino.
<< Cioè, l'hai portata qui mentre io non c'ero... >> Jess girò intorno al divano, << Casa libera... e niente? >>.
Xander alzò gli occhi al cielo e appoggiò i piedi al tavolino. << Non fare l'idiota... >> disse, << Non avevo in mente quello che pensi tu >>.
"Che potrebbe anche essere strano, ma è così".
L'informatico si portò una mano alla fronte, come in preda a un mal di testa. << E allora perché l'hai portata qui? >>
<< Perché mi andava >> rispose Xander. Davanti all'espressione scettica di Jess, sorrise divertito. L'amico evidentemente non si capacitava della cosa, ma per lui non c'era nulla di strano: non gli era dispiaciuto stare con Irina, e aveva avuto modo di conoscerla meglio.
Jess smise all'improvviso di camminare intorno al tavolo e si lasciò cadere sul divano. Lo guardò per qualche istante, poi scosse la testa.
<< Ok, ammettilo, ti ha dato buca >> disse.
Xander scoppiò a ridere. << No, non mi ha dato buca. Non ci ho proprio provato, che è diverso >>
<< Non ci credo... >> mormorò Jess, << Non è nel tuo stile... >>.
<< Lo stile a cui ti riferisci tu è quello di quando mi hai conosciuto >> disse Xander, << Quindi più o meno cinque anni fa... Sai che sono cambiato, da quel punto di vista >>.
<< Uhm, dubito... Il lupo perde il pelo ma non il vizio >> disse Jess dubbioso.
Xander ghignò, ma non disse niente. Era vero, era sempre stato uno propenso alle avventure, ma da quando era entrato nell'F.B.I. aveva cambiato registro. Quando aveva lasciato Los Angeles per trasferirsi a New York la sua era una vita fatta di molto divertimento e poco lavoro, finché non aveva iniziato il corso da agente, "spronato" da suo padre. Da quel giorno tante cose erano cambiate, e aveva smesso di essere un bambino viziato e scavezzacollo che era stato al College. .
Jess lo aveva conosciuto proprio cinque anni prima, e avevano condiviso la stanza per diverso tempo. L'informatico, diversamente da lui, era rimasto sempre lo stesso e si ricordava ancora di com'era Xander prima di mettere la testa a posto: i primi tempi aveva faticato a tenere la testa bassa e a fare delle rinunce. Ogni tanto lo prendeva ancora in giro, come in quel momento.
<< Come mai "ti andava" di portarla qui? >> domandò Jess.
<< Mi ha raccontato di come è entrata nel giro delle corse, e mi sono accorto che farlo le è costato parecchio >> rispose Xander, << Siccome non sono stato gentilissimo, ho pensato di farmi perdonare e alleggerire l'atmosfera portandola a mangiare a casa nostra >>.
<< Ok... Quindi? >>
<< Quindi cosa? >>
<< Avevi detto che la conosci poco... Adesso la conosci un po' di più. Cosa ti sembra? >>
"Mi sembra una ragazza fuori dal comune" pensò Xander.
<< Forse avevi ragione... Non è tanto normale >> disse, << Cioè, si sta sbattendo per salvare la sua famiglia, si è tenuta il figlio di suo fratello, e mi vuole anche dare una mano. E' una brava ragazza, forse troppo per essere dove sta >>.
Per quello che aveva visto, Irina era proprio fuori posto, lì in mezzo. Oltretutto aveva notato qualche strano comportamento, da parte sua, per quello che ci andava cauto, con i giudizi. Quando stava con William, o comunque in mezzo ai piloti dello Scorpione, gli sembrava distante, quasi fredda. Era rimasto colpito con quale tranquillità aveva incassato l'insulto di Vera e con altrettanta tranquillità aveva accettato la sfida della spagnola. Quel pomeriggio, invece, lontana dalle auto modificate e dalla gentaglia con cui aveva a che fare, era parsa più rilassata, addirittura timida.
"La prima cosa che ho imparato in questo posto è che devi essere quello che non sei, per non farti calpestare." Quindi la vera Irina doveva essere quella che lui aveva visto poche ore prima, quella che sorrideva sempre e che si imbarazzava per nulla. Quella che con dolcezza infinita sapeva prendere un bambino di due anni per il verso giusto, e non quella che era in grado di correre a 250 all'ora in autostrada.
Jess tirò un sospiro e si alzò, diretto in cucina per vedere cosa stava preparando Nichole. Aveva capito che c'era poco da indagare al momento, o che non gli avrebbe cavato null'altro di bocca.
Xander cambiò posizione, fissando il mezzobusto del telegiornale che parlava di maltempo nel sud degli Stati Uniti, sbuffando.
Si stava auto analizzando. C'erano delle possibilità che Irina potesse piacergli veramente, o era solo una sbandata? Se era lì seduto a pensarci, significava che un minimo gli interessava...
"Facciamo anche abbastanza..."
Normalmente non era molto razionale: usava più l'istinto, che la testa. In quel momento, però, le due cose si stavano scontrando l'una con l'altra: una parte gli diceva di andare avanti, di cercare di conoscerla meglio perché in fondo gli piaceva già un po'; l'altra, gli intimava di prendere le distanze, perché rischiava di infrangere una delle regole principali della missione: non affezionarsi a nessuno per evitare di mettere a rischio la copertura.
E lui era sulla buona strada per infrangere l'unica regola che fino a quel momento era riuscito a rispettare.
Ore 10.00 – Università
Irina giocava con la penna che aveva in mano, fissando il professore che camminava avanti e indietro spiegando qualcosa di cui lei aveva già perso il filo dall'inizio. In quella giornata di sole avrebbe tanto voluto starsene in spiaggia, invece che seduta in un'aula affollata. Era stanca già di lunedì, e lo sarebbe rimasta per tutta la settimana.
Uno dei cellulari che si portava sempre dietro vibrò all'improvviso, e lei lo tirò fuori. Era il Motorola, e il messaggio appena arrivato di William. "Raggiungimi al magazzino di Brentwood il prima possibile: consegniamo le auto".
Sbuffando, Irina guardò l'orologio e rimise il telefono a posto. Mancava ancora un'ora alla fine della lezione, poi avrebbe saltato le due ore di Marketing per raggiungere William. Si voltò verso le amiche, cogliendo Jenny nel bel mezzo di un colossale sbadiglio.
<< Ragazze, quando finisce quest'ora me ne vado >> disse, << Mi lasciate gli appunti, poi? >>
Angie annuì. << Non ti preoccupare. Ti faccio le fotocopie dei miei >>
<< Come mai vai via? >> domandò Katy.
<< Ho un impegno >> rispose Irina, evasiva. Le tre compresero al volo e non fecero altre domande.
Un'ora dopo, Irina raggiungeva a passo veloce casa e senza nemmeno entrare montò sulla TT, dirigendosi verso Brentwood, a ovest. Lungo la superstrada non c'era traffico, così ne approfittò per forzare un po' il passo, canticchiando la canzone Sick and Tired che trasmetteva in quel momento la radio. Arrivò a destinazione in meno di mezz'ora.
Il magazzino di Brentwood era un grande capannone che risultava di proprietà di un'azienda locale, ma che lo Scorpione usava come deposito per le auto che rubava e poi rivendeva. Situato nel centro dell'area industriale, si confondeva con le costruzioni nei dintorni e gli altri capannoni.
Irina parcheggiò l'Audi nel parcheggio interno, di fianco alla Aston Martin DB9 blu di William, nel posto che era riservato a lei. Vide poco lontano un paio di auto modificate, molto probabilmente dei clienti dello Scorpione.
Entrò nel capannone, ritrovandosi in un grande spazio dal soffitto alto, illuminato dalle lampade al neon. Parcheggiate l'una di fianco all'altra, brillanti sotto la luce artificiale, c'erano una ventina di auto, tutte BMW e Mercedes, serie M e AMG, le più potenti in circolazione. Vide due ragazzi girare intorno a una M6 nera cabrio, controllando che tutto fosse a posto. Un altro stava parlando con William, in fondo al magazzino.
Irina vide una M3 bianca, molto simile a quella di Xander, parcheggiata proprio vicino al muro, ancora senza proprietario. Rimase a guardarla per un momento, poi si diresse verso William.
<< Ciao... Prendi i documenti della SL rossa... Sono nel cruscotto >> disse solo lui.
Irina cercò l'auto con lo sguardo, poi raggiunse la Mercedes ed entrò nell'abitacolo, afferrando un plico di documenti falsi appoggiato nel portaoggetti. Nel prezzo pagato per l'auto, lo Scorpione comprendeva anche i finti certificati di immatricolazione e acquisto, perché gli piacevano i lavori fatti bene.
Diede i documenti al ragazzo che parlava con William e le chiavi dell'auto, poi attese che lo Scorpione intascasse i soldi e il cliente se ne andasse.
William le mise un braccio intorno alle spalle, e disse con un sorriso: << Visto quante belle auto? >>
Irina annuì, vagando con lo sguardo su tutte quelle macchine da centinaia di migliaia di dollari, che prodigiosamente avevano rubato. Strano che Hanck, l'autore del furto, non c'era.
<< Perché hai voluto che venissi? >> domandò.
<< Volevo che dessi uno sguardo prima che i pezzi migliori se ne andassero... >> rispose William, << Avanti, prendine una... >>
Irina tacque. Non era la prima volta che William le voleva regalare un'auto, o un oggetto di elevato valore. Lei aveva sempre rifiutato, però: aveva abbastanza debiti, nei suoi confronti.
"Non è così che riuscirai a comprarmi" pensò, "O a farti perdonare..."
Il suo sguardo però si soffermò sulla M3 bianca, in bella vista al lato del capannone. Le piaceva, era tentata...
Alla fine sospirò e disse: << No, grazie, non mi serve a niente >>.
William l'afferrò per una spalla, guardandola in viso. << Avanti... Lo so che ti piace la M3 bianca >> disse, << L'ho tenuta apposta per fartela vedere... Non credi che sia ora di cambiare quel catorcio della tua Fiat? >>
L'insulto gratuito alla sua macchina la irritò. << La Punto non è un catorcio >> sibilò, allontanandosi, << E comunque non la voglio >>
William sembrò arrabbiarsi, davanti al suo rifiuto. Le gettò un'occhiataccia e lasciò le chiavi della BMW sul tetto di vetro nero, come a dirle che non avrebbe resistito alla tentazione di prenderle.
In quel momento entrò un uomo sui quarantacinque anni, vestito in divisa da poliziotto. Era Edward Barrow, il capo del distretto di polizia di Los Angeles. Aveva il fisico robusto ma cadente, e l'espressione idiota. Un ciccione demente, lo chiama William.
<< Ottimo bottino, vedo >> disse il poliziotto, guardandosi intorno.
<< Visto? >> disse lo Scorpione, avvicinandosi a lui con le braccia aperte, per mostrare la refurtiva.
Era stato Barrow a dire dell'arrivo del carico di auto al porto a William, e lo Scorpione lo ripagava dandogli una delle macchine che avevano rubato. Era il loro patto, e a Barrow conveniva troppo per infrangerlo.
Irina si appoggiò al cofano di una Mercedes SLK argentata, guardando i due che passeggiavano in mezzo alle auto.
<< Scegli quella che vuoi >> disse William, << Tranne Mercedes SL nera che è di Hanck >>.
Barrow gironzolò per un po' tra le auto, sotto lo sguardo irritato di Irina. Non era il primo poliziotto corrotto che vedeva, ma lui proprio non lo sopportava. Era un venduto, peggio di lei.
Quando passò vicino a lei, ancora appoggiata alla Mercedes, le gettò una rapida occhiata pensando di non essere visto. Lo ignorò deliberatamente, continuando a guardare dritto e pensando all'ennesima lezione che si era persa.
<< Quella >> disse infine Barrow, indicando la BMW M3 bianca, con ancora le chiavi appoggiate sul tetto.
William gettò un'occhiata strafottente a Irina, poi disse: << La M3? >>
<< Sì >>
Irina guardò il ciccione salire sulla BMW, chiedendosi come facesse a non rimanere incastrato. Xander faceva tutta un'altra figura, su quell'auto.
Stizzita dal fatto che quell'idiota di Barrow avesse scelto una delle sue macchine preferite, incrociò le braccia e lo guardò in cagnesco. L'aveva rifiutata, ma ciò non voleva dire che il primo cretino che arrivasse dovesse prenderla.
William la guardò per qualche istante, immaginando quello che stava pensando. Sorrise e diede le chiavi al poliziotto: << E' tua, allora >>.
L'aveva fatto apposta, per vendicarsi del suo ennesimo rifiuto. Lo sapeva che gli dava fastidio vedere quell'auto in mano a uno come Barrow, e molto probabilmente lui la pensava come lei. Non perdeva mai occasione di farle capire chi comandava, come al solito.
Rigida come una statua, Irina guardò la M3 uscire dal capannone a passo d'uomo, intravedendo la testa mezza pelata di Barrow dal vetro posteriore.
"Non sarà neanche capace di guidarla" pensò, arrabbiata.
<< Avevi detto che non la volevi >> disse William, avvicinandosi.
<< Infatti >> ribatté lei, gelida.
William la squadrò da capo a piedi, e rimasero immobili, l'uno davanti all'altro. Nel capannone deserto regnava il silenzio.
All'improvviso, Irina ebbe paura. Detestava William, ma tante volte ubbidiva ai suoi ordini perché lo temeva. Era lui il più forte tra loro due, e non solo fisicamente. Qualunque cosa volesse, riusciva a ottenerla, anche da lei. E quando la guardava in quel modo, voleva solo una cosa...
Irina si spostò di scatto, aggirando l'auto sulla quale era appoggiata, mettendo una certa distanza tra loro. Rimase a fissarlo, spaventata e arrabbiata al tempo stesso.
<< Stammi lontano >> disse.
<< Perché? >> ribatté lui, ma rimase fermo, << Non posso avvicinarmi alla mia ragazza? >>
Irina fece una smorfia, ma non ebbe il coraggio di contraddirlo. Tra loro due, era lui quello che credeva di avere qualche legame con lei.
<< Ti tratto da regina, bambolina >> disse William, << Ti lascio fare sempre quello che vuoi, nessuno osa toccarti o contraddirti. Con te sono stato clemente molto di più rispetto a chiunque altro... >>
"Tutte stronzate" pensò Irina, "E' proprio il soprannome che mi dai a descrivere ciò che sono: la tua bambola. Hai voluto me solo perché io non volevo te... E alla fine sei riuscito comunque a ottenere quello che volevi..."
Non ebbe il coraggio di dire quello che pensava, però. Aveva troppa paura di lui, e sapeva che si sarebbe arrabbiato.
Per fortuna, Hanck entrò nel capannone proprio in quel momento. Li guardò stranito per un attimo, poi disse, rivolto a William: << Glielo hai detto? >>
<< No >> William tornò a guardarla, poi spiegò: << Voglio una macchina nuova, e mi è giunta voce che stasera passerà dalle nostre parti una bisarca che trasporta una Lamborghini Revènton... Voglio rubarla. Dimitri si occuperà di tenere a bada la polizia, Hanck rallenterà la bisarca. Io e te li seguiremo, e al momento giusto io salirò sulla Revènton... >>
<< D'accordo >> disse stancamente Irina, abbassando lo sguardo sul pavimento.
Un altro incarico ingrato. Rubare una macchina da un milione di euro, un mostro di potenza da cinquecento cavalli, tutto per togliere uno sfizio allo Scorpione.
<< Ci troviamo stasera alle nove a casa mia >> disse William, poi le fece cenno di andarsene.
Senza aggiungere altro, Irina uscì dal capannone e raggiunse l'Audi, arrabbiata con se stessa e con il mondo. Era così stupida che non faceva nulla per opporsi allo Scorpione: era proprio la sua bambola.
Salì sull'auto, poi fece retromarcia e si avviò verso casa.
Ore 20.00 – Club Red
Xander entrò nel pub poco affollato, guardandosi intorno incuriosito. Il Club Red era diverso dal Gold Bunny: più piccolo, più nascosto e anche più losco. Un paio di tipi poco raccomandabili stavano seduti a un tavolo a sniffare quella che era cocaina.
Cercò con lo sguardo lo Scorpione, che mezz'ora prima lo aveva chiamato per dirgli di raggiungerlo al Club Red per parlare di cose "importanti". Non lo vide da nessuna parte, così avanzò fino al bancone, dove un cameriere dall'aria gay gli gettò un'occhiata illuminata e mise da parte il bicchiere che stava lavando.
<< Sono qui per vedere lo Scorpione >> disse Xander.
Il cameriere lo guardò da capo a piedi, sorrise e disse: << Il tavolo in fondo >> e fece un cenno con la testa alle sue spalle. William lo aspettava, solo, seduto a un tavolo appartato, che beveva da un bicchiere quasi vuoto.
Xander ringraziò il cameriere e raggiunse il numero 1 della Black List, sedendosi di fronte a lui.
<< Ciao Alexander >> lo salutò William con un sorriso, facendo un segno con la mano al cameriere di portare altro da bere, << E' un piacere rivederti. Bellissima vittoria, la tua >>.
<< Tutto sommato è stato abbastanza facile >> disse Xander.
William ridacchiò. << Me ne sono accorto >> ribatté, << Il tuo vantaggio ne era la prova >>.
<< Come mai hai voluto vedermi qui? >> chiese Xander, gettando uno sguardo al locale.
<< Anche questo posto è mio >> rispose William, << E sapevo che a quest'ora non ci sarebbe stato nessuno di nostra conoscenza... A me piaci molto, Alexander, ma non è altrettanto per i miei amici >>.
Xander lo guardò negli occhi, e scoprì che non stava scherzando. Lui aspettò qualche momento prima di continuare, serio: << Sei davvero bravo con le macchine. Maledettamente bravo. Tutti si sono accorti che gli unici che possono darti davvero del filo da torcere sono i primi tre della Black List, e questo capita assai di rado. Normalmente chi arriva a sfidare Fenice, o il Mastino, oppure me, ci impiega diversi mesi. Tu in tre settimane sei già al sesto posto >>.
<< Ma ho saltato tutti gli altri >> obiettò Xander, con un finto sorriso.
William sventolò una mano con aria noncurante. << Sì, ma anche se io non ti avessi fatto sfidare subito il Dragone, saresti arrivato a lui nel giro di poche settimane >> rispose, << Hai talento, e mi interessi. Quando si è bravi come me è difficile trovare avversari alla tua stessa altezza. Non nego che sono impaziente di poter gareggiare con te, ma i miei amici non sono d'accordo: pensano tu sia un pericolo per loro. Si sono abituati troppo a stare dove sono, e hanno paura di perdere il loro posto... >>.
<< Quindi? >>.
<< Quindi, io voglio farti arrivare il prima possibile a sfidare me. Ma prima voglio che tu sconfigga gli altri tre rimanenti: Cobra, Fenice e Mastino >>.
William sembrava molto divertito. Mise le braccia dietro la testa e continuò, sorridendo: << Avranno paura, e faranno di tutto per batterti. Sarà bello vederli finalmente darsi da fare, e siccome mi piaci, ti metto in guardia: saranno pronti a tutto pur di non farti vincere >>.
Xander agitò il contenuto del suo bicchiere, pensieroso. Irina aveva ragione: stava entrando nelle grazie dello Scorpione, e in più sembrava reputarlo molto forte. Poteva sperare di avvicinarsi a lui abbastanza da raccogliere informazioni schiaccianti e poi farlo mettere dietro le sbarre.
<< Posso già sfidarli, allora >> disse, bevendo il suo drink.
<< Quando vuoi >> ribatté lo Scorpione, << Hai il mio numero di telefono. Quando ti senti pronto, chiamami >>.
Xander annuì, pensando che la conversazione fosse finita. William però ridacchiò e disse: << Devo dire che anche la corsa dopo la tua non è stata male >>.
<< Ti riferisci alle due ragazze? >> domandò Xander, anche se sapeva già la risposta.
<< Sì. Una era Vera, "la pazza" come la chiamo io >> spiegò William, << Per quanto riguarda l'altra... Hai avuto modo di conoscere Fenice, la ragazza più forte che io conosca >>.
Il tono usato dallo Scorpione per parlare della sua "pilota di fiducia" non era di rispetto o di orgoglio, ma era di divertimento, quasi di derisione. Non sembrava stimarla poi tanto, riferendosi così a lei.
<< Per quale motivo si sono sfidate? >> chiese Xander, curioso di vedere cosa gli avrebbe risposto il ragazzo.
Lui sorrise. << Dovevano chiudere una faccenda tra loro... Si sono sempre detestate. Cosa ne pensi di Irina, Alexander? >>.
William lo stava scrutando, pronto a soppesare ogni parola che lui avrebbe detto. Già la volta precedente aveva capito che la mostrava come il suo trofeo personale, ma che non autorizzava nessuno a toccarla. Stava sondando il terreno per fargli capire che non doveva azzardarsi ad avvicinarsi troppo a lei, maXander voleva rischiare.
<< E' molto bella >> rispose, << E anche molto forte, stando a quello che ho visto... Ma non credo che sfidarla sarà un problema >>.
Lo Scorpione ghignò, divertito. << Forse per te >> disse, << Ma qui la gente la pensa diversamente. Se si incazza è in grado di farti capire perché qualcuno la chiama "la belva"... >>
Xander non capì dove volesse andare a parare, con quel discorso. La stava dipingendo per quella che forse non era. Sorrise, poi disse: << In fondo è solo una ragazza >>.
William sorrise a sua volta. << Lo pensavo anche io, prima di conoscerla >> disse, << Poi mi sono ricreduto. Lo sai perché nessuno osa apostrofarla? Perché nessuno le manca di rispetto? >>
"Perché tu hai fatto capire chiaramente che faresti fuori chiunque ci provi".
Xander si strinse nelle spalle.
<< Perché la temono... Non puoi domarla se non sei più forte di lei >> disse William, teatrale.
"Domarla?"" pensò Xander. Non gli piacque il vocabolo che William aveva usato per Irina, e la sensazione che ebbe fu la stessa di quando aveva parlato con White...
<< E comunque >> continuò lo Scorpione, << Irina non si tocca... Non si tocca perché è mia >>
Ecco dove voleva arrivare. Stava mettendo in chiaro che se voleva stare nel gioco, c'era una regola da rispettare: tenersi lontano da Fenice.
Assumendo un'aria distaccata, Xander buttò già l'ultimo sorso del suo bicchiere. << Quindi tu sei riuscito a... "domarla"? >> domandò, indifferente.
William gli lanciò un'occhiata penetrante, poi sorrise. << Sono l'unico che è in grado di farlo... Per questo mi appartiene >>
Il discorso stava prendendo una strana piega, e Xander iniziava a innervosirsi. Che lo Scorpione parlasse di Irina in quel modo ossessivamente possessivo gli dava fastidio, soprattutto ora che sapeva che la ragazza non era della stessa opinione. William voleva dare l'idea che il rapporto tra lui è Fenice fosse basato sulla vera fiducia, quando era tutto il contrario e lo Scorpione era il primo a saperlo...
Si morse la lingua per evitare di dire qualcosa di eccessivamente provocatorio, posò il bicchiere e poi ghignò: << Ho compreso il problema... >>
"Ma rimango comunque libero di fare quello che voglio... E lo stesso vale per lei".
<< Bene, Alexander >> disse lo Scorpione, alzandosi, ora più amichevole, << Ci vediamo presto per la tua prossima gara >>.
E lasciò il locale, facendogli un cenno di saluto.
Ore 21.00 – Autostrada
<< Andiamo >>.
William chiuse la porta del lato passeggero della Grande Punto, facendo a Irina un cenno della testa. Lei accese il motore e i fari allo xeno, poi lasciò l'Autogrill immettendosi nella corsia di accelerazione dell'autostrada. Dietro di lei, l'Audi A3 con Hanck e la Eclipse verde guidata da Dimitri.
Premendo sul pedale, Irina si piazzò sulla corsia di sorpasso e guardò nello specchietto retrovisore, tenendo d'occhio le due auto dietro di lei.
Lo Scorpione, perfettamente rilassato, guardò fuori dal finestrino e disse: << E' passato poco fa... Ci vorrà poco per raggiungerlo >>
<< Ci sono auto della polizia a scortarlo? >> domandò lei, superando rapidamente un furgoncino.
<< Due, forse tre >> rispose William, << Ho incontrato Alexander Went, un'ora fa >>.
Irina lo guardò con la coda dell'occhio, e cercò di rimanere impassibile quando gli chiese: << Come mai? >>
<< Gli ho detto che può sfidare gli altri membri della Lista quando vuole >> disse il ragazzo, << Ha un certo talento... Sono ansioso di sfidarlo >>
<< Fallo subito, allora >> buttò lì Irina.
<< No, voglio tenerlo d'occhio prima >> ribatté William, poi accennò a qualcosa davanti a loro, << Eccola. Vai bambolina, raggiungiamolo >>.
A un centinaio di metri da loro, sulla corsia di destra, c'era una bisarca che procedeva a bassa velocità, e che trasportava un'unica auto coperta da uno spesso telo nero. Due auto della polizia la seguivano a breve distanza, le sirene che lampeggiavano nella notte buia.
Irina rallentò e si spostò nella corsia centrale, aspettando gli ordini di William. Lui prese la ricetrasmittente che teneva alla cintura insieme a una pistola, e disse nel microfono: << Hack, passa davanti. Devi rallentarli >>.
L'Audi li superò e andò a piazzarsi davanti al camion, mentre i poliziotti sembravano allarmarsi. La ragazza vide uno di loro parlare al telefono.
<< Chiamano i rinforzi >> disse, preoccupata.
<< Dimitri, guardaci le spalle... Preparati a toglierceli di torno >> William guardò Irina, << Affiancati, dobbiamo fare in fretta >>.
La bisarca stava rallentando, ormai sotto la soglia dei 50 km/h: Hanck stava frenando proprio davanti a lei. La ragazza si portò a sinistra del rimorchio, mentre la Eclipse iniziava a infastidire le auto della polizia. Furono costrette a spostarsi nella corsia centrale, lasciando il camion in balia dei nuovi arrivati. Gli altri automobilisti suonavano il clacson, arrabbiati per l'ingorgo che si stava formando.
Improvvisamente, l'Audi inchiodò e la bisarca fece lo stesso. Irina fermò l'auto, scatenando una serie di frenate a catena, mentre la polizia accendeva la sirena, bloccata da Dimitri. William scese dall'auto con un guizzo e si arrampicò sul rimorchio. Un secondo dopo, Irina ripartiva di scatto, sgomberando la strada.
La bisarca tornò a muoversi, con William che strappava il telo nero e scopriva la Lamborghini Revènton grigio titanio, infilandosi dentro l'abitacolo.Hanck andò a dare man forte a Dimitri, bloccando la polizia lungo la corsia di sorpasso. Le sirene suonavano incessantemente.
Sempre seguendo il camion a poca distanza, Irina vide William seduto nell'auto, che riuscì miracolosamente ad accendere il motore. Abbassò il finestrino, poi tirò fuori la pistola e mirò al meccanismo che teneva ancorata la Lamborghini, impedendole di scivolare giù. Sparò un solo colpo, poi Irina vide accendersi la luce bianca posteriore della retromarcia.
<< Sta lontana >> gracchiò la ricetrasmittente appoggiata sul cruscotto della Punto.
La ragazza rallentò lasciando spazio allo Scorpione. Con il fiato sospeso, guardò la Lamborghini arretrare e poi scivolare giù dalla bisarca in corsa tra una miriade di scintille, ma perfettamente integra. Il bassissimo paraurti posteriore strisciò sull'asfalto con uno stridio, facendo venire via la vernice metallizzata. Rallentò per un momento, poi accelerò di colpo.
<< Perfetto, possiamo andare >> disse William, dal microfono.
In quel momento Irina notò un puntino luminoso nello specchietto, e con orrore si rese conto che stavano arrivando altre auto della polizia.
<< Ne arrivano altri! >> gridò nella ricetrasmittente.
La Lamborghini superò in un attimo la bisarca che si stava fermando nella corsia di emergenza; le due auto della polizia si gettarono al suo inseguimento, le sirene spiegate.
<< Levatemeli di torno >> sentì dire William nel trasmettitore, << Finiranno per rovinarmi l'auto... >>.
Irina raggiunse la Lamborghini, costringendo uno degli sbirri a una brusca sterzata a destra. Dimitri si occupò dell'altro, speronandolo così forte da farlo andare in testa coda. Hanck superò William, aprendogli la strada tra le auto degli ignari automobilisti, sbalorditi dalla scena a cui stavano assistendo.
All'improvviso, nello specchietto retrovisore della ragazza comparvero una decina di auto della polizia a sirene spiegate, con i lampeggianti blu e rossi che illuminavano l'autostrada sempre più affollata.
<< Cazzo! >> sbottò Irina, accelerando.
<< Irina... >> gracchiò la trasmittente: era Dimitri, << Sbarriamogli la strada... >>
La Eclipse e la A3 si affiancarono ai suoi lati, occupando completamente la carreggiata dell'autostrada e impedendo alla polizia di seguire la Lamborghini. Con uno scatto impressionante, la Revènton sparì in un attimo, i fari a led che brillavano nella notte.
Irina controllò dietro di lei: un poliziotto le stava appiccicato al retrotreno. Guardò Dimitri alla sua sinistra e lui le fece un cenno: "ognuno per sé", stava dicendo. Era ora di tagliare la corda.
Procedettero fianco a fianco per un paio di chilometri, aspettando di raggiungere la prima uscita dell'autostrada. William doveva essere riuscito a scappare, perché non c'era più traccia di lui. I poliziotti continuavano a tallonarli, ma c'erano troppe auto di civili per fargli tentare una manovra azzardata.
La Eclipse svoltò bruscamente a destra, imboccando l'uscita. Un paio di volanti la inseguirono, ma il resto rimase dietro la Punto e la A3.
La ragazza premette a fondo l'acceleratore, in ansia. Doveva togliersi di torno in fretta, prima che i poliziotti riuscissero a organizzarsi meglio. Vide Hanckalla sua sinistra, che con uno scatto le passò davanti e poi imboccò la corsia di emergenza. Aveva adocchiato una via di fuga, molto probabilmente.
L'autostrada si stava svuotando, e gli sbirri iniziavano a diventare più aggressivi. L'Audi A3 sparì all'improvviso, portandosi dietro altre tre volanti, ma le cinque rimaste le rimasero alle calcagna: tra loro tre era lei quella che aveva la taglia più alta.
"E adesso che faccio?!" pensò Irina, esasperata.
Spense i fari per rendersi meno visibile, affidandosi solo alla luce delle poche auto che erano rimaste sulla strada. Doveva trovare il modo di uscire il prima possibile, ma tre volanti le bloccavano ogni via di fuga a destra. Accelerò ancora, sfiorando i 190 km/h, pronta a fargli mangiare la polvere: non potevano competere in velocità.
All'improvviso, un furgone nero le si parò davanti, e lei fu costretta a una brusca sterzata a sinistra. Sentì qualcosa cozzare contro il suo posteriore, poi un centinaio di metri più avanti vide due altre auto della polizia, sbucate da chissà dove.
"Ma quanti sono?!"
Colta dal panico, tagliò la strada a una Ford bianca, imboccando la corsia di emergenza nella speranza di superarle. Ci riuscì, ma all'ultimo una volante la chiuse a destra. La portiera della Punto strusciò contro il guard-rail, così accelerò per togliersi dall'impiccio.
Un attimo dopo, due volanti avevano stretto il posteriore della Punto con i musi anteriori delle auto, nel disperato tentativo di fermarla. Irina digrignò i denti quando sentì la vernice bianca venire via e i pezzi di vetro dei fari cadere sull'asfalto...
Sperando di riuscire a liberarsi dalla morsa, inchiodò di colpo poi accelerò di nuovo. Superò a destra un'auto bianca e cercò di trovare una via di fuga.
Xander vide una Grande Punto bianca superarlo a elevata velocità, seguita da setto o otto macchine della polizia a sirene spiegate. Non gli ci volle che un secondo per rendersi conto che era l'auto di Irina.
"Che diavolo fa?" pensò.
Una dopo l'altra, le volanti lo superarono, inseguendo la Punto che stava perdendo una parte del paraurti posteriore.
Xander scalò una marcia e poi si gettò dietro al gruppo di auto, deciso a intervenire. Stava tornando a casa da San Francisco, dov'era andato a ordinare l'auto nuova...
Irruppe tra le auto della polizia all'improvviso, disperdendole. La Punto procedeva a pochi metri da lui. Afferrò il cellulare e chiamò quello che aveva dato a Irina.
<< Xander! >> gridò lei, dall'altra parte del telefono.
<< Irina, scappa adesso. Alla polizia ci penso io. Vai a casa. Troviamoci lì >> ordinò Xander, costringendo una volante a spostarsi a sinistra, chiudendole la strada.
<< Ma... >>.
<< Muoviti! >>
Chiuse la telefonata e gettò il telefono sul cruscotto. Controllò che non ci fossero civili a poca distanza da lui, poi tirò il freno a mano con decisione.
La BMW si girò tutta da una parte con uno stridore di pneumatici assordante, mettendosi in diagonale sulla carreggiata. Le volanti inchiodarono e alcune sterzarono, andando a sbattere l'una addosso all'altra. Sbalorditi dalla sua manovra, i poliziotti premettero a fondo il freno, cercando di non andargli addosso. Qualcuno suonò il clacson, tra il caos generale.
Rimase per trenta secondi fermo in diagonale lungo l'autostrada, giusto il tempo per permettere a Irina di dileguarsi, poi accelerò di colpo, facendo pattinare le ruote posteriori e ritornò nella giusta direzione. Fumo bianco si alzò dagli pneumatici quando schiacciò a fondo l'acceleratore, ripartendo a tutto gas, pronto a darsi alla fuga.
Ore 23.30 – Casa
Irina camminava avanti e indietro sul vialetto di casa, inquieta. La Grande Punto era parcheggiata nel garage, le fiancate rigate e i fari scheggiati. Il posteriore era stranamente deformato, la dove le auto della polizia l'avevano stretta cercando di fermarla.
Quando finalmente la M3 bianca comparve sulla strada, perfettamente integra, gettò un sospiro di sollievo. Xander parcheggiò l'auto vicino al marciapiede, uscì e gettò uno sguardo verso di lei e poi verso la Punto.
<< Stai bene? >> le domandò, serio.
<< Sì >> rispose la ragazza, << Sì... Tu? >>.
Non poteva negare a se stessa che trovarselo lì davanti sano e salvo le dava un certo sollievo. Con la coda dell'occhio vide la tenda del soggiorno scostarsi, e suo padre guardare fuori.
<< Cosa ci facevi lì? >> chiese Xander, con una nota di minaccia nella voce.
<< Stavamo... William voleva... >> Irina non riuscì a finire la frase, perché lo sguardo gelido di Xander la spaventò. Forse si era giocata la sua fiducia.
<< Allora anche i furti di auto sono opera vostra >> disse lui, secco, << Dovevo immaginarlo >>.
Irina rimase in silenzio, senza sapere cosa dire.
<< Gli altri? >> chiese Xander.
<< Sono tutti scappati... >> rispose la ragazza, intimorita, << I poliziotti hanno seguito quasi tutti me... >>
<< Cosa avete rubato? >>
<< Una Lamborghini Revènton >>
Xander la guardò, e una strana scintilla passò nei suoi occhi. << Perché non me ne hai parlato? >>
Irina deglutì, sperando che le credesse. << Non pensavo che potesse interessarti... >> rispose lentamente, << Non mi è passato per la testa di dirtelo... Di norma non vado mai con loro a fare queste cose... Non sono auto per me... >>.
Vedendola in difficoltà, Xander alzò le mani. << D'accordo, non fa niente >> disse, << Non c'è nessun problema, non importa. Meno male che passavo di lì, altrimenti a quest'ora ti trovavi dietro le sbarre >>.
Il ragazzo sorrise, segno che non era arrabbiato.
<< Già... >> disse lei, << Grazie per l'aiuto. Non mi era mai capitato un inseguimento del genere... Di solito non sono così aggressivi >>
<< Non erano di Los Angeles >> spiegò Xander, << Erano della polizia federale, e avevano auto potenziate. Sapevano che c'era il rischio di incorrere inChallagher >>, posò lo sguardo sulla Punto con il paraurti cadente, poi tornò a guardare lei, << Sicura di stare bene? >>
<< Sì, sì, non mi sono fatta nulla. Forse la macchina non la pensa come me, ma la farò rimettere a posto... Posso chiederti cosa ci facevi sull'autostrada? >>.
Xander ghignò. << Non potresti chiedermelo, ma ti rispondo lo stesso. Sono andato a "cercare" una nuova auto >>.
<< Ehi! >> gridò qualcuno.
I due si girarono di scatto, e videro Todd marciare sul vialetto, minaccioso, con una bottiglia di birra in mano.
<< Cosa ci fai tu qui? >> chiese.
Irina non capì a chi di loro due si riferisse. Guardò per un secondo Xander, che ricambiò il suo sguardo, poi rispose: << Cosa c'è? >>.
<< Non dovresti essere da William? >> chiese l'uomo.
<< C'è stato un contrattempo >> rispose Irina.
Suo padre squadrò da capo a piedi Xander, con un'espressione di disgusto sul viso. << E tu levati dai piedi >>.
Irina spalancò gli occhi, colta alla sprovvista dalla frase di suo padre. Xander, però, reagì in modo del tutto inaspettato. Sorrise, indulgente, e disse: << Piacere di conoscerla, signor...? >>.
L'uomo lo guardò come se lo avesse insultato, e non rispose subito. << Tu chi sei? >>.
<< Alexander Went >> rispose il ragazzo, senza dare segno di non gradire il comportamento nei suoi confronti.
<< Bene, Alexander Went >> disse l'uomo, << Vattene >>.
<< Papà! >> gridò Irina, << Torna in casa, per favore. Ora tornerò da William, ma torna in casa >>.
Era arrabbiata con suo padre, ma non osava dirgli niente di più. Non voleva peggiorare la situazione, perché sapeva che lui avrebbe reagito malissimo. La guardò livido di rabbia per l'affronto che pensava di aver appena subito, quindi si voltò e tornò in casa.
Xander seguì con lo sguardo l'uomo finché lui non sparì dietro la porta. Poi tornò a guardare Irina, con un'espressione indecifrabile.
<< Scusami >> disse lei, << Mi dispiace, ma l'educazione non è una cosa che mio padre ha imparato. Ti chiedo scusa per il suo comportamento >>.
Xander la guardò e sorrise, come se quello che era appena accaduto fosse qualcosa di pochissima importanza. << Non fa niente, Irina >> disse, << Non è un problema. Sono abituato a trattare con persone del genere. Sono tutti così, a casa tua? >>.
Irina annuì, imbarazzata. << Ora capisci perché non voglio che nessuno venga a casa mia quando ci sono loro >>.
Guardò l'orologio, e aggiunse: << Credo di dover andare, ora. William mi starà aspettando per contemplare la sua macchina nuova >>.
<< D'accordo. Allora ci sentiamo. Devo farti vedere anche io la mia macchina nuova >>. Xander ghignò, poi si voltò e salì sulla BMW.
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